GRAN CASINO' SPADA

Ingresso libero

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    Kristofer mi stringeva tra le braccia, sentivo il suo profumo cullarmi, restai ad occhi chiusi godendomi quella sensazione, la sua mano si spostava distrattamente su e giù sulla mia schiena, aprii gli occhi, spostai la testa sul suo petto per incontrare il suo sguardo

    <<se fai così come riuscirò a dormire?>>

    <<vuoi che la smetta?>>

    mi rispose e sulla faccia si stampò quel mezzo sorriso che lo rendeva così sexy

    <<no non vorrei mai che lo facessi, ma le tue mani che si muovono su di me mi distraggono dal tentativo di addormentarmi>>

    risposi, Kris avvicinò le sue labbra alle mie, mi sfiorava ma non mi baciava, mi tentava ma non mi dava soddisfazione, mi sistemai meglio sopra il suo corpo e sorrisi

    <<che intenzioni hai? la vuoi finire?>>

    gli dissi, lui non smetteva di guardarmi negli occhi

    <<che c’è! a me pare che sei tu quella che mi sta sopra, io non sto facendo niente di male>>

    fece una finta espressione innocente

    <<a va bene se la metti così!>>

    feci per spostarmi da lui, ma lo sentii trattenermi per un braccio, per poi girarmi sul letto e ritrovarlo sopra di me, cercai di divincolarmi per qualche secondo per poi arrendermi, era più forte di me e ogni mio tentativo sarebbe stato inutile, sentii le sue labbra sulle mie senza nessuna esitazione questa volta, cominciò a baciarmi tenendomi bloccata sotto di lui

    <<dove pensavi di andare>>

    sussurrò sulle mie labbra, di tutta risposta cercai di nuovo di divincolarmi dalla sua stretta, Kris sorrise

    <<la vuoi smettere!!>>

    cantilenò prendendo in giro i miei sforzi, sentii le sue mani spostarsi sui miei fianchi cominciando a farmi il solletico

    <<no. no. ti prego.>>

    cominciai a dire ridendo tra una parola e l’altra, mi agitai ancora di più nemmeno fossi un anguilla, lui rideva e non dava ascolto alle mie proteste

    <<mamma..papà..>>

    sentimmo la voce del nostro piccolino, Kris si fermò dandomi di nuovo il tempo di respirare, ci voltammo entrambi nella sua direzione

    <<che ci fai ancora in piedi piccola peste?>>

    Kristofer non gli diede il tempo di rispondere che lo raggiunse e lo prese in braccio, Cole si stropicciò gli occhi assonnato
    <<di un pò è stata la mamma a svegliarti vero?>>

    gli suggerì, si voltò nella mia direzione sorridendo, Cole si appoggiò alla sua spalla e annuì, complice del suo papà.
    Aprii la bocca sconcertata

    <<come posso vincere quando siete due contro una?>>

    Kris tornò sul letto con Cole che gattonò verso la mia direzione, appena mi fu vicino riempii le sue guance di baci, lui non protestò e chiuse gli occhi distrutto dalla stanchezza

    <<posso dormire con mamma?>>

    biascicò ad occhi chiusi

    <<solo io posso dormire con la mamma>>

    sentenziò Kristofer sorridendo nella mia direzione, poi cominciò a fare il solletico anche a Cole per non farlo addormentare nel nostro letto, vedere mio figlio che giocava tra le braccia del suo papà era la scena più bella che avessi mai ammirato.
    Mi avvicinai e diedi un’altro bacio al mio piccolino

    <<buona notte amore>>

    <<buona notte mamma>>

    Kristofer lo riprese tra le braccia e fece per riportarlo in camera

    <<andiamo piccolo stallone>>

    Cole rise, sempre più stanco

    <<lo zio Alex mi chiama così>>

    e li guardai uscire dalla camera da letto, con il cuore pieno di gioia.

    i miei due uomini

    gif


    Sobbalzai riaprendo gli occhi di scatto, ci misi qualche secondo per capire che ero nella suite di Alexandre, un grido mi riempiva le orecchie, Cole al mio fianco cominciò a piangere, lo presi subito tra le braccia per farlo calmare, e la stretta allo stomaco che avevo prima, adesso mi permetteva a malapena di respirare.

    Edited by (Stefan) - 11/7/2014, 17:37
     
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    ero ancora seduto al bar a gustarmi il mio drink, stavo diventando sempre più irascibile e impaziente, il rumore di una delle slot che segnava il punteggio massimo e sputava monete, unita alle grida del tipo che gridava felice, per la falsa apparente vittoria, mi rimbombavano nella testa, di li a poco avrei ucciso qualche altro dipendente di quel maledetto posto, non mi sarei limitato a ferirlo.
    Proprio mentre stavo per alzarmi e mettermi all’opera, mi si avvicinò un tipo, vestito molto meglio degli altri, e mi disse di seguirlo, senza aggiungere altro ne fare troppe cerimonie.

    pare che il mio messaggio abbia raggiunto la destinazione

    feci l’occhiolino alla tipa del bar, mi voltai verso il lacchè e gli feci segno con il capo che lo avrei seguito, mi condusse verso uno degli ascensori, quello più appartato

    il capo ha sempre un’altra entrata

    entrammo e inserì una chiave per farlo partire, quel tipo evitava appositamente di guardarmi in faccia

    è un’altra tacita regola per lavorare in questo posto? non guardare nessuno troppo a lungo o potresti finire con la gola tagliata?

    feci un mezzo sorriso a quel pensiero, se io e il boss ci fossimo incontrati quando avevo la mente libera dal rimorso… chissà cosa sarebbe potuto accadere.
    A quel pensiero tremai, pensai alla reazione che avrebbe potuto avere Iris quando le avrei comunicato la notizia, mi spaventava, negli anni non era mai stata particolarmente dolce con le sue prede

    quello stronzo dovrà stare attento al suo culo da oggi in poi

    L’ascensore continuava a salire, stavo cominciando a perdere il conto di quanti piani avevamo passato, mi sbottonai i gemelli all’estremità della camicia, prima che potessi sfilare quello della manica sinistra, le pareti tremarono e l’ascensore si fermò, la luce di servizio si spense, delle urla risuonarono nella mia testa.

    cosa diavolo è stato…

    Nel buoi vidi il tirapiedi terrorizzato e spaesato, non aveva idea di cosa stesse succedendo, dopo poi secondi, la luce si riaccese e l’ascensore riprese a salire, tre piani più tardi le porte finalmente si aprirono a destinazione.
     
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    Mantenere il controllo dei miei poteri fu un primo passo avanti per non varcare la soglia della pazzia e cancellare Littoria dalle mappe geografiche risparmiandole cosi il triste destino di Sodoma e Gomorra.

    " Il mio dio greco " mi passai una mano in viso a coprirmi la faccia volevo impedire ai miei occhi di conservare la sua immagine nella testa per il resto dei miei giorni.

    I miei occhi infiammati di potere fissavano il corpo di Kristofer imponente e statuario fasciato da un lenzuolo color cremisi.. . era il suo prezioso sangue a conferirgli quella macabra tonalità.

    Quella faccia da culo del pennuto mi scrutava come a voler decifrare cosa quella morte significasse per me, per l'ex arcangelo ero un demone privo di cuore e sentimenti, non si sbagliava ma.. . provavo un dolore sconosciuto, ogni qual volta il mio cuore compiva un battito una lama mi trapassava il torace.

    "Cazzo, vaffanculo!!" pensai nel fare fatica a respirare.

    Guardai dritto negli occhi Raphael che con voce seria e lapidale mi disse di conoscere il nome dell'assassino. Un profondo ringhio mi scosse le membra. La rabbia impadronendosi del mio corpo voleva esplodere all'esterno squarciandomi la pelle.. . solo la mia carne che da barriera le impediva di manifestare furia omicida su chiunque potesse incontrare sulla strada che ci separava da quel lurido bastardo.

    "Calma, controllati. Verrà il giorno che appenderai la sua pelle sulla facciata di quella cazzo di Basilica."

    La vendetta non và servita nè calda e nè fredda.. . con gesta dettate da pura impulsività si rischia di non raggiungere i fini sperati e nè bisogna attendere troppo a lungo il nemico è quello che si aspetta, ma và servita tiepida.. lenta e inesorabile , un piatto di puro godimento.

    < Conosco il suo nome. > lo guardai famelico negli occhi.

    < ARMAND BREDISC! > digrignai i denti.

    Ormai il mio incubo non era più trattenuto dalle catene della mia volontà, ma si affacciava dai miei occhi riversando all'esterno la sua essenza demoniaca.

    < Non avrò pace fino a quando le strade di Littoria non saranno macchiate del suo sangue infame. > sentenziai con occhi spiritati dalla follia.

    Feci alcuni passi avanti, e solo ora notai la presenza della sorella di Kristofer. L'abito rosso intriso di sangue le aderiva addosso come una seconda pelle. I suoi occhi persi nel vuoto le conferivano una bellezza eterea che non apparteneva a questo mondo. Il dolore che le segnava il viso non avrebbe dovuto sfiorare quella femmina, era come privare una farfalla delle sue sottili ali colorate.. . era ingiusto.

    < Dallo a me. > glielo strappai letteralmente dalle braccia. Il mio potere quello connesso alla tomba reagì subito al cadavere di Kris donandomi una forte scarica di energia.

    Senza aggiungere altro voltai le spalle al mio nemico e condussi kris nel mio ufficio. Lo deposi sul divano e sciolsi il lenzuolo per guardarlo un'ultima volta.. .

    ".. .potrei resuscitarti amico mio, strapparti dal regno dei morti. "

    Quello che vidi.. . fu una seconda mazzata che ricevevo in pochi minuti. Lo aveva decapitato.

    < .. . hai assistito all'esecuzione Raphael? > il mio tono di voce apparentemente calmo, sapevo che mi aveva seguito senza che avessi bisogno di voltarmi.

    Si, fu la sua risposta.

    Serrai le mani a pugno e strinsi gli occhi forte.

    < Come l'ha ucciso? Kristofer è... era un ibrido potente. >

    La spiegazione che ascoltai fu un qualcosa di assurdo. L'arrivo in Basilica di un circo, una ghigliottina montata a mò di patibolo. Kristofer che infilava la sua testa senza esservi costretto, la mezzaluna che lasciata cadere dall'alto aveva tranciato il suo collo di netto.

    " Non è possibile. "

    Vidi la scena proiettarsi dinanzi ai miei occhi. .. il terrore di Kristofer, la consapevolezza che non avrebbe mai visto suo figlio venire al mondo e la morte costringerlo a separarsi dalla sua amata Iris.

    Mi sfuggì un lamento incontrollato.

    Da inginocchiato ai piedi del divano mi ritrovai a schiacciare il pennuto contro la parete.

    < COME CAZZO HA FATTO A MORIRE SOTTO AI TUOI OCCHI!!! CHE CAZZO HAI FATTO PER SALVARLO?! > gli urlai ad un centimetro dal viso.

    La rabbia mi stava consumando. Il dolore.. . inimmaginabile.

    Nemmeno tu avresti potuto impedirlo.

    < Montare una ghigliottina ad un matrimonio non è normale.. è da psicopatici!! ANDAVA SUBITO DISTRUTTA!! > sfondai la parete con un pugno, vicinissimo al viso di quel cazzo di pennuto inutile.

    Fumante da una rabbia omicida tornai al divano.. guardai Kris indignato e infervorato.

    " Come cazzo hai potuto farmi questo!!! Come hai potuto lasciarci cosi!! "

    Mi gettai ai piedi del divano, gli sfiorai i capelli neri come la notte.. i miei occhi incontrollati scorrevano sui lineamenti del viso.. perfino la morte non era riuscita a depredare la sua bellezza.

    < Hai mandato tutto a puttane per orgoglio.. . non dovevo lasciarti cazzo! >

    Guardare la sua bocca, fu un errore che pagai a caro prezzo. Quel bacio dato sotto al porticato era stato un maledetto addio. Non solo perchè ormai sposato.. sarebbe stato comunque l'ultimo che in ogni modo mi avrebbe concesso.

    Acqua salata mi inumidì le guance.

    "No, non sono lacrime. "

    Non avrei concesso più a nessuno di avvicinarsi cosi tanto.. .

    "Mi hai permesso di chiamarti amico e poi.. . ti sei ripreso tutto."

    Le grida di Cole mi martellavano in testa.. . il mio potere che aveva scosso il casinò lo aveva sicuramente spaventato.

    ".. . il piccolo stallone non avrà un padre ed Iris.. . sarà devastata dal dolore."

    < Giuro che ti vendicherò. Gli farò rimpiangere ogni singolo secondo che ha vissuto in più dopo che ti strappato alla tua famiglia. >

    ".. e da me."

