Reggia BREDISC

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    Quasi potevo vedere i suoi più piccoli tremori, Augusta era un pulcino chiuso in una gabbia con un grande leone, ma quel leone era sazio, ed era fortunata... non era passato molto tempo dalla scopata con Beth...

    Aveva paura quella strana umana, e quello mi faceva impazzire, impazzivo quando si giocava al gatto ed al topo... quel pulcino doveva essere mangiato e lo avrei fatto... lo avrei mangiato a grandi morsi ma prima lo avrei gustato per bene ed avrei ottenuto tutto quello che poteva darmi, Augusta era una delle pedine giuste per far fuori gli altri Bredisc da Littoria

    "La santarellina farà quello che gli dirò" sorrisi mentre pensavo questo nell'attimo in cui lei mi diede del bugiardo...

    mi ritrovai vicino a lei mentre sentiva il mio cuore dal tocco secco e pesante... voleva sapere cosa ero...

    <sono il più grande puttaniere bastardo che potevi incontrare Fiorellino...> lei sgranò gli occhi irritata...

    mi accusò di averla fatta del male....

    <puttanate!> urlai mentre mi sedetti su una poltroncina...eravamo in un grande salone che chiamavo... delle poltrone poichè avevo sistemato lì tantissimi sofà e divani provenienti da tutto il mondo...

    una volta seduto mi rivolsi ancora a lei ma con fare più calmo...

    <solo con me una come te è al sicuro Augusta.... il tuo uomo è scomparso... e tu sei nella merda...> sorrisi mostrando tutta la mia dentatura bianchissima... dicevo la verità e lei lo sapeva... il suo uomo l'aveva abbandonata senza una spiegazione lo sentivo...

    <sono uno degli ibridi più potenti del mondo e sono qui per riprendermi quello che da secoli mi è dovuto... e tu mi aiuterai...> divenni serio ed incrociai le braccia

    <i Bredisc devono morire Augusta compresa Iris diventata Bredisc...> la sentivo affannare voleva scappare...

    <non lo negare... ti piace il rischio... ti piace essere al centro dell'attenzione... accetta quello che il destino ti ha riservato e ti donerò potere soldi e indipendenza...> feci schioccare le dita ed entrò un maggiordomo con un grande vassoio pieno di cioccolatini che lasciò su un tavolino ai miei piedi...



    ne presi uno e lo gustai con calma sotto gli occhi esterrefatti della donna per i miei modi...

    <calmati, mi innervosisci...> gli dissi annoiato...

    notai sott'occhi che il maggiordomo non era uscito...

    <we ma stai ancor là? Ma possibile ca' oggi stat tutt quant annanz o cazz? ESCI PORCA MISERIA!> il poverino balbettò delle scuse incomprensibili ed uscì impaurito...

    <scusa per i modi ma mi fanno incazzare...> dissi ad augusta con un leggero sorriso fanciullesco...

    <spero che non lo farai anche tu vero?> il sorriso sparì...

     
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  2. peter81
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    Attraverso il contatto mi investì con immagini di violenza e dolore... lo faceva di proposito: il suo unico scopo era di terrorizzarmi.

    Quando si allontanò da me ogni singola cellula del mio corpo si rilassò, smise anche di schiacciarmi con la sua aura e feci un profondo sospiro. Si sedette con aria soddisfatta su uno dei preziosi divani che arredavano la stanza.

    Mi disse di essere il più gran puttaniere che potessi incontrare. "Fiorellino..." mi chiamò... proprio come mi chiamava Dorian. Mi adombrai: in bocca sua quel nomignolo suonava come una bestemmia...

    Mi disse che solo con lui sarei stata al sicuro...

    << Sì...come no?!>> Bisbigliai...

    Aveva uno sguardo folle mentre predicava a proposito della sua "giusta causa". Ero proprio nella merda!

    Entrò un cameriere e posò sul tavolino un vassoio di cioccolatini, lui ne gustò uno e a me si chiuse lo stomaco, avevo paura di lui....Mise in bocca il cioccolatino guardandomi ma non in modo lascivo... probabilmente era così che il lupo cattivo aveva guardato Cappuccetto Rosso, nel bosco...

