RUSCELLO

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. puzzoletta182
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ragazze scusate se mi intrufolo qui u.u
    L'ordine è :
    Aisling
    Patrick
    Riven
     
    Top
    .
  2. « Anya »
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Aspetta pux, ma l'ordine non sarebbe: Aislin-Riven-Patrick? Io mi sono intrufolata prima che Silver facesse il suo secondo intervento ._.
     
    Top
    .
  3. »Astrið von Harðenberg«©
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    dopo la mia risposta, la prima, c'era Patrick, poi sei arrivata tu, quindi ora tocca rispondere a te, Any
     
    Top
    .
  4. « Anya »
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    No, il discorso iniziale è tuo, poi c'è Patrick, poi di nuovo tu e poi mi intrufolo io... Anche se non mi dispiacerebbe rispondere alle provocazioni di Patrick che mette in crisi la mia lupa XD
     
    Top
    .
  5. puzzoletta182
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Oki rileggiendo tutto è:

    Aisling
    Patrick
    Riven
     
    Top
    .
  6. »Astrið von Harðenberg«©
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    bene Any, allora il turno è tutto tuo ;)
     
    Top
    .
  7. « Anya »
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    :Riven.jpg:

    Trattenni a stento un ringhio e sentii le mani prudermi dalla rabbia, quando pronunciò quell'appellativo con cui mi aveva chiamato Jamie una volta, lui però se ne era pentito amaramente. Le sue palle non erano più state le stesse d'allora, o almeno sperai che fosse così, quando in ufficio ci provava con me, non si azzardava a trattarmi come un'amante, chiamandomi "piccola" o "bambola" o "baby" oppure "tesoro"... né tantomeno "lupacchiotta", sapeva che le sue palle non sarebbero resistite molto se l'avesse fatto.
    Ribollii di rabbia, che sopraffasse il desiderio per lui. Non ero una umana, quandi non avrei supplicato per quei piaceri, non avrei mai strisciato per del sesso. Piuttosto la morte.
    La mia rabbia si sostituì immediatamente allo stupore, allo stordimento e ad una violenda vampata di desiderio. Presi un profondo respiro affannoso. L'immagine di me e lui in un letto, completamente nudi. Lui che mi lasciava una scia ardente sul corpo. I brividi ritornarono ad impossessarsi del mio corpo, percorrendomi la schiena e a farmi venire la pelle d'oca. Il calore mi affolse di nuovo, il sangue bruciò nelle mie vene e ogni fibra del mio essere lo desiderava. Così disperatamente che mi faceva male il solo pensiero di un bacio. Gemetti senza potermi trattenere e mi morsi il labbro inferiore per trattenerne un altro.
    Intrecciai il mio sguardo al suo. Non sembrava affatto sorpreso che quell'immagine passasse per un attimo fuggente nella mia testa. Poi capii. Lui poteva leggere nel pensiero e poteva riflettere i suoi di pensieri. E mi aveva mandato quella scena apposta. Bastardo!, urlai nella mia testa, sperando che quel pensiero gli arrivasse. Ero così arrabbiata, vedevo rosso e potei quasi vede il fumo uscirmi dalle orecchie.
    Quando lui mi mandò un messaggio telepaticamente, non gli risposi tenendolo per me, ma rendendo partecipe la ragazza, che con ogni probabilità non avrebbe capito un tubo. «Mai. All'inferno.» ringhiai. Avanzai verso di lui e gli puntai un dito contro, mentre serrai l'altra mano, sentendo le unghie perforarmi la pelle. Ero accanto alla ragazza adesso. «E chiamami ancora "lupacchiotta" che ti prometto - ti giuro - su quello che vuoi, che ti darò un calcio così forte ai coglioni che si ritroveranno a fare salotto con le tonsille.» minacciai. Era la stessa minaccia di Jamie, ma funzionava alla grande. L'effetto di quella frase però, sarebbe venuto meglio se lui fosse coi piedi per terra e il mio dito fosse puntato sul suo petto. Avrebbe fatto molto più effetto, però con lui a mezz'aria e con il mio dito puntato verso il cielo, sembravo una maledetta idiota.
    Intrecciai di nuovo il suo sguardo e un'altra vampata di calore mi sorprese. Di nuovo quell'immagine di me e lui mi travolse. La stessa immagine di prima. Che fosse di nuovo lui ad inviarmela?
    Strinsi i denti. «Smettila di inviarmi quell'immagine, Patrick. Sempre se quello è il suo vero nome.» dissi asciutta. La mia voce era arida come un deserto. Una volta mi avevano insegnato come difendermi dalle invasioni mentali, forse era meglio rispolverare quegli insegnamenti. Mi immaginai una porta aperta, fatta di vetro, in modo che potessi vederci attraverso. E gliela sbattei in faccia.
    Forse ero stata un po' dura con l'incubo, ma mi innervosivo appena un ragazzo ci provava con me. Quasi mi pentivo di averlo trattato in modo così sgarbato e ostile, forse avrei dovuto cedere al desiderio. Mi tirai uno schiaffo mentalmente. Idiota! Vuoi finire nelle stesse condizioni in cui ti ha lasciato Dasmond? Questa volta non c'è Talon a gonfiarlo di botte perché non ti ha trattato come si deve.
    Talon...
    Il solo pensiero mi diede una dolorossa e improvvisa fitta al cuore. E sperai che il mio volto non lasciasse trasparire nulla del mio dolore.