    Mi alzai e presi le distanze dal suo corpo. Il dolore non doveva scalfire la mia corazza. Freddezza e cinismo dovevano animarmi, di distruzione e sete di sangue dovevano ricoprirsi le mie mani.

    < Dove cazzo è la mia giacca! > imprecai.

    Evitai di guardare i presenti nella stanza. Non ero sicuro di aver indossato la solita maschera.

    Mi avvicinai alla scrivania, e solo ora notai l'assenza di Malacath. Trovai il suo messaggio.

    Sono costretto ad andarmene, preferisco tenermi alla larga dagli angeli, immagino tu capisca il perchè. Ti ringrazio per l'ospitalità e buona fortuna con la tua ricerca. Sono certo che ci rincontreremo ancora e spero dalla stessa parte.

    Stranamente quell'incubo non mi stava sul cazzo. Capivo la sua uscita di scena, ognuno nuota nella propria merda.. lasciarsi insozzare con quella degli altri è da stupidi. Avrei sostenuto la sua fazione.. . ma si combatte una guerra alla volta.

    "Neanche io dubito in un nuovo incontro, anzi ci conto."

    Ero in un momento della vita dove ogni cosa mi remava contro. La nave faceva acqua da tutte le parti, rischiava di inabissarsi. La morte di Kristofer, Armand Bredisc da fare fuori, Raphael da consegnare a Lucifero, il mio vampiro da riportare a casa, Iris e Cole in mia custodia... che altro mancava??

    Altra posta era stata riposta sulla mia scrivania dai miei servitori. Bollette del cazzo per le spese del casinò, domande di assunzione , reclami , un invito all'inaugurazione di un negozio di antiquariato.

    Inarcai un sopracciglio. "Come se avessi la testa e il tempo per farlo. "

    .. un'altra lettera rapii la mia attenzione, lessi rapidamente il mittente. Monsignore Buonavita, scriveva dal Vaticano.

    "Satanasso ha fatto ciò che gli ho chiesto. La chiesa di Roma ha tra le mani alcune cose preziose che mi appartengono."

    Dovevo occuparmi anche di questo, ma c'era tempo.. . il prete del cazzo avrebbe atteso con pazienza, cosa offrivo a loro valeva l'attesa.

    Puntai gli occhi sulla giacca. Li custodivo la lettera di Kristofer che mi aveva consegnato in Basilica.

    "Porca puttana! .. era come se sentisse vicina la sua morte, quelle sono le sue ultime volontà."

    < Trovata. > mi ero svestito in preda alla calura che sentivo quando la morte sussurrava al mio orecchio come un amante eccitata.

    Presi la lettera tra le mani e l'aprii.

    Le mani mi tremavano, non conoscevo il messaggio che custodiva, gli avevo giurato che lo avrei fatto solo... . . ...

    "Fanculo al mondo infame!"

    Nella vita occorre capire quando è arrivato il momento di uscire di scena.. l'orgoglio e l'impulsività sono debolezze che ti portano a commettere cazzate irreparabili. Kristofer doveva levare le tende quando era ancora in tempo per farlo. Pianificazione e vendetta vanno di pari passo.. .cinismo e strategia ti permettono di salvarti la pelle.

    Se solo non lo avessi lasciato solo, glielo avrei fatto capire e trascinato lontano da quel lurido bastardo. Gli avevo dato tutto il mio appoggio per aiutarlo a farlo fuori.. invece.. .

    "Te ne sei andato Kris.. . ed io non voglio lasciarti andare per sempre."

    Scossi la testa ripetutamente. Mi passai una mano tra i capelli.

    .. non feci in tempo a leggere che le porte dell'ascensore che davano nell'ufficio si spalancarono.

    Puntai i miei occhi freddi in quelli blu topazio del testimone di Iris.

    Capii che era venuto per annunciarle la... . mio dio, facevo fatica anche solo a pensarlo.

    < .. . è nella mia suite con suo figlio. > indicai la porta sulla mia destra.

    < Cerca di .. . >

    Non spezzarle il cuore. "Come se si potesse evitare." Scossi la testa.

    < .. starle vicino, io non ne sono capace. >

    Abbassai gli occhi sulla carta da lettera.

    Desiderai perdere l'udito.

    Desiderai che il cuore mi venisse strappato dal petto.

    Desiderai smettere di provare sentimenti che non mi appartenevano.

    Desiderai abbassare l'interruttore e spegnere tutto.

    .. . ma più di tutto desiderai la testa di Armand Bredisc sulla mia scrivania.
     
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    Ero ad un passo dal baratro...lo percepivo chiaramente dentro di me.
    Mi sentivo come se i miei piedi si trovassero sull'orlo di un burrone...ed il dolore che mi stava squarciando il cuore e l'anima mi spingeva pian piano a saltare giù...

    Il demone prese Kris dalle braccia di Raphael, portandolo dentro e adagiandolo su un divano...
    Le mie gambe si mossero da sole...come un automa lo seguii...come se fossimo legati da un filo invisibile...

    Mi inginocchiai vicino al divano e quando Alexandre scostò il lenzuolo, l'orrore di ciò che gli era stato fatto mi colpì nuovamente con ferocia...faticavo a respirare...
    Non che io potessi dimenticare quelle immagini...tutto era indelebile nella mia mente...gli attimi precedenti al suo assassinio...il suo corpo in una pozza di sangue...
    Istantanee di un incubo che incubo non era...era la cruda realtà con la quale avrei convissuto per il resto della mia vita...

    Sentivo che Alex e Raphael parlavano...ma l'ultima cosa che sarei riuscita a fare in quel momento era prestare attenzione alle loro parole...
    Un dolore lancinante minacciava di farmi scoppiare la testa...sentivo gli occhi gonfi per le tante lacrime versate...
    Lacrime che ripresero a scendere copiosamente nel momento in cui nella mia mente emerse con forza il ricordo del primo abbraccio ricevuto da mio fratello...il senso di estremo calore che avevo provato...
    Tutto perduto in un battito di ciglia...

    Ero consapevole che il mio compagno stava soffrendo...per me...per la perdita che avevo subìto...e a conti fatti, se fosse scappato a gambe levate non avrei potuto biasimarlo...aveva già i suoi problemi da risolvere...non aveva certo bisogno di una che, ne ero certa, aveva l'aria di una mezza matta... attaccata ad un cadavere...
     
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    Alexandre possedeva una personalità cosi contorta e deviata che faticavo a comprenderlo e capire in anticipo le sue mosse era oltremodo impossibile. Due occhi collerici e folli incontrarono i miei, conosceva il nome dell'assassino. Evidentemente sapeva cose di cui io ero all'oscuro. Il suo volto divenne una maschera d'orrore quando pronunciò ogni sillaba di quel nome, come se le stesse forgiando nel fuoco dell'ira e dell'odio. Percepivo la sua essenza maligna strisciarmi sulla pelle e bruciarmi come acido. Avevo di fronte un vulcano pronto ad esplodere che cercava di inglobare la sua energia all'interno per non eruttare.

    "Da dove cazzo ha preso questo potere?"

    Non era un dono di mio fratello. ne ero sicuro. Lucifero è troppo egoista e avido per concedere potere ad un altro.. il massimo che aveva fatto era stato di riportarlo in vita a patto che mi consegnasse all'inferno. Capii quindi che in Basilica si era solamente difeso dai miei attacchi.. . Alexandre non stava lottando, non voleva farlo in quel luogo.

    "Perchè mai lasciarsi sfuggire quell'occasione?"

    Dopo aver condannato a morte Armand Bredisc, si avvicinò e istintivamente strinsi le mani a pugno quando i suoi occhi scrutarono la mia Karen. Quello era l'ultimo posto al mondo dove la volevo.. ma era giusto che stesse con suo fratello, già per strapparle il cadavere dalle sue amorevoli braccia mi sentivo macchiato del più abominevole crimine.

    Mi strappò letteralmente Kristofer dalle braccia e voltandosi di spalle entrò nella suite. Lo seguii muovendomi simultaneamente con Karen. Non ce la facevo a vederla cosi cazzo, era come se le avessero strappato il cuore dal petto.

    Entrai nella tana del demone guardandomi attorno scrutando ogni singolo dettaglio. L'ufficio era elegantemente arredato e nulla lasciava intendere la vera natura del proprietario, ma solo quella di un eccentrico miliardario. Mi chiedevo dove nascondesse le stanze degli orrori perchè ne aveva diverse. Anni addietro ero riuscito a tirar fuori dalla bocca di Kilian informazioni riguardanti il suo trascorso a Parigi, strappargli qualcosa si era rivelato difficile. Inizialmente pensai che volesse proteggere quei mostri ma con il tempo arrivai alla conclusione che non voleva condividere con nessuno il suo passato che lo tormentava e ne provava disgusto. Ebbi l'impressione che non avrebbe mai rivelato quei dettagli ad un altro uomo come se si vergognasse ad ammettere di essere stato capace di fare taluni cose, cosi mi giocai come ultima carta ordinando ad una delle mie ragazze di fare da confidente riuscendo a scoprire cosi alcune perverse e terribili verità.

    Dopo aver adagiato Kristofer sul divano scostò il lenzuolo e si rese conto di quanto quel corpo fosse stato brutalizzato. Mi chiese se avessi assistito alla morte con una freddezza impressionante.

    < Si. > e non aggiunsi altro.

    Vidi Karen inginocchiarsi al divano e guardare suo fratello con occhi gonfi di lacrime. Tanto vicina ad Alexandre che mancavano pochi centimetri all'orlo del suo vestito per sfiorare il lato destro dei pantaloni del demone.

    I battiti del mio cuore divennero frenetici. Non riuscii a controllarmi e non me ne fregai di nulla che ogni vampiro in prossimità dell'attico avrebbe potuto ascoltarlo.

    Mi chiese ancora altri dettagli. Avrei voluto urlare di finirla che sua sorella non aveva bisogno di rivivere nuovamente quegli orribili istanti. Mi riempii d'aria i polmoni facendo un lungo respiro e gli riferii i fatti, non potendo mostrare segni di debolezza.

    < Un circo è arrivato al ricevimento. Hanno montato una ghigliottina. Doveva sembrare un gioco di pessimo gusto. L'ha provata per primo Armand Bredisc una voce elettronica ha pronunciato quanti giorni avesse ancora da vivere. Poi toccò a Kristofer, non potendosi rifiutare dinanzi a tutti gli invitati, ha fatto lo stesso anche lui solo che... . la mezzaluna si è calata sopra il suo collo. > i miei occhi bruciavano di potere, le dita stritolate nei pugni.

    "Che cazzo ho fatto per impedirgli di morire?"

    Al demone gli sfuggì un lamento di dolore e l'istante successivo mi ritrovai schiacciato alla parete, la sua rabbia mi investii, urlava ad un centimetro dalla mia faccia accusandomi di essere rimasto a guardare e di non aver mosso un dito per impedire la tragedia.

    < Nemmeno tu avresti potuto impedirlo. > digrignai i denti.

    Quegli occhi da folle dicevano il contrario. Lui non l'avrebbe permesso perchè la ghigliottina l'avrebbe distrutta prima di essere montata. Un pugno sfiorò il mio viso colpendo la parete.

    < Non sei il solo a volerlo morto! >

    Si strappò da solo dal mio corpo e ritornò da Kristofer, la sua rabbia ora rivolta anche verso il defunto. Inginocchiato a terra lo vidi accarezzarlo.. . il suo tocco estremamente dolce e delicato era in netto contrasto con quelle parole dure e accusatorie.

    Girato di spalle e preda di una sofferenza che non capivo.. . fui maledettamente tentato di colpirlo a morte. Un solo e unico potente colpo tale da rispedirlo in quella lurida fossa infernale che lo aveva generato.

    Mi feci più vicino.. . un passo dopo l'altro e la guerra tra di noi che durava da duemila anni avrebbe cessato di esistere.. ma i miei piedi si arrestarono all'istante quando posai gli occhi su Karen cosi emotivamente fragile in quel momento. Mettere altra violenza sotto ai suoi occhi non me la sentivo.. cosi abbassai le mani e mi ritirai indietro.. risparmiando la vita ad Alexandre che troppo preso dal dolore che quella morte ci stava causando non avrebbe fatto in tempo a rendersi conto che non aveva alcuna possibilità di difendersi.. . che il colpo gli era già piombato addosso e lui non lo aveva sentito arrivare.

    "Devi ringraziare la donna che ti è accanto che ha riscaldato il mio freddo cuore... altrimenti bastardo non avrei avuto alcuna pietà.. ."

    Si alzò di scatto, tenne gli occhi bassi.. . ma le vidi, le sue guance bagnate.

    "Lacrime."

    Prese le distanze da tutti, cercò la sua giacca come se la morte di Kristofer non lo toccasse più di tanto. Mentiva. Mentiva a se stesso quell'uomo gli era entrato nell'anima e lui stava cercando di annientare quei sentimenti.