    Mi ordinò di calmarmi, si stava annoiando...

    << Se questo spettacolo ti annoia, peggio per te! Sei tu che mi hai ridotta così! Per cui, se ti annoi, l'unica cosa che puoi fare è di lasciarmi in pace! E poi, scusa tanto! Da che pulpito!!! Non sono io quella che ha decapitato uno sposo e padre al suo matrimonio davanti agli occhi di tutti con tanto di spettacolino!>>

    Mi sporsi verso di lui alzando sempre più la voce, libera dalla sua oppressione, stavo dando sfogo alla rabbia che covava in me per tutta quella situazione così...SBAGLIATA!

    << ...e non sono io quella che è entrata a petto nudo, prima al negozio, sbrodolando superiorità ovunque! Quindi è evidente che se in questa stanza c'è qualcuno che ama stare al centro dell'attenzione, quello sei tu! Pazzo egocentrico!>>

    Mi fermai a respirare a denti stretti:

    << Dio Santo! Se non sapessi che mi farei male ti picchierei! Se sei così bravo a giudicare le persone, come puoi pensare di coinvolgermi nelle tue farneticazioni??>>

    Lui reagì con un sorrisino beato. Mi ero sfogata, certo... ma ora mi sentivo svuotata e ancor di più in trappola... scoraggiata e sola.

    Allargai le braccia e le riabbassai esasperata. Mi girai e andai a sedermi su un altro divanetto lontano, dandogli le spalle, solo il vederlo mi mandava in bestia i nervi, forse in quel modo avrei pensato meglio. Chiusi gli occhi per riflettere, cercando un luogo di tranquillità nella mia mente...ripensai alla spiaggia dove avevo conosciuto Dorian...



    ...ma lui non era con me...mi sentivo più sola che mai e odiavo Armand per avermi fatta sentire così...

    Forse lui sa qualcosa di Dorian? Mi ha chiamata "Fiorellino"...è solo un caso?

    Solo pensare che potesse avergli fatto del male mi tolse il respiro...

    Pensa, Augusta...pensa!

    Allontanarmi da lui mi aveva dato un certo sollievo, ma ormai la paura lavorava nel profondo, lì non ero a sicuro, Armand mi avrebbe stritolata tra le sue fauci.

    Edited by peter81 - 27/8/2014, 22:34
     
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    Me ne dissi di tutti i colori la cara Augusta si sfogò, le femmine che si sfogavano dicendomene tante mi eccitavano, ed aveva ragione, tutto quel che disse era vero... la guardavo sempre con il mio fare saccente ed annoiato... fin quando non si sedette molto distante da me...

    iniziai a togliermi il pantalone avevo troppo caldo stavamo ormai alla metà di ottobre ma qui a Littoria sembrava di essere a ferragosto... rimasi in mutande e mi sedetti di nuovo, lei mi guardava in modo sfuggente, sapevo che stava guardando ogni centimetro della mia pelle, era una donna abbandonata dal suo uomo...

    "il suo uomo" pensai abbozzando un sorriso... presi un cioccolatino e lo mangiai divorandolo

    <augusta, Augusta cara Augusta... sai, ti tengo d'occhio da tempo... sei una ragazza con le palle... ma pur sempre una ragazza... e sei SOLA> espressi l'ultima parola molto lentamente alzando la voce...

    <ti serve un UOMO> e ritornò il mio modo lento di scandire l'ultima parola...
    <e qui in città ci sono tanti PERICOLI sai?> divenni serio come poche volte lo ero stato

    il mio era un ricatto velato bello e buono e lei lo sapeva...

    <io sono qui per proteggerti... a quest'ora potevi esser stata già fatta a pezzi e sezionata pronta per essere il pasto dei lupi di Littoria... ma...> mi alzai con fare minaccioso e gli andai davanti con la mano gli presi il mento e portai i suoi occhi nei miei per guardarmi anche se voleva distogliere lo sguardo

    <devi fare la brava ed avere fiducia in me non ti torcerò un capello non permetterti più di parlarmi con questo tono...perchè vedi...> dissi toccandomi le mutande

    <potrei sfilarmi anche gli slip e farti molto male... facendoti piangere...> gli lasciai il mento ed indietreggiai...

