Silver Blood (Sangue D'Argento)

Non è morto ciò che in eterno può attendere e col passare di strani eoni anche la morte potrebbe morire.

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  1. ironic;
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    bello!
    correzioni *O*
    CITAZIONE
    Chissà cosa stesse sognando Alec per far uscirgli la saliva dalla bocca.

    non mi convince molto... forse è più corretto "cosa stava" e "per fagli uscire"

    CITAZIONE
    L'iPhone gli vibrò da così vicino sulla guancia che gli tremò tutto il viso soffice.

    senza 'da' e con 'alla': "gli vibrò così vicino alla guancia". [oppure metti "gli vibrò sulla guancia". in pratica tu dici 'vicino' e 'sulla'. le due cose non vanno d'accordo perchè 'vicino' non pretende un contatto con oggetto/persona mentre 'sulla' sì.]
    poi non ho capito la cosa del soffice.. il viso, è soffice? ò.ò non so, è un'espressione strana che attribuisco agli animali o ai tessuti... forse è meglio non metterlo.

    CITAZIONE
    Aprì gli occhi confuso guardandosi attorno: era mattina pensò.

    umm... oddio, adesso mi è venuto il dubbio. comunque mi sembra più corretto: "pensò che fosse mattina" / " 'è mattina' pensò"

    CITAZIONE
    Si tolse i boxer che lanciò spudoratamente sul lavandino come un qualsiasi ragazzo “maschio” ed entrò nella doccia.

    umm mi pare che sia come ripetere la stessa cosa. [sempre che tu non intenda 'ragazzo' con funzione generale e non per il 'sesso'; ma comunque mi suona... strano ò.ò]
    magari lasciare o "ragazzo" o "maschio".

    CITAZIONE
    Gli prese un colpo quando cadde acqua fredda ed allungò immediatamente la mano per correggere l'errore e impostare il pomello sul rosso.

    manca l'azione. cioè, lui non ha ancora aperto l'acqua. quindi è da dire o sembra che l'acqua cade da sola quando lui entra. oppure è così? ò.ò no, dopo tu dici "correggere l'errore" quindi vuol dire che ha sbagliato lui ad aprire l'acqua fredda anzichè quella calda.
    perciò "quando aprendo l'acqua lo investì quella fredda; allungò quindi la mano sul pomello col bollino rosso per farla diventare calda e rimediare al suo errore"

    CITAZIONE
    Finalmente vide uscire un po' di vapore e cominciò a rilassarsi i muscoli delle braccia che aveva usato per scrivere un bel po' di ore.

    "cominciò a rilassare i muscoli delle braccia che aveva usato per scrivere un bel po' di ore" oppure "cominciò a rilassarsi".

    CITAZIONE
    Sentiva un leggero dolore al braccio e finì per guardare e accorgersi che aveva un leggero livido nel punto dove suo fratello aveva tirato un pugno.

    "al braccio e guardandoselo si accorse di avere un.." / "al braccio e si accorse di avere un.."
    "suo fratello gli aveva tirato"

    CITAZIONE
    Scosse la testa e prese lo shampoo per immergersi i capelli nella schiuma. Pensava al sogno che stava facendo.

    "per immergere" [dato che 'immerge' solo una parte di lui non tutto il suo corpo. però immergere...]
    forse anzichè immergere, 'cosparge di" umm... n, deve essercene uno più corretto di termine... umm...

    CITAZIONE
    Chiuse l'acqua ed uscì coprendosi dal bacino con una tovaglia.

    "dal bacino in giù con un asciugamano"
    tovaglia... è per il tavolo xD

    CITAZIONE
    Prese la tovaglia umida ed andò in bagno a prendere anche i boxer dal lavandino e metterli nel cesto dei vestiti sporchi.

    asciugamano e togli l' 'anche'.

    CITAZIONE
    Possibile che avesse sbagliato a scrivere.

    ci vuole il punto di domanda, oppure se vuoi farla come affermazione devi dire "magari aveva sbagliato a scrivere"

    CITAZIONE
    Ma allora perché quel messaggio, come se non sapesse chi ero né ricordasse cos'era successo ieri.

    "chi era lui" [perchè hai sempre parlato da "esterno" mentre con ero passi a parlare come se fossi Alec]

    CITAZIONE
    Increspò le sopracciglia.

    'increspare' si usa per le labbra. per le sopracciglia si usa 'accigliare'. perciò: "Si accigliò"

    CITAZIONE
    Avanzò in fretta alla porta

    umm non mi fa impazzire questa frase xD
    "si diresse in fretta verso la porta" e aggiungi "della camera"

    CITAZIONE
    “La Porche o la Jeep”, pensò. Senza dubbi andò a prendere dall'armadietto le chiavi della jeep grigio scuro.

    punto di domanda e virgola tra "dubbi" e "andò"

    CITAZIONE
    A David sembrò che suo fratello fece un sorriso.
    Partirono col la macchina.

    "facesse" e "con la"

    CITAZIONE
    David stava impazzendo e non resistette alla fine.

    qui non è sbagliato ma mi pare suoni meglio "e alla fine non resistette"

    CITAZIONE
    << Se lo vuoi sapere. Se vuoi metterti in pace con te stesso. Perché percepisco che è così, non ha niente a che fare con quello che è successo ieri...o almeno...non quando c'eri tu.>>
    Arrivarono nel parcheggio della scuola.

    "se lo vuoi sapere, se vuoi metterti in pace con te stesso - perchè percepisco che è così - ..." / "se lo vuoi sapere e vuoi metterti in pace con te stesso, perchè percepisco che è così, ..."

    CITAZIONE
    Mentre stava facendo manovra parcheggio interruppe David perché aveva visto Andrea da sola passare di li.

    "manovra per parcheggiare"
    "lì"

    CITAZIONE
    Alec sbuffò alla battuta del fratello, chiuse la macchine e corse nella direzione di Andrea.
    << David, va in classe!>>

    "macchina" e " va' "

    :DDD bravo, e ora sono stracuriosa del seguito >.<
     
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  2. Danilo Giallanza
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    Corretto ed aggiunto un piccolo pezzetto... XD a domani
     
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  3. ~•~Khloe~•~
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    Cm sempre... bravissimo dani ^^ Ti ho corretto il secondo pezzetto, dacci 1 occhiata :)

