Nascondiglio di Manuel

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    Solo pochi centimetri e le nostre cosce si sarebbero sfiorate. Notare questo particolare accrebbe la tensione ancora di più. Detestavo sentirmi attratto da lui, non volevo tradire Manuel neanche con i pensieri e le sensazioni che qualcun altro poteva suscitarmi.. ma suo fratello non era uno qualunque. Conoscevo le sue labbra e la dolcezza del loro sapore, avevo memorizzato ogni sfumatura del suo odore.. . e sapevo quanto calore i suoi abbracci riuscivano ad infondere sotto la pelle. Matteo non era meno desiderabile di Manuel.. la sua bellezza era solo meno sfacciata meno aggressiva ma, più delicata.. ti rapiva lentamente. A Manuel invece bastava un singolo istante di attenzione dei suoi occhi grigio-verdi per fotterti completamente mente ed anima lasciandoti con un desiderio tale da sperare che lo facesse ancora... e ancora. Matteo invece, si insinuava dentro .. con delicatezza e ti rendevi conto di essere stato sedotto quando era troppo tardi per fare un passo indietro. Entrambi riuscivano a graffiarti l'anima con la loro bellezza e il loro modo d'essere e lasciavano il segno per sempre.

    Con il gomito poggiato sul bracciolo del divano disegnavo con le dita dei cerchi frenetici sul tessuto di pelle dovuti al nervosismo. Quante cose non dette restavano in sospeso tra noi.. . quanti comportamenti sbagliati pendevano dalla mia parte... proprio con lui che mi aveva recuperato dalla spiaggia quando ero poco più di un fantoccio a cui avevano tagliato i fili che consentivano di essere vivi.. e lo aveva fatto senza pretendere nulla in cambio. Senza sapere chi o cosa fossi. Tolse le mani dal viso e ruppe il silenzio chiamandomi per nome senza voltarsi nella mia direzione.

    Kilian.. . poi mi cercò anche fisicamente. Le sue mani si posarono delicatamente a ridisegnarmi i contorni del viso.. . il suo era un bisogno di guardarmi negli occhi e sapere che non poteva farlo mi faceva stare di merda. Sfiorai le sue mani con le dita, e un sorriso amaro incurvò in modo triste le sue splendide labbra. Io che adoravo il suo sorriso fu come ricevere l'ennesima mazzata. Cercò di stemperare la tensione schenzando sul fatto che ora eravamo ufficialmente cognati.

    < Prima di ogni altra cosa sei il mio migliore amico. > entrambe le sue mani ora erano sul mio viso. Mi disse che ero importante per lui e che sperava di potermi guardare di nuovo negli occhi. < Si che potrai farlo ancora. > .. la tensione scivolò via, i miei occhi carichi di emozione, quasi avevo dimenticato nelle ultime ore quanto la sua compagnia mi facesse stare bene.

    Poi si alzò dal divano , si mosse timoroso e insicuro per via di una casa che non conosceva bene. Restai in silenzio c'era altro che gli frullava in testa e volevo che si aprisse liberamente, e quando lo fece divenni un pezzo di ghiaccio.

    Se non ritornerò a vedere io... io... non potrei continuare a vivere così... in questo modo.

    Sgomento. Ansia. Terrore. Mi stavano divorando vivo. Non riuscivo a credere di aver udito quella confessione.. che avesse avuto il coraggio di sbattermi in faccia quelle parole come se nulla fosse, come se lui non significasse niente per me.

    Lo guardai con tanta rabbia che senza rendermi conto ero ad un passo da lui. Lo vidi accennare un sorriso, forzato... fasullo, non era quello che conoscevo. Mi chiese di preparargli una camomilla e di aiutarlo a sedersi a tavola.

    Le zanne completamente scoperte ringhiai incazzato nero. < Sei un bastardo egoista, pensi solamente a te stesso. > lo afferrai per la maglietta. Strinsi con rabbia il tessuto nelle mani portando il viso ad un centimetro dal suo.

    < Dici che sono importante.. ma non te ne fotte un cazzo che soffrirei come un cane se ti perdessi. > , i miei occhi lucidi mentre gli sputavo in faccia quelle parole. Ero risentito, deluso, e con una paura allucinante che potesse fare una cazzata in un momento di sconforto.

    < Non costringermi a diventare un violento.. che ti lego su una fottuta sedia e ti faccio sorvegliare notte e giorno. Ne sono capace Matteo, non mettermi alla prova. Come puoi solamente pensare ad una cosa del genere?? > alzai la voce per quei suoi pensieri folli.

    "Menomale che Manuel lo ospiterà in casa fino a quando non sarà completamente guarito." Non doveva restare da solo, neanche un minuto.

    Continuai a guardarlo negli occhi, non poteva vedermi è vero, ma poteva sentire la mia voce tremare .. come tremavano le mie mani strette attorno alla maglia.

    < Se tornano senza una cura, sarò io a lasciare questa casa. C'è un uomo a cui posso rivolgermi, andrò da lui se le cose dovessero andare male. Vuoi capire cazzo, che non ti lascerò MAI in questo stato?>

    Ora lo abbracciai forte, le mie mani gli accarezzavano la schiena con dolcezza. Mi aggrappai a lui quasi con disperazione, poggiai il viso nell'incavo del suo collo e feci dei lunghi respiri. Cercai di calmarmi.

    < Ti fidi di me Matteo? Ti fidi di me?? Sarò pronto a fare di tutto per vederti di nuovo felice.. giurami che non mi lascerai mai. Devi solo avere pazienza mon ami. Non resterai cosi per sempre, non lo permetterò. > sussurrai quasi quelle parole, ma la voce uscì decisa, intensa.. non c'era nulla che non avrei fatto per ridare la vista al mio migliore amico.

    Mi sciolsi dall'abbraccio e lo guidai verso la sedia per aiutarlo a sedersi a tavola.

    < Ti preparo la camomilla.. . > mi allontanai con l'ansia addosso triplicata.

    Scossi la testa più volte. Ero molto amareggiato, incazzato e dannatamente triste.

    La cucina era una bestia nera per me, nemmeno da mortale ci avevo mai messo piede, ma avrei imparato a cucinare per Manuel, non doveva essere poi tanto difficile. Presi il bollitore da un'anta e cercai la camomilla, inizialmente dubitai che il mio compagno potesse averla.. ma nascosta in un angolino la trovai ancora sigillata. Tolsi il bollitore dal fuoco dopo il fischio e la lasciai in infusione per tre minuti, poi la versai nella tazza con una manciata di biscotti alla panna, cosi citava la confezione, in un piattino da tè.




    Tornai a tavola e la sistemai davanti a lui. Presi la tazza e gliela avvicinai alla mano.

