CENTRO COMMERCIALE

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  1. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    Il mio cuore batte così forte che ad ogni respiro sento male al petto; non posso crederci che è successo... sento ancora le sue labbra sulle mie e quei suoi baci proibiti che m'infuocano.
    Avrei voluto rientrare in quel camerino e chiedergli, anzi pregarlo di darmi solo un altro bacio, uno soltanto, ma non so se sarei riuscita a controllarmi e poi mi sembra di aver perso l'uso della parola.

    Wow... già mi sono persa nel verde dei suoi occhi... così profondi e celestiali... chissà come mai è diventato un Caduto?

    Dice qualcosa riguardo sua sorella, forse che dobbiamo raggiungerla, ma io non capisco molto, sono ancora scossa da ciò che è successo poco fa, non ragiono più.

    Oddio Ariel, riprenditi, ti ha solo baciata... Se fai così ora, chissà cosa farai quando finirete a letto insieme?!

    Ignoro la vocetta, non mi va di risponderle, sono troppo presa da altre cose.

    Non so nemmeno se sono ancora in piedi o se sono caduta... ma la cosa non mi preoccupa tanto, ho un autocontrollo impressionante e di sicuro ad Hunter sembro rilassata, spero solo che non pensi che mi è tutto indifferente perchè in quel caso credo che dovrei dargli una dimostrazione del contrario e una vaga idea ce l'ho già.

    Alla domanda di Corinne se ci siamo divertiti mi scappa uno di quei sorrisi di chi la sa lunga, ma non apro bocca, ci pensa Hunter a rispondere e minimizza la cosa, ma non come a dire che è stato nulla, ma che ciò deve restare qualcosa di nostro e poi mica può raccontare alla sua sorellina di certi "incontri ravvicinati".

    Usciamo a braccetto e ci dirigiamo nel bar, dove Hunter ci offre un gelato; avrei preferito che la mia bocca assaggiasse ben altre delizie, ma ahimè devo accontentarmi e poi il gelato forse riuscirà a raffreddare i miei ormoni bollenti.

    Scambio qualche parola con Corinne, il che è un bene, altrimenti avrei potuto provocare il mio Cacciatore, mangiando il gelato in un modo che lo avrebbe fatto letteralmente impazzire.
    Mi dice che ha visto delle magliette che le starebbero divinamente, se solo suo fratello le avesse permesso di metterle, rido... immagino Hunter che proibisce a Corinne di indossare certi capi d'abbigliamento, poi continua raccontando che ha visto certi accessori.
    "Maddai, piacciono tanto anche a me quelle collanine" replico tutta allegra, mi piace aver trovato qualcosa in comune con lei, anche se è solo l'inizio e per conscerci di tempo ce n'è.

    Dal riflesso della finestra, vedo Hunter che mi guarda, è dannatamente sexy e allora mangio un po' di gelato, devo raffreddare anche il cervello, perchè la smetta di sbavare per lui, devo darmi un contegno!

    Di tanto in tanto do un'occhiata al suo riflesso e sorrido compiaciuta e forse lui crede che è dovuto alla conversazione con la sua sorellina.

    Alla fine ci alziamo e ci avviamo all'uscita, Corinne va nel negozio vicino, ma non ci entra e io approfitto per fare un certo invito a Hunter.
    "Hey. Ecco, volevo chiederti una cosuccia" e riprendo ad arrotolarmi una ciocca castana sul dito. "Mi chiedevo se più tardi avevi da fare, così se vuoi possiamo andare in un locale, che mi hanno detto sia davvero molto carino" sorrido guardandolo con i miei occhioni blu, spero di convincerlo a dire di sì. "Ci sarà gente, molta gente, così magari evitiamo di saltarci addosso" ammicco. "Naturalmente solo se vuoi, altrimenti ci vado da sola" dico quasi facendo spallucce.
     
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  2. ;Sunshine«ICHIJO`
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    :Dru.jpg:
    Ho ormai smesso di guardare la vetrina, non vorrei dare alla ragazza troppa importanza.... Mi guardo intorno e vedo gente comunissima: bambimi, signore indaffarate, ragazzine, ragazzi disperati, innamora... wow! Non molto lontano da me vedo una coppia stupenda! Cioè non li conosco, certo, ma sono bellissimi ; sembrano due attori e la situazione è altrettanto teatrale.. non so quando rimarranno fermi lì. Divertita volto lo sguardo ed esco dal centro commerciale.
    Cielo che luogo deprimente! Ne ho abbastanza Si forse ero rimasta lì a vedere i minuti scorrermi davanti solo aspettando che qualcuno mi parlasse... masenza risultati. Sono esigente: ho passato la mia intera vita ad allontanare le persone..