    Boston – Camera da letto di Alec

    Chissà cosa stavaesse sognando Alec per fargli uscire la saliva dalla bocca. L'iPhone gli vibrò così vicino alla guancia che gli tremò tutto il viso. Aprì gli occhi confuso guardandosi attorno: “E' mattina”, pensò. Si alzò e andò nel suo bagno a farsi la doccia. Si tolse i boxer che lanciò spudoratamente sul lavandino come un qualsiasi ragazzo ed entrò nella doccia, in tutta la sua perfezione di maschio. Azionò l'acqua (Azionó? Secondo me ci starebbe meglio "Aprí il rubinetto dell'acqua"). Gli prese un colpo quando cadde fredda ed , quindi allungò immediatamente la mano per correggere l'errore e impostare il pomello sul rosso. Finalmente vide uscire un po' di vapore e cominciò a rilassare i muscoli delle braccia che aveva usato per scrivere un bel po' di ore. Cominciò a lavarsi il petto tonico con lo Shower Gel. Sentiva un leggero dolore al braccio e guardandoselo si accorse di avere un leggero livido nel punto dove suo fratello gli aveva tirato un pugno. Scosse la testa e prese lo shampoo per cospargersi i capelli nella schiuma. Stava pensando Pensava al sogno che stava facendo aveva fatto poco prima. Andrea sopra di lui nel suo letto. Nuda. Al pensiero si guardò là sotto e fece un sorriso stentato. Aveva avuto un'erezione. Ora capiva perché tutti volevano scoparsela, se faceva questa reazione... Gli venne in mente che Andrea magari lo avrebbe aspettato. E lui non voleva fare aspettare una ragazza. Chiuse l'acqua ed uscì coprendosi dal bacino in giù con una asciugamano. Passò in camera e si vestì velocemente per poi asciugarsi la testa.
    Prese l'iPhone e scrisse un messaggio ad Andrea: “Dove ci vediamo? Alec”.
    Prese l'asciugamano umidao ed andò in bagno a prendere i boxer dal lavandino e metterli nel cesto dei vestiti sporchi. Quando tornò in camera trovò un messaggio di Andrea: “Ma chi sei? Come fai ad avere il mio numero?”.
    Non sapeva come comportarsi. Di chi era quel numero? Possibile che avesse sbagliato a scrivere? No era impossibile, il numero era il suo. Ma allora perché quel messaggio, scrittogli come se non sapesse chi era lui né ricordasse cos'era successo ieri. Increspò le labbra. Non avrebbe risposto a quel messaggio. Tirò un calcio al letto.
    << Merda!>>
    Si diresse in fretta verso la porta della camera ma appena l'aprì fu fermato da David << Che cos'hai...? Ti ho sentito...>> fece spallucce guardando la stanza << Bhè...lo sai...>>
    Alec lo guardò, la bocca chiusa ermeticamente, e prese a camminare verso il corridoio, ma David lo bloccò mettendogli una mano sul petto.
    << Aspetta...>>
    Alec sospirò e lo guardò.
    << Lo so che sei arrabbiato con me...ma...>>
    << Non ce l'ho con te. Hai fatto solo il tuo dovere di fratello ieri... non importa se io sono il maggiore>> guardò il corridoio. << Ora lasciami andare...è già una brutta giornata.>>
    David lo lasciò e lui cominciò a percorrere il corridoio a passo veloce.
    << Se hai intenzione di andare in macchina oggi...potresti darmi uno strappo?>>
    Rallentò.
    << Sí, vieni.>>
    David fece un sorriso e rincorse il fratello.
    Scesero insieme in garage. Alec si fermò a guardare le due macchine che aveva di fronte. “La Porche o la Jeep?”, pensò. Senza dubbi, andò a prendere dall'armadietto le chiavi della jeep grigio scuro. Aprì lo sportello.
    << Non andiamo con la porche?>>
    Alec lo guardò alzando un sopracciglio.
    << Va bene, va bene. Vedo chiaramente che non è giornata oggi.>>
    A David sembrò che suo fratello facesse un sorriso sorridesse.
    Partirono con la macchina. Alec non correva, era un ottimo guidatore. Sarebbe stato un silenzio di tomba Se non fosse stato per il motore della jeep ci sarebbe stato un silenzio di tomba.
    David stava impazzendo dalla curiositá e alla fine non resistette << Tutto apposto Alec?>> chiese torvo, magari perché si aspettava una certa risposta sgarbata dal fratello.
    << Se lo vuoi sapere, se vuoi metterti in pace con te stesso, perché percepisco che è così, non ha niente a che fare con quello che è successo ieri...o almeno...non quando c'eri tu.>>
    Arrivarono nel parcheggio della scuola.
    << Sei sicuro di...>>.
    << È lei!>>
    Mentre stava facendo manovra per parcheggiare interruppe David perché aveva avendo visto Andrea da sola passare di lì. Posteggiò la macchina e scese.
    << Scendi veloce!>>
    Gridò al fratello che scese di colpo in preda al panico chiedendo: << Chi c'é!? Il mostro della matematica!?>>
    Il mostro della matematica non era niente di meno che la professoressa Hughes, che insegnava alla Boston High School.
    Alec sbuffò alla battuta del fratello, chiuse la macchina e corse nella direzione di Andrea.
    << David, va in classe!>> gli gridò mentre scappava.
    Raggiunse Andrea che andava dritta verso il cortile della scuola. In quel posto c'era un punto dove le telecamere della scuola non potevano riprendere quel che accadeva. Ottimo per potersi fumare una sigaretta in santa pace. Andrea stava andando proprio in quel luogo, magari per incontrarsi con le amiche e fumare una sigaretta prima dell'inizio delle lezioni.
    << Hey Ehi!>>
    Alec le spuntò di dietro facendole cadere per lo stupore il pacchetto di sigarette che nascondeva nella borsa. Si abbassò velocemente per vedere se qualcun l'avesse vista, entrando quasi in panico.
    << Ma sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un colpo! Dio Santo...>>
    Si spostò i capelli di lato mentre sbuffava scocciata.
    << Scusami (non ci va il punto)>>
    Alec sorrise.
    << Scusami...cosa!? Ma chi sei!? Chi ti conosce!?>>
    << Sono Alec...ci siamo conosciuti ieri...avevi detto che saremmo venuti insieme stamattina (non ci va il punto)>>
    Il bianco sorriso scomparve. (???)
    << Oddio...seriamente? Eri tu quello che mi ha mandato il messaggio stamattina?>>
    Allora il numero non era sbagliato, tuttavia non capiva che stava succedendo.
    << Sí...>>.
    Spalancò gli occhi.
    << Senti...non so che razza di pervertito sei, ma ti avverto: stammi lontano o chiamerò la polizia. Ah! Cancella il mio numero!>>
    Si girò facendo uscireuscendo dalla borsa una sigaretta nascondendola bene tra la mano.
    Alec restò lì, di stucco e senza parole. Adesso era più confuso di prima. “Ma che cavolo...?”, ripeté nella sua testa. Non capiva niente: il giorno prima gentile e il giorno dopo scontrosa. Era il mondo che stava andando in pezzi o la sua testa? Stava impazzendo? Si mosse lentamente indietro, e girandosi continuò a continuare perplesso a camminare. Aveva subito un shock mentale. Ma che diamine le era successo? Si fermò di botto, una scintilla gli illuminò il cervello. Forse Zack aveva scoperto qualcosa, o almeno lo sospettava e lei per proteggerlo aveva inscenato tutto, per il bene di tutti e due. Sperò seriamente che fosse così, perché non aveva idea di come spiegarselo per stare bene in pace con se stesso. Una goccia gli cadde sulla mano. Alzò gli occhi al cielo: era grigio con sfumature bianche. Stava per mettersi a piovere; forse un temporale. Entrò dentro e si diresse a l'ora di matematica.