    Mi avvicinai a Karen, mi inginocchiai accanto a lei, e la strinsi tra le mie braccia.

    Le porte dell'ascensore si aprirono, il testimone di Iris fece il suo ingresso, Alexandre alzò gli occhi da una lettera che aveva tra le mani.. .gli disse dove avrebbe trovato il bambino e sua madre.

    "Quindi è nato ed è un maschio." provai ancora più rabbia. Quel mostro aveva devastato una famiglia.

    < Amore mio ti sarò per sempre accanto, non affronterai tutto da sola. Hai me Karen e tuo nipote, nel piccolo c'è una parte di Kristofer.. . anche lui ha bisogno del tuo amore. >

    La mia bocca si posò tra i suoi capelli in un bacio d'amore e di protezione. Avrei tanto voluto strapparle dalla testa quei pensieri tristi e dolorosi.. prenderli da lei e farli diventare solo miei.

    Notai sott'occhio il demone stringere tra le mani quella lettera con occhi sbarrati e persi nel vuoto.

    < Cos'è quella lettera? >

    Non mi rispose, ignorandomi totalmente.

    < Rispondimi cazzo! che c'è scritto in quella lettera. >

    Sapevo che non erano affari miei, ma non si legge la posta in un momento come quello.

    < Chi ti ha lasciato quel messaggio? Parla Alexandre!>

    Poteva essere chiunque.. perfino Armand Bredisc.
     
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    dato che ad Iris ancora non gli è stata comunicata la morte del marito XD e dato che i prossimi personaggi che dovrebbero ruolare sono entrambi i miei, sotto consultazione di un'altro dei moderatori del GDR, in via del tutto eccezionale ruolo i miei due personaggi contemporaneamente, spero che non vi risulti troppo difficile riconoscere le azioni di uno e dell'altra, i trattini -------- servono ad indicare il cambio di Pov.


    :296ez6.png: :Damon.png:

    Quando le porte dell’ascensore si aprirono mi ritrovai direttamente nell’ufficio di Alexandre, lo vidi di spalle, feci qualche passo avanti, mi sarei aspettato un aggressione o anche delle velate minacce visto quello che avevo fatto a uno dei suoi dipendenti, e invece niente, mi guardò e basta, dritto negli occhi, e in quell’istante capii che già sapeva tutto, non avevo bisogno di giustificare la mia presenza.
    Sentii il tira piedi che mi aveva condotto lì tremare, stava fissando il pavimento, non azzardandosi a dire una parola

    quello che ho sentito poco fa… è possibile che sia…

    l’idea che l’ascensore si potesse essere fermato a causa della reazione dell’uomo di fronte a me, mi sfiorò, nulla di umano poteva aver prodotto un verso così potente, e visto il terrore che ancora pervadeva il lacchè al mio fianco, non era così assurda come ipotesi.

    “. . è nella mia suite con suo figlio.”

    mi disse secco rispondendo alla mia domanda non detta, mi indicò una porta, dandomi un tacito via libera per andare, annuii e feci qualche passo in quella direzione, poggiai la mano sulla maniglia, in quel momento Alexandre mi disse di starle vicino, perché lui non ne era capace, mi voltai guardandolo di nuovo negli occhi, annuii

    <<ci proverò…>>

    feci una pausa e abbassai lo sguardo

    <<ma tutto quello che potrò fare… non basterà…>>

    aggiunsi in un momento di assoluta sincerità.
    Aprii la porta e mi diressi alla suite

    ————————

    Cole continuava a piangere, lo stinsi tra le mie braccia, cominciai a fare avanti e indietro nelle stanza per riuscire a calmarlo, non avevo idea di cosa era successo, non potevo andare a controllare, potevo mettere a rischio il mio piccolino, adesso era lui la mia priorità, ma stare là dentro in attesa mi stava facendo impazzire.

    <<ssshhh… piccolino calmati è tutto passato… >>

    gli sussurravo cercando di consolarlo, dopo poco si calmò, continuavo a fare avanti e indietro, ma sembrava fossi riuscita a convincerlo, sorrisi accarezzandogli la schiena.
    Sentii dei passi subito fuori dalla porta, dopo qualche secondo sentii bussare

    sarà Alexandre?

    andai ad aprire e incontrai i bellissimi occhi blu del mio testimone, un sorriso mi si stampò sul viso

    <<damon! che ci fai qui? come hai fatto a sapere dov’ero?>>

    cominciai a tartassarlo di domande, notai la sua espressione di ghiaccio, non rispose nemmeno al mio sorriso e questo era molto strano, non era da lui, spostò i suoi occhi da me a Cole che stringevo ancora tra le braccia, mi scansai appena per farlo entrare e chiusi di nuovo la porta.
    Damon continuava a guardare il mio piccolino

    <<è veramente bellissimo Iris, come si chiama?>>

    lo studiavo cercando di capire cosa avesse, non mi aveva ancora dato alcuna risposta

    <<si chiama Cole>>

    dissi, lui si avvicino e gli accarezzo la guancia, Cole lo guardava incuriosito con gli occhi ancora umidi dalla lacrime

    <<damon come mai sei qui?>>

    gli ripetei di nuovo guardandolo, lui mi fissò senza far trasparire nulla

    <<devo dirti una cosa Iris…>>

    qualcosa non andava, non mi mossi aspettando che continuasse

    <<perchè non metti Cole sul letto per un attimo e ti siedi?>>

    un brivido mi percorse la schiena come una ventata di aria fredda, feci come mi aveva detto, andai in camera da letto, mettendo Cole tra i due grandi cuscini, Damon mi aveva seguita fin lì, tornai a guardarlo

    <<cos’è che devi dirmi?>>

    <<mettiti seduta ti prego>>

    <<non ho alcuna voglia di sedermi. Parla!>>

    gli dissi quasi abbaiando un ordine, continuava a fissarmi impassibile

    <<quando te ne sei andata è successa una cosa…>>

    delle lacrime cominciarono a rigarmi il viso, come se il mio corpo avesse capito prima di me quello che io non accettavo nemmeno di pensare, ancora non avevo sentito quello che aveva da dirmi, ma il fatto che Kris non fosse tornato da me…

    uhUtFOt

    <<si tratta di Kristofer… lui… non… >>

    Damon smise di parlare, io presi un respiro profondo, come se tutta l’aria dell’atmosfera non bastasse a riempire i miei polmoni, cominciai a scuotere la testa, indietreggiai finendo contro il muro

    <<lui NON COSA??!!!!>>

    cominciai a gridare, le lacrime continuavano a scendere incontrollate

    <<iris è morto.>>

    quelle parole secche, mi raggiunsero come una stilettata al cuore, continuai a scuotere la testa

    <<no no no no no…>>

    ripetevo a bassa voce, quasi come se stessi recitando una formula magica che potesse riportarlo in vita, la stretta allo stomaco che sentivo da quando avevo lasciato la basilica adesso era come se mi soffocasse,

    ————————

    iniziò a piangere ancora prima che io cominciassi a parlare, probabilmente aveva capito già tutto appena mi aveva visto entrare, guardarla con il suo meraviglioso bambino in braccio rendeva la notizia ancora più difficile da comunicare.

    Era in preda alla disperazione, e io non sapevo cosa fare, mi avvicinai a lei cercando di stringerla

    <<no no no no no perchè? PERCHE’?>>

    e io non sapevo cosa dirle per provare a calmarla, quali parole potevano darle conforto… quando mi avvicinai lei mi spinse via, non indietreggiai, la sentii battere con i pugni contro il mio petto continuando a piangere, non mi feci allontanare.

    V8UC15S

    Lei continuò con più forza, restai impassibile

    <<cerca di calmarti, ti prego.>>

    <<me lo hanno portato via, perché…. perché?…>>

    continuavo ad incassare i suoi colpi come se facendolo potessi toglierle un pò di quel dolore, la conoscevo da secoli ma non l’avevo mai vista in quello stato, le bloccai i polsi

    <<iris…>>

    la strinsi al mio petto, lei continuò a protestare ma poi si arrese, cominciai a sentire la mia camicia bagnarsi delle sue lacrime, le accarezzai i capelli

    <<come è successo?…>>

    mi domandò biascicando

    <<non credo sia il caso che tu lo sappia adesso…>>

    <<come!!?>>

    mi urla

    <<il testimone… è opera sua…>>


    ————————

    A quelle parole tutta la disperazione che stavo provando si trasformò in rabbia, mi allontanai da lui, gli occhi mi stavano facendo male dalle troppe lacrime versate, era come se tutto quello non stesse capitando alla vera me, diedi le spalle a Damon che continuò a stringermi lo stesso, cercando di contenere la mia disperazione, ma le sue braccia non erano quelle di Kris… non erano quelle di mio marito… non erano quelle del padre di mio figlio…
    La rabbia continuava a montare dentro di me, tanto da non riuscire più a contenerla, cominciai ad urlare, non avevo mai sentito una forza del genere provenire dal mio corpo, nemmeno quando mi trasformavo in vampiro e lasciavo libero sfogo alle mie pulsioni, l’urlo proveniva proprio dalla morsa allo stomaco del quale non mi liberavo da tempo, un calore mi avvolse come una scarica elettrica, Damon mi lasciò andare, non riuscii più a sentire il mio grido ma era chiaro che il mio amico ne era ancora assordato, non riuscivo a contenermi, il viso di Kris era impresso nella mia mente, i suoi baci, il suo abbraccio, le promesse che ci aravamo scambiati continuavano a risuonare nelle mie orecchie

    “si la voglio... la voglio per l'eternità...per sempre…”

    E invece me lo avevano portato via. Il mio grido continuò e il calore dentro di me crebbe ancora, Damon cadde a terra in ginocchio continuando a coprirsi le orecchie, per me era come se la mia voce non esistesse più, come se fossi muta, nulla riusciva più a contenermi, fin quando i miei occhi non finirono su Cole che sdraiato sul letto agitava i suoi piedini calciando l’aria

    il mio bambino non ha più il suo papà, quando sarà grande come farò a spiegargli la sua morte… e soprattutto chi lo ha ucciso e perché…

    quel pensiero mi riportò alla realtà, come se avessi trovato un lampo di lucidità in mezzo a quel dolore, il calore che avevo dentro cominciò a diminuire, e io pian piano smisi di urlare

    ————————

    quando tolsi le mani dalle orecchie, notai il sangue che mi era uscito, non potevo credere a quello a cui avevo appena assistito, le urla di Iris per poco non mi avevano ucciso, la credevo solo una leggenda, nonostante avessi visto le più svariate creature soprannaturali nella mia vita, non avevo idea che questo potesse essere reale, che potesse essere possibile, soprattutto per un vampiro, alcune ciocche dei suoi capelli erano diventate bianche e i suoi occhi erano diventati leggermente più rossi come se avesse pianto per giorni, il suo dolore era diventato un arma, il suo dolore l’aveva trasformata…
    Si era fermata solo alla vista del suo bambino, andò verso di lui e lo prese tra le braccia stringendolo, io continuavo a fissarli allibito, il piccolo non aveva nemmeno pianto durante quelle grida

    probabilmente è l’unico immune al suo potere

    <<iris stai bene?…>>

    domandai con cautela, mi avvicinai piano a lei di nuovo, come se fosse fatta di cristallo e avessi paura di romperla, avevo timore che le sue grida disperate potessero ricominciare.
    Lei non rispose, mi accarezzò il collo pulendo un po' del mio sangue

    <<sono stata io a farti questo?>>

    stringeva Cole, Iris aveva lo sguardo impaurito, solo dopo capii il perché

    <<tranquilla a lui non è successo nulla>>

    sorrisi appena per cercare di rassicurarla, lei fece alcuni passi dirigendosi di fronte ad un grande specchio vicino all’armadio, quando si specchiò i suoi occhi cambiarono ancora, si tocco i capelli nel punto in cui erano diventati bianchi

    <<che mi è successo?>>

    <<credo che tu sai diventava una Banshee…>>

    KuUz3mK

    continuavo a guardarla scrutando il suo volto per leggerne le reazioni, ma non ci riuscii, si voltò verso di me

    <<devo vedere Alexandre…>>

    <<è nel suo ufficio, mi ha detto dove trovarti, perché vuoi andare da lui?>>

    i suoi occhi continuavano ad essere ghiaccio puntati dentro i miei.

    <<devo trovare Armand e fargli pentire di essere venuto al mondo>>

    non aggiunse altro e uscì dalla porta con Cole.
     
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    "CELLA BREDISC - STANZA MURATA 666
    ADIACENTE ALLA SALA PER LE TORTURE - RECARSI LI' CON MIO FIGLIO"


    Non sò quante volte quel foglio di carta lo avevo stritolato e rispiegato, ricordavo ancora le sue parole. Proteggi la mia famiglia. A te chi cazzo ti ha protetto?! Se credeva di potermi liquidare con quella maledetta lettera si sbagliava.. .