    CONTINUA AL LOCALE NOTTURNO
     
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    :Hunter.jpg:

    Mi piace il suo modo di trattare Corinne sembra ci tenga veramente a fare amicizia con lei...chiaccherano di vestiti ed altra roba ma io non ho testa per ascoltarle, preso da i miei pensieri e sopratutto mi sento ancora sottosopra dopo la parentesi del camerino.

    Intercetto i suoi sorrisi riflessi nel vetro della finestra, ma non sono sicuro siano rivolti a me forse sta semplicemente sorridendo a mia sorella che va anche bene dato che chi fa felice lei di riflesso fa felice me.

    Finito il gelato ci alziamo e Corinne schizza verso un altro negozio.
    Siamo dinuovo soli e Ariel mi rivolge un invito per quella sera per andare in un locale dove dice ci sia gente interessante.

    Perchè no...tanto per stare un altro pò insieme e magari ci scappa qualche altro bacio

    « Si va bene, dimmi tu quando è sarò lì o vuoi che passi da casa tua a provare il tuo lettone prima??»
    sorrido malizioso ma sto solo sherzando
    « Sherzo! Davvero verrò volentieri un modo come un altro per conoscere gente..sai io evito le persone, ma farò uno strappo solo per te, chissa che non venga ricompensato a dovere.»
    Le do un bacio sulla guancia e la saluto
    « Allora a stasera "Occhioni Blu" » le sussurro prima di andare via con voce carica di promesse.

    Mi allontano per ripescare mia sorella cacciata chissà dove.

    Andata! mi dico esultando come un bambino sotto l'albero di Natale

    CONTINUA LOCALE NOTTURNO



     
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  4. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    Sorrido divertita per le sue affermazioni, sa essere arrogante, schietto e dolce quando vuole e sempre in tutti e tre è incantevole.

    Per forza, è un Caduto. mi dico.

    Tiro fuori un foglietto e una penna e scrivo il nome del locale e l'indirizzo, poi glielo do.

    "Mi sento lusingata del tuo strappo" e sottolineo questa parola.

    Oddio quanto gli strapperei i vestiti... Ma no! Controllati... pensa la gelato di poco fa.

    "E ti assicuro che la sarai ricompensato benissimo" gli faccio l'occhiolino.

    Mi dà un bacio sulla guancia e lo ricambio.

    "A tasera, mio Cacciatore" cerco di usare il suo stesso tono di voce, ma non so se ci sono riuscita, comunque m'importa solo che capisca che nonvedo l'ora di rivederlo.

    "Salutami tua sorella e dille che mi scuso per non averlo fatto di persona" poi me ne vado, quasi corro, per cercare cosa potrò mettermi per la nostra uscita.

    Grazie Angeli che avete ascoltato la mia preghiera... no, un momento, loro non vorrebbero che frequentassi uno così... Grazie al destino??? Sì, va già meglio. Grazie destino. Penso fra me e poi sorrido compiciuta e al settimo cielo.

    CONTINUA AL LOCALE NOTTURNO
     
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    CONTINUA DA ABITAZIONE HUNTER