    < Ci sono anche i biscotti.. piacciono anche a te i dolci? >

    Ebbi un flashback di Manuel che divorava le sfogliatelle alla festa di fidanzamento, lo avevo visto godere e ricordo di aver desiderato con tutto me stesso che fosse il mio corpo a procurargli quella fame e quel piacere.

    "Amore mio torna presto. Trova la cura e torna da me." mi incupii pensieroso.

    Presi posto accanto a lui e sospirai. Mi ero comportato da pazzo e sapevo di averlo aggredito con troppa violenza, ma era stata la paura di perderlo ad annebbiarmi la mente.

    < Pardonne ma folie. > gli accarezzai dolcemente il viso con una mano.

    Posai entrambe le mani sulle gambe e le feci scorrere avanti e indietro in preda all'ansia e al turbamento.

    < .. sei mio amico Mat, voglio vivere sapendo che tu ci sei come ci sono io per te ogni volta che ne hai bisogno.. non tradirmi, non tradire la nostra amicizia. >
     
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    Kilian non si era mai comportato così con me in quel modo...

    Kilian non si era mai mostrato così neanche quando ci vedevo...

    Kilian non aveva capito che si era fatto vedere in quel momento come mai si era fatto vedere e l'avevo visto non vedendo...

    ero scosso... lui non accettava quel mio lato che mi stava sconfiggendo... perchè la cecità mi stava rubando l'anima, la gioia, la passione per la vita nonostante ero un demone...

    quando sentii la sua presenza di fronte a me quasi mi spaventai, quel vampiro con il suo modo di fare gentile che mi aveva conquistato da subito mi fece male... mi prese per la maglietta...

    sei un bastardo egoista... che pensa solo a se stesso...

    <mi fai male! Lasciami Kilian!> indietreggiai mettendo le mie mani sulle sue per fargli lasciare la presa... ero sconcertato... poi però ecco che capii...

    lui non voleva perdermi lo disse... non voleva neanche pensare ad una cosa del genere ad una mia resa al destino... paura che il mio stato mentale mi facesse commettere qualche pazzia...

    "ma io non voglio restare così..." era sempre quello il mio pensiero... arrivò a minacciarmi di legarmi su una sedia e farmi sorvegliare...

    <kilian lasciami!> urlai... era potentissimo avevo una forza micidiale quelle mani che mi stringevano erano una tenaglia la stessa forza di Manuel ricordai... aver represso per tanto il mio lato demoniaco, i miei poteri mi rendevano già da sempre debole ed ora avevo perso anche un senso vitale per me per il mio modo di essere e di vivere la vista... mi scese una lacrima, solo una dall'occhio destro... poi arrivò il suo abbraccio tremante... mi voleva bene... ma quanto gliene volevo io?

    "immensamente... e forse anche di più..." ricambiai il suo abbraccio... il mio cuore fu prima preso a schiaffi e poi baciato come non mai... quel suo gesto e quelle sue parole mi toccarono dentro... ma lui fino in fondo non poteva capire il mio disagio...

    <kilian...> questa volta il suo nome usciva dalle mie labbra in tono dolce in tono comprensivo... <sei anche tu così importante per me... tantissimo...> il suo profumo... le sue braccia... con lui ero al sicuro... con lui mi sentivo... non lo sapevo neanche io come mi sentivo... disse che se la missione di Manuel e Gabriel sarebbe stata un buco nell'acqua avrebbe contattato un uomo...

    "chi sarà quest'uomo..." poi voleva sentirsi dire se mi fidavo di lui... e certo che mi fidavo ma la domanda era più lunga non solo quella della fiducia...

    Sarò pronto a fare di tutto per vederti di nuovo felice.. giurami che non mi lascerai mai

    mi disse... e la mia risposta fu vaga... <mi fido... di te mi fido> sorrisi anche se la situazione era tesissima... <mi fido cecamente...> gli accarezzai una guancia che fortunatamente riuscii a toccare e sentire subito sotto la mia mano... ma non potevo promettergli di non lasciarlo... se tutto sarebbe andato storto non potevo mettere la sua vita così in rischio... quel suo "farò di tutto" detto dopo la dichiarazione che conosceva un uomo non faceva presupporre nulla di buono... avrebbe fatto anche qualcosa che metteva in rischio la sua salute...

    "no Kilian... non me lo perdonerei mai..." scossi la testa senza dire niente...

    non sarei arrivato a quello....sarei arrivato a fare qualcosa si sconsiderato... ma non gli avrei mai fatto rischiare la vita...

    mi fece sedere e mi preparò la camomilla... per cercare di strappargi un sorriso mentre lo sentivo metter mano in cucina gli dissi

    <ora che mi hai fatto paura non ti dirò se la camomilla non sarà bevibile Kili...> fu finalmente il primo sorriso che mi proveniva dal cuore...
    poi arrivò e lo sentii sedermi vicino mentre mi mise la camomilla vicino una mano... avevo pensato anche a dei biscotti... ed io li amavo... come mio fratello Manuel... ricordai brevemente una piccola scena dove io e mio fratello da piccoli mangiavano montagne di dolci per poi correre in bagno con dei grossi mal di pancia...

    <si mi piacciono anche a me...> sorrisi nel vuoto...anche se il sorriso non si tolse in quei minuti dal mio viso... qualcuno si occupava di me ed era Kilian... ero felice... forse però troppo felice... e poi arrivò il suo tocco delicato cercando un perdono... dopo che bevvi il primo sorso di camomilla... ed era buona, molto buona...

    <non ti perdono... perchè non hai fatto nulla... e poi la camomilla è buona...> presi la sua mano e la strinsi nella mia per infondergli forza... poi da bravo amico mi disse di non tradirlo... aveva una paura tremenda per me... ma la parola amicizia ritornava... e sentii la mia coscienza chiacchierare... ora o mai più e capii...

    lascia la presa della sua mano...il tutto piombò in un silenzio strano... non lo risposi... mangiai qualche biscotto e bevvi altri sorsi della camomilla... poi spezzai il vincolo di silenzio...

    <io... io credo di non esserti amico Kili...> gli sentii trattenere il fiato...
    <io amo Gabriele... lo so... ma...> dissi il tutto poi senza nessuna interruzione...

    <io credo di amare anche te Kilian Leroux, forse l'incantesimo ha detto il vero, so che da parte tua non è la stessa cosa ed è giusto così mio fratello ha bisogno di te e ti ama come non ha mai amato nessuno neanche la sua famiglia, neanche me, sei speciale Kilian per noi Silvestri, sappilo...> lo dissi... finalmente lo capii io amavo Kilian... lo amavo terribilmente... avrei fatto l'amore lì su quel divano in quel momento in casa di mio fratello facendomi odiare da Manuel per sempre... e forse se lo sarebbe meritato per tutto quello che mi aveva fatto nella vita... per avermela distrutta in mille pezzi... non avendo la possibilità di rincollare quei pezzetti microscopici...

    mi alzai senza dir più niente...ritornai pian piano al divano dove mi raggomitolai in un angolo buttandomi addosso la copertina che stava li accanto... sentii una fitta dentro... il mio potere stava facendo capolino dopo tanto tempo, alcuni fulmini si sentirono vicino il nascondiglio di mio fratello... iniziò a piovere ed il cielo si oscurò...