    Tocca a te Astrid u_u devo ancora trovarti un soprannome, ma quelli che ho creato fino ad ora, non mi piaccioneo xD
     
    Top
    .
  8. »Astrið von Harðenberg«©
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    :Aisling.jpg:

    Accidenti, la ragazza si era davvero arrabbiata, quasi sbraitava contro il ragazzo.
    Quel nomignolo doveva davvero odiarlo a morte, sicuramente aveva a che fare con un uomo, non c'era altra spiegazione, non che fossi un'esperta di queste cose, ma i libri e la televisione aiutavano.
    Chissà se gli avrebbe dato davvero un calcio nelle parti basse, poverino, non volevo nemmeno pensarci.

    Hey, un momento, nemmeno lo conosci, come mai ti preoccupi così tanto per lui? Era una bella domanda, ma forse la risposta stava semplicemente nel fatto che non si era presentato a me come una creatura minacciosa, era pur vero che la sua natura da Incubo portava quasi automaticamente a metterlo nella lista dei cattivi, ma lui sembrava diverso. Forse era uno di quelli a cui non interessava schierarsi con il bene o con il male, ma preferiva semplicemente vivere la sua esistenza e basta.

    Con il mio udito potei sentire gemere la ragazza, di sicuro stava facendo pensieri alquanto piccanti con il bel ragazzo... e come non darle ragione, io stessa volevo perdermi in lui, ma non potevo, anzi era più corretto dire che non volevo, figurarsi, poi, se uno come lui si sarebbe disturbato a perdere il suo tempo con una ragazzina in piena tempesta ormonale come me... Peccato, davvero un peccato... era in questi momenti che avrei voluto avere più anni e sembrare meno bambina e più donna, matura.

    La ragazza continuava a minacciarlo e avrei voluto dire qualcosa in difesa dell'Incubo, ma evitai, anche perchè era stato lui a provocarla da quel poco che avevo potuto capire, infatti appena pronunciò la parola lupacchiotta i battiti del cuore della ragazza accellerarono in modo spaventoso.
    Ora lei puntava un dito contro... contro di lui, che momentaneamente era sospeso, con me, in aria, quasi mi spaventò il suo modo di fare così, così... "animalesco".
    Non sapevo davvero cosa pensare, lei era stata provocata, rispondendo , giustamente, a tono, lui sembrava compiciuto dell'effetto che aveva provocato nella ragazza.
    Sospirai per la millesima volta e poi deglutii, sentendo la gola secca.
    Intanto il vento soffiò più forte e le foglie degli alberi provocarono un fruscio che sembrò quasi un grido.
    Non sapevo quanto tempo fosse passato e, a dire il vero, poco m'importava, stare lì con quelle due persone sovrannaturali stava iniziando a piacermi, era divertente osservarli da così vicino invece che dal mio solito angolino, invisibile.
    Ad un tratto vidi che stavo scendendo a terra e il ragazzo fece lo stesso, poi mi afferrò per i fianchi in modo poco delicato, ma non ebbi nulla in contrario, anzi la cosa mi elettrizzò, sentire le sue mani su quella parte del mio corpo scatenò in me una specie di brivido lungo la schiena, sensazioni a dir poco piacevolissime; apprezzai questo suo comportamento, non mi piaceva tanto quando le persone mi trattavano come un fiorellino di cristallo.
    Disse di chiamarsi Patrick e con fare sensuale continuò dicendo che dovevo pensare il suo nome per... wow, le parole che seguirono mi fecero arrossire, poi lo vidi sollevarsi da terra e guardò la ragazza, forse era da lei che sarebbe tornato, era molto bella e aveva saputo tenergli testa.

