Silver Blood (Sangue D'Argento)

Non è morto ciò che in eterno può attendere e col passare di strani eoni anche la morte potrebbe morire.

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  2. ironic;
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    e allora Dan, quand'è che posti? u.u
     
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  3. Danilo Giallanza
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    si scusami iro. mi sono bloccato per il momento. vi farò sapere quando posto il capitolo
     
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  4. Danilo Giallanza
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    Ho rimesso in moto qualcosa ragazzi! Sono stato troppo occupato scusatemi! Milano mi prosciuga!! *_*
     
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  5. ironic;
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    posti?
     
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  6. Danilo Giallanza
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    HO MODIFICATO LA PARTE FINALE DI QUESTO CAPITOLO. ECCO PERCHE' LO STO RIPUBBLICANDO PRIMA DI PUBBLICARE IL PROSSIMO

    Capitolo 7

    B.H.S. – Entrata secondaria


    Il telefono squillava mentre Hayes sospirava soddisfatto l’aria mattiniera. La notte precedente era stata una soddisfazione. Quel ragazzo aveva varcato la soglia senza sentire dolore. Sarebbe entrato in paradiso forse, non essendo del tutto corrotto da quel male e perdonato per i suoi empi peccati. Non era nemmeno stato lui a dover mettere fine ai suoi giorni, un colpo di fortuna. Non che non l’avrebbe fatto lui stesso con le sue mani. Come sentinella aveva giustiziato più di un normale guerriero di Salomone. La Corte se lo teneva tra le sue grinfie come fedele alleato. Un giorno sarebbe anche potuto entrare a far parte del consiglio, al di sopra di tutti tranne che del sommo capo. Riferire la morte di un altro licantropo lo avrebbe avvicinato di più a quel titolo.
    Il telefono smise di squillare. Avevano risposto.
    << Il licantropo è deceduto stanotte. Non è stato necessario nemmeno l’intervento di Kraghen.>> lui parlò per primo.
    Dall’altra parte del cellulare una voce lenta gli rispose << Il licantropo è ancora vivo. È sopravvissuto in qualche modo ne abbiamo la certezza. In ogni caso abbiamo problemi peggiori. Dobbiamo impiegare le nostre forze su due individui sconosciuti. Un ragazzo che all’apparenza sembra umano e la ragazza che da tempo ci ruba informazioni in modo riservato. Ieri notte dei guerrieri hanno avuto un contatto ravvicinato con essa per la prima volta. Sicuramente si è esposta per proteggere il ragazzo. Sono riusciti a scappare, anche se adesso sono separati.>>
    Per qualche secondo Hayes non parlò, aveva come un crampo di rabbia allo stomaco.
    << Un incontro ravvicinato con la ragazza? Hanno scoperto di più su di lei?>>
    << Al momento non abbiamo niente, a parte che possiede una forza mostruosa.>>
    << Non siete riuscita a rallentarla?>>
    << Abbiamo usato frecce d’argento e impulsi a raggi UV. Ma ne è rimasta indenne.>>
    Rifletté << Quindi né un licantropo, né un vampiro.>>
    << Per adesso baseremo le nostre forze sulla cattura della ragazza. Il licantropo non si è trasformato, può aspettare. Lei è molto più pericolosa al momento.>>
    << Kraghen era a capo del gruppo?>>
    << Si, ne è uscito in fin di vita, gli altri due sono morti. Stanno riportando Kraghen a Salem.>>
    << Bene. Questo demonio ci sta decimando. Se saprò dell’altro vi chiamerò.>>
    L’altro annuì solamente e chiuse la chiamata.
    Hayes prese i suoi occhiali e comincio a pulirli con il maglione.
    Com’era possibile? In che modo era sopravvissuto all’incidente? Aveva chiamato lui stesso il 911. Aveva visto con i suoi occhi quel vetro per metà conficcato in fronte. Era stato mortale.
    “Almeno che…” pensò “Era qualcosa di diverso.”
    Stava iniziando a camminare quando gli venne un flash mentale che gli tolse il dubbio.
    “Il medaglione era d’argento puro. Non avrebbe potuto toccarlo.”
    Una porche nera entrò nel parcheggio velocemente.
    Hayes stava passando da sentinella a professore della Boston High School, quando dalla macchina uscì Alec.
    Gli si smorzò il respiro.
    Allora era vero. Viveva ancora.
    Alec chiuse la macchina in un modo da strafigo playboy. Hayes lo fissava da lontano. Notava un certo cambiamento, ma non capiva bene dove fosse.
    Alec intanto proseguiva dinanzi a lui di pochi metri, con un sorrisino stampato in faccia. Quando notò Hayes fissarlo, lo salutò portando due dita all’altezza delle sopracciglia.
    I suoi occhi argentei, ipnotici e soprannaturali fecero sorgere una domanda nella sua mente.
    “Scoprirò i tuoi segreti demone?”

