Winged Sun

Xantares, the Hunter of the Dark!

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  1. Danilo Giallanza
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    uhuhhu bello fammi sapere allora! cmq Bree io anche l'ho immaginato con un misto di Matrix, Avatar, una New york tecnologica e tetra

    Lo sai Dany che ho appena notato che ti piace DEUS EX... xd


    ah vero dimenticato...leggere con colonna sonora è una figata...io pure mentre scrivo cambio musica in base alla circostanza!
     
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    L'idea che vi siete fatti è vicina a quella che alberga nella mia mente ^^ Per quanto strano possa sembrare, volendo scrivere di horror-magia-fantasy-fantascienza ho optato per uno scenario molto più cupo.
    Uno scenario che esapera gli aspetti negativi, il posto peggiore, nell'epoca peggiore e nelle circostanze peggiori: se raccogliete i dettagli che ho sparso potete capire che questa Confederazione è teocratica e dispotic, il simbolo della sua polizia è un pugno che regge una bilancia, se non basta questo a dare l'idea!

    Capisco che non sia il genere abituale, ma io cerco di essere il più possibile originale, di fondere idee per crearne nuove, scrivere qualcosa di particolare :) non è sempre facile per i lettori seguire!

    Danilo, conosco Deus Ex, ho giocato al primo e visto l'ultimo uscito ^^ L'altro film menzionato da Bree è forse Blade Runner? :)

     
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    New York tecnologica e tetra... mi hai letto nella mente :D
     
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    Non a caso la metropolis-formicaio si chiama Neo Shanti xD ricordate: nulla di quello che leggete in questa storia è messo a caso :)
     
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  5. Danilo Giallanza
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    Non ti preoccupare avrò letto 2 libri di fantascienza di questo genere, fumetti di qua e di là e giocato a DEUS EX e quasi tutti i Final Fantasy...però sai che ti consiglio...il titolo del libro...secondo me Ombra è un pochettino sprecato. Io metterei un titolo che faccia capire il genere, tipo: Dark Sektor o Settore Ombra
     
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    Ombra sembra sprecato, ma non è casuale. Può essere riferito a tante cose ^^ Comunque si può cambiare?
     
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  7. Danilo Giallanza
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    Magari se chiedi a Ste di cambiartelo...posso chiedere a lui adesso su facebook se si può...vuoi?
     
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    Prima penso ad un titolo degno per sostituire quello attuale, c'è tempo e non ho fretta :)
     
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  9. Danilo Giallanza
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    sisi come vuoi tu...io pure ne ho messo uno così...già cambiato 3 volte ma l'ultimo che ho messo penso si definitivo...

    cmq lo sai che mi hai fatto venire voglia di vedere Star Wars?!? una voglia pazzesca...

    oke Stef mi ha detto che si può...basta chiedere ad un moderatore. in INFO POINT ci deve essere la sezione dedicata a questa operazione ;)
     
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    Mannaggia, ho degli effetti collaterali! D:
    Comunque Star Wars è molto più "soft", la sua realtà è più utopistica, aperta ed illuminata.
    La Confederazione è una tirannide spietata, xenofoba, assiedata da ogni lato da creature mostruose e vagamente teocrato-nazista...

    Appena ho un titolo degno, allora, chiedo per il Rites Rinominae!
     
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  11. Danilo Giallanza
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    Lo guardo domani però...adesso ho un sonno che nn mi so spiegare...sarà perchè ho bevuto una camomilla ahah...ho scritto una pagina del mio cap 6 in un'ora quando di solito ce ne metto la metà. quindi caro amico vado a dormire... ci sentiamo...

    P.S. vedi di pubblicare presto! lo farò anche io ;)

    Buona notte a te e a Neo-Shanti
     
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    Sarà fatto! ^^ Buona notte!

    Ed ora che la notte incombe, inizia il mio momento.
    La notte cala e comincia la mia opera. Per quest'ora e per tutte le ore buie a venire...
     
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    Dopo diverse ore di ricerca, ho ritrovato l'immagine che più si avvicina al mio concetto di metropolis-formicaio.

    city-cityscape-cyberpunk-no-humans-scenery.7ccbaad3cd639d12b4962e3a0ea5a817-16055

    Aggiungete piramidi a gradoni, pinnacoli d'argento alti svariate decine di chilometri, traffico aero e terrestre a livelli incomprensibili, cattedrali gotico-barocche con state dorate di divinità severe e avrete uno schizzo di Neo Shanti.

    http://fantasyartdesign.com/free-wallpaper..._Industrial.jpg
    Unite mentalmente quella sopra a questa, aggiungete ciò che ho detto ed avrete Neo Shanti..
     