    Patrick stava forse andando via...?
    No! Non poteva... anzi non volevo che se ne andasse, desideravo ardenemente che restasse ancora lì, con me.

    "Te ne vai già via? Dove vai? Quando potrò rivederti?" Sembravo una persona in piena crisi paranoica, se esisteva una crisi del genere.
    Mi stavo comportando da perfetta idiota, peggio di una fidanzata gelosa... ma tanto ero abituata alle brutte figure, una in più o una in meno non mi avrebbe di certo ucciso, anche se in quel caso era imbarazzante, di sicuro Patrick mi avrebbe presa per una mocciosa appiccicosa.

    Chi se ne frega! Se se ne fosse andato non lo avrei mai più rivisto... come facevo a convincerlo a restare?
     
    Top
    .
  9. Silver reflection
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    :Patrick.jpg:

    Vetro, trasparenza.
    Un trucchetto semplice ma efficace a respingere una superficiale scansione telepatica e la lupacchiotta l'aveva appena utilizzato contro di me.
    Non amava avermi in testa, lo sapevo e la cosa mi eccitava.
    Naturalmente avrei potuto insistere e diventare invasivo, doloroso, ancorarmi malevolamente ai suoi pensieri... ma perchè avrei dovuto farlo?
    Non ero venuto per quello, tutt'altro...
    Ero venuto poichè attratto dal "suono nuovo" di quelle giovani menti, giovani menti soprannaturali.
    Decisi dunque di assecondare i suoi sforzi uscendo dalla sua mente in maniera definitiva ma non prima di aver captato le sue ultime convinzioni: le sue esperienze passate le suggerivano prudenza.

    Comodamente "seduto sul mio potere telecinetico" accavallai le gambe, incrociai le braccia ed inclinai leggermente il capo poggiandolo su una mano; volevo emulare la posa di un pensatore, tuttavia la mia espressione non fece nulla per celare il mio divertimento interiore.
    La guardai, perplesso, con tono pacato le parlai << Così tu vorresti darmi un calcio nei... >>

    feci una pausa teatrale per osservare la zona anatomica da lei precedentemente menzionata, sorrisi e poi tornai a parlarle con un tono malizioso e vagamente minaccioso

    <<...credo invece che tu sappia cosa potrebbe succedere se ti avvicinassi ulteriormente, se fossi in grado di venire quassù, da ME, lasciandoti inevitabilmente avvolgere ed ammantare dal mio potere..>>

    prima di proseguire feci una pausa per fissarla intensamente

    <<... sono molte le cose che potresti e vorresti farmi ma nessuna di esse includerebbe calci. Ti stupiresti di cosa potresti arrivare a fare per me... e credimi quando ti dico che non ti pentiresti di nessuna di esse>>

    Questo l'avrebbe irritata, lo sapevo, ne godevo.

    Il mio divertimento vene interrotto da una forte sensazione, un genuino desiderio di compagnia, di non restare sola... conoscevo quella sensazione e sapevo da chi proveniva: la prima ragazza aveva ormai abbassato la guardia, il suo iniziale timore si era arreso lasciando trapelare i suoi istinti.
    Mi voltai verso di lei, entrambe avevano intuito cos'ero ma non sapevano di preciso quale fosse la mia vera natura e cosa questa implicasse.

    Le parlai nella mente, dolcemente <<..Il tuo nome cara, pensalo ed io lo saprò. Vuoi che io lo sappia, vero? Vuoi la mia compagnia? La desideri? E allora dimmi il tuo nome, in cambio ti darò quel che vuoi, tutto quello che vorrai da me>>

    Oh, che grosso errore! Non avrei dovuto nutrirmi, se avessi saputo, se avessi previsto l'incontro con quei 2 bocconcini... quanto piacere avrei potuto donare loro, quanto nutrimento avrebbero potuto infondermi..