     
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  4. Danilo Giallanza
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    Come sempre...grazie Klo <3
     
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  5. dark_angel_666
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    povero Alec :( mi dispiace un sacco per lui :(, mi è così simpatico!!
    comunque ancora complimenti, sei molto molto bravo danilo!! ;)
    sono curiosissima di sapere come evolve la situazione; il fatto di Andrea, della rana e della ferita di Alec che guarisce da sola mi riempie di curiosità, voglio sapere perchè sta succedendo tutto ciò e come Alec e Andrea sono collegati (se lo sono xD)....posta presto!!
    p.s. di nuovo grazie dell'mp ;)
     
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  6. ironic;
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    complimenti per il nuovo pezzetto!
    più tardi (o in questi giorni... appena riesco insomma) te lo correggo ;D

    voglio il seguito, non è giusto lasciare le cose così ç_ç xD
     
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  7. Danilo Giallanza
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    Già ho scritto 4 pagine ^.^ a tra poco posto il CAP 3!
     
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  8. ~•~Khloe~•~
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    Voilá la tu acorrezione ^^ ottimo lavoro XDDDDD

    Non riuscì a stare attento per tutta la durata della lezione, aveva troppe immagini confuse in mente. Doveva andare in bagno, ma il più vicino era quello dove aveva parlato con Andrea, quindi non gli sembrava il caso. Entrare lí sarebbe stato essere sommerso da mille pensieri. Avrebbe resistito ancora per un altro po'. Adesso doveva dirigersi nell'ala est dell'edificio per la lezione di storia del professore Hayes. Entrò nell'aula a passo felpato dirigendosi ovviamente all' verso l'unico posto libero in mezzo alla classe. Il professore cominciò a spiegare un argomento diverso da ieri. Cavolo, proprio ora che cominciava ad interessarsi sulla alla caccia alle streghe! Seguì lo stesso la lezione, questa volta cercando di non addormentarsi.
    << Voglio fatto per domani un'argomentazione scritta...adesso invece voglio che mi portiate il compito che avevo lasciato ieri per oggi. Posatelo sulla cattedra mentre uscite.>> disse il professore Hayes con un aria di superiorità.
    Alec si avvicinò alla cattedra solo dopo che fossero usciti tutti. Diede il compito in mano al professore che lo prese guardandolo fisso in faccia.
    << Sono più di tre pagine signore...>> abbassò lo sguardo.
    Hayes sbuffò e sorrise subito dopo esaminando dopo aver esaminato velocemente la tesina. Alec alzò lo sguardo.
    << Bene, bene. Signor Dale, ha fatto un ottimo lavoro. Mi meraviglio dopo il calo di sonno di ieri mattina.>> continuava a guardarlo fisso negli occhi, alzando la testa dato che Alec era più alto.
    << Mi scusi professore, non succederà più>> si grattò il collo.
    << Lo spero>> si sedette sulla sedia a controllare di nuovo il suo compito << Adesso vada>> si mise gli occhiali.
    << In realtà professore, vorrei mostrarle una cosa...>> prese dalla tracolla un foglio e lo diede a Hayes che lo osservò con precisione attenzione << Sono dei simboli che risalgono alla caccia alle streghe di Salem>>.
    Hayes poggiò il foglio sul tavolo e lentamente spostò la testa su Alec.
    << Lo so...peró non capisco perché me lo chiede>> si tolse gli occhiali mostrando uno sguardo scrutatore.
    << É proprio per questo che vorrei mostrarle questo>> uscì tiró fuori da sotto la dalla maglietta il ciondolo d'argento. << Speravo che potesse dirmi qualcosa>> si leccò le labbra aspettando una risposta.
    Lo sguardo di Hayes si fece subito cupo. S'alzò e rimettendosi gli occhiali esaminò il ciondolo << Dove lo hai preso...?>> guardò Alec dritto negli occhi.
    Alec si accorse che qualcosa nel suo tono non andava. Optò per una futile bugia come risposta, giusto per sicurezza.
    << L'ho vinta ad un'asta su eBay>>
    << L'hai vinta...>> qualcosa nel suo sguardo non andava.
    Cercò di farsi strada in quella fitta nebbia.
    << Perché cosa ha che non va?>>
    << Niente di strano. Solo... é solo una bella collana>>
    Alec spostò gli occhi osservando di lato il muro (???) e facendo uno strano rumore con il labbro.
    << Nient'altro no i punti di sospensione)? La luna che c'è incisa è raffigurata in quelle immagini.>> indicò il foglio che aveva dato ad Hayes << Deve saper dirmi qualcosa, é una mia curiosità.>> incrociò le braccia.
    << Niente che non sai già a quanto pare...é un simbolo che veniva molto spesso usato molto spesso nella stregoneria. Un bene che adesso sia soltanto raffigurato...>>
    << Perché ho l'impressione che non me lo voglia dire?>>
    Hayes si oscurò fece scuro in volto. Sembrava quasi arrabbiato.
    << Perché voi ragazzi vi documentate troppo sulle cose sbagliate? Il ripasso della seconda guerra mondiale di prima non ti le è piaciuto?>>
    Alec lo guardava continuó a guardarlo in modo insistente e lui sospirò << Male. Qualsiasi cosa riguardi la stregoneria è male, e il male bisogna deve essere estirpato...è il nostro compito...>> guardò Alec in un modo strano, come in attesa in lui di un'emozione o comportamento.
    << Tutto qui?>> Alec lo guardò deluso.
    Hayes sospirò. << Tutto qui...>>
    << Che peccato...sembrava interessante. Ma su internet non trovo niente e oltre a lei non conosco nessuno che possa dirmi di più>> Scocciato prese il foglio con le immagini dalla cattedra.
    << Forse è meglio che tu lei non indaghi più su questo...>> gli prese il foglio dalle mani << Tanto ti sei si é già meritato una bella A (no puntini di sospensione)>> si allontanò col foglio e lo chiuse in una carpetta giallo-senape << Credo che tu lei adesso debba dovrebbe andare>> intendeva disse riferendosi all'inizio della lezione di anatomia.
    << Va bene...>> guardò per terra e poi di nuovo Hayes << Allora...vado...>> fece segno della porta dietro di sé.
    Hayes annuii.
    << Okay...arrivederci e...grazie...>> si girò perplesso e uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
    Questo sí che era un comportamento davvero molto strano, certo voleva saperne insistentemente di più sul simbolo, ma così si era guadagnato dal nulla una A. Nemmeno Non aveva nemmeno controllato il compito. Era strano. Tuttavia della stranezza non gli interessava granché, quindi sorridente e compiaciuto a grandi passi si avviò a grandi passi nella verso la classe della professoressa Evans, ma prima di arrivarci andò in bagno, perché laggiù nei suoi jeans c'era un assoluto bisogno di urgenza o sarebbe scoppiato.
    Quando entrò nel laboratorio di anatomia gli prese un colpo vedendo Andrea seduta che si specchiava. Il laboratorio era tutto pieno, ognuno col suo compagno di banco. Andrea si accorse di lui e spalancò gli occhi, che rimasero fissi ad osservarlo. La sua compagna di banco oggi non c'era. Dovevo per forza sedersi con lei, ma sapeva benissimo come sarebbe andata. Cercò di filarsela ma una mano sulla spalla lo fermò.