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    Ed ecco l'atto III! In omaggio addirittura il come sarebbe della sigla dell'episodio...un brainstorming delle cinque di mattina, quindi non lapidatemi!

    www.youtube.com/watch?v=s7GcI3Zfh28&feature=related <--- sigla

    www.youtube.com/watch?v=iDYHlJDPBP4 <--- pezzo

    SIGLA DELL'EPISODIO


    Due occhi incorporei fendono il buio di una tempesta, muovendosi attraverso i bagliori dei fulmini. Rispondendo ad un richiamo che non ha voce, i due occhi virano in basso, scendendo in picchiata attraverso le eterne ombre di una città che non dorme mai.
    I due occhi volano attorno a pinnacoli d'argento che si elevano per decine di chilometri, ammantanti da miriadi di luci artificiali. Il richiamo spinge gli occhi a scendere lungo il fianco di uno di questi pinnacoli, verso il suolo brulicante di esseri umani e di macchine.
    Nel buio esplode un lampo di luce, che assume l'aspetto di un iride dal magico colore azzurro ghiaccio; spinti ad allontanarsi da un vento etereo, gli occhi incorporei abbracciano la figura di Xantares, in piedi contro il muro di una piramide a gradoni.
    L'esplosione di un secondo lampo da vita all'ombra del cacciatore dell'oscurità, che fa un sorriso sia di sfida che di compiaciuto divertimento: la giacca viene gonfiata da una raffica di vento e per un momento le ombre di due grandi ali, corrispondenti alla sua schiena, si dipingono sul muro.
    Quando un terzo bagliore squarcia il cielo, le ombra svaniscono e lo sguardo incorporeo è trascinato in una strada maestra, dove si fa strada attraverso miliardi di persone.
    La visuale si ferma su Ayarra, da sola in un cortile di pietra. La schiava è di fianco ad una statua del semidio Aidan, fermo in una invocazione tesa al cielo, dal quale cade una fitta pioggia.
    Ayarra volge lo sguardo verso destra, quasi indicasse qualcosa alle sue spalle, e la visuale le gira attorno come fosse una folata di vento.
    Vi è un rumore di ali che sbattono, ali che non si vedono, e l'istante dopo Xan è di fianco ad Ayarra, che lo guarda per un momento. In quest'attimo si può notare come fisicamente ricordi Aidan, ora in centro alla visuale, che con uno scatto fulmineo entra nei suoi occhi, due lapislazzuli azzurri, e sembra perdersi.
    Con un dietrofront improvviso, si scopre che in realtà gli occhi di Aidan sono due stelle azzurre, i cui raggi sono fermati dalle nuvole sopra Neo Shanti.


    Atto III
    Collision



    Costa est di Neo-Shanti
    Porto di Lophos, stabilimenti industriali “Misoriah Cydoniia”
    Terminal Container “Meta Carbo A”


