GRAN CASINO' SPADA

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    Il Gran CaSinO' Spada sorge in un'area strategica, in un vasto viale della cittadina costiera di Littoria, dove di notte e di giorno pullula di vita.
    Il Gran Casinò di proprietà di Alexandre Spada, potente ibrido tornato dall'inferno, accoglie umani e creature della notte che sono in cerca di divertimento per annegare nella perdizione.
    La facciata è imponente e sfarzosa, ricorda una piccola Parigi, in scala ridotta sono riprodotte la Torre Eiffel e l'arco di trionfo dove di notte tutto risplende di luci, in più sarete accolti da ampi giardini e fontane.

    La struttura è composta da un vasto palazzo, dove l'eleganza e il lusso fanno da padrone, dislocato su molteplici livelli troverete l'area Casinò, dove potrete giocare d'azzardo, poker, bingo, slot machine, roulette, blackjack, chemin de fer e il baccarat. e perdere tutti i vostri soldi perchè sarà il banco a riempirsi le tasche.
    Inoltre ci sono ristoranti, boutique di alta moda, sale adibite al fitness e alle cure di bellezza.
    Vi è anche un albergo di lusso dove i clienti possono soggiornare e godere appieno della vita del casinò.
    Tutte le notti ci sono spettacoli a tema, cabaret, spogliarelliste/i e spettacoli di magia.
    Il padrone di casa ogni anno organizza un elegante ballo in maschera dove tutto non è mai come sembra.

    L'intera struttura è aperta al pubblico giorno e notte, escluso l'attico dove risiede Alexandre Spada. Quello è il suo quartier generale, gestisce i suoi affari e controlla il casinò. Li in cima è il vero volto del casinò, dove verranno partoriti i suoi piani criminali.




    Non resta che augurarvi che la fortuna vi assista!





    siua



    Ingresso libero



    Edited by Iole88 - 6/12/2013, 00:56
     
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    CONTINUA DA: LUOGHI DI FESTA - DIVERTIMENTO - CHIOSTRO E BASILICA DI SANTO STEFANO

    Avevamo lasciato velocemente la Basilica per raggiungere il mio quartier generale dove avrei protetto Iris e il piccolo stallone che era impaziente di venire alla luce. L'auto sfrecciava sulla strada principale di Littoria, imprecavo -mentalmente- visto che ero in compagnia di una signora, ad ogni semaforo rosso, lanciavo maledizioni ad ogni automobilista umano che non si toglieva davanti al cazzo e rallentava il riposo di Iris.

    "Ti prego non partorire in auto.. ."

    La mia mente però era rimasta nella Basilica alla ricerca di Kristofer.. .chissà se si è fatto vivo... e chissà cosa penserà quando non vedrà sua moglie.

    "Cazzo penserà che io l'abbia rapita??.. .è tipico di me fare ste' carognate, ma non potrei farle mai a lui.. ."

    Tornai con la mente nell'abitacolo dell'auto non appena udii Iris rivolgermi la parola, il suo istinto le diceva di non fidarsi di me, ma mi lasciava il beneficio del dubbio visto che suo marito si era fidato.

    < Si fidi sempre del suo istinto, non sbaglierà mai... .>

    .. poi la vidi chiudere gli occhi ed una smorfia di dolore le incurvò le labbra, abbassai lo sguardo per scrutarle i lineamenti del viso... vedere il dolore sul viso di quella femmina era cosi sbagliato..continuò nel parlarmi ma notavo che faceva fatica .. ad ogni accenno della sua sofferenza entravo in iperventilazione polmonare... .

    < Iris non si sforzi se parlare le costa un sacrificio... .>

    Non fece obiezioni per averla costretta a posare la testa sulle mie gambe in modo tale da farla stendere sul sedile dell'auto che era molto ampio. Mi disse anche che avrei dovuto solo provarci a farle del male, lanciandomi un sorriso furbetto e affilato.

    < Devo ammettere che l'idea di poter essere pestato da lei potrebbe piacermi .. .> le sorrisi divertito.

    La vidi trafficare con la mia giacca per poi notare la ferita ereditata dal conflitto con il pennuto. Di solito nessuno chiede mai se sono ferito ma al contrario sperano che ci abbia lasciato le penne... .la pelle; ma per mia fortuna l'erba cattiva non muore mai!

    < Non si preoccupi niente di cosi grave.. .spero di non sporcarle l'abito bianco con il mio sangue.. .>

    Mi accigliai "Oh cazzo! quanto sono diventato bravo, questa femmina ha un pericoloso ascendente su di me"

    Con il sorriso sulle labbra mi disse che non era stato un bravo ragazzo per aver pestato un angelo in un luogo sacro... .ma non era incazzata per lo spettacolino che avevamo dato alle sue nozze.

    " mi sorprende ogni minuto che passa.. .un'altra sposa al suo posto mi avrebbe linciato per aver rovinato il suo matrimonio.. ."

    Nel parlarle il tempo era trascorso velocemente che ci ritrovammo nel parcheggio sotterraneo del Casinò senza che me ne fossi reso conto.

    < Siamo arrivati > le annunciai.

    L'aiutai a ritornare in posizione eretta sul sedile, scesi dall'auto e andai ad aprirle lo sportello.. .

    La guardai in viso e poi il ventre " stai aspettando un passo falso vero stallone? ..ma io anticipo le tue mosse.. ." decisi di non rischiare proprio all'ultimo.. .e quindi..

    < Direi che ha bisogno ancora del mio aiuto.. .>

    Non attesi che potesse protestare, la presi tra le braccia e mi incamminai verso l'ascensore.

    Damien alias Satanasso rideva sotto i baffi.. . vedermi schiavizzato per una femmina che non me l'avrebbe neanche data lo divertiva.

    " Testa di cazzo! Dormirai per il resto dei tuoi giorni nel cortile legato con una cazzo di catena al collo... ."

    Ebbe però una buona idea di non entrare nell'ingresso principale dove Iris sarebbe passata sotto gli occhi di tutti i clienti del Casinò... .

    Digitai il codice che permetteva di raggiungere l'ultimo piano nei miei appartamenti e non appena le porte dell'ascensore si aprirono notai con piacere che l'ambiente era di mio gusto, raffinato e di classe. Non avevo avuto ancora l'occasione di guardare con occhio critico ciò che Damien e John avevano fatto per conto mio.. .ma ci sarebbe stata occasione in seguito per incazzarmi.. .

    Venne ad accoglierci il mio servo John e nel vedermi con la sposa tra le mie braccia ci guardò a bocca aperta scioccato.

    < No John non mi sono sposato e non ho rapito la sposa.. .nel caso te lo stessi domandando> lo fulminai con gli occhi.

    Fece un inchino alla signora e sparì dalla nostra vista. " E' un coglione però non gli mancano le buone maniere.. ."

    Adagiai Iris sul grande letto sistemandole i cuscini dietro la schiena, mi sedei sul bordo e le sfiorai la caviglia .. .prima che potesse mollarmi un calcio nelle palle l'anticipai.. .

    < Voglio solo sfilarle le scarpe.. .starà più comoda.. .>

    Per una volta avevo intenzioni buone, ma non appena le sfilai entrambe le scarpe il mio demone si affacciò come uno squalo a guardarla.. .

    "Porca troia! .. meglio che mi allontano i piedi femminili sono dannatamente erotici "

    Mi dileguai nel bagno, chiusi la porta e mi poggiai con la schiena contro, allentai il nodo alla cravatta... .per cercare di frenare i bollenti spiriti che avevo appena innescato.

    " Una bellissima donna è sul mio letto ed io non voglio fare il porco. Non mi riconosco più.. .che cazzo sta succedendo?" mi spaventai a morte.

    Andai verso il lavabo, sciolsi la cravatta, tolsi la giacca e la camicia inzuppata di sangue. Recuperai la lettera di Kristofer e la misi in tasca... . non appena la toccai rabbrividii ripensando alle sue parole dietro le colonne della Basilica e per quanto potessero avere valore le mie preghiere.. .pregai che nulla gli fosse accaduto.

    Guardai lo squarcio che correva dalla vita al petto, faceva un male cane, avevo mentito ad Iris.. .avevo bisogno di chiuderla con dei punti e pulirla.

    "Maledetto! Mi devi un completo Armani"

    Presi ago e filo chirurgico dal mobiletto del bagno ed iniziai a ricucirmi da solo ad ogni punto inveivo contro il pennuto. "Godrò come un pazzo quando brucerai all'inferno"

    Mi ripulii del sangue e ritornai in camera..

    < Si sente meglio? > le chiesi interessato per il suo stato mentre aprivo l'armadio per indossare una camicia pulita. Rivestito e presentabile mi avvicinai ad un tavolo da lavoro dove erano riposti in dei vasetti erbe e piante medicinali, in un mortaio polverizzai alcune di esse per preparare un intruglio da far bere ad Iris.

    Diluito con dell'acqua versai il contenuto in un calice.

    "Ne prenderò uno anche io cosi la ferita si cicatrizzerà prima"

    Ritornai vicino al letto e le offrii il calice.. .

    < E' per lei, la farà sentire meglio.. . > notai il suo sguardo diffidente.

    < Non nuocerà al bambino, si fidi... .berrò insieme a lei.. .> presi posto su una poltrona accanto al letto e bevvi tutto d'un fiato l'intruglio.

    Feci una smorfia di disgusto < Ha un retrogusto amaro, ma è un vero toccasana.. .da adolescente sono stato allevato da una congrega di streghe da allora mi è rimasta la passione delle arti magiche e delle scienze occulte.. .>

    Scossi la testa irritato " Perchè cazzo le sto dicendo questo?"