     
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    Non rispose... non fiatò... non lo sentii muoversi... Kilian era rimasto scosso fino a tal punto da renderlo una statua di cera? Cosa gli passava per la testa?
    Il suo silenzio... la sua immobilità... la sua reazione fu un peso terribile da sopportare sembrarono passare attimi lunghissimi e lui non ebbe nessuna reazione...

    "Non posso sopportare questo" pensai raggomitolato... tutto mi aspettavo di sentire dalla sua bocca tranne una indifferenza gigantesca... ricordavo ancora dov'era la porta il mio potere poi mi stava logorando dentro... mi alzai di scatto senza dire niente senza considerarlo...

    "forse è questo che vuole..."

    mi diressi verso la porta camminando piano con le mani avanti, una volta toccata la maniglia uscii fuori da quella casa chiudendomi la porta dietro... feci alcuni passi incerti e scesi dei piccoli scalini non sapevo in quale punto ero fuori da quel nascondiglio sentivo un odore di bagnato doveva esserci un ruscello da quelle parti... il rumore della sua acqua coprì il rumore del mio pianto... piansi a dirotto cercando di trattenere i singhiozzi portando una mano sulla bocca...

    "Devo andare via da qui..." iniziai a fare altri passi incerti... passi che mi avrebbero portato lontano da quel nascondiglio maledetto...

     
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    Il tempo scorre o non trascorre mai.
    A volte non esiste.
    Per questo non ha cancellato
    tutti i miei giorni con te.


    Non mi era possibile cancellare dalla memoria quei giorni vissuti con lui, al sicuro tra le calde pareti di legno del bungalow.
    < ... invece dovresti. Dovresti detestarmi. > abbassai gli occhi sul tavolo, strinsi sommessamente le palpebre per una frazione di attimi.

    "Mantieni la calma Kilian. Non crollare" ogni singolo muscolo teso come le corde di un'arpa. Cercavo il perdono non soltanto per le gesta appena compiute, ma per tutto. Per avergli stravolto la vita. Per aver dato a suo fratello una ragione nel fargli del male. Facile addossare le sole colpe a Manuel.
    Se solo fossi stato al mio posto..
    Se solo non avessi permesso di avvicinarmi tanto..
    .. avrei potuto risparmiargli la sofferenza nel vivere in un mondo dove i colori e le sue mille sfumature non esistono.

    La violenza e la rabbia di quel gesto folle mi avevano lasciato scosso e turbato. Neanche nei miei peggiori incubi avrei sognato di assalire Matteo in quel modo barbaro. Non ero uno stinco di santo ma, un brutale assassino che uccideva a sangue freddo; quando l'anima sprofondava nel buio assoluto le emozioni, anche le più flebili, si spegnevano perchè inghiottite da un vuoto glaciale.. ma con loro due, Dio con loro due ero un corpo fatto di sangue e carne, dove erano le emozioni a mantenermi vivo e non un oscuro potere donatomi dal Male.

    Tra le loro mani ero un umano imprigionato in un corpo immortale e non l'immortale che aveva stroncato la vita all'umano.

    Poi strinse la sua mano nella mia, le nostre dita si intrecciarono e lui spezzò il silenzio.

    Io .. io credo di non esserti amico Kili. Io credo di amare anche te Kilian Leroux.


    .. e a quel punto il mio cuore non smise di battere all'impazzata. E l'aria mancò di colpo, quel muscolo un tempo morto batteva cosi forte da sentirlo in gola. Credetti di soffocare quando in realtà avrebbero potuto risucchiare ogni molecola di ossigeno in quella stanza. Io non sarei morto.

    La mente strappò ai ricordi istanti di vita vissuta con lui, in quel bungalow, quando eravamo solo noi due e tutto il resto fuori. La complicità del nostro rapporto, le intense emozioni provate in quei giorni, in quel preciso momento le stavo vivendo di nuovo. Ero come un viaggiatore che vede sfrecciare il treno delle sua vita davanti agli occhi, rapido.. velocissimo. Ma quel treno non può fermarsi, non puoi salirci. Non puoi riavvolgere il tempo per tornare nel passato. Puoi solo vederlo scorrere attraverso i tuoi occhi.

    "Non amarmi meravigliosa creatura. Non amarmi."

    Non avevo la forza di pronunciare una sola sillaba a quella dichiarazione. Il silenzio che ne seguì fu lungo e infiammato di pensieri. Matteo fece ritorno sul divano, si raggomitolò su se stesso.

    I fulmini squarciarono il cielo illuminando la notte a giorno, quella stessa luce saettò dalla finestra come un'ombra luminosa nella stanza. L'aria all'esterno divenne elettrica come nel nascondiglio. Le nuvole cariche di pioggia si abbatterono con rabbia sul litorale. Era potere, potere che Matteo non riusciva a controllare.

    Ero pietrificato su quelle sedia. Ero immobile, ma avevo la tempesta dentro. Mi domandavo dove terminava l'amicizia e iniziava l'amore. Entrambi i sentimenti legati da un filo invisibile e Matteo era nel punto dove essi coincidevano.

    Nonostante la nostra fosse più di una semplice amicizia, non avrebbe potuto offuscare il mio amore per suo fratello.

    Anche quando lo sapevo morto..

    Anche quando ci avevano divisi..

    .. lui era rimasto al mio fianco, dentro di me. Avevo continuato a sentire il suo odore marchiarmi la pelle, il suo respiro caldo alitarmi sul collo. In quei giorni nel bungalow in realtà non eravamo soli, l'ombra di Manuel ci aveva tenuti separati e avrebbe continuato a farlo.

    Il tempo scorreva lento o veloce? Non lo sapevo, non me ne rendevo conto.

    ..fin quando non lo vidi alzarsi, uscire dalla porta e allontanarsi dal nascondiglio.

    Sentì come se le vene mi stessero scoppiando, non riuscivo a gestire le emozioni, ogni fibra del mio corpo mi ordinava di seguire l'istinto.

    "Non può finire cosi.. cazzo no."

    La velocità con cui scattai dalla sedia la fece catapultare all'indietro. Lasciai il nascondiglio di corsa, mi gettai sotto la pioggia per corrergli dietro. Panico e terrore provai nel saperlo da solo, ferito e deluso da chi avrebbe dovuto proteggerlo.

