Inverse Chronicle

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Rue89
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Stasera, anzi ormai stanotte, vi posterò il sequel xD Grazie mille a tutte ><
    artemisia ti piace davvero? Perchè volevo rimanere più soi piedi per terra e l'unica soluzione realistica (se rialistico si pu definire XD) era quella ><
    Grazie mille Alexis *^*
    A dopo alloraaa ><

    Rue
     
    Top
    .
  2. Rue89
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Eccomi!!!!!!!!! Ed eccovi a voi il nono capitolo di Inverse Chronicle XD Spero vi piaccia ;)

    CAPITOLO 9
    -Povero cervo- disse Karin quando finii di raccontarle come mi procurai la carne. Le dovetti ripete quella storia tre volte per convincerla che non l’avevo ucciso io per lei ma, alla fine, si convinse. Era quasi il tramonto ed il fuoco che accesi divampava vivo ed allegro sotto alla coscia dell’animale. Nel sottobosco era già buio e la figura esile della ragazza era illuminata a tratti solo dal riflesso di quelle fiamme. Era seduta vicino a me. Da quando la salvai quel pomeriggio, facendole bere il mio sangue, non mi lasciò andare per un secondo. Dormì vicino a me, mi seguì durante una piccola ricognizione in cui dovetti, a causa sua, rallentare il passo fino alla noia. Sembrava la mia ombra ed un pò mi infastidiva ma, allo stesso tempo, mi rendeva anche sereno. Era un misto di sensazioni contrastanti che non provavo da un infinità di tempo.
    –Ehm..grazie ancora per oggi..- si fermò pensierosa. I suoi occhi scrutavano le fiamme come alla ricerca di qualcosa. Si girò verso di me con uno sguardo afflitto che fece saltare un battito al mio cuore. Avevo forse fatto qualcosa di sbagliato? –Non ti ho neanche chiesto come ti chiami!- disse infine con una voce acuta e leggermente stridula, come per smorzare un singhiozzo che voleva uscire dalla profondità della gola. Rimasi un attimo disorientato da quell’affermazione.
    -Ma insomma! Ti sembra di dover fare quella faccia per una cosa simile?- le boffonchiai a bassa voce. Da molto tempo, ormai, nessuno mi chiedeva come mi chiamassi.. a quel pensiero, davanti agli occhi, mi si materializzò la medesima scena del pomeriggio. La ragazza dai lunghi capelli bruni e dagli occhi color perla. Non riconobbi il luogo in cui ci trovavamo, sapevo solo che mi sentivo a casa. Ero in piedi in mezzo alla folla e lei, fiera sopra il suo cavallo, si avvicinò verso di me incorniciata da un manto nero ricomerto di stelle. Mi sorrise e con una voce dolce ed armoniosa mi chiese semplicemente “Sono Eleanor, qual’è il vostro nome?”.
    -Tutto bene?- chiese una voce calda vicino a me. Ritornai alla realtà ma ero molto scosso. Erano ormai più di quattrocento anni che non la rivedevo più..la ricordavo ogni singolo giorno ma vederla così vivida nella mia mente era la prima volta. Mi girai guardando Karin. Che fosse a causa sua? Il suo spirito puro ed ingenuo le somigliava molto. Se non fosse stato per i suoi capelli rosso fuoco e gli occhi color dell’oceano, anche i lineamenti combaciavano.
    -Si, non è affar tuo- liquidai il discorso. Restammo in silenzio finchè la coscia non fu pronta e la porsi alla ragazza.
    -Non penso di riuscire a mangiarlo tutto..divideresti con me?- chiese con un fil di voce, troppo timida persino per guardarmi in viso. Non riuscivo a credere che fosse la stessa ragazza che la sera prima si era offerta come nutrimento per me davanti al padre..sembravano due persone completamente diverse.
    -Io non mangio carne, non ne ho bisogno-
    -Allora bevi solo il sangue da quel pezzo..?- non riucii a capire se fosse una domanda o più un’affermazione. Decisi di assecondarla sennò non saremmo più ripartiti andando avanti così.
    Senza far troppa fatica, staccai un lembo di carne cotta dall’osso e le porsi la restante metà. Guardai la carne che tenevo in mano. Il sangue era completamente cotto non era più possibile assimilarlo e poterlo utilizzare come nutrimento. Che spreco. Cercai di mangiare il primo boccone ma sentivo un sapore disgustoso in bocca. Tutto il mio corpo reagiva a quell’alimento come ad un’allergia. Mandai giù il primo boccone rimanendone disgustato. Non ricordavo facesse così schifo la carne. Guardai la ragazza che ora mangiava felice e serena la sua parte. Almeno a lei piaceva. Allora il problema non era la carne..ero io. Che anche la ragazza avesse provato quel disgusto oggi bevendo il mio sangue? L’ultima cosa che volevo era sembrare un bambino così, con immensi sforzi, decisi di finire la mia parte finchè, un’istinto fortissimo nel mio corpo mi impose di rigettare ciò che avevo assimilato. Saltai in piedi e mi nascosi dietro a dei cespugli liberandomi da quella tortura. Sentii la ragazza alzarsi preoccupata e dirigersi verso il punto in cui ero scomparso.
    -Non ti avvicinare!- le sbraitai. Sentii che si immobilizzò di colpo e rimase in attesa. Appena recuperai il controllo uscii da dietro i cescpugli e mi tornai a sedere vicino al fuoco, ignorando la figura esile che mi stava aspettando in piedi.
    -Tutto bene?- chiese incerta da dietro le mie spalle. Non si era ancora avvicinata ma sentivo la sua ansia pulsare pesante sul collo. Allungai una mano e le feci cenno di tornare a sedersi vicino al fuoco..vicino a me.