    Erano quasi le 17.00 finalmente dopo quasi un ora di confusione in macchina arrivammo nel grande magazzino.
    «Allora tesoro qual'è il programma?» chiesi a Corinne.
    « Uhmm iniziamo col prendere il libro, andiamo la libreria è li in fondo» mi rispose facendomi segno di seguirla verso la libreria.
    Nella mia memoria riaffiorarono i ricordi del pomeriggio passato li con Ariel una settimana prima e quasi mi sembrò di sentire il suo profumo nell'aria, sembrava essere passata un eternità da quella famosa giornata , la malinconia mi assali repentina quando individuai una coppia che camminava tenendosi per mano proprio come avevamo fatto noi.
    Mi riscossi e mi precipitai a raggiungere mia sorella mettendole un braccio sulle spalle.
    In libreria Corinne mi lasciò per andarsi ad informare sul libro che cercava, la vidi chiaccherare intenta col commesso alla cassa.
    Strano quel ragazzo non sembra umano, era avvolto da un alone ultraterreno faceva apparire la sua aurea quasi luccicante oltre al fatto che emanava un certo potere di attrazione sensuale.
    Uhmm !!
    Il ragazzo aveva degli stranissimi occhi grigi che sembravano cangianti e brillanti come argento.
    Tenni d'occhi Corinne fin quando fu vicina al tipo, quando mi raggiunse sorrideva beata
    «Wow hai visto come è carino il commesso?» mi chiese con un'espressione sognante.
    «Visto! Comunque non ci pensare nemmeno, quello non fa per te, non è esattamente un umano» le dissi con calma osservandola attentamnte.
    «Uhmm neanche tu lo sei Fratellone,... va bene lasciamo stare» mi sorrise e cambio argomento aggiungendo con un sorriso sereno
    Ascolta ti va un caffè alla nocciola so che qui nei paraggi c'è una caffetteria »
    «Ok vada per il caffè, andiamo!» e la presi sottobraccio.
    Entrati nel bar ci sedemmo uno di fronte all'altro e ordinammo i nostri caffè.
    La cameriera che ci servì mi sembro strana quanto il ragazzo della libreria.
    Mmmm ma dove saranno finiti tutti quei simpatici umani di una volta quasi risi per la mia costatazione.
    Un'altra volta i miei pensieri si persero nella malinconia dei ricordi.
    Ariel che mangiava il gelato e chiaccherava con Corinne, la battuta sul cosa avrebbe preferito al posto del gelato ed inevitabilmente arrivò il ricordo del bacio infuocato all'interno del camerino del negozio di abbigliamnto.
    La devo smettere di pensarci mi faccio solo male
    Difficile quando ogni cosa su cui posavo gli occhi mi ricordava Ariel.
    Mi riscossi perchè Corinne pallida e agitata continuava a tirarmi la maglia, la guardai incuriosito, fu allora che lentamente mi indico di guardare fuori dalla vetrina.Il mio cuore perse un colpo, al di della vetrina c'era Ariel. La "mia Ariel" in compagnia di una donna molto probabilmente la mamma intenta a osservare qualcosa nel negozio difronte, mi alzai di colpo e la sedia su cui ero seduto cadde con un rumore sordo e quasi senza fiato mi rivolsi a Corinne
    « Devo andare, le devo parlare»
    « Aspetta» mi disse Corinne trattenendomi il braccio poi a bassa voce «.. un attimo dobbiamo trovare il modo per non dare nell'occhio se quella è sua madre non penso sia il caso che ti veda»
    « Giusto!..» assenti « allora facciamo così tu le vai vicino a salutarla fingendo che sei un amica , vedrai lei capirà, dopo con una scusa la porti dentro al negozio di abbigliamnto, ricordi quello dove ti raggiungemmo l'altra volta..lei saprà cosa fare appena accennerai al fatto che sei venuta con me» conclusi velocemente. dopo di che la feci alzare e uscimmo ogniuno per conto nostro.
    Vidi l'espresione stupita stamparsi nel volto di Ariel non appena vide mia sorella, ma nient'altro trapelò a parte una serena felicità,

    Brava Ariel

    Non appena le vidi camminare verso il negozio velocemnte le superai entrando per primo, mi avviai verso il retro e mi nascosi in un camerino, sapevo che da li a poco avrei riavuto Ariel fra le braccia.
    Sbirciai dalla tenda semiaperta impaziente e vidi Ariel che con aria distratta passava in rassegna alcuni capi sotto l'occhio vigile della madre, poi ne prese uno e fece segno verso i camerini per far intendere che lo avrebbe provato.
    Come in uno splendido sogno poco dopo l'avevo finalmente fra le braccia, non le diedi il tempo di parlare e la baciai con quanta più passione e amore potessi esprimere.
    Il cuore sembrava impazzito e quando ci lasciammo accarezzandole quel viso inondato di lacrime le sussurrai «Amore, giuro stavo per impazzire, ma cosa è successo?» le presi le mani e le portai alle labbra baciandole amorevolmente continuando a sussurrarle mille parole «Mi sei mancata amore, non sai quanto avrei voluto raggiungerti, ma adesso sei qua per un meraviglioso miracolo.»
    Continuai a guardarla e ad accarezzarla, non mi volevo perdere neanche un secondo di quel momento rubato ma ero consapevole che sarebbe finito da li a poco.
    «Dobbiamo trovare il modo di stare ancora insieme dimmi come e io lo farò qualsiasi cosa amore pur di rivederti»

     
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  6. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    CONTINUA DA VILLETTA ARIEL

    Il centro commerciale è pieno come sempre e dato che gli Angeli sono creature empatiche, nei loro volti vedo tracce della mia tristezza.

    "Gioia, andiamo a mangiare?".

    Se facciamo come dice lei, vorrà parlare e non potrò pensare al piano di fuga.

    "Per adesso non ho fame, caso mai dopo. Ora mi va solo di gironzolare, per te va bene o...?".
    "Perfetto, come vuoi tu tesoro mio". Dice prima che io possa finire la frase e così andiamo in giro senza meta.

    Di tanto in tanto mi fermo davanti a qualche vetrina, facendo finta di essere interessata a qualcosa, ma è solo una tattica per non sembrare troppo presa dai miei pensieri.
    Poi passiamo davanti alla libreria e il cuore martella nel petto, come un campanello che ti avvisa di qualcosa. Immediatamente mi torna in mente qualche giorno fa, quando avevo portato Hunter nel mio nascondiglio segeto, con la speranza di avere un suo bacio, invece la proprietaria ci mandò via e una volta fuori iniziammo a ridere come matti.

    Sembra passata un'eternità.