    B.H.S. – Entrata principale

    Girato l’angolo si fermò a osservare. Per la prima volta Alec stava entrando dall’entrata principale. Riprese a camminare e più passi faceva più gli altri ragazzi si giravano a osservarlo. Finalmente si sentiva se stesso. Non aveva mai pensato che potesse essere una sensazione così piacevole. Alzò gli occhi al sole, l’argento gli vibrò nelle pupille riflettendone i flebili raggi.
    Se l’era quasi fatta addosso quando il sole era penetrato nella sua stanza. Quando vide che niente stava per prendere a fuoco e disintegrarsi, restò fermo a guardare l’alba e a porsi nuovi interrogativi. Forse dopotutto poteva farcela. Se come vampiro poteva rimanere sotto la luce del sole, forse non era tanto male. Tranne per il fatto che non poteva sbranare conigli per tutta la vita. Quello che aveva trovato in frigo che era tornato a prendere subito dopo lo spavento non l’aveva nemmeno saziato. Ma per tutta la mattinata e buona parte del pomeriggio avrebbe resistito alla sete di sangue. Almeno sperava. Il controllo doveva essere tutto al momento. Tipo una specie di prova per vedere se poteva resistere nel mondo degli umani.
    Un’altra cosa importante era trovare David. Non l’aveva trovato a casa appena aveva controllato. Era dovuto andare presto a scuola. Si chiedeva perché non l’avesse chiamato per andarci insieme. A dire il vero non c’era nessuno in casa. A lui doveva raccontare tutto, era importante che suo fratello lo sapesse. Dopotutto non c’erano segreti tra loro e un segreto come essere un vampiro non lo avrebbe fermato dal farlo. Sarebbe stata un po’ dura da digerire per David, ma se non ci avrebbe creduto sarebbe passato alla fase dimostrativa, cosa che sicuramente sarebbe accaduta conoscendo il carattere di suo fratello.
    Aprì la porta di vetro dell’entrata.
    Quasi tutti a guardarlo in modo strano, come se avesse qualcosa di diverso. In effetti, qualcosa di diverso c’era, solo che loro non capivano cosa fosse.
    Alec sorrise alle loro reazioni e si diresse agli armadietti.
    Inserì la combinazione: 6962. All’internò sopra i libri trovò un foglietto con su scritto “Cercami quando il mondo ti crollerà addosso e desideri morire, significa che sei pronto. S.”
    Quella “S” finale non gli piaceva per niente. Sapeva benissimo chi era.
    Stropicciò il foglio e lo buttò arrabbiato in fondo allo scomparto sospirando. Prese i libri e chiuse l’armadietto di colpo. Una strana luce dorata si rifletté subito sugli armadietti e Scarlett ferma lì a osservarlo immobile. Gli prese un colpo. Erano i riflessi dei suoi capelli che riflettevano i raggi sottili del sole.
    << Abbiamo la pancia piena stamattina?>> gli disse lei.
    La guardò confuso, capendo benissimo ciò che intendeva << Anche se fosse?>> gli diede una spallata e proseguì per il corridoio.
    << Avrai anche aumentato il tuo charme, ma la tua percezione non ha ancora subito alcun cambiamento.>>
    Di colpo Alec la spinse contro gli armadietti di lato premendole con forza la testa su essi.
    << Sapevo che ti saresti fatta rivedere!>> si avvicinò << Peccato che non sia una cosa buona per te.>> gli sussurrò minacciosamente all’orecchio.
    << Voglio solo farti capire che stiamo dalla stessa parte.>>
    << Allora fammi capire!>>
    Scarlett si divincolò facilmente dalla presa esercitata e con forza prese il braccio di Alec portandolo dietro la sua stessa schiena esercitandogli pressione.
    << Ogni cosa a suo tempo. Lasciamo che scorri nel suo normale corso.>> disse gentilmente infine.
    Alec annuì e lei lasciò lentamente la presa.
    La guardò dritta negli occhi e per la prima volta vide che non erano molto differenti dai suoi. Le stesse venature d’argento.
    << Devo andare adesso.>>
    La lasciò alle sue spalle e continuò a camminare senza girarsi.
    Poteva davvero fidarsi di lei? Non gli veniva altro in testa al momento, l’unica cosa per adesso che poteva fare era evitarla. David era al primo posto tra i pensieri che gli pressavano in testa.
    Lo cercò per tutta la scuola ma senza nessun risultato. Era passato anche in segreteria, ma a quanto pare non era a scuola. Cominciò a pensare che quella vampira gli avesse fatto del male. Se solo fosse stato così avrebbe cercato in tutti i modi di fargliela pagare.
    La campanella suonò. Un’ora persa a cercare invano suo fratello in una scuola enorme.
    L’ora di chimica stava per iniziare e il professor Phord non glielo avrebbe perdonato se mancava ad un'altra lezione.
