Inverse Chronicle

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  1. XxMarTineTTaxX
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    Bello bello Postaaaaa
     
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    ho letto tutti i capitoli d'un fiato sono bellissimi......brava :fuyxix.gif:
    posta presto...
     
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  3. ironic;
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    posta >____< *__*
     
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  4. Rue89
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    Grazie mille a tutti >< Eccovi il settimo capitolo e scusate il ritardo!

    CAPITOLO 7
    Era quasi l’alba ormai, non avevo molto tempo. Il tempismo era stato abbastanza scadente ma ormai non c’era altro da fare se non risolvere la situazione. Sostenendo sempre Karin, corsi più veloce che potei cercando di allontanarmi a sufficienza da quel posto. Tutto era cambiato. Ero imprigionato da oltre quattrocento anni e molte delle cose che vedevano i miei occhi erano sconosciute. Cercai delle grotte ma molte di essere ora venivano usate come miniere. Dove mi sarei potuto nascondere? Il sole stava sorgendo, non avevo più tempo.
    -Sento che..stò per..vomitare- disse la ragazza. Non avevo tempo per starla ad ascoltare. La distanza ora che ci divideva da Edgar era sufficiente ma non c’erano posti dove rintanarsi. Il sole cominciò a schiarire il cielo e la fretta divenne il mio problema principale. Continuai a correre quando, infine, riuscii a trovare una fitta vegetazione di alberi. Mi ci fiondai dentro un istante prima che il sole comparve dietro alle colline. Nonostante gli alberi fossero molto fitti alcuni spiragli di luce riuscivano a farsi largo tra le fronde. Non era il massimo per il mio riposo ma per oggi poteva andare.
    -Ti prego non farlo mai più- sussurrò la ragazza. Diminuii la stretta con cui la stavo sostenendo e le feci appoggiare delicatamente i piedi al terreno. I suoi capelli erano scompigliati, una chioma color rubino che cadeva lungo tutto il suo profilo incorniciandola. Appena la ragazza appoggiò i piedi a terra ricominciò ad acquistare un pò di colore in viso. Si sedette e con una mano accarezzò l’erba. –Non è come quella del castello. Questa è così..così..selvaggia- disse mentre coglieva alcuni fiori. Poi si alzò e cominciò a correre a destra e sinistra guardando tra i cespigli e alzando gli occhi al cielo per mirare le chiome di quegli enormi alberi secolari. Come riusciva a trovare tanta energia nonostante mi fossi nutrito di lei? Mi sedetti appoggiando la schiena al tronco di un albero e la guardai saltellare da una parte all’altra. Le palpebre mi diventarono pesanti e cominciarono a chiudersi. Il sonno di noi vampiri era sempre vigile, costantemente allerta. Riposai bene quella mattina nonostante il leggero chiarore e quella ragazzina che continuavaa muoversi meravigliata di tutto. Quando all’improvviso..
    -Ho fame!- disse mugugnando. Alzai una palpebra e la guardai di sottecchi. Cosa si aspettava? Richiusi gli occhi facendo finta di dormire. I capelli mi aiutarono in quel caso visto che mi ricoprivano il viso. Mi era più facile fingere. –Ehi ho fame- fece per allungare una mano per scostarmi i capelli ma gliela afferrai prima che potesse farlo.
    -Mettiamo in chiaro una cosa ragazzina..io sono un vampiro! E noi vampiri di giorno dormiamo! Cercati da sola del cibo- la congedai ma lei fece una cosa che mi stupì. Mi tenne il muso! Per tutto il giorno non mi rivolse più la parola! Meraviglioso! La sentii girovagare per i dintorni rovistando tra i cespugli ma non la sentii soddisfatta. Era come un cagnolino, bisognava sempre starle dietro. Mi alzai ormai rassegnato e mi avvicinai a lei.
    -Quello è velenoso- dissi osservando il fungo che aveva appena addocchiato. Mi spostai leggermente più a destra e le raccolsi alcune erbe, delle bacche e catturai un coniglio. Cose che mi ricordavo fossero commestibili. Erano ormai più di seicento anni che non avevo bisogno di procurarmi questo genere di cose quindi cercai il più possibile di concentrarmi per ricordare.