    -Scusami è solo..questa roba da umani il mio corpo non la accetta- dovevo giustificarmi in qualche modo. Sentirla così mortificata mi rendeva angosciato. Dovevo farle capire che non era colpa sua. Quando dissi così la preoccupazione si dipinse sul volto della ragazza.
    -Mio dio scusami! Io ti ho chiesto di mangiarlo! Adesso starai male? Ti farà male?- si sporse verso di me allungando una mano per toccarmi la fronte. Pensava seriamente che un vampiro potesse avere la febbre?
    -Stò bene smettila di toccarmi! Mi da fastidio il contatto umano! Sono quattrocento anni che non vengo toccato e tu in tre giorni mi stai addosso come un polpo!- Ora era mortificata. Sbuffai. –Scusami..non sono abituato ad avere..compagnia. Comunque no, non starò male. Espellere quelle sostanze estranee dal mio corpo è stato sufficiente a farmi sentire meglio. E poi noi guariamo in fretta. Questo dovresti saperlo- finii alludendo agli affari della sua famiglia. La ragazza mi guardò incerta. La sentivo leggermente agitata, come se volesse dire qualcosa ma non sapeva come esporlo. –Se devi dire qualcosa, dillo e basta! Non mangio mica- scherzai sperando che capisse il doppiosenso. Oltre a non saperci fare con le donne ammetto di esser ancora peggio come comico.
    -Io..insomma..ora che ho..- si bloccò. Cominciò ad arricciare il vestito tra le mani osservando ciò che faceva come fosse un ricamo a mano da fare alla perfezione. D’un tratto si fermò decisa e sputò la cosa tutta d’un colpo. –Insomma, voglio dire, che ora che ho bevuto il tuo sangue non morirorò più, giusto?- chiese chiudendo gli occhi e irrigidendo il viso come se fosse pronta ad attutire un qualche schianto. Era questo ciò che le frullava in testa? Perciò Edgar non le aveva spiegato come stavano realmente le cose? Che spiacevole inconveniente. La ragazza continuò a tener gli occhi strizzati ed i muscoli irrigiditi aspettando una mia risposta che, prontamente, non arrivò. Mi alzai e, con un calcio, sparsi il fuoco con della terra, spegnendolo. La mancanza di luce improvvisa destò la ragazza dal suo stato d’attesa e saltò in piedi d’istinto.
    -Cos’è successo? Dove sei?- chiese non vedendo bene nell’oscurità. Andò a tentoni con le braccia protese in avanti finchè, con le mani, toccò il mio torace. Sentii il suo corpo rilassarsi nell’istante in cui sentì la mia presenza. Ciò mi rese ancora più difficile spiegarle il tutto.
    -Karin, mi spiace ma penso che non basti..- non mi ero mai dovuto occupare di questo genere di cose. Di solito venivano da me già consce di ciò che dovevano fare. Mi limitavo solo a compiere il rituale ed il mio compito finiva lì. Ma spiegare l’intera vicenda..troppi ricordi vividi sarebbero riapparsi.
    -Cos’intendi dire?- chiese con voce tremante. L’illusione della salvezza era svanita improvvisamente come quel fuoco. Sospirai. Mi sarei dovuto fare forza cercando di non essere sommerso dai ricordi. Feci ordine nei miei pensieri ed iniziai a parlare.
    -Tutto ebbe inizio con una donna. Lei era una tua antenata vissuta circa quattrocento anni fa. Te ne parlerò mentre ci incamminiamo ti va?- chiesi con gentilezza. Ero un predatore che viveva nell’oscurità. I miei occhi si adeguavano perfettamente a tutto ciò, quindi non mi fu difficile vedere il capo della ragazza chinarsi come assenso alla mia domanda. Con un gesto veloce l’afferrai e la caricai in braccio sulla schiena. Sentii subito la sua timidezza prender il soppravvento sulle sue emozioni.
    -Cosa fai? Mettimi giù riesco a camminare!- cercò di divincolarsi ma la mia presa era salda.
    -E’ buio, finchè siamo coperti dagli alberi starai così. Quando usciremo dalla foresta ed il terreno sarà illuminato dalla luna ti lascerò giù, va bene?- La sentii riflettere finchè, con un gesto insicuro e timido, si aggrappò alla mia maglia sgualcita per tenersi. L’ideale, quella notte, sarebbe stato trovare una locanda e farsi un bel bagno, cambiarsi d’abito e magari anche tagliarmi un pò i capelli. Ma ciò avrebbe aspettato, ora dovevo pensare al modo meno disumando per raccontarle i fatti che si celavano dietro la sua malattia. Cominciai a camminare ma rimasi in silenzio. Non riuscii a decidermi da che parte iniziare. Le mie falcate erano lunghe e decise e sentii ogni tanto Karin che rischiava di cadere all’indietro. Alla fine mise da parte la timidezza e si aggrappò al mio collo, cingendolo con le braccia.
    -Ehm..Peso?- chiese timorosa dopo un attimo di incertezza. Per la prima volta nella mia vita, un accenno ad un sorriso comparve sulle mie labbra. Era proprio un’ingenua ragazzina..
    -Sono un vampiro, Karin. Non pesi più di uno spillo per me- sentendo ciò, la ragazza si rilassò maggiormente, lasciandosi cadere appoggiandosi sulla mia schiena. La mia sottile maglia faceva trapelare tutto, ogni movimento delineava le sue forme premute sulla mia schiena e ciò mi rendeva pazzo. Dovevo pensare con lucidità, dovevo pensare ad altro! Poi mi venne in mente. –Io..- un attimo di esitazione mi pervase. Sapevo come iniziare. –Il mio nome è Nathan. Almeno questo è il mio nome da quattrocento anni a questa parte. Me lo diede una persona a me molto importante..il suo nome era Eleanor-


