HOTEL DELLE CREATURE

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    :Beatrix.png:

    CONTINUA DA LUOGHI NATURALI - PROMONTORIO - SCOGLIERA

    Le parole di Malacath mi lasciarono senza fiato. Quella donna aveva Lucifero dentro di sè. Ecco il perché di quell'energia così oscura e malvagia. L'avevo scampata per un pelo. Se non fossi stata così reattiva da tagliare la corda e non l'avessi colta di sorpresa col mio attacco, a quell'ora sarei già andata a far compagnia a Caronte!

    Ci fermammo brevemente al cimitero e potei constatare coi miei occhi il risultato della sua furia. Sorrisi, nonostante tutto. Non avevo sbagliato di molto quando avevo immaginato un fungo atomico sopra il cimitero!

    Non avendo altri posti dove rifugiarci dal temporale imminente, Malacath optò per l'albergo della città. Rabbrividii. L'idea di passare la notte in sua compagnia, nella stessa stanza e magari nello stesso letto non mi allettava, ma con Lucifero alle mie calcagna dovevo cercare di rimanergli il mio attaccata possibile, anche se la cosa non mi andava a genio!

    Riprese le sue sembianze umane prima di entrare nell'hotel. L'uomo alla reception mi guardò senza preoccuparsi di celare il suo disgusto. Il mio aspetto non era dei migliori, questo era vero, prima il rapimento, poi tutto il tempo passata rinchiusa ella cripta, infine la corsa a perdifiato tra la boscaglia, ma poteva anche risparmiarselo quello sguardo schifato!
    Il demone domandò una stanza per due e l'uomo ci guardò con ancora più disgusto, se possibile. Chissà cosa stava pensando... Prima che potesse solo aprire bocca, Malacath lo fulminò con lo sguardo, sibilando:

    < E' mia figlia.>

    Rimasi scioccata quasi quanto l'uomo. Se con quelle parole non mi avesse lasciata di stucco avrei gioito del suo imbarazzo, ma ero troppo sconvolta. Da quando aveva cominciato a fare la parte del bravo papino amorevole e mi considerava come una figlia e non come un'arma di sua proprietà da usare nella sua guerra personale?

    Salimmo nell'ascensore e feci per chiedergli spiegazioni, ma lui mi liquidò velocemente, chiudendo l'argomento.
    Feci una smorfia. Avrei dovuto aspettarmelo. Era un demone e io gli servivo per i suoi scopi. Fine della storia.

    Entrammo nella nostra stanza. Con sollievo notai due letti separati. Sospirai confortata. Lui dovette accorgersene, perché vidi le sue labbra piegarsi in un sorriso. Si voltò verso di me e mi suggerì di farmi una doccia, aggiungendo una delle sue solite battutine idioti. Lo guardai in tralice. Si credeva veramente così simpatico? Il suo sarcasmo e la sua inutile ironia lo rendevano solo ancora più odioso!
    Tuttavia non potevo dargli torto, una bella doccia era proprio quello di cui avevo bisogno per lavare via tutto, stanchezza e cattivi pensieri compresi.

    Afferrai i vestiti che aveva recuperato dalla cripta e entrai in bagno senza degnarlo di una sola parola. Era molto carino, bianchissimo e lucente da quanto era pulito. Mi spogliai, lasciando ricadere i vestiti per terra. Feci scorrere l'acqua finchè non diventò calda e mi infilai sotto la doccia. Rimasi sotto il getto per lunghi secondi, assaporando la piacevole sensazione dell'acqua che scorreva sul mio corpo.
    Poco prima di lessarmi, finii di fare la doccia e uscii, orientandomi in mezzo alla nebbia generata dal vapore. Forse avevo esagerato un po!

    Mi rivestii con tutta calma e uscii dal bagno. Malacath era comodamente disteso sul letto, in attesa che uscissi. Lo fulminai di nuovo con lo sguardo e andai a distendermi sull'altro letto. Lui mi guardò con un sorrisetto. Il mio atteggiamento astioso lo divertiva. Beh, poteva pure ridere quanto voleva! Mi infilai sotto le coperte e mi giurai su un fianco, dandogli così le spalle.

    < Vuoi che ti rimbocco le coperte?>

    chiese col suo solito sarcasmo. Mi trattenni dal girarmi e urlargli in faccia, fingendo di stare dormendo. La noncuranza è il maggior disprezzo, o almeno così avevo sentito dire. Lo sentii ridacchiare, dopodiché entrò in bagno sua volta.
    Feci un luogo sospiro, infine chiusi gli occhi, cercando di prendere sonno.
     
