GRAN CASINO' SPADA

Ingresso libero

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    Vampiri
    Posts
    4,518
    Reputation
    +331
    Location
    St. Louis - Circus of the Damned

    Status
    Offline
    :Alexandre.png:

    .. .se gli succede qualcosa mentre è con te, non ti basteranno i confini del mondo per nasconderti da me..

    In ogni senso.. .tu mi tenti.


    Di fianco alla vetrata del mio ufficio, non vedevo altro che ombre ad inghiottire il panorama di Littoria. Vedevo Iris dinanzi ai miei occhi.

    < .. .e se ti rapissi Cole? > mi inumidii le labbra < .. spingeremo tua madre in un eccitante caccia all'uomo. >

    Abbassai gli occhi per guardarlo, lo tenevo tra le braccia e Cole aveva il faccino rivolto a me. In lui rivedevo la fiducia che entrambi i suoi genitori mi avevano concesso.

    "Non guardarmi cosi."

    < Ahhh ah! Lasciami sognare, che cazzo! >

    C'era mancato poco che perdessi il controllo in camera, nello stringerle i fianchi e sentire quanto il suo corpo fosse sodo sotto le mani.. .l'avevo desiderata con tutto me stesso, stava diventando un bisogno fisico e mentale.

    "Mi sento come un adolescente perennemente arrapato."

    Le porte dell'ascensore che si aprivano nell'ufficio mi scossero dai miei pensieri. L'odore di maschio ed incubo mi invase le narici.. .inspirai a fondo restando ancora girato di spalle.

    Non aveva l'odore della stirpe di mio padre e questo giocava a suo favore, mi stavano sul cazzo tutti i suoi viscidi alleati.. . il demone sapeva di inferno, potere e malvagità..

    "Che cazzo ci fa a Littoria?.. .un bastardo inviato da Lucifero per ricordarmi che gli accordi vanno mantenuti??"

    ... .specie quelli stipulati con il Re degli Inferi in persona. Doveva essere incazzato come una bestia.. . la consegna del suo pacco di penne e piume stava ritardando.

    L'arcangelo deve morire.. e al più presto.

    Cole ed io ci voltammo ad incrociare due occhi penetranti, fisico alto e massiccio fasciato in un completo rigorosamente elegante. Nessuno dei due proferì parola.. . ci stavamo studiando. Lo guardai cupo in viso e con la mascella serrata a disegnare una linea dura alle labbra.

    Quella fisionomia l'avevo già vista da qualche parte.

    Ci conosciamo? mi disse.

    Inarcai un sopracciglio.. . "Non sei qui per me".

    < Non credo, forse ci siamo incrociati all'Inferno. >

    Mi avvicinai al nuovo ospite, gli tesi la mano libera < Alexandre Spada. Spero che il mio servo l'abbia trattato con i dovuti riguardi. >

    Mi appoggiai col culo all'imponente scrivania, senza mai distogliere gli occhi dal demone.

    < La prego si segga. > indicai con un gesto della mano la comoda poltrona.

    Non ricevevo personalmente ogni creatura non umana che entrava nel casinò, ma questo demone in particolare mi era stato segnalato da Damien e quel cagnaccio lo aveva fatto per un motivo ben preciso.

    Più lo osservavo e più ero certo che non faceva parte tra gli alleati di mio padre, altrimenti nei cinquant'anni di reclusione trascorsi negli abissi infernali, lo avrei di certo riconosciuto... .ma non abbassai la guardia, mi fidavo solo di me stesso.

    "Un ospite interessante."

    Ero al corrente delle lotte interne tra le file di Lucifero.. .in molti ambivano a sedere su quel trono che conferiva il potere assoluto. Pur essendo avido di acquisire quanto più potere possibile non ne ero interessato.. . sarebbe stato come sedersi con il culo sulle punte di mille spade affilate.. . un pò scomodo direi. Mi chiedevo se lui fosse un servitore o un ribelle.. . perchè io servivo Alexandre Spada, solo e sempre le mie voglie e i miei capricci.

    ".. .magari è un lecca-culo di Lucifero.. .come mio padre Astaroth" pensai disgustato.

    Non ebbi il tempo di approfondire la sua conoscenza, che non appena si aprì la porta che dava accesso alle mie stanze private, l'odore di sensualità e femmina mi fece drizzare il cazzo nelle mutande.

    "La mia torturatrice è arrivata .. .Iris"

    I miei occhi lasciarono il viso del demone per posarsi su di lei. Una dea per quanto fosse bella.. .ad ogni passo che faceva nella mia direzione sentivo ogni muscolo fremere di desiderio. Lei avanzava ed io la divoravo con gli occhi.. .

    " Per i nove stramaledetti cerchi dell'Inferno.. .la voglio."

    Aveva scelto di indossare l'abito che preferivo tra tutti. Un elegante vestito nero che si modellava sulle sue curve generose nei punti giusti. Aveva la pelle accaldata dalla doccia, una lieve fragranza di cocco e vaniglia aleggiava nell'aria, ma era il suo odore che rendevano schiave le cellule del mio corpo.. .

    Non potei fare a meno di spogliarla con gli occhi.. .le mie mani a violare il suo corpo proibito ed il mio incubo libero di soddisfare qualsiasi voglia carnale di quella femmina.

    Sognavo ad occhi aperti.. . nel vederla avanzare sempre più vicina.

    YRZC4D1l



    " Vieni da me. .".. .ero cosi assorto tra le mie fantasie perverse che non mi resi conto che Cole aveva le manine sulla cravatta e la tirava.. .facendo stringere il nodo come a volermi soffocare non voleva che facessi il porco con sua madre.

    "Ritorna in te Alex, non desiderare la donna d'altri."

    Tra i dieci comandamenti era il mio preferito, quello che infrangevo a ripetizione.

    Non avevo mai staccato gli occhi da lei incitandola ad ogni passo. Fece il giro della scrivania, salutò il demone, e venne al mio fianco.

    Le presi la mano, l'avvicinai alle labbra e le sfiorai appena il dorso.

    < Non è la prima volta che mi lasci senza parole. >

    .. .continuando a tenerle la mano la guidai ad accomodarsi sulla mia poltrona dietro la scrivania a distanza di sicurezza dall'altro incubo. Evitai di guardarlo, se avessi visto la lussuria affiorare nei suoi occhi.. .gli avrei spaccato la faccia.

    Cole iniziò a scalciare, agitando le gambe e le braccia... .era un chiaro segnale per dire mollami, voglio godere della mia mamma.

    < Ho capito piccola peste. >

    Lo consegnai ad Iris tra le sue braccia, si accoccolò con il visino tra i seni e mi guardò marcando il suo territorio.

    "Mi fa pure i dispetti.. .ingrato!"

    In piedi dietro lo schienale della poltrona dove era seduta Iris, posai entrambe le mani ai lati.. .quasi mi prudevano per l'immensa voglia di accarezzarle la pelle, di tenerla ferma a gambe aperte sul marmo freddo della scrivania e farla godere con la mia bocca.

    Allentai il nodo alla cravatta e guardai il demone negli occhi.

    < La signora è la moglie del mio socio. Iris Bredisc > la presentai.

    .. ."quindi tieni a freno il tuo cazzo." Era sottinteso.

    Tempestivo entrò John con un carrello bar porta bevande.

    < Lascia pure, faccio io. > lo liquidai velocemente.

    Lasciai la mia postazione e riempii tre flute con champagne, ne porsi uno ad Iris e l'altro al demone.

    < Sarà mio ospite nel Casinò, non potevo lasciarla tra gli stupidi umani.. .non un demone della mia razza. >

    Bevvi un sorso di champagne e continuai a scrutarlo, il male che percepivo in lui stimolava il mio interesse.