    Lonas alzò il capo nel tentativo di abbracciare con un solo sguardo la mole della gru.
    I sistemi di visione integrata del casco, un modello integrale e connesso attraverso impulsi nervo-retina al cervello, gli permettevano di superare la barriera del buio. Strinse gli occhi e desiderò di effettuare un retro-zoom: con la velocità quantistica della macchina, infervorata dalla potenza della magia, la sua volontà venne esaudita all'istante.
    Non riesco neanche a vederne metà! Pensò esterrefatto.
    La gru doveva innalzarsi da terra per almeno quattrocento metri, quattrocento quarantadue secondo il visore del casco. Sotto la pioggia appariva come un pinnacolo di metallo opaco, striato da una miriade di goccioline d'acqua grigio traslucida.
    Sconfitto, lo psicommando ripristinò la visuale ordinaria ed abbassò il capo, poco propenso al prendersi un torcicollo per essere rimasto come un pesce a boccheggiare davanti ad un amo.
    Maledetta pioggia!
    Quella sera sarebbe volentieri rimasto nel suo modulo abitativo da quattro soldi, abbandonato sul divano con una bottiglia di schifoso liquore Arùn in mano e lo sguardo puntato sul novitaris; sul canale di stato davano gli scontri dei gladiatori. Si chiese se Archos, il più famoso ed abile gladiatore di Corinthia, stesse vincendo anche quella sera. Era abbastanza probabile, ma il network che gestiva i giochi amava mettere in difficoltà le sue star.
    Invece era lì, sotto una pioggia battente e fredda come lo Stige, ad allungare i tentacoli della sua mente in cerca di qualche terrorista ribelle.
    Certe volte odio il mio lavoro.
    Un lampo particolarmente intenso squassò il fronte temporalesco, illuminando a giorno lo spiazzo antistante la banchina dei montacarichi. Le placche superiori dell'armatura psibreed parvero rispondere a quella luce polarizzandosi e divenendo più scure di quanto non fossero già.
    Lonas non amava indossare l'armatura balistica da combattimento psibreed: lo rendeva immediatamente riconoscibile come uno psichico, suscitando la velenosa invidia delle persone che non avevano un dono come il suo e la rabbia di quanti, sapendo di essere controllati in ogni momento, maturavano un sincero astio verso tutti gli psicommando.
    Quando era senza nessuno, nemmeno il più attento osservatore, aveva modo di capire che lui era uno psichico. Poteva mischiarsi alla folla della metropolis e sparire in essa, lasciandosi inghiottire dal flusso di persone, sentimenti e parole che ogni umano portava con sé.
    Con quell'armatura indosso, invece, lui era un dispensatore di sommaria giustizia. Sulla piastra toracica portava il simbolo della Homeland Guard, la forza di polizia civile che metteva le sue capacità psichiche al servizio del decadente popolo di Solaria.
    Sapeva di stare facendo la sua parte per il popolo e di stare contribuendo alla causa dell'ideale umano, ma il suo entusiasmo era boicottato dai luoghi comuni di quella stessa gente che era chiamato a proteggere. Come faceva a difenderli se in primo luogo loro lo disprezzavano o, nel migliore dei casi, lo temevano?
    Nascere come psichico non era stata una cosa positiva.
    Lonas allontanò quei pensieri pericolosi dalla propria mente, che ampliò nuovamente in cerca di una traccia psichica da seguire. Se un Maestro Disciplinare avesse letto la sua mente in quel preciso istante, avrebbe anche potuto decidere di giustiziarlo sul posto per eresia e tradimento della causa umana.
    Scrollò l'acqua piovana dalla sua carabina ad impulsi modello Malachi OR6-0, pulì la linea di tiro passandovi sopra il palmo della mano, inguantata dentro una sensibile protezione in plascarbonis, pulì i drappi porpora che gli pendevano dalla cintura stretta vita e riprese la sua pattuglia.