    Mi scappa un sorriso e sento gli occhi lucidi, dopo noto che mia mamma mi sta guardando e deglutisco, so che ha intuito o capito, ma non dice nulla e per un attimo sul suo visosi dipinge di un'espressione colpevole. Qualcosa, quasi mi spinge a voltarmi ancora verso la libreria e noto che il commesso ha un'aria particolare e capisco che non è umano.

    E' una creatura fatata. Papà mi aveva insegnato a rincoscere anche loro, ogni creatura sovrannaturale esistente sulla faccia della Terra io potevo riconoscerla solo grazie all'insegnamento che avevo avuto.


    Giriamo non so per quanto tempo, quasi ho mal di testa e sto per dire a mamma di andarcene, quando sento qualcuno prendermi per un braccio.

    Oddio!. Il mio respiro si ferma.

    "Corinne".
    "Ciao Ariel". Dice lei raggiante.
    L'abbraccio, come se davanti a me ci fosse Hunter, e mentre la stringo, lei approfitta per dirmi che è lì con suo fratello. Il mio cprpo è come sttraversato da una scossa.
    "Corinne, che bello vederti. Mamma, lei è la mia amica Corinne, ci siamo conosciute giorni fa, le ho offerto un gelato perchè non le bastavano gli spiccioli. Corinne, lei è mia mamma".
    Le due si salutano e poi la sorellina di Hunter mi chiede se ho voglia di accompagnarla NEL negozio, quello del famoso camerino.
    "Certo che mi va, vieni mamma?".
    Vedendomi così felice non rifiuta l'invito e allora ci avviamo.
    Dentro, vedo mamma che si guarda in giro come una bambina in un negozio di giocarttoli, io invece muoio dalla voglia di vedere Hunter..

    "Ma', vado a provare questo vestito, ok?".
    Annuisce e continua a curiosare tra i tanti vestiti.
    Mi dirogo verso i camerini e il mio cure è impazzito, è come se ogni battito gridasse dalla felicità.
    Ad un certo punto sento qualcuno che mi tira per il polso.
    So chi è e sto per dire il suo nome, ma non me ne lascia il tempo e sento che mi bacia con ardore e naturalmente da me ha la stessa rispsota. Le nostre labbra possono finalmente unirsi ancora, possiamo sentire il sapore l'uno dell'altra e questo basta per farmi sentire elettrizzata.
    Per un secondo penso che sia tutto un sogno, un curdele sogno, invece le sue mani sul mio corpo e le mie sul suo mi confermano che quella è solo la meravigliosa realtà.
    Mi parla, dice che stava per impazzire, che gli sono mancata e io annuisco, incapace di parlare, ma con quel gesto gli faccio capire che per me è stato lo stesso; le sue mani mi accarezzano e il mio corpo freme, poi le mie dita gli toccano i capelli, il viso, le spalle e vorrei che il tempo si fermasse, che tutto sparisse, ma so presto dovremo separarci ancora.
    Alla fine mi chiede come possiao fare per vederci e io lo abbraccio, vorrei dirgli mille cose, ma non c'è tempo e devo sbrigarmi a rispondergli, ci sarà tempo più tardi per parlare emglio, sempre se non ci saltiamo addosso (l'idea mi fa sorridere).

    "Oggi è il mio compleanno e da me organizzeranno una festa, approfitterò di quel momento per scappare, ci stavo già pensando... è tutto il giorno che ci penso". Sto per perdermi nei ricordi, ma reagisco e vado avanti. "Ci vediamo nel bosco, al rudere, alle nove, ok?".
    Lo sento annuire e quando sciolgo l'abbraccio per guardarlo in viso, vedo che i suoi occhi brillano, proprio come i miei. Lo bacio con trasporto, ancora una volta e ci metto tutto il mio desiderio che ho, dopo, a malincuore, ci fermiamo, anche se nessuno dei due lo vuole veramente.

    "Ti amo amore mio. Ti amo". Gli sussurro prendendogli il viso tra le mani e dandogli un altro bacio sfuggente.
    Poi esco.
    Mamma mi chiede del vestito e io le rifilo la balla che non mi piaceva.
    La vedo guardare l'orologio e sgrana gli occhi.

    "Ariel, tesoro, dobbiamo andare".

    mi volto verso Corinne e le do un'altro abbraccio, mentre all'orecchio le bisbigli: "Grazie infinitamente, sei il nostro Angelo". Le do un bacio sulla guancia e poi mi schiarisco la voce per salutarla. "Mi ha fatto tantissimo piacere rivederti". E concludo con un dolce sorriso.
    "Lo stesso per me, Ari". Risponde sorridendo teneramente.
    "A presto". Dico.
    "Sì". Poi si gira verso mia mamma. "E' stato un piacere conoscerla, signora".
    "Anche per me cara". Risponde mamma con dolcezza. "Ciao". E così ce ne andiamo.