    < Cosa vi porta in questa cittadina? Se ci è concesso conoscere la risposta.>




    RhJaJAPl



    Edited by Iole88 - 15/4/2014, 19:08
     
    Top
    .
  2. +Hells+
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Bellissima l'ultima foto!!! *_*


    :Malacath.png:

    Il proprietario del casinò mi squadrò da capo a piedi e sembrò rimanere sorpreso quando gli domandai se ci conoscevamo. Forse mi aveva scambiato per qualcun altro e per quel motivo mi aveva fatto convocare.
    E poi fu tutto chiaro quando si presentò. Alexandre Spada. Ecco perchè mi era sembrato famigliare. Anche lui era un demone incubo come me.

    <ora ricordo. Tu devi essere il figlio di... come si chiamava?>

    Portai la mano davanti la bocca e strinsi gli occhi, sforzandomi di pensare in maniera del tutto teatrale.

    <tendo a dimenticare i nomi maschili, soprattutto se appartengono a creature insignificanti!>

    Lanciai la mia frecciatina. Sono sempre stato un mago nello stringere nuove amicizie! In realtà conoscevo bene suo padre, Astaroth. Uno dei più grandi leccaculo di Lucifero. Mi sarebbe piaciuto prenderlo a calci nel suo di culo insieme al suo fanclub, una volta a capo dell'inferno.

    In quel momento una porta laterale si aprì e fece la sua comparsa una giovane donna in un elegante vestito nero, accompagnata da un misto di fragranze esotiche e... femminili. Il mio istinto di incubo si risvegliò immediatamente, e fu lo stesso per il mio interlocutore, come potei notare facilmente. Potevo quasi vedere i filmini che passavano davanti ai suoi occhi!
    Mi salutò educatamente, avvicinandosi poi al lui. Le prese la mano, sfiorandola appena con un bacio.

    La sua donna, e ti pareva...

    pensai alzando gli occhi al cielo. Ora si spiegava anche il marmocchio tra le sue braccia. Si accomodò con sensuale eleganza sulla scrivania e il demone mi fece presente che era la moglie del suo socio.

    Non proprio la sua donna.

    mi corressi con un sorrisetto, anche se in quelle parole c'era la velata minaccia che se avessi solo provato a sfiorarla avrei avuto ben due nemici, e di certo il socio di un demone incubo non poteva essere un comune mortale.
    Poco male, non ero così giovane da saltare addosso ad ogni donzella che mi sculettava davanti, sapevo controllare il mio demone. Anche perché, da quel poco che avevo visto di Littoria, di belle ragazze con cui spassarmela ce n'erano da farmi passare la voglia!

    Entrò un altro servitore con un carrello porta bevande e il mio ospite lo liquidò in fretta, offrendomi poi un bicchiere di champagne.
    Si stava comportando anche troppo educatamente per i miei gusti, non riuscivo a capire che intenzioni aveva. Dubitavo che temesse il mio potere, non sembrava essere uno di quegli idioti pronti a farsela sotto di fronte ai demoni più forti, come la schiera del suo paparino. No, la sua sembrava più... curiosità.
    Dovevo andarci cauto però, i servitori di Lucifero erano sicuramente sulle mie tracce e per quanto ne sapevo, lui poteva essere uno di quelli.

    Mi domandò cosa ci facevo in città. Bevvi un sorso di champagne, senza scompormi troppo.

    <non ho intenzioni di causare guai, se è questo che vi preoccupa. Sono a Littoria perchè sto cercando una persona. Una donna, per l'esattezza.>

    Scrutai il suo sguardo, cercando di capire se le mie parole provocavano qualche cambiamento nei suoi occhi. C'era la possibilità che Lucifero sapesse dell'esistenza di Beatrix. Prima quella succube, ora questo incubo che mi convocava... Tutte coincidenze? Poteva anche essere, viste le molte creature soprannaturali lì introno, ma non volevo correre rischi inutili.

    <non credo che tu l'abbia vista in giro, non frequenta posti come questo.>

    continuai allargando le braccia ad indicare lo sfarzo che mi circondava.

    <ha capelli rossi lunghi fino alle spalle e occhi azzurro-verde...>

    continuai con indifferenza e ancora una volta lo guardai fisso negli occhi. Non sembrava reagire alla descrizione di Beatrix, ma poteva essere tutta una farsa.

    Ah, e giusto per essere chiari fin dall'inizio...>

    Questa volta lo fissai con durezza, la frivolezza di poco prima era solo un ricordo sul mio viso.

    <lei è mia.>

    ci tenni a precisare come lui aveva fatto con la sua amichetta.

    jpg
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    superAdmin
    Posts
    13,233
    Reputation
    +634
    Location
    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

    Status
    Offline
    :296ez6.png:

    Alexandre sfiorò la mia mano con le sue labbra, un brivido mi percorse la schiena, adoravo questo suo lato sempre così diabolicamente elegante, mi disse che non era la prima volta che lo lasciavo senza parole

    <<le parole sono sopravvalutate direi>>

    dissi a bassa voce, continuavo a guardare il mio piccolino tra le sue braccia, era intendo a giocare con la sua cravatta, misi la mia mano sulla sua manina e la accarezzai, poi passai le dita sulla cravatta di Alex sistemandola, solo mentre lo facevo pensai che quel gesto magari era un pò troppo personale… lui non aveva lasciato la mia mano, mi fece accomodare sulla sua poltrona, non staccava gli occhi dai miei, la cosa mi lusingava come al solito, mi sedei e accavallai le gambe, Cole cominciò ad agitarsi, protendendosi nella mia direzione, Alex capì subito le sue intenzioni e lo lasciò tra le mie braccia, si accoccolò subito al mio corpo calmandosi.
    Alexandre fece qualche passo e si mise dietro la poltrona dove mi aveva fatta accomodare, lo sentivo spadroneggiare su di me come se gli appartenessi

    che c’è vuole chiarire il punto con il suo ospite?

    pensai, e mi sorpresi di quanto la cosa non mi desse affatto fastidio

    “La signora è la moglie del mio socio. Iris Bredisc”

    nel sentire quelle parole il mio cuore mancò un battito, nessuno ancora mi aveva mai chiamata in quel modo, sorrisi, fiera di portare il nome di mio marito, non era ancora lì con me.. ma era come se il suo nome riuscisse a proteggermi, rimarcando il fatto che ero sua. L’uomo davanti ai miei occhi mi sorrise, risposi al sorriso

    <<è un piacere conoscerla>>

    in quel preciso instante entrò uno dei servitori di Alexandre con il carrello bar, sentii quest’ultimo muoversi dietro di me per poi raggiungere il carrello versando lui stesso da bere, lo osservai, era di spalle e non potei fare a meno di ricordarlo con solo l’asciugamano addosso, mi sentii di nuovo avvampare.

    non posso continuare a fare così…

    Pensai censurando la mia mente.
    Si voltò verso di me e mi portò da bere, quello era il primo alcolico che mi concedevo da quando ero incinta, mi portai il bicchiere alle labbra, sorseggiando lo Champagne

    non sarà il suo sangue ma per ora mi posso accontentare

    pensai, mandando giù un’altro sorso e guardandolo mentre chiedeva al demone che cosa ci facesse lì, era in cerca di una donna dai capelli rossi, mentalmente tornai al mio matrimonio, tra gli invitati non c’era nessuno che corrispondesse ad una descrizione simile.

    Cole cominciò ad agitarsi tra le mie braccia, sembrava infastidito, poi cominciò a piangere, cercai di cullarlo ma non si calmava

    calmati piccolino… cosa c’è…

    ci misi qualche secondo per capire il motivo delle sue lamentele, io mi ero nutrita di recente, ma lui ancora no..
    di sicuro non potevo allattarlo davanti ai due uomini in quell’ufficio, mi alzai, notando subito una nota di disappunto sul viso di Alexandre

    <<signori vogliate scusarmi ma il mio bambino reclama la mia attenzione>>

    dissi ad entrambi, prima che Alex potesse protestare lo anticipai

    <<torno in camera, non mi accadrà nulla>>

    dissi con un tono di voce bassissimo.
    Prima che potesse fermarmi mi avviai alla porta, passando feci un ultimo sorriso al demone e uscii, in corridoio uno degli immancabili tirapiedi di Alex mi fece strada senza che io dicessi nulla, mi guidò fino alla porta della camera che aprì

    <<la ringrazio>>

    dissi ed entrai, sentii la porta richiudersi

    che efficenza..