    <i BREDISC maschi vanno uccisi tutti... Kristofer andava ucciso... ha ucciso anche lui qualcuno della MIA FAMIGLIA CAZZO! Ma non è il momento che tu sappi alcune cose... ora> ... feci una pausa, dovevo giocarmi la carta vincente... il suo uomo... non sapeva neanche lei dov'era era evidente... e l'avrei messa spalle al muro... mi avrebbe aiutato volente o dolente ...

    <ora devi preoccuparti del tuo uomo... se non mi aiuterai lo ucciderò... è rinchiuso in una delle segrete della mia famiglia...> sorrisi portandomi una mano nelle mutande...

    <il FIGLIO DI IRIS DEVE MORIRE E TU MI AIUTERAI O IL TUO DORIAN SARA' DECAPITATO.>

    l'aria divenne irrespirabile... Augusta sobbalzò... lei non poteva sapere che non era vero che avevo Dorian nelle mie mani... ma sapevo che avrebbe fatto di tutto per cercare di salvarlo anche scendere ad un patto con il diavolo...

     
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  4. peter81
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    " Una pantera..."

    A questo pensai quando mi venne davanti avvicinandosi con passo felino. Bello e sensuale...e tremendamente pericoloso, mille campanelli d'allarme squillarono nella mia testa, in tutto il mio corpo. Stava sferrando un attacco ed io DOVEVO essere pronta.

    Mi obbligò ad alzare i miei occhi nei suoi, facendolo passai in rassegna ogni centimetro di quel corpo solido e forte. Infine fui un tutt'uno con il fuoco di quegli occhi ombrosi, mi aveva quasi in pugno, la mia resistenza stava scemando... ero creta nelle sue mani.

    Le sue minacce mi attraversarono la coscienza, nuovamente inondò i miei pensieri di immagini violente... capii che mi stava facendo VEDERE quello che mi avrebbe potuto fare. SEPPI che non c'era possibilità di uscire viva da quella villa!

    << Ti prego... >>

    Dissi solo con voce rotta, la volontà iniziò ad incrinarsi... e poi... come se avessi ricevuto uno schiaffo in piena faccia, realizzai quello che mi stava dicendo, dando fondamento alle mie paure...

    <...ora devi preoccuparti del tuo uomo... se non mi aiuterai lo ucciderò... è rinchiuso in una delle segrete della mia famiglia...>

    Fu come una doccia fredda, poteva non essere vero... ma se lo fosse stato? Era possibile che per avere una pedina in più da sfruttare sulla scacchiera, fosse giunto a rapire Dorian? Come potevo rischiare la sua vita?

    << Lo hai portato via tu?>>

    Si rese conto di avermi in pugno ma, non pienamente soddisfatto, infilò una mano nelle mutande potenziando l'effetto della sua aura così soffocante.

    Abbassai gli occhi che sentivo carichi di lacrime.

    " Dorian, nelle mani di questo pazzo..."

    Attorcigliavo le dita, completamente schiacciata dalla situazione, conobbi la disperazione pura.

    << La vita di Dorian in cambio di quella di un bambino innocente... Solo un mostro ucciderebbe un bambino. >>

    Rialzai il capo.

    << Non chiedermi questo.. tutto ma non questo, ti prego... se hai un cuore, ti prego... Come puoi provare tanto odio da scatenarlo contro un piccolo essere indifeso? Perché?? >>

    Cominciai a perdere lucidità di pensiero... Sarei diventata un mostro, non avrei mai più avuto il coraggio di mostrarmi al mondo macchiata di un simile crimine... ma... la mia dannazione avrebbe permesso all'unica persona al mondo che contava per me di vivere ancora... di amare ancora... di portare la bellezza nel mondo... io ero solo un essere inutile... forse l'unico mio scopo era questo: salvare una creatura migliore di me...