    " Meglio che avviso Kristofer, chissà se avrà con sè il cellulare.. .ma di questi tempi se lo portano dietro fin dentro il cesso.. ."

    Presi il cellulare e scrissi alcune righe a Kristofer.

    " IRIS E' CON ME SIAMO AL CASINO'. PROTEGGERO' LEI E TUO FIGLIO COME HO GIURATO DI FARE AMICO MIO.. MA DOVE CAZZO SEI? LEI HA BISOGNO DI TE..NON FARE CAZZATE KRIS NON HO ALCUNA INTENZIONE DI RINUNCIARE A TE.. ALEX"

    Una fottuta ansia di restare da solo durante il parto e la sola idea che Kristofer fosse tutto solo li fuori con quel marpione di suo zio pronto a fargli il culo mi stava facendo impazzire dalla rabbia.

    .. .ma dovevo controllarmi o sarebbe stata sua moglie a farmi il culo per averle nascosto che la vita di suo marito è in pericolo.

    Le lanciavo occhiate fugaci indeciso se alzarmi da quella poltrona e tornare alla Basilica per cercare Kristofer.. . ma lei non era nelle condizioni di tornare in quel luogo e se le fosse successo qualcosa durante la mia assenza Kris non me l'avrebbe mai perdonato.

    " Porca puttana odio essere in trappola!!! ODIO NON AVERE ALTERNATIVE!!" digrignai i denti e cercai di ricompormi.. .

    < L'ho avvisato che siete qui.. .spero che abbia avuto la brillante idea di andare all'altare con il cellulare in tasca.. .>


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    Edited by Iole88 - 4/3/2014, 01:28
     
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    <<l'istinto in passato mi ha tirata fuori da molte situazioni...tuttavia quando si diventa parte di una coppia, l'"io" passa in secondo piano per lasciare posto al "noi">>

    feci un sorriso amaro ripensando a Kristofer, ero preoccupata per lui ma al momento il nostro bambino reclamava la mia completa attenzione, e conoscendo mio marito, se si metteva in testa che doveva fare una cosa, quella era.
    Alexandre continuava a dimostrarmi la sua premura, preoccupandosi delle mie condizioni

    <<magari fosse il parlare il mio problema>>

    dissi sforzandomi di sorridergli, a ogni movimento della macchina mi sentivo peggio, la battura di Alex sul possibile piacere che avrebbe potuto provare se l'avessi picchiato, mi fece ridere e mi distrasse per un attimo.
    Non stavo più facendo caso al fatto di portare ancora l'abito da sposa, me lo fece notare il semi sconosciuto che mi teneva tra le braccia

    <<non si preoccupi, non ho intenzione di risposarmi ed indossarlo un altro giorno>>

    sta cercando di distrarmi dalla sua ferita, ma sento l'odore di ogni singola goccia che sta uscendo

    mi annunciò il nostro arrivo, cercavo di sbirciare fuori dal finestrino per riconoscere un qualche particolare che mi fosse famigliare. Scese per primo dalla macchina, mi aprì lo sportello e guardandomi mi disse che forse avevo ancora bisogno del suo aiuto e mi prese di nuovo fra le sue braccia

    <<se continua così potrei abituarmici>>

    nonostante sia ferito mi evita di camminare, non ci posso credere, forse la mia fiducia è ben riposta dopo tutto

    mi guardavo intorno e non riconoscevo nulla di quel posto

    non ci sono mai stata prima d'ora

    sicuramente non eravamo passati dall'entrata principale, non c'era quasi nessuno e quei pochi che incontrammo sembravano tutti dei sottoposti di Alexandre, ci dirigemmo verso un ascensore, il mio improvvisato cavaliere digitò un codice e la nostra salita cominciò. Le porte si aprirono e ci trovammo in un attico elegantemente arredato

    <<questo edificio è tuo non è vero?>>

    dissi deducendolo dagli ultimi minuti trascorsi

    per questo io non ci sono mai stata

    un uomo che lui chiamò John lo aspettava per servirlo, lo liquidò brevemente con una battuta e mi portò dritta in camera, mi adagiò su un letto patronale, che a contattò con la mia pelle risultò essere morbido, caldo ed accogliente. Quando mi distesi feci un sospiro quasi involontario di sollievo.
    Sentii il suo tocco sulla mia caviglia nuda, un brivido mi percorse la schiena a quel contatto inaspettato, mi disse che voleva soltanto togliermi le scarpe, forse si era accorto della mia reazione, annuii piano un pò in imbarazzo, sentii del calore sulle guance

    Cavolo sto arrossendo come una ragazzina!

    Se ne andò in bagno prima che potessi dire qualcosa, mi ritrovai da sola in quell'immenso letto, mi toccai la pancia, il bambino sembrava avermi dato una leggera tregua

    La mia prima notte di nozze la passo nel letto di un semi sconosciuto... Non ho parole!

    Ero talmente stanca che non riuscii a tenere gli occhi aperti, finii nel mondo dei sogni per pochi minuti, riaprii gli occhi solo quando sentii i rumori della porta del bagno che si riapriva, vidi Alex uscirne senza camicia, lo osservai senza dire niente

    Si è ricucito la ferita

    Lo potevo sia vedere che sentire, mi chiese come mi sentivo

    <<nel suo letto meglio, grazie>>

    Trafficò con degli intrugli, si avvicinò passandomi un bicchiere con del liquido, lo annusai e lo guardai accigliata, mi chiese di fidarmi e mi disse che avrebbe bevuto con me, feci un cenno di brindisi con il bicchiere e ne portami un sorso sulle labbra

    <<dio è veramente orribile>>

    Dissi ridendo e buttando giù un'altro sorso, mi disse che era stato allevato da alcune streghe

    eccosi spiegate le erbe

    <<ho avuto alcune amiche streghe ma per la maggior parte me le sono fatte nemiche>>

    Seduto sulla poltrona lo studiavo, avevo la sensazione di metterlo a disaggio, quasi come se avesse paura di me

    E come biasimarlo, anch'io avrei paura se avessi una donna nelle mie condizioni in camera da letto

    Lo vidi prendere il cellulare, mi guardò dicendomi che aveva avvertito Kris di dove eravamo, mi alzai a sedere sul letto a fatica

    <<uno di voi due prima o poi mi dovrà dire cosa sta succedendo>>

    Sentii come l'impulso di andare in bagno, avevo bisogno di una rinfrescata , mi alzai sempre a fatica dal letto, misi un piede davanti all'altro. Improvvisamente sentii come se me la fossi fatta addosso

    Oh. Merda.

    Alzai lo sguardo verso Alex

    <<bad boy abbiamo un grosso problema...>>

    Feci una pausa e lo guardai terrorizzata

    <<mi si sono rotte le acque.>>

    Cominciai ad andare in iper ventilazione

    No ti prego, non posso farlo adesso, non sono pronta..

    Chiusi gli occhi e cercai di calmarmi, una fitta di dolore tornò a togliermi il respiro, Alex si era alzato ed era venuto verso di me per sorreggermi

    Piccolo non vedi proprio l'ora di uscire è!?

    Mi voltai di schiena verso Alexandre, sollevai i miei capelli

    <<ok Alex, spogliami!>>

    dissi al mio nuovo migliore amico vista la situazione, mi sbottonò l'abito da sposa e rimasi in una sottoveste bianca e sexy pensata per la mia prima notte di nozze

    <<questo dettaglio sarà meglio che lo omettiamo a Kris!>>

    Mi girai e gli sorrisi sarcastica finché un'altra fitta di dolore non mi colpì, andai verso il letto per stendermi, guardai Alex in faccia ed era più spaventato di me

    <<alex ho bisogno del suo aiuto... il mio piccolo pare si sia stufato dell'attesa...>>

    Lo guardai quasi pregandolo di riprendere il controllo

    <<alex ho bisogno di te!>>
     
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    "SANTO INFERNO!!!.. .aiutami tu."

    ..e mi abbandonai contro il morbido schienale della poltrona. La guardavo come un animale spaventato mentre pensavo e ripensavo alle gentili premure che le avevo riservato, all'ansia e all'agitazione che mi attanagliavano la bocca dello stomaco ogni qualvolta gli spasmi delle contrazioni la lasciavano senza fiato. .. il mio desiderio di cancellare la sofferenza dal suo viso.. il mio volerla aiutare. Tutte azioni istintive e che non avevo messo in conto di fare... . quando mai sono stato cosi premuroso? ..quando mai ho messo da parte il mio ego per qualcun altro?

    "PORCO DIAVOLO MI FACCIO SCHIFO."

    Mi si torcevano le viscere al solo pensiero di poter provare sentimenti umani. Era la mia paura più grande riuscire a sentire di nuovo. La mia metà umana me l'ero buttata alle spalle nell'aver abbracciato l'immortalità del vampirismo.. .ma in questi istanti mi sentivo come se fossi tornato indietro nel tempo.. a quando ero vulnerabile ed esposto, a quando ero disposto a tutto pur di ricevere affetto e protezione da mia madre.

    Ed Iris complicava le cose, lei affrontava la situazione con grande forza d'animo e risolutezza.. .non avevo alcun dubbio che fosse una femmina di valore e con le palle..ed i suoi comportamenti mi lasciavano spiazzato, per la fiducia che non mi aveva negato, per quei sorrisi che le avevo strappato, per aver udito la sua calda risata femminile riempire la stanza, e per quell'innocenza mostrata per averle sfiorato la caviglia...tutto questo si scontrava con la mia natura perversa.