    -Tu non speri veramente che mangerò..quello vero?- chiese con disgusto additando il coniglio. Strano eppure mi ricordavo che fosse una animale delizioso. Anche se il suo sangue non lo era più di tanto. Mentre la bestiola si dimenava dalla mia stretta la ragazza allungò le mani e lo prese in braccio. Lo accarezzò qualche secondo sussurrandogli alcune parole di rassicurazione.
    -Non ci si affeziona al cibo sai?- la ammonii con voce seccata. Mi fulminò con lo sguardo. Forse non si rendeva bene conto chi aveva davanti..
    -Non potrei mai ammazzare dei poveri animaletti per cibarmene- disse a denti stretti. Allungò le mani e lasciò andare il coniglio che scappò, dileguandosi tra gli alberi.
    -Beh mi spiace dirtelo ma al castello ne avrai mangiati a frotte di conigli come quello! Cosa lo rende diverso?- Non riuscivo a capire il suo ragionamento. O si mangia carne o non si mangia! E’ come per noi non possiamo mica metterci a discriminare il cibo.
    -Beh se è già morto per mano di altri è un conto! Ma se quella povera bestiola deve morire solo per me allora non voglio che accada!- urlò. Le sue guance si tinsero di un lieve rossore.
    -Vorresti dire che dovevo portartelo già morto? Magari bevendo il suo sangue prima così non ti sentiresti in colpa per la sua morte?- ironizai ma lei non rispose. Lessi sconcerto nel suo viso ed incredulità.
    -Non lo faresti..-cominciò la frase ma udendo quelle parole la misi a tacere.
    -Io non farei cosa?! Io sono un vampiro ragazzina! Non capisco il punto di questa specie di pellegrinaggio perchè io non posso mostrarti ciò che vuoi! Vuoi vedere le cose belle del mondo ma non posso mostrartele! Non posso uscire alla luce del sole e ciò che c’è nell’oscurità è male! Io sono il male dannazione! Non mi trattare come se fossi un umano perchè non lo sono!- persi le staffe e con quello anche l’autocontrollo. Sentii le zanne uscire visibili e i nervi mi andarono a fior di pelle. La ragazza indietreggiò fino ad avere le spalle bloccate da un tronco. Man mano che lei indietreggiava io mi facevo avanti fino ad esserele a meno di un braccio di distanza. Non rispose ma mi fissava. Quei suoi occhi che tanto mi colpirono erano anche la mia disgrazia. Come potevo attaccare una ragazza con degli occhi così puri ed innocenti? Anche in una situazione come quella non si faceva prendere dal panico. Erano gli occhi di una ragazza che non aveva niente da perdere. –Io ho ucciso e non me ne pento. Conigli, cervi persino linci. E persone, molte persone- cercai di stuzzicarla ma non rispose. –Dannazione perchè non hai paura di me?!- tirai un pugno al tronco dietro di lei facendo volare alcune schegge. Una di esse colpì alla guancia la ragazza graffiandola ed una leggera striscia di sangue cominciò a scendere lenta lungo il profilo del suo viso. Mi attraeva, quel sangue..mi attirava come una calamita. Avvicinai il mio viso al suo fino a quasi sfiorarle la guancia col naso. Sentivo l’odore del suo sangue così presente così vicino che mi cominciarono a pulsare le tempie. Leccai la scia di sangue assaporando ogni singola goccia passando la lingua anche sul graffio, richiudendolo. Ne volevo ancora ne avevo ancora bisogno..
    -E’ per questo che non ho paura di te- rispose la ragazza in un sussurro. Continuai a fissare il punto in cui poco prima c’era il taglio e non riuscivo a capacitarmi di ciò che avevo fatto.
    -Volevo solo il sangue- dissi cercando di convincere anche me stesso. Mi allontanai da lei quando, d’un tratto, allungò la mano afferrando la mia. La ritrassi velocemente e questo fece cadere la ragazza a terra. Cercai di allungarmi per afferrarla ma mi bloccai. -E’ questo ciò che sono- le diedi le spalle e mi allontanai. Continuai a camminare cercando di schivare i punti illuminati. Trovandosi da sola si sarebbe arresa. Avrebbe chiesto alla prima persona di farsi riaccompagnare a casa. Ne ero certo. Continuai a camminare quando, all’improvviso, un forte odore di sangue mi raggiunse da lontano.