    Rue
    p.s.: non so quando riuscirò a scrivere il decimo capitolo perchè domani sera arriva il boy! Spero domani pomeriggio, sennò ci risentiamo domenica >< Aspetto il vostro parere sul cap *^*
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Quello che non ti uccide ti rende più forte


    Group
    Member
    Posts
    7,701
    Reputation
    -31
    Location
    Tuscany

    Status
    Oh my God!!!
    Nathan!?
    Io ho scritto un romanzo (che spero di pubblicare) e il mio cattivo si chiama Nathan!!!
    Comunque bel capitolo anche questa volta...
     
    Top
    .
  4. ironic;
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    bellissimo come al solito. ti prego continua presto, è sleale iniziare la storia e interromperla quasi subito! xD adesso voglio sapere che è successo u.u XD bel nome. brava, bel capitolo.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    media creatura

    Group
    Streghe
    Posts
    151
    Reputation
    0

    Status
    Offline
    mi piace tantissimisssimosooo :fuyxix.gif: :fuyxix.gif: :fuyxix.gif:
     
    Top
    .
  6. XxMarTineTTaxX
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Nome stupendo :D
    Essi continua presto voglio proprio sapere cosa è successo con questa Eleonor u.u
     
    Top
    .
  7. Rue89
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ok ammetto che nn riuscivo ad attendere oltre XD eccovi il capitolo 10!!! E' bello lungo quindi spero vi basterà finoa domenica >< Spero vi piaccia!!!