    ..ma il mio venerarla non nasceva dalla sua femminilità e bellezza, mi rifiutavo di guardarla come demone e come uomo perchè moglie di Kristofer non dovevo fare il porco con lei, ma dal suo accarezzarsi il ventre che tenevano i miei occhi incatenati alle sue mani e dal disarmante amore che aveva verso suo figlio.. reincarnava tutto ciò che avevo sognato durante la mia infanzia.

    Avrei preferito che mi avesse trattato con disprezzo e rabbia.. . questi erano sentimenti che capivo, che sapevo gestire.. . lei indeboliva la mia oscurità, porca puttana, mi teneva ammansito, rincoglionito. Desideravo con tutto me stesso poter fuggire da questa stanza!

    "Kristofer deve tenerla lontana anni luce da me.. .assolutamente non voglio restarle un minuto in più accanto. E' pericolosa...questa donna è pericolosa."

    Poi la vidi mettersi seduta sul letto con gran fatica e mi disse che prima o poi uno dei due le avrebbe detto cosa stava succedendo li fuori.

    "Di certo non sarò io a farlo se lo può scordare."

    ..a stento riuscivo a reggere questa situazione di calma apparente figurarsi se l'avessi fatta agitare.

    Si alzò lentamente dal letto non mi diede il tempo nemmeno di aiutarla che mise un piede dietro l'altro, nella mia testa sentii l'eco di una fortissima imprecazione. Si bloccò di colpo e puntò gli occhi nei miei... . spaventata. "Abbiamo un grosso problema".

    Sgranai gli occhi.. < La prego non mi dica che si tratta del piccolo stallone. >

    ..infine passò all'essere terrorizzata.. "OH CAZZO!"

    "mi si sono rotte le acque." Piantai le mani nei braccioli della poltrona per quanta forza ci misi in quella stretta mi feci male.

    < Merda! .. .ci ha fottuti. >. Restai paralizzato, tremendamente scosso per moderare il linguaggio davanti a una signora.

    Respirava in modo affannoso come a voler divorare grosse quantità di ossigeno, era entrata nel panico ed io ero più spaventato di lei.. . tanto che per la prima volta nella mia vita non sapevo cosa fare.

    < Non si agiti la prego... Iris! >

    Chiuse gli occhi e una fitta di dolore le tolse il fiato, scattai dalla sedia per afferrarla prima che potesse perdere l'equilibrio e cadere a terra, questa femmina mi avrebbe fatto morire di infarto una di queste volte.

    < Si calmi, sapevamo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato..> cercai di non farla agitare la sostenevo tra le braccia per darle maggiore sicurezza e per permetterle di recuperare le forze.

    "..più poi che prima avevo tanto sperato.. .magari con suo marito a prendere in mano la situazione cosi potevo svignarmela da vigliacco.. ."

    Si voltò di schiena e riacquistò il controllo. "Ok Alex, spogliami!" , il mondo girava al contrario ora era Eva a voler tentare il diavolo.

    < Non puoi capire cosa mi stai chiedendo di fare. > le dissi in un sussurro strozzato.

    Dopo aver sollevato i capelli l'odore di femmina mi penetrò fin dentro la pelle.. le mie mani erano già dietro la sua schiena per denudarla.

    Cercai in tutti i modi di non pensare alla sua pelle liscia e morbida come seta e a quando l'abito bianco lasciò il posto ad una sexy sottoveste bianca. Il mio incubo esultò nella prigione in cui lo tenevo incatenato.. ed il saperla di qualcun altro rendeva il tutto ancora più eccitante.

    Le diedi la mano e l'aiutai ad uscire dalla pozza di seta e tulle bianca ai suoi piedi, i miei occhi indugiarono lungo le sue gambe..

    "... .in che mani l'hai lasciata Kris, o non sai che sono bisessuale?"

    "questo dettaglio sarà meglio che lo omettiamo a Kris!" disse senza alcun velo di malizia nella voce.

    < Mi strapperà le palle.. .> sentenziai.

    Si girò e mi sorrise sarcastica, io restai paralizzato nella mia posizione. Sforzarmi di frenare l'impulso di saltarle addosso fu una sofferenza inimmaginabile.

    " ..e che cazzo è un vizio di famiglia lasciarmi arrapato."

    Scossi la testa ed indietreggiai, odiai la mia natura, odiai in quel momento essere un fottuto demone del sesso.

    Un alone rosso di lussuria annebbiava la mia vista, ma il vederla preda di un'altra fitta di dolore, cancellò tutto.. .facendomi sprofondare nel terrore.

    Si spostò verso il letto guardandomi negli occhi con una richiesta di aiuto.

    < Io ..io non sono pronto. Non sò come aiutarla... .mi dispiace Iris che è capitata nelle mie mani.. .>

    Non avevo mai ceduto ad una richiesta di aiuto.. .sono un sadico, un brutale animale.. .

    "Maledizione demone non farti mettere al tappeto dal piccolo stallone... ancora deve venire al mondo cazzo!"

    Non riuscii a resistere al suo appello. "Alex ho bisogno di te!", avevo giurato a suo marito di prendermi cura di lei.. non potevo negarglielo, e non potevo sottrarmi nemmeno agli occhi di quella femmina..

    "Cazzo! Quanto sono debole."

    Mi avvicinai e mi poggiai all'estremità del letto accanto a lei, le presi la mano e gliela strinsi delicatamente nella mia.

    < Iris sono qui per lei.. .non la lascerò sola. Affronteremo tutto insieme.> le scostai una lunga ciocca di capelli dal viso.

    < Respiri in modo calmo, lento e profondo.. .quando le contrazioni aumenteranno si abbandoni allo spontaneo impulso a spingere.. .il piccolo stallone vuole venire alla luce e non ci troverà impreparati..> cercai di usare quanta più dolcezza possibile.

    "Speriamo che nessuno mi veda, ho una reputazione da mantenere.. .ho tanto sudato per un posto all'inferno.. ."

    < Respiri insieme a me.. .e rilassi i muscoli del corpo. Resterò accanto a lei sempre..sarò pronto ad incoraggiarla. >

    Ebbi un impulso sfrenato di accarezzarle il ventre.. e lo feci, non riuscii a controllarmi.. .sentire quel piccolino muoversi era una sensazione meravigliosa, sentii la mano formicolare per il potere che emanava cullato dal ventre della madre.

    "Cosi piccolo e già cosi cazzuto. E' tutto suo padre.. ."

    Tolsi la mano rapidamente.. e mi scusai con Iris.

    < Mi perdoni ma non ho saputo resistere.. .desideravo farlo da parecchio. >

    Poi le sorrisi e fu uno dei pochi sorrisi che lasciavo sfuggirmi dalle labbra.

    < L'offerta di pestarmi è ancora valida.. .non si faccia problemi può usarmi come vuole.>

    3lc3

    Edited by Iole88 - 9/3/2014, 17:41
     
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    Alex sembrò tornare in se dopo un interminabile momento di panico, mi disse che avremmo affrontato tutto insieme e fu molto rassicurante, mi disse di respirare e che quando sentivo il bisogno di spingere dovevo farlo, io annuì e sorrisi debolmente

    <<sembra quasi che lei abbia fatto nascere altri bambini>>

    scherzai guardandolo, vidi i suoi occhi sulla mia pancia, poi con un gesto incredibilmente dolce la accarezzò, si ritrasse dopo qualche secondo e si scusò quasi turbato. Da quando ero incinta molti avevano l'impulso di toccarmi la pancia, ma mai nessuno aveva reagito in quel modo

    <<non fa niente...>>

    dissi sussurrando appena, sorpresa da quel gesto, e tenendo gli occhi fissi in quelli di lui quasi ipnotizzata, lui scherzò dicendo che potevo ancora pestarlo se volevo

    <<grazie sono contenta di poter fare di lei ciò che voglio>>

    non potei fare a meno di sorridergli, la frase mi uscì più provocante di quanto volessi

    <<oddio, non volevo dire proprio...>>

    la sua presenza mi metteva stranamente in imbarazzo, e non riuscivo a capire perché, poi un'altra contrazione arrivò....

    sto per partorire senza Kristofer"

    a quel pensiero improvviso, mi vennero gli occhi lucidi, in quel momento ero così emotiva che mi sarei messa a piangere per qualsiasi cosa, ma un'altra fitta lancinante di dolore mi riportò alla realtà del momento

    non mi pare il caso di fare la femminuccia dalla lacrima facile adesso!

    Mi auto rimproverai.
    Seguii le indicazioni di Alex e dopo aver preso un respiro profondo spinsi, era il dolore più forte che avessi mai provato, anziché diminuire non faceva altro che aumentare, stavo tenendo il conto di quanto tempo passava tra una contrazione e l'altra ma adesso lo avevo perso, e la mia razionalità mi stava abbandonando

    <<ah! non se la faccio!>>

    piagnucolai, dopo pochi secondi il dolore mi diede un leggero attimo di tregua facendomi tornare a respirare

    <<mi dispiace che sia costretto a farmi da baby sitter proprio in questo momento>>

    mi teneva la mano e con il pollice lo accarezzai dolcemente in segno di gratitudine, gli sorrisi, in fondo quel perfetto sconosciuto mi stava aiutando nel momento, forse più difficile della mia vita.
    Un'altra fitta di dolore arrivava, la frequenza era aumentata

    voglio un antidolorifico!

    pensai supplicando, strinsi ma mano di Alex con una forza che non sapevo nemmeno di avere, il mio viso si trasformò involontariamente e mi spuntarono i canini, qualcosa non andava, sentii l'odore del mio sangue che usciva, il cuore esplodere dal mio petto, diedi un'altra spinta ma il dolore non faceva che aumentare e il bambino non usciva, ero sempre più debole

    <<non... non...>>

    le parole non mi uscivano di bocca, il doloro era troppo, finalmente la contrazione finì ma il mio corpo rimase comunque dolorante, guardai Alex

    <<ho bisogno di sangue, sono debole, ne sto perdendo troppo...>>

    l'ultima volta che mi ero nutrita era al matrimonio, e solo quel bicchiere che mi aveva dato Alex, se avessi morso qualcuno in quel momento non so se sarei riuscita a fermarmi... non essendo un umana di sicuro non avrei potuto farmi una flebo.
    Mi toccai il ventre dolorante, il bambino non riusciva ad uscire, dovevo fare qualcosa, presi la mano di Alex e la guidai sul mio ventre

    <<prendi un coltello e fai un taglio in questo punto>>

    presi tre sue dita e le poggiai appena sopra il mio inguine, non riuscivo a vedere oltre la mia pancia e da sola non avrei potuto farlo.