    Cole continuava a piangere disperato

    <<sshh non piangere..>>

    mi sedei ai piedi del letto, presi uno dei cuscini, lo avvicinai e feci sdraiare Cole, feci scorrere la lampo del mio vestito e lo abbassai, slacciai il reggiseno e abbassai una delle coppe, presi Cole tra le mie braccia, istintivamente si avvicinò e si calmò

    <<va molto meglio adesso vero?>>

    gli dissi accarezzandolo e guardandolo mentre si saziava beato dal mio petto

    <<non permetterò mai a nessuno di farti del male>>

    il mio amore per lui superava persino quello che avevo per Kris, in tutta la mia vita non avrei mai pensato di poter provare un sentimento così forte.
    Sapevo che avere come genitori un ibrido e una vampira, non sarebbe stata una passeggiata per un bambino, sarebbe stato esposto a innumerevoli pericoli, ma tutti quelli che avrebbero anche solo pensato di provare a fargli del male.. avrebbero dovuto vedersela prima con un ibrido e una vampira..
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    superAdmin
    Posts
    13,233
    Reputation
    +634
    Location
    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

    Status
    Offline
    :Damon.png:

    CONTINUA DA CHIOSTRO E BASILICA DI SANTO STEFANO

    Il taxi mi lasciò davanti al casinò, soggiogai il conducente perché si dimenticasse di me, entrai e subito mi trovai una schiera di slot illuminate che facevano un rumore infernale, forse solo due di quelle erano libere, mi guardai intorno cercando di cogliere tra i volti quello di Iris

    ragiona Damon, era incinta, di sicuro il proprietario del locale non l'atra mica fatto sedere al tavolo del Jack

    controllai le varie porte presenti in quella grande sala, erano molte, decisi di entrare nella prima che mi capitava a tiro, ma trovai soltanto un'altra sala da gioco, cominciai a domandarmi come gli umani, ma soprattutto le creature soprannaturali, potevano farsi abbindolare la tutto quello.

    se mi metto a controllare ogni antro di questo posto non troverò mai Iris

    mi crogiolai in quel pensiero, sorvolando su quello di come avrei fatto a comunicarle che suo marito era morto il giorno del loro matrimonio.
    Tornai nella sala principale, cercai di affinare il mio udito per vedere se riuscivo in qualche modo a sentirla tra la folla ma niente, il rumore delle macchine e degli uomini speranzosi era troppo forte, alla mia sinistra vidi il bancone del bar, mi avviai in quella direzione, mi sedei e ordinai da bere, se fossi rimasto impalato in mezzo alla sala sarei parso un tantino sospetto, all'entrata c'erano dei gorilla dall'aria minacciosa del quale sicuramente non avrei voluto assaggiare il sangue perché pieno di steroidi, era sempre meglio non attirare troppa attenzione. Mentre aspettavo il mio drink, fermai uno dei camerieri di passaggio

    <<hai visto il proprietario di questo posto passare con una sposa accanto?>>

    lo soggiogai ma non servì, di tutta risposta scuotè la testa in segno di negazione

    <<bene...>>

    sospirai bisbigliando, il mio Drink nel frattempo mi si materializzo davanti guidato dalle mani di un'attraente barista, mi sorrise cordialmente e tornò al suo lavoro.

    come scovo il proprietario di questo posto? forse se faccio un po' di casino, mi scorteranno da lui... o direttamente fuori

    alzai gli occhi al cielo, mandai giù metà del mio liquore, tornai a guardare la barista, con un cennò la richiamai per farla venire da me

    <<ciao tesoro, sai dirmi dove posso trovare il proprietario del locale?>>

    dissi ammiccandole un po', anche lei scosse semplicemente la testa senza rispondere verbalmente

    ok o ha soggiogato tutti i suoi dipendenti o sono sotto incantesimo..

    di quel passo ci avrei messo una vita a trovare Iris, e non me lo potevo permettere dato che l'assassino di suo marito era ancora a piede libero chissà dove, al pensiero di come quello stronzo se n'era andato lasciando me e l'angioletto come due idioti, mi si rivoltò lo stomaco.
    Mi guardai ancora intorno, notando che a ogni porta di quel posto c'erano degli uomini che giravano alternandosi

    chissà se qualcuno di loro potrà aiutarmi... magari sotto minaccia... vediamo fino a che punto resisterà questo incantesimo... o la struttura ossea di questi tipi...
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    Vampiri
    Posts
    4,518
    Reputation
    +331
    Location
    St. Louis - Circus of the Damned

    Status
    Offline
    :Alexandre.png:

    Gustavo lo champagne, ne trattenevo il sapore nella bocca per poi lasciarlo defluire nella gola. Un vano tentativo per distrarmi dall'odore e dalla carne di Iris. Ripetevo a me stesso che era solo un capriccio.. . una volta saziato il bisogno di possederla mente e corpo.. . l'interesse sarebbe scemato.

    Ma.. .

    .. .quando i suoi occhi si posano sul mio corpo il sangue mi ribolle nelle vene avvolgendomi nel fuoco della lussuria, ed il suo odore di femmina mi graffia la pelle. .lascia il segno. Nella mia lunga vita pochi ho desiderato realmente, non completano le dita di una mano. Non posso permettermi di aggiungere lei a questa esigua lista. Gli amanti sono come una droga che ti scorre nelle vene, ne diventi dipendente ne brami sempre di più.. ancora e ancora. Sei incatenato a loro, alle loro voglie ai loro desideri carnali, costantemente alla ricerca di appagarli, di farli godere e l'incubo si nutre di loro.. .di sesso.. di sospiri e gemiti ma di quelli intensi e devastanti che al ricordo il calore e gli effetti si protraggono per giorni. A quei brividi che ti lasciano senza fiato in corpo.. che ti obbligano a respirare forte che ti fanno accelerare i battiti del cuore.
    Io fuggo da questo, non mi abbandono mai completamente a loro. Non voglio essere schiavo di un corpo.. . ma il desiderio per quegli antichi amanti non si è mai assopito, è dentro di me aspetta solo di essere risvegliato, di respirare di nuovo il loro odore per scatenare una passione travolgente tanto da farti stare male... e se non l'afferri e se non la possiedi.. .soffri di una pena che può condurre alla morte. Queste sono le pene d'amore, non quelle inventate dagli stupidi umani.

    Mi divertii dinanzi alla teatralità dei gesti dell’incubo, fu molto scenico nello sforzarsi di ricordare il nome di Astaroth. Non era un novellino, lo avevo esaminato accuratamente, doveva essere sulla piazza da lungo tempo e mio padre era uno dei Primi, impossibile che non ricordasse il suo nome.. . sapeva bene chi era.
    Tendo a dimenticare i nomi maschili, soprattutto se appartengono a creature insignificanti.
    Avrei pagato a peso d’oro se mio padre avesse potuto incassare personalmente quell’affermazione, ne avrei goduto da pazzi.
    Desiderai in quell’istante avere la capacità di ridere, mi sarei fatto delle grasse risate. Ma io non rido mai, non ne sono capace.. . se credeva di offendermi voleva dire che non era a conoscenza dei rapporti burrascosi che intercorrono tra Astaroth ed il suo unico figlio maschio, come direbbero gli umani siamo una telenovela negli Inferi.
    Guardai il demone sorseggiare lo champagne, lo vidi completamente padrone e sicuro di sé e con quel suo modo di beffarsi dei servi di Lucifero, aveva messo ben in chiaro che non era tra questi.. ma poteva sempre essere tutta una farsa. Mai fidarsi di un demone.. o meglio mai fidarsi di nessuno.

    Avrei dovuto concentrarmi su di lui, ma sentivo gli occhi di Iris addosso, la bestia imprigionata nel mio corpo la stava guardando, erano i suoi occhi che erano puntati su di lei, non i miei.
    Posai il flute di champagne sul marmo della scrivania, avevo appena domandato al demone, non ne conoscevo ancora il nome, cosa ci facesse in città. Littoria non è una grossa metropoli, la mia era pura curiosità.. e in misura maggiore dovevo accertarmi che non fosse un mandante di Lucifero inviato per rompermi il cazzo.