    "Tra noi non è ancora finita." pensai guardando il suo corpo che giaceva sul divano, mi aveva dato un qualcosa diverso dal sesso ed io lo volevo indietro, non avrei mai accettato la sua morte. Mai.

    Intanto begli occhi era dalla mia torturatrice.. . pensavo a lei, la pensavo tanto. Il mio era stato un atto di codardia lasciare il peso di quella rivelazione al suo temoin, d'altronde avevo chiuso una porta in faccia a qualsiasi tipo di sentimento... . e non sarei stato indifferente a come il suo cuore andava in pezzi, e non potevo permettermelo. Dovevo scacciarla dai miei pensieri e proteggere lei, il piccolo stallone e la Karen del pennuto... ma prima di ogni altra cosa l'impero di Armand Bredisc doveva affondare e con lui tutti i suoi bastardi con cui era in affari.

    Uno ad uno.. gli avrei strappato il cuore dal petto e divorato, invece al pesce grosso di Armand riservavo un trattamento speciale, dopo aver placato la mia sete di vendetta mi sarei leccato anche le dita. Non sapeva chi si era messo contro, un demone con più di duemila anni di malvagità alle spalle, che era risorto dalla tomba con un unico obiettivo. Impadronirsi della Terra.

    "La morte mi ha reso solo più potente." un sorriso sadico e perverso riaffiorò sulle mie labbra mentre continuavo a stringere tra le mani la lettera di Kristofer.

    Sentivo il pennuto rivolgermi alcune domande che inizialmente ignorai.. . ma insisteva non voleva chiudere quella cazzo di bocca. Era un fastidioso insetto che mi ronzava nelle orecchie, poi si chiedono perchè uno abbia istinti omicidi.. . se non fosse per la sorella di Kristofer gli avrei strappato la gola con tutta la spina dorsale. Alzai gli occhi dalla lettera e lo guardai con ferocia.

    < Questa storia non ti riguarda, ti concedo di lasciare la mia casa sulle tue gambe, non lo ripeterò un'altra volta. >

    Voleva informazioni sul mittente della lettera.

    < E' di Kristofer, sono le sue ultime volontà. > sbuffai, dare spiegazioni a qualcuno non era nel mio stile.

    Mi alzai dalla poltrona e mi avvicinai. Mi propose un'alleanza per uccidere Armand Bredisc. Inarcai un sopracciglio. "Mi ha preso per un coglione?"

    < Non collaboro con te Raphael.. io ti voglio morto ed i miei uomini li scelgo io. >

    Posai un ginocchio a terra accanto a loro, la sorella di Kris era affranta dal dolore, pareva che non vedesse o sentisse nient'altro che non fosse il cadavere di suo fratello.

    Le sollevai il mento con le dita. Raphael voleva spaccarmi la faccia per averla sfiorata, non gli diedi la minima rilevanza.

    < Guardami Karen. Puoi ripulirti se vuoi e cambiarti d'abito.. . >

    I suoi occhi verdi erano lucidi ed iniettati di sangue per le lacrime versate, il suo vestito rosso ancora più scuro per il troppo sangue che il tessuto aveva assorbito.

    Sentire l'odore del sangue di Kris mi dava sui nervi.. rendeva la morte reale.

    < Rialzati perchè il dolore non se ne andrà mai e se lo abbracci non ne uscirai viva. La morte non è mai una separazione definitiva e poi non credo che sei solo una bambolina senza palle e fragile come cristallo. Combatti e avrai la testa di quel bastardo per poterlo sputare in faccia. >

    Mi rialzai allontanandomi.. era stato più forte di me, quelle parole smielate del pennuto mi avevano dato il voltastomaco e a Karen serviva una bella scossa non quelle stronzate.

    < Damien. > in un millesimo di secondo Satanasso si smaterializzò in forma umana, pelle scura come la profonda notte e magnetici occhi gialli. Bastava che evocassi il suo nome per farlo comparire.. ormai era la mia bestia infernale.

    < Dov'è John? richiamalo. >

    Andai verso la libreria, alta fino al soffitto e larga quanto l'intera parete, digitai il codice segreto, 14.06.63 e si aprì un vano che portava ad una camera interna. Era una delle mie tante stanze dei giochi e del piacere.

    < John dove cazzo eri finito? > sentendolo arrivare mi voltai. Aveva tra le mani una statuetta antica di Plutone e lo spolverino nell'altra mano. I miei occhi lo divorarono come acido.

    < Padrone, ero agitato e ho pensato di spolverare la stanza rossa per distrarmi. >

    Feci una smorfia piena di disgusto per quell'umano del cazzo.

    < Non devi pensare John, ma servirmi. Non ho assunto una cazzo di casalinga isterica! > sbraitai.

    Indicai Kris sul divano.

    < Prendi il corpo di Kristofer e portalo dentro. Non farlo cadere per nessuna ragione al mondo o ti scavi la fossa da solo. >

    < Subito Padrone. > a fatica lo condusse all'interno, prima di entrare anche io mi voltai.

    < Non ti invito ad entrare Raphael, non voglio svelarti cosa ho in serbo in futuro per noi. > feci scorrere la lingua sulle punte acuminate delle zanne, per provocarlo.

    Il mio laboratorio era privo di calore. Bianco il colore predominante dalle piastrelle, alle pareti al soffitto.. dove il rosso del sangue, quando scorreva a fiumi, era messo in risalto da quel falso candore. Tavoli da lavoro in acciaio corredati dai più avanzati ai più rudimentali strumenti da taglio, antichi volumi di magia nera trafugati nel corso dei secoli ed altri portati via dagli inferi erano impilati in perfetto ordine sugli scaffali della libreria. Piante medicinali ed erbe velenose riposte scrupolosamente sulle mensole, donavano quel poco di colore disseminato qua e là. Robuste catene pendevano dalle travi di ferro del soffitto dove personalmente interrogavo quei poveri malcapitati per estirpare ciò che mi serviva conoscere, mai nessuno resisteva a lungo quando ero io a dedicarmi a quelle particolari attenzioni, nessuno andava via sulle proprie gambe, i più forti al massimo strisciavano. Svariati strumenti di tortura corporale sistemati con cura su dei ganci occupavano l'intera parete nord. Ero un fanatico dell'ordine ogni cosa che possedevo era conservata con morbosità maniacale. Non c'era ombra di caos nella mia vita, ma solo in camera da letto dove non conoscevo le parole limite, regole e inibizione.

    John tremava come una femminuccia, gli feci cenno di deporre Kristofer sul tavolo d'acciaio.

    < Co-cosa gli farete... Padrone? > domandò con un fil di voce.

    < Mi prendo cura delle sue spoglie. >

    Lo liberai di quel lenzuolo intriso di sangue che gettai a terra, e mi si mozzò di nuovo il respiro per la vista della sua testa mozzata.. non volevo accettare che fosse morto.

    Presi la testa con la stessa delicatezza e riguardo che avevo riservato a suo figlio la riposizionai sulle spalle dove la mezzaluna gli aveva reciso il collo.

    < Tua moglie potrà abbracciarti e baciarti un'ultima volta.. questo è il mio dono per lei. >

    I palmi delle mani posate sul suo viso spinsi il mio potere dentro di lui. Mi aprii alla negromanzia che in tutta la sua potenza prese a scorrermi nelle vene, un freddo glaciale che bruciava come fuoco mi investì in pieno. Focalizzai nella mente carne che si ricomponeva, tessuti che si cicatrizzavano, ossa che si saldavano.. .era lo stesso processo che utilizzavo per far risorgere i morti dalla tomba da polvere e ossa a corpi umani integri. La testa di Kristofer con ossa, carne e pelle ritornò al suo posto come nulla fosse accaduto.. nella sua fiera bellezza.

    Ordinai a John di spogliarlo e ripulirlo del sangue, non me ne occupai io perchè le mie mani si sarebbero mosse sul suo corpo come carezze di un amante e non ne avevo il diritto. Mi occupai invece di preparare un unguento a base di birra ,ambra e cannella da spalmare sulla pelle.

    < Cospargi la pelle di questo olio John, farò in modo che il suo corpo non si decomponga mai. >

    ..e cosi fece. Cercavo di non guardarlo, il desiderio che avevo di lui doveva restare represso altrimenti sarei impazzito. Ordinai a Damien di recuperare il mio abito migliore per rivestirlo.

    "Un uomo come te Kris deve essere sepolto con i dovuti riguardi."

    Posai Kristofer al centro della stanza sulle fredde piastrelle, disegnai un cerchio di sale attorno al corpo e dopo che rientrò Damien spiegai cosa avevo intenzione di fare.

    < Ti guadagnerai la mia fiducia Damien, ora. >

    Mi sfilai la camicia e presi un pugnale di ossidiana, i miei oggetti cerimoniali erano andati perduti ma volevo tentare lo stesso.

    < La punta del pugnale deve sfiorarmi il cuore e fermarlo. Dopo tre minuti esatti sfila la lama dal mio petto.. ed io tornerò indietro. Prova a fottermi e troverò il modo di distruggerti.>

    Stavo per farmi un altro viaggetto nel regno dei morti... e la cosa non mi eccitava.

    < E' tempo che dia il mio dono di nozze a Kristofer. >

    Prima di posare la schiena nuda sul pavimento, mi ferii un dito e disegnai sul petto nudo di Kristofer il sigillo di mio padre Astaroth, una stella con tre puntini alle estremità delle cinque punte , dovevo rintracciare il suo spirito tra miliardi di altri e in questo modo sarebbe diventato un faro nelle tenebre.

    Mi sdraiai presi la mano di Kris e la strinsi nella mia, i miei occhi ardevano di potere che guizzava come fiamme dalle pupille, richiamai di nuovo il potere della tomba. Il tatuaggio che copriva il pettorale ed il braccio destro prese vita.. strisciando come un serpente sulla pelle dal mio corpo a quello di Kristofer. Dovevo legare il suo spirito alla mia energia.

    < Fallo. > guardai l'arcidiavolo dritto negli occhi, lo vidi alzare il braccio. Il pugnale all'altezza del viso. Ogni muscolo del mio corpo si contrasse, ardevo di potere.. vidi la lama scendere velocemente, trattenni il respiro e mi trafisse il cuore rapida e letale. Un singolo gemito di dolore fuoriuscì dalla mia gola.

    Tutto divenne buio, ascoltai l'ultimo battito del mio cuore. Poi il nulla.

    NEL REGNO DEI MORTI



    Ero in cima ad una collina senza nome. Ogni cosa avvolta in una foschia grigia e densa, il panorama che avevo dinanzi era sempre lo stesso, incolore, spoglio e triste. Un vento glaciale soffiava impetuoso condensando ogni mio respiro. Ero vivo tra i morti, ma per 180 secondi sulla Terra sarei stato morto stecchito, completamente vulnerabile e indifeso. Damien poteva tradirmi e rispedirmi dal creatore ..di nuovo cazzo!

    Iniziai a correre, dovevo raggiungere la vallata. Non riuscivo a muovermi in modo fluido, l'aria era pensante come piombo inchiodava al suolo ogni passo. Si gelava, un freddo sconosciuto sulla Terra, questo era il gelo della morte, implacabile .. inarrestabile, ma tanto seducente da farmi bramare di crogiolarmi in quel torpore dei sensi in eterno. Discesi la collina, miliardi di anime riunite in quel luogo infinito, erano in attesa di giudizio. Una ad una aspettavano in eterna immobilità di attraversare l'acqua.. da li venivano smistate e giudicate a seconda di quanto l'anima pesava. C'era chi saliva in Paradiso e chi discendeva negli Inferi. Assassini, impostori, benefattori, fedeli cristiani e miscredenti erano tutti in attesa.. per una volta eravamo tutti uguali. Mi aprii un varco in quel turbinio di anime, un riflesso di ciò che erano da vivi, ma inconsistenti al tatto.

    Raggiunsi quella calca e mi diressi in un punto che brillava di una luce rossastra, era il sigillo che avevo disegnato sul petto di Kristofer, ma ad ogni passo mi sentivo strattonare, afferrare da mani fantasma.. ero nella merda. Un negromante per le anime era come un agnello sacrificale in una fossa di leoni. Pura energia vitale che potevano sottrarmi e nutrirsi di me fino a prosciugarmi.

    .. ma Kristofer non era lontano.. dovevo resistere e raggiungerlo prima che il tempo che avevo a disposizione scadesse.. prima che anche lui toccasse l'acqua nera.

    Facevo sempre più fatica, era una bolgia di bocche fameliche che volevano divorarmi. "Schifosi figli di puttana, che l'inferno vi inghiotta tutti!" Con la sola forza del mio potere me li scrollai di dosso e finalmente mi ritrovai ad un passo da Kristofer, era come gli altri.. spento ma affamato di energia. Mi si avventò addosso e lo lasciai fare gli diedi quel potere vitale che tanto bramava il suo spirito.