    ..tuttavia la mia sazietà non sarebbe durata a lungo, presto avrei sentito l'irresistibile bisogno di nutrirmi ancora con altre emozioni, con altre passioni; per allora, loro sarebbero state pronte
     
    Top
    .
  10. « Anya »
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    :Riven.jpg:

    Affilai lo sguardo. Probabilmente aveva ragione. Se avesse voluto, mi avrebbe ridotto alla supplica, avrei supplicato per un qualsiasi contatto con lui. Diavolo molto probabilmente se fosse sceso a terra e giocasse con una ciocca dei miei capelli, arrotolandola intorno ad un dito, la mia mente sarebbe caduta ancora prima che iniziasse la vera battaglia. Sapevo che la mia irritazione lo divertiva, anche se non ero sicura se il mio affrontarlo gli piacesse o lo eccitasse. Talon mi aveva detto che sono di più gli uomini a cui piacevano le sottomesse, che le guerriere a letto, e io non sapevo se essere una sottomessa o una guerriera in quel caso. I miei ormoni mi dicevano di sottomettermi a quella creatura così affascinante e sexy... mentre la mia vera natura mi ordinava di combattere, di essere una guerriera per non combinare un casino come l'ultima volta.
    Vuoi essere abbandonata di nuovo come un vecchio vestito usato? Come ha fatto Dasmond Miles? Ti ricordi cosa è successo dopo che ti ha scaricata? Come ti sei sentita? Non c'è Talon a difenderti questa volta. Sta' attenta.
    Lo guardai senza provare alcuna emozione. Oh forse era solo per nascontere il mio desiderio, un tentativo inutile dato che sembrava che lui riuscisse a capirlo ugualmente. «Mai. All'inferno.» dissi, ma la mia voce non era molto convinta, non come prima almeno. Dio, stavo anche diventando ripetitiva. «Non credo che giocherei volentieri con i tuoi gioielli di famiglia» dissi e, Dio che voce roca avevo! Raccogli più dignità e orgoglio, Riven! Non fare la stupida! «Credo che, tra noi due, quello che si divertirebbe di più... sei tu.» ribattei, riprendendo un tono di voce spavalda e leggermente sicura.
    La mia vista si annebbiò per un secondo. E io vacillai.
    Drip.
    Talon ha del sangue sul petto e una ferita profonda appena aperta.
    C'è odore di sangue. Troppo sangue.
    La mamma era lì a guardare, senza intervenire.
    Drip.
    Drip.
    Allungai la mano verso di lei. «Mamma fermali ti prego!»
    Lei spostò lo sguardo su di me. I suoi occhi erano inespressivi, quasi freddi.
    Anche gli altri fecero lo stesso. E l'uomo con il coltello si avvicinò.
    «Stai ferma, piccola. Ti prometto che sentirai un dolore mai provato prima.»
    Mi fecero voltare. Il dolore che partiva dalla spalla destra e finiva al fianco sinistro.
    Gridai. E poi il buio.
    Drip.
    Drip.
    Drip.

    Ripiombai di colpo nel mio corpo. Vidi quegli occhi marroni che mi scrutavano. Anche la ragazzina mi fissò per un attimo. Drizzai le spalle e alzai il mento. «Hai intenzione di fissarmi così ancora per molto? Inizio ad irritarmi sul serio.» dissi, cercando di portare l'attenzione su un altro argomento.
    Prendilo, ti prego. Fallo tuo. Lascia che lui si infili nel tuo letto e di dia piacere. Non stiamo con un uomo da tanto tempo. Gemette. Mi passò per la testa ancora quell'immagine di me e lui. La scia di baci ardenti. Le sue mani che sfioravano delicatamente la mia pelle, procurandomi dei brividi di piacere. E poi si arrivava alla parte più intensa e piacevole. Trattenni un respiro. D'un tratto sentivo un caldo incredibile. Lui non è stato gentile con noi, lasciaci riprovare. Questa volta potrebbe andare meglio.
    Lui. Dasmond Miles. Il ricordo mi fece diventare la gola improvvisamente secca.
    Ora che ci pensavo... abbassarsi i pantaloni fino alle ginocchia e togliere le mutandine, non si possono chiamare davvero preliminari. Dio, avevo sedici anni, a quell'età ci si domanda ancora se la prima volta fa male oppure se si ama davvero l'uomo con cui lo si fa per la prima volta. Cosa ne potevo saperne io del sesso? Talon era stato attento a tenermi molto distante da tutto ciò che riguardasse il sesso.
    Lui vuole solo una scopata, non vuole nient'altro. Dopo essersi soddisfatto, se ne troverà un'altra, più bella di te. Guarda la ragazzina. Io la guardai. Sembra così pura e indifesa. Non lasciare che le succeda la stessa cosa che è accaduta a te. Non se lo merita. Nessuno se lo merita.
    Non sapevo proprio cosa decidere. La parte della sottomessa o quella da guerriera. Oddio, ma per quale diavolo di motivo Drew mi aveva lasciata uscire prima oggi!
     