    CAPITOLO 10
    Londra 1130. Erano passati ormai dieci anni da quando incontrai Joseph. Un incontro che cambiò per sempre la mia vita. Lo vidi per la prima volta una sera, mentre facevo da guardia alla residenza estiva di un potente signore feudale appena fuori Londra. Notai subito che quell’uomo era carismatico, pieno di sè. Nella sua statura alta e slanciata, muscolosa, non dava spazio ad incertezze o debolezze. A testa alta, nei suoi abiti signorili, Il Duca Joseph Iacomi aveva il portamento di una divinità. Era l’ospite che attendevo con più ansia quando c’erano feste, e quello che mi mancava di più nelle sue assenze. Nonostante fossi solo un soldato semplice, lui mi vedeva. Non sapevo che di li a qualche mese, in una gelida notte d’inverno, gli avrei dovuto la mia vita. Nevicava e la temperatura era di gran lunga sotto lo zero. Il padrone feudale che servivo era si molto ricco, ma anche molto taccagno. Vestiva i suoi uomini con la stessa identica divisa tutto l’anno, sia con trenta gradi d’estate che con temperature rigide d’inverno. I pochi di noi che si potevano permettere una coperta o dei vestiti pesanti cercavano di indossarli sotto la divisa per scaldarsi. Quella sera non potei farlo. Mia madre era a casa malata così decisi di lasciare i miei indumenti pesanti a lei, coprendola il più possibile. Il gelo pungente cominciò ad atrofizzarmi i piedi, coperti solo da miseri stivali leggeri, e le dita delle mani scoperte. La pelle delle mani era tutta tagliata e arrossita dal gelo. La gola mi doleva e le orecchie, al tatto, non le sentivo più. Cominciai a perdere la sensibilità alle dita e, di li a poco, non riucii più a tenere in mano la lancia che cadde nella neve. Caddi sulle ginocchia per poi accasciarmi a terra. Il soldato che faceva da guardia con me corse subito all’interno della villa chiamando aiuto ma ciò non era da fare. Non a discapito di una festa per gente altolocata e non se la persona che stava male..era una semplice guardia. Sentii le urla del padrone mentre usciva e, poco dopo, anche il mio compagno cadde a terra vicino a me, rotolando giù per la scalinata.
    -E non disturbarci più per sciocchezze del genere!-sbraitò l’uomo. Si girò e tornò dentro. Solo il Duca Joseph rimase in cima alla scalinata ad osservarci. L’altro soldato si alzò e cercò di scaldarmi strofinandomi braccia e gambe ma era inutile, sentivo che la forza mi stava abbandonando. Dopo un pò smise di scaldarmi e si allontanò in direzione delle stalle. Stava andando a prendere un mulo per portarmi via da davanti le scale, per non turbare gli ospiti. Una profonda amarezza mi investì ma cercai, in un ultimo e straziante sforzo, di tirarmi seduto, appoggiando la schiena al pilasto da cui si diramava il cornicione delle scale. Almeno non sarei morto sdraiato a terra come un qualsiasi poveraccio. Penso sia stato quel gesto a colpire Joseph. Me lo ritrovai davanti in un lampo, ero sbalordito. Ero su punto di morte assiderato quindi i miei sensi non rispondevano bene, ma avrei giurato di non averlo sentito arrivare. Mi guardò fisso negli occhi, e poi lo fece. Scoprì i due canini così aguzi da assomigliare a quelli di un cane e mi adentò il collo. Cominciai a perdere i sensi e da lì in poi divenne tutto molto sfuocato. Mi ricordo solo qualcosa di caldo che scendeva lungo la mia gola e riscaldarmi lo stomaco, poi più niente.
    Quando mi svegliai, l’indomani mattina, ero sul mio letto di morte. Mia madre piangeva ai piedi del letto e come vide che mi ero ripreso si alzò di colpo urlando e corse fuori di casa. Mi avvicinai alla finestra un pò spaesato ma il sole, seppur tenue, mi bruciò un lembo di pelle. D’un tratto mi tornò in mente tutto ciò che era accaduto. Raccolsi la coperta che copriva il letto e me la avvolsi tutt’intorno al corpo. Corsi fuori di casa e mi sbalordii dalla velocità con cui riuscivo a correre. Le persone intorno a me sembravano andare a rallentatore. Sentii una strana attrazione verso ciascuna di esse ed i miei occhi puntavano automaticamente a ciascuna parte del loro corpo che era scoperta, rivelandone la carne rosea. Mi nascosi nel folto della foresta ed aspettai, ma di Joseph nessuna traccia.
    Provai a cercarlo ovunque. Ogni sera uscivo e controllavo ogni singola festa in cui partecipava gente altolocata, ma di lui nessuna traccia.
    Passarono così dieci lunghissimi anni. Nel tempo conobbi altri esseri come me e condividemmo le reciproche esperienze. Imparai alcuni trucchi su come sviluppare le mie capacità. Un giorno uno di loro, Friedrick, mi diede una soffiata. Quella sera, alla reggia di un regnante del nord della gran bretaglna, al confine con la scozia, il duca Iacomi si sarebbe presentato. Non potevo mancare. Il bisogno di parlargli, di chiedergli informazioni era troppo opprimente.
    Quando arrivai, quella sera, il cielo era di un nero pece particolare, con tantissimi minuscoli puntini argentati. Arrivai in tempo per vedere una parata. Col passare degli anni imparai un minimo di autocontrollo, seppur non del tutto sviluppato. Bastava a non saltare al collo della prima persona che mi si avvicinava. Ad un tratto la vidi. In sella al suo cavallo morello, una bellissima fanciulla dai lunghi capelli neri come quel cielo. I suoi occhi, sorridenti e sereni, erano di un colore particolarissimo..sembrava il grigio candido di una perla. Tutti i rumori intorno a me svanirono e la mia mente si focalizzò su di lei. Si girò verso di me, mi sorrise e diede ordine al cavallo di avvicinarsi alla folla.
    -Sono Eleanor, qual’è il vostro nome?- la sua voce era melodia pura. Candida e dolce ma al contempo decisa. Rimasi senza parole tale era la sua bellezza. Quando ero un umano non avevo avuto tempo per stare dietro alle donne, anche perchè non ci sapevo proprio fare con loro. –Il vostro nome?- mi richiese con sguardo curioso ed ingenuo da cerbiatta. Come mi chiamavo? Da umano solo mia madre mi chiamava per nome, come guardia avevo un numero, come vampiro non avevo niente. Non sapevo cosa risponderle quindi stetti in silenzio, osservandola con stupore. Era come luce nell’oscurità che mi attanagliava da anni. Prendendo il mio silenzio come un gesto poco gradito, girò il cavallo e si allontanò. Avevo forse ferito quell’essere così angelico?