    << Kris, amico mio sono Alex. Fermati, cazzo. Ne hai preso abbastanza. >>

    Non poteva rispondermi, ma poteva risvegliarsi da quel torpore per ascoltarmi. Ora la mia energia scorreva dentro di lui. I suoi occhi si accesero di una luce vitale e si fermò.

    Respiravo affannosamente.

    << Sono giunto fin qui per farti dono di un segreto che la mia famiglia custodisce da millenni. >>

    Avevo una voglia pazzesca di toccarlo.. di sentire il suo corpo riempirmi le mani.. ma non potevo cazzo.

    << Puoi nutrirti di anime. Puoi accrescere la tua energia.. puoi impadronirti di un potere immenso. Potrai farlo attraverso di me, fin quando camminerò sulla Terra potrai sottrarmi energia sufficiente per sopraffarli e inglobare la loro forza vitale in te. Il tuo spirito è legato alla mia energia.. . ma non posso importi di fare nulla, dovrai essere tu a volerlo, sarai tu a scegliere. >>

    Guardai il riflesso dell'uomo che era stato in vita. "Ti voglio più di prima." Il dolore al petto divenne insopportabile.. . era la lama del pugnale nel cuore, non era nient'altro.

    Era quello che avevo fatto io cinquant'anni prima, raggiunsi gli inferi solo dopo aver fatto piazza pulita nel regno dei morti... il mio potere si era saziato di anime ed ora possedevo una forza immensa tanto da affascinare Lucifero. Non potendomi riportare in vita da solo, avevo stretto un patto con l'inferno.. ma Kristofer aveva me e non gli avrei chiesto nulla in cambio. Perchè condividevo con lui un segreto del genere? .. semplice, grazie alla sua amicizia per la prima volta nella mia vita non mi ero sentito un uomo solo.
    Mi toccai il petto nudo nel punto esatto dove il pugnale impediva al mio cuore di battere, mi restava poco più di un minuto.

    << Non attraversare l'acqua per nessuna ragione al mondo.. e ti giuro Kris che quando sarai pronto ti riporterò indietro più potente di prima.. tornerai dalla tua famiglia e da me. >>

    Il tempo era quasi scaduto e non mi entusiasmava l'idea di fare compagnia al vecchio bastardo di mio padre.

    << Ti aspetterò Kris ,dovessi impiegarci mille anni.. sarò li ad aspettarti. >>

    Il tempo per un immortale è irrilevante.

    << Avrò cura di tuo figlio, manterrò ciò che ti ho promesso. >>

    "Non ti dirò mai addio."

    Finì tutto, il calore della vita mi strappò dal regno dei morti. Sperai con tutto me stesso che un giorno avrei risentito la sua voce.


    Mi risvegliai di soprassalto, spalancai gli occhi facendo fatica a riabituare la vista. La Terra era cosi luminosa.. . perfino la notte non è mai avvolta in un buio assoluto. La mia cassa toracica era in fiamme, ogni singolo battito del cuore un dolore lancinante. Faticai ad alzare il busto da terra, una mano nera sopra il torace mi spinse di nuovo giù.

    < Non toccarmi cazzo. > ringhiai, mostrando le zanne.

    Odiavo il contatto fisico, le carezze, le mani che mi sfioravano la pelle a meno che non fossero preliminari per condurmi all'estasi del piacere. Incontrai gli occhi gialli di Damien in un unico sguardo di intesa. Si era guadagnato la mia fiducia e il mio rispetto.

    Mi rialzai, presi ago e filo di sutura e mi ricucii la ferita. Questo era il prezzo da pagare per attraversare due mondi paralleli. Sistemato Kristofer sarei andato a caccia per rigenerare i miei tessuti con sangue caldo. Notai il mio servo John riverso sul pavimento, morto.

    < Che diavolo ha passato quel coglione? >

    Damien mi spiegò che la mia ospite aveva lanciato delle grida sovrumane, John aveva cercato di coprirsi le orecchie con le mani, dopo che si era accasciato a terra in posizione fetale per proteggersi ma il cuore non aveva retto, un infarto lancinante gli aveva stroncato la vita.

    Scossi la testa. < Portalo fuori, deciderò cosa farne di lui. >

    La mia torturatrice aveva saputo. Un sorriso amaro mi inclinò gli angoli della bocca. Rivestii Kristofer con un abito elegante e pulito. Lo presi tra le braccia ed uscii fuori dal laboratorio seguito da Damien con il cadavere di John.

    "Non era poi tanto male come servitore."

    Adagiai Kris sul divano, per la fretta di raggiungere Iris avevo dimenticato di indossare la camicia.. . ma ero sicuro che non avrebbe notato nulla, la ferita al cuore ed il sangue che mi macchiava la pelle. Nessuno doveva sapere cosa avevo fatto nel laboratorio. Se solo avesse scoperto che ero in grado di resuscitarlo niente e nessuno l'avrebbe fermata nell'obbligarmi a restituirgli suo marito.

    "Ogni cosa a suo tempo."

    Più tempo restava imprigionato nel regno dei morti e più il suo potere accresceva.. il mio pensiero era uno solo : Kristofer Bredisc quando risorgerà farà tremare la Terra.

    Questo era il mio dono di nozze per il mio unico amico.

    Sentivo gli occhi di Raphael addosso, mi scrutava.. . lui voleva capire.

    < Sò che vuoi scoparmi Raphael, ma sì meno sfacciato, sono un uomo riservato. > sorrisi ad un angolo della bocca.

    Mi rollai una canna, l'accesi.. feci un lungo tiro trattenendo più a lungo possibile il fumo aromatico nei polmoni. Nonostante una grossa parte delle mie entrate in denaro era per il commercio di droga, non assumevo altra merda che importavo. La droga guastava il sangue.. lo indeboliva ed il sangue era potere.

    Buttai fuori il fumo e rilassai i sensi.. . guardare Iris negli occhi era la prova più dura da affrontare in serata... o forse dei prossimi mille anni.

    Poco dopo la porta che conduceva nella mia suite si aprì.. ed incrociai i suoi occhi. Rossi per il pianto, alcune ciocche di capelli striate di un bianco argenteo.. . e la forza combattiva di uno spirito vendicativo giungeva fino a me sfiorandomi la pelle con la sua energia. Risvegliò il mio potere negromantico. Il dolore l'aveva trasformata in una banshee.

    "E' bellissima e la voglio."

    < Prenderò sangue e carne di quel bastardo. > sentenziai pacatamente.

    Continuai a guardarla, era una donna cosi forte .. una creatura letale. Il dolore invece di spezzarla le aveva dato la forza per combattere e distruggere ogni cosa per vendicarsi della morte di suo marito.

    < Siamo in guerra, Armand Bredisc ha firmato la sua condanna a morte. >

    Avanzai nella sua direzione, mi fermai ad un centimetro dal suo viso.

    < Farò ogni cosa che è in mio potere per saziare la tua sete di vendetta. >

    Le posai un bacio sulla fronte. "Mi dispiace."

    Feci un passo indietro il suo odore era una lussuriosa tortura per il mio incubo.

    "La detesto perchè la voglio."

    Presi la lettera di Kris e gliela misi tra le mani.

    < Leggi questo, è tempo di andare. >
     
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    Non mi accorsi dell'avvicinamento di Raphael fino a quando non sentii due braccia stringermi...ero talmente imbambolata da non rendermi conto di niente. Non riuscivo quasi a percepire neanche il suo profumo, tanto l'aria era impregnata dell'odore della morte.
    Le parole del mio compagno mi giunsero dolcemente...delicate come una carezza...
    Mi voltai per guardarlo negli occhi...provai ad accennare un sorriso ma non ci riuscii...gli ero grata per la sua vicinanza, anche se mi rendevo conto che in quel momento non ero capace di dimostrarglielo...

    <avevo bisogno di lui....ho bisogno di lui...e adesso non c'è più...>

    Anche Alexandre si avvicnò...posò le dita sotto al mio mento portando i miei occhi ad incrociare i suoi...
    Mi disse che se avessi voluto, avrei potuto lavarmi e cambiarmi...aggiungendo poi una sua personale filippica sul dolore e sulla morte...

    <grazie per l'offerta ma intendo declinare...al momento cambiarmi d'abito è l'ultimo dei miei pensieri...
    Per quanto riguarda l'altro tuo discorso...non mi conosci...non sai niente di me...risparmiami le tue prediche, adesso non ho proprio voglia di sentirle>


    Chiamò poi un nome...comparvero prima un uomo di colore, poi un altro...
    Quest'ultimo, su suo ordine, raccolse il corpo di Kris e lo portò oltre una porta che si era aperta dalla libreria...il demone lo seguì...
    Cosa che non feci io....non reagii a quella sottrazione....dentro di me qualcosa mi diceva che il corpo di Kristofer non avrebbe subito altre mutilazioni.
    C'era stato qualcosa nel comportamento del demone che mi aveva fatto capire che teneva a mio fratello...non sapevo perché e cosa ci fosse dietro al suo atteggiamento, ma in quel frangente e per quella particolare cosa ero sicura di potermi fidare.

    Rimanendo seduta sul pavimento, appoggiai la schiena al divano...Raphael poco distante...

    <mi dispiace che tu debba assistere a tutto questo...sappi che non sei obbligato a farlo...>

    Tirai su le gambe circondandole con le braccia...appoggiai il mento sulle ginocchia...in attesa...

    Dopo un tempo che sembrava un eternità, il demone ricomparse con il corpo di mio fratello...era nuovamente integro...pulito e con un abito nuovo...
    Lo adagiò di nuovo sul divano...lo guardavo...di nuovo vicino a me...sembrava che stesse semplicemente dormendo...
    Presi una delle sue mani tra le mie, posai un leggero bacio sul suo palmo e intrecciai le nostre dita...
    Appoggiai la testa sul divano, senza smettere di guardarlo...
    Avevamo passato così poco tempo insieme...come poteva nostro zio aver fatto una cosa del genere?
    Con la coda dell'occhio vidi una porta aprirsi, mia cognata entrò nella stanza.
     
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    La rabbia che provavo nel non poter fare un cazzo per alleviare il dolore che inghiottiva il verde negli occhi della mia donna stava lentamente spegnendo ciò che di buono restava nella mia anima. Quella luce accecante che era riapparsa nella mia vita con l'arrivo di Karen, non aveva più la forza per riscaldare il mio cuore.. che pian piano si stava raffreddando. La brama di uccidere era cosi forte che abbracciare la via verso il male era una tentazione pericolosamente invitante.

    .. in queste fasi di vulnerabilità ci ero già passato e superate lottando. Stavolta però combattere aveva un senso , non dovevo salvare me stesso , ma l'unica cosa che avevo cercato con tanta disperazione. L'amore.

    I suoi occhi erano immersi nei miei e si sforzavano di scacciare via la sofferenza e sorridere... ed io più la guardavo e più dentro di me cresceva la volontà di donarle tutto me stesso. Non c'era cosa che non avrei fatto per lei.

    Continuavo a stringerla tra le braccia e restai in silenzio dinanzi a quel bisogno di riavere il fratello nella sua vita. Cosa avrei potuto mai dirle? .. . le parole erano inutili in quel momento, ma potevo darle la certezza che non era sola. Io le sarei rimasto sempre accanto.

    "Non posso darti indietro Kristofer, ma hai il mio cuore, voglio condividere ogni cosa con te Karen, anche gli istanti infelici. "

    Avvicinai le labbra alla testa e posai un dolce bacio sui morbidi capelli che profumavano di lei.

    Aspettai che il demone parlasse, vedevo con che frustrazione stritolava quella lettera tra le mani. Molteplici espressioni presero forma sul suo viso, furia omicida, dolore, angoscia.. sentimenti che cercava di reprimere. Per un attimo ebbi la sensazione di rivedere il ragazzino che da un pater familias furioso per avergli disobbedito veniva trascinato per un braccio in un vicolo di Roma con degli occhi colmi di odio e ribellione segretamente nascosta. Non doveva aver avuto più di sei o sette anni d'età e quegli occhi mi trapassarono come due lame affilate, quasi come se volesse sfidarmi a fermarlo, erano cosi freddi e colmi di un sapere che a quell'età non si dovrebbe conoscere. Dentro quegli occhi si celava un'oscurità impressionante e un'insana accettazione di non avere la forza di contrastare quell'adulto da solo. Forse fu una richiesta d'aiuto che non riuscii a cogliere. Forse quella era solo paura e bisogno.. . ma eccolo che ritornò subito il pezzo di merda che è oggi, gli occhi di un folle con le iridi dilatate che inghiottivano il bianco degli occhi, le labbra incurvate in un ghigno perverso. Facile intuire dove i suoi pensieri lo avevano condotto... . ad Armand Bredisc, e per la prima volta da quando lo conoscevo non avevo nulla in contrario che avesse certi desideri.