    “ Se cosi fosse dovrò rispedirti all’Inferno. “

    E lui con ostentata indifferenza e disinteresse disse di essere giunto in città per scovare una donna e che non era nelle sue intenzione causare guai.

    < Non ho alcun interesse del destino di Littoria e dei suoi abitanti. Me ne fotto altamente. Ciò che rientra nei miei interessi sono solo i miei affari.. . e le mie creature. I problemi tra noi potrebbero sorgere se le vostre questioni interferiscono con le mie. >

    La mia voce era fredda priva di alcuna tonalità, chiaro avvertimento che era meglio per lui che non si mettesse ad intralciarmi il cammino.
    Non conosco regole e né codice d’onore. Ciò che voglio.. lo prendo. Ciò che posseggo.. lo difendo.
    Mi parlò di questa donna, e fu stesso lui a dire che era poco probabile che la conoscessi, visto l’ambiente sfarzoso in cui mi circondavo. La descrisse fisicamente.. . non ebbi alcuna reazione. Mi ero mosso poco in città e intrattenuto da eventi che mi avevano allontanato dal mio unico obiettivo.

    Riprendermi mio figlio.

    < Non l’ho mai vista, una donna con queste caratteristiche non passa di certo inosservata.. . e non davanti ai miei occhi. >

    Ci guardammo fisso negli occhi, lui mi scrutava cercando di cogliere ogni impercettibile reazione del mio corpo. Avrebbero potuto anche torturami, non sarei mai stato di facile lettura, ammesso sempre che riuscissero a prendermi.
    Poi lui mutò, i suoi occhi duri e inespressivi lasciarono intravedere ciò che era realmente. Una bestia, un potente nemico da non sottovalutare. Le sue parole suonarono come una minaccia. La dama rossa era sua.
    A braccia incrociate sul petto, lo guardai con altrettanta durezza.

    < Ho già chi tiene occupata la mia mente e il mio interesse. >

    Involontariamente sfiorai la cravatta, nel punto esatto dove le mani di Iris si erano posate per sistemarla.

    “Toccami femmina.. e fammi sentire le tue mani addosso. Fammi perdere la testa per l’odore lasciato sulla mia pelle. Toccami ancora.“

    Ma proprio sul più bello, quando avevo ricominciato a perdermi nelle mie perverse fantasie sulla moglie del mio socio, Cole scoppiò a piangere, puntuale come un orologio.

    “Che leggesse nella mente la piccola peste?”

    Mi voltai a guardare Iris intenta a cullarlo tra le sue amorevole braccia, ma niente. Poi lei si alzò, capii le sue intenzioni prima che iniziasse a parlare e non ne ero per nulla contento. Lei si congedò per provvedere ai bisogni di suo figlio.
    Stavo per fermarla, era puro egoismo il mio, non volevo allontanarmi da lei nemmeno per un istante.. .nonostante desideravo che sparisse dalla mia vita.

    < Iris.. .> riuscii a dire solo il suo nome che lei anticipandomi mi rassicurò che nulla le sarebbe accaduto tornando in camera.
    Aveva ragione, era al sicuro nella fortezza della mia casa. Il mio attico era protetto da un potente incantesimo, niente e nessuno poteva varcare le mura se non fossi io a deciderlo.

    La guardai andare via.. . e per una volta tanto io e il mio demone fummo una cosa sola. Gridammo all'unisono nella prigione fatta di carne ed ossa.

    Puntai di nuovo lo sguardo sul mio ospite e presi posto sulla sedia dietro la scrivania.

    < Non amo conversare.. ma amo ancora di meno non conoscere il nome del mio interlocutore. Qual è il vostro?>

    Nel farlo presi una scatola di pregiati sigari cubani da un cassetto ai lati della scrivania. Ne accesi uno e lo portai alle labbra. Spostai poi la scatola all'estremità della scrivania.

    < Si serva pure se ne ha voglia. >

    Sull'ampia parete di fronte alla mia postazione, un maxi schermo proiettava gli ambienti degli spazi comuni del casinò. Un sistema di video sorveglianza da fare invidia alla Casa Bianca. Avevo tutto sotto controllo, potevo costatare con i miei stessi occhi cosa succedeva in ogni singolo locale della mia proprietà.

    < Una cosa abbiamo in comune. Entrambi siamo giunti in questa cittadina per uno scopo solo. Voi cercate una donna, io ho fatto ritorno dagli Inferi per la grandissima testa di cazzo di mio figlio. > sputai le parole con rabbia e sete di vendetta.

    Il tempo scorreva, lento e rapido allo stesso tempo. In tasca avevo ancora il cellulare e nessun nuovo messaggio ingolfava la casella postale.

    "Dove sei cazzo."

    Nessuna risposta, niente di niente. Congedato il demone, dovevo far ritorno alla Basilica.. . il tempo passava ed io mi sentivo in trappola.

    Aspirai nervosamente dal sigaro.. non ero tranquillo, qualcosa mi agitava. Sentivo addosso tutto il peso del mio giuramento.. o forse la mia era soltanto fobia.






     
    Top
    .
  6. +Hells+
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Bellicissima l'ultima foto ioleeeeee *__*


    :Malacath.png:

    Il demone non si offese a seguito della mia battuta sul suo simpatico padre, anzi, sembrò rimanerne divertito sebbene la sua espressione non mutò affatto. A quanto pareva non dovevano andare d'amore e d'accordo. Tanto meglio, i leccapiedi di Astaroth li odiavo quanto lui.

    Quando gli dissi che ero lì per cercare una donna rispose che i suoi unici interessi erano i suoi affari e finchè non entravano in conflitto con i miei non avevo di che preoccuparmi. Sorrisi divertito.

    Minaccioso il ragazzo...

    Alla descrizione di Beatrix non fece una piega e asserì di non conoscerla. Dovevo aspettarmelo, di certo la mia piccola stracciona non passava il suo tempo in un casinò, non l'avrebbero neanche lasciata entrare conciata in quel modo! Avrei pensato anche a quello, una volta istruita per bene. Un bel rinnovamento del look, dalla futura regina dell'inferno ci si aspettava un po' di classe, dannazione!

    Spostai nuovamente la mia attenzione sul demone. Non aveva fatto una piega neanche quando il mio avvertimento di non toccare Beatrix era suonato più come una minaccia, rispondendo che aveva già chi lo teneva occupato.
    Sembrava davvero che non conoscesse la mia strega. Sarebbe potuto essere un valido alleato nella mia conquista dell'inferno, qualche combattente in più mi sarebbe stato utile, ma non sembrava che quelle faccende lo interessassero. Aveva già puntualizzato che i suoi unici interessi erano quelli che riguardavo lui e lui soltanto. E comunque, non mi fidavo per niente.

    In quel momento il marmocchio cominciò a strillare. La dona, che fino a quel momento aveva ascoltato il nostro scambio di battute senza aprire bocca, si congedò educatamente dileguandosi in una stanza vicina e portandosi via il piccoletto. Notai con una punta di divertimento che il mio interlocutore sembrò rimanere deluso della sua sparizione. Ma fu solo un attimo. Quando si voltò verso di me, la sua espressione era di nuovo di marmo. Si accomodò sulla scrivania offrendomi un sigaro e sottolineando che non mi ero ancora presentato. Aggiunse poi che avevamo una cosa in comune: anche lui si trovava lì per cercare il suo figliol prodigo. Sorrisi.

    Allora abbiamo più di una cosa in comune...

    Dal tono della sua voce però sembrava che le sue intenzioni, una volta trovato il suo obiettivo, fossero ben diverse dalle mie.
    Presi un sigaro e aspirai una lunga boccata aromatica.

    < Allora non ci intralceremo di sicuro. Gli uomini non mi interessano.>

    risposi con un sorriso beffardo.