    Solo qualche ora e poi sarai di nuovo con Hunter. Continuo a ripetermi e cerco di trattenere i sorrisi che vorrebbero disegnarsi sulla mai bocca. Lassù, grazie per TUTTO. Infinitamente grazie.

    CONTINUA NELLA VILLETTA DI ARIEL.
     
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    Non riuscivo a credere di averla fra le braccia e di avere la certezza che non ero il solo a soffrire per la situazione, sarei voluto restare lì con lei per sempre a stringerla e soffocarla di baci, ma era impossibile e lo sapevo, dovevo lasciarla andare.
    Continuammo a baciarsi frenetici lei mi disse che mi amava e ne fui profondamente contento
    Ti ama mi ripetevo
    Ma la cosa importante era che Ariel aveva escogitato una maniera per vederci lontano da tutti.
    Dopo un ultimo bacio uscì dal camerino e torno con aria annoiata dalla madre, subito dopo vidi che abbracciava Corinne e le sussurrava qualcosa, in quel momento riuscivo solo a pensare che tra poche ore l'avrei avuta tutta per me almeno per un pò.
    Andò via dopo aver salutato Corinne così anch'io usci dal nostro nascondiglio.

    Benedetti i camerini e quasi mi scappo da ridere.

    Se avessi potuto avrei fatto un monumento al quel camerino che era stato testimone di tanti momenti intensi con Ariel. Il nostro posto felice.

    Raggiunsi Corinne e uscimmo dal negozio, avevo poco tempo e la dovevo accompagnare a casa, non sarei neanche salito, mi bastava saperla al sicuro.
    Mentre camminavamo affiancati le presi la mano e me la portai alle labbra per un bacio che esprimeva tutta la mia gratitudine
    «Grazie Tesoro sei stata un Angelo» dissi con la voce leggermente arrocchita dall'emozione
    «Strano...» mi disse sorridendo«..anche Ari mi ha detto la stessa cosa, sono estremamente felice di essere stata utile, lo sai ho un debole per le storie d'amore e poi ti voglio un bene dell'anima fratellone figurati se non ti aiutavo.» mi sorrise e mi trinse teneramente la mano.
    Non mi fece domande è questo lo apprezzai molto, non so se sarei stao in grado di formulare pensieri coerenti, la mia testa era già altrove verso l'incontro con Ariel.
    Avrei fatto in modo di non perderla un'altra volta, avremmo trovato insieme un modo per non dividerci più.
    Sapevo che se erano i suoi genitori l'ostacolo la cosa non sarebbe stata affatto semplece, ma dovevamo provare per il nostro amore.
    Pochi minuti ed eravamo fuori diretti al parcheggio.

    CONTINUA AL RUDERE
     
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    Metto piede dentro il grande Centro Commerciale è vengo investito da migliaia di odori, i miei sensi si mettono subito all'erta.
    Odore di umani mischiato a leggere fraganze di creature sopranaturali, sento il forte profumo di cibo che esce da un ristorante, il lieve profumo di zucchero a velo che proviene dalla bimba che mi passa accanto, il tanfo di sudore, una variegata fragranza di rose e gelsomino mi arriva in una zaffata appena una donna molto elegante
    mi passa davanti.
    Amplifico il senso dell'udito e riesco a sentire i lievi bisbigli di una coppia di ragazzi dietro la vetrina di un negozio di abbigliamento, oltre all'enorme vociare della gente che mi cammina intorno.
    Sono fiero della mia condizione di ibrido e ho sempre apprezzato i doni che mi venivano da entrambe le razze, l'unica cosa a cui non ho ceduto nella mia metà vampiresca e bere il sangue degli umani, ma questo non mi impedisce di sentirne l'odore, prendo un respiro e allargo i polmoni per accogliere in me l'odore della vita umana.
    Ho voglia di bere un caffè così mi guardo in giro e scorgo un piccolo bar non molto lontano , mi incammino sfiorando con lo sguardo tutto ciò che mi circonda.
    Entro al bar e mi avvicino al banco per ordinare il mio solito caffè ristretto, nell'aspettare che mi venga servito mi giro verso l'ingresso per curiosare ancora nei volti dei passanti, quante emozioni possono esprimere i volti della gente.
    Una ragazza entra ancheggiando e si dirige verso il banco e si ferma vicino me.
    La guardo sembra giovanissima ed è molto carina, sembra emanare una luce propria ,comunque mi giro dall'altra parte e comincio a sorgeggiare piano il mio caffè, sento che la ragazza borbotta qualcosa fra se ma non faccio molto caso alle parole.
    Finisco il caffè e sto per andarlo a pagare quando la giovane donna mi rivolge la parola, mi giro e la guardo interrogativo, non sono riuscito a cogliere la domanda.
    «Come scusi? non l'ho sentita» e le sorrido cortese.
    E' nella mia natura essere cortese ed educato, eredità della mamma che si è impegnata a fornirmi un'educazione impeccabile.
     