    Top
    .
  11. »Astrið von Harðenberg«©
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mi sa che ho scritto troppo =P


    :Aisling.jpg:

    Nella mia vita solo due persone avevano saputo volermi bene: Amanda e Jo.
    La prima era stata l'inizio di una nuova vita, la mia speranza; la conobbi nell'Istituto Psichiatrico dove mi avevano mandata, dopo diversi tentativi, inutili, di suicidio. In quel periodo credevo che l'unica via d'uscita da quell'inferno che si chiamava vita, fosse la morte, la volevo più dell'aria che respiravo, anzi la bramavo come l'ossigeno di cui ha bisogno una persona che sta affogando. Affogando, ecco come mi sentivo, come qualcuno che sprofonda negli abissi, ormai esausto di lottare per riemergere. Così presi a farmi del male fisico, tagliandomi principalmente sui polsi, e anche ad assumere cocktail di farmaci, ma era tutto inutile, guarivo sempre.

    Nemmeno la morte mi vuole. Pensavo in quei momenti e la odiavo, con tutta me stessa.

    La morte... ora mi sembrava così lontana, mi appariva quasi come un'estranea... e dire che l'avevo desiderata per così tanto tempo, dopo aver fatto quella scoperta, quella dolorosissima scoperta.
    Nell'Istituto Psichiatrico mi tenevano quasi sempre sotto sedativi, un perfetto modo per controllare tutto ciò che facevo ed evitare di autoinfliggermi altro dolore. Dolore che sembrava essere diventato la mia droga.
    Quasi ogni giorno veniva Amanda, la psichiatra, e mi parlava; i primi tempi la sentivo sempre distaccata, ma non fredda, era quel comportamento che una persona professionale deve assumere. Poi invece la sentii sempre più vicina a me, si interessava molto di più alla mia vita e sempre di meno ad analizzare il mio comportamento.
    Alla fine iniziò a trattarmi come se fossi... non so, come se fossi qualcuno che conosceva e a cui teneva molto.
    Dopo quasi un anno e mezzo passato lì, rinchiusa in quel posto, Amanda mi disse che sarebbe diventata la mia tutrice e tutto quanto cambiò. Per la prima volta, dopo la separazione da Jo, sentii allegria, sollievo e voglia di vivere.
    Avevo passato così tanto tempo a desiderare la morte che non mi ero accorta di esserlo, sì, perchè il periodo buio in cui avevo vissuto era stata come la mia morte, risucchiata da quel abisso che avevo sperato potesse diventare la mia casa o anche solo il mio rifugio da tutto ciò che mi faceva star male, psicologicamente.
    Ora la vita mi offriva un'occasione, potevo tornare a sperare.