    < Il mio nome è Malacath.>

    Tienilo a mente, ragazzo, perché è il nome del prossimo signore dell'Inferno!

    continuai mentalmente.
    jpg
    Notai che il demone sembrava agitato, di certo non dalla mia presenza. No, era come se non stesse più nella pelle, come se stesse aspettando qualcuno o qualcosa. Poteva essere una buona occasione per levare le tende. Lì di certo non avrei trovato altre informazioni su Beatrix e quell'incontro, se non altro, era riuscito a placare la mia ira funesta di poco prima.
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    Vampiri
    Posts
    4,518
    Reputation
    +331
    Location
    St. Louis - Circus of the Damned

    Status
    Offline
    Grazie Hells! sono contenta che ti piaccia *-*


    :Raphael.png:

    CONTINUA DA: LUOGHI DI FESTA - DIVERTIMENTO - CHIOSTRO E BASILICA DI SANTO STEFANO

    Fu un viaggio breve ma estenuante a livello psichico. Tra le braccia non avevo trasportato un cadavere come tanti , ma quello di Kristofer Bredisc, l'unico fratello della mia adorata Karen. Lo avevo avvolto in una bianca tovaglia recuperata al suo stesso ricevimento di nozze. Ora zuppa di sangue cosi come il mio corpo. Davanti agli occhi figuravo ancora l'immagine della sua testa, che staccatasi dal corpo con un colpo netto di quella malefica lama, rotolare sul "patibolo." Una scena agghiacciante di cui ne ero stato testimone.

    Solo adesso riuscivo a comprendere meglio il peso che grava sulle spalle di mio fratello Gabriel, scelto da nostro Padre come emissario ed esecutore di morte. Migliaia di volte lo avevo visto tornare insanguinato e con un fardello pensante come un macigno a gravare sul cuore. Lo rividi come un flashback nella mia mente. Di spalle alto e imponente nella sua figura, in silenzio ritirarsi nelle sue stanze, nella mano destra stringere la sua falce grondante sangue scarlatto e trascinare malconce le ali nere a toccare il pavimento in segno di penitenza. Spariva per giorni. Nessuno di noi sapeva dove e perchè. Glielo chiesi un giorno non capivo per quale motivo l'adempiere ai suoi doveri lo facesse patire di responsabilità e colpe che non aveva. "Mi faccio carico dei loro peccati, alleviando le pene dell'anima."

    Pensai a Kristofer, mio fratello avrebbe saputo come accompagnare la sua anima ad innalzarsi. Un potere che mai mi è appartenuto. L'unica cosa che potevo fare per lui era consegnare le spoglie ai suoi cari, a coloro che lo avevano amato in vita e che avrebbero continuato ad amarlo e piangerlo nella morte. Doveva ricongiungersi con la sua famiglia.

    Non avevo impiegato molto a localizzare il casinò, tana di quel parassita. Caduto nuovamente nello sfarzo dei suoi clichè. "I coglioni dove risiedono?" Tutti in cima. Cosi scontato.
    Entrare dalla porta principale non se ne parlava, come potevo? visto che questo posto pullula di umani. Quindi atterrai sull'imponente terrazza dell'attico. Restai fermo ad aspettare tenendo Kristofer tra le braccia come si tiene un bambino.
    Chiamai mentalmente Karen, non sarei entrato senza di lei, non volevo separarmene, aveva bisogno di me ora più che mai.

    "Il mio sangue ti porterà da me. Seguilo amore mio."

    Sentii vibrare il cellulare nella tasca dei pantaloni, era un messaggio arrivato nella casella vocale, sul mio numero privato ed in pochi lo conoscevano. Non potevo ascoltarlo, non ora, avrei mancato di rispetto a suo fratello, ma me ne sarei occupato il prima possibile.
    Attesi il suo arrivo, con i sensi allerta. Studiai la struttura di quelle mura robuste, era una fortezza. Il bastardo l'aveva resa inespugnabile, posizionati in punti strategici riconobbi alcuni elaborati simboli che fungevano da sigilli ad un potente incantesimo. Magia nera, sentivo il tanfo caldo e ripugnante del potere. Arrivava ad ondate insieme alle raffiche di vento.
    Lui sapeva che ero qui, ne avevo la completa consapevolezza. Anche se avessi potuto celare la mia presenza, sarebbe stato Kristofer ad attrarlo fuori. Il profumo della morte lo avrebbe raggiunto, sfiorato come un amante. I morti sono il suo regno e lui se ne nutriva, li possedeva e li comandava come un esercito. Una preziosa carta che aveva ribaltato l'esito della nostra ultima battaglia, dove entrambi avevamo avuto perdite pesanti tra la nostra gente.
    Voleva la mia vita ad ogni costo, me lo aveva confessato durante lo scontro avvenuto in Basilica.. .ed ora una famiglia legava due nemici. Non sarei stato di certo io a sventolare bandiera bianca. Quel figlio di puttana doveva morire come Armand Bredisc.
    Con piacere gli avrei fatto da messaggero di morte, ma... .per la sua. La tragedia verificatasi avrebbe messo a dura prova gli esiti finali. In questa vita non c'era posto per tutti e due. Solo uno di noi sarebbe sopravvissuto.. . e questa volta il cadavere di Alexandre Spada lo avrei consegnato personalmente a Lucifero mio fratello, visto che tanto bramava rivedermi.


    tumblr_muzo8iSSF61rzxujso1_500
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    superAdmin
    Posts
    13,233
    Reputation
    +634
    Location
    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

    Status
    Offline
    :296ez6.png:

    sentii Cole staccarsi da me, aveva l'aria beata e ancora più innocente adesso, mi rivestii sistemando di nuovo il reggiseno e riallacciando il vestito dietro al collo, lo sentivo stringersi a me con le sue piccole manine, mi alzai e lo cullai un po' tra le mie braccia. Cominciai a passeggiare per la stanza...

    <<siamo proprio coccolati qui è?>>

    sussurrai dolce al suo orecchio mentre si sistemava con la guancia sulla mia spalla.
    Da quando ero arrivata, a parte la breve doccia che avevo fatto, non mi ero presa un minuto di pace.
    La suite era arredata con moltissima cura ed eleganza

    non avrei immaginato altro per un tipo come Alexandre

    un salone grande si apriva davanti alla camera da letto, uno scrittoio antico in angolo con un pc poggiato sopra, divano di pelle, una libreria con un televisore nel centro, tutto curato nel dettaglio.

    Sentii Cole addormentarsi piano piano tra le mie braccia, non vedevo l'ora che Kris ci raggiungesse, non poteva essere tutto perfetto se lui non era con me, non ero completa se lui non era con me...

    Accarezzai la schiena di Cole tenendolo ancora stretto a me, non volevo lasciarlo dormire sul letto lontano dalle mie braccia, avevo egoisticamente bisogno di sentire il suo respiro regolare che riusciva a calmarmi.
    Continuai a vagare per la suite, c'era anche una piccola cucina..

    sono d'accordo sul fatto che solo il piano bar non è sufficiente

    presi un piccolo appunto mentale, un centro tavola con della frutta fresca era poggiato sul ripiano, sul muro c'era una collezione invidiabile di bottiglie di vino d'annata, poggiate su varie mensole di legno in ciliegio, feci un mezzo sorriso, pensando a tutte le donne che aveva fatto cedere con quelle bottiglie

    anche se decisamente non ha bisogno di questi trucchi per portarsele a letto..

    i miei pensieri cominciarono a preoccuparmi

    non posso interessarmi così tanto alla vita sessuale di Alexandre...

    mi bacchettai mentalmente, forse era il sangue che avevo assaggiato da lui, o forse semplicemente il fatto che avevamo condiviso parecchi momenti terribilmente intimi in quelle poche ore, ma non riuscivo a fermare la mia mente..