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  9. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Scarlett.jpg:

    Dato che a casa mi annoiavo, perchè non sapevo di preciso a che ora sarebbe arrivato Mistral, il mio migliore amico che non vedo da un mucchio di tempo, decido di farmi un giro al centro commerciale. A molte persone non piace tutto quel trambusto, lo trovano snervante, io al contrario lo trovo rilassante, osservare gli umani mi piace, sono creature bizzarre e interessanti, sempre pronte a complicarsi la vita per un nonnulla o a fare di una piccolezza la cosa più bella che esiste, su questo però devo dire di trovarmi d'accordo, anche a me piace vedere il bello nelle piccole cose, sono quelle che hanno più valore.
    Poco lontano da me c'è una famiglia, il papà tiene in braccio il figlio più piccolo, la mamma invece si occupa degli altri due. Sorrido e scuoto la testa al pensiero di quanto fossero composti i miei genitori, mi amavano, questo sì, ma erano sempre contenuti e non si sbilanciavano mai più del dovuto. Considerando anche che non ero proprio la figlia perfetta, mentre gli altri bambini socializzavano con giochi alquanto stupidi, io preferivo di gran lunga starmene per conto mio e uscire solo quando fuori era buio e la luna brillava su in cielo. Bizzarro dato che sono un elfo della luce, dovrei preferire il giorno, ma invece sono l'unica della mia specie ad essere nata di notte.
    Ritorno con la mente al presente e sento stralci di conversazioni, tipo alcune ragazze che organizzano un'uscita per farsi rimorchiare, un ragazzo sulla trentina che chiede a sua sorella cosa potrebbe regalare alla ragazza e così via... Già, sono curiosa e anche se non conosco tutte quelle persone, mi piace sapere qualcosa dei fatti loro.
    Vorrei entrare in qualche negozio per fare spese, ma sinceramente preferisco di più una bella tazza di caffè e allora mi alzo e vado nel bar di fronte a me.
    L'odore di latte, caffè, croissant e vari dolcetti m'investe come un'onda anomala e per un momento mi sento leggermente storidta; pure lì le persone non scherzano, parlano, ridono e c'è chi invece medita su qualcosa, forse decisioni, problemi.. chi può dirlo?
    Mi avvicino al bancone e ordino un caffè alla "simpatica" ragazza davanti a me.

    Wow, voglia di lavorare saltami addosso, eh?.

    Tamburello le dita e cerco un posto libero, poi penso che forse sia meglio avere già i soldi in mano quando mi porteranno l'ordinazione allora tiro fuori il portafiglio e...

    Merda!.

    Come diamine ho fatto a non accorgermene prima?! Non posso pagare un misero caffè con un pezzo così grosso... scommetto che la barista mi avrebbe sputato in faccia o affettato le dita.

    "E ora che faccio...?". Dico tra me e me e mi mordo il labbro.
    Sospiro e mi guardo in giro, magari posso chiedere a qualcuno se ha da cambiare. Noto un ragazzo dall'aria anonima, anche un po' trasandato, ma la cosa non è poi così grave, cioè lui ha qualcosa che rende il tutto unico.
    Appena mi fermo davanti al suo tavolo il mio cuore sussulta, non so perchè succede, ma è come se mi stesse dicendo qualcosa... e infatti mi sembra abbia qualcosa di familiare, ma è impossibile, se lo avessi frequentato me ne ricorderei... credo, comunque sono lì per capire se può essermi utile, non per sapere chi è.

    "Ciao, scusa, hai per caso da cambiare?".

    Il ragazzo non fa una piega, così rifaccio la domanda e ripetere due volte la stessa cosa m'innervosisce parecchio.

    "Scusa, dico a te...". Nada. L'ho sempre saputo chei ragazzi carini sono anche stupidi, ma questo è pure sordo!
    Alzo un sopracciglio e mi dico che se non ascolta questa volta sono pronta a sbattere le mani sul tavolo, anche a costo di romperlo, pur di farmi ascoltare... non mi piace essere ignorata, tanto meno da uno così.
    "Ragazzo, parlo con te..." . Ma perchè cavolo non chiedo a qualcun altro invece di perdere il mio tempo, così faccio per andarmene, ma lo sento parlare... e che fa??? Mi dà del LEI??? Ma dico, sembro davvero così vecchia?

    "Ti prego, non darmi del LEI o mi sentirò ancora più vecchia".

    Opss... lui mica lo sa che sono un elfo.

    "Lascia perdere ciò che ho detto". E con un gesto della mano faccio finta di scacciare la mia frase. "Scusa se ho disturbato il tuo profondo ragionamento, ma volevo sapere se hai da cambiare". E quasi gli sventolo la banconota sulla faccia. "Spero tu dica di sì o mi toccherà salire su uno di questi tavoli per fare la mia richiesta al pubblico". E guardo i presenti con un sorriso sardonico.
     