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    <<ahahahahahahahahahahahah>> non riuscii a trattenere la risata un po' per la domanda che mi fece lei, un po' per l'improvvisa allegria che mi pervase. Mi sentivo come un bimbo al quale hanno appena dato delle caramelle; mi sentivo appagato e a casa. Ancora ridacchiando la baciai dolcemente e le risposi
    << Fortunatamente non ho dovuto fare altro che essere me stesso...ma posso dire di essere il demone più fortunato degli inferi e della terra se una vampira così sexy e testarda dice di amarmi...ma sopratutto ti ringrazio Astrid per avermi fatto dono di questo sentimento così prezioso! Anch'io TI AMO>>
     
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    :Malacath.png:

    Mentre Beatrix si faceva la doccia ne approfittai per ripensare a quanto era accaduto da quando avevo messo piede a Littoria e a tutto quello che mi aspettava. Che ci aspettava. Non appena si fosse fatto giorno mi sarei appropriato di quella casetta che avevo intravisto nel bosco, che fosse libera o meno.

    Dopo un tempo che parve un'eternità, la mia streghetta uscì dal bagno con indosso gli abiti che le avevo comprato. Le donavano proprio.

    < Te la sei presa comoda!>

    commentai con un sorrisetto. Per tutta risposta lei mi ignorò e si distese a letto.

    < Vuoi che ti rimbocco le coperte?>

    continuai, ma ancora una volta non ottenni risposta. Entrai nel bagno ridacchiando, il suo atteggiamento mi faceva proprio divertire!
    Non appena ebbi varcato la soglia mi ritrovai immerso nella nebbia. Beatrix doveva aver esagerato un bel po' con l'acqua calda! Entrai nella doccia a mia volta ma mi limitai ad una veloce risciacquata gelida, giusto per schiarirmi le idee.

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    Indossai solo i boxer e tornai in camera. Guardai attentamente Beatrix. Questa volta stava veramente dormendo, la sua mente preda dei sogni era aperta a libro davanti a me. Chiusi gli occhi, dando giusto un'occhiata. Vidi solo alcuni frammenti dei suoi ricordi mescolati ai sogni, ricordi di quando viveva con quegli stolti zingari. La sua non era stata una vita facile, ma aveva contribuito a temprarla e renderla la donna forte e senza paura che era ora.

    Stesi una mano sopra la sua testa, sfiorandole i capelli. In un attimo cancellai tutti i suoi sogni, così che potesse avere un sonno tranquillo e rilassante.
    Mi distesi sul mio letto, incrociando le braccia dietro la testa. Senza volerlo quelle poche immagini avevano risvegliato anche i miei ricordi, legati alla madre di Beatix.
    Sorrisi. L'avevo intravista un pomeriggio, a Cukalat, insieme ad altri del suo clan. Mi aveva colpito fin da subito e nell'istante in cui la vidi avevo già deciso che sarebbe stata la donna perfetta per creare una o più streghe. Lei alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono. Fu come se avesse capito chi, o meglio cosa fossi, perché da quel momento in poi abbandonò il campo solo accompagnata da più persone e passava tutto il tempo a guardarsi intorno, come se si aspettasse da un momento all'altro di vedermi comparire.
    Fino a quel giorno. Non so per quale motivo uscì da sola, ma doveva essere stata un'emergenza. Era come se sapesse già cosa sarebbe successo, infatti non appena fu vicina al bosco, lontana da tutto e tutti, io mi mostrai di nuovo a lei, ma nel mio vero aspetto. Lei non tentò di scappare, forse sapeva che sarebbe stato inutile, e non sembrò impaurita dal mio aspetto demoniaco: era come se mi stesse aspettando e si fosse arresa al suo destino. La presi lì dov'era, e credo che alla fin fine non le sia nemmeno dispiaciuto poi così tanto. Ricordavo ancora le due dita che mi accarezzavano la schiena e i suoi occhi che scrutavano nel nero dei miei, senza paura.
    Quando tutto fu finito sparii e non tornai mai più. Gli scagnozzi di Lucifero erano sempre alle mie calcagna e dovevo portarli il più lontano possibile da lei, così che potesse portare avanti la gravidanza senza problemi. Solo quando la strega fosse stata un'adolescente sarei tornato a prenderla e chissà, forse avrei portato via anche lei con me. Era diversa da tutte le altre donne con cui avevo generato le mia prole di streghe. Nel corso degli anni mi ero ritrovato spesso a pensarla, senza rendermene conto. Forse perchè era stata l'unica che aveva guardato chi ero in realtà, dritto negli occhi, e non aveva avuto paura.

    Ma non potevo immaginare cosa sarebbe successo. Mi ero preoccupato di proteggerla dalle grinfie dei servi di Lucifero, ma non dall'idiozia di quegli stupidi zingari. E così lei era morta dando alla luce Beatrix, abbandonata e ripudiata dal suo stesso clan, e lei era sopravvissuta per miracolo a quegli idioti e al resto del mondo. Scossi la testa. Avevo dato a quegli stupidi un dono più unico che raro, una delle mie streghe, e loro non solo non l'avevano accettato, avevano addirittura tentato di ucciderla! Se avessi potuto li avrei riportati in vita solo per massacrarli di nuovo senza pietà!