    Si diresse nella direzione della classe sperando di non incontrare quella ragazza insolente. Già il fatto che lei adesso fosse una studentessa lo preoccupava. Tutto filò liscio fino a quando non la vide già accomodata in classe.
    Alec restò fermo a guardarla con uno sguardo così stanco e allo stesso tempo seccato.
    Non osava oltrepassare la soglia della porta.
    << Signor Dale>> il professor Phord richiamò la sua attenzione.
    Alec diresse subito lo sguardo a lui imbarazzato. Gli occhi scuri del signor Phord erano socchiusi così tanto da non far quasi vedere il bianco degli occhi. Sicuramente si stava chiedendo che cosa ci facesse ancora lì a “rimuginare” chissà cosa. Peccato che Alec sapesse bene a cosa stava andando incontro.
    << Vuole entrare o rimanere lì fermo a rimuginare tutto il giorno?>>
    Ecco lo sapeva benissimo che avrebbe usato quella parola. Non c’era bisogno di alcun potere supernaturale per capire che ci avrebbe azzeccato appieno. La sua testa stava scoppiando.
    Entro lentamente e Scarlett con un sorriso lo osservava e con una mano gli teneva un posto.
    << Oggi mi sembra più strano del solito.>>
    In quella classe la confusione per la scelta dei posti non aiutava a schiarire la mente.
    Uno studente stava per occupare il suo posto, per un secondo Alec si sentì sollevato dal pensiero, ma quando vide lo studente tremare davanti al suo sguardo e scappare subito dopo. Per fortuna altri posti erano liberi.
    << No, no, no. Si siederà con la signorina Scarlett oggi.>> Phord lo bloccò per una spalla e lo diresse al banco di Scar.
    << Perché scusi?>> controbatté Alec.
    Phord si avvicinò, gli occhi socchiusi << Perché la signorina Scarlett ha i voti migliori che questa scuola abbia avuto negl’ultimi dieci anni. Perché i suoi risultati in chimica non sono soddisfacenti, anzi io direi quasi pessimi. Perché credo che insieme, come lo Yin e lo Yang, queste due fattori cosi irrimediabilmente diversi possano trovare un qualche combacio al fine di aiutarsi l’uno con l’altro.>> prese respiro.
    Scarlett lo guardò.
    << Ah! Ma soprattutto perché lei è nuova in questa scuola e voglio che qualcuno simile a lei gli stia accanto.>>
    Alec lo guardò torvo << Ma se ha appena detto che siamo completamente diversi.>>
    Phord era confuso << Cosa scusa?>>
    << Lo Yin e Yang ha presente? L’ha appena detto lei.>>
    In quella classe piombò il silenzio pronta a udire la risposta del professore.
    << Infatti!>> si girò e andò alla lavagna << Oggi faremo un esperimento che era un po’ aldilà nel programma, ma faremo un piccola anticipazione se non vi dispiace>>
    Phord scrisse: “Come creare una pioggia acida”
    Uno studente alzò la mano.
    << Si signor Flatch?>>
    Il ragazzo sembrava confuso mentre controllava il libro << Ma signore, l’esperimento si trova alla fine del libro. Non sappiamo molte delle cose precedenti che servono nell’esperimento.>>
    Il professore si grattò il mento << Davvero?>>
    << Si signore.>>
    Ci pensò un attimo << Non fa niente. Salteremo qualche pagina.>>
    << Qualche pagina?! È quasi tutto il tomo! Potrebbe essere pericoloso!>>
    Phord buttò il pennello per terra << Chiuda quella dannata boccaccia signor Flatch! Se non le va di seguire la lezione può sempre andar via!>> indicò la via.
    Il ragazzo scappò fuori impaurito inciampando sulla porta. Riuscì per un pelo a tirare il piede prima che Phord glielo linciasse.
    << Bene! C’è dell’altro?>> scrutò la classe sbigottita.
    << Bene.>> sospirò seccato e si sistemò perfettamente la camicia << Innanzitutto occorre spiegarvi, se ancora non lo sapete…>> tutti si guardarono accigliati.
    Se non fosse stato seduto accanto ad una creatura sovrannaturale di cui sicuramente era sua la colpa della confusione mentale, lo avrebbe dato per pazzo.
    << Si, allora. nei combustibili fossili è presente, in percentuali che possono variare da sostanza a sostanza, una certa quantità di zolfo. Come non sapete, lo zolfo è un non metallo, quindi quando si combina con l'ossigeno forma un anidride che si chiama ossido di non metallo.>> andò a scrivere le cose che servivano alla lavagna << Quindi per prima cosa come si forma l’anidride solforosa? E' sufficiente inserire nella provetta alcuni grammi di zolfo puro, che si presenta come una polvere gialla.>>