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    :Ruben.jpg:

    «Scusami semplicemente non ti avevo sentito» e ridendo continuo «.. e no non ti trovo affato vecchia al contrario sembri una bambina anche se scommetto che di anni ne dimostri meno di quelli che effettivamente hai...comunque io sono Ruben» e le porgo la mano sempre col mio sorriso a 300 watt stampato in faccia.
    Sono quasi certo che non si tratti di un umana e non sono un tipo che la tira alle lunghe quando vuole delle risposte.
    Uhmm vediamo se sei sincera bambolina
    Continuo a scrutarla attentamnte oltre ad essere molto carina ha un fisico da modella anche se leggermente magro rispetto ai miei gusti, ha degli occhi molto belli di un colore indefinito che sembra cambiare, ho sempre apprezzato la bellezza eteriore ma questa ragazza ha anche qualcos'altro, ancora però non intuisco cosa.
    Sarebbe carino poterla conoscere meglio, mi piace avere gente sempre intorno e magari quella ragazza sarebbe potuta diventare mia amica. Ed ha un odore stupendo che richiama alla memoria un campo fiorito.
    «Se ti siedi il caffè te lo offro io e magari faccio anch'io il bis se mi fai compagnia, tanto non ho altro da fare sono appena arrivato in città e aspetto che mi diano le chiavi di casa.»
    In effeti in quel momento non ho proprio dove andare.
    Spero di prendere possesso della nuova casa al più presto, mi sento stanco e poi dovrei pure andare a caccia mi sembra un secolo dall'ultima volta che ho mangiato.
     
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  11. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Scarlett.jpg:

    Faccio un mezzo sorriso e guardo la sua mano.
    Il ragazzo, chiamasi Ruben, è molto socievole, dote che non tutti hanno, è molto spontaneo.

    "Piacere Ruben, io invece mi chiamo Scarlett". E gli stringo la mano in modo amichevole, so perfettamente che dietro a quell'aria da ragazzo carino leggermente trasandato si nasconde una belva, non in senso negativo, ma le persone con la faccia "pulita" sono sempre quelli da cui tenersi alla larga, ma tanto so badare a me stessa e se poi si rivelasse un furbetto, ci sarebbe da divertirsi.

    Mi guarda, tra un po' sembra voglia farmi una radiografia, ma è molto bravo a non sembrare sfacciato.

    "Non sono solita accettare inviti da estranei".

    Sì, certo, come no.

    "Ma per te farò un'eccezione. E poi pure io sono nuova di qui".

    Prendiamo posto e intanto che aspettiamo parliamo.

    "Di dove sei originario e cosa ti porta da queste parti? Perdona la mia curiosità". Dico sfoggiando il mio sguardo da cagnolino con gli occhioni pucciosi. "Ma dato che la ragazza al bancone potrebbe portare il caffè l'anno prossimo, se non più tardi, non mi va di ammuffire". Accenno un sorrisino innocente, quello in stile ragazza-della-porta-accanto.
     
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    :Ruben.jpg:
    Le stringo la mano brevemente ma basta questo per farmi sentire il suo calore.
    «Scarlett molto piacere allora» e le sorrido cordiale con la faccia da bravo ragazzo.
    Il suo profumo continua a turbarmi i sensi, ma cerco di non farci caso e rispondo carinamente alle sue innocenti domande.
    «Per farla breve sono arrivato qui dopo un lungo viaggio per il mondo, alcuni amici mi avevano parlato dei boschi qui attorno e siccome vado matto per i posti naturali ho deciso di dare un occhiata e magari fermarmi un pò, così se mi portano le chiavi presto abiterò il un rifugio proprio all'interno dei boschi fuori città»
    le sorrido e lascio che il mio sguardo scivoli sul suo busto messo in risalto dalla maglia aderente
    «E tu invece qual buon vento ti porta in questa cittadina?»
    Nel frattempo arriva la cameriera con i nostri caffè e mentre comincio a sorseggiarlo la continuo ad osservare da sopra la tazza curioso.
    Non voglio assolutamnte provarci, ma diverte il gioco di seduzione che potrebbe crearsi fra noi.
     
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  13. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Scarlett.jpg:

    Risponde naturalmente alle mie domande, come se la mia curiosità, che in molti definiribbero invadenza, non lo avesse toccato.

    "Wow... non ci posso credere, io ho un piccolo cottage proprio nel bosco. Anch'io vado matta per i luoghi naturali, specialmente se si tratta di boschi".

    Ho fatto proprio bene a mettere questa magliettina aderente e leggermente scollata, della serie vedo-non-vedo. Noto che Ruben lancia un'occhita interessata un po' a tutto e gli piace.

    Bene.

