Night Café

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    Armand mi prese sotto braccio e mi portò fuori. Ero convinta che mi vedesse come una piccola donnina ingenua ma, lo avrei stupito.

    Fuori dal night ci aspettava una limousine, con tanto di autista ad aprire la porteria.

    Si tratta bene ridacchiai piano

    Il mio cavalieri mi fece salire prendendo al volo l'occasione di palparmi un pò. Salì e mentre l'auto partiva mi schiacciò sul sedile baciandomi.

    La serata iniziava a farsi interessante.


    CONTINUA IN LUOGHI CITTADINI - VIALE - REGGIA BREDISC
     
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    CONTINUA DA: LUOGHI CITTADINI - CITTA' - NEGOZIO DI MAGIA


    Smontai dall'auto appena giungemmo nei pressi del locale, dalla facciata esterna dava come l'impressione di essere uno di quelli a luci rosse. Entrai all'interno non con poca tensione addosso, mi giocavo tutto sulla buona riuscita di questo incontro. L'odore di sesso e di promiscuità si insinuò violenta nelle narici. Sospirai per cercare di tenere a bada il mio incubo, non ero venuta per cacciare .. . ma per incontrare un uomo.
    Dando una rapida occhiata all'interno mi sentii rincuorata nel constatare la scarsa presenza di umani e creature.. dare il meno possibile nell'occhio era di vitale importanza. Con passo elegante e lanciando di qua e di là occhiate lascive mi diressi al bancone bar..
    Presi posto sullo sgabello puntando gli occhi in quelli del barista, un giovane ragazzino dall'aria rilassata. Ci misi poco ad intuire che il gestore del locale non era presente, dalla semplice postura del personale si capiscono molte cose.

    < Un Bellini per favore.. > sorrisi dolcemente al ragazzo.

    Si mise subito sull'attenti intercettando il mio sguardo si riassettò i vestiti come a voler dare l'aria del più grande sciupafemmine di Littoria. Risi divertita perchè cascava male, la maggior parte degli uomini mi facevano girare lo stomaco.
    Poggiò il drink che avevo ordinato e si piegò in avanti sporgendosi ad un centimetro dalla mia faccia poggiando i gomiti sul bancone, le sue labbra lievemente incurvate mostravano una curva morbida e carnosa, non male dopotutto.

    < Sei nuova bellezza. Cosa posso fare per te? >

    Volentieri lo avrei respinto con un cazzotto in piena faccia... ma lui mi serviva.

    < Puoi rendermi felice. > gli sfiorai il viso con le dita.

    Presi dalla borsa la preziosa ampollina di Medusa e gliela misi tra le mani.

    < Al terzo giro che chiamerò, versa l'intero contenuto della boccetta nel drink del mio compagno. >

    Lo vidi ritrarsi indietro come se avesse paura di finire nei guai sul posto di lavoro.. o magari temeva il suo capo. Gli afferrai il polso.

    < Terminerai la giornata di lavoro ben ricompensato. >

    Non disse nulla, ma prese possesso dell'ampollina custodendola nella tasca dei pantaloni. La discrezione era tutto ed il ragazzino ci sapeva fare.

    Sorrisi soddisfatta nel sorseggiare il Bellini. " Non male come barman, dovrebbero dargli un aumento. "

    Accavallai le gambe trascorrendo i dieci minuti più snervanti della mia vita finchè non avvertii una fresca folata di vento.

    < Non mi aspettavo di rivederti tanto presto. >

    Mi voltai in direzione di quella voce dura e spietata.

    < Viaggiato comodo fino in Italia? >

    Lo guardai negli occhi abbozzando un mezzo sorriso, non mi sarei lasciata intimidire da lui, un vampiro antico quanto Roma.

    < Saltiamo i convenevoli. Dimmi di Alessandro. >

    Ricambiò il mio sguardo. Aveva poggiato i gomiti sul bancone bar, reggeva tra le mani una sigaretta accesa , fregandosi altamente se nel locale ci fosse divieto di fumare. Sapevo cos'era realmente e lo temevo.. . e non un semplice vampiro antico. Per lui non esistevano regole , dall'anima tanto nera da far impallidire il più infimo demone dell'inferno. Il Boia, l'Infame cosi veniva appellato da coloro che erano riusciti ad assistere ed uscirne vivi dai più grandi massacri della storia. Ogni centimetro di quel corpo era potere selvaggio.

    jpg



    < Vai sempre dritto al dunque, Senatore. Sediamoci, ti offro da bere. >

    Mio fratello cosi usava chiamarlo, durante le mie visite presso la loro corte in Francia ero riuscita a scoprire tante cose che lo riguardavano... . solo una non ero mai riuscita a comprendere, non era un suo amante. Mio fratello non scopava con questo uomo.. MAI.