    " Augusta non farlo..."

    Diceva una vocina flebile in fondo alla mia coscienza, sempre più lontana si perdeva nell'eco di quel vuoto emotivo in cui mi aveva gettata Armand.
     
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    Augusta stava crollando, come uno di quei bei castelli di sabbia fatti in riva al mare ma che vengono colpiti senza possibilità di fuga dalle onde del mare... il mio mare malefico la stava rendendo fragile e sapevo che in un modo o nell'altro avrebbe ceduto nell'aiutarmi era in un vicolo cieco ma nonostante tutto lei voleva sapere... voleva un minimo di spiegazioni e pensandoci non aveva torto... mi chiamò mostro...
    Adoravo essere chiamato così... tutti dovevano avere paura del mostro...

    <non sono cazzi che ti riguardano Augusta se l'ho portato via io o i miei uomini al tuo Dorian... è un uomo senza palle che ti ha lasciato sola cazzo!!Anche se non merita la morte per mano tua, quindi... ti conviene non fare la cattiva...> mi sedetti ed indicai un maggiordomo che stava guardando tutta la scena, lui subito capì e portò un vassoio carico di bicchieri ricolmi di champagne ne presi uno ed iniziai a bere sorseggiando... la guardavo cercando di capire i suoi pensieri e le sue decisioni, la donna stava quasi per crollare in un grosso pianto... mi supplicava di non immischiarla in tutto questo, di non fare fuori un bambino...

    "Fanculo al bambino... non capisce..."

    <un bambino innocente?> esplosi in una grassa risata che rimbombò nel grande salone...

    <quello DIVENTERA' UN DIAVOLO AUGUSTA... COME IL PADRE... UN DIAVOLO CHE NON ESITERA' A FARMI FUORI, ED A FARE FUORI UNA BELLA "UMANA" COME TE...> le puntai il dito indicandola...

    <i BREDISC E LE LORO DONNE DEVONO ESSERE FERMATI E TU MI DARAI UNA MANO....AUGUSTA...> finii il calice di champagne e lo posai a terra

    <mi aiuterai e riavrai Dorian... poi gli sputerai in faccia per averti abbandonato, perchè io lo rapii già quando ti aveva abbandonato dopo diversi giorni...> sorrisi beffardo...

    <gli sputerai in faccia e tornerai qui da me...> il mio sorriso era vero, pensavo davvero a quello che dicevo ora... Dorian era davvero scomparso lasciandola in balia degli eventi...

    "se un giorno si fa vivo non credo che lei lo accetti ed accetterà bene volentieri di stare qui..." mi leccai al pensiero le labbra...

    "ad Augusta gli assegnerò la camera 69... se non sbaglio la 70 e la 68 sono occupate dalle moldave... arriverò finalmente a 70 donne in casa..."

    <ahahaahha> risi ancora... e di gusto... la donna ora non avrebbe capito però il perchè...

     
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  6. peter81
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    Quando riprese a parlare non potei fare altro che guardarlo mentre sentivo le lacrime calde scendere sul mio viso ad una ad una, silenziose. In silenzio e con la bocca socchiusa assorbii ogni sua parola.

    Beveva champagne tranquillamente.

    Mi chiesi cosa potesse intendere con "diavolo" un uomo come lui... un essere peggiore di lui? In quel mondo in cui mi ero immersa era una cosa possibile.

    << Come fai a dire che non sono cazzi miei? Come puoi dirmi di non fare la cattiva? Ti ascolti quando parli?>>

    Mi fulminò con lo sguardo sentendo tornare il tono di sfida nella mia voce...

    << Dorian non mi ha abbandonata... lui ... lui ha lasciato un biglietto per me.... sarebbe tornato....>>

    Le sue parole bruciavano e il dubbio che si era insinuato in me ora ruggiva per ottenere la mia attenzione... Non avevo mai creduto nel vero amore, perché avrei dovuto cominciare ora?