    Rue
     
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    bellooooooooo......................che succede?!?!?! devo saperlo :15x7m2h.gif:
     
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  6. ironic;
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    wow! bellissimo, posta presto il continuo, voglio sapere come va avanti
     
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  7. XxMarTineTTaxX
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    belilloooooooooooooooooooooooo *-* Postaposta >.<
     
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  8. …Alexis…
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    Bellooooooooooooo!!!
    Posta presto ti prego!!!! ^.^
     
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  9. Rue89
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    Grazie mille ragazze >< Scusate ma ieri sono arrivata a casa (ero dal mio boy) e sono più occupata quà che la =/ Però prometto che stasera posto il prossimo capitolo >< Scusate ancora per il ritardo!

    Rue
     
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  10. ironic;
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    evvivaaa!
     
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  11. Rue89
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    Eccovi il continuo! Spero vi piaccia! >///<

    CAPITOLO 8
    Corsi più forte che potei seguendo la scia di quell’odore che, man mano che avanzavo, si faceva sempre più persistente. Arrivai ad una piccola radura circondata dagli alberi e mi fermai. Non c’erano rami a coprirla ed il sole di mezzogiorno era alto nel cielo, illuminando con un bagliore immenso quella radura. Mi coprii gli occhi lacrimanti per la forte luce improvvisa e mi ritirai nel folto della foresta, quel tanto che bastava per tenere d’occhio la vallata senza aver problemi. Al centro esatto della radura sorgeva una casa costruita con possenti e pesanti massi, tutti regolari e di una tonalità che variava dal grigio/nero al marroncino. Del fumo uscì dal camino, sollevandosi leggero nel cielo chiaro ed immacolato. Annusai l’aria cercando ansioso la fonte di quell’odore che mi riempiva le narici quando, ad un tratto, la vidi. Una figura si mosse sul lato sinistro della casa ma era coperta da quel muro possente. Con cautela, cercando di non far rumore, mi spostai a sinistra finchè riuscii a vedere ciò che mi interessava. Un uomo, con un coltello in mano, stava togliendo la pelliccia ad un cervo adulto ormai morto, appeso ad una trave a testa in giù. Sotto la testa della carcassa c’era un secchio in cui cadevano gocce di sangue dal collo sgozzato dell’animale. Era un connubio perfetto, una situazione magnifica. Peccato solo per il tempismo, per l’ennesima volta sbagliato come non mai. La mia mente da predatore studiò tutte le variabili possibili immaginabili in un batter di ciglia. Poi seppi cosa dovevo fare. Feci scricchiolare un ramo di proposito e rimasi ad aspettare. L’uomo alzò la testa, si guardò in giro ed infine ritornò al suo lavoro. Feci scricchiolare ancora una volta un altro ramo ma questa volta con più forza. A quel suono deciso l’uomo non ebbe più esitazioni. Allungò la mano verso un arco che era appeso alla parete della casa. Fece qualche passo verso la foresta ma rimase sempre protetto dal cerchio di luce. L’arco era teso e puntava verso la foresta, tirato, pronto a scattare. Rimasi acquattato aspettando. Mi decisi e feci scricchiolare un altro ramo e corsi tenendomi basso. Non doveva che vedere un’ombra nella foresta. L’uomo seguì la mia figura credendomi un cervo e lanciò la freccia che, se non fosse stato per i miei riflessi svelti e precisi, mi avrebbe colpito dritto al fianco. Per un cervo sarebbe stato un colpo mortale, per me una spina nel fianco, niente di più. Caddi a terra imitando il tonfo del cervo colpito. Sentii nell’aria l’esultanza dell’uomo. Fece cadere l’arco per terra e si avvicinò alla foresta.