    < Và all’inferno Lyliane. Non ho lasciato l' India per conversare con te davanti ad uno champagne di scarso pregio. > era decisamente irritato.

    < Però l'hai fatto. > incurvai le labbra soddisfatta.

    Mi alzai dallo sgabello e gli posai una mano sul viso per sollevarlo ad un centimetro dal mio.

    < Il tuo odore è simile al suo. >

    Nei suoi occhi vi lessi rimpianto per un solo secondo per poi ritornare freddo e insensibile.

    Mi ritrovai schiacciata con la pancia contro il bancone, girata di schiena con entrambi i polsi legati dietro dalla sua mano, stringeva con forza. Mi strattonò in modo rude.

    < Non ho voglia dei tuoi giochetti femmina. Parla.ora.di.ciò.che.mi.interessa. > a denti stretti mi minacciò.. le sue labbra a sfiorarmi l'orecchio.

    Provai a liberarmi da quella morsa, sbraitai nel sentirmi schiacciare dal suo peso. Odiavo quella posizione di dominanza che aveva assunto.

    < Lasciami. Subito. Altrimenti non ti dirò un cazzo. >

    Inaspettatamente lo fece, e si avviò verso i divanetti dove il gioco di ombre e luci soffuse che vi erano nel locale avrebbero consentito una certa intimità. Feci cenno al ragazzino di iniziare a portare il primo giro di drink.

    < Mio fratello è tornato. > mi sedetti accanto a lui sullo stesso divanetto.

    < Dov'è? e da quanto tempo ha fatto ritorno. > non mi sfuggì notare come la sua mano stringesse il bracciolo.

    < Da parecchio. La sua ossessione per quel figlio non è cessata nemmeno negli abissi.. lo rivuole indietro.. e lo farà a meno che non l'abbia già fatto. > mi voltai a guardarlo negli occhi, le sue labbra tirate in una linea dura.

    < Il conte, quel figlio di puttana. Sono cinquant'anni che mi sfugge. >

    Il mio fianco sfiorava il suo, era rigido come marmo, assorto in qualche pensiero del passato sembrava inanimato come una statua immobile.. solo gli immortali e in particolar modo gli antichi riescono a diventarlo.

    Si accarezzò con le dita l'ombra di barba che aveva in viso e continuò a parlare mentre io presi il mio primo giro di drink, il barman stava collaborando per la riuscita del mio piano.

    < Sai che non te lo perdonerà se tu gli uccidessi il suo vampiro. > gli dissi con noncuranza.

    Dovevo evitare di portare la sua attenzione su Kilian. Stranamente non avrei goduto a rovinare la relazione che aveva con il mio amico di prigionia, Manuel.

    < Avrei dovuto impedire a quel maledetto di ricevere il bacio immortale. > iniziò a bere come se con quel gesto riuscisse ad inghiottire l'amaro che sentiva in gola.

    < Non avresti potuto, Alex prende quello che desidera.. . sempre. >

    Rise di gusto.

    < Sai quanti ho ammazzato senza che il mio nome venisse accostato all'assassinio? >

    Non dubitai delle sue parole, la sua fama era risaputa.

    < Voglio incontrare mio fratello ed ho bisogno che tu sia presente. Deve ascoltarmi e conosci come la mia sola presenza lo faccia diventare una bestia intrattabile. >

    Dopo aver svuotato il bicchiere, mi guardò con tanta cattiveria negli occhi.

    < Scordatelo. >

    Cercai nella borsa la lettera che avevo recuperato tra i miei oggetti personali al circo, intanto il secondo girò di drink aveva già avuto inizio. L'aprii.

    < Questa ti appartiene. > gliela sventolai davanti agli occhi. < Oh Senatore, mi meraviglio di te. Lasciare incustodita la prova del tuo tradimento. Come la prenderà mio fratello quando domani mattina sulla sua scrivania troverà questa missiva?. Sei stato tu ad incastrarlo.. . sputtanando ogni cosa all'arcangelo. > gli canzonai spietata.