    L'eye-gun, agganciato magneticamente allo spallaccio destro della psibreed, roteava in cerca di bersagli. Era difficile credere che un oggetto tanto piccolo, poco meno della metà di un palmo umano, potesse uccidere una persona nell'arco di un secondo.
    A prima vista era un semplice occhio d'argento, striato lungo la sua liscia superficie da venature cremisi che, rincorrendosi ed incrociandosi, formavano dei simboli comprensibili solamente ai tecnomaghi.
    In realtà l'eye-gun era una macchina di morte in grado di analizzare l'ambiente in tempo reale, estendere il campo visivo dell'utente sul quale era stato agganciato, identificare una minaccia e terminarla con una salva istantanea di tre fulmini al plasma magico.
    Lonas posò lo sguardo sulla mini-mappa che corrispondeva alla visione dell'eye-gun: il piccolo portatore di morte stava passando al setaccio i container ai quali lo psicommando dava la fianco destro. Non c'era dettaglio che sfuggisse allo sguardo gelido ed accusatore di quella macchina.
    Fu in quel momento che la mente di Lonas captò una voce psichica. Il casco catturò quel pensiero, lo analizzò e lo riprodusse in circolo per un nanosecondo, estrapolando dati sufficienti a localizzarlo sulla mappa tattica che lo psicommando portava in basso a destra sul visore.
    Una figura quasi evanescente stava in piedi davanti ad un container sito nella prima fila in basso, identificato con il numero di serie ARC-401/SV. Non l'avrebbe notata se non fosse stato per una parola, un semplice “perfetto” pensato sull'onda dell'entusiasmo.
    I suoi lineamenti si confondevano con la grigia oscurità della notte, rischiarata a tratti dai lampi e dalle scarni luci dei lampioni.
    A prima vista, Lonas avrebbe giurato sulla Sacra Arrana che fosse umana, anche se il suo corpo pareva apparire e sparire a seconda dell'illuminazione. Una tuta foto-reattiva! Esclamò lo psicommando nella sua mente. Un articolo tipicamente dei corpi speciali del Grand Army, roba militare dall'appannaggio riservato agli agenti del Templis Nýchta e a pochi altri eletti.
    «Ehi! Identificati!»
    Taina aveva puntato lo schermo del suo palmare verso il simbolo magico, posato su di una semplice sbarra di sostegno, e questo aveva reagito immediatamente. La goccia si era staccata dal metallo sagomato ed era volata dentro lo schermo touch screen a cristalli meta-liquidi, salvandosi al pari di una fotografia.
    A prima vista quel palmare, uguale a centinaia di trilioni di simili modelli, non aveva reagito in alcun modo, ma questa era una misura precauzionale presa dai committenti di Taina: avevano deciso di tagliare gli effetti visivi al fine di rendere il tutto più anonimo e sicuro possibile.
    Potevano anche essere degli xeno eretici succhia-sangue, ma le avevano fornito l'attrezzatura più adatta allo scopo, scegliendo con oculatezza i mezzi e i modi in cui quella missione doveva essere portata a termine. Pregustando il denaro del compenso, la ragazza aveva pensato una sola parola, compiendo quell'errore fatale e tremendamente classico che capitava a chi si lasciava distrarre.
    Aveva detto mentalmente le sette lettere di perfetto, dimentica della presenza degli psicommando.
    Adesso aveva un marker laser puntato sul collo.