    Probabilmente sarebbe tornato da un momento all'altro e non mi andava che mi trovasse a curiosare, me ne andai dalla cucina e mi diressi di nuovo alla camera da letto, continuavo a cullare Cole tra le mie braccia per non farlo svegliare, mi avvicinai al letto, qualcuno mentre eravamo all'incontro con il demone lo aveva rifatto cambiando anche le lenzuola

    continuo ad essere stupita da tutta questa efficienza

    pensai, spostando le coperte, avvicinai i due cuscini, posai piano il mio piccolino su uno di essi e lo coprii per non fargli prendere freddo, mi tolsi le scarpe e mi infilai nel letto anch'io, le mie ferite si erano del tutto rimarginate ormai, ma la mia stanchezza era rimasta, avvicinai il mio viso a quello di Cole, misi la mia mano vicino alla sua, che così piccola mi strinse istintivamente anche nel sonno, chiusi anch'io gli occhi, mi lasciai invadere dall'amore del mio piccolino, e mi addormentai anch'io, con un sorriso sul viso.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    superAdmin
    Posts
    13,233
    Reputation
    +634
    Location
    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

    Status
    Offline
    TURNI

    Damon
    Alexandre
    Malacath
    Raphael
    Iris
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    superAdmin
    Posts
    13,233
    Reputation
    +634
    Location
    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

    Status
    Offline
    :Damon.png:

    Finii il mio Drink buttandolo giù tutto, mi alzai e mi diressi verso uno degli uomini che facevano avanti e indietro per controllare che tutto fosse in ordine, i gorilla alle entrate principali erano impegnati con un uomo, che con molta probabilità, era intento a contare le carte al tavolo da gioco.
    Mi avvicinai e misi il braccio sopra le spalle della mia vittima prescelta, con fare amichevole

    <<buona sera, ha per caso visto il proprietario di questo posto in compagnia di una donna?>>

    gli dissi guardandolo negli occhi e usando le mie capacità per farmi dire la verità, di tutta risposta lui scosse la testa come gli altri, e si guardò intorno con aria allarmata, probabilmente intuendo le mie intenzioni, prima che potesse chiedere aiuto a qualcuno con lo sguardo, lo trascinai in un angolo dove nessuno poteva vederci, mi affrettai a togliergli l'auricolare che portava all'orecchio, e gli tappai la bocca, per non fargli emettere un fiato, anche se quel posto era pieno di rumori ci poteva sempre essere qualche creatura soprannaturale pronta ad origliare.

    <<che ne dici di provare di nuovo a rispondere alla mia domanda?>>

    il tizio mi guardò e scosse di nuovo la testa, sbuffai continuando a fissarlo

    perché non collaborano mai?

    gli presi il polso e lo strinsi per poi portare il suo braccio dietro la schiena e portare il suo corpo contro il muro, ogni minimo segno di resistenza da parte sua fu del tutto inutile, ii bello di essere un vampiro era anche avere sempre un costante vantaggio sugli umani

    <<facciamo così... tu mi dici quello che voglio sapere...e io evito di spettarti il braccio>>

    sussurrai al suo orecchio, cantilenando il tutto con voce ovvia, l'uomo scosse ancora la testa..

    se è sotto l'effetto di un incantesimo, non mi dirà nulla nemmeno con la tortura

    gli strinsi ancora di più il braccio e con l'altra mano glielo spezzai, sentii un rantolo di dolore soffocarsi nella sua bocca ancora sigillata.
    Se avessi aggredito uno dei suoi uomini, come minimo l'amico dell'ibrido si sarebbe fatto vivo per controllare cosa stesse succedendo.

    <<di al tuo capo che un amico di Iris è qui e che vuole vederla urgentemente>>

    Dissi al povero malcapitato prima di lasciarlo, si voltò guardandomi con aria impaurita e si allontanò a passo svelto.
    Niente e nessuno mi avrebbe impedito di raggiungere Iris, nemmeno se per farlo avessi dovuto mettere a ferro e fuoco quel posto, mi allentai il nodo della cravatta, tornai a sedermi al bancone del bar, mentre notai movimento tra gli uomini di guarda che lanciavano qualche sguardo di troppo verso di me

    adesso non mi resta che aspettare
     
    Top
    .
  11.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    Vampiri
    Posts
    4,518
    Reputation
    +331
    Location
    St. Louis - Circus of the Damned

    Status
    Offline
    :Alexandre.png:

    Spensi il tizzone del Cohiba Behike nel posacenere di corniola rosso-arancio che raffigurava una stella a cinque punte. I precedenti proprietari ne avevano fatto un uso migliore del mio, poco più di due secoli addietro lo avevo recuperato insieme a tanti altri oggetti di valore durante un saccheggio presso una congrega tedesca.
    Ah la corniola, gli antichi egizi ritenevano che fosse la pietra sacra ad Iside, mi circondavo di lei ovunque. Ritenuta l’emblema della vita oltre la morte, usavano inserirla nelle tombe con lo scopo di accompagnare i defunti nell’aldilà. Io beneficiavo invece di un’altra proprietà, quella di allontanare gli incubi dal mio sonno. Nonostante che fossi padrone dei sogni altrui e della morte.. . i miei erano popolati da incubi, ricordi che mi investivano e che non mi tenevano sveglio, anzi mi intrappolavano in esso, spappolando il cervello come carne trita.
    L’unica mia paura oltre all’amore.. era rivivere la mia infanzia attraverso i ricordi che non ero stato capace di estirpare dagli anfratti della mente.

    Sospirai immerso nei ricordi del passato. Quando l’odore del potere e della gloria inebriava la mia casata e i miei figli. Avevo tutto, con sangue e sudore avevo costruito il mio impero. Adesso tutto si era azzerato con la mia morte, quel figlio di puttana di mio figlio invece che impadronirsi dei frutti che gli avevo lasciato in eredità, li aveva dispersi, distrutti.. fatti cadere in rovina. Pareva quasi di essere ritornato agli albori, ero appena un ragazzino quando il mio lieutenant mi aprii gli occhi.. facendomi capire che avevo tutte le carte per impadronirmi del mondo.

    Non avevo mai lasciato gli occhi del mio ospite, vedevo come studiava i miei movimenti, le espressioni del mio viso .. soppesando le risposte e le domande. Mi concessi un'unica distrazione puntando gli occhi sulle sue labbra dischiuse poi aperte leggermente per accogliere il Cohiba Behike, ne seguii i dettagli di come buttava fuori il fumo e di come i contorni delle labbra ritornassero duri. Ne avrei fatto un altro uso di quella bocca spietata sul mio corpo.

    Allora non ci intralceremo di sicuro. Gli uomini non mi interessano. Si riferiva alla mia creatura, ma la presi sul personale. Rilassai la schiena sulla sedia e sorrisi divertito ad un angolo della bocca.

    < Un vero peccato. >

    < Malacath > ripetei il suo nome come se fosse una parola oscena, perversa.

    Conoscevo il suo nome, per mezzo secolo lo avevo sentito dalle labbra di mio padre negli Inferi. Era un nemico della mia stirpe, un ribelle che mirava a rovesciare il trono di Lucifero.

    < Vi auguro che il fato punti sulla vostra persona. >

    Non gli dissi nient'altro.. ci sarebbe arrivato da solo. Il Signore oscuro aveva la mia vita nelle sue mani fin quando il pennuto non sarebbe trapassato a miglior vita. Dopo di che portato a termine il mio incarico potevo fottermene altamente dei giochi di potere negli abissi. Non potevo sbilanciarmi il coltello era voltato dalla mia parte con la lama puntata alla gola. Gli accordi sono accordi e li avrei rispettati.. a meno che Malacath sedesse sul trono, cosi era tutt'altra storia. Lo guardai con interesse maggiore ora capivo perchè Damien, il mio arcidiavolo, lo aveva segnalato.. .

    "Che anche Satanasso volesse rovesciare il potere di Lucifero?"

    Ora si spiegava la sua salita sulla Terra, pensavo fosse venuto con me per spiarmi ma invece... . quel fottuto cagnaccio aveva colto la balla al balzo per liberarsi del suo padrone. Che figlio di buona donna! Mi aveva sedotto per assicurasi un posto tra la mia gente.