    "Hai pure detto di aver viaggiato per il mondo, che coincidenza, io faccio lo stesso. Un periodo sto qui, poi vado di là. Adesso per esempio mi piace questo posto e mi fermerò, anche perchè finalmente, dopo tanto tempo, potrò rivedere il mio migliore amico". E mi stampo un sorriso come quelli della pubblicità per il dentifricio.

    La simpaticona arriva con i nostri caffè e quando Ruben prende a sorseggiare il suo, vedo il suo sguardo che non mi lascia neppure per un istante, io invece faccio la disinvolta, anche se quel suo modo di fare mi compiace, d'altronde mi piace un sacco essere ammirata, so di essere bella e non mi nascondo dietro alla modestia, quella la lascio a chi vuole giocare a fare l'umile.
    Non rispondo al suo sguardo come avrei voluto, in quel caso mi sarebbe subito saltato addosso, mi limito semplicemente a mantenere la mia maschera da ragazza-innocente, voglio fargli credere che sia lui a tirare i fili in questo gioco di seduzione.
     
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    :Ruben.jpg:

    Quando sorridendo mi disse che anche lei abitava in prossomità del bosco pensai
    «Fantastico!» esclamai « Così saremo vicini di casa , guarda che coincidenza» le dissi contento
    Poco dopo però colsi un tono diverso quando accennò al fatto che avrebbe rivisto il suo migliore amico, la sua espressione era esageratamente felice tanto che fece scattare in me un campanello d'allarme, qualcosa non tornava, decisi quindi di punzecchiarla.
    Volevo essere sicuro di avere campo libero, anche solo per un'amicizia nella mia vita.
    Con voce ed espressione vagamente imbrocciata le lanciai l'amo.
    Vediamo se abbocchi bellezza
    «Ah! ma allora non vivrai da sola...peccato! già stavo facendo qualche pensierino sul come cercare di conoscerti meglio, si intende da buoni vicini ..» sorrisi con finta tristezza e ammiccai «..avremmo potuto divertirci insieme ..ma da quanto ho capito un amico speciale lo hai già ..due saremmo troppi..sono un pò esclusivo nelle mie cose... insomma la mia solita sfortuna...»
    Vedendo che mi osservava attentamente anche lei guardandola dritto negli occhi prosegui «..e poi poco fa ...non sembravi così indifferente alle mie occchiate interessate..mah! ...mi sarò sbagliato ... oppure no?» conclusi con un sorriso malizioso.
    I miei sensi lupesci insieme alla mia parte vampira avevano intercettato il profumo leggero dell'attrazione che veniva da lei, anche se faceva l'indifferente avevo capito che potevo piacerle.
    Io dal canto mio adoravo le sfide per me una preda più era difficile più la trovavo appetitosa , e mi convinsi che lei era proprio quella che mi ci voleva per un pò di sana caccia e magari mi sarei divertito a marcare ben bene il territorio.
    Non che comunque la sottovalutassi , la conoscevo da circa 10 minuti ed ancora non potevo certo definirne il carattere ma la trovavo simpatica.
    Le sorrisi ancora con aria fintamente innocente.
    Vedremo chi vincerà a questo gioco
     
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  15. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Scarlett.jpg:

    Ascolto le sue parole, sembra davvero dispiaciuto del fatto che io abbia detto di avere un migliore amico... furbo il ragazzo, non avrò dei super poteri, ma sono un'ottima osservatrice, per via del fatto che sono in circolazione da secoli, e certe cose ho imparato a capirle, comunque devo dire che sa fingere molto bene e so che sta pensando di mettermi nella lista delle sue conquiste... lui si vuole divertire e anche io, quindi chi sono per negargli questo piacere...?

    "Scusa una cosa". Dico dopo aver bevuto un sorso di caffè. "Chi dice che non posso avere due o più amici? Certo, quello che ho è molto importante e gli voglio un bene incalcolabile perchè mi è stato vicino quando avevo più bisogno, ma questo non significa che debba isolarmi da tutti gli altri. Pure tu potresti essere mio amico e poi se saremo vicini avremo modo di conscerci meglio". Gli rispondo innocentemente, come se non avessi capito le sue intenzioni perchè diciamocelo chiaramente, il brunetto qui davanti sembra che un domani potrebbe volere qualcosa di più di un'amicizia e se lo riterrò all'altezza potrei dargli ciò che vuole.

    "Riguardo le occhiate di cui parli, non lo nego, sono una ragazza e a tutte noi piace essere ammirate". Bevo un altro sorso, poi riprendo. "E chi dice il contrario è solo una bugiarda ipocrita!". Mi sporgo sul tavolo, lo guardo dritto negli occhi, come a volerlo provovcare, e poi sorrido ammicando.
    Dopo circa un paio di minuti riporto la schiena sullo schienale della sedia e riprendo a sorseggiare il mio caffè, senza però togliergli gli occhi di dosso.

    Credo proprio che mi piacerà giocare con lui.
     
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137 replies since 4/10/2011, 16:06   1187 views
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