    Me la strappò di mano e la lesse. L'avevo trovata nelle sue stanze nello scrittorio, scritta di suo pugno il contenuto della lettera dichiarava espressamente l'intenzione di voler collaborare con Raphael.

    < Non l'ho mai spedita. Fa quello che cazzo ti pare. >

    Si alzò dal divano.

    < Lui non vedrà la differenza. Sarai un traditore ai suoi occhi. >

    Scosse la testa e mi guardò dall'alto della sua imponente stazza.

    < Non ha più alcuna importanza. Ha fatto la sua scelta quando ha accolto quello schifoso francese nel suo letto. >

    Lo guardai allibita, quella dichiarazione non me la sarei mai aspettata. Si allontanò con tutta l'intenzione di chiudere li la questione.. ma non glielo avrei permesso.

    < Aspetta. FLAVIO!!! > gli gridai contro.

    Si fermo dandomi il tempo di raggiungerlo prima che sparisse.

    < Cosa vuoi ancora? la mia pazienza è arrivata al limite. >

    < Tu! > gli puntai il dito contro il petto. < L'hai amato. >

    Si incupì terribilmente. < NO! C'è stato un tempo che ho odiato Alessandro. >

    Si avvicinò cosi tanto da sforarmi quasi le labbra con le sue. < Non sai un cazzo di me e di noi>

    Lo allontanai posando i palmi sul suo petto. < Non andare via. Possiamo trovare un accordo comune.. >

    Lo spinsi contro la parete schiacciandolo con il mio corpo. Gli sbottonai la camicia, infilai una mano dentro ad accarezzare gli addominali scolpiti. < Non lasciare una donna sola in un locale. >

    < Scoprirai cosa avresti potuto provare con un incubo > chiuse gli occhi e lo sentii inspirare e poi sospirare.

    Flavio aprì gli occhi. < Sò che non stai pensando a me adesso. Lo sento. >

    Mi respinse per poi andare a sedersi sullo sgabello dell'area bar. Lo stavo confondendo. Mi avvicinai gli aprii le gambe insinuando un ginocchio in mezzo per accogliermi vicino a lui.

    < Non farò sesso con te.. è inutile che cerchi di tentarmi.. >

    Gli posai entrambe le mani sulle spalle e lo guardai negli occhi. < Ti darò Kilian se accetterai di incontrare Alex insieme a me. >

    Inarcò un sopracciglio. < Kilian? > il modo in cui pronunciò quel nome pareva quasi strano come se non lo avesse mai sentito.

    Intanto il fantastico barman del night cafè aveva già posizionato l'ultimo giro di drink sul bancone.

    < Avrai la possibilità di rimediare all'errore commesso da Alessandro. Te lo consegnerò nelle tue mani. >

    Lo vidi riflettere. < Il francese deve morire. >

    Gli avvicinai il drink accanto alla mano chiusa a pugno che aveva sul bancone.

    < Brinda con me Flavio, affinchè l'accordo venga sancito. >

    E cosi fece. Accettò mentre inconsapevole inghiottiva il veleno di Medusa. Lo guardai negli occhi orgogliosa di me stessa. Lo avevo fottuto completamente.

    Sgranò gli occhi portandosi una mano alla gola. < Cosa cazzo.. mi.. hai .. dato.. ? >

    Il veleno facendosi strada nelle vene lo aveva praticamente paralizzato, non ero una stupida, non l'avrei mai affrontato in uno scontro diretto.. potevo non uscirne viva.

    Risi compiaciuta.

    < Sei una maledetta TROIA! > cercò di alzarsi, ma le gambe non gli reggevano cosi si aggrappò con le mani al bancone con le ultime energie rimaste.

    < Non puoi fuggire Flavio. Sei mio ora. > gli sferrai un cazzotto in faccia facendolo sbattere con la schiena a terra. Perse i sensi, il suo corpo ormai era dominato da quell'essenza malefica della gorgone.

    Prima di uscire pagai una grossa somma al barista, che incredulo quando la vide gli si illuminarono gli occhi. " Che bravo ragazzo "

    Trascinai il Senatore per le braccia fino alla mia auto dove Leonardo lo caricò dietro per trasportarlo in un luogo sicuro.

    Mi sentivo inarrestabile, l'adrenalina schizzava da ogni poro della pelle.

    CONTINUA IN : LUOGHI CITTADINI - VIALE - FABBRICA ABBANDONATA

    Edited by Iole88 - 26/5/2014, 19:25
     
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