    Jo invece lo conobbi nell'Istituto in cui avevo da sempre vissuto. Ricordo che all'inizio mi sembrò come tutti gli altri: stupidi e senza cervello. Si era sempre dimostrato come un ragazzo orgoglioso e caparbio, uno di quelli che ti gurdano dall'alto in basso e ti considerano meno di niente. Dovevo ammettere che la cosa mi intimoriva, ma non più di tanto, in fin dei conti lì erano quasi tutti così, e poi ognuno pensava sempre a se stesso, ciò che importava era farsi adottare da una delle tante famiglie che si presentavano lì. Per me, invece, ciò che contava era evitare di essere presa a frustate o a bastonate dall'istitutrice, che mi rimproverava sempre di cose che non facevo, infliggendomi punizioni che meritavano altri, forse perchè dopo il mio arrivo nessun altro bambino era stato mandato in quel buco e questo significava che l'Istituto era stato messo da parte per altri, in sinstesi: era considerato meno di uno zero.
    Ricordo che un pomeriggio mi ero rifugiata nella soffitta, posto che tutti evitavano come la peste, e piangevo, non per il dolore delle frustate, ma per l'ingiustizia di quel gesto; mi avevano, come sempre, incolpata di qualcosa e la punzione furono, appunto, quelle frustate, ne presi così tante che sentii chiaramente la pelle aprirsi ad ogni colpo e bruciava come il fuoco e sanguinava.
    Mi levai il vestito e la camicetta, non più bianco latte, ma rosso sangue, non sopportavo che il tessuto toccasse le mie ferite, mi facevano troppo male. Guardai ciò che mi aveva fatto l'istitutrice, la mia immagine riflessa su quel vecchio specchio mi faceva sembrare ancora più fragile di quanto non apparissi. Ma ecco che il dolore diventò insopportabile e ripresi a piangere, mi lasciai cadere a terra, ero arrabbiata e mi sentivo impotente, non sapvo proprio come evitare tutto quello.
    Poi sentii un rumore ed eccola lì, di nuovo: l'istitutrice. Mi prese per i capelli e mi trascinò giù per le scale, dicendo che ero la bambina più maleducata che avesse mai conosciuto. Qualcuno aveva combinato qualcosa e di chi era la colpa? Esatto, mia.
    Assurdo, come avrei potuto fare qualcosa se ero rimasta sù in soffitta dopo quelle frustate?
    Mi portò nel luogo dove era stato combinato il guaio e quando mi lasciò andare mi spinse con così tanta violenza che caddi a terra, sbucciandomi le ginocchia.

    "Sei il Diavolo reincarnato in questo corpo da bambina" Mi disse con un tono glaciale.
    Prese il bastoncino che portava sempre sotto braccio e lo alzò per colpirmi, chiusi gli occhi, pronta per sentire quel pezzo di legno schiantarsi contro la mia carne, ma nulla. Pensai che forse le frustate erano state così forti da non permettermi di sentire anche il dolore del bastone. Invece, quando aprii gli occhi, vidi qualcuno che mi faceva da scudo, però non capii chi fosse e soprattutto perchè lo stesse facendo.
    "Joel! Ma cosa fai?!?"
    Joel... era proprio lui, l'altezzoso ragazzino che, a tratti, m'intimoriva.
    "Le ho rotte io quelle cose, è me che deve punire, signora"
    Mentiva, lo capivo dal suo tono di voce, ma per chi non sapeva udire come me, suonava come la verità.
    Fu punito con meno legnate, rispetto a quelle che l'istitutrice avrebbe dato a me.
    Da allora diventammo amici, stavamo sempre insieme e più il tempo passava e più ci innamoravamo l'uno dell'altra, ma poi ecco la scoperta: amarlo significava indebolirmi, anzi amarlo era la mia morte.
    Mi rifiutati categoricamente di crederci, eppure quella era la cruda e triste verità, allora presi a fare del male a me stessa, non credevo che sarei riuscita a vivere senza di lui, per cui meglio uccidermi con le mie stesse mani, solo che avevo scoperto, qualche anno fa, di avere un altro dono, quello della guarigione.

    Tornai con la mente al presente.
    La richiesta di Patrick, pronunciata con parole mentali, mi aveva fatto tornare indietro nel passato.
    Non so come mai, ma avevo bisogno che lui restasse con me, non potevo perderlo, quindi gli risposi, nel modo in cui mi aveva chiesto.

    Ash. Chiamami Ash. Pensai nella mente.
    Era il soprannome che Jo mi aveva dato una volta diventati amici.
    Poi riflettei, Patrick era un ragazzo più che bellissimo, sicuramente poteva avere ai suoi piedi chiunque desiderasse, dunque perchè avrebbe dovuto perdere il suo tempo con me?
    In fondo, molto in fondo, sapevo che lui non avrebbe fatto ciò che aveva detto, cioè darmi tutto ciò che volevo, ma il solo pensiero mi bastava.
    Se conoscere il mio nome lo avrebbe riportato da me, anche solo per un momento, mi accontentavo, ma desideravo quasi morbosamente rivederlo ancora e non ne capivo il perchè, per cui mi aggrappai a quella remota speranza che ritornasse, solo grazie al fatto di avergli rivelato il mio nome.