    <<immagino che tu sappia quanto profondo lo devi fare>>

    non essendo un santo sicuramente in passato aveva torturato delle persone, imparando nella pratica l'anatomia, e in quel momento la cosa non mi terrorizzava a fatto, anzi! mi rincuorava.

    <<mi fido di te, ti prego fallo! prima che abbia un'altra contrazione>>

    avrei sopportato qualsiasi tipo di dolore pur di far nascere il mio bambino.
     
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    Iris non era priva di umorismo scherzò nel sentire i consigli che le avevo dato riguardo al parto. “ Sembra quasi che lei abbia fatto nascere altri bambini ”

    < Mai personalmente, ma ho assistito al parto di alcune “mie protette”. >

    Nel corso dei secoli avevo accolto nella mia corte a Parigi donne e uomini che concedevano corpo e sangue spontaneamente in cambio di protezione e privilegi. Molte di loro restavano gravide per la vita che conducevano nella mia casa, ma non di me ovviamente io non volevo figli naturali per semplice questione di principio verso mio padre.. non avrei di certo incrementato la sua stirpe, i soli miei figli erano i vampiri che creavo.. .come quel bastardo di Kilian, il mio favorito, che era ancora li fuori a godere della libertà.

    “.. ma tornerai dal tuo papà. E’ già pronta la stanza dei giochi.” Pensai diabolicamente.

    Non si incazzò per aver violato il suo ventre, ne ero attratto terribilmente e non riuscivo a capire il perché. Quella femmina mi turbava, mi faceva fare cose che non avrei sognato nemmeno di fare.. .o di esserne capace. Più lei teneva gli occhi fissi nei miei e più il mio incubo si dimenava, la vedeva attraverso i miei occhi e la bramava. Quegli occhi toccavano corde che era meglio non provocare.. .per la virtù delle sue grazie e per la salute delle mie palle.

    Ma non avrei permesso alla mia natura di prendere il sopravvento, quella femmina era off limits e cosi doveva restare.

    Alla mia battuta di voler essere pestato mi sorrise e si lasciò sfuggire che era contenta di poter fare di me ciò che voleva.

    “Cazzo, immagina come faresti felice me.”

    Suonava cosi provocante e destabilizzante per il controllo che cercavo di mantenere con lei. Sembrava che tutto mi remasse contro, per una volta che volevo comportami da bravo ragazzo.

    “ Si vede che non è destino che io lo sia “

    Si rese conto che avrei potuto fraintendere e cercò di rimediare.. imbarazzatissima, pur sposata conservava la sua purezza. E l’incubo era tentato da donne come lei.. .da far cadere nel peccato.

    “Un frutto proibito da violare con estrema cura “

    < Non si preoccupi, non l'ho fraintesa. >

    Era una di quelle poche donne che valeva la pena di essere sedotta come si deve, ma con una come lei c’era il rischio che il seduttore ne venisse sedotto e qui c’era inculatura perdevi la testa e te ne innamoravi.
    Mi venne la pelle d’oca al solo pensiero che l’amore potesse toccarmi. Che schifo è peggio dell’acqua santa!

    “ Non baratterei la mia condizione di scapolo per niente al mondo. .. “

    La calma di quegli istanti venne spazzata via da un’altra contrazione, le tenevo la mano per invogliarla a non mollare.. .i suoi occhi lucidi, era tesa ed emotiva. Sentivo le sue pulsazioni aumentare, con Kristofer sarebbe stata più tranquilla e rilassata, ma non aveva risposto al mio messaggio. Non ero cosi stupido da pensare che la sua assenza fosse volontaria... .qualcosa o meglio qualcuno lo aveva intrattenuto, e cominciavo a temere il peggio sapendo chi c'era li fuori ad aspettarlo.

    “Dove sei Kris? cazzo! .. .dovresti stare tu al posto mio. Non puoi perderti la nascita di tuo figlio.”

    < Iris coraggio! .. .spingi andrà tutto bene. >

    Vedevo come si impegnava a seguire le mie indicazioni, era una donna tosta e combattiva, una fitta di dolore le distorse i lineamenti del viso, disse di non farcela.

    < Sò che puoi farcela, sei una donna con le palle. ... >

    Il dolore la stava uccidendo, in quel momento sarei stato disposto a condividerlo pur di darle un attimo di pace.. .io c'ero abituato faceva parte della mia vita.

    Finalmente ebbe un attimo di tregua e credo che tornammo a respirare entrambi, quella situazione stava mettendo alla prova anche i miei nervi, ma non potevo permettermi di andare nel panico, aveva bisogno di una presenza forte e sicura accanto, almeno questo potevo darglielo.

    Mi accarezzò il palmo della mano con le dita, era il suo modo di ringraziarmi per starle vicino, quel gesto fu del tutto inaspettato, tanto che fui tentato a togliere la mano, non ero abituato nè alla gratitudine e nè a carezze fuori dal letto.. .ma non lo feci, era un mio limite, lei non poteva saperlo. Mi disse che le dispiaceva che fossi costretto a farle da baby-sitter.

    < Ho fatto di peggio nella mia vita, questa è la prima cosa pulita e sana che faccio, ma non dirlo a nessuno ci perderei la faccia.. .> e le sorrisi divertito.

    Fece un respiro profondo e spinse, ma qualcosa non andava, un'altra contrazione le mozzò il respiro, mi strinse la mano cosi forte che la guardai in viso preoccupato. Le spuntarono i canini e il profumo del suo sangue investì anche me, lasciandomi sfuggire un ringhio basso per l'odore speziato che sentivo sulla punta della lingua. Le punte delle zanne mi ferirono il labbro inferiore.

    "MALEDIZIONE!"

    Iris perdeva sangue, e non era un buon segno. Pareva che il cuore le volesse uscire fuori dal petto, la sentivo cosi debole.

    "Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo.. ." presi delle grosse boccate d'aria per frenare il panico che attanagliavano i muscoli del mio corpo.

    Voleva avvertirmi del problema ma era troppo debole per parlare, il dolore delle contrazioni ed il bambino che non ne voleva sapere di fare il bravo ed uscire la stavano sfinendo. Se non mi davo da fare avrei perso madre e figlio... .e questo non lo avrei permesso quando entrambi mi erano stati affidati da un amico che aveva consegnato nelle mie mani gli affetti più importanti della sua vita.

    Lei mi guardò e riuscì a parlarmi, aveva bisogno di sangue, ne stava perdendo troppo, si accarezzò il ventre per poi prendere la mia mano e guidarla poco sopra il suo inguine, la mia mano tremava nel toccarla.. .per aver intuito cosa voleva che facessi.

    "prendi un coltello e fai un taglio in questo punto, immagino che tu sappia quanto profondo lo devi fare"

    Feci un profondo respiro e mi alzai dal letto, non avevo mai squartato... .cioè tagliato qualcuno se non per il gusto di torturarlo.. .con un coltello in mano perdevo la testa non sapevo fermarmi... .ne traevo un godimento pazzesco.

    "Mi sta chiedendo troppo, ucciderò entrambi.. .non posso farlo. Non sono adatto per occuparmi di una donna e un bambino."

    Indietreggiai di alcuni passi.. .

    < Iris io... io ti farò del male.. .non chiedermi di farti questo. > la guardai disperato, ma una parte di me, molto grossa non vedeva l'ora di iniziare.

    Mi allontanai ancora di più.. ma lei insisteva "mi fido di te, ti prego fallo! prima che abbia un'altra contrazione"

    Si fidava di me, come cazzo faceva a fidarsi?.. .doveva essere proprio disperata... .l'ultima spiaggia.. .e non avevo alcuna possibilità di rifiutare, quel cazzo di giuramento infernale lo sentivo ancora più forte. Dovevo accontentarla, era una sua richiesta esplicita.

    Mi allontanai definitivamente, non le dissi niente, ero troppo occupato ad imprecare mentalmente, presi l'occorrente cercando in una casa che non c'ero mai stato..per poter iniziare il mio primo parto cesareo. Trovai la mia valigetta degli attrezzi del mestiere, asciugamani e filo di sutura che avevo nel mobiletto del bagno.

    "In che cazzo di situazione mi hai messo Kris.. .merito di ricevere un altro bacio, anzi meglio due che ti perdono .... ."

    Ritornato accanto ad Iris posai l'occorrente sul letto.

    < Inizierò non appena ti sarai nutrita di sangue.. .sei debole e devi recuperare le forze.. . >

    Mi avvicinai al letto e arrotolai la camicia fino al gomito.