    -Oh oh! Oggi caccia grossa! Due cervi in un solo giorno! Avrò scorte per un bel pò! Ma dove diavolo è?- era entrato nella foresta strofinandosi le mani sporche di sangue pregustando la vista della sua vittima. Immaginate lo sguardo quando trovò..niente. Si guardò in giro spaesato cercando con gli occhi qualche segno della preda. Si girò di nuovo e trovò me ad un palmo dal suo naso. L’uomo si spaventò e cadde all’indietro inciampando nelle radici di un grosso albero. –Chi diavolo sei tu?! Hai tu il mio cervo?!- urlò con rabbia. Non riusciva a capire con chi stesse parlando ma cercai di non prendermela. Mi abbassai fino ad avere gli occhi alla sua stessa altezza. Mi concentrai. Per certe cose ci voleva del potenziale, energia e, sopprattutto, concentrazione. Uno dei poteri di noi vampiri era il controllo mentale. Non era magia, bensì un aumento di testosterone unito ad un’aura forte ed imperiosa. Certo, essendo vampiri questa cosa veniva ampliata innumerevoli volte causando, alla maggior parte di esse, un tale stordimento da far scordare alle persone ciò che accade. Fondamentalmente le persone erano come animali. Ci si sente attratti dall’altro sesso per una questione di ormoni, ai sensi impercettibili ma sono essi a condizionarli. Lavorando su di essi, aumentandoli ai livelli massimi, riuscivo ad assumere il controllo della situazione. Le prede si sentivano in soggezione, minuscole. Per questo anche tra i vampiri vigeva questo potere, i vampiri più anziani erano più forti perchè più abili nel regolare il bilanciamento di questi elementi. Più era preciso e potente più era letale. Io stesso ne fui vittima quattrocento anni prima.. Ma con un’umano era un’altra storia.. era una passeggiata.
    Quando fui pronto misi in moto il potere. Lo guardai fisso negli occhi. Diretto, determinato, imperioso.
    -Portami un pezzo di cervo ed il sangue contenuto nel secchio. Ti do 3 minuti se non vuoi trovarti appeso col cervo- ordini brevi e coincisi erano più efficaci. L’uomo si alzò e si diresse come ipnotizzato verso la casa. Dovevo stare attento a tenere il contatto visivo con l’uomo mentre faceva ciò che gli avevo ordinato. Doveva sentire il mio sguardo su di sè. Se così non fosse stato, il potere di condizionamento sarebbe diminuito rendendolo poco stabile. Ciò mi costava un discreto dispendio d’energia ma dovevo farlo o quella sciocca ragazzina sarebbe morta di fame e l’unica cosa che non volevo era un’altra morte sulla coscienza. Mi stupii. Quei pensieri non sembravano pensieri di un vampiro.. Lasciai perdere e mi concentrai. L’uomo era di ritorno. Mi portò il secchio col sangue del cervo ed un pezzo di coscia. Ero soddisfatto, il secchio era quasi pieno. Non era come il sangue umano ma sarebbe stato sufficiente per tenere a bada la fame. Lo bevvi cercando il più possibile di mantenere il contatto visivo con l’uomo, ora immobile e con lo sguardo perso nel vuoto. Quando finii presi la coscia di cervo che l’uomo aveva avvolto in un panno. Apprezzai l’attenzione al particolare quindi decisi di non cibarmi di lui. Il sangue di cervo aveva messo a dormire la mia parte selvaggia risvegliatasi dall’odore del sangue di prima.
    -Torna a scuoiare il tuo cervo. Non mi hai mai visto- così dicendo me ne andai di corsa. Il mio udito attento sentì l’uomo in lontananza che tornava al suo lavoro anche se turbato per la mancanza di quella coscia. Corsi seguendo la strada che avevo fatto all’andata. Mi ero stampato ogni singolo albero nella mente e non era difficile orientarsi. Arrivai, infine, nel punto in cui sentii per la prima volta l’odore del sangue di cervo e mi fermai. Rimasi in ascolto cercando con i miei sensi di capire dov’era Karin. Sentii un respiro molto lieve e regolare provenire da est. Troppo lieve. Corsi più forte che potei in direzione della ragazza finchè la raggiunsi. I suoi capelli erano sparsi tra l’erba fresca del sottobosco e la ragazza giaceva sdraiata a pancia in giù. Il suo viso era girato lateralmente verso di me. Mi avvicinai piano per non svegliarla quando lo sentii. Un leggerò seppur presente odore del suo sangue. Del suo dolce nettare. Mi inginocchiai vicino a lei e la alzai prendendola tra le braccia. Sulla mano aveva i segni della sua malattia. Che avesse avuto un altro attacco di tosse? Respirava molto piano ma in modo regolare. Mi ero dimenticato come fosse respirare..era forse normale quello stato durante il sonno? Non riuscivo a ricordarmelo..