    -Io non ho un nome, per questo non le ho risposto- urlai attraverso la folla, sperando mi avesse sentito. Non si fermò ne si girò. Proseguì il suo cammino verso il castello. Cercai di non pensarci, anche se mi risultò motlo difficile. Non vidi Joseph nel corteo quindi decisi di usare le mie nuove doti da vampiro ed entrai di soppiatto nella tenuta saltando la possente muraglia. Rimasi nascosto tra gli alberi e guardai dentro la casa dalle immense vetrate. Molta gente era vestita in maschera, altre semplicemente da servitù. Scrutai alla ricerca di Joseph ma non lo vidi. Che Friedrick mi avesse dato un’informazione sbagliata? Un fruscio dietro di me fece scattare i miei sensi da vampiro. Accentuai il potere nelle orecchie e sentii un respiro calmo e delicato, un battito leggermente accellerato e dei passi aggraziati. Non percepivo minaccia ma la fame cominciò a farsi sentire.. quindi, decisi che quell’umano sarebbe stato la mia cena. Aspettai facendo finta di non aver sentito alcunchè. Aspettai finchè non fosse stato a portata..
    -La chiamerò imbucato, visto ciò che è- disse una voce scherzosa alle mie spalle. Mi girai di scatto, incredulo, e la vidi. Eleanor, la ragazza da capelli color del cielo stellato. Rimasi senza fiato. Non mi sarei potuto certo cibare di una ragazza come lei..che finalmente dopo riusciva a farmi provare tali sentimenti.
    -Non mi sono imbucato..sono con il Duca Iacomi- dissi cercando di far suonare bene la menzogna. La ragazza si avvicinò. Il suo lunghissimo abito color porpora con nastri che pendevano ovunque era.. Mi lasciava senza fiato. I suoi occhi mi sorrisero mentre il suo corpo si diresse verso un campo di rose. Voleva che la seguissi? Non lo sapevo ma così feci.
    -Il Duca Iacomi? Che buffo..pensavo che il Duca non potesse venire per via di un’influenza..- disse la ragazza con scherno. Ora avevo la conferma dei miei sospetti. Decisi, però, di rimanere ancora un poco in compagnia della ragazza.
    -Ebbene mi hai scoperto. Chiamami pure imbucato se è ciò che desideri- scherzai e continuammo a parlare per ore. Dopo quella sera, ogni volta che c’era una festa nella sua reggia, Eleanor mi aspettava tra i fiori in cortile. Passarono, così, svariati mesi. Mi invitò più volte da lei durante giorno ma, ovviamente, non potevo accettare. Inventai così tante scuse che finii per sentirmi in colpa, come un marito che tradiva la propria donna. Così, dopo un anno indimenticabile, decisi di rivelarle ciò che ero. Scelsi la stessa sera in cui ci incontrammo la prima volta. Solo dopo scoprii che quella era la festa per il compleanno di Eleanor. Mi attese al solito posto ed io non la feci aspettare. Camminammo tra le rose e parlammo del più e del meno. Nessuno, ormai, mi consoceva quanto lei e questo rendeva ancora più difficile svelare il mio segreto. E se avessi rovinato tutto? Se non mi avesse accettato per ciò che ero? Mentre combattevo con me stesso per capire se dirglielo o meno lei inettuppe il silenzio.
    -Imbucato, vorrei tanto donarti questa rosa. E’ una qualità che abbiamo scoperto da poco, si chiama rosa Burgundy. Il suo colore rosso, così scuro da sembrare quasi nero, la rende particolare ed unica nel suo genere- la osservai mentre allungò una mano per tagliare la rosa quando,improvvisamente, accadde l’inaspettato. –Mi stò per sposare- disse. A quelle parole mi crollò il mondo. Sapevo che aspettarsi di passare una vita insieme era da sciocchi, ma l’idea che Eleanor, la mia dolce Eleanor, si potesse aprire così tanto con qualcun altro che non fossi io mi mandò in frantumi. Sentii la terra mancarmi sotto i piedi e ciò mi rese molto instabile. Stando con lei mi obbligavo a rimanere impassibile, a non dar ascolto al richiamo della fame. A quella notizia la mia determinazione non bastò. Vedendomi sconvolto, si avvicinò e mi prese le mani nelle sue e poi, con una delicatezza angelica mi accarezzò la guancia. Mi guardava con tale amore da fermarmi il cuore.
    -Non farlo Eleanor..- la supplicai ma il suo sguardo amorevole mi zittì. Mi passò una mano tra i miei corti capelli neri per poi scendere sul viso, sul collo.. fermandosi, infine, sul mio petto.
    -Sai, per me sei stato un’ancora di salvezza in questi mesi. Non mi ero mai trovata così bene con nessun altro prima. Quindi vorrei ringraziarti in qualche modo..Nathan.- sussurrò quel nome con una tale gentilezza che rimasi estasiato. Volevo portarla via, tenerla per sempre con me ma capii che non era possibile. I nostri mondi erano troppo diversi. Un nome, ognuno dovrebbe averne e lei me l’aveva appena donato. Continuò a parlarmi, i suoi occhi persi nei miei. –Nathan. Questo nome per la mia gente significa “regalo donato da Dio” ed io penso che sia stato lui a farci incontrare. Sarei davvero felice se d’ora in avanti tu portassi questo nome come segno della nostra amicizia- finì. Era così bella e cara che non potei fare altro che sorriderle anche se tutto il mio corpo non voleva che distruggere ogni cosa. Per un vampiro dare ascolto al proprio istinto era vitale ma in quel momento dovetti combattere con tutte le mie forze per reprimerlo. Sentii dei passi il lontananza, veloci e possenti. Si stavano avvicinando. Volevo più tempo, avevo bisogno di più tempo da stare con lei.
    -Eleanor, mia cara? Dove sei?- era la voce di un uomo. L’istinto da vampiro stava vincendo, i nervi mi salirono a fior di pelle. La mano della dolce Eleanor sul mio petto era l’unica cosa che mi impediva di essere preda degli istinti, l’unica ancora di salvezza che avevo e che stavo per perdere per sempre.. L’esile figura della donna si avvicinò a me e mi abbracciò, appoggiando la sua tenera testolina sul mio petto. L’istinto di distruggere scomparve e la calma tornò nel mio corpo. La strinsi anche io e sprofondai il viso tra quei capelli neri che tanto adoravo. Il suo viso era nascosto dal mio abbraccio ma sentivo la sua tristezza e le lacrime che si facevano largo timidamente lungo le sue guance. L’avrei persa comunque, tanto valeva che le svelassi chi fossi, almeno mi avrebbe odiato. Se mi avesse odiato avrei almeno avuto il coraggio di non tornare più a cercarla.
    -Eleanor prima che vai vorrei dirti una cosa..- mentre cercavo di prender su coraggio sentii il suo abbraccio stringersi come se voleva aggrapparsi al mio corpo per sorreggersi.
    -Nathan, non ce n’è bisogno..ne sono già a conoscenza- disse singhiozzando. Rimasi allibito. In tutti quei mesi non commisi mai l’errore di rivelarle chi ero e cosa facevo..che si riferisse ad altro?
    -Eleanor non penso che tu lo sappia..-
    -Il Duca mi ha avvertita..ma Nathan..qualsiasi cosa tu sia..sei veramente stato un angelo mandato da Dio per me..mi hai salvata tante di quelle volte solo standomi accanto..- disse mentre i singhiossi si fecero più forti. I passi si stavano avvicinando sempre più. Non avevo più tempo.
    -E tu, dolce Eleanor, sei stata la luce che ha illuminato la mia oscurità- le baciai i capelli ed un istante dopo, si ritrovò ad abbracciare l’aria. Sparii dalla sua vita così come ero apparso.