    < Il mio sangue Iris, prendilo. > le offrii il polso portandolo a un centimetro dalle sue belle labbra.

    Sapendo che non poteva fare storie e rifiutare accostai la mia vena sulle sue labbra, non appena mi morse, gemetti forte. Sentire le zanne di una femmina nella carne era qualcosa di indescrivibile.. .ma ad ogni suzione mi sentivo sempre più debole.. .avevo perso già parecchio sangue dallo scontro con Raphael ed Iris ne bramava tanto per lei e suo figlio.

    Le donai quanto più sangue potevo permettermi di sottrarre al mio corpo, ma ad un certo punto la fermai.. .le accarezzai i capelli per distrarla dalla sete di sangue.

    < Iris, basta.. FERMATI ! Mi stai prosciugando cazzo, ed hai ancora bisogno di me. > le dissi in un ringhio.

    Non era in lei, in quel momento pensava soltanto alla sua sopravvivenza.. .le strappai il polso dalle labbra, intenso calore e dolore devastava il polso, leccai la ferita guardandola negli occhi. Era ancora più bella furiosa.

    < Ora sta ferma. Grida se vuoi, mandami all'inferno, ma non ti muovere Iris.. .fallo per tuo figlio. > le presi la mano e gliela strinsi.. quello che stava per affrontare lo avrebbe ricordato per tutta la vita.

    Mi spostai ai piedi del letto, alzandole la sottoveste bianca fin sopra lo stomaco, guardai il suo corpo nudo, ma non la vidi da incubo... .ed era questo a preoccuparmi.

    Presi dalla valigetta il bisturi quella lama fredda e tagliente l'avevo avuta in mano cosi tante volte da aver perso il conto... mai per salvare una vita, solo per donare morte e sofferenza. Vedevo che lei mi osservava, magari si stava chiedendo come mai ero cosi rifornito.

    < Ho diversi passatempi Iris, e questo è uno dei tanti.. . direi che sei in buone mani.. .pochi minuti e cullerai lo stallone tra le tue braccia.>

    Cercavo di distrarla per farle pensare a qualcos'altro portandola con la mente al bambino. Suo figlio sarebbe stato meglio di un antidolorifico..

    Incisi la pelle, la lama tagliò decisa e lineare, ero concentrato al massimo, il sangue sgorgò... le zanne si allungarono.. .ero terribilmente eccitato, ma niente al mondo mi avrebbe distratto da ciò che stavo facendo. Ero un maniaco del controllo. Le bloccai un fianco con una mano inchiodandola sul letto, non potevo rischiare che facesse un movimento sbagliato. Tagliai la carne poco sopra il pube in una linea orizzontale mi fermai non appena intravidi l'utero.

    < Ci sono quasi Iris, resisti. >

    " Controllati Alex... mantieni la calma.. .salvali entrambi. "

    Iniziai a sudare freddo, una volta inciso l'utero vidi il minuscolo corpo del neonato. Infilai una mano dentro Iris e con delicatezza estrassi il piccolo stallone dal ventre della madre.

    Era cosi piccolo.. .un bellissimo maschio. "Il tuo papà sarà cosi orgoglioso di te." Guardai le manine minuscole chiudersi in dei pugnetti, aveva gli occhi chiusi e faceva fatica a respirare. Lo scossi un pò per liberargli le vie respiratorie.

    Il silenzio della stanza fu spezzato dal suo primo vagito. Piangeva e urlava come un pazzo... . era tremendo, una piccola peste. Mi emozionai.. .non riuscendo a capire perchè.

    Con due pinze bloccai il legame tra la madre ed il figlio e tagliai il cordone ombelicale. Sistemai il piccolo stallone e lo lasciai sul letto accanto a me ad occuparmi di sua madre.

    < E' un bellissimo maschio. >

    Feci attenzione ad estrarre la placenta e cominciai a suturarla, strato dopo strato. La fronte mi sudava sotto agli occhi curiosi del piccolo stallone.

    "Ho vinto io piccolo.. .ci vuole ben altro per mettere al tappeto Alex.. ."

    Impiegai poco, in meno di quindici minuti era tutto finito. Presi un asciugamano e cercai di ripulire Iris per poi ricoprirla dalla sottoveste. Mi abbassai sul piccolino e iniziai a pulire anche lui prima di consegnarlo alla madre.

    Afferrò un mio dito nella sua manina e lo sentii stringere e ridere mentre mi guardava soddisfatto per avermi fatto sudare sette camicie.. .

    "Ah ti sei divertito.. . lo sapevo che riuscivi a sentirmi.. .piccola peste che non sei altro."

    Non avevo alcun istinto omicida nei confronti di quella piccola creatura.. .ma una strana e fastidiosa leggerezza all'anima, che mai avevo provato in vita mia. Non riuscivo a non sorridere nel guardarlo.

    ".. .e che cazzo! .. .non perdere la testa per quel bel visino.. ."

    Lo sollevai dal letto e posai il suo corpicino sul petto, poggiò la testa sulla mia spalla e gli accarezzai la schiena delicatamente e stranamente era tranquillo .. .non lo innervosivo.

    " .. .non faccio più paura nemmeno ad un bambino.. ."

    Mi avvicinai al letto e lo consegnai tra le braccia di Iris... . senza dire una parola ripulii il letto e mi allontanai lasciando madre e figlio nella loro intimità.

    "BENVENUTO AL MONDO PICCOLO STALLONE, NON FARTI INFINOCCHIARE DALL'AMORE." pensai nel crollare su una poltrona completamente esausto e sfinito.



    HCwOfRfl

    Edited by Iole88 - 15/3/2014, 17:29
     
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    Alex mi rispose che non poteva farlo, che non potevo chiederglielo, lo guardai con un sguardo supplichevole

    <<se non lo farai tu dovrò farlo io alla ceca>>

    si allontanò da me e per un attimo temetti il peggio, cercai di alzarmi un pò, tutto mi faceva male, e sapevo che il peggio, in un modo o nell’altro doveva ancora venire, sentii dei rumori, non sapevo dove fosse finito Alexandre, dopo qualche istanti lo vidi tornare, era andato a prendere degli asciugamani e aveva una valigetta.
    Tirai un sospiro di sollievo

    dio non sono mai stata così felice di vedere del materiale da tortura

    osservavo ogni suo movimento, ma prima di iniziare mi disse che dovevo nutrirmi

    non so se riuscirò a fermarmi non…

    avevo più paura che si avvicinasse a me con il suo sangue che con un coltello, avevo quasi dimenticato di essermi trasformata, mi morsi la lingua per trattenermi, ingoiai il mio stesso sangue, si alzò la camicia avvicinandomi il polso

    non posso resistere

    non avevo mai avuto fame come in quel momento, anche nei miei momenti peggiori di vampira non avevo mai provato un bisogno simile, era così viscerale, mi ero sempre nutrita degli umani senza farmi troppi complimenti, e avevo scambiato il mio sangue solo con chi era importante per me, Alex doveva aver percepito la mia esitazione, me lo offrì ancora

    non fare la stupida, non hai scelta, lo devi fare

    avvicinai le mie labbra al suo polso, per un attimo furono i suoi battiti a riempire le mie orecchie, suonando una melodia alla quale non potevo più resistere, i miei canini affondarono nella sua carne come fosse burro, succhiai il suo sangue che mi accarezzò la gola, il suo sapore era sublime, diverso da qualsiasi altro avessi mai assaggiato, ad ogni sorso mi sentivo meglio, misi una delle mie mani nella sua e l’altra nell’interno del suo braccio per tenerlo fermo, con la lingua passavo intorno ai fori lasciati dai miei canini, non ne sprecavo nemmeno un goccia, sentii la sua mano tra i miei capelli, sapevo che avrei dovuto fermarmi, ne stavo prendendo troppo, ma non riuscivo a resistere, ne volevo sempre di più, era dolce e amaro nella mia bocca, se fossi stata nel pieno delle mie forse avrei fatto molto di più. Mi allontanò bruscamente, per un attimo gli mostrai anche le zanne

    dio ma cosa mi sta succedendo? ha ragione…

    si leccò il morso che gli avevo lasciato non staccandomi gli occhi di dosso, quel gesto fu così animalesco che mi ipnotizzò.
    Mi disse di stare ferma e si spostò ai piedi del letto, mi strinse la mano, non sarei mai stata pronta a fare una cosa del genere, ma i suoi gesti mi davano sicurezza, con la massima delicatezza mi alzò la sottoveste, lo vidi tirare fuori dalla valigetta il coltello, deglutii, mi disse che questo faceva parte dei suoi passatempi

    <<chissà perché non ne dubitavo Bad Boy>>

    lo guardai negli occhi e gli sorrisi leggermente, sentii la lama lacerare la mia carne, non riuscii a trattenere le urla, le contrazioni a confronto erano come un graffietto, volevo fermare la sua mano che continuava imperterrita ad affondare la lama dentro di me, il ventre mi bruciava come se stessi prendendo fuoco, non resistetti all’impulso di ritrarmi, non ce la facevo, ma Alex mi tenne ferma bloccandomi il fianco, una lacrima mi rigò il viso, il dolore era troppo forte.