    Automaticamente portai la mano al polso, la mia voglia aveva in qualche modo riconosciuto Dorian.. qualcosa nella mia natura mi aveva detto chiaramente che gli appartenevo... forse la cosa non era reciproca. Forse i suoi tentennamenti continui avevano una ragione diversa da quella che mi aveva detto lui...

    Scossi la testa piano, non volevo crederci.

    Dio che dolore...

    Capii che Dorian restava comunque il mio unico amore, l'unica cosa per cui sarebbe valsa la pena lottare... Dovevo sentire dalla sua bocca quelle parole!

    << Farò quello che mi chiedi...>>

    Sussurrai...

    troverò la forza?

    << Dopo che tutto questo sarà finito, come puoi pensare che avrò una ragione per tornare da te?.... non accadrà mai.>>

    Lo guardai fisso negli occhi, cercando di mantenere saldo quel briciolo di dignità che mi aveva lasciato.

    <<... ti prego lasciami sola ora...e bevi pure il mio champagne perché non c'è nulla da festeggiare.>>

    Avevo voglia di urlare, di piangere fino allo sfinimento ma non lo avrei mai fatto davanti a lui.
     
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    <basta!!> tuonai con una voce possente stava cedendo ma il suo parlare di Dorian quando lui l'aveva abbandonato erano chiacchiere per me superflue

    "le donne sono tutte le stesse ma come fanno ad essere così stupide?"

    mentre facevo quei pensieri mi spiattellò in faccia che non sarebbe tornata mai da me a cercare una protezione... prima acconsentì all'accordo e poi mi schiaffeggiò con quello che aveva detto... non ci vidi più e una delle parti peggiori di me uscirono fuori avanzai verso di lei che mi aveva chiesto di lasciarla sola...

    la strattonai per un braccio portandola più vicino a me e le gridai contro

    <devi SMETTERLA DI PARLARMI IN QUESTO MODO PICCOLA RAGAZZINA CHE NON SEI ALTRO!> e gli diedi un ceffone violento sulla guancia, Augusta ansimò dal dolore e con un altro strattone la allontanai bruscamente facendola cadere a peso morto a terra

    <non CAPISCI UN CAZZO! PORTAMI RISPETTO O GIURO CHE NON USCIRAI VIVA DA QUESTA REGGIA PORCO CAZZO AUGUSTA! ME RUT O CAZZ!!> ero una bestia la donna tremava ed aveva gli occhi gonfi di lacrime...

    <qui SI FA COME DICO IO E' CHIARO?!> non aspettai risposta indietreggiai guardandola

    <antonio!> subito corso in stanza il mio scagnozzo <controllala non la lasciare mai sola> emi rivolsi a lei mi fece quasi tenerezza

    <scusa se posso essere brusco ma i giochi li conduco io e con me ci si comporta in un determinato modo> dissi morsicandomi freneticamente per la rabbia il labbro inferiore, Antonio mi passo delle cose un fazzoletto ed una penna che lanciai sul letto...

    <ho ancora le tue cose che mi lasciasti nel mio night, ti ho pensato molto Augusta, non fare la stronza, ho sempre pensato te ed ho grandi progetti per te...> abbozzai un sorriso lei era esterrefatta... si vedeva dal suo sguardo

    "mi prenderà per uno psicopatico...bè chi se ne fotte"

    <ti dò mezzora per farti bella e riposarti, poi si esce a cena... passo da qui a prenderti>

    sempre senza dargli il tempo di una minima risposta la lasciai sorvegliata da Antonio...

    "Ho esagerato? ma no.... gli ho fatto capire chi comanda..."


    prima di uscire per un pò dalla mia reggia passai per la mia stanza privata e mi vestii uscii mentre sentivo piangere qualcuno...forse era Augusta? Chissà forse era la numero 50 che piangeva per la mia mancanza... erano una quindicina di giorni che non le facevo visita in camera... forse aveva fame di assaggiarmi tutto... al mio ritorno dovevo ricordavo di chiedere informazioni di lei...