    "Credevi davvero di essere più forte dei tuoi sentimenti?" No non lo ero, mi rendevano debole e vulnerabile. Non sarei diventato mai abbastanza potente se avessi continuato ad agire con il cuore. Non me ne fregava un cazzo, Manuel e Matteo erano tutto il mio mondo.

    .. e finalmente lo vidi di schiena nelle vicinanze di un piccolo fiume che donava le sue acque sfociando nel mare.

    < Matteo. > quasi urlai il suo nome.

    La pioggia incessante inzuppava i nostri vestiti. Com'era fredda.. o forse erano le mie membra ad essere gelate. L'amore era un sentimento bellissimo e potente ma sapeva essere tanto amaro alle volte.

    < Matteo fermati, ti prego. >

    Arrestai i suoi passi tagliandogli la strada. Posai entrambe le mani sulle sue spalle. Dio i suoi meravigliosi occhi azzurri erano grigi come le nuvole in tempesta. Lucidi e arrossati dalle lacrime.

    "Perchè devo fargli continuamente del male? .. ."

    < Perdona il mio silenzio. Sono stato un vigliacco. > abbassai la testa e serrai le palpebre.

    < .. nemmeno immagini quanto tu sia importante per me. I miei sentimenti sono altrettanto forti e profondi, ma amo tuo fratello come nessun altro, come tu sai. >

    Presi delicatamente il suo viso tra le mani. < Fammi uscire dal tuo cuore Matteo, non consegnarlo nelle mie mani.. io non posso prendermene cura. Affidalo solo a colui che potrà amarti profondamente e totalmente. Continuando cosi ci faremo soltanto del male. >
     
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    il rumore dell'acqua del ruscello e della pioggia addosso mi cullò volevo trovare un pò di pace da quegli eventi orridi che mi avevano funestato in quei mesi...il silenzio di Kilian poi mi aveva lacerato dentro... feci un ultimo sospiro per tirare su le lacrime quando lo sentii di fronte a me... mi chiamò... la sua voce tremava...era Kilian... mi bloccava la strada... il mio cuore perse un battito...

    "mi è venuto a cercare... prova le stesse mie emozioni... ricambia il mio sentimento..."

    la mia mente andava troppo veloce per rendermi conto di cosa stava accadendo ma ancor più di cosa mi disse... elaborai le sue parole solo quando non sentii più la sua voce parlare...

    "si è scusato ma..."

    I miei sentimenti sono altrettanto forti e profondi, ma amo tuo fratello come nessun altro, come tu sai

    Fammi uscire dal tuo cuore Matteo


    "No! io lo amo..." pensavo ostinatamente

    <non dovevi venire Kilian...> dissi asciugandomi il viso con una mano dall'acqua che ci bagnava... non volevo accettarlo...non me ne fregava che lui non mi amasse io lo amavo... volevo a questo punto dare importanza solo a me...

    <io TI AMO... E NON HO NESSUNA INTENZIONE DI FARTI USCIRE DAL MIO CUORE...>

    glielo dissi con tono fermo e deciso ma nella stesso modo delicato... come delicato fu il tocco che con una mano precisamente con il pollice andò a sfirargli le labbre gliele toccai per sapere dove andare a far poggiare la mia bocca... non cercavo il suo permesso per farlo... il mio era un bisogno un bisogno di cui non me ne sarei pentito... mi avvicinai in modo piano e la mia bocca si unì alla sua immobile...impaurita...sapevo di metterlo nei guai ma ormai nei guai per quello c'ero anche io... ero diventato cieco perchè mio fratello credeva alcune cose... e quelle cose ora gliele offrivo in un piatto d'argento... lui diventò come un cubetto di ghiaccio fumante... come quel ghiaccio secco che fa scena nei film per creare la nebbia, del ghiaccio con un cuore infuocato, come infuocate erano le sue labbra... il suo sapore mi invase la bocca la sua resistenza per me in quel bacio diventò una sfida e le mie mani scivolarono sulla sua schiena, mani avide di sentire quell'amore nelle mie mani, quell'uomo, uomo di mio fratello ora era anche mio anche se in quel modo, fu un bacio dato senza rimorsi, senza paura, senza timidezza da parte mia, un bacio non rubato... un bacio che poteva finire da un momento all'altro quando lui lo avrebbe deciso... io la mia decisione l'avevo presa volevo Kilian Leroux... sarebbe stato mio e non di mio fratello, io...

    "Amo Kilian...e non me lo porterai via Manuel... perdonami Gabriele..."


     
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    Quando ero con loro, I Silvestri, potevo ascoltare il mio cuore battere, ed era una suono bellissimo. Ero vivo come mai lo ero stato nella mia lunga vita da immortale. Non c'era alcuna traccia dell'assassino che su commissione uccideva a sangue freddo. Quello che ammazzava senza fare domande.. cosi a bruciapelo. Non provavo nulla quando lo facevo, quando uccidevo. Nè gioia nè dolore, solo un senso di vuoto profondo e tanto freddo. Quanto ero cambiato negli ultimi mesi, com'era cambiata la mia vita a Littoria. Non potevo far ritorno sui miei passi.. . non sarei stato più efficace, non più spietato, non più gelido. Non avrei più lottato come se fosse la mia ultima notte sulla Terra, non avrei più sfidato la sorte, il destino, Dio stesso.. perchè avevo paura di morire. La morte era diventato una nemica, non più la salvezza. Adesso avrei fatto di tutto per riuscire a vedere il calar delle tenebre del giorno dopo, e quello dopo ancora.. .

    " Non posso lasciarli. "

    Ero di fronte a Matteo, cercavo di fargli capire che questo amore era una condanna a morte. Non potevamo amarci, non potevo amarlo. Non in quel modo... . avevo Manuel nel cuore.

    Mi disse che non avrei dovuto raggiungerlo, come potevo non farlo?

    < ..e invece si, non potevo lasciarti andare via. >

    La pioggia continuava a scrosciare rabbiosa ed inarrestabile sul litorale, avrei potuto acquietare il temporale e placare le nuvole incazzate.. ma non mi sembrava giusto. Erano stati i sentimenti di Matteo, il suo potere a voler trovare una valvola di sfogo, una via di fuga a quello che era il suo stato d'animo.. . e dopo tutto io amavo ascoltare il rumore della pioggia.

    .. ma poi di nuovo sentii pronunciare quel ti amo dalle sue labbra, e il voler essere ostinato a provare dei sentimenti per un uomo che aveva soltanto incasinato e messo in costante pericolo la sua vita.

    < Non puoi, non devi.. .> gli dissi deciso, suo fratello lo avrebbe ucciso se avesse sentito quelle parole.

    Lo vidi allungare la mano, accarezzarmi il labbro inferiore con il pollice, avrei dovuto capire le sue intenzioni, avrei potuto evitare di tradire il mio uomo... ed invece restai fermo come un sasso, aspettai l'arrivo delle sue labbra soffici che andarono a posarsi sulle mie.