    <<ti prego fermati, basta!!!>>

    sentii le sue mani dentro di me

    piccolo mio ti prego fatti vedere!

    respiravo a fatica, il sangue di cui mi ero nutrita non sembrava avere più nessun effetto su di me, sentivo che stavo per perdere i sensi, ma non me lo potevo permettere, dovevo resistere.
    Alex lo allontanò da me, non riuscivo ancora a vederlo per quanto ci provassi, osservavo il volto di Alex per coglierne ogni piccola sfumatura

    perchè non lo sento piangere?

    ero in preda al panico, trattenni il respiro per degli attimi che mi sembrarono interminabili, finché il pianto del mio bambino non mi riempì le orecchie

    <<oh dio…>>

    a quel punto le lacrime sul mio viso che non riuscivo più a fermare, non erano di sofferenza ma di gioia, Alex mi disse che era un maschietto, ogni volta che provavo a dire qualcosa le mie lacrime mi fermavano la voce, non vedevo l’ora di tenerlo tra le braccia, ma prima il mio carnefice e salvatore, si prese cura di me, mi ricucì la ferita, sentivo che piano piano i miei poteri di guarigione stavano facendo il loro effetto, mentre partorivo era come se si fossero congelati, come se per dare alla luce mio figlio io fossi tornata umana.

    Alex lo cinse a se in modo delicato e dolce, quasi come se avesse paura di romperlo, e poi finalmente lo presi tra le mie braccia, era bellissimo, dai miei occhi continuavano a scendere lacrime di gioia

    <<ciao mio dolce amore>>

    gli dissi e accarezzai le sue guance così morbide, improvvisamente tutta la sofferenza appena patita faceva parte del passato, ogni cosa fatta nella mia vita, mi aveva portato a quel momento, a stringere fra la braccia quella creatura che avevo amato ancora prima che venisse al mondo e che avrei amato per il resto dei miei giorni.

    <<non vedo l’ora che il tuo papà ti veda>>

    proverà quello che provo io tenendoti fra le braccia…. come mai non è qui…

    la mia preoccupazione tornò a farsi sentire, per perdersi la nascita di suo figlio e affidarmi nelle mani del suo amico più fidato (di cui io venivo solo ora a conoscenza) la minaccia doveva essere grave, mi si strinse lo stomaco per l’agitazione e attirai mio figlio ancora di più nel mio abbraccio.

    lanciai un occhiata in digestione di Alex, si era allontanato da me per qualche istanti, non potevo biasimarlo, mi ero nutrita di lui senza controllarmi, e in più lo avevo praticamente costretto ad aiutarmi dal momento che non c’era nessun altro nei paraggi che potesse farlo, gli feci un mezzo sorriso e non il capo gli feci segno di avvicinarsi. Quando lo fece gli strinsi di nuovo la mano dolcemente accarezzandogliela

    <<grazie, ci hai salvato la vita>>

    dissi e guardando di nuovo il mio piccolino gli diedi un delicato bacio sulla fronte, chiusi gli occhi, il suo profumo era il più buono che avessi mai sentito

    <<io e Cole ti saremo per sempre riconoscenti>>

    Cole era il nome del nonno di Kris, lo notai quando entrai nella sua cripta di famiglia, avevo percepito la malinconia e la nostalgia che aveva nel suo sguardo mentre eravamo lì, ero sicura che anche lui sarebbe stato d’accordo.

    Con il naso sfiorai la pancia del mio bambino, che sorrise

    <<sarai proprio un piccolo ruba cuori come tuo padre>>

    risi anch’io, non mi ero accorta che avevo lasciato la mano su quella di Alex, tornai a guardarlo

    <<ho fatto bene sembra a fidarmi, Kris non si sbagliava>>

    gli occhi mi finirono sul suo polso che avevo azzannato poco prima

    <<mi dispiace per quello, ho perso il controllo>>

    abbassai lo sguardo
     
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    Portai i gomiti sulle ginocchia feci scorrere le mani tra i miei corti capelli dovevo cercare di staccare la mente da quella femmina.. .frenare il corso dei pensieri. Mi ero allontanato per questo quasi a sperare che i pochi metri che dividevano il suo letto e il mio divano bastassero a mantenere una distanza di sicurezza. Ma non bastava, doveva metterla Kristofer.. .doveva portare lei e suo figlio dall’altro capo della città, il più lontano possibile dal Casinò e da me.

    ".. .ma tardi ad arrivare Kris, cazzo! Devi salvarmi da lei.. .respirare la stessa aria è deleterio. "

    Sussultai quando Damien prese posto sul divano al mio fianco, era una benedizione che non potesse parlare, altrimenti lo avrei afferrato per la testa e decorato il grande tappeto ai piedi con le sue cervella, se avesse avuto il coraggio di dire A. Dovevo pur sfogarmi. Evidentemente ero in condizioni cosi pietose che evitò di incrociare i miei occhi, allentò il nodo alla cravatta, sbottonò alcuni bottoni della camicia e mi offrì il suo collo nerboruto, la sua vena pulsante.

    < E' la seconda volta che vieni in mio aiuto Satanasso, a che gioco stai giocando? >

    Era la seconda volta che mi offriva il suo sangue, ancora non era chiara la sua posizione.. .era ancora il cane sciolto di Lucifero o aveva scelto di seguirmi sulla Terra di sua iniziativa? Fatto sta che la sua vena era succulenta ed invitante ed io ero cosi svuotato di quella linfa vitale che in un battito di ciglia affondai le zanne nel suo collo mantenendolo fermo con una mano sul viso.

    ..e mi pentii di portare gli occhi su Iris, mentre la mia gola veniva inondata dal sangue caldo di Damien.

    Ripensai alle sue zanne nella mia carne.. .a come la sua lingua aveva solcato la pelle attorno alla ferita. Mi andò il sangue di traverso, quasi soffocai nel pensare ancora a lei.

    ".. ma porca puttana!"

    La vidi amoreggiare con il piccolo stallone sul letto, radiosa.. e bellissima. Alzò gli occhi nella mia direzione e mi fece un mezzo sorriso invitandomi con un cenno del capo a raggiungerla.

    Avevo ancora le zanne conficcate nel collo di Damien che per poco non rischiai di lussargli la mandibola, per come strinsi forte la mano sul suo viso.

    "No.. stalle lontano. Non avvicinarti Alex. Odiala.. avanti, odiala."

    Ma come odiarla?.. .mi alzai dal divano e le andai vicino, mentre Damien silenzioso come un’ombra si trascinò fuori dalla stanza.
    Mi prese la mano e la strinse nella sua, accarezzandomi… .mi irrigidii a quel contatto.

    “Cazzo!”

    Mi ringraziò per aver salvato la vita a lei e al piccolo stallone.

    < No Iris non devi farlo. L’ho giurato a tuo marito che lo avrei fatto. >

    ..e la guardai baciare il piccolo, chiuse gli occhi nel farlo, come a voler catturare e memorizzare il suo profumo. Quella femmina era un sogno nell’incubo.
    “io e Cole ti saremo per sempre riconoscenti” ..ed io te ne sarò grato se uscirai al più presto dalla mia testa.

    < Cole? .. .bel nome, mi piace. Comunque Iris non mi devi niente, non ringraziarmi.. .mi fai sembrare un pennuto ed io li odio a morte.>

    " mi cacceranno dall'Inferno se mi vedessero cosi.. .bravo! "

    guardai le guance paffute di Cole, sembrava cosi piccolo e indifeso.. .ma sarebbe durato poco, già mi aveva dato ordini stando nel ventre di sua madre. Pensai accigliandomi.

    La stanza si riempì della sua calda risata femminile e quella gioiosa del piccolo Cole quando sfiorò la pancia del neonato con il naso, era una tortura assistere. Non che mi disgustasse quella scena… . anzi riapriva antiche ferite. Iris lodò il suo piccolo paragonandolo al rubacuori di suo padre.

    < .. di questo ne sono certo. > mi lasciai sfuggire.

    “Ma perché l’intera famiglia Bredisc deve avere questo cazzo di ascendente su di me? non lo capisco.. o forse si! “

    Intanto continuava a tenermi la mano, stando a guardare lei e Cole non me ne ero accorto .. .finendo per rilassarmi. Lei se ne rese conto e puntò gli occhi nei miei., dicendomi che aveva fatto bene a fidarsi.

    < No, non devi fidarti.. .non fidarti mai di me. > la misi in guardia, prima o poi avrei fatto qualcosa di malvagio o da maniaco sessuale.. .era sempre cosi, la catena non si spezzava mai.. .e la volevo fuori dalla mia vita. Non volevo farle del male.

    ".. .strano a pensarlo, ma non voglio far del male a questa femmina "

    Buttò gli occhi sul mio polso, quello dove mi aveva morso perdendo il controllo.. si scusò. Separai le nostri mani e le alzai il mento con delicatezza, aveva abbassato lo sguardo imbarazzata.. .magari forse se ne vergognava.

    "Dei, quanto è bella quando fa cosi.. ."

    < Guardami Iris. > quando alzò gli occhi, rividi lei che mi minacciava con le zanne snudate. Non potei evitare di eccitarmi, sentii il membro indurirsi tra le cosce.

    "Merda!" boccheggiai.

    < Non scusarti mai con nessuno, sei una predatrice.. .fa parte della tua natura prendere ciò di cui hai bisogno. > la guardai in modo serio.

    < .. e poi mi è piaciuto..> distolsi lo sguardo, meglio che non vedeva cosa c'era nei miei occhi in quel momento.

    Lussuria. Eccitazione. Una dannata voglia di possederla sul mio letto.

    Nel distogliere gli occhi dai suoi.. .mi caddero sulle sue gambe nude e su quella capricciosa sottoveste di seta che le era salita sui fianchi lasciando scoperte fin troppi centimetri di pelle.