    Immerso in quei pensieri, sprofondai finalmente nel sonno senza nemmeno accorgermene.
     
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    :Beatrix.png:

    Mi svegliai dopo un lungo sonno ristoratore. Era da molto tempo che non dormivo così bene, e soprattutto, in un letto vero e proprio. Mi sentivo carica e piena di energie, per non dire quasi di buon umore. Ma tutta la mia euforia svanì quando mi voltai in direzione del mio compagno di stanza.
    Dalla sua faccia il suo riposo non doveva essere stato piacevole come il mio. Sembrava decisamente di umore più nero del solito. Mi ero persa qualcosa?

    < Muoviti, ce ne andiamo.>

    ordinò con tono duro e inflessibile, radunando le poche cose che avevamo con noi. Preferii non contraddirlo e non domandargli il motivo del suo cambio d'umore, non ci tenevo a sperimentare di nuovo la sua furia!

    Mi stiracchiai a mo' di gatto e mi alzai in piedi. Infilai gli stivaletti e presi un giubbotto dai pochi vestiti che possedevo.

    < Sono pronta.>

    sentenziai prima di seguirlo fuori dalla camera.

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    :Malacath.png:

    Mi ero preoccupato di proteggere Beatrix dai suoi incubi, ma non avevo fatto lo stesso con me. L'aver assorbito l'energia di quel fottuto angelo decaduto aveva popolato il mio sonno di immagini molto esplicite circa le sue intenzioni, tutte accomunate dallo stesso epilogo.
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    Non gli avrei permesso di distruggere la mia arma. Beatrix era l'unica delle mie streghe ad essere ancora in vita, l'ultima, e l'avrei trasformata nell'incubo peggiore di quel bastardo.

    Finalmente anche lei si svegliò, decisamente di umore migliore del mio.

    < Muoviti, ce ne andiamo.>

    ordinai imperioso raccogliendo le nostre cose. Lei si stiracchiò a lungo ma non protestò. Sorrisi tra me e me. Sembrava aver finalmente imparato la lezione. Indossò gli stivali e il suo giubbetto, dichiarandosi pronta.

    Uscimmo dall'albergo dopo aver pagato alla reception. Notai con piacere che l'idiota della sera precedente era stato sostituito da una giovane donna dalle forme generose striminzite nell'uniforme dell'hotel. In altre circostanze le avrei dedicato molte più attenzione, ma per questa volta mi limitai a sfoggiarle uno dei miei migliori sorrisi e aggiungerla alla mia lista mentale di donne interessanti di Littoria.

    Ci nascondemmo in un vicolo dove assunsi le mie vere sembianze, dopodichè mi alzai in volto insieme a Beatrix. Mi sarei impadronito di quella casetta nel bosco, che fosse libera o meno!

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  6. "ta"
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    :Astrid.png:

    WOW sentir pronunciare quelle parole dalle sue morbide labbra era un sogno, "TU SEI UN SOGNO" !!!! improvvisamente avevo voglia di uscire dal quell'albergo per respirare l'aria della notte con lui, mi sembrava di essermi espansa dalla gioia e quei muri ci tenevano troppo costretti, volevo la brezza della notte sul mio corpo insieme alle seducenti mani di Caleb, volevo contemplare l'infinito insieme a lui...<andiamo via da qui, la notte ci attende...> Presi il mio vestito dal pavimento e lo infilai con maestosa rapidità poi lanciai uno sguardo malizioso a Caleb che mi guardava perplesso, ancora nudo e sdraiato su di un fianco, "mamma mia sembra un dio, il dio più sexy che esista", <fidati di me...seguimi> aprii la porta e cominciai ad andare, non sapevo ancora dove ma le mie gambe sembravano saperlo. Ero sicura che al mio arrivo lui sarebbe già stato lì, il nostro vincolo gli avrebbe detto dove stavo andando, e non vedevo l'ora di vederlo alla luce della luna...

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    :Caleb.png:

    mmmm.. così provocante e così piena di vita la mia Astrid mi lasciò solo su quel letto dirigendosi chissà dove..fortunatamente il nostro legame era così intenso che senza pensarci mi teletrasportai dove era diretta.

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  8. peter81
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    :Zulejka.png:

    CONTINUA DA: LUOGHI DI FESTA-DIVERTIMENTO-QUARTO DI LUNA DISCO

    Andai nell'unico posto possibile per riorganizzarmi e far perdere la traccia del mio odore. La casa di Kilian non era sicura per me.

    Scesi dall'auto tra sguardi sbigottiti scalza.