    Non passò giorno che non pensai a lei. Era felice? Triste? Mangiava a sufficienza? Quell’uomo la trattava con riguardo? Troppe domande mi frullavano in testa. Decisi di partire, così la tentazione di andare a trovarla sarebbe diminuita. Provai ad andare in francia per un breve periodo ma non servì granchè. Riuscii a starle lontana solo nove mesi. Tornato in Gran Bretagna, decisi che una visita l’avrei anche potuta fare..se lei non mi avesse visto. Una notte di luna piena entrai nella villa in cui abitava con l’uomo..mi era difficle pensare la parola marito associata ad un altro. Ero un’ombra e nessuno riusciva a vedermi. Arrivai, infine, nella loro stanza da letto. Eleanor, la mia meravigliosa Eleanor, stava dormendo candidamente nel letto, illuminata dai tenui raggi della luna piena. Accanto a lei l’altro uomo..cercai di guardarlo il meno possibile perchè mi risvegliava un istito omicida inimmaginabile. Mi avvicinai al letto dalla parte di lei. I miei sensi mi dicevano di non farlo ma la mia testa ordinava altro. Allungai la mano verso il suo viso e la sfiorai quel tanto che bastava per avere un contatto fisico con lei. Sentivo che era serena. Mi misi il cuore in pace, pronto ad allontanarmi da lei una volta per tutte.
    Diedi le spalle al letto, sospirai e mi incamminai per uscire.
    -Nathan?- un sussurro quasi impercettibile uscì dalla sua bocca. Mi paralizzai all’istante. Era troppo tempo che non sentivo la sua voce e udirla ora, per di più invocando il mio nome mi risvegliò tutti i sentimenti repressi che provavo per lei. Rimasi immobile sperando fosse un’invocazione del sonno, sperando di risentire ancora la sua voce chiamare il mio nome. –Nathan! Cosa ci fai quì!?- non era decisamente qualcosa che si poteva dire nel sonno. Sentii dei fruscii di lenzuola e poi un tocco leggero sul mio braccio. Mi girai piano verso di lei e quello che vidi mi paralizzò. Era incinta. La sua bellissima figura minuta ora era sovrastata da un enorme pancione. Ciò che mi paralizzò, però, era l’idea che era figlio di quell’uomo e non il mio. Che la mia dolce Eleanor era stata posseduta da un altro uomo. Più volte ci pensai in passato ma ogni volta scacciai quel pensiero dalla testa come fosse la peste. Un prurito dalla testa si fece strada fino agli occhi, bagnandomeli di un liquido caldo. Una goccia di sangue scaturì dal mio occhio come lacrime umane, fecendosi strada lungo le guance. Era la prima volta che piangevo come vampiro..come Nathan. Eleanor, a quella vista, allungò le mani sul mio viso ed il terrore la impadronì.
    -Mio dio Nathan! Sei malato?! Che ti succede?!- parlò a voce alta. Sentii il marito che si svegliò nel letto. Neanche il contatto delle sue mani, quella volta, riuscì a fermare la bestia risvegliatasi in me. Saltai con un balzo nel punto dove stava l’uomo e cominciai a colpirlo. Non volevo combattere come vampiro ma come uomo che amava la stessa donna. Non usai le zanne, anche se erano scoperte, mi feci avanti a suon di pugni. L’uomo cercò di rispondere ma la mia forza lo dominava. Eleanor urlò di terrore ma non importava più. Volevo solo porre fine alla vita di quell’essere che ci aveva divisi. Qualcuno cercò di afferrare il mio braccio ma non era il momento più adatto per fare l’eroe. Lo feci sbalzare dall’altro lato della stanza, facendolo sbattere contro la parete. Nello stesso istante, le urla di Eleanor si interruppero ed un profondo senso di puro terrore mi pervase. Mi girai di scatto e la vidi agonizzante ai piedi del muro. Corsi subito da lei e sentii che respirava a fatica. L’uomo era ancora vivo ma non era in grado di chiamare aiuto. Mi alzai per andare a cercare qualcuno ma Eleanor mi afferrò con la sua solita delicatezza il bordo dei pantaloni. Mi abbassai e la sollevai per farla respirare meglio. Le lacrime ora mi scendevano come cascate sporcando di bianco quella sua pura e candida camicia da notte.
    -Cos’ho fatto Eleanor..cosa ti ho fatto..-singhiozzai. Avevo ferito la persona che amavo più di ogni altra cosa. Dovevo rimediare e avevo solo un modo per farlo. Mi morsi un polso e cercai di avvicinarlo alla sua bocca. –Bevi Eleanor! Bevi il mio sangue ti prego! Il sangue di vampiro ha poteri curativi..ti salverai! Ti prego Eleanor- la stavo supplicando ma lei serrò la bocca per non far passare neanche una goccia.
    -Il mio bambino..salva lui ti prego..- disse in un sussurro. Non avrei mai salvato il figlio di quell’uomo e lei lo sapeva. Per questo mi rivolse uno dei suoi sguardi pieni d’amore e mi sfiorò il viso come era suo solito fare. –Nathan..tu sei buono..ti prego, prenditi cura della mia progenie..E’ figlio mio. Non lasciarlo morire ti prego..- al suo sguardo amorevole si aggiunsero lacrime di paura per il bambino, lacrime di gratitudine per me.. Mi sentii un mostro. Dopo tutto quello che avevo causato volevo ancora negarle un ultimo desiderio? Piangendo le feci cenno di assenso con la testa. Morì con uno sguardo sereno in volto, sicura che avrei mantenuto la promessa. Non ero un medico ma sapevo di aver poco tempo. Il bambino era senza ossigeno e rischiava di morire. Ero distrutto dal dolore e dalla collera contro me stesso, ma dovevo farlo. Dovevo salvare suo figlio. Poi, la mattina seguente, sarei apparso davanti al sole mettendo fine alla mia vita. Le praticai un parto cesareo e feci nascere sua figlia. Una bellissima bambina che aveva i suoi stessi capelli bruni. Non piangeva e respirava a malappena. Ripensai alla promessa fatta ad Eleonor in punto di morte. Dovevo salvarla ad ogni costo. Mi morsi la punta di un dito e glielo appoggiai sulle labbra. La bambina cominciò a ciucciare istintivamente e, man mano, sentivo che le sue forze si stavano rigenerando. Quando le tirai via il dito, la bambina cominciò a piangere in tono molto fragoroso. Era in ottima salute ora. Guardai per un’ultima volta Eleanor, con quel viso così sereno. Mi conosceva troppo bene in fondo.. Appoggiai la bambina sul letto vicino al padre svenuto e mi avviai verso il balcone. Era quasi l’alba. Eleanor..non potrò mai venire in paradiso con te..ma spero che andando all’inferno, dove merito di stare per ciò che ti ho fatto, possa sdebitarmi con tua figlia. I primi raggi del sole comparvero all’orizzonte e, nello stesso istante, mi sentii trascinare dentro la stanza e venni scaraventato a terra con una forza mostruosa. Il sole mi aveva accecato momentaneamente gli occhi e non riuscivo a vedere altro se non una figura alta e slanciata.
    -Che macello che hai combinato..Nathan- disse una voce a me sconosciuta.