    << Dove vai? Su siediti si sieda là>> indicò il posto vacante vicino Andrea, che avendo sentito si mise una mano sulla fronte. (visto che nel discordo con il prof di prima avevi iniziato con il prof che gli dava del "lei", dovresti continuare cosí, e non passare al "tu")
    Alec si girò, ma già dalla voce aveva capito che fosse la professoressa Evans.
    << Che guardia? Andiamo su! Non ho tempo da perdere>> sorrise e lo spinse leggermente verso il posto mentre lei si sedeva alla sua cattedra.
    Senza parole avanzò fino al posto e si sedette di fianco all' “Andrea impazzita”.
    Lei si girò lentamente << Allora...cerca di non darmi fastidio>>
    Lui fece finta di niente, ma poi rispose << Non capisco cosa ti sia successo...>>
    Si accigliò << Cosa mi è successo...? Niente. Sinceramente sono sempre la stessa. Tu, invece, mi arrivi di colpo al parcheggio, mi fai saltare in aria, mi parli come se ci conoscessimo, ah! Per di più mi mandi i messaggi di appuntamento senza che io ti conosca affatto. Cose da pazzi...>> si girò ad osservare la cattedra.
    Alec si appoggiò con una mano al tavolo e si sporse leggermente verso lei. << Sei stata tu a chiedermelo e a darmelo! Sempre se poi non era tutto uno scherzo del...>> osservò qualche ragazzo che lei conosceva << Tuo gruppo.>> cercò di mantenere la calma.
    Andrea lo fissò torva << Mi prendi per una scema? Me lo ricorderei se ti avessi dato il mio numero. Poi l'appuntamento! Tzè! Magari mi hai scambiata per la bella copia di tua cugina...>> sospirò superiore.
    Alec alzò la testa chiudendo lentamente gli occhi per poi riaprirli appena si girò dalla sua parte << Come se non dai appuntamenti a tutti dappertutto! Per favore...stai zitta...vorrei seguire>> adesso era lui ad avere in mano la situazione.
    Andrea rimase a bocca aperta.
    La professoressa mise un ranocchio sul loro banco << Direi di cominciare l'anno con le rane. Divertitevi.>> sorrise e passo al banco adiacente.
    Alec prese il bisturi ma Andrea scocciata glielo prese dalle mani violentemente. << Dammi faccio io!>>
    Alec alzò le mani a mezz'aria per lasciarla fare e osservò mentre avvicinava il bisturi al ranocchio.
    << Inizialmente dovete incidere leggermente l'addome da sopra verso il basso inizialmente! Spero che vi ricordiate...>> la Evans gridò dal fondo del laboratorio.
    Appoggiò il bisturi tremante alla pancia del ranocchio che tremava come se sentisse freddo nonostante fosse morto. Ebbe un tremito quando lo affondò.
    Alec intuì che lei avesse un qualche problema. << Dammi faccio io...>> avvicinò la mano per prendere il bisturi.
    << Lascia! Ho detto che faccio io!>> alzò velocemente il bisturi ferendo Alec nel palmo della mano. Un taglio superficiale ma abbastanza da far uscire qualche goccia di sangue.
    << Oddio scusa...!>> lasciò cadere il bisturi che cadde per terra e si mise le mani sulla bocca.
    Alec non disse niente. Guardava solo il sangue, scurissimo, gocciolare sui vestiti, sul banco, sulla rana.
    << Tutto apposto ragazzi?>> domandò la Evans.
    Alec a quel punto si girò per risponderle perché Andrea non lo avrebbe fatto. << Si.í>>
    Cercò di tranquillizzarsi alla vista del sangue che Alec stava pulendo segretamente dal banco e sulla maglietta.
    << Mi dispiace... Alec>> gli prese la mano ferita.
    Alec si fermò dal pulire. L'aveva chiamato per nome e gli aveva preso la mano. Cosa diamine stava succedendo...?
    << Non fa niente...>> la osservò cupo << È solo un po'... di sangue>> si osservò il taglio, ormai si vedeva solo una leggera striscia rosso scuro.
    << È così strano...ha un odore...>> Andrea stava avvicinando la mano al viso ma Alec la ritrasse di colpo.
    Tutto era così strano. Andrea adesso era troppo gentile.
    << Forse è meglio che vada...>> prese la tracolla.
    << No...>>
    Andò via lasciandola e si avviò alla cattedra. << Mi sono tagliato>> quasi tutti in quel momento lo stavano guardando, ma non diedero molta importanza all'accaduto.
    << Vada in infermeria Alec, veloce>> sorrise.
    Si avviò alla porta quando fu strattonato per il braccio dalla Evans che stava annusando il sangue.
    << Professoressa, cosa sta facendo!?>> teneva stretta la presa.
    Tutti adesso stavano guardando. Non c'era più nessuno che parlasse, solo silenzio.
    << Oddio...!>> Andrea gridò.
    << Che succede!?>> mollò il braccio di Alec per alzarsi è andare da Andrea.
    << La rana! È...viva! Era morta un momento fa!>> la rana saltò giù dal banco e Andrea si ritrasse contro il muro << Per favore non fatela avvicinare a me! Ho paura!>>
    Adesso capiva perché tremava. Tutti scoppiarono a ridere e lui ne approfittò del trambusto per scappare silenzioso dalla classe. Uscito dalla classe si appoggiò al muro. Controllò la mano. Il sangue si era asciugato lasciando un sottile strato di crosta.
    << Questo non è normale...>> sussurrò tra se e se. << Non è normale...>>
    Notò da lontano il cartellino azzurro e quadrato raffigurante un omino maschile e si diresse in bagno. Aprì il rubinetto e si lavò le mani. La crosta se ne andò lasciando solo il rossore ai bordi del taglio. Si cominciò a chiedere se fosse un brutto sogno, ma il pizzicotto che si diede gli fece capire che si sbagliava. Questa era la realtà, e proprio per questo non si sapeva spiegare l'accaduto. Cercava in tutti i modi di capire, ma niente. Non aveva la minima idea di come porre in modo normale la situazione. Poi quella rana zombie che saltellava sul pavimento. Aveva giurato di aver visto Andrea recidere leggermente l'addome. Forse non era morta. Forse faceva semplicemente finta... non sapeva neanche da dove cominciare: era tutto così assurdo!
    Si guardò la ferita. Forse era meglio disinfettare, dopotutto quella lama maledetta era stata usata su un altro corpo. Poteva infettarsi e non aveva voglia di farsi fare una puntura non ne aveva.
    Si guardò intorno prima di uscire dal bagno, non volevando imbattersi in nessuno. Quando fu sicuro che il corridoio fosse libero corse furtivamente in infermeria. Aprì la porta e la sbatté con forza alle sue spalle. L'infermiera saltò in aria << Che succede?>> si mise una mano sul cuore.
    Alec aveva il fiatone e cercò di diminuire il flusso di aria che andava e veniva velocemente dai polmoni.
    Si avvicinò lentamente e le porse la mano mostrandole il taglio << Dovrei medicare questa...>>
    Lo guardò torva e gli controllò la mano. << Ah, niente di grave. Bisogna soltan...>> si bloccò osservando la mano.
    << Bhè!?>> si agitò.
    << Calmo occhi belli..!>> sorrise e riosservò la mano << È solo che...non ho mai visto del sangue così scuro...>>
     
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  9. ironic;
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    concordo con la correzione di Khloe (brava : D) ma una frase non mi convince:
    CITAZIONE
    Entrare lí sarebbe stato essere sommerso da mille pensieri.