    Nel momento esatto in cui elaboravo il tutto, un'immagine sui monitor di sorveglianza posti sulla mia scrivania catturò la mia completa attenzione. La mia torturatrice si aggirava per l'attico. Le telecamere che puntavano la zona notte le avevo oscurate, non l'avrei di certo spiata nella sua intimità o magari se decidesse di cambiarsi d'abito. Semmai un giorno la vedessi completamente nuda sarebbero state le mie mani a spogliarla.. lentamente, godendo di ogni centimetro di pelle nuda che i miei occhi conquistavano di volta in volta. Osservandola il mio cazzo si indurii mostruosamente nella patta dei pantaloni.

    "Merda! Quanto la voglio." Mi passai una mano tra i capelli per la frustrazione. Non potevo averla nè ora, nè domani, nè mai.

    Tenendo gli occhi puntati sul monitor selezionai le telecamere che inquadravano la sala al piano terra del casinò. Violenza nel casinò non doveva verificarsi, nuoceva agli affari. I clienti dovevano sentirsi al sicuro, dovevano spogliarsi dei loro soldi e ritornare poi felici e più accaniti di prima.

    < .. .ma che cazzo.. . come osa mettere le mani su un mio dipendente. >

    Ingrandii l'immagine ed osservai un maschio di spalle che teneva prigioniero contro la parete il mio umano. Ora vidi dolore, si teneva il polso evidentemente fratturato.

    < JOHNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN! PORTA IL TUO CULO QUI, SUBITO!! > urlai furioso snudando le zanne.

    Entrò in meno di una frazione di secondo.

    < Padrone, desidera? > Tremava quando mi vedeva incazzato.

    < Avvicinati. > voltai il monitor dalla sua parte. < Vedi quest'uomo seduto al bar? >

    Nel mostrarglielo tornai a guardarlo anche io.. e meglio. Sgranai gli occhi.

    " Il testimone di nozze di Irs" sussurrai mentalmente. Che cazzo ci fa qui??! presi ad allarmarmi.

    < Conducilo nel mio ufficio, subito. >

    John sgattaiolò fuori, prendendo l'ascensore che l'avrebbe condotto direttamente in sala dal témoin della bella Iris.

    Tornai a guardare Malacath e l'agitazione crebbe in misura spropositata. Lo stomaco si era girato su se stesso.

    < Attendo notizie dal mio socio. Lo sto aspettando da un pezzo.> allentai il nodo alla cravatta all'improvviso avevo la sensazione che il nodo fosse troppo stretto e stessi per soffocare.

    Iniziai ad intrecciare le dita smanioso.

    Mi mancava l'aria.

    < Fa troppo caldo non trova? > mi spogliai della giacca, restando con la camicia.

    Mi alzai e spalancai le porte finestre. Tolsi anche la cravatta. Dalla calura spietata fui investito dal gelo raccapricciante della tomba.

    < Qualcosa non và. .. .>

    Mi chiamava.. . danzava sulla pelle, penetrava nella carne. Nelle ossa a risvegliare la negromanzia del mio potere.

    < Io .. sento .. . sento i sussurri della morte. >

    La sentii ancora più forte.. illuminando i miei occhi di potere.

    " Oh madre nera, mi lasciate senza fiato in corpo. "

    Recitai a bassa voce appoggiato alla porta finestra aperta dove il vento mi sferzava il viso.

    < "Principi, Re, Imperatori e ommini Potenti
    Sonte io che porta corona
    Sonte signora di ognia persona
    Et cossì fiera forte e sicura
    Che trapasso le porte et ultra le mura
    Et son quella che fa tremar el mondo
    Revolzendo mia falze a tondo a tondo". >


    Mi voltai per guardare Malacath negli occhi.

    < Danza Macabra capolavoro di Simone Baschenis, dipinta il 31 ottobre 1539. La mia Signora si sta avvicinando ad invitarmi alla folle danza.. . > sentenziai duramente.

    Poco dopo l'odore di angelo misto a sangue e morte mi investì le narici entrando dalle finestre spalancate.

    < Arcangelo. Porca di quella troia infame! > sbraitai.

    Uscii subito sulla terrazza, quel pennuto del malaugurio mi perseguitava. Non appena mi smaterializzai accanto alla colonna lo vidi.

    Li vidi.

    L'arcangelo con le ali spiegate reggeva tra le braccia un corpo martoriato. Le lenzuola intrise di sangue. Capii subito chi era.

    "Kristofer."

    La forza mi venne meno nelle ginocchia, afferrai con un braccio la colonna di marmo per sorreggermi. Boccheggiai in cerca di aria. I polmoni avevano smesso di funzionare.

    Un ringhio infernale potentissimo tale da far tremare di paura Cerbero in persona fuoriuscii dalla mia gola. Echeggiò per l'aria. Ogni vetrata dell'attico andò in frantumi, le mura tremarono oscillando come investite da un terremoto.

    Grida inarticolate, mostruose ..rimbombarono per i 60 piani dell'edeficio. I canini completamente spalancati come fauci ad azzannare l'aria. Satanasso si unii al mio dolore saltandomi in braccio. Due creature infernali ringhiarono e ulularono nella notte, testimone fu l'intera città che spietata si mostrava in tutta la sua grandezza.

    Mi avevano pugnalato al petto.

     
    Top
    .
  12. +Hells+
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    :Malacath.png:

    Gli occhi magnetici del demone non mi abbandonavano un istante. C'era una luce strana in essi, come una nota di... desiderio. Quando lo rassicurai che non ci saremmo intralciati perchè non avevo alcun interesse negli uomini, sembrò rimanerci male.
    Un incubo gay, possibile? Senz'altro era la barzelletta più divertente che mi avessero mai raccontato! Eppure avevo notato gli sguardi che aveva lanciato alla sua bellissima ospite, e di certo non erano gli sguardi di un amico gay. No, c'era una bramosia famelica e perversa che cercava di contenere a stento, forse solo per rispetto del suo socio in affari.

    Vi auguro che il fato punti sulla vostra persona.

    Quelle parole chiusero il discorso. A quanto pareva il mio nome non gli era estraneo, così come la mia campagna di rinnovamento dell'inferno, ma aveva fatto capire molto chiaramente che non avrebbe mosso un dito per spalleggiarmi. Al massimo avrebbe fatto il tifo per me! Che carino, magari vestito da Cheerleader! Soffocai a stento una risata a quel pensiero.
    Qualcosa attirò la sua attenzione sui monitor. Di sotto doveva esserci un party non previsto perchè cominciò a sbraitare infuriato. Il suo lacchè entrò affannato e il demone gli ordinò di condurre un uomo in quella stanza. Quell'apparizione l'aveva fatto agitare molto. Mi spiegò che stava aspettando notizie dal suo socio, ma non era solo quello. Si allentò il nodo della cravatta e aprì la finestra quasi con disperazione, come se stesse per soffocare. Ci mancava solo che gli venisse un attacco di panico!
    Cominciò a recitare una litania oscura. Inizialmente credetti che fosse una formula magica, ma sembrava più un mantra per calmarsi
    E poi lo sentii. Il fetore inconfondibile delle creature celesti, reso ancora più acre se si trattava di reietti. Il demone dentro di me fremette d'ira, odiavo con tutto me stesso gli angeli, e ancora di più gli angeli decaduti. Come Lucifero.
    Dovetti trattenermi a stento per non assumere il mio vero aspetto e scatenare l'inferno. Affondai le dita nella scrivania davanti a me lasciandovi i solchi, anche se avrei preferito affondarle nella carne di quel pennuto bastardo.
    L'incubo sparì di colpo, lasciandomi inizialmente stupito. Il ragazzo poteva teletrasportarsi. Interessante...
    Sicuramente doveva essere andato a dare il benvenuto al nuovo arrivato. Ma prima ancora che potessi muovermi di un solo passo lo sentii, il grido di pura ferocia, il ruggito infernale che scaturì dal suo petto, mandando in frantumi ogni singola vetrata e scuotendo l'intero edificio. La sua forza era smisurata e il dolore in esso straziante. Non avevo idea di cosa stesse succedendo là sopra, ma una cosa era certa: non avevo nessuna intenzione di incontrare un fottuto angelo. Ma d'altra parte mi dispiaceva abbandonare quel demone che, tutto sommato, era stato cordiale e ospitale, a modo suo.
    Scossi la testa. Non potevo lasciarmi coinvolgere nelle sue faccende, avevo già la mia guerra da portare avanti. Lui aveva i suoi problemi, io i miei e nessuno dei due aveva intenzione di aiutare l'altro. Scrissi due righe sbrigative su un foglio di carta sopra la scrivania.