    Rue
     
    Top
    .
  8. ironic;
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    O.O e poi?! aspetto ansiosamente il prossimo capitolo : D
    molto bello!
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    media creatura

    Group
    Streghe
    Posts
    151
    Reputation
    0

    Status
    Offline
    :15x7m2h.gif: :15x7m2h.gif: :15x7m2h.gif: :fuyxix.gif: :fuyxix.gif: :fuyxix.gif: :fuyxix.gif: belllooooo
     
    Top
    .
  10. ironic;
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    posti? : D
     
    Top
    .
  11. XxMarTineTTaxX
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    bellooo e chi è mo questo!!
     
    Top
    .
  12. Rue89
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ciao a tutte >< Sono tornataaa XDDD Mi scuso ma nn ho avuto tempo di scrivere ;_; stò scrivendo ora quindi per stanotte avrete l continuazione XD A dopo e grazieee ><

    Rue
     
    Top
    .
  13. …Alexis…
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Poverina!!!!!!!!!!!!
    :15x7m2h.gif: :15x7m2h.gif: :15x7m2h.gif:
    comunque sono davvero belli questi capitoli =)
     
    Top
    .
  14. Rue89
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie mille Alexis >0< Eccovi il capitolo 11!!! Spero che vi piaccia ><

    CAPITOLO 11
    Mentre parlavo, Karin rimase in silenzio ad ascoltarmi, attenta ed interessata ad ogni minimo particolare. Non espresse mai il suo parere ma sentivo il suo turbamento. Le braccia che prima cingevano forte intorno al mio collo ora erano più lente, il suo corpo non era più aderente al mio. Cercava di distanziarsi da me e non potevo certo darle torto. Arrivamo finalmente al margine della boscaglia. Un immenso prato si dipingeva argenteo sotto la tenue luce della luna. Le forme ora erano più visibili per gli occhi dell’umana quindi non c’era ragione per continuare quella scena tanto forzata. Slegai le braccia che la sostenevano e lei scivolò lungo la mia schiena finchè toccò terra. Rimase un attimo instabile sui suoi piedi, tenendomi la maglia con i pugni stretti. Finchè, ritrovata la forza, si staccò. Cominciai a camminare sperando mi seguisse e così fece. Dopo un pò che camminai sentii il suo respiro farsi più affannoso ed i suoi piedi toccavano svelti il terreno. Rallentai la mia andatura per darle la possibilità di raggiungermi. Dovevo ricordarmi che una figura minuta come lei non poteva stare dietro alla mia camminata. Dovevo limitarmi. Mi raggiunse e notai che i suoi capelli erano scompigliati, ribelli, ma estremamente eleganti ed attraenti. L’imbarazzo cadde tra noi. Non sapevo come continuare la storia..insomma avevo appena confessato di aver ucciso la donna che amavo. Chiunque avrebbe pensato che fossi un mostro, figuriamoci un essere dagli occhi così puri come Karin. Ero assorto dai miei pensieri e notai tardi che la ragazza rallentò il passo e le si smorzò il fiato. Mi girai di scatto preoccupato e la vidi eretta, con uno sguardo fiero e gioioso illuminato d’argentei riflessi. Le si stampò un sorriso sul viso e cominciò ad annusare l’aria. La imitai d’istinto e sentii un odore fortissimo di fiori. Che nostalgia quel profumo..
    -Sono fiori di lavanda- dissi sorridendo. Seguii lo sguardo della ragazza che guardava quell’immensa distesa di fiori lilla che, al bagliore della luna, risplendevano con dei riflessi magnifici, sembravano più gemme preziose che fiori. Karin corse verso quel prato e ci si buttò letteralmente dentro, svanendo tra un turbinio di petali lilla e argento. Una leggera ma gioiosa riasata salì dal campo riempiendo il silenzio della notte. Mi avvicinai ai fiori e la vidi mentre si riempieva i capelli con tante piccole gemme lilla. Un ricordo mi tornò in mente e agii quasi meccanicamente. Presi alcuni fiori e li intrecciai tra loro fino a formare una corona di bellissimi fiori lilla. L’appoggiai sulla delicata testolina della giovane che si girò sorpresa verso di me. Un enorme sorriso le illuminò il volto.
    -Grazie mille, Nathan- il modo in cui pronunciò il mio nome mi fece battere forte il cuore. Era uguale ad Eleanor in tutto e per tutto. Sentii di nuovo quel prurito provenire dal cervello e lo ricacciai indietro. –Non sapevo fossi in grado di farla così bene!- disse la ragazza in tono gioioso mentra la mirava da ogni lato per poi rimetterla in testa, come fosse una tiara.
    -Si beh..Eleanor me l’ha insegnato. La lavanda era il suo fiore preferito- mi stupii con tale facilità ora riuscivo a parlarle di Eleanor. Un silenzio imbarazzante cadde di nuovo tra noi. Mi sedetti anche io tra i fiori e rimasi in ascolto. Eravamo entrambi dei fuggitivi ma eravamo stati catturati da quella sensazione così inebriante e dolce che era la condivisione che non pensavamo più al resto.
    -Mi dispiace- disse lei rompendo il silenzio. Ora giocava con un fiore, toccandolo facendolo dondolare.
    -Non capisco..?- fu l’unica cosa che riuscii a dire. Cominciai a fissarla intensamente ed aspettai. Non si decideva a parlare, sembrava tutta intenta a giocare con quel fiore..
    -Mi dispiace per ciò che è successo ad Eleanor. Ma non devi fartene una colpa..non penso che lei l’avrebbe voluto- non riuscivo a capire. Di certo non concordavo con lei, ma sicuramente Eleanor l’avrebbe pensata esattamente come lei. Tuttavia non riuscivo ad accettarlo.
    -Tu parli così perchè non sai in che schifo di mondo ci troviamo..in che schifo di vita sei nata- l’amarezza mi riempì persino la bocca. Non riuscii più a rimanere fermo seduto. Mi alzai e cominciai a camminare avanti indietro schiacciando alcuni di quei bellissimi fiori.
    -Io parlo così perchè la capisco!- disse d’un tratto la ragazza. A quelle parole mi fermai, girandomi per guardarla. –Io la capisco perchè..anche per me te sei stato un dono mandato da Dio, Nathan. Io..se non fosse per te io sarei ancora in quel posto chiusa in quattro mura! E’ vero che hai commesso cose orribili, che hai modi d’agire...particolari. Ma io lo sento! Dentro di te..- si alzò dolcemente guardandomi fisso negli occhi. Quei suoi bellissimi occhi mi ipnotizzarono. –sento che sei una brava persona- Allungò una mano verso il mio petto appoggiandola all’altezza del cuore. Appena toccò il mio torace i suoi occhi si velarono di una leggera incertezza.
    -Non batte, Karin. Non puoi fingere più di così- feci un passo indietro per staccare quel contatto. Rimase alcuni secondi con la mano nella stessa posizione. Infine la abbassò, incerta se insistere nel contatto o se lasciar perdere. –Tu dici che senti del buono in me..vediamo se lo penserai ancora dopo che avrò finito di raccontarti ciò che accadde quella notte- a quelle parole, al ricordo della storia della sua ava, Karin si incupì.
    -Non sei obbligato a continuare- disse con un filo di preoccupazione nella voce.
    -Quì ti sbagli, Karin. E’ ora che arriva il bello. Ma continuiamo camminando, non penso che Edgar si arresti così presto a cercarti. Dobbiamo allontanarci ancora e cercare un rifugio prima dell’alba- così dicendo abbandonammo quel prato profumato e ci dirigemmo verso sud.