    Incazzato per averlo distolto dalle sue oscene fantasie mi guardò negli occhi, rabbioso mi disse di togliermi di torno che questa vicenda non mi riguardava.

    < Cazzate! Ci sono dentro quanto te. > sbottai.

    Forzatamente riferì che quella lettera apparteneva a Kristofer.. mi chiedevo che messaggio custodisse.

    < Una tregua. > mi ritrovai a dire senza neanche pensarci due volte.

    < .. fino alla morte di Bredisc. Vogliamo la stessa cosa Alexandre, combatterlo su due fronti separati non ha alcun senso. >

    .. anche lui per qualche strana ragione aveva messo avanti Kristofer a me. Si alzò dalla poltrona inarcando un sopracciglio e guardandomi come se di fronte avesse un pazzo o un'idiota.

    Non collaboro con te Raphael.. io ti voglio morto ed i miei uomini li scelgo io. Mi diede una delle classiche risposte da onnipotenti del cazzo.

    < Sei un povero pazzo se credi di poter fare tutto da solo. Quell'ibrido è molto potente, annientarlo non sarà cosi facile come credi. >

    Doveva essere priorità assoluta toglierlo di mezzo quanto prima.. e lui era solo tutti i suoi figli dispersi, le alleanze di un tempo disfatte cinquant'anni prima con la sua morte.

    < Ho assaggiato il suo potere Alexandre, hai bisogno di alleati forti, non sappiamo chi siano i suoi e quanti ne sono.>

    Tirando le labbra in un mezzo sorriso non mi degnò di una risposta, le mani mi facevano male per la voglia di strangolarlo.

    Si inginocchiò di fronte a Karen e le sollevò il mento per incrociare gli occhi. Istintivamente gli afferrai il braccio stritolandoglielo con forza.

    < Non.toccarla > ringhiai minaccioso.

    Non fece una piega, nè una smorfia di dolore, non distolse neanche gli occhi per guardare me invece che lei. Quel figlio di puttana aveva un autocontrollo da fare invidia. Le disse che poteva cambiarsi e ripulirsi del sangue.. poi proseguì con delle provocazioni. La mia mano destra stretta a pugno pronto a sferrargli un cazzotto in faccia per fargli fare un volo dall'altra parte della stanza.

    "Maledetto bastardo!"

    .. ma Karen reagì declinando l'offerta e rispose in modo tale da metterlo a tacere , riaffiorò la mia femmina e forse .. forse il demone voleva solamente scuoterla dal torpore della sofferenza per la morte del fratello.

    Si allontanò richiamando due servi, un umano e l'altro una creatura infernale.. . assottigliai gli occhi quando incrociai quelli gialli di lui, quel pezzo di merda era un antico, che cazzo ci faceva sulla Terra e con Alexandre?
    Ordinò all'umano di prendere il corpo di Kristofer condurlo in una stanza segreta dove si accedeva da un passaggio segreto dietro la libreria.

    < Dove cazzo lo porti? >

    Si voltò e snudò le punte bianchissime delle zanne, le lambì con la lingua come se fosse in procinto di un gioco perverso. Non mi invitava ad entrare per non svelarmi cosa aveva riservato a noi in futuro.

    < Fottiti! >

    .. e richiuse l'ingegnosa porta alle spalle. Rimasti soli la mia compagna mi disse che non ero obbligato ad assistere a tutto questo.

    < ... .non desidero stare in nessun altro posto se non con te. > le sussurrai dolcemente accarezzandole il viso con le dita.

    Passarono alcuni minuti di silenzio, poi arrivarono delle grida assordanti dove temetti che i nostri timpani venissero perforati.. una donna probabilmente Iris, pensai con amarezza. Il suo testimone di nozze l'aveva raggiunta dandole il triste messaggio.

    Non attendemmo a lungo Alexandre ritornò con Kristofer vestito di un abito pulito e integro come se la mezzaluna non gli avesse tagliato la testa e fosse solo un brutto ricordo.. . ma quelle immagini non potevano essere più cancellate dalla mente di tutti coloro che avevano assistito a quella macabra tragedia.

    Nessuno avrebbe dimenticato.

    Adagiò il cadavere sul divano e notai il suo petto nudo macchiato di sangue fresco.. una ferita all'altezza del cuore. "Che cazzo aveva fatto lì dentro? ..forse era il rituale per permettergli di risanare Kristofer?"

    .. lo squadravo da capo a piedi per cercare di capire, l'altro demone invece rientrò con il servo umano morto stecchito, le grida di Iris lo avevano condotto alla morte.

    "Pace all'anima sua."

    Vendendo che lo fissavo, mi lanciò una provocazione a sfondo sessuale, ma non lo risposi, inutile ribadire che mi faceva cosi ribrezzo da escludere qualsiasi possibilità di poter fare un pensiero del genere su di lui, nemmeno se fosse l'ultimo essere vivente rimasto sulla Terra.
    Da una porta sulla destra entrò Iris con in braccio suo figlio, quindi è stato Alexandre ad aiutarla a partorire? .. .rabbrividii al pensiero. Mi alzai ad osservare la scena, non era la donna che ricordavo al ricevimento, non c'era più alcuna traccia della sposa che emozionata e felice, nel giorno più importante della sua vita, giurava dinanzi a tutti gli invitati e al Creatore il suo amore all'uomo a cui aveva donato il cuore.

    Alexandre avvicinatosi le mise tra le mani la lettera di Kristofer.
     
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    Inspirai a pieni polmoni quando riacquistavo un corpo... era sempre uno strano effetto sdoppiarmi e controllare la mia proiezione astrale... era proprio come se fossi nel mio corpo ma la proiezione durava sempre pochi minuti era incontrollabile... potevo gestire io quando scomparire si... ma poteva anche a tradimento farmi scomparire quando non volevo ed in passato era accaduto varie volte... mi ero materializzato dentro una stanzetta... sentivo delle voci provenire da una porta... un uomo... no diversi uomini... e sentivo anche una donna parlare...

    "che strano alcune voci mi sembrano... " stavo finendo di pensare che erano familiari quando sentii anche un bebè piangere da quella stanza...

    "cazzo quante persone ci sono come faccio a prenderlo... mi squarteranno..." pensai alcuni secondi... dovevo far una cosa veloce potevo scomparire da un momento all'altro e mi serviva quel marmocchio...

    "papà mi hai messo in mezzo ad un gran casino!!!" l'unico modo era invocare la nebbia all'istante appena sarei entrato in quella stanza e prendere il bebè... e scappare a gambe levate togliendo la mia proiezione astrale che per fortuna poteva traportare anche passeggeri se erano in contatto con me...

    "ok proviamoci!" misi la mano sulla maniglia ed aprii di scatto la porta fiondandomi dentro lo sguardo mi cadde su un uomo possente biondo non feci in tempo a guardare altro ma c'erano tante figure

    <fermi TUTTI!!!> esordii urlando profondamente poi dalle mie mani lanciai la nebbia grigia e fitta che avvolse tutti... era impossibile vedere li colsi di sorpresa... corsi in direzione di quel pianto di bambino... andai a sbattere ferocemente contro la schiena di un grosso uomo...

    "cazzo! cazzo! cazzo!" indietreggiai ma il suo odore era inconfondibile... spezie pungenti e forti... il paradiso dell'estasi in terra...

    "Alexander?... mio zio Alexander?" non poteva essere lui... era partito da diversi anni... partito... lasciandomi solo... senza una spiegazione... lui che mi promise di non lasciarmi mai... scelta che non avevo mai digerito la sua partenza...che non gli avevo ancora perdonato...

    "è ritornato e non mi ha avvertito neanche... che merda!!!" sentivo che il potere per la rabbia mi stava lasciando via... ma mi serviva quel moccioso o mio padre non mi avrebbe perdonato dall'oltretomba... ritornai a correre alcuni metri era davanti a me una donna urlava... era tra le sua braccia... glielo strappai letteralmente facendo ricorso alla mia forza da vampiro... era pesante il marmocchio... ora era tra le mie braccia ma dovevo andare via da lì... o tutta quella gente mi avrebbe squartato vivo per quello che stavo facendo...

    Feci appello al mio potere cercando il mio corpo primario e mi smaterializzai con il bambino tra le mie braccia al sicuro... e la nebbia sarebbe scomparsa di lì a poco con me... senza di me la nebbia scompariva con me... il tutto era durato meno di un minuto...ma per me sembrava fosse stata una eternità



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    Varcai la porta dello studio intenta a cercare Alexandre, ma quando entrai vidi anche Raphael il compagno di Karen, e quest’ultima… mi impietrii e non feci un’altro passo, era abbracciata al corpo di Kristofer senza vita disteso sul divano, il mio cuore perse molto più che un battito, distolsi lo sguardo..

    non ce la faccio non posso…

    piansi ancora chinando la testa vicino alla spalla di Cole, che stringevo quasi come se lui fosse l’unico a potermi capire, il mio bambino non sarebbe mai stato tra le braccia del suo papà, mi costrinsi a guardare di nuovo, sembrava quasi che stesse solo dormendo, e per un istante il mio cuore si permise di sperarlo davvero, mi avvicinai e mi chinai, misi una mano sulla sua guancia dolcemente, con il pollice lo accarezzai, come avevo fatto già altre volte in passato per svegliarlo, e sperando che come le altre volte lui mi sorridesse ancora prima di aprire i suoi meravigliosi occhi e posare la sua bocca sulla mia.
    Il mio uomo così focoso e incontenibile adesso era freddo come il ghiaccio, Cole si girò tra le mie braccia, lo vidi guardare Kristofer e allungare la sua piccola manina verso di lui, mi avvicinai all’orecchio di Kris

    <<il nostro bambino è bellissimo amore mio…>>

    gli sussurrai, poi mi avvicinai e posai le mie labbra sulle sue per baciarlo un ultima volta, posai la mia mano su quella di Karen che stringeva Kristofer, accarezzai piano anche lei, poi mi alzai.

    chiunque ti abbia fatto questo la pagherà te lo prometto


    Mi girai e osservai Alexandre, incontrai i suoi occhi, dal suo sguardo capii che quello era stato merito suo, Damon mi aveva detto come era morto.

    "Prenderò sangue e carne di quel bastardo."

    Disse solamente continuando a guardarmi, mi avvicinai, presi tra le dita la canna che aveva iniziato, ci poggiai le labbra e aspirai intensamente lasciandomi invadere da quel sapore, mi leccai le labbra, avevo anche il sapore di Alex adesso, feci uscire il fumo lentamente dalla bocca trattenendo il più a lungo possibile quell'effetto

    <<bene ma non lo farai senza di me...>>

    Il mio sguardo su di lui era severo, non avrei permesso alcuna replica, mi disse che Armand aveva firmato la sua condanna a morte

    <<oh il caro zietto ha firmato molto più che la sua condanna... La morte non mi basta.. Non è sufficiente...>>

    fece qualche passo verso di me, si fermò così vicino che potevo sentire quasi i nostri respiri unirsi, mi disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere per saziare la mia sete di vendetta

    <<non ne dubitavo…>>

    Il modo in cui la parola vendetta uscì dalla sua bocca mi fece correre un brivido lungo la schiena.
    Era per quel motivo che la prima cosa che avevo fatto era stata andare da lui, qualsiasi legame avesse con Kristofer, era talmente forte da rimanergli fedele anche dopo la morte, lo avevo capito anche in quel breve ma intenso tempo che avevamo passato insieme, inoltre il modo in cui sembrava freddamente spietato mi attirava a lui come una calamita, al momento avevo bisogno di un uomo come lui.
    Continuai a guardarlo negli occhi, mi si avvicinò ancora di più e mi poggiò un leggero bacio sulla fronte, le sue labbra erano terribilmente dolci a contatto con la mia pelle, capii che quello era il suo modo per starmi vicino.
    Indietreggio un po' e mi passo una lettera chiedendomi di leggere.