    "Maledizione! .. .è tutto contro di me! "

    Prima che perdessi io il controllo, prima che il mio demone prendesse il sopravvento.. .facendomi pentire delle mie azioni. La coprii. Le tirai le lenzuola fin sopra il seno. Non me ne fregava un cazzo che avrebbe capito, i vampiri non soffrono il freddo, ma le sue grazie rischiavano di essere violate.. .e non mi sarei fermato.

    " Non posso fare questo a Kristofer. "

    Presi subito le distanze evitando di guardarla negli occhi, ma li puntai su Cole che osserva curioso il mondo che lo circondava, protetto e al sicuro dal calore e dall'affetto di sua madre.

    " si guardami Cole.. .quando ti farai grande correrai il rischio che anche tu potresti piacermi.. ."

    < Come stai Iris? .. .se hai bisogno di qualcosa chiedi pure. > le chiesi sedendomi sulla poltrona accanto al letto. Ora coperta riuscivo a guardarla in viso.

    "Che cazzo le vado a domandare, ha bisogno di suo marito.. . dovrei andarlo a cercare.. . non è possibile che ha lasciato Iris cosi. Dove cazzo stai Kris?!"

    I minuti passavano, e mai avevo desiderato tanto che venisse correndo nell'uscire dall'ascensore per buttarsi tra le braccia di Iris e Cole... .magari distruggendo il mio letto in un focoso amplesso.

    ..ed io mi sarei eclissato su un'isola deserta, in un altro continente, perchè il desiderio di unirmi a loro mi avrebbe lasciato agonizzante.



     
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    Alex mi disse di non ringraziarlo, che lo aveva giurato a Kristofer, pensai che il loro legame doveva esse parecchio forte se mi affidava a lui, sicuramente Alex sapeva anche il motivo della sua assenza, anche se non voleva rivelarmelo

    non lo fa per paura di turbarmi? per paura della mia reazione?

    avevo la testa invasa da mille domande, li piccolo scalciava tra le mie braccia

    a quanto pare sei tremendo anche fuori dalla mia pancia

    pensai sorridendogli, Alex mi disse che non dovevo fidarmi di lui

    <<dopo quello che hai fatto per me... la mia fiducia ti spetta di diritto>>

    non mi importava che creatura fosse, quello che aveva fatto in passato o che magari faceva tutt'ora, aveva fatto per me e mio figlio, quello che poche persone avrebbero avuto il coraggio di fare, soprattutto dandomi il suo sangue.
    A quel pensiero, la fame mi tornò, il suo sapore era sublime, diverso persino da quello di Kristofer, la mia lingua cominciò a muoversi sopra il palato, cercando di catturare ancora un po' di quel gusto

    che sto facendo... mi sto comportando come una novellina... la cosa va sempre peggio...

    mi disse di guardarlo, a fatica lo feci

    non pensare... non pensare... non pensare

    se avessi indugiato ancora sulla sensazione del suo sangue in gola, la mia natura ne avrebbe preteso dell'altro... nemmeno a farlo a posta, Alex mi disse di non scusarmi mai per quello che ero, "fa parte della tua natura prendere ciò di cui hai bisogno"

    e anche di più..."

    "e poi mi è piaciuto" distolse lo sguardo da me, scambiare il sangue con qualcuno era una cosa molto intima, il richiamo era irresistibile, il suo sangue mi aveva dato la forza di mettere al mondo mio figlio, e quella sensazione non l'avrei mai dimenticata.
    Osservai il suo sguardo percorrere le mie gambe, era passato molto tempo, da quando un uomo che non fosse Kristofer, aveva indugiato così sul mio corpo, il problema era che quello sguardo... non mi stava disturbando... ma anzi lusingando... non avevo voglia di porvi fine. Inaspettatamente lo fece lui, si sposto sul letto, prese le coperte e le tirò su interrompendo quel breve e fugace contatto tra noi, feci un respiro profondo.

    sto andando fuori di testa... non mi riconosco più...

    persino il mio piccolino stava guardando curioso Alex, che si allontanò di nuovo, tornando a sedersi sulla poltrona, mi chiese come stavo e se avevo bisogno di qualcosa, gli sorrisi, ancora una volta sorpresa per tutte quelle attenzioni

    <<sto bene>>

    sussurrai, con una mano spostai la coperta fino alla pancia, lasciando coperte le gambe, mi accarezzai piano il ventre, percorrendo la mia ferita, il ricordo del coltello nella mia carne mi fece rabbrividire, impercettibilmente strinsi ancora di più Cole, che tenevo con l'altro braccio. Rivolsi il mio sguardo nuovamente ad Alex, che stava osservando ogni mio movimento... deglutii a fatica

    <<la ferita si è quasi del tutto rimarginata... sei stato bravissimo...>>

    le ultime parole uscirono come un sibilo dalla mia bocca. Continuava a guardarmi, stavolta fui io a distogliere lo sguardo, sentivo le mie guance andare a fuoco... di nuovo...

    possibile che io abbia questa reazione, se solo un altro uomo mi guarda?.. saranno i miei ormoni ad essere impazziti..

    feci lo sbaglio di tornare di nuovo a guardarlo, era come se mi divorasse.

    Kris dove sei... ho bisogno che tu mi riporti di nuovo alla realtà... ho bisogno che tu mi stringa tra le braccia... che mi dica che nessun uomo può guardarmi in quel modo... che nessun uomo può farmi sentire in questo modo... a parte te...

    spostai i miei occhi su Cole, si era addormentato nel mio abbraccio, era stupendo, dopo tutto quello che avevamo passato, doveva essere stremato, gli accarezzai le guance con la massima delicatezza, non volevo svegliarlo.

    <<vedrai che presto sarà il tuo papà a cullarti>>

    dissi in un sussurro.
    Ripresi di nuovo il controllo di me stessa e tornai a guardare Alex, avevo ancora le gambe coperte, sapeva benissimo che non potevo sentire freddo, il suo gesto era solo per interrompere il contatto tra di noi...

    probabilmente si è accorto della mia reazione... ed è anche per quello che si è allontanato...

    <<scusami.. è un po' imbarazzante che tu mi abbia visto così...>>

    sussurrai indicando con un gesto la biancheria intima che indossavo, tenendo lo sguardo lontano da lui

    <<era per Kris...>>

    che invece mi ha lasciata tra le braccia di un altro uomo

    ripensai al gesto che aveva fatto poco prima coprendomi

    <<se ti mette a disagio... posso...>>

    posso... posso, cosa? meglio che stai zitta e non gli rivolgi più la parola









     
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    Lei non è sexy. Non. lo. è.

    Il suo odore non invade le mie narici..

    .. .non mi attraversa sottopelle, non fa vibrare ogni muscolo di desiderio.. .

    .. . e di sicuro non è lei il motivo per il quale il mio cazzo freme nelle mutande.

    Sono cosi irrequieto perché ho bisogno di scopare. Devo farmi un amante, non Iris. E’ l’incubo che la vuole, non io.. .

    "Perchè cazzo devi essere cosi bella???.. .non potevi essere un cesso?"

    Sarebbe stato tutto più facile, avrei fatto il mio dovere senza affollare la mia testa di immagini oscene e perverse di noi due che riscriviamo il kamasutra sul mio letto, sul divano.. .a terra sul pavimento, ansanti, sudati, stremati, avvinghiati contro le pareti della stanza.. o magari sulla scrivania del mio ufficio. Potevo prendere chiunque tra la mia gente.. .fare di loro ciò che volevo, ma erano sempre stati un insipido palliativo, una necessità per placare il bisogno dell'incubo.. .un rimedio apparente e inadeguato per saziare quella fame implacabile.. .lasciandomi perennemente insoddisfatto.

    .. .io ambivo ad altro. Bramavo l'impossibile.. .tutto quello che mi era negato. Ero attratto da ciò che poteva farmi sudare per ottenerlo. Qualsiasi cosa non volevo che fosse facile perchè ne perdevo interesse e il desiderio scemava. Ero un vizioso..mente e corpo corrotti nei secoli. Un degenerato nell'etica e nella morale. Amavo spingermi fino all'eccesso.. e trascinare con me chiunque mi circondava.

    .. .ed Iris aveva tutti i requisiti affinchè l'incubo reclamasse la sua carne e la sua anima. Moglie devota e madre amorevole.. .ne ero sicuro che avrebbe rifiutato la corte di un altro uomo, per la sua famiglia e per il suo amore. Era una tentazione enorme girarle intorno per abbattere ogni sua resistenza.. .e possederla e rovinare il suo candore.

    ".. .e poi Dèi, quel rossore che le colora le guance quando avverte i miei occhi posarsi sul suo corpo."

    .. .era lei che mi tentava.. .che mi faceva morire dalla voglia di vedere quel rossore accentuarsi.. .la sua pelle incendiarsi dopo che mi ero dedicato ad alcune "pratiche" stimolanti.

    Tenevo il culo incementato sulla poltrona, la mano posato sul bracciolo stringeva il tessuto. La guardavo, una stupida coperta non riusciva a bloccare le mie fantasie, la vedevo comunque nuda.. e a portata di mano. Troppo vicina per potere essere al sicuro. Aveva detto che la sua fiducia mi spettava di diritto.. . solo perchè non sapeva cosa le stavo facendo con il pensiero, se avesse avuto la capacità di leggere nella mente.. a quest'ora sarebbe già fuggita con suo figlio lontano dalla mia casa e da me.. .e solo dopo avermi consegnato un calcio nelle palle e un cazzotto in piena faccia nel mandarmi all'inferno. Questo meritavo di diritto.

    Lei cullava con dolcezza il piccolo Cole tra le braccia mentre io ero in guerra con me stesso.. .lottavo con tutte le mie forze per non mandare a puttane la fiducia che Kristofer aveva mal riposto in me.