    Edited by »Astrið von Harðenberg«© - 4/10/2011, 15:28
     
    Top
    .
  12. « Anya »
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non più di quanto abbia scritto io nel mio primo post, As XD
     
    Top
    .
  13. Silver reflection
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Scusate la lentezza nel rispondere ma sono appena tornato a casa; vado a fare la spesa e poi vi rispondo :-)
     
    Top
    .
  14. »Astrið von Harðenberg«©
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Tranqui, fai pure con calma :)
    tanto io di qui non mi scollo ù.ù *:P*
     
    Top
    .
  15. Silver reflection
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    :Patrick.jpg:

    Tirai un sospiro.
    Così diverse, eppure così simili...
    Non avevano nulla in comune, tranne i loro timori, le loro paure.... ed entrambe queste cose derivavano dal loro lato umano.
    Erano creature soprannaturali ma in loro c'era una grossa percentuale di umanità, la loro mente ragionava come ragiona quella dei comuni esseri umani.
    Paura dell'ignoto, sesso associato al sentimento, bisogno di protezione: tutto questo era umano, tutto questo non mi apparteneva ma lo conoscevo bene perchè osservavo e contemplavo gli umani da oltre 2000 anni; queste loro caratteristiche erano ricorrenti in entrambi i sessi.
    Anche il loro passato presentava elementi simili, storie diverse che in comune avevano un dolore tutt'ora ricorrente, una sofferenza che frammentariamente le perseguitava ancora nel presente.

    Se volevo continuare quell'interessante conversazione era necessario svelare alcune carte: << Non sono umano, non lo sono mai stato, mai lo sarò. Sono nato, si, ma non sono mai invecchiato, non sono mai stato diverso da come ora mi vedete e mai lo sarò. Il mio unico scopo è perpetuare ad esistere, sopravvivere. Non faccio del male, non faccio del bene. Bevo il sangue, ma non come lo farebbe un comune vampiro. Il sangue per me non significa nulla, è solo un vettore che trasmette emozioni, sentimenti.... e sono i sentimenti passionali a galvanizzarmi e nutrirmi. Sapete come si generano? Sapete come nasce il desiderio? Lo conoscete? Lo volete?>>

    Feci una pausa, sorrisi ad entrambe per sdramatizzare e anche per osservarle; la lupacchiotta di certo conosceva bene il sesso, mentre Ash forse...

    <<... Incubo, così sono noto. Io sono un Incubo. Non vi farò del male perchè questo non rientra nella mia natura, non vi amerò perchè quello è un sentimento umano che non posso comprendere. Non infrangerò il vostro cuore perchè non vi farò promessa alcuna, non vi userò perchè ciò che vi donerò ripagherà ampiamente ciò di cui vi priverò. Ciò che farò sarà appagare il vostro desiderio, soddisfarlo sino in fondo>>


    Mi passai la lingua sulle labbra

    << perchè più ampio sarà il vostro piacere, maggiore sarà il nutrimento che ne trarrò. Capite dunque che appagarvi è in effetti un mio diretto interesse e venirne meno sarebbe controproducente.... per entrambi>>


    Mi passai una mano sui capelli, stop al melodramma.

    << Dubbi? Domande?>>

    Distesi un braccio, porgendo una mano ad Ash che guardai con sguardo profondo, un'occhiata piena di promesse

    <<vieni da me, fragolina... sei mai stata in un night club? E' li che andremo>>

    Poi lanciai una fugace occhiata alla lupa ed inarcando un sopracciglio le trasmisi un pensiero <<.. Non ti farò nulla fino a quando non mi implorerai in ginocchio di farlo, ergo se sei così forte non hai nulla da temere... e nessun motivo per non venire>>

    Sorrisi e le porsi l'altra mano
     
    Top
    .
69 replies since 2/10/2011, 15:24   741 views
  Share  
.