    "EntraNDO lì sarebbe stato sommerso da mille pensieri".
    o meglio ancora, "EntraNDOCI sarebbe stato sommerso da mille pensieri"
     
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  10. ~•~Khloe~•~
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    grz iro ^^ si hai ragione scu mi é sfuggito XD
     
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  11. Danilo Giallanza
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    Capitolo 3


    Boston - Mystic River

    Hayes si incamminò tra la fitta boscaglia, calpestando rami secchi di pini e certe volte quasi inciampando nel terreno dissestato e fangoso per via della pioggia. Non era un granché abile come i suoi compagni guerrieri dell'Ordine di Salomone, ma era pur sempre un membro e molto fondamentale nelle missioni di tutti i giorni. Non era un guerriero, ma una sentinella. Riferiva qualsiasi cosa ai suoi superiori che poteva sembrare strano. E poi era stato avvertito da non poco di tenere d'occhio i fratelli Dale. Ma adesso aveva un qualche dubbio su uno di loro. Ed era necessario avvertire al più presto. Se sarebbe dovuto morire, se ne sarebbe andato all'altro mondo con l'anima pulita, prima che potesse commettere qualche atrocità. Sentiva il forte e imponente sgorgare delle acque del Mystic. Dopotutto il nome di quel fiume era azzeccato per l'incontro che aveva programmato con estrema urgenza con i suoi fratelli. Per un momento pensò di essersi perso, ma si ricredette quando sentì un tonfo sul terreno di qualcosa. Kraghen era al suo cospetto a viso scoperto, senza cappuccio anche se la leggera pioggia gli bagnava la chioma fluente di capelli biondi, che facevano notare a malapena i suoi occhi scuri e feroci. Poteva avere una trentina d'anni. Da dietro una albero al suo fianco uscì un altro guerriero, dai capelli neri e corti e con una cicatrice sulla guancia sinistra e un lieve graffio a destra del mento. Maneggiava un coltello lanciandolo su e giù per gioco. Un altro fruscio alle spalle e ne uscì una donna ed un uomo. La donna aveva i capelli castani e corti e due occhi giovani da cerbiatta, mentre l'uomo era basso di statura e di corporatura robusta e teneva tra le mani una strana balestra.
    Si voltò lentamente verso Kraghen togliendosi gli occhiali e asciugandoli con la camicia. << Tutto bene...Kraghen?>> si rimise gli occhiali.
    << Andiamo al sodo professore...>> rispose rude senza pazienza.