    CONTINUA IN luoghi cittadini-città ospedale-


     
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  8. peter81
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    Il mio coraggio mi ripagò in parte: capii di averlo punto in un punto molto debole: il suo orgoglio smisurato rendeva il suo equilibrio fragile come un vaso di fine vetro soffiato. Purtroppo mi fece pagar caro quell'affronto verbale.

    Mi strattonò con violenza, urlando comandi e minacce e mi schiaffeggiò facendomi cadere a terra. Portai istintivamente la mano sopra la testa mentre passavo l'altra sul labbro e, sentendola asciutta, capii che nonostante il forte colpo, il mio viso non doveva aver ricevuto danni troppo evidenti.

    Era una furia fuori controllo, i nostri occhi si incrociarono. Ero spaventata ma decisa a non mostrarmi debole. Nei suoi occhi... nella sua voce... vidi un tormento profondo. In quell'istante vidi al suo fianco un doppio: era un Armand più giovane che soffriva rabbioso di fronte a due donne, una giovane che gli somigliava molto.... Fu un attimo e passò subito, la visione mi bloccò il respiro.

    Inaspettatamente il suo tono cambiò divenendo carezzevole. Mi parlò quasi con dolcezza, lo guardai incuriosita e stupita allo stesso tempo.

    Mi alzai tenendomi a distanza.

    Lo seguii nei meandri della reggia, dietro di me camminava Antonio. Attraversammo il corridoio tra innumerevoli porte numerate, chiuse e silenziose. Entrai mentre i due uomini rimasero sulla porta. Vidi le mie cose sull'ingresso ma non ascoltai la spiegazione di come fossero finite lì.

    Mi girai verso di lui che mi sovrastava dalla porta.

    "Tu sei figlio del dolore, ti senti forte ma ricorri alla violenza per importi agli altri...e questo ti rende un debole..."

    Avrei voluto dirglielo, ma probabilmente non gliene sarebbe importato nulla. O forse avrei scatenato un'altra sfuriata peggiore della precedente. Mi limitai a fissarlo silenziosa.

    "Ti dò mezz'ora per farti bella e riposarti, poi si esce a cena... passo da qui a prenderti."

    Se ne andò e chiuse la porta a chiave dietro di sé.

    Sospirando profondamente mi abbracciai, scoprendomi tremante. Cercai di regolarizzare il respiro. Mi guardai intorno: la stanza era elegante ma fredda e anonima nei toni del marrone.




    Andai a sinistra verso quella che sembrava una porta cammuffata nella parete. Avvicinandomi alla parete stessa sentii un pianto soffocato provenire dall'altra parte. Appoggiai l'orecchio e la mia impressione fu confermata: una donna piangeva nella stanza adiacente. Bussai piano.

    << Chi sei? Stai bene? >>

    Il pianto smise. Attesi alcuni minuti e tornai a bussare ma mi rispose solo il silenzio.

    Mi allontanai e spinsi la porta che avevo notato: entrai in un bagno. In silenzio mi spogliai ed entrai nella doccia. Aprii il getto d'acqua che mi colpì con violenza il viso, la guancia bruciò ricordandomi l'accaduto. Lavai dal corpo quell'orribile giornata che però non potevo lavare dalla memoria.

    Chiusi l'acqua ed uscii dal bagno dopo essermi avvolta in un morbido asciugamano.

    Bussai ancora alla parete.

    << Hey... Sei ancora lì? Ti prego parlami! >>

    Nulla, solo silenzio. La solitudine mi piombò addosso come un macigno, era una sensazione che conoscevo ma non era mai stata così devastante.

    Mi sedetti sul letto con lo sguardo verso la finestra: dietro alle tende candide si intravedevano elaborate sbarre in ferro battuto intrecciate.

    Voleva che mi preparassi per andare a cena, ubbidiente aprii la valigia e mi capitò in mano il vestito a fiori, lo presi e lo strinsi tra le mani. Lo presi e lo stesi bene in vista sulla poltroncina: dovevo ricordare il motivo per cui ero in quella stanza!

    << Fatti bella! >>

    Scimmiottai il suo tono...