    Lessi, la rabbia crebbe ancora di più dentro di me

    Kris sapeva che poteva succedergli qualcosa, lo sapeva e non mi ha detto niente, ha preferito tagliarmi fuori da questa storia che evidentemente riteneva pericolosa

    Alzai occhi su Alex che mi osservava

    <<tu lo sapevi!>>

    Feci una pausa cercando di calmarmi ma proprio non ci riuscivo

    <<lo sapevi e mi hai portata via! sapevi che lui era in pericolo…>>

    Cole mise una delle sue braccia intorno a me, come se percepisse i miei pensieri, gli accarezzai la manina poggiata sulla mia spalla e mi calmai al suo gesto.
    Cominciò a piangere, lo cullai un pò e mentre lo feci, del fumo simile a nebbia cominciò ad oscurare la stanza, strinsi di più il mio piccolino tra le braccia

    ma cosa diavolo sta succedendo

    sentii una voce intimare a tutti di stare fermi, il tono con cui furono pronunciate quelle parole non mi dava sensazioni minacciose, anzi tutt’altro, ma dopo qualche minuto, delle braccia strinsero il mio bambino allontanandolo da me, cercai di resistere per contrastarlo, ma non ci riuscii, non avevo ancora ripreso del tutto le mie forze, sentii il pianto di Cole interrompersi all’improvviso e la nebbia pian piano scomparire.
    Un moto di panico cominciò a salirmi dentro

    no no no no non posso perdere anche Cole!

    il mio bambino era appena nato e già si trovava in pericolo di vita, delle lacrime cominciarono di nuovo a rigarmi il viso, stavo cominciando a farci l’abitudine ad avere la vista appannata.
    Alexandre aveva un espressione sconcertata quanto la mia

    non ne posso più di sentirmi indifesa e sempre perennemente sotto attacco

    mi avvicinai ad Alex

    <<adesso io e te faremo quello che ha chiesto Kristofer… poi chiunque si sia azzardato a levarmi il mio bambino dalle braccia… la pagherà! e sorte migliore non spetterà a chi ha ucciso mio marito!>>

    il mio tono era rabbioso e disperato allo stesso tempo, non ne potevo più di subire, ero di nuovo ad un centimetro da Alexandre che era altrettanto infuriato, ero sicura che non fosse un tipo che gradiva avere le cose fuori dal proprio controllo.

    Uscii dall’ufficio come una furia, certa che Alexandre mi avrebbe seguito.

    CONTINUA IN: CELLA BREDISC -STANZA MURATA 666 -CIMITERO -Luoghi naturali
     
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    Ero ancora sconcertato da quello che era successo

    si è trasformata davanti ai miei occhi...

    Vederla così sconvolta e piena di dolore mi faceva male, ma adesso ero anche preoccupato per quello che le stava succedendo, adesso cos'era un ibrida vampiro/banshee? Solo una banshee e basta?
    Mi passai un mano tra i capelli, nemmeno la sua alleanza con questo Alexandre mi piaceva moltissimo, lei ha sempre saputo badare a se stessa ma adesso... Il suo metro di giudizio poteva essere al quanto distorto.
    Uscii fuori dalla stanza, di sicuro non avrei potuto aiutare la mia amica dentro quel casinò, alcuni dei tirapiedi del signor Spada mi lanciarono degli sguardi in cagnesco, ma nessuno di loro mi fermò.
    Presi l'ascensore, le porte si aprirono di nuovo nel completo caos dei tavoli da poker, roulette e macchinette, in quella parte dell'edificio sembrava come se nulla fosse successo, gli esseri umani non si rendevano conto di quanto fossero fortunati a vivere le loro semplici vite.
    Urtai un uomo che stava per lanciare i dadi

    <<ehi! Bada a dove cammini!>>

    Lo guardai negli occhi

    <<e tu bada a quello che dici>>

    L'uomo non disse una parola e si voltò di nuovo per tirare i dati

    bene vedo che hai capito..

    Arrivai all'uscita pensando ancora a Iris, fuori pioveva, lasciai che la pioggia mi bagnasse per risvegliarmi da tutta quella preoccupazione, da solo non potevo aiutarla, avevo bisogno di una strega o di qualcuno esperto in eventi soprannaturali, sapevo benissimo dove andare.
    Fermai un taxi, entrai e soggiogai l'autista

    <<portami al centro in città... >>

    L'autista annuì senza fare domande

    <b><<voglio che mi racconti della tua vita, della tua famiglia..>>


    La mia richiesta poteva sembrare strana ma avevo bisogno persino delle chiacchiere di un autista di mezza età per distrarmi un pò, e mentre il tizio cominciava a parlarmi del grande amore della sua vita, io fissavo gli alberi che sfilavano fuori dal finestrino e mi domandavo che cosa avrei fatto se la mia amica non si fosse più ripresa e soprattutto se quel bastardo avesse provato a fare del male a anche a lei.

    CONTINUA IN:Luoghi cittadini -città -negozio di magia
     
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    La scelta di dare le spalle ad Iris quando si era avvicinata al corpo di Kris fu una mossa studiata e calcolata, solo che avrei dovuto tapparmi anche le orecchie, perchè l'avevo sentita.. come avevo sentito quelle mani delicate accarezzarlo con amore e per non parlare di quei gemiti e gridolini che emetteva Cole di tanto in tanto, un interminabile tormento la loro continua presenza in quelle ore. Al di sotto della tanta rabbia che sentivo per la perdita di Kristofer, che non sarei più riuscito a superare perchè quando c'erano di mezzo sentimenti che mi disorientavano ero in territorio ostile e reagivo con la violenza, ribolliva qualcos'altro.. . un'assurda attrazione per quel minuscolo stallone che addirittura mi aveva spinto a cercarlo sfiorando il ventre di Iris quando ancora era nel grembo materno, e quella cazzo di empatia e la volontà di soddisfare i bisogni di quella femmina che oramai non riuscivo più a stabilire se erano dovuti al patto infernale che avevo firmato con il mio sangue o dettati semplicemente dalla mia volontà. Di una cosa ero sicuro, i Bredisc erano più corrosivi dell'acquasanta che al massimo procurava un fastidioso bruciore sulla pelle.. loro invece scavavano dei solchi profondi, loro colpivano il nucleo della mia corazzata essenza demoniaca a suon di bombe nucleari. Se non prendevo seri provvedimenti auto-difensivi ne sarei uscito annientato e cambiato, pensai con una smorfia di disgusto "PORCO CAZZO!"

    Ora ci fissavamo negli occhi, prese la canna dalle mie dita l'avvicinò alle labbra, dovevano essere morbide e calde .. da mordere e succhiare con ferocia avidità. Aspirò il fumo aromatico lasciandosi andare all'estasi momentanea di quella droga leggera.. . seguivo ogni impercettibile cambiamento in lei.. del suo viso, dei suoi respiri .. ogni vibrazione di quel corpo richiamava il mio incubo come un seducente canto erotico.

    Chiuse gli occhi e la lingua sfiorò quelle incantevoli labbra rosse.. la nostra attenzione completamente rapita da quel gesto, incantati da tanta femminilità innata. Il suo essere inconsapevole del potere che esercitava in un uomo scatenava la mia libidine.. l'incubo voleva possederla.. ora, dinanzi a tutti. Le zanne mi riempirono la bocca, strinsi involontariamente il labbro tra le punte acuminate e un basso ringhio predatorio salì in gola.

    "Calmati Alex.. lei è di Kristofer."

    Quei limiti imposti erano insopportabili.. . tra guerra e vendetta dovevo trovare il tempo anche di cercare un'amante, meglio più di uno, che riuscisse a soddisfarmi.. e tenermi lontano da Iris.

    Lei incarnava tutto quello che volevo avere, ma che non potevo prendere.. e la fame cresceva ad ogni secondo che passavo lontano da un corpo caldo da fare mio. Un bisogno che non potevo più ignorare ancora a lungo, perchè l'incubo prima o poi sarebbe evaso dalla prigione del mio corpo... . e l'ultima volta che era stato sfidato aveva scatenato un'orgia con centinaia di uomini e donne in teatro londinese nel lontano 1596 , ricordo ancora in scena il mio amante William con Sogno di una notte di mezza estate. Dalla mente recuperai le parole di Elena a Demetrio che in realtà furono scritte per me, da dedicare alla mia torturatrice, ma che mai avrei pronunciato ad alta voce.

    "Rinuncia al tuo potere di attrarmi,
    ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti."


    Puntai duramente i miei occhi nei suoi, "Femmina, non hai la consapevolezza che mi stai uccidendo lentamente.. e ti odio per questo."

    Ricambiò con uno sguardo severo, per ragioni diverse dalle mie. Non voleva essere estromessa dalla distruzione di Bredisc.

    < Non farai un solo passo se non sei al mio fianco. >

    .. più l'ascoltavo e più le sue parole mi eccitavano. Inclinai leggermente il capo continuando a guardarla in viso. I miei occhi vedevano lei con le mani sporche del sangue di Armand che sadicamente gli infliggevano atroci punizioni corporali e la mia bocca incurvata in un sorriso di profondo appagamento.. . per l'oscenità e la perversione di quei pensieri.

    Quando mi avvicinai riuscii ad impadronirmi del suo odore per alcuni istanti, ad occhi chiusi imprigionai quella dolce e delicata fragranza di femmina nel mio corpo. All'incubo piaceva quell'odore.. . sarebbe riuscito a ritrovarlo e rievocarlo tra milioni di tanti altri.

    Quando finalmente alzò gli occhi dalla lettera di Kristofer, le accuse arrivarono taglienti come lame inferte con tanta rabbia.

    Tu lo sapevi!. < Si. >

    Non riusciva a controllarsi, sentivo come la violenza di quel sentimento inghiottiva l'aria rendendo difficile la respirazione.

    Lo sapevi e mi hai portata via! sapevi che lui era in pericolo…

    Non cercai giustificazioni, a lungo avevo riflettuto quali colpe addossarmi per averlo perso.

    < Avrei dovuto massacrare di pugni tuo marito, fargli perdere i sensi e trascinarlo lontano dal suo cazzo di matrimonio. E' questa l'unica cosa che mi pento di non aver fatto.>

    Mi avvicinai di un passo e la guardai con maggior rabbia.

    < Portarti al casinò è stata l'unica cosa sensata di questa giornata di merda! Credi che quel bastardo traditore gli sia bastata la sua morte? No Iris, cazzo! >

    Stritolai la mano a pugno.

    < Cercherà Cole e te, per eliminare l'ultimo maschio della famiglia Bredisc. >

    Guardai il piccolo stallone e poi lei.

    < Col cazzo che vi avrà. Lui è mio ora. Tu sei mia. Con il sangue ho giurato a Kristofer di proteggervi, Armand deve prima eliminare me.>

    Snudai le zanne infervorato.

    < .. e non sono tornato dagli inferi per lasciare questo mondo tanto presto. Sputerà sangue dal culo se osa mettere le mani su di voi. >

    "Siete l'unica cosa che mi resta di Kristofer."

    Restammo occhi negli occhi per lunghi minuti, il pianto di Cole come unico suono nella stanza.

    L'improvviso scatto della serratura, la voce di uno sconosciuto che osava imporre il silenzio nella mia dimora, mi fece voltare di scatto la testa verso una figura. Poi il nulla, una fitta nebbia ci accecò tutti. Un corpo duro e pesante mi venne addosso, schiantandosi con violenza alle mie spalle. Per non sbilanciarmi all'impatto incassai il colpo, sentii dietro al culo quanto i suoi attributi fossero grossi e duri.

    Mi voltai ringhiando incazzato come una bestia. Nessuno mi inculava se non ero io a volerlo lo permettevo a pochi e ai maschi giusti, anche involontariamente.

    < Stai cercando la morte figlio di puttana. > urlai come un pazzo.

    Pronto a scattare all'attacco per strappargli le viscere con le mie mani il secondo successivo era tutto finito... portando il suo culo e la nebbia fuori dal mio ufficio, ma...

    ... il piccolo stallone era scomparso.

    Le pupille si dilatarono al punto che sentii i capillari scoppiare per una rabbia folle. Scaraventai per aria bicchieri e bottiglie di liquore dal carrello bar che avevo vicino. Urlai indemoniato con le schegge di vetro conficcate nei palmi delle mani serrate a pugni chiusi. I canini doloranti per la voglia di strappare la carne a morsi di quel maledetto.

    Cercai di darmi una calmata e agire in fretta.. . eliminare un neonato bastavano pochi secondi. A costo di radere al suolo l'intera città mi sarei ripreso il piccolo stallone vivo o morto e Armand Bredisc avrebbe regnato su questo cazzo.

    Iris mi venne incontro con le lacrime agli occhi, era incazzata e disperata allo stesso tempo. Mi disse di seguire le istruzioni di suo marito e andare al cimitero .. e ritrovare suo figlio. Mi fidavo degli istinti di una madre e poi potevo risvegliare una strega abbastanza potente e ordinarle di rintracciare il piccolo stallone grazie al sangue di Iris, ma questo mi sarebbe costato svelarle i miei poteri sui morti.

    "Cazzo! Appena trovo quella merda lo distruggo dopo avergli prima sfondato il culo.", strinsi ancora di più i pugni conficcandomi il vetro nella carne. Quella lieve sensazione di dolore era l'inizio di un godimento maggiore.

    < Se la cosa richiede tempo andremo via. Cole ha la priorità. > le dissi ad un centimetro dal viso.

    Come una furia lasciò l'ufficio. Prima di seguirla, indossai una camicia e una giacca di pelle e ordinai a Damien di occuparsi della salma di Kristofer.

    < Quando ti convocherò portalo al cimitero. >

    Guardai Karen.