    B.H.S. - Ala est

    Alec uscì dall'infermeria un po' sconcertato, ma per fortuna era calmo perché l'infermiera aveva detto che era tutto nella norma. Il taglio sarebbe guarito tra una settimana minimo. L'aveva medicato mettendogli della semplice acqua ossigenata per purificare , poi una specie di crema cicatrizzante e alla fine l'aveva bendato. Tutto nella norma. In effetti l'infermiera non aveva avuto nessun attacco isterico nei suoi confronti, eppure il sangue ce l'aveva davanti gli occhi. Perciò il suo “liquido rosso scuro” non aveva niente di strano. Quindi i comportamenti strani di Andrea, ovvero gli sbalzi di umore e di memoria erano per colpa sua. Magari aveva una qualche malattia di cui non era al corrente. Ma ancora non si spiegava la reazione della Evans. Forse era meglio mettere una pietra sopra a tutto questo. Non doveva dimenticare che in questi giorni era stato sopraffatto da mille tipi di emozioni diverse, tutte d'un colpo. Cercò di sopprimere ogni cosa.
    Prese a camminare quando un fischio da dietro le spalle gli fece salire un brivido lungo la schiena.
    << Dove vai?>> una piccola risata di una voce sconosciuta.
    Alec si girò lentamente. Quando vide il coach dei Black Tiger, la squadra di lacrosse della B.H.S., sapeva benissimo chi era. E sapeva anche che non era niente di buono. Dopotutto allenava Zack, quasi erano della stessa pasta.
    << Dice a me signore?>> si indicò.
    Il coach si guardò attorno: nel corridoio non c'era nessuno. << No, parlo da solo con l'angelo di mia nonna! Certo che dico a te, ragazzo!>> sbuffò e lo esaminò con lo sguardo. << Su avvicinati bellezza!>>
    Non aveva capito la battuta ma si avvicinò al coach che lo strinse per le spalle.
    Alec lo guardò torvo.
    Il coach gli tastava i muscoli delle braccia << Bene...un po' di allenamento e saranno apposto tra qualche mese...>>
    Ad Alec il cuore cominciò a battere troppo forte. << Allenamento!? Saranno apposto!? Per cosa!?
    Il coach gli tirò un leggero pugno agli addominali. << Per la squadra, ovvio! O almeno se sei capace di giocare...voglio che vieni a vedere gli allenamenti.>>
    Alec scosse la testa. << Ma quando!?>>
    << Adesso!>>
    << Adesso? Adesso non posso, devo andare a lezione. E in qualsiasi caso non sarei venuto. Poi se mi vedesse giocare sicuramente desidererebbe non avermi mai incontrato. Non ho mai giocato in vita mia!>>
    Il coach gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con un sguardo feroce e offeso. << Io non sbaglio mai sui miei giocatori. E tu sei un giocatore per me adesso. Non puoi dire di no a me...>>
    Alec restò a bocca aperta.
    << Poi ti ho appena visto sai. Correvi a tutta birra per il corridoio, non so dove, però credo che tu non voglia una bella nota di comportamento. Sai quali sono le regole. Però se decidi di venire almeno a provare, potrei chiudere un occhio.>> fece l'occhiolino.
    Adesso pure i ricatti ci mancavano. Sapeva che parlare con uno stronzo del genere non avrebbe portato a niente di buono.
    << Credo di non avere scelta>> fece un sorriso forzato.
    << Bravo ragazzo! Vedremo se avevi ragione tu o io! Anche se credo che non ci sarà partita sul risultato.>> strinse il pugno nell'altra mano. << Poi mi serve qualche giocatore in panchina. E poi chissà...magari arriverai in prima linea>> gli diede un buffetto in testa. << Ti aspetto agli allenamenti. Io vado in segreteria a farti astenere dalla tua lezione. A proposito ragazzo, il tuo nome?>>
    Per un momento gli venne in mente di mentire. << Alec Dale, signore>> disse scocciato.
    << Perfetto! Mi aspetto che tu sia puntuale...>> lo guardò con quello sguardo assassino e se ne andò fischiettando.
    Alec diede un calcio al muro. << Merda!>> si girò e vide in corrispondenza dell'incrocio del corridoio Zack che lo guardava disgustato per poi andarsene.
    Adesso ci mancava solo lui. Non aveva ancora pensato alle conseguenze che comportava la possibile entrata nella squadra di lacrosse della scuola, dove chi comandava era Zack. Non voleva neanche pensarci e l'occhiata che gli aveva appena dato non prometteva bene. Ma tanto era inutile riflettere e cercare di trovare una scappatoia, non aveva scelta. Era meglio andare a quegli stramaledetti allenamenti. Arrivò all'altro corridoio e la differenza con quello del quale era arrivato, era che in questo c'erano persone, sicuramente per il cambio dell'ora. Appena arrivò al suo armadietto ci fu sbattuto contro. Con forza cercò di girare la testa. Zack...
    << Cosa vuoi fare Dale?!>> disse assestandogli un altro spintone.
    Alec guardò i ragazzi nel corridoio che li guardavano. “Cazzo!”, gridò nella mente.
    << Io? Niente!>> uno strattone di braccia e si sciolse dalla presa di Zack, al quale arrivò un pugno di striscio in faccia.
    Zack si asciugò il sangue che colava dal labbro con la manica bianca della camicia. << Mi hai...colpito.>> lo stava guardando in preda al raptus di ucciderlo.
    Alec alzò le mani in difesa. << Giuro! Io non ho fatto niente! Hai fatto tutto da solo!>>
    Tutti si misero a ridere ed ad Zack non piacque la sensazione di essere preso per il culo. Una cosa nuova finalmente.
    << Ti spacco la faccia...>> si buttò a capofitto contro Alec.
    I due si stavano prendendo a pugni, ed Alec si stava difendendo bene. Lui restò sorpreso quanto Zack.
    << Smettetela subito!>> il professore Hayes buttò un grido così stridulo che i due si sciolsero violentemente. Alec sbatté di nuovo contro l'armadietto. Zack sospirò scocciato.
    << Voi! Cosa avete da guardare?! Mi sembra che dobbiate andare a lezione! Su, filate!>> Hayes si era rivolto all'intero gruppo di ragazzi che si era adunato attorno a loro.
    Intanto Alec stava posando i libri nell'armadietto.
    << Quanto a voi...seguitemi.>> disse, ed osservò Alec mentre quest'ultimo e Zack gli si avvicinarono. Aveva paura che potesse rivelare il suo lato peggiore. Proseguì per il corridoio seguito dai due. Li portò in presidenza.
    “Oddio...guarda dove sono finito per colpa di un deficiente”, pensò Alec quando vide la targhetta sulla porta.
    Hayes bussò alla porta.
    << Avanti...>> una voce rispose dall'altro lato della porta.
    Hayes aprì la porta e la preside della B.H.S. ci guardava fissi.
    << Professore...non mi dica. Una lite>> disse questa signora bionda sui trent'anni.
    Hayes annui. << Esattamente.>>
    << Come se non fosse una novità...non chiedo nemmeno il motivo.>> li scrutò per bene increspando le sopracciglia.
    << Come devo punirli?>>.
    La preside si mise una mano sulla tempia. << Li mandiamo in cella di isolamento...Andiamo professore! La solita punizione...>>
    Lui stette zitto. Lei lo guardò.
    Ritornò a guardare i ragazzi. << Due ore serali non guasteranno le quattro pomeridiane. Potete andare.>> stavolta si mise entrambe le mani sulle tempie. Sicuramente aveva un'emicrania.
    Si voltarono e Zack sorrise scocciato.
    << Un'altra cosa...>> li fermò Hayes. << Non fatevi ritrovare di nuovo a picchiarvi, perché la prossima volta la pena sarà la sospensione.>>
    Quando uscirono di classe Zack non disse nulla e se ne andò per conto suo. Tanto tra qualche minuto si sarebbero rincontrati agli allenamenti. Ma che lui lo evitasse di già era una cosa molto positiva.
    Si avviò lentamente al campo di lacrosse. Vide suo fratello voltare l'angolo di un corridoio e lo inseguì correndo. Magari se ci fosse stato David con lui sarebbe stata più sopportabile, l'agonia. Poi era sicuro che avrebbe saltato una lezione per lui.
    << David!>> chiamai. Si girò sorridendo.
    << Fratello!>> Si fermò quando capì che gli stava correndo in contro.
    << Un favore...>>
    << Proprio a questo serve un fratello no?>> gli mise una mano sulla spalla. << Dimmi.>>
    Alec chiuse la mano in un pungo e alzò spallucce in segno di implorazione. << Potresti venire con me a vedere gli allenamenti di lacrosse che iniziano tra poco?>>
    David corrugò leggermente le sopracciglia e si mise a braccia conserte. << Da quando ti interessa il lacrosse? Io devo implorarti ogni volta per giocare con te...>>
    Alec sospirò e mise le mani sulle spalle del fratello. << Lunga storia! E poi sono io che adesso imploro te...>>
    << Si, si. Va bene. Tanto ho l'ora libera.>> sbuffò
    << Ah..>>
    David mise il braccio intorno al collo di Alec e cominciarono a camminare.
    << Però raccontami.>>

    B.H.S. - Sala professori

    Hayes accese il telefonino e compose il numero su uno di quelli usa e getta.
    << Spero che hai un buon motivo per comporre questo numero...>>
    La voce rude di Kraghen era spaventosa anche per telefono
    << Il ragazzo. Prima ha dimostrato una certa aggressività nei confronti di un alunno. Penso che sia lui la pecora nera della famiglia. Credo che stia già cominciando a trasformarsi.. Anche perché stanotte c'è luna piena...>> Hayes sembrava preoccupato.
    Un sospiro e un attimo di silenzio da parte di Kraghen e poi solo una frase: << Morirà prima di vederla nel cielo>> detto questo staccò la chiamata.
    Hayes fece tre passi e si sedette su una poltrona in pelle sintetica nera.
    << È per il suo bene...>>

    B.H.S. - Campo di lacrosse

    Alec e David si sedettero su uno degli spalti umidi in legno ai lati del campo fangoso di lacrosse. I giocatori erano di già in campo, e più di una volta Zack aveva controllato gli spalti per vederlo arrivare. Alec aveva sentito il suo grugnito di rabbia nella sua mente. Ma che aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? I giocatori si erano posizionati. Il coach fece un fischio in modo che la partita d'allenamento potesse iniziare. Neanche era passata la prima mezz'ora che la squadra di Zack era in netto vantaggio. Eppure insieme al completo le due squadre formavano i Black Tigers. Ma qualcosa gli fece capire che era tutto merito di Zack. Non c'erano un granché di tifosi, forse per il freddo della giornata. Anche se però a lui importava ben poco, sotto la sua giacca stava bene. Oltre poi a non avere scelta perché era obbligato a guardare gli allenamenti di cui non gliene fregava un accidente. Per fortuna c'era David, spalla a spalla con suo fratello; pronto a schierarsi, sempre, dalla sua parte qualunque cosa sarebbe successa. Qualunque cosa, giusta o sbagliata che fosse...li, pronto a fargli da scudo, come avrebbe reagito anche lui se fosse stato al suo posto. Fratelli. Un legame profondo.