    Avevano il sapore del cielo e della pioggia fresca, ma allo stesso tempo erano calde, bollenti.

    Impietrito, rigido come una statua di marmo non risposi subito a quella bocca sicura e decisa di prendere ciò che voleva.. . portai le mani sul suo petto, strinsi la maglia inzuppata d'acqua nei pugni, per fermarlo e respingerlo.

    Non volevo baciarlo, volevo resistergli.

    ..ma le sue mani presero a scorrere sulla mia schiena, crudeli e avide le sentivo muoversi sulla pelle. Non ero immune alla sua bellezza e nemmeno alla sua anima. Il palmo della mia mano trovò il suo collo, sentii la vena pulsare frenetica sotto le dita.. respirai l'odore della sua pelle che la pioggia aveva reso ancora più intenso e inebriante.

    Un cacciatore di vampiri avrebbe dovuto trafiggermi il cuore all'istante perchè io.. io mi eccitai. I canini si allungarono, risposi al bacio con impeto. La mia bocca sfacciatamente andò a cercare la sua in un bacio che non aveva più nulla di casto..

    " Fermati, cazzo. Fermati. "

    Pensai a Manuel e all'amore che provavo per lui. Riuscii cosi a separarmi dalle sue labbra.

    < Arrête pour une seconde, Mathieu. > pronunciai quelle parole francesi in un sussurro tremante sulla sua bocca.

    "Ti prego, fermati un attimo." ero stato cosi vicino nell'abbandonarmi completamente e andare fino in fondo.

    Arretrai di un passo sconvolto. Ero stato infedele per la seconda volta.. di nuovo con suo fratello.

    Mi passai disperatamente le mani nei ricci bagnati.

    < E' la magia del sortilegio di Manuel che ti sta confondendo.. . non è me che ami. >

    Cosa cazzo dovevo fare adesso? .. detestavo mentirgli, ma se avesse scoperto il bacio, avrebbe ucciso il fratello.. ed anche me.

    < .. lui si è fidato di noi ed io non volevo più ferirlo. Non deve saperlo Matteo. Deve finire tutto adesso. Non pagherei le conseguenze solo io.. se la prenderà con te e non posso restare a guardare mentre vi fate a pezzi, lo capisci? >

    La pioggia continuò a scendere dal cielo incurante del peso che sentivo nel petto. Ingannare il mio uomo pesava più del tradimento carnale, ma se avessi confessato avrei consegnato suo fratello ad un carnefice.


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    :Matteo.png:

    interruppe il mio bacio... chi? Kilian... si proprio lui interruppe il mio bacio carico d'amore per lui... Kilian Leroux mi trapasso ancora una volta con una lama fendente il cuore... indietreggiò ed ammise che non voleva andare avanti e che mio fratello non doveva sapere niente... questo era quello che volevo anche io logicamente ma mi aspettavo che sarebbe andato oltre come lo volevo io... questo fu la conferma che lui non mi amava

    "Non mi ama come lo amo io..." lui parlava... parlava... non lo ascoltavo particolarmente ascoltavo solo il suono lento e impacciato del mio organo vitale... il cuore era traumatizzato come lo era la mia testa... gli occhi mi si inumidirono ancora di lacrime quel rifiuto fu per me la perdita della mia certezza di essere ricambiato dal ragazzo dei miei sogni quel vampiro che mi faceva vedere anche quando non avevo più la vista... non potevo immaginare il suo volto in quel momento...

    "con quale coraggio mi sta dicendo questo... con quale faccia..."

    <che dici! non puoi sapere i miei sentimenti!> urlai... mi stava invadendo un odio nei suoi confronti... la rabbia la delusione bruciava le mie viscere...

    <come PUOI FERIRMI IN QUESTO MODO?!> avanzai verso la sua voce e gli lanciai un ceffone che per fortuna lo colpì in pieno viso... fece un rumore assordante ...secco... e Kilian non fiatò più...
    il rumore della pioggia sui nostri corpi ci invase mentre il silenzio piombò su noi...

    fu in quel momento che mi scoppiò nello stomaco qualcosa, fu come un petardo che mi strappò un urlo di dolore....

    <aaaaaah!> sobbalzai portandomi le mani sulla pancia era il mio potere che mi devastava dall'interno un enorme ed assordante fulmine mi colpì in pieno...



    persi i sensi l'elettricità era ora parte di me lo sentivo, come mi sentivo troppo bagnato... mi sentivo affogare... si stavo affogando perchè ero nel ruscello che stava a pochimetri da noi... il fulmine mi aveva letteralmente catapultato con la sua forza nell'acqua ed in pochi secondi fui trascinato dalle acqua sempre più profonde ... quel ruscello di trasformava velocemente in un fiume, ero sott'acqua lo sentivo... troppa acqua sarei morto di lì a poco... fu allora che pregai dopo tanti anni... ero come un burattino senza poter agire volontariamente sul mio corpo la scossa era stata tremenda e dovevo ringraziare qualche entità se avevo perso per pochi minuti i sensi perchè la mia coscienza in tutta quell'acqua era più viva che mai....

    "Kilian... non sei migliore di mio fratello pensai..."

    CONTINUA IN SPIAGGIA- PROMONTORIO - LUOGHI NATURALI

     
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    CONTINUA DA: GRAN CASINO' SPADA - DIVERTIMENTO - LUOGHI DI FESTA



    Sorvolavo la costa da quasi un’ora. Erano trascorsi esattamente cinquantatré minuti e trentaquattro secondi da quando avevo lasciato il Casinò. Pensavo a lei, riuscivo a sentire ancora il calore della sua bocca sulla mia. Un marchio a fuoco sulla pelle. I grandi e bellissimi occhi color smeraldo che mi fissavano per l’ultima volta prima di andare via. Erano impressi nella mia memoria.

    Raffiche di aria gelata sferzavano il mio viso , a colpi d’ala piatti e ripetuti imprimevo al corpo una spinta che eguagliava quella del vento. Attraversavo le nuvole dense e pensanti come lo erano i miei pensieri. Se il demone le avesse fatto del male non ci sarebbero state distanze o barriere dove potesse rifugiarsi dalla mia collera.

    “Per amor del cielo come ho potuto lasciarla andare?”

    .. ma la presunta tregua con Alexandre , l’assassinio e la sepoltura di Kristofer , il rapimento di suo figlio , erano eventi che si erano susseguiti uno dopo l’altro con una violenza tale da lasciarmi impreparato. Incapace di prendere le giuste decisioni.