    < Seppelliremo tuo fratello nella cripta di famiglia , ti aspettiamo al cimitero per dargli l'ultimo saluto. > mi sforzai di avere un pò di tatto, occhi verdi era la sorella di Kristofer e non le avrei fatto alcun male.

    .. infine lanciai un'ultima occhiata al pennuto che voleva unirsi alla caccia.

    < Raphael ora levati davanti ai coglioni, mi farò vivo io .. discuteremo a quali condizioni, cioè le mie.. accetterò l'offerta di collaborare insieme. > gli dissi freddamente.

    Avevo elaborato un piano eccellente per farlo fuori e risultare pulito agli occhi di Karen. Mai fidarsi di un demone e tanto meno di un incubo, siamo l'inganno impersonificato.

    Presi l'ascensore e raggiunsi Iris che avanzava come una furia.


    CONTINUA IN: LUOGHI NATURALI - CIMITERO - CELLA BREDISC: STANZA MURATA 666

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    Edited by Iole88 - 22/7/2014, 07:24
     
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    Quando mia cognata si avvicinò e posò una mano sulla mia le sorrisi debolmente.
    Ero stanca...stremata...ma avevo apprezzato il suo gesto.
    Posai i miei occhi su di lui...quel piccolo fagotto indifeso...profumava di pulito e di innocenza. Allungai una mano per sfiorare la sua testolina...dentro di lui scorreva il mio stesso sangue...in lui riviveva mio fratello...

    Mi passai le mani tra i capelli...chiusi per qualche istante gli occhi...una voce che non apparteneva a nessuno dei presenti nella stanza disse di stare fermi.
    Riaprii gli occhi...una strana nebbia ci avvolgeva...

    <e adesso cosa succede?>

    Mi alzai di scatto allungando una mano verso Raphael.
    In poco tempo la nebbia si si dissolse...mi guardai intorno...non c'era nessun altro...eravamo ancora tutti lì...tranne mio nipote...
    Chiunque fosse la persona entrata nella stanza, aveva preso il bambino...che ci fosse ancora una volta di mezzo il malato di mente di mio zio?
    Da lui c'era da aspettarsi di tutto...

    Ma adesso era arrivato il momento di seppellire mio fratello. Mia cognata uscì dalla stanza, seguita pochi istanti dopo dal demone...il quale, prima di uscire, si rivolse a me dicendomi che mi avrebbero aspettato al cimitero.
    Il mio pensiero andò subito a Raphael...avrei voluto averlo con me, ma sapevo che il demone non lo avrebbe permesso...e in quel momento l'ultima cosa che ci voleva era uno scontro tra loro.

    Mi avvicinai a lui prendendogli entrambe la mani. Lo guardai dolcemente negli occhi, cercando di trasmettergli almeno un po' dell'amore che provavo per lui...

    <non vorrei ma devo farlo...devo separarmi da te. Devo dare l'ultimo saluto a Kris...se non lo faccio mi porterò con me il rimorso per tutta la vita. Vorrei averti al mio fianco, ma so che non è possibile...>

    Alcune lacrime scesero dai miei occhi...ormai era l'unica cosa che riuscivo a fare...

    <ti amo. Non dimenticarlo mai. Il mio cuore ti appartiene...e finché lo vorrai...sarà tuo.>

    Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai...prima con delicatezza...poi sempre più forte, prendendo possesso della sua bocca. Il bisogno impellente di lui si abbatté su di me come una furia...era come se mi fossi risvegliata da un lungo sonno...

    "Ti voglio" gli dissi mentalmente...

    Mi staccai con riluttanza dalle sue labbra...lo guardai ancora una volta negli occhi...

    <non fidarti di lui. Sta' attento.>

    Avevo sentito cosa gli aveva detto Alexandre...non mi fidavo del demone...
    Lasciai le sue mani e mi voltai...raggiunsi l'ascensore...prima che le porte si chiudessero lanciai un ultimo sguardo all'amore della mia vita sforzandomi di sorridere...

    CONTINUA IN: LUOGHI NATURALI - CIMITERO - CELLA BREDISC: STANZA MURATA 666
     
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    C'era tanta nebbia nell'ufficio di Alexandre che non si riusciva a vedere a un palmo dal naso. " Cazzo succede? " pensai allarmato.
    Vidi Karen allungare la mano ebbi appena il tempo di afferrarla e mi piazzai davanti a farle da scudo con il mio corpo. Temevo una sparatoria, un'incursione degli uomini di Bredisc o di vecchi nemici del demone. La voce di uno sconosciuto ci intimò di stare fermi. Ero pronto a lottare e uccidere chiunque volesse far del male alla mia donna. Sperai che il demone proteggesse Iris ed il bambino, non sarei riuscito ad aiutarli ci avevano colti impreparati e non si riusciva a vedere un emerito cazzo.

    ...ma la nebbia si diradò in pochi secondi, sparì velocemente cosi come era arrivata. Solo che non andò via da sola, aveva portato con sè il bambino. Lo avevano strappato dalle braccia delle madre.

    < Maledetti. > sbottai furioso.

    Iris e Alexandre stavano discutendo animosamente per recuperare il bambino dal criminale che l'aveva rapito, ma giunsero alla conclusione che avrebbero dovuto prima raggiungere il luogo designato da Kristofer in quella lettera.

    < Verrò anche io. Vi aiuterò a ritrovarlo. > serio in volto feci alcuni passi verso di loro.

    Avrei messo a disposizione ogni mezzo di cui disponevo e al diavolo l'odio e il disprezzo che nutrivo per il demone, una vita innocente valeva più di ogni altra cosa.

    ... ma come mi aspettavo Alexandre rifiutò il mio aiuto, il suo sguardo freddo e svuotato di qualsiasi sentimento ,dopo aver fracassato il carello portavivande , mi trafisse con un tale odio da far drizzare i peli sulle braccia.

    < Hai bisogno del mio aiuto in questa guerra, stupido idiota! >

    Come se non ci fossi nella stanza si rivolse a Karen, moderò il tono di voce cercando di apparire falsamente innoquo. Avrebbero seppellito suo fratello nel cimitero di Littoria per dargli l'ultimo saluto e lei avrebbe dovuto raggiungerli senza di me, era sottinteso. Strinsi i pugni in un monito di rabbia. Dover lasciare Karen sola ed in sua compagnia mi feceva gelare il sangue nelle vene.

    Avanzai verso di lui prima che lasciasse la stanza come aveva fatto Iris poco prima.

    < Non è un'offerta di pace, ma una necessità per proteggere coloro che amiamo. > lo trattenni per un braccio, lui puntò gli occhi prima sulla mia mano poi li alzò ad incontrare i miei.

    Erano privi di calore, freddi e spietati. Mi disse che alle sue condizioni avrebbe accettato di collaborare. Non mi fidavo, non mi sarei mai fidato di lui.. ma non avevo altra scelta, la vita di colei che amavo era intrecciata a quella dell'uomo che più odiavo.. e per Karen sarei sceso a dei compromessi.

    < Ne discuteremo. Incontriamoci da soli Alexandre. > infilai una mano nella tasca dei pantaloni e gli consegnai un biglietto da visita dove era stampato il mio numero di telefono che usavo per lavoro.

    < Richiamami demone, sii di parola. > lo lasciai andare consapevole che avrebbe fatto in modo di trasformare una possibile collaborazione in un qualcosa che potesse essermi fatale.

    Karen mi venne accanto, intrecciò le dita tra le mie. Aveva due smeraldi al posto degli occhi ed io ero profondamente legato alla sua anima che si rifletteva in quel verde donandoli di una luce straordinaria ed unica.

    " Come posso separarmi da lei? Come posso consegnarla nelle mani di quel perverso.. ? "

    < Amore io non... . > pronunciai quelle parole in un sussurro percettibile solo a lei, ma mi fermai non appena cercò di farmi capire che doveva raggiungerli e dare l'ultimo saluto a suo fratello altrimenti avrebbe convissuto con il rimorso per tutta la vita per non averlo fatto. Le sue guance si rigarono di lacrime, raccolsi delicatamente con le dita quel liquido prezioso e annuii con il capo, non potevo impedirglielo, non potevo essere tanto egoista.

    < Se sarai in pericolo, verrò subito da te. > grazie al legame di sangue, potevo percepirla anche a distanza, niente avrebbe potuto impedirmi di raggiungerla.

    Il mio cuore accelerò i battiti quando mi disse che lei mi apparteneva fin quando avrei voluto. Trattenni il respiro, l'afferrai per i fianchi e l'attirai contro il mio corpo.

    < Ti amo anche io, ora e per sempre. > le dissi con enfasi nella voce, dio solo poteva sapere quanto fossi perdutamente innamorato di lei. Desideravo darle una vita felice, occuparmi esclusivamente di lei.. di ogni suo bisogno, di ogni suo capriccio e di ogni sua voglia.

    Volevo costruire la mia vita al suo fianco, prima di incontrarla mai avrei pensato di poter avere progetti simili. C'era stata sempre fin troppa merda da quando avevo messo piede sulla Terra, credevo che la vera felicità avrei potuto averla solo tra la mia gente.. . e invece.. Karen era tutto quello che desideravo, tutto quello di cui avevo bisogno.

    Lei avvicinò il viso al mio. Quanto bramavo le sue dolci labbra che quasi soffrii della delicatezza iniziale di quel bacio. Le mani le strinsero i fianchi quando le sue labbra si mossero avidamente e le cinsi la vita saldamente con un braccio mentre una mano la feci scorrere possessiva lungo la schiena. Le esplorai la sua bocca con le labbra e con lingua, in un bacio carico di promesse. La sua voce nella testa la sentii con vento caldo sulla pelle. Quel ti voglio fu seguito da una forte scarica elettrica che mi lasciò senza fiato in corpo, soffocai un gemito nella sua bocca. Strofinandomi contro il suo corpo minuto, mi staccai appena per sussurrarle con voce roca.

    < Ho bisogno di te. >

    .. quando persi il calore del suo corpo, sentii le membra congelarsi. Era giunto il momento di andare via e quella separazione forzata faceva male.

    < Torna da me. > la guardai negli occhi, lei era sulla porta dell'ascensore, ci fu un ultimo sguardo, la vidi sorridere.. e mi imposi di apparirle calmo.

    "Fà attenzione piccola." le accarezzai la mente dolcemente, mettendola in guardia come poco prima aveva fatto lei con me.

    La vidi andare via, restai da solo con Damien, arcidiavolo al servizio di Alexandre. Incontrai i suoi occhi gialli, ci aveva osservato in silenzio vegliando sul corpo di Kristofer e sull'umano.

    Mi schiarii la voce.

    < Ho bisogno di una camicia e lascerò il casinò. >

    Lui mi sorrise crudelmente e non mi rispose, ma ero a petto nudo, la mia camicia e la giacca le avevo lasciate al ricevimento completamente distrutte ed ero arrivato in volo e cosi me ne sarei andato.

    < Il tuo padrone ha un solo pregio: è di un'ospitalità maniacale. Non credo vorrai deluderlo. >

    Vidi confusione e alcuni secondi di esitazione in Damien ed infine decise che far incazzare Alexandre era peggio che indispettire un arcangelo.

    Appena scomparve dietro una porta, non persi occasione nell'istallare una cimice nel suo ufficio, recuperandola dalla tasca dei pantaloni. Ero a capo di una società che si occupava dello sterminio di pericolose creature sovrannaturali. Facevo uso di ogni mezzo tecnologico, convenzionale e non. Monitorare il suo ufficio era una succulenta occasione che non mi sarei fatto sfuggire.

    Fidarsi di un demone? MAI.

    Salvo una sola eccezione. Matteo.

    Pensando al mio unico amico demone, ricordai del cellulare e dei messaggi che avevo ricevuto ma che ero stato impossibilitato a leggere. Recuperai l'iphone dove vi trovai un messaggio di Zulejka e cosi decisi di inviarle le coordinate del casinò scrivendole che era il quartiere generale del demone. Ascoltai anche la casella vocale, in segreteria Matteo aveva lasciato un messaggio allarmante. Mi accigliai e decisi di raggiungerlo subito invece di richiamarlo.

    Intanto Damien ritornò con una camicia, sorrisi spietato quando la presi dalle sue mani. Un'ottima scusa per allontanarlo dall'ufficio e posizionare la microspia sotto il ripiano dell'imponente scrivania.

    "IDIOTA"

    Uscii sulla terrazza, il vento gelido della sera sferzava in forti raffiche a quell'altezza, ma non era un problema per le mie ali. Salii sul muro e mi gettai nel vuoto, aprii le ali e puntai il litorale. Sarei impazzito senza Karen, dovevo tenermi occupato fino a quando non mi sarei ricongiunto all'unica donna che mi faceva battere forte il cuore nel petto.

    CONTINUA IN: LUOGHI DI FESTA - LITORALE - NASCONDIGLIO DI MANUEL
     
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