    La partita era quasi finita. Il coach certe volte guardava Alec per vedere se non se la fosse svignata. Ma lui era li fermo. Cosa poteva fare in ogni caso? Però doveva ammettere che guardare la partita gli stava facendo bene: dimenticare, o almeno, attenuare in quel momento il ricordo di quel che era successo in classe. Però si sa, i ricordi vengono a cercarti ovunque tu sia: Andrea gli passò proprio davanti in quel momento. Senza degnarlo di uno sguardo. Merda, mancava poco è gli squarciava una mano! Continuò a fissarla per un po' senza dare nell'occhio, ma qualcuno se ne accorse: Zack. Lo capì quando sentì il braccio del fratello accanto l'orecchio sinistro. Aveva bloccato la palla che Zack gli aveva lanciato. I suoi riflessi dovevano essere stati fulminei a quanto pare per non accorgermi di niente. Alec guardava l'espressione del fratello molto seria. A quanto pare l'aveva fatto appositamente. Era molto probabile che avesse visto Alec guardare la ragazza troppe volte. La partita era finita. Si era pure chiesto da quanto tempo stava scrutando Andrea. Dopotutto Zack non aveva tutti i torti, era la sua ragazza, e non capiva perché andava dietro ad una come lei. Ieri in quel bagno l'aveva fatto sentire bene. Decise di stare il più lontano possibile da Andrea.
    Alec si alzò proprio nel momento in cui David lanciò indietro la palla in campo. Zack stava guardando in cagnesco tutti e due, poi si girò e raggiunse gli altri ragazzi diretti agli spogliatoi. Alec guardò David, ma nessuno dei due osò parlare, si guardarono e basta. Poi David prese la sua tracolla e gli sorrise. Si, suo fratello sarebbe stato sempre dalla sua parte.

    B.H.S. - Aula di storia

    Alec entrò nella classe di storia un po' seccato. Quando vide Hayes seduto alla cattedra intento a leggere un libro sui nativi americani lo salutò silenziosamente ed andò a sedersi al primo banco di sinistra della fila centrale. Ben presto sarebbe arrivato anche Zack e questo non gli piaceva affatto. In questi giorni gliene erano capitate di tutti i colori. Ma che aveva fatto di così male? Perché il mondo ce l'aveva sicuramente con lui. Guardò fuori dalla finestra e si accorse che il tempo stava peggiorando.
    << Puoi chiudere la porta Zack.>> Hayes si stava riferendo a Zack che era entrato silenzioso in classe.
    Aveva solo fatto tre passi, tornò indietro e chiuse la porta. Hayes lo invitò a sedersi con lo sguardo. Oltrepassò Alec senza degnarlo di uno sguardo, forse era meglio così. Si sedette di lato dietro a lui, nella fila di destra. Era una brutta sensazione sentirsi osservati dietro le spalle.
    Hayes chiuse il libro e lo posò gentilmente sulla cattedra. << Come vedete sto leggendo. Quindi se avete compiti o qualcos'altro da fare non vi disturbate a farlo.>> detto questo riprese il libro in mano e si rimise a leggere.
    Alec sentì solo aprire la tracolla di Zack alle sue spalle e sbattere un quaderno sul banco. Sentiva brividi alla schiena che scendevano come le cascate del Niagara e risalivano come geyser. Immaginava quegli occhi che lo fissavano dalla testa ai piedi e non riusciva a stare tranquillo. A dir la verità era per lui una situazione imbarazzante. Ebbe il coraggio di girarsi lentamente facendo finta di prendere anche lui qualcosa dalla borsa. Restò sorpreso quando vide Zack per i fatti suoi che disegnava o almeno ci provava su un foglio. Prese un quaderno dalla borsa e si rigirò silenzioso. Chissà perché ma si aspettava di peggio, e non aveva tutti i torti. Si mise a fare anche lui scarabocchi sul quaderno, disegnando lune crescenti e fasi lunari in genere. Era molto preso da questo nelle sue ultime ore passate, non riusciva a togliersele dalla testa. Il ticchettio dell'orologio faceva da base ad ogni schizzo di matita, ogni disegno una nota musicale sulla carta.
    << Credo che per oggi possa bastare.>> Hayes si alzò dalla poltrona e posò il libro che stava leggendo nella sua cartella. << Siete stati molto silenziosi e tranquilli e questo è apprezzato. Spero vivamente che nessuno dei due si comporti come oggi. Adesso potete andare.>> si mise a braccia conserte.
    Zack sfrecciò verso l'uscita salutando con un cenno il professore. Lui invece stava per posare il quaderno nella cartella quando Hayes bloccò il quaderno con una mano. Era stato molto veloce a muoversi.
    << Vorrei sapere cosa stava disegnando.>> prese il quaderno e lo aprì.
    Gli palpebre gli si spalancarono come delle serrande e Alec capì che non era niente di buono. Doveva ripassare non diventare fumettista.
    << Mi scuso per la curiosità.>> sorrise. << Ti vedevo immedesimato in quel che facevi. Come dire, attratto!>> ridiede il quaderno. << A domani Alec.>>
    Posò sbalordito il quaderno al suo posto. << A domani professore.>>
    Uscì a passo veloce dalla stanza e si diresse all'uscita più vicina. Girò l'angolo del corridoio e qualcosa lo scaraventò all'indietro. Sbatté la testa e per un secondo vide appannato. Un volto, poi due e poi ancora tre gli affiorarono davanti, i loro volti sbiaditi. Non capiva cosa fosse successo, sentiva solo la testa bagnata. Ma non era acqua, era sangue.
    << Questo è la mia vendetta Dale.>>
    Una voce. Conosceva quella voce. Era Zack. Il suo volto cominciò a riaffiorare. I suoi due amici lo presero e lo tirarono su tenendolo per le braccia.
    Zack gli tirò un pugno in pancia. << Questo e per aver toccato la mia ragazza!>>.
    Alec ansimò. La vista gli era quasi tornata e lo stordimento era stato superato dal dolore.
    Zack rise. << Guardatelo. Non sei così forte dopotutto senza il fratello. Io l'ho sempre detto che l'unione fa la forza, è un fatto: noi siamo tre, tu sei da solo. Ma se l'unione non c'è come nel tuo caso. Già, le cose cambiano.>>
    << Sei solo un codardo.>> Tossì dal dolore provocato dal pugno.
    << Non ne hai mai abbastanza!>> si avvicinò per assestare un altro colpo, ma Alec gli mollò un calcio frontale in faccia e successivamente per liberarsi due gomitate in faccia agli altri due ragazzi che si buttarono per terra. Alec scappò ansimante già per la scalinata.
    << Prendiamolo!>> Zack si fiondò all'inseguimento seguito dai due.
    Alec arrivò nel parcheggio della scuola e salì sulla jeep. Per fortuna teneva le chiavi in tasca perché la borsa era per terra nel corridoio. Mise in moto e partì sfrecciando prendendo di netto lo specchietto di una macchina. Una luce abbagliante spuntò dallo specchio retrovisore.
    << Merda!>>
    Aveva Zack alle costole. Il fatto che la scuola si trovasse fuori Boston non era un vantaggio. Non poteva chiedere aiuto a nessuno, quelle strade erano vuote a quell'ora. Vide una stradina che si inoltrava nel boschetto. Pensò che forse da li avrebbe potuto seminarli più facilmente avendo una quattro per quattro. Sgommò sull'asfalto ed entrò bruscamente. Ma non fu abbastanza, aveva ancora la Golf di Zack alle costole. Le luci del quartiere andavano perdendosi tra la boscaglia e la strada cominciava ad essere più buia. Ad un tratto vide la macchina di Zack frenare bruscamente dallo specchietto retrovisore che stava guardando continuamente. Alec sorrise, guardò la strada e a quel punto vide lo strapiombo. Sterzò di colpo e la jeep si capovolse a causa della strada sdrucciolevole e finì giù rotolando sullo strato di rocce. La macchina di Zack fece retromarcia e sfrecciò dalla parte opposta. La jeep giaceva fumante distrutta nello strapiombo. Una scheggia di vetro del parabrezza aveva preso in pieno la fronte di Alec che aveva una sguardo perso nel vuoto. Nessun alito di vita, tutto era completamente fermo a parte le gocce fluenti di sangue scuro che cadevano dalla fronte. Era morto.