    Continuavo a girare a vuoto, trovare l’esatta ubicazione del rifugio del fratello di Matteo si stava rivelando più difficile del previsto. Non avevo indicazioni o punti di riferimento, ma una sconfinata massa di acqua in tempesta e una deserta spiaggia dorata attraversata da fitta vegetazione mediterranea. Il messaggio che mi aveva lasciato nella casella vocale del mio numero privato era sconcertante. Matteo aveva perso la vista per mano del fratello defunto. Un innocente, nonchè caro amico, era perseguitato da un destino avverso e crudele. Aveva bisogno del mio aiuto.

    Mi accigliai incredulo. "Che Lucifero avesse rigettato quel farabutto nel mondo dei vivi?"

    A poca distanza nel cielo notai la nascita di un cumulo di grandissime dimensioni che si espandeva orizzontalmente. Nubi nere si ingrossavano cariche di elettricità. Un violento temporale concentrato in una superficie troppo piccola perchè potesse essere un fenomeno naturale. Avvicinatomi ulteriormente avvertii un'energia negativa vibrarmi sulla pelle. Rabbrividii istintivamente, quello era potere demoniaco. Cosi potente che mi investì con una forza tale da farmi perdere quota mentre mi libravo in aria. I muscoli alari faticarono il doppio per contrastare la corrente discensionale che mi spingeva verso il basso. Un fulmine squarciò il cielo illuminandolo a giorno. Fui costretto a raggiungere la terraferma atterrando lungo la distesa dorata.

    Fu questione di pochi minuti, richiusi le ali dietro la schiena inglobandole nel suo interno. Indossai la camicia di Alexandre con una smorfia di disgusto. Aveva il suo odore intenso, virile. Brutalmente afrodisiaco.

    < Gran figlio di puttana. >

    Ripensai alla subdola proposta di collaborare stando alle SUE regole. Karen mi aveva messo in guardia ed io gli avevo sistemato una microspia nell’ufficio.

    “Fanculo!”

    Il forte boato di un tuono infranse il muro del silenzio, seguirono delle grida di terrore. Il sangue mi si gelò nelle vene. Un nome. Quello di Matteo, si disperse nel vento. Corsi in direzione di quella voce scansando ginepri ed oleandri, costeggiai il fiume e lo vidi.
    Un uomo nell'acqua era immerso fino alla vita. Cercava qualcosa, lo vedevo scandagliare fulmineo il letto del fiume come solo un immortale avrebbe potuto fare. Istericamente farneticava in un francese arcaico parole incomprensibili. Digrignai i denti e sbottai furibondo.

    < KILIAN! >

    Scattai su di lui gettandomi in acqua e corsi, corsi finchè non ebbi tra le mie mani i baveri della sua giacca. Lo strattonai con vigore sollevandolo di alcuni centimetri da terra. Avevo la furia negli occhi saturi di poteri angelico, lo spinsi sulla sponda del fiume e non mollai la presa. Anzi, lo strinsi con più forza.

    < MALEDIZIONE, LUI DOVE CAZZO STA? >
     
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    :Kilian.png:

    D4Gu8qml



    Fu uno dei momenti più difficili che attraversai con Matteo. Fermarmi alla passione di quel bacio, fare un passo indietro e inesorabilmente spezzare in mille pezzi il suo bellissimo cuore. Dovevamo distruggere ciò che sarebbe potuto nascere se ci fossimo concessi l’uno all’altro. I sentimenti con la loro intensità crescono come fiori in un deserto , si alimentano con la forza del desiderio e spesso sono incoraggiati da speranze ed illusioni.
    Alzai lo sguardo e scrutai il suo viso. Per alcuni minuti non disse una parola, ma i suoi occhi.. Dio, i suoi occhi seppur offuscati da ombre impenetrabili mostravano chiaramente un’anima sofferente.
    Mi chiedevo se stessi sbagliando.. se fossi crudele con il mio migliore amico, ma non ero un uomo che amava stare con il piede in due scarpe. Manuel era parte di me, immaginare un ipotetico futuro separato da lui mi avrebbe condotto alla pazzia fino a spegnermi come una bambola rotta incapace di sentire o provare sentimenti. Sarei diventato la creatura perfetta agli occhi di mio padre.
    I lineamenti del viso di Matteo si indurirono, lo sguardo si inasprì per la collera e ad un respiro dalla mia faccia gridò bruciante di rabbia che non potevo conoscere i suoi sentimenti. Abbassai gli occhi a terra.

    < Noi.. noi non .. > non riuscii a finire la frase che mi schiaffeggiò in pieno viso. Il suono sordo e secco prodotto dalla percossa spense l’ultima frase pronunciata da Matteo.

    Non reagii in alcun modo.

    Non fiatai.. me l’ero meritato no? Avevo pur alimentato le sue aspettative quando credevo morto suo fratello.

    “Sei un pezzo di merda Kilian, non meriti nessuno dei due”

    Il cielo seguiva i cambiamenti d’animo di Matteo, la pioggia scrosciava fitta ed impetuosa da nubi nere e temporalesche. Non badai al tempo, non detti peso all’aria carica di elettricità che aumentava a dismisura sopra le nostre teste fino a costituire una vera e propria cappa soffocante tra le nuvole e la spiaggia. Avevo distrutto irrimediabilmente quel che restava del nostro legame e quello che mi circondava non aveva più alcuna importanza.
    Improvvisamente quel silenzio fu interrotto dalle urla di Matteo, lo vidi piegarsi sulle ginocchia e portare le mani sull’addome. Un fulmine squarciò in due parti il cielo riflettendo la sua luce su di noi. Probabilmente le nubi erano gonfie e sature di elettricità. Elettricità che doveva essere liberata ed aveva utilizzato il fulmine come valvola di sfogo. Non ebbi il tempo di afferrare Matteo tra le braccia per allontanarlo dalla minaccia che fu investito da una forte scarica elettrica. Il suo corpo fu spinto in acqua, nel ruscello divenuto ora torrente per la sproporzionata quantità d’acqua che il cielo aveva riversato sulla spiaggia. Un urlo agghiacciante si riversò fuori dalla mia gola..

    < MATTEOOOO NOOOOO..> gridai terrorizzato e mi gettai nel torrente per afferrare il suo corpo.

    Poteva aver perso i sensi. Al solo pensiero che la potenza del fulmine poteva avergli stroncato la vita mi fece tremare come una foglia dalla paura. L’acqua era gelida, agitata e oscura come l’intero litorale ciò rendeva impossibile vedere ad un palmo dal naso. Ero confuso e in stato di shock per far appello ai sensi acutizzati di vampiro. Perlustrai l’intero letto del fiume da una sponda all’altra, invocando il suo nome. Mi immersi sott’acqua per scandagliare il fondale, fulmineo il mio corpo scattava da zona in zona per ritrovarlo.
    Ogni mio tentativo fu vano. Eravamo troppo vicini alla foce del fiume se il suo corpo fosse stato inghiottito dal mare speranze di trovarlo vivo erano quasi nulle. Riemersi dall’acqua e proseguii camminando non avrei smesso di cercarlo. Tra un passo ed un altro la tensione e la paura presero il sopravvento. Iniziai a farneticare nella mia lingua madre. Inveivo contro me stesso e contro il fato nefasto che perseguitava me e chi malauguratamente mi era abbastanza vicino da venir contagiato.