    Raddrizzai la schiena e scrollai la testa osservandomi intorno accigliata.

    Feci il mio ingresso e andai decisa verso il bancone della reception.

    L'omuncolo sollevò lo sguardo e quasi fece un salto indietro vedendomi, boccheggiò un "Buonasera..."

    << Per sua sfortuna ho deciso di fermarmi qui. Dammi una camera, i miei bagagli sono nell'auto. >>

    Si ricompose abbassando le spalle, sembrava gli avessi scritto un'epigrafe sulla schiena da quanto era abbattuto! Sogghignai tra me....

    " Certo, certo, sarà presto fatto. Durante la sua assenza è stato recapitato questo per lei, non sapendo come rintracciarla, lo abbiamo tenuto in sospeso per lei.."

    Mi passò con mano tremante una busta chiusa, la presi sospettosa, una scittura elegante chiamava il mio nome... L'uomo della reception dava gli ordini necessari... La aprii...



    Il cuore mi balzò in gola, feci una risatina perfida e alzai gli occhi verso di lui. Indietreggiò impercettibilmente.

    << Mandami su qualcuno di valente dalla Spa! Fai arrivare nella mia camera degli abiti per una mascherata! Presto, SVILUPPATI! >>

    "Certo, certo, subito.."

    Mi diede la chiave magnetica e veloce mi avviai verso l'ascensore per raggiungere la mia camera con un ghigno soddisfatto dipinto in volto.
     
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  9. peter81
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    :Zulejka.png:

    Nella stanza da bagno mi osservavo riflessa nel morbido accapatoio bianco.

    Non c'era di che lamentarsi: dalla Spa erano arrivati in camera parrucchiere ed estetista che, dopo un bagno rilassante che mi aveva tolto di dosso sporcizia e sudore, mi avevano restituito la Zulejka che finalmente riconoscevo allo specchio.

    Fissai quegli occhi azzurri senza entusiasmo, ritrovandomi a cercare risposte che non conoscevo...

    Sentii squillare il telefono della camera ed andai ad alzare la cornetta.

    << Yeltsina. >>

    << Signora hanno appena consegnato i vestiti che aveva richiesto....>>

    << Li mandi su, presto!>>

    Riabbassai il ricevitore e andai a sedermi comodamente su una poltroncina. Passarono alcuni minuti e bussarono alla porta.

    << Sì? >>

    << Signora, abbiamo della merce da consegnarle...>>

    Mi alzai, mi avvicinai alla porta e scrutai dallo spioncino. Vidi tre cameriere al di là dell'uscio.

    Aprii restando dietro alla porta, le tre adagiarono sul letto tre fagotti e, abbassando gli occhi e sussurrando un "Buonasera" uscirono in silenzio.

    Chiusi la porta e mi avvicinai al letto.

    Aprii la prima sacca che conteneva un lungo abito bianco con il corpetto impreziosito da un pizzo e una semplice gonna in seta. Bianco.

    Slacciai l'accapatoio lasciandolo cadere ai miei piedi e indossai l'abito.

    Strinsi nel pugno la fialetta che avevo lasciato sul comodino e la infilai sotto la piega del seno, ben nascosta dal corpetto rigido.

    M9dLdx4



    Era accompagnato da una maschera bianca e uno stringicollo che indossai subito.

    RlYppVdl7crNkXal



    Conclusi allacciando i sandali e, senza voltarmi indietro, lasciai la suite.

    Il mio ingresso nella hall fu scenografico, anche se questa volta le reazioni furono diverse: stupite, ammirate, incuriosite.

    Mi avvicinai al mio "amico di fiducia" in portineria.

    << Una limousine per il Casinò Spada, fai in fretta!>>

    Il suo sorriso cordiale gli si congelò in faccia quando riconobbe la mia voce.

    Mi accostai all'uscita, arrivò subito una lussuosa limousine nera.

    Salii e partimmo.

    Littoria scorreva dal finestrino, guardai il riflesso della mia bocca. Nessun sorriso di soddisfazione, nessuna esultanza. Nessuna emozione.

    Mi resi conto che da quando avevo aperto la busta con l'invito non avevo più provato nulla... In me c'era un emorme vuoto. Un buco nero che stava risucchiando tutto...

    Se devo finire in quel buco, tu, Alexandre, verrai con me...

    Pensai a Killian, a tutte le creature che avrei voluto al mio fianco in quel momento...

    Mi ritrovai a sperare per Killian la felicità, anche se gli avevo detto che noi non eravamo fatti per questo....

    Il proprio destino si deve affrontarlo da soli...

    Conclusi con tristezza.

    CONTINUA IN: LUOGHI: GDR LUOGHI DI FESTA - DIEVRTIMENTO - GRAN CASINO' SPADA
     
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38 replies since 3/9/2013, 13:40   470 views
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