    «Homeland Guard! Identificati!», insistette Lonas, gli stivali corazzati che scricchiolavano sull'asfalto mentre avanzava di un passo.
    «Kiich!», imprecò la noctaloriana nella sua lingua madre: il cuore aveva i battiti accelerati, la gola era secca, il sudore gelido le scorreva lungo la fronte. Lo psicommando la teneva sotto tiro con una carabina ad impulsi, il generatore del campo magnetico era intento a brillare di luce cianotica, attivo e pronto ad accelerare dardi di energia ad una velocità di quattro chilometri al secondo.
    Era un modello che conosceva bene, facente parte della dotazione standard della fanteria del Grand Army e delle forze della Homeland Guard. Evitò di pensare agli eventi che l'avevano portata laddove ora si trovava; erano ricordi troppo spaventosi per volerli affrontare e in secondo luogo, ma non meno importante, non voleva dare un appiglio mentale allo psichico.
    Lonas si avvicinò il polso del braccio sinistro all'amplificatore vocale del casco e disse: «Qui psicommando Tre-Quattro-Tre a comando locale: ho un contatto non autorizzato! Ripeto, contatto non autorizzato al Terminal Container “Meta Carbo A”, richiedo rinforzi! Ha una tuta foto-riflettente!»
    Dal computer da polso giunse un brusio confuso, che Taina non riconobbe. Ciò che invece non fece fatica a sentire e riconoscere fu il rabbioso tuonare dei reattori al cyanocrisota di una grande aeronave di supporto. Quello stesso velivolo che pochi minuti prima era passato sopra al container terminal, in cerca di curiosi o indesiderati intrusi.
    «Metti le mani dietro alla testa! Contro il muro, adesso!», tuonò Lonas, l'indice della destra accarezzava nervosamente il grilletto dell'arma.
    La ragazza di Noctalor non aveva il tempo per fingere di obbedire allo psicommando. La demo-tuta le garantiva i poteri di un guerriero vampiro ed una parte della loro magia, oltre alla capacità di mimetizzarsi con l'ambiente. Era ora di usarla per mietere una vita.
    Lonas non si accorse nemmeno del movimento dell'intruso: si sentì colpire al torace e la carabina gli venne strappata bruscamente dalle mani. L'impatto lo scaraventò a terra, dove rotolò per quasi tre metri prima di fermarsi. Stordito dall'urto, pari in forza a quello che gli avrebbe inferto un camion blindato, lo psicommando si sollevò sui gomiti, reprimendo un lamento quando una lancinante fitta di dolore li salì dal costato al cervello.
    Taina avrebbe voluto raccogliere la carabina ad impulsi da terra, ma non ne aveva il tempo. Doveva andarsene alla svelta.
    Sentiva quell'arma come più affidabile della demo-tuta, non per niente era di fabbricazione solariana, ma raccoglierla le avrebbe fatto sprecare dei secondi preziosi. Con la velocità sovrumana che le garantiva la tuta fece per correre verso l'uscita dal terminal container, ma un colpo di maglio psichico la schiacciò contro il fianco di un cassone, mozzandole il fiato in gola.
    Lonas serrò una morsa telecinetica attorno al corpo della ragazza, inchiodandola al container con la forza del pensiero. Il suo era un potere psichico, non derivato dalla magia, e come tale era più difficile da ostacolare o rivoltare, ma la prospettiva di finire in una prigione della Homeland non affascinava Taina. Sfruttando i poteri conferiti dalla demo-tuta evocò una blanda magia d'attacco, poco più di una sferzata tagliente, che impattò contro l'armatura dello psicommando.
    La psibreed non era progettata specificamente per difendere dalla magia, ma una difesa era meglio di nessuna difesa e la piastra toracica, ammaccata dal diretto di un secondo prima, attutì la forza di quel secondo colpo. Lonas avvertì la pressione dell'aria schiacciarlo verso il basso, ma contrastò erigendo una barriera telecinetica che si oppose alla magia.
    Una miriade di scintille esplosero a mezz'aria, abbagliando entrambi i contendenti.
    Strizzando gli occhi, Lonas vide Taina libera dalla sua morsa psichica. Prima che potesse farne una seconda, la noctaloriana scomparve con uno scatto a velocità sovrumana.
    Xantares intercettò l'utilizzatrice della tuta dai poteri vampiri mentre questa era a poche centinaia di metri dall'uscita. Tese il braccio destro a mezz'aria e s'impuntò di colpo, lasciando che Taina vi sbattesse contro a tutta velocità.
    La ragazza crollò sull'asfalto. Il rumore del suo corpo che sbatteva a terra dopo uno scatto quasi supersonico ricordò il rumore di un gavettone nel momento dello scoppio.
    Il suo utilizzo della magia aveva attirato i due piscommando e il cacciasangue, distraendoli dal rumore che avevano udito. Rispetto ad una vera emergenza, quel sospetto passava in secondo piano: in fondo poteva essere stato solamente un topo.
    Guardando la noctaloriana che boccheggiava senza fiato, Xantares aggrottò la fronte: un colpo del genere non avrebbe quasi nemmeno scalfito un vampiro, che si sarebbe rialzato in un secondo pronto alla lotta. Quella ragazza era crollata come una comune umana!
    Sostenendosi su di un fianco, Taina sputò un grumo di sangue misto a saliva. Contro cosa aveva urtato, un muro di halacciaio?