    Alec prese lo zolfo e ne aprì il contenitore. Si mise la mano al naso quando ne sentì l’odore forte, molto più del normale. Quasi gli bruciavano le narici. Pensò subito che il suo olfatto fosse migliorato a dismisura con la trasformazione.
    Prese la provetta e con un cucchiaino ne mise la giusta dose nella provetta.
    << Si pone la provetta sulla fiamma e si attende per qualche minuto: in questo modo si fornisce energia, sotto forma di calore, allo zolfo.>>
    Osservò Scarlett fare lo stesso e lui la seguì di conseguenza. Mentre aspettava di sottecchi guardava le sue labbra rosse, poi gli occhi, i capelli bronzei che le ricadevano da una parte ed infine il collo. Con quel collo scoperto avrebbe potuto ucciderla in meno di un secondo, oppure avrebbe solo potuto baciarlo.
    “Ma che sto facendo!?”
    Continuò con l’esperimento. Qualcosa non andava di certo, quella ragazza s’insinuava nella mente in un modo che lui non si sapeva spiegare. O forse era lui che lasciava che entrasse?
    << Il fumo bianco che si vede nella provetta è anidride solforosa.>>
    Nella provetta si agitava questa nebbia lentissima.
    << Quando si bruciano i combustibili fossili, una parte dei fumi è costituita da questo gas, nocivo per la salute dell'uomo e per l'ambiente.>>
    Alec osservava la provetta. “Uomo. Mi chiedo se sia pericolosa anche per me.”
    Improvvisamente Scarlett gli mise la propria fialetta nella mano e chiudendogliela con forza la ruppe, facendogli fuoriuscire il gas.
    Alec gridò di dolore e il professore corse da lui.
    << Cos’è successo!?>>
    Scarlett rispose velocemente prima che lui potesse spiegargli << Alec ha rotto la fialetta nella mano.>>
    Stava per controbattere alla bugia ma il professore lo interruppe << Presto in infermeria!>>
    La guardò malissimo e lei fece spallucce.
    Adesso voleva ucciderla.
    << Vado io con lui.>> disse sfacciatamente.
    << Vengo anch’io con voi.>>
    << No, lei resta qui a continuare la lezione.>>
    Phord la guardò confuso << Va bene.>>
    Alec cominciò a pensare che lo ricattava.
    Uscirono dalla classe e lui non aspettava altro.
    << Che cazzo mi hai fatto?! Che c’era in quella cosa?!>>
    << Vieni.>> si limitò a dire solo questo.
    Invece di svoltare a destra per andare in infermeria, prese a destra verso il bagno delle ragazze.
    << Stai facendo sul serio?>>
    << Vieni!>>
    Il palmo della mano gli stava diventando grigiastro. Non riusciva più a muovere nemmeno la mano e sentiva che lentamente si stava diffondendo. Sbuffò dal dolore e la seguii.
    Scar controllò se ci fosse qualcuno prima di bloccare la porta con una scopa.
    Aprì un rubinetto << Vieni.>>
    La guardò perplesso << Ma che hai che non va?>>
    << Vieni!>>
    Rise incredulo andandogli accanto << Cazzo.>>
    << Metti la mano nell’acqua.>>
    Alec non aveva proprio intenzione di farlo. Più che altro, non si fidava di lei.
    Lei fece una smorfia << Fidati di me!>> gli afferrò il braccio per metterlo sotto l’acqua corrente del rubinetto.
    Alec chiuse gli occhi e la sua faccia assunse un’espressione di preoccupazione. Sentì un brivido per tutta la schiena, l’acqua che scorreva sulla mano e la sensazione di dolore che spariva.
    Li riaprì lentamente, aspettandosi di tutto, ma quel che vide fu qualcosa di straordinario.
    Scar chiuse il rubinetto.
    Lui si avvicinò la mano per osservare più da vicino. Il grigiastro sulla pelle si stava ritirando dal suo punto d’origine. Stava guarendo e non capiva come fosse possibile.
    << Che cosa hai fatto?>>
    << Ti ho lavato la mano.>>
    << No, intendo “Come hai fatto?”. È tutto tornato apposto. L’acqua può guarire le nostre ferite?>>
    Lei l’ho fissò accigliata e delusa.
    Naturalmente non poteva aspettarsi tutto subito dall’inizio, doveva cominciare a spiegargli un po’ di cose.
    << Okay. Calmati Scar.>> rivolgendosi a se stessa, si mise una mano sul viso stropicciandosi il naso fine << No. Ho solo tolto lo zolfo con l’acqua. Ecco perché sei guarito così velocemente.>>
    << Vuoi dirmi che lo zolfo può farci questo?>>
    << Già. Un punto per il nostro ragazzo!>>
    Alec assunse un’espressione preoccupata << Possiamo morire?>>
    << Quel che ho fatto prima era una prova per farti capire. Lo zolfo non ci uccide ma può bloccarci. Se la pelle entra in contatto, basterà lavarlo con dell’acqua e torneremo normali, ma se entra nel circolo sanguigno, la faccenda diventa notevolmente più seria.>>
    La guardò seriamente << Chi sei tu?>>
    << Lascia che te lo spieghi.>>