    Sono costretto ad andarmene, preferisco tenermi alla larga dagli angeli, immagino tu capisca il perchè. Ti ringrazio per l'ospitalità e buona fortuna con la tua ricerca. Sono certo che ci rincontreremo ancora e spero dalla stessa parte.

    Abbandonai l'ufficio, tornando nella sala principale del casinò. Il caos regnava sovrano. Le persone correvano da una parte all'altra terrorizzate, convinte che un terribile terremoto si fosse abbattuto sulla città. In mezzo a quel trambusto ero l'unico col pieno controllo di me stesso. Mi diressi a passo spedito verso l'uscita. Nel farlo notai un giovane uomo dai capelli neri come la notte i gli occhi chiari.

    jpg

    Sembrava che la baraonda tutt'attorno non lo toccasse minimamente, proprio come me. Forse era la stessa persona che Alexandre aveva ordinato fosse portato al suo cospetto.
    Passai oltre. Mi ero già fatto coinvolgere abbastanza e avevo perso troppo tempo lì dentro. Era il momento di dedicarmi al motivo principale della mia presenza a Littoria.

    CONTINUA IN LUOGHI CITTADINI - CITTà - VICOLO
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    IMMORTALI

    Group
    Vampiri
    Posts
    12,478
    Reputation
    0
    Location
    Toscana

    Status
    Offline
    CONTINUA DA: LUOGHI DI FESTA - DIVERTIMENTO - CHIOSTRO E BASILICA DI SANTO STEFANO

    :Karen.png:

    Seguii senza problemi la traccia lasciata da Raphael.
    Quando ripresi forma mi ritrovai sulla terrazza di un edificio a me sconosciuto.

    Non appena i miei piedi toccarono terra sentii il pavimento tremare...tanto che dovetti fare il possibile per mantenere l'equilibrio e non finire con il culo per terra...
    Nello stesso momento, delle grida sovrumane arrivarono con forza alle mie orecchie...

    Lì, a pochi passi da me, il mio compagno fermo con ancora tra le braccia il corpo di Kris...e ancora oltre c'era l'origine di quelle urla...il demone...l'essere proprietario di quel posto...

    In condizioni normali avrei portato le mani alle orecchie per cercare di "ripararle" almeno un po' da tutto quel fragore....ma in quel momento...dopo quello che era successo....poteva pure perforarmi i timpani...non mi interessava...

    Avevo le narici sature dell'odore di morte...non solo per il corpo di mio fratello a pochi passi da me...ero io stessa ad emanare quell'odore coperta com'ero dalla testa ai piedi del sangue di Kris...

    E la morte era ciò che sentivo anche dentro di me. Anche se materialmente il mio cuore era ancora al suo posto, mi sentivo come se mi fosse stato strappato dal petto, come già era successo tempo addietro.

    La vita mi aveva punita ancora una volta. Evidentemente nel mio destino c'era poco spazio per la parola "felicità"...
    Avevo lottato per tutta la vita...in pratica era stata la sola cosa che avevo fatto...ma adesso mi sentivo stanca...svuotata...
    Una domanda iniziava a farsi strada dentro di me...se dopo l'ennesima tragedia che mi colpiva sarei stata in grado di reagire e di riprendere in mano la mia esistenza...
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    superAdmin
    Posts
    13,233
    Reputation
    +634
    Location
    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

    Status
    Offline
    NUOVI TURNI

    Raphael
    Iris
    Damon
    Alexandre
    Malacath
    Karen
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    Vampiri
    Posts
    4,518
    Reputation
    +331
    Location
    St. Louis - Circus of the Damned

    Status
    Offline
    :Raphael.png:

    Restai in piedi sul parapetto in marmo della terrazza a scrutare le porta finestre chiuse. Non era una postazione ideale, potevo essere facilmente individuato dal basso per le mie ali bianche, non era certo l'altezza a preoccuparmi. La notte stava avanzando e la fioca luce lunare mi illuminava come un fottuto faro. Non ero stato creato per cacciare, le creature angeliche preposte a questo possedevano ali nere che si mimetizzano tra le ombre.. ma non ero giunto li per nascondermi o per spiare il nemico, lui doveva vedermi.
    Il tempo a Littoria pareva essersi fermato nel momento esatto in cui la mezzaluna affilata ha compiuto la mortale discesa verso il basso.. . ma non era cosi. Umani e creature stavano proseguendo con le loro vite, le lancette dell'orologio s'erano bloccate solo a coloro che la tragedia consumata alla Basilica aveva toccato. Pensavo a Karen e a come il maledetto fato s'era accanito nella sua vita. Il suo dolore era inimmaginabile.. . io ne sapevo qualcosa perdere la propria famiglia ti distrugge dentro. Il tempo non cura le ferite, sono cazzate che si raccontano gli umani per tirare avanti, le mie sanguinano ancora dopo cinquemila anni.
    Ero completamente ricoperto di sangue.. il mio, quello di Alexandre e di Kristofer.. come un ragazzino stavo cercando di pensare a qualsiasi altra cosa affinchè la mia mente dimenticasse chi avevo tra le braccia: il fratello della mia amata Karen.
    .. ma il corpo era pesante, presentava la inconfondibile rigidità muscolare del rigor mortis. "Avrei potuto forse... ? ... e se solo .. . "
    Scossi la testa ripetutamente. Una sola domanda ossessionava il mio cervello. "Cosa ho fatto per impedire questa tragedia?"

    Non ebbi il tempo di rispondermi, o meglio conoscevo la risposta e la cosa mi faceva incazzare come una bestia, come previsto Alexandre non mi fece attendere a lungo, lo vidi smaterializzarsi accanto ad una colonna in stile neoclassico. La morte lo aveva richiamato all'esterno.
    La scena la vidi al rallentatore. Ero sulla piazza da cosi tanto tempo, ma non mi stancavo mai di restare stupito.

    Il figlio di puttana stava quasi collassando a terra non appena capì chi c'era avvolto nel tovaglia servita a mò di lenzuolo. Lo vidi reggersi alla colonna... e poi i suoi occhi.

    I suoi occhi.. mai li avevo visti tanto carichi di emozioni. Di solito erano freddi, privi di calore umano. Seguirono delle grida infernali che mi lacerarono i timpani.
    Dio Mio! Quelle erano grida di dolore.. il demone stava soffrendo.

    "L'amava?" pensai istintivamente.

    Si soffre in quel modo solo chi ha occupato nella tua vita un posto importante.

    Le mura del casinò furono investite come da un terremoto.. tremava tutto, tanto che fui costretto a bilanciare il mio corpo aprendo le ali. Nello stesso istante Karen si materializzò sulla terrazza, feci giusto in tempo a piazzarmi davanti a lei per proteggerla con il mio corpo, quando sentii i vetri delle porta finestre produrre un suono stridulo per poi scoppiare in milioni di piccole schegge che schizzarono in aria velocissime.

    Gli occhi di Alexandre incontrarono i miei. Erano due pozze grigio piombo cosi carichi di potere che mi ferivano la vista nel guardarli.

    < Sò chi lo ha assassinato. >

    Un ringhio cupo gli distorse le labbra.. . era quella la sua vera natura. Quella di bestia. La sua faccia mostrava ora tutti i segni della corruzione. Maligno e famelico sentivo il suo potere strisciarmi sulla pelle come viscide serpi.. mezzo secolo fa non aveva cosi tanta forza.

    Restai a guardarlo in silenzio.

    Dovevo guardarmi le spalle.. . Lucifero aveva scelto di puntare su di lui per trascinarmi all'inferno. Alexandre Spada era cambiato.. . e in peggio.

     
    Top
    .
123 replies since 5/12/2013, 20:32   1843 views
  Share  
.