    -Karin?- chiesi e picchiettai leggermente la mano sulla sua guancia pallida. Non diede segno di sentire... -Karin?- chiamai più deciso ma ancora niente. Il respiro era sempre debole. Cosa diamine si doveva fare in una situazione simile? I dottori non potevano aiutarla l’unico in grado..ero io. Rifiutai l’idea. La chiamai ancora in tono forte ed imperioso esercitando anche su di lei il potere che usai sull’uomo. Nessuna risposta. Sembrava dormire di un sonno pesante senza risveglio. Mi rifiutai all’idea di guarirla. Mi ero ripromesso di non farlo mai più..non dopo quello che successe con Eleanor.. al solo pensiero di quel nome un flash mi balenò nella mente. Una giovane donna dai capelli bruni come l’oscurità che mi fissava coi suoi occhi color grigio perla.. un brivido mi scosse la schiena e rigettai quel ricordo. Mi sentivo male..sentii un prurito salirmi dal cervello fino agli occhi ma li chiusi istintivamente, ignorando quel segno. Non potevo aiutarla. Ad un tratto il suo respiro si arrestò di colpo e riprese poco dopo più lieve di prima. Stava morendo..
    Lasciai da parte la testardaggine e l’orgoglio. Mi morsi un polso e glielo appoggiai alla bocca. Era troppo debole per succhiare di sua iniziativa quindi decisi di aiutarla. Mi avvicinai il polso alla bocca e succhiai un pò di sangue. Mi chinai su Karin e le aprii la bocca. Delicatamente, appoggiai le mie labbra sulle sue e le trasferii dolcemente quel liquido cremisi che l’avrebbe aiutata. Appena le scese in gola staccai le mie labbra dalle sue, erano così morbide e rosse che sembravano due petali di rosa. Rimasi in attesa. Il suo respiro aumentò e così anche il suo colorito. Dopo poco aprì gli occhi e si guardò intorno spaesata. Aprì e richiuse un paio di volte la bocca sentendo, al suo interno, un sapore strano. Mi guardò con sguardo indagatore. Alzai il polso mostrandogli il taglio che mi ero fatto ma di cui, ormai, rimaneva solo una scia rosina del sangue rimasto. Il taglio si era già rimarginato. La consapevolezza apparì come un lampo negli occhi della ragazza.
    -Non farti strane idee. L’ho fatto solo perchè non voglio un’altra morte sulla coscienza- mi alzai e mi appoggiai al tronco più lontano dalla ragazza. Chiusi gli occhi e rimasi in ascolto. Dovevo riposare. L’uso del potere che avevo esercitato sia su di lei che sull’umano mi aveva sfinito. Quando stavo per sprofondare nel sonno sentii un fruscio vicino a me. I miei sensi da predatore volevano scattare, ma non lo feci solo perchè conoscevo quell’odore. Karin si era seduta vicino a me, anche lei con la schiena appoggiata all’albero. La sentii tesa. Logico..chi non sarebbe spaventato dopo aver bevuto del sangue?
    -Io..ti ringrazio..- disse con un filo di voce, imbarazzata e grata allo stesso tempo. Mi stupii. Quella ragazza non conosceva davvero il senso del pericolo. Era una sprovveduta che nel mondo reale non sarebbe sopravvissuta un solo istante. Ma era anche ciò che mi piaceva di lei, ciò che mi rendeva piacevole stare con lei. Non mi faceva sentire diverso. Non mi faceva sentire un mostro.
    -Non c’è di che- risposi e poi, con lei al mio fianco, sprofondamo entrambi in un sonno profondo ma incredibilmente leggero e sereno.

    Rue
    p.s.: non so se nessuno l'ha notato, ma non ho ancora svelato il nome del protagonista XD muahahahah XD

    Edited by Rue89 - 7/1/2011, 02:16
     
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  12.     +1   -1
     
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    Quello che non ti uccide ti rende più forte


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    Mi piace...bello il modo in cui descrivi il controllo mentale...davvero ingegnoso!
    Eh...io lo avevo notato in effetti...mi aspetto che presto scopriremo il nome del bel tenebroso...
     
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  13. XxMarTineTTaxX
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    Vero...Bello continua presto io sinceramente non vedo l'ora di scoprire come si chiama
     
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  14. …Alexis…
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    Che billooooooooo!!!! E' davvero fantastico come scrivi Rue... in effetti ora che me lo fai notare è vero! Non hai ancora svelato il nome del vampiro... me curiosa!!!! >.< >.<
     
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  15. ironic;
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    ma che bello! e poi che succede? xD continua
     
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287 replies since 29/12/2010, 20:41   2274 views
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