    BHS – Biblioteca

    << Qui staremo più tranquilli.>>
    In biblioteca Scarlett pensava di essere più appartata, ma quando vide qualcuno seduto a un scrivania in fondo si fiondò subito su lei.
    Dall’’espressione che gli lesse in volto, Alec pensò che non fosse nulla di buono.
    Batté le mani sulla scrivania attirando l’attenzione di questa ragazza dalle trecce bionde << Vattene via.>>
    La ragazza raccolse le sue cose e se ne andò senza dire parola come niente fosse.
    Alec osservava la scena allibito.
    << Che c’è? Non potevo mica fargli ascoltare?>>
    Sbuffò << Devi dirmi come diavolo fai? Phord. L’hai usato anche lui.>>
    << Cosa?>>
    << Tutto questo guardare e parlare negli occhi e fargli fare tutto quello che vuoi.>>
    Sorrise << Si chiama ammaliamento. Molti demoni lo sanno fare. Non siamo gli unici credimi.>>
    << Demoni? Non siamo vampiri?>>
    Corrugò la fronte << Perché tu non credi che un vampiro sia un demone?>>
    Ci pensò su << Li immagino con le corna e la coda. Entrambi non abbiamo nessuna delle due.>>
    << Ascoltami se i demoni avessero solo corna e coda sarebbe una fortuna. Quegli esseri sono a migliaia. Di diverse forse, dimensioni e sembianze. Da non sottovalutare in nessun caso.>>
    << Hai detto “quegli”.>>
    Sorrise << Non ti fai scappare niente, eh?>>
    Alec avvicinò una sedia e si sedette aspettando che lei iniziasse a vuotare il sacco una volta per tutte.
    << Ti racconto una storia.>> prese una sedia anche lei e dalla finestra cominciò ad osservare fuori. << I demoni non sono sempre esistiti. Tanti anni fa, poco prima della nascita di Cristo, il figlio di Dio, in Paradiso scoppiò una guerra tra gli stessi angeli. Divisi in due fazioni: Gli angeli che seguivano alla lettera le parole di Dio e quelli che ne erano contrari. A capo della prima fazione c’era l’arcangelo Michele, il più fedele a Dio, mentre a comando dell’altra Lucifero, l’arcangelo più bello del creato. Lucifero credeva che gli umani fossero una razza debole, imperfetta.>>
    << Ma cosa c’entra questo con noi?>>
    Scar si girò di scatto. Bastò il suo sguardo a farlo tacere.
    Si limitò a mettersi a mani conserte e lasciarla continuare.
    << Gli propose di distruggere l’umanità, ma Dio non fece altro che rimanere in silenzio. Il suo stesso padre che tanto amava, non gli aveva dato ascolto. Il dolore e la paura infettarono la sua natura angelica. Si rivoltò contro di lui. Radunò tutti coloro che appoggiavano la sua stessa causa e iniziò una guerra che avrebbe stravolto ogni cosa. Dio, infine chiese al suo maggiore, Michele, di fermarlo e farlo tornare in sé. Ma ciò che Michele si trovò davanti, non era più suo fratello. Un’entità del tutto nuova, maligna e spietata. Tuttavia Michele riuscì a batterlo e a portarlo davanti al cospetto di Dio, sperando che egli avrebbe cambiato idea e sarebbe tornato nella luce. Ma Lucifero aveva perso completamente il senno. L’amore per suo padre scomparso. Dio provò pena per lui e non distrusse il suo figlio più amato. L’unica cosa che potte fare fu cacciarlo dal Paradiso. Non poteva farlo cadere tra i mortali cui avrebbe portato pena, sofferenza e morte. Creò un nuovo luogo, la controparte del Paradiso: L’Inferno. Da lì nessuna angelo caduto poteva uscire e sarebbe stata la sua prigione eterna. Cadendo Lucifero perse la sua luce, la sua grazia diventò il suo peccato. Richiuso non avrebbe potuto far del male all’umanità. Ma Dio, non aveva previsto una cosa. Lucifero a sua volta diventò Dio dell’Inferno, e come Dio, creò i suoi figli che lui stesso chiamò demoni. A differenza del loro padre, i demoni non erano per niente angeli e potevano muoversi liberamente tra l’inferno e il mondo dei mortali. In questo modo Lucifero creò il suo impero di caos e perdizione. Pronunciò delle parole che dalle profondità dell’Inferno arrivarono ai cancelli celestiali, annunciando che ogni anima malvagia sulla Terra da adesso in poi fosse appartenuta a lui per sempre. E così è rimasto fino ad adesso.>>
    << Quindi è tutto vero? Il Diavolo esiste…>>
    Annuì << Non ho ancora finito.>> si alzò e si sedette sul davanzale della finestra << Devi sapere che prima di Eva, come tu saprai la prima donna creata da una costola del primo uomo, Adamo, Dio aveva creato un’altra donna, Lilith. Come Adamo era stata creata dalla terra e per questo come donna si considerava pari all’uomo. Quando Adamo le impose il suo volere lei si ribellò e tentò di ucciderlo. Dio la punì cacciandola dal paradiso e creando Eva. Lilith scese sulla terra e perse la sua umanità giurando che avrebbe sterminato la razza umana. I suoi figli erano differenti l’uno dall’altro, e a loro volta creavano altre creature. Lei è la madre di tutte le razze supernaturali sulla terra. La nostra specie è una delle più antiche, trasformata direttamente dal suo sangue e per questo molto rara e difficile da distruggere. A dire il vero noi siamo la sua creazione perfetta, non possiamo essere distrutti, ed è per questo che entri in gioco tu.>>
    Un attimo di silenzio soffocato. Scar non osò alzare lo sguardo.
    << Continua.>>
    << Sei un Dhampyr.>>
    << Un Dhampyr.>> Alec guardò il pavimento.
    << Si.>>
    << Che diamine è un Dhampyr?>>
    << Oddio.>> si mise una mano in faccia per coprire il pieno stress. << Un Dhampyr. O Dampiro, chiamalo come vuoi, è a metà strada tra quello che sono io e loro.>> indicò i passati umani nel cortile oltre la finestra.
    << Quindi sono per metà morto.>>
    << No, sei morto a tutti gli effetti.>>
    Alec si portò la mano davanti le labbra. << Oh.>>
    << Di certo non sei umano e non sei senz’altro un vampiro. Stai proprio al centro dei due.>>
    << Va bene. Fin qui ci sono arrivato. Arriva al punto.>>
    << Ecco un Dampiro, è una creatura un po’ complessa. Difficile da creare, quasi impossibile. Sono sempre stati dei cacciatori e spesso sono stati uccisi senza pietà per il loro potere. Non solo hanno delle abilità superiori, la loro particolarità sta nel fatto che il loro veleno, può uccidere all’istante qualsiasi vampiro della nostra specie. Puoi eliminare dalla faccia della terra il nostro capostipite!>>
    Alec alzò gli occhi al soffitto. << Merda…>>
     
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  7. ironic;
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    Lol, mi fa morire quando metti i 'mi piace' dopo mesi ai miei commenti in cui ti chiedo se o di postare xDDDD
    Anyway, ti ho già detto che ne penso e aggiungo solo che c'è qualche errore e te lo segnalerò appena riesco ; )
    Bravo e posta presto
     
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  8. Danilo Giallanza
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    Oke XD
     
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    Ma lo zolfo non è residuo, solitamente, della presenza di un demone? In genere ne lasciano delle tracce dopo la loro evocazione e certe azioni in determinati posti.

    I vampiri non sono specificatamente parte delle legioni infernali, quanto più un insieme di culti e miti comuni a diversi popoli con caratteristiche differenti.
    Vedi gli Strigoi dell'oltre-ungheria, le babayaga russe, i lamìa greci, i wendigo delle tribù pellirosse del mid-west...
    Poi dipende dalla volontà dell'autore, comunque! ^^

    In ogni caso, un coltello d'argento intriso in sangue d'agnello sacrificale uccide più o meno qualsiasi cosa, se gli incidi sopra una formula di cabala ebraica per bandire e distruggere nel Suo nome xD
    Fuck Yeah!
     
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  10. Danilo Giallanza
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    ahahhah vedo che piace anche a te Supernatural! lol :P
     
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    Un pochino, ma più di quello mi piace sapere come uccidere tutti quei figli di puttana di soprannaturali xD
     
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  12. ironic;
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    a me invece piacerebbe sapere quando arriva il prossimo capitolo >.>
     
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  13. Danilo Giallanza
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    CITAZIONE (ironic; @ 24/6/2013, 21:56) 
    a me invece piacerebbe sapere quando arriva il prossimo capitolo >.>

    eheh XP scusa iro sono uno scansafatiche lol
     
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  14. Danilo Giallanza
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    sono terribile! ahaha spero di non aver infranto nessun cuore XD
     
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