    << Come se avessi un armadio da cui pescare a piacimento abiti da sera! >>

    Mi voltai verso l'armadio. Andai ad aprirlo e lo trovai pieno di abiti. Lo richiusi e tornai alla mia valigia. Non avevo voglia di vestirmi, se dovevo farlo, volevo indossare la MIA roba. Scelsi un semplice abito nero in cotone.

    Nell'attesa andai a sedermi sul davanzale della finestra sbarrata.

    Abbassai la testa cercando di riflettere. Mi sentivo come anestetizzata. Niente più lacrime, solo il vuoto. C'era Dorian in quella reggia? Forse dietro ad una delle porte del lungo corridoio appena attraversato?

    Sospirai, dovevo andare avanti comunque perché indietro non si poteva tornare più ormai: il gioco era cominciato ed io ero solo una pedina.

     
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  9. peter81
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    Mi svegliai di soprassalto: mi ero assopita senza rendermene conto con la testa poggiata al vetro. Mi guardai intorno gemendo, speravo fosse stato un brutto sogno, ma la stanza silenziosa in cui ero e che incombeva intorno a me non lasciò spazio alla speranza....

    Da quanto aspettavo?

    Mi avvicinai alla parete e provai nuovamente a bussare... quella maledetta reggia sembrava abitata da spiriti silenziosi...

    Sedutami sul letto ancora intontita, frugai nella tasca dei pantaloni abbandonati sul letto e trovai il biglietto che avevo letto a casa di Dorian, quello in cui mi rassicurava e mi spiegava che mi avrebbe fatto avere sue notizie... Lo accarezzai con delicatezza passando le dita sulla scrittura elegante...

    << Dove sei? >>

    Speravo che il mio dono mi mostrasse qualcosa, che ci potesse essere una sorta di contatto telepatico con lui....

    Chiusi gli occhi e mi concentrai, mi tuffai in quella nebbia dalla quale ero sempre fuggita e cercai una via.

    La nebulosa foschia si diradò e mi mostrò solo un Dorian che scriveva quel biglietto e usciva da casa verso l'auto...

    Poi di nuovo il buio...

    Spalancai gli occhi sulla porta trattenendo lacrime di frustrazione.

    << Maledizione!!! >>

    Non potevo più restare in quella stanza ad aspettare che il diavolo mi mangiasse senza fare nulla!

    Richiamai alla mente la nostra conversazione e chiusi gli occhi:

    << Prendi una cosa alla volta, Augusta...>>

    Mi alzai e mi accostai con l'orecchio alla porta e mi inginocchiai per spiare dalla serratura, non si vedeva nessuno nelle vicinanze....

    Mi abbassai ulteriormente e verificai attraverso la fessura della porta: non si intravedevano piedi.. forse il fedele Antonio aveva abbandonato la postazione di guardia pensando che fossi stata neutralizzata...

    Mi venne in mente un trucchetto che usavamo all'orfanotrofio quando i più piccoli si chiudevano in una stanza dall'interno..

    Guardai sul letto il tovagliolo lasciato da Armand, velocemente lo afferrai insieme alla penna...

    Inginocchiatami nuovamente infilai nella fessura sotto la porta il fazzoletto, piano attesi un'eventuale reazione dal'esterno.

    Smontando la penna recuperai la cannula e la infilai nella serratura trattenendo il fiato.

    Spinsi la chiave fuori dalla propria sede e quella cadde con un leggero tonfo sul tovagliolo sottostante.

    Mordendomi il labbro iniziai con delicatezza a tirare il tovagliolo verso di me.

    La chiave passò sotto la porta e giunse sul lato della mia camera. Mi raddrizzai e guardai incredula il risultato delle mie azioni.

    Presi la chiave in pugno alzandola al cielo in silenzio.

    "Eureka!"

    Aprii la porta e mi sporsi con attenzione. Girando lo sguardo mi accertai definitivamente che non ci fosse nessuno nei paraggi.

    Richiusi la porta a chiave dietro di me e in punta di piedi andai in esplorazione alla ricerca di qualche indizio che mi aiutasse a capire... Dorian era veramente lì?
     
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23 replies since 3/10/2013, 16:01   336 views
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