    < Dove sei mon ami, cazzo! > urlai disperato prendendo a pugni la superficie dell’acqua.

    Avrei dovuto tenerlo al sicuro. Manuel si era fidato nel lasciarlo nelle mie mani.. ed io gli avevo ucciso il fratello!
    Cominciai a smaterializzarmi e materializzarmi da un punto all’altro allargando in questo modo il perimetro di ricerca… fino a quando una voce, un grido impetuoso spezzò la cantilena delle mie imprecazioni.

    KILIAN! , mi voltai scoprendo le zanne e vedi l’arcangelo sulla sponda opposta alla mia.

    < Merde! Ci mancava solo il pennuto. >

    … in un battito di ciglio quel bestione biondo me lo ritrovai addosso. Ritornai sott’acqua parando e rispondendo ai pugni di Raphael, ma ebbe la meglio mi afferrò per il bavero della giacca e mi ritrovai a penzolare di alcuni centimetri dal suolo e ad un palmo dalla sua faccia. Era furibondo. Mi catapultò sulla sponda , avevo la schiena a terra e mi scuoteva ripetutamente standomi addosso ad impedirmi la fuga. Mi chiese lui dove fosse…

    < fiu-m …fi.. fiu-me > le parole mi uscirono strozzate, le grosse mani di Raphael erano allacciate attorno alla trachea.

    Cercavo in tutti i modi di spingerlo via e farlo ragionare. Al suono del cellulare interruppe la presa che impedì di spezzarmi l’osso del collo. Si levò di dosso per rispondere, probabilmente aspettava una telefonata importante tanto da farlo rinsavire.

    Indietreggiai scivolando con i fianchi sul terreno fangoso e ascoltai la conversazione, non avevo alcuna intenzione di fuggire.

    “Dimmi dove sei.”
    “COSAAAAA?”
    “Matteo, Matteo… l’indirizzo. “
    “CAZZO! Non ti sento. Non ti sento.”
    “Ti troverò. Lo giuro.”


    La tensione abbandonò il mio corpo e feci un lungo respiro di sollievo. Matteo era vivo.

    < DIMMI SUBITO DOV'E' MATTEO! >

    Ripose il cellulare in tasca con troppa calma e mi guardò.

    .. e vi lessi la mia morte in quegli occhi.
     
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    :Raphael.png: :Kilian.png:

    Il pallido colorito del bel vampiro velocemente stava prendendo una livida colorazione bordeaux e Raphael continuava ad affondare le dita nella gola con una forza capace di staccare la testa dalla spina dorsale. Le unghie di Kilian artigliavano gli avambracci nel cercare di liberarsi dalla stretta micidiale. I suoni quasi impercettibili dei sibili e dei rantoli gli ricordavano che ci voleva ben altro per stroncare la vita ad un’immortale. Non sarebbe di certo trapassato per asfissia, poteva invece…

    < Lui dov’è? > ripeté di nuovo quella domanda.

    Infondo ucciderlo a bruciapelo solo perché aveva tradito la fiducia che si era guadagnato in quasi quarant’anni di stretta collaborazione nella società da lui fondata e non solo.. un tempo aveva accolto quell’uomo nel proprio letto. Ma aveva sbagliato tutto, non c’era modo di allontanarlo dalle tenebre.

    D’altronde permettere all’ira di possederlo era stata la causa dell’allontanamento dal regno dei cieli, tentare alla vita della Cherubina destinata a suo fratello Gabriele gli era costata la rinuncia al rango di arcangelo e la conseguente caduta sulla Terra. Stava cercando di mitigare gli eccessi di rabbia ma nel vampiro rivedeva il suo antico nemico Alexandre e cosi la ragione veniva offuscata dal veleno della vendetta.

    Riuscì ad afferrare il suono di alcune sillabe strozzate che fuoriuscivano a singhiozzi dalla gola di Kilian. FIUME.

    < Cosa diavolo è successo su questa spiaggia? >

    Si rendeva conto che non poteva rispondere alla domanda, ma le mani , come se avessero una volontà propria, non volevano lasciare la presa.

    < Matteo. E’. Nel. Fiume? >

    Pronunciò quelle parole con un fil di voce e collegò la tempesta che si era abbattuta sulla spiaggia al potere demoniaco che probabilmente il suo amico aveva sprigionato per.. DIFENDERSI?

    < TU. SEI. UN… >

    Le iridi dei suoi occhi divennero fiamme azzurre, ogni singola cellula del suo corpo vibrava di furia e potere. Avrebbe strappato il cuore marcio di quel vampiro una volta per tutte per darlo in pasto ai pesci.

    .. ma il suo cellulare suonò, ed ogni pensiero andò alla sua Karen. Che avesse bisogno di lui? Lasciò subito la gola di Kilian e con dita tremanti e nevrotiche riuscì finalmente a rispondere alla telefonata.
    Non conosceva il numero, ma con vivo stupore riconobbe la voce agitata di Matteo. La linea era disturbata, l’elettricità permeava ancora nell’aria al che rendeva la comunicazione a singhiozzi , riuscì a cogliere poche parole. Il suo caro amico era in lacrime, e nonostante avesse giurato di modificare le sue pessime abitudini, non riuscì a trattenersi: sbottò come il più infimo scaricatore di porto.

    KILIAN AVEVA CERCATO DI AMMAZZARE MATTEO.

    A quella confessione non capì più nulla. I suoi pensieri divennero incoerenti, la pressione sanguigna accelerò, sentì le vene pulsare al di sotto dei muscoli contratti. Incrociò gli occhi del vampiro ed esplose un’immensa rabbia distruttiva che aveva accumulato negli ultimi mesi.
    Il mondo cessò di far rumore, o almeno lui smise di sentire ogni cosa che non fosse il respiro accentuato del vampiro, il suo indietreggiare scivolando con i fianchi sul suolo fangoso.

    < TU. GRAN FIGLIO DI PUTTANA. VUOI FINIRE COSA HAI COMINCIATO. >

    ………………………………………………………………………………

    A Kilian cascò il mondo addosso e lui dovette reggere il peso con le sole sue forze. L’arcangelo era pazzo, cosa diavolo avrebbe dovuto finire?

    < Stai farneticando Raphael. >

    Si alzò cautamente da terra, pronto a difendersi da un probabile attacco. Fango ed acqua non rovinavano il suo stile impeccabilmente perfetto, eredità che si trascinava dal tardo settecento.