    -Che macello che hai combinato..Nathan- disse una voce a me sconosciuta.
    Alzai lo sguardo verso il viso della figura. Man mano che i miei occhi guarivano, più particolari si aggiunsero al quadro. La figura sparì prima che potessi vederla bene in volto. Sentii lo scorrere delle tende ed il buio rimase nella stanza, anzichè attendere le prime luci. Sentivo ben percettibile il respiro sicuro e forte della bambina, quello debole ed irregolare dell’uomo. Qualcosa mi sollevò in aria ed andai a sbattere contro la parete della stanza, vicino al corpo di Eleanor. Ora si che riuscivo a vederlo in volto. Era il Duca Iacomi. Tuttavia non era come lo ricordavo io. Composto, dall’aspetto fiero e regale come una divinità. Ora il suo viso sembrava quello del demonio. I suoi occhi erano intrisi di odio e furia, i suoi baffi non erano più elegantemente in ordine bensì arruffati e scompigliati. Ma le sue zanne, le sue zanne erano esattamente come le ricordavo. Terrificanti.
    -Tu, moccioso che non sei altro. C’ero arrivato tanto così..tanto così!- fece segno con le dita come se ci mancasse un granello di sabbia. Mi scaraventò a terra. –Perchè non le hai fatto bere il tuo sangue?! Perchè non l’hai trasformata?!- urlò senza preoccuparsi di esser sentito. Non riuscivo a capire..cosa voleva quell’uomo? Trasformare Eleanor?
    -Perchè?- non sapevo cos’altro dire. La mia immagine di quell’uomo svanì come fumo alla mercè del vento. Ora anche io lo guardai con astio. Avevo paura di quell’essere, ma Eleanor era più importante. Eleanor..al solo pensiero le lacrime mi risalirono agli occhi.
    -Sei troppo ignorante per capire certe cose- schernì il Duca. Si girò e si diresse verso il letto a grandi passi.
    -Cos’hai intenzione di fare?- chiesi con il terrore nella voce. Lì c’era la bambina. E lui lo sapeva. La prese in bracio tenendola con una sola mano. La bimba sembrava essere in trans, non piangeva nè si muoveva. Un’ondata di ira mi accecò facendomi dimenticare ciò che era stupido e ciò che era l’istinto di conservazione. Mi fiondai su di lui tirando fuori le fanne, ringhiando come fossimo due tigri che litigavano per un pasto.
    -Lasciala andare- ordinai. Capii solo dopo che Joseph non era tipo da farsi dare ordini. Cercai di attaccarlo tenendo sempre in vista la bambina, ma ogni mio colpo andava a vuoto. La sua forza non era neanche lontanamente paragonabile alla mia. Non avevo speranza ma lo dovevo a lei. Continuai ad attaccare ancora, ed ancora ma mai una volta riuscii a sfiorare anche solo i suoi abiti.
    -Hai gli stessi occhi di allora, Theadore. Gli stessi occhi che anni fa mi fecero capire che eri un lottatore. Ti ricordi Theadore, la notte che ti trasformai?- Quel nome... quel nome mi risuonava alla mente come un’insolita zuppa di cipolle allungata con acqua, come una calda coperta fatta a mano..mia madre. Era il mio nome da umano! Come faceva a conoscerlo se non mi parò mai quando ero soldato?
    -Mi chiamo Nathan ora- dissi con un filo di tristezza in gola. Era il nome che mi diede la dolce Eleanor. Il nome della mia rinascita come essere, indipendentemente se umano o non. Era il nome della mia seconda opportunità. A quel pensiero mi irrigidii e fissai Joseph dritto negli occhi. –Ridammi la bambina- Rise. Una di quelle risate che facevano tremare i muri e che procuravano quei brividi lungo la schiena di pura paura. Una di quelle risate che facevano presagire qualcosa di oscuro.
    -Tu tieni a questa bambina? A questa misera mortale?- mosse la mano facendo ciondolare quel fragile esserino. Sostenni il suo sguardo. –Penso che ti metterò a consocenza del mio piano originario che TU hai mandato a monte- quando disse quel “tu” allungò la mano con la bambina verso di me. La trattava come se fosse un oggetto e questo mi faceva irritare ancora di più. –Ammetto che era un semplice esperimento, ma tenevo molto alla sua riuscita. Volevo vedere che ne sarebbe stato di questo essere- disse riferendosi alla bambina – se la madre veniva trasformata prima che fosse venuta al mondo. Sai, per noi vampiri è impossibile procreare..ma trasformare un’umana in vampira quando è sul punto di partorire strasmette comunque alcuni geni al neonato..sarebbe stato interessante sapere cosa sarebbe accaduto..ma ora..inutilizzabile- e lanciò la bambina in aria, noncurante del fatto che si sarebbe schiantata a terra. Con uno scatto improvviso corsi verso la bambina e l’afferrai al volo stringendola forte tra le braccia. La sentivo respirare sembrava stesse solo dormendo.
    -Tu sei pazzo- dissi a denti stretti.
    -No caro mio, sei tu il pazzo quì! E sai cosa? Solo perchè sei pazzo questo non vuol dire che non riceverai una punizione per aver mandato tutto a rotoli. Speravo che il tuo amore per la ragazza fosse così forte da salvarla a qualunque costo..ma così non è stato. Ebbene..io ti maledico, Nathan. Maledico te e la progenie di quella donna- La gente ha paura di un vampiro? Beh..c’era altro di molto più terrificante. Per esempio, un vampiro che nella sua vita da umano era stato un potentissimo stregone. Il leggero sorgere del sole che si intravedeva da dietro le tende fece posto all’oscurità portata da nebbioni scuri e fulmini, lampi. Sembrava che la natura stesse incanalando in quel posto tutta la sua ira distruttiva. Continuai a stringere al petto la bambina.
    -Uccidimi pure se è questo che vuoi. Ma non farai del male a lei- Un’altra risata fragorosa irruppe nella stanza.
    -Oh, ma io non le farò proprio niente. Sarai te, Nathan, a farle del male. Ogni bambina che nascerà dalla linea di sangue di quell’esserino che tieni tra le mani..nascerà con una grave malattia. Lei l’ho contagiata io stesso- indicò la bambina con un moto d’orgoglio. –Se tu non le guarirai con il tuo sangue, loro moriranno giovani. Tuttavia, conoscendo le famiglie nobili, quasi sicuramente ti chiederanno di tenerle in salute finchè daranno alla luce almeno un primogenito. Sai questo cosa vuol dire?- Non seguii bene il discorso. Da quando disse che la bambina di Eleanor, quell’esserino così piccolo e forte, era malata, mi crollò il mondo addosso. Non ero riuscito a salvarla. Mi morsi un dito per far uscire il sangue e glielo diedi da ciucciare. Il sangue di vampiro cura ogni malattia, l’avevo imparato col tempo. L’avrei guarita. Joseph rise e ciò mi fece intuire che non sarebbe bastato.
    -No che non basta, stupido sciocco! Che maledizione sarebbe sennò?- in un batter di cigli mi fu addosso con in braccio la bambina. Quando me l’aveva presa di mano?! –Ogni giorno che passerà, ogni mese ed ogni anno, il tuo sangue sarà una droga per loro. Le terrà in vita ma perderanno il senno, Nathan. Finchè tu, straziato da ciò che diventeranno, smetterai di nutrirle lasciandole appassire..oppure continuerai ad aiutarle fino a trasformarle. Ma ahimè, una volta trasformate subito dopo le dovrai uccidere perchè sarà ciò che i mariti, padri, suoceri ordineranno di fare. Tu, vapiro che giochi ad essere un umano, sarai imprigionato nei sotterranei di questa casa marcendo, vedendo ciò che accadrà alla progenie che volevi tanto proteggere..sapendo di non aver avverato l’ultimo desidero della donna che amavi- Allungò le mani e mi ridiede la bambina. Al mio tocco, l’esserino cominciò a piangere forte. Non riuscii più a ricacciare indietro il formicolio della testa e gli occhi mi si riempirono di nuovo del liquido caldo. –Questo sarà il tuo castigo. Vedremo se un’altra volta mi metterai ancora i bastoni tra le ruote- poi semplicemente svanì. Di li a pochi istanti le guardie irruppero nella stanza. Soccorsero l’uomo ricoperto di sangue che giaceva nel letto poi, vedendomi estraneo in quel contesto, mi strapparono la bimba dalle mani immobilizzandomi. Diedi un’ultima occhiata verso Eleanor. Il suo viso così sereno anche nella morte mi ferì più di qualsiasi altra cosa. Mi ripromisi che avrei trovato un modo per salvarle. Non so quanto tempo ci sarebbe voluto ma sarei riuscito a fompere quella maledizione! Infine, le guardie mi scortarono nella cella in cui avrei passato i successivi quattrocento anni.


    Rue
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    media creatura

    Group
    Streghe
    Posts
    151
    Reputation
    0

    Status
    Offline
    continuaaaa.... è bellissimoooo :fuyxix.gif: :fuyxix.gif: :fuyxix.gif:
     
    Top
    .
287 replies since 29/12/2010, 20:41   2274 views
  Share  
.