    Edited by Danilo Giallanza - 9/5/2012, 12:22
     
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  12. dark_angel_666
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    uffi, voglio sapere il seguitoooooooooo!!! ;)
    comunque, come sempre, bravo!!! ;DDD
     
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  13. ironic;
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    bravo! posta
     
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  14. ironic;
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    grande! sai, cominciavo a chiedermi dove fossi sparito xD
    un bel capitolo, sì. intrigante... vorrei solo saperne di più!!
    posta presto ;D
    tra un attimo comincio a correggertelo ;D
     
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  15. ironic;
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    CITAZIONE
    << Tutto bene..? Kraghen.>>

    "Tutto bene... Kraghen?" ;D

    CITAZIONE
    L'aveva medicato mettendogli delle semplice acqua ossigenata per purificare , poi una specie di crema cicatrizzante e alla fine l'aveva bendato.

    "della"

    CITAZIONE
    In effetti l'infermiera non aveva avuto nessun attacco di pazzia nei suoi confronti, eppure il sangue ce l'aveva davanti gli occhi. Allora il suo sangue non aveva niente di strano. Quindi i comportamenti strani di Andrea, ovvero gli sbalzi di umore e di memoria erano per colpa sua. Magari aveva una qualche malattia di cui non era al corrente. Ma ancora non si spiegava la reazione della Evans. Forse era meglio metterci una pietra sopra a tutto questo.

    "isterico".
    poi non so, mi suona meglio "Perciò".
    tra 'memoria' ed 'erano', la virgola ;D
    "metterci una pietra sopra" oppure "mettere una pietra sopra a tutto questo"

    CITAZIONE
    Prese a camminare quando un fischio da dietro le spalle gli fece salire un brivido alla schiena.

    "lungo la"

    CITAZIONE
    << No parlo da solo con l'angelo di mia nonna! Certo con te ragazzo!>> sbuffò e lo esaminò con lo sguardo. << Su avvicinati bellezza!>>
    Non aveva capito la battuta ma si avvicinò al coach che lo agganciò per le spalle.
    Alec lo guardò torvo.
    Lui tastava i muscoli delle braccia << Bene...un po' di allenamento e saranno apposto tra qualche mese...>>
    Ad Alec il cuore cominciò a battere troppo forte. << Allenamento!? Saranno apposto!? Per cosa!?

    tra "no" e "parlo", virgola.
    "certo che parlo con te, ragazzo!" oppure metti la virgola tra il 'certo' e il 'con' e prosegui con 'te, ragazzo'. però secondo me sta meglio nel primo modo.
    non capisco cosa intendi con "agganciò" ò.ò
    con 'lui' al momento non si capisce di chi parli. quindi meglio dire "il coach gli"
    xD "?!", il contrario insomma

    CITAZIONE
    Poi se mi vedrebbe giocare sicuramente desidererà di non avermi mai incontrato.

    "vedesse" "desidererebbe non..."

    CITAZIONE
    Zack che lo guardò disgustato per poi andarsene.
    Adesso ci mancava solo lui. Non aveva ancora pensato alle conseguenze che comportava la possibile entrata nella squadra di lacrosse della scuola, dove chi comandava era Zack. Non voleva neanche pensarci e l'occhiata che gli aveva appena dato non prometteva bene. Ma tanto era inutile riflettere e cercare di trovare una scappatoia, non aveva scelta. Era meglio andare a quegli stramaledetti allenamenti. Arrivò all'altro corridoio dove la differenza stava nel fatto che li c'erano persone, sicuramente per il cambio dell'ora. Appena arrivò al suo armadietto ci fu sbattuto contro. Con forza cercò di girare la testa. Zack...
    << Cosa vuoi fare Dale!?>> disse assestandogli un altro spintone.
    Alec guardò i ragazzi nel corridoio che li guardavano. “Cazzo!”, gridò nella mente.
    << Io? Niente!>> uno strattone di braccia e si sciolse dalla presa di Zack, al quale arrivo un pugno di striscio in faccia.

    "che lo guardava..."
    "e la differenza con quello dal quale era arrivato, era che in questo..."
    "?!"
    "arrivò"

    CITAZIONE
    Alec arrivò di nuovo contro l'armadietto. Zack sospirò scocciato.
    << Voi! Cosa avete da guardare!? Mi sembra che dobbiate andare a lezione! Su filate!>> Hayes si era rivolto all'intero gruppo di ragazzi che si era adunato attorno a loro.
    Intanto Alec stava posando i libri nell'armadietto.
    << Quanto a voi...seguitemi.>> osservò Alec con la coda nell'occhio mentre si avvicinarono a lui. Aveva paura che potesse rivelare il suo lato peggiore. Iniziò a proseguire per il corridoio seguito dai due.

    "sbattè"
    "?!"
    tra 'su' e 'filate' virgola
    "radunato"
    "disse, ed osservò Alec mentre ques'ultimo e l'altro ragazzo gli si avvicinavano"
    "Proseguì" oppure "si incamminò"

    CITAZIONE
    li scrutò per bene assottigliando le sopracciglia.

    umm non ho capito cosa intendi

    CITAZIONE
    Lui stese zitto.

    "stette" oppure "rimase in silenzio"

    CITAZIONE
    Magari se ci fosse stato David con lui sarebbe stato più sopportabile l'agonia. Poi era sicuro che avrebbe tralasciato una lezione per lui.
    << David!>>
    S
    i girò sorridendo.

    "stata" e tra 'sopportabile' e 'l'agonia', virgola
    "saltato"
    "David si girò sorridendo" oppure "<< David!>> chiamai. Si girò sorridendo"

    CITAZIONE
    Non c'era un granché come tifoseria, forse per il freddo della giornata. Anche se però a lui importava ben poco, sotto la sua giacca stava bene. Oltre poi a non avere scelta perché era obbligato a guardare gli allenamenti di cui non gliene fregava un accidente. Per fortuna c'era David spalla con spalla con suo fratello; pronto a schierarsi, sempre, dalla sua parte qualunque cosa sarebbe successa. Qualunque cosa che fosse giusta o sbagliata che sia, lui sarebbe stato li, pronto a fargli da scudo, come avrebbe anche lui reagito se fosse stato lui al suo posto.

    umm... mi suona strano ò.ò magari "non c'erano un granchè di tifosi"
    "David, spalla a spalla..."
    "qualunque cosa, giusta o sbagliata che fosse... lì... come avrebbe reagito anche lui se fosse stato al suo posto"

    bravo ;D
     
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209 replies since 3/12/2011, 13:13   1494 views
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