    .. ma ero sempre stato un uomo tenace e forte. Diverso dai demoni della mia razza.. .una cazzo di brama non poteva possedermi. Ero io padrone di me stesso. Ed era questo a darmi una parvenza di controllo.. .stentato molto stentato ma tanto da bastare a farmi stare "buono" sulla poltrona. O forse era perchè quel maschio tutta virilità e potenza aveva sconvolto la mia vita.. .entrato con prepotenza cambiando il mio modo di essere.

    "Mi hai cambiato Kris.. e in peggio per i miei gusti"

    Soffrivo la fame per non sporcare una sana amicizia. Volevo proteggere un sentimento buono. Come ero caduto in basso. "Porca di quella troia"

    Posai il gomito sul bracciolo, il mento sopra il pugno, lei e il piccolo stavano bene e questo era l’importante. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, dovevo darmi una regolata, stava procedendo bene fino a quando non scostò le coperte ed iniziò ad accarezzarsi il ventre, in basso dove aveva la ferita del cesareo. Seguivo quei lenti movimenti detestando che non potevano essere le mie mani ad accarezzarla. Il ricordo della lama che affondavo nella carne, il profumo del sangue che aveva investito le mie narici, le eccitanti grida di dolore.. e lei che cercava di sfuggirmi dalle mani per fermare quella tortura.

    Passai la mano in viso per la disperazione.. .

    “Non eccitarti. Alex non eccitarti. Non farle capire quanto ti sia piaciuto.”

    Lei mi guardò, i suoi occhi posati nella mia direzione mi incendiarono le membra. Eccitato all’estremo, le punte delle zanne affondarono nel labbro inferiore, ferendomi. Prima che il sangue potesse scorrere in un rivolo scarlatto sul mento, succhiai il labbro con forza, per arrestarne il flusso. La fissai negli occhi, la maschera di umanità e decenza cadde, le mostrai come la vedevo, una bellissima Dea seminuda nel mio letto. In un sibilo mi disse che ero stato bravissimo, la ferita si era quasi rimarginata.
    Annuii con il capo, inclinai la testa leggermente di lato.. .le fissavo le labbra, volevo sentirle di nuovo premere sulla mia pelle.

    <.. .e tu sei stata coraggiosa. Ti ammiro. >

    Distolse lo sguardo, diventò tutta rossa.. . “ Maledizione, Dio mio, maledizione “. La divoravo con gli occhi, con la mente ero già sopra al letto con la bocca tra le sue cosce. Sospirai sonoramente

    < Smettila di arrossire Iris! .. .la tua bellezza non mi è indifferente, lo avrai capito. > le parole uscirono in un ringhio basso.

    “Non rendermi le cose più difficile di quanto non lo siano già.”

    Mi guardò di nuovo, ora vedeva perfettamente che potere aveva su di me..

    Infine la vidi posare gli occhi sul piccolo, che dormiva teneramente nel suo abbraccio, gli accarezzò le guance.. .e la sentii sussurrare dolci parole per suo marito. Ero d’accordo con lei, presto sarebbe venuto per dare il benvenuto a suo figlio… .

    ed io con quali occhi lo avrei guardato? .. . non meritavo la sua amicizia. Non quando continuavo a sognare ad occhi aperti di possedere sua moglie. “Che amico che hai Kris, sono un porco e un figlio di puttana.. ecco cosa sono.”

    “scusami.. è un po' imbarazzante che tu mi abbia visto così..”

    Indicò la biancheria intima nella quale il suo splendido corpo femminile era fasciato. Avrei voluto fare come con l'abito da sposa, spogliarla lentamente e godere di ogni centimetro di pelle nuda che i miei occhi e le mie mani riuscivano a conquistare.

    Ma era per Kris.

    Ora i suoi occhi si posarono altrove, era imbarazzata.. .ancora una volta.

    < Lo so, non avevo alcun diritto di vederti cosi. >

    Rilassai la schiena sullo schienale della poltrona e continuai.. .

    <.. .se ne puoi fare a meno, non dirglielo. Non so se l’amicizia tra noi due possa funzionare, ma vorrei provarci. Non ho mai avuto un amico. > le dissi quasi imbarazzato, ma stranamente con lei riuscivo un po’ ad aprirmi e ad essere sincero.

    “se ti mette a disagio... posso...” Puoi spogliarti e salire sopra le mie gambe.

    < Nulla Iris, non puoi fare nulla. Devi solo stare lontana da me.. >

    Mi alzai di scatto dalla poltrona, lei sussultò.. .io arretrai, mi voltai e mi diressi dal lato bar.. . mi versai il Martini in una coppetta da cocktail con due cubetti di ghiaccio.

    < Hai sete Iris? > le dissi con un pò di malizia nel tono di voce.

    Ero in piedi dietro al bancone, ci dividevano pochi metri, quella stanza era una grande suite con ogni comfort.. . sapevo come viziarmi. La guardavo e la vedevo perfettamente mentre sorseggiavo il mio drink, un pò di alcool per rinfrescarmi la mente... e una scusa per allontanarmi ancora di più da lei.

    Pareva quasi che fosse lei la predatrice ed io la preda.. stavo fuggendo!

    Non dovevo respirare ogni particella nell'aria era pregna del suo odore femminile.. mi andava alla testa e scendeva in un intenso e lungo brivido fino al mio cazzo. dove potevo andare?? ormai avevo memorizzato il suo profumo, era impresso nella mia mente.. .ovunque nell'attico avrei saputo distinguere la più impercettibile fragranza di quella femmina nell'aria.

    " Se la tocco, sono un uomo rovinato. Kristofer mi spaccherà il culo e non nella maniera in cui vorrei che lo facesse."
     
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    Il casinò era un'imponente costruzione con tanto di mini torre eiffel e arco di trionfo.

    Si, trionfo dello sfarzo...

    Varcai la soglia principale. Il piano terra era costituito dall'area casino. Qui avrei potuto svagarmi e calmarmi un po, o infuriarmi il doppio perche il banco rubava tutti i miei soldi!

    Sbuffai, dopodiche mi avvicinai al tavolo del poker.
     
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    Disse di ammirarmi per il coraggio che avevo dimostrato, poi quasi ordinandomelo e con un velo di irritazione mi disse di smetterla di arrossire, che la mia bellezza non gli era indifferente, ma non era una cosa che potevo controllare, in realtà tutto quello che stava accadendo era fuori dal mio controllo, io che non mi facevo mai sfuggire niente, che ero sempre consapevole di tutte le mie azioni, persino delle peggiori... ero completamente travolta dagli eventi, e tutto questo da quando avevo incontrato Kristofer al ballo dei fondatori, la mia vita era del tutto cambiata da quando era entrato nella mia vita.. avrei fatto qualsiasi cosa per lui..
    La solita stretta allo stomaco che sentivo ultimamente quando pensavo a lui mi travolse, feci un respiro profondo, tornai a guardare Alex e poi il mio piccolino che dormiva tra le mie braccia

    credo che la mamma sia nei guai... e il tuo papà ce l'ha cacciata..

    pensai, Alexandre mi confessò che Kristofer era l'unico amico che avesse mai avuto, mi domandavo cosa aveva fatto per conquistarsi la sua amicizia, mio marito non aveva un carattere facile da gestire, ma era molto passionale, una volta entrati tra le sue grazie era difficile uscirne, poteva darti tutto ma anche.. toglierti tutto..

    <<come hai conosciuto Kris?>>

    domandai, prima di cominciare a giustificarmi in modo ridicolo, Alex mi disse che non potevo fare nulla che dovevo solo stargli lontana, abbassai lo sguardo, in passato mi ero abituata a ricevere attenzioni dagli uomini, e sapevo anche come comportarmi nei loro confronti, come gestire le loro avance, e a volte anche come sfruttarle a mio vantaggio... adesso invece.. in quella suite mi sentivo come una ragazzina non abituata alle attenzioni maschili.. decisi di continuare ad evitare il suo sguardo, dopo avermi detto che non gli ero indifferente i suoi occhi mi avrebbero infuocato e non solo le guance...

    lo sentii spostarsi nella stanza e il rumore di bicchieri e bottiglie che si muovevano, mi suggerì che si stava versando da bere.

    Presi il cuscino che era al mio fianco, lo avvicinai e spostai Cole su di esso per lasciarlo dormire, era così bello, appena lo lasciai lo vidi rannicchiarsi su se stesso, ebbi la voglia matta di riempirlo di baci, ma mi trattenni per non svegliarlo.

    bimbi-dormono

    chi l'avrebbe mai detto che un giorno sarei diventata una di quelle classiche mamme coccolone e iperprotettive? anzi, chi avrebbe mai detto che sarei potuta diventare mamma...

    ancora non ci credevo,,, e dovevo ringraziare Kristofer per questo piccolo miracolo che mi aveva regalato.

    Il diavolo tentatore che cercavo di non guardare, mi chiese se volevo qualcosa da bere, a quelle parole il ricordo del suo sangue nella mia gola riaffiorò di nuovo, chiusi gli occhi per un attimo poi inevitabilmente mi voltai nella sua direzione

    si! il tuo sangue..

    era in piedi che mi fissava e beveva il suo Drink, avevo una voglia matta di raggiungerlo, posare la bocca sul suo collo e bere di nuovo senza ritegno dalla sua carotide pulsante e calda..

    "fa parte della tua natura prendere ciò di cui hai bisogno"

    la sua voce risuonava nella mia mente come un tormento... strinsi la