    < Devo riportare Matteo a casa. Deve essere curato, cazzo. Dimmi dov’è? >

    Raphael minaccioso avanzò colmando la distanza che li separava. I suoi occhi selvaggi. Animaleschi, incutevano meno timore delle labbra crudelmente incurvate negli angoli della bocca.

    < Avrei dovuto porre fine alla tua miserabile vita, cinquant’anni fa. >

    Scattò in avanti sferrando un pugno micidiale che il vampiro schivò con un elegante e letale torsione del busto.

    < Amo Matteo. Non potrei fargli del male. >

    Non avrebbe potuto ferirlo fisicamente.. ma respingerlo era stata doloroso quanto colpirlo materialmente al cuore. Saettò dietro le spalle dell’imponente bestione alato che un tempo aveva osato chiamare amico.

    < Non hai avuto pietà nemmeno per la tua stirpe. Li hai massacrati tutti, CONTE. >

    Per Kilian fu come sentire una lama scavargli lentamente il cuore. Quelle erano antiche ferite che mai avevano smesso di sanguinare.

    Indietreggiò, la terra sotto ai piedi parve tremare. Quel segreto lo conosceva solo Alexandre.

    < TACI! > Sibilò a denti stretti.

    < Non mi fu data scelta. >

    Quelli erano i suoi incubi. Quelli che lo tormentavano da sveglio da più di due secoli. L’amore di Manuel li aveva spazzati via.. dormire tra le sue braccia aveva fatto in modo che riuscisse finalmente ad avere un sonno sereno per la prima volta nella sua vita da immortale.

    Era sotto shock, quelle azioni abominevoli credeva che fossero andare sepolte con la morte del suo creatore ed invece… erano state vomitate fuori.

    Di nuovo.

    Fu in quei secondi che Raphael lo colpì al viso, non riuscì a schivare il colpo che il suo avversario approfittò per scaraventarlo su una bassa protuberanza del suolo roccioso. L’impatto che acutizzò la schiena fu molto doloroso, sentì le ossa scricchiolare.

    ………………………………………………………………………………

    Ce l’aveva in pugno, quel lurido verme avrebbe avuto la fine che meritava. Non era rimasta alcuna umanità in Kilian per arrivare ad uccidere Matteo.

    < Lui ti ha difeso! Ti ha protetto da me. E tu in questo modo lo hai ricambiato? >

    Era furibondo, si accanì sul corpo del vampiro sferrando calci e pugni. La maggior parte andarono a segno.

    < E’ questo il prezzo da pagare per farti fottere da quel demone? > urlò ad un respiro dalla creature immortale.

    Rammentava la storia che lo stesso Matteo gli aveva raccontato nella grotta. Il fratello lo aveva ucciso una volta ed ora era tornato dagli inferi per ucciderlo definitivamente.

    Kilian nonostante fosse conciato male, riuscì a smaterializzarsi e a sottrarsi dalla furia dell’angelo.. ma non arrivò troppo lontano. L’arcangelo lo inseguì sradicando alberi e arbusti che gli ostacolavano il cammino.

    < Ti concede amore in cambio dell’assassinio di suo fratello! Non sei diverso da Alexandre. Siete la stessa feccia. >

    ………………………………………………………………………………


    Non stava fuggendo, voleva solo trovare un modo per colpirlo mortalmente. Bastava un istante di distrazione.. un passo falso e la sorte avrebbe girato le carte in tavola. Raphael stava sbagliando tutto, era giunto a conclusioni drastiche e affrettate. Ma come diavolo farglielo capire?

    < Cazzate. Sono solo cazzate. Non hai capito un cazzo. >

    I canini gli riempivano completamente la bocca. I muscoli soffrivano sotto sforzo, ma non era stanco.. poteva sopraffarlo, poteva ancora combatterlo. La corsa lo aveva condotto in trappola. Dovette rallentare, a pochi passi la scogliera stroncava la fuga in una parete che scendeva a strapiombo nel mare.

    Fece ancora qualche passo indietro, Raphael era ormai vicino.

    < Dimmi dov’è il demone che proteggi. Dimmi dove scovarlo e ti risparmio la vita. >

    Menzogne. Kilian ringhiò inferocito, non avrebbe consegnato Manuel per nessuna ragione al mondo.

    < Fottiti bastardo! Puoi torturarmi, ridurmi a pezzi. Puoi condurmi alla tomba. Non tradirò MAI il mio uomo. >

    Il suono di una grossa risata smorzò il rumore della tempesta.

    < E’ cosi sia. >

    Raphael attaccò scontrandosi sul corpo granitico del vampiro che a zanne snudate cercava di recidergli la giugulare. Si entrò nel vivo della battaglia, il susseguirsi dei colpi divennero brutali da ambo le parti. Un pugno colpì la mascella dell’arcangelo slogandogliela. Si udiva il suono delle ossa che si frantumavano, muscoli che incassavano colpi violenti. Sfruttando le nubi in tempesta Kilian proiettò nel corpo dell’avversario una micidiale scarica elettrica. Raphael si immobilizzò e cadde in ginocchio. Un calcio nel costato lo scaraventò a terra. Rotolò sul suolo roccioso per parare la mossa successiva.

    Ed inaspettatamente si rialzò come se nulla fosse, Raphael era troppo potente, troppo antico per un’immortale di poco più di due secoli. Un corpo a corpo era quasi un suicidio, ma Kilian avrebbe lottato fino all’ultimo respiro. Un calcio nel basso ventre fece sbilanciare il vampiro ed in una frazione di secondi si ritrovò con il viso a mangiare la polvere. L’immenso corpo del bestione alato lo immobilizzava al suolo. Vani furono i tentativi di sfuggire da quella morsa. Le dita di Raphael strinsero i ricci neri, inclinò la testa del vampiro per esporgli la gola.

    < Và all’inferno Kilian Leroix. >

    Estrasse il pugnale e la lama affilata squarciò la gola del vampiro. Il sangue a fiotti esplose all’esterno, cospargendo di rosso scarlatto i loro corpi. Non perse altro tempo sollevò il vampiro agonizzante da terra e lo gettò nel vuoto del dirupo.

    < Ti avevo avvisato di star lontano da Matteo. >

    Voltò le spalle e se andò. Non avrebbe permesso più a nessuno di minacciare di morte il suo amico.

    ………………………………………………………………………………

    Era ancora cosciente quando la forza di gravità lo spinse nelle acque oscure del mare in tempesta.

    L’impatto col muro d’acqua fu simile alla lama che lo aveva sgozzato.

    Vide gli occhi grigio-verdi del suo demone di fuoco prima d’incontrare le tenebre.


    RAPHAEL CONTINUA IN: LUOGHI NATURALI - PROMONTORIO - SPIAGGIA

    KILIAN CONTINUA IN: LUOGHI CITTADINI - CITTA' - OSPEDALE
     
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99 replies since 20/10/2013, 01:11   1536 views
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