    «Dei, ti facevo più resistente!», commentò il cacciatore dell'oscurità, «quale vampiro si fa stendere da un solo colpo?»
    Taina sbatté le palpebre una, due, tre volte per riprendere contatto con la realtà. Davanti a sé vedeva danzare migliaia di intermittenti puntini luminosi ed una figura avvolta nell'ombra. Con molta arroganza, quella figura non l'aveva finita ma anzi sembrava attendere, stando a guardia bassa.
    «Su, alzati!», l'esortò il giovane.
    Grazie alla demo-tuta, Taina vide che il suo corpo era avvolto da tenui lingue di aura, sbiaditi getti di fuoco liquido che avvampavano in prossimità del torace e delle spalle. Ignorando il lamento alzato dalle sue ossa, Taina si sollevò in piedi, un'espressione furente sul volto appena intaccato dai tumori. Convogliò tutta la sua forza nel pugno destro e vibrò un gancio a quel nuovo avversario.
    La sua forza, pari a quella di venti atleti olimpionici, venne fermata con una stizzita noncuranza. Il cacciatore dell'oscurità assorbì tutto l'urto del colpo sul palmo della mano sinistra, stringendo i denti mentre affrontava una compatta massa d'aria che non lo smosse di un centimetro.
    Alle sue spalle la giacca garrì come una bandiera.
    «...entusiasmante...», borbottò Xantares con una punta d'infastidito disprezzo nella voce. Spinse Taina indietro con una modesta pressione del palmo sul suo pugno, «non sei nemmeno una vampira, sei umana! E sei anche malata...»
    Taina si massaggiò la mano con la quale aveva sferrato il pugno. Il suo avversario l'aveva letta come un libro aperto! Quel colpo avrebbe spezzato in due il paraurti di un camion, lo aveva sferrato con tutta la sua forza e alla massima velocità consentitale dalla tuta.
    «Chi te lo dice?», temporeggiò lei, in cerca di una via d'uscita.
    «Aspetta...chronometron valari.».
    Una sfera di crepitante energia magica si propagò dal corpo del giovane, inglobando la ragazza al suo interno. Questa aveva udito le parole pronunciate con chiarezza, ma in qualche modo non le aveva comprese. Non era nata con il dono della magia e, facendo eccezione per le capacità dei vampiri, non l'aveva mai incontrata in tutta la sua vita.
    «Ora un secondo all'esterno della sfera sarà l'equivalente di tre minuti all'interno», disse il sinrael, nei cui occhi ardeva una vibrante scintilla di potere magico, «Chi mi dice che sei umana e che sei malata?», disse lui un secondo dopo, «quando mi hai colpito ho letto la tua aura...non è quella di un vampiro, e...dei di Azuras, non ho mai visto tanti tumori in una sola persona.».
    «Hai letto...la mia aura?»
    «Lo so, è poco cortese ma...mi permette di sapere con chi ho a che fare!», disse Xantares che con un gesto teatrale allargò le braccia, facendo così ondeggiare alle sue spalle il fradicio trench.
    «Una nelle tue condizioni dovrebbe essere in ospedale, con una flebo di crono-piastrine nel braccio ed un sacerdote a fargli l'estrema unzione...che ci fai in un deposito mega-corporativo a quest'ora?»
    «Potrei farti la stessa domanda!», esclamò la ragazza.
    Mi ha quasi spezzato il polso...solo spingendomi indietro!
    «Cercavo te! Solo che speravo tu fossi qualcosa di davvero malvagio, exempli gratia un vampiro...»
    Taina squadrò il suo interlocutore, in cerca di un modo per aggirarlo e scappare. Era molto alto, con un fisico che definire imponente era dire poco, ma che allo stesso tempo era equilibrato nelle forme. In definitiva ricordava la tipica statua del semidio Aidan, gli mancavano solamente le ali piumate spalancate dietro le spalle!
    «Mi dispiaccio nel darti questa delusione, ma sono umana», disse la noctaloriana, «niente di davvero malvagio...sicuramente troverai qualcosa in giro, io tolgo il disturbo!»
    Con un paio di falcate coprì il tratto lungo il quale Xantares l'aveva fatta indietreggiare, raggiunse l'altezza delle spalle del suo interlocutore e lì venne fermata. Il sinrael fece un cenno con il volto e Taina si rese conto di non potersi muovere.
    «Ogni cosa al suo tempo, ogni tempo al suo luogo, gatta ladra», disse Xantares, «...non sono della Homeland Guard, ma tu indossi una tuta dei miei nemici. Che devo fare con te?»
    «Lasciarmi andare e dimenticarti di me?»
    Un sorriso sardonico si dipinse sul volto del giovane: «...no, non sono così buono!», con un secondo cenno del volto liberò la ragazza dal blocco magico e fece un passo indietro, tenendola d'occhio.
    «Amo le sfide, ma non sono così scemo da giocare a dadi con gli occhi chiusi. Se riesci a superarmi sei libera di andartene, ma se non ci riesci...la Homeland avrà sicuramente un posto per te.».
    «Se lo ha per me allora deve averne uno anche per te!»
    «Umani!», sbottò Xantares, «vi considerate alla pari di tutti anche se siete senza ali, zanne ed artigli...»


    Commenti, pareri, critiche e pomodori volanti sono bene accetti!
     
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    Dany quando avrai deciso il nuovo titolo x la tua FF puoi dirla a me direttamente mandandomi un mp e te lo cambio!

    Cmq x quanto riguarda le foto che hai postato x rendere l'idea della metropoli-formicaio direi che hai centrato in pieno quello che immaginavo io!
    E x Blade Runner... avevo l'immagine chiara in testa ma non mi ricordo a quale film appartiene!! :D
     
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92 replies since 24/6/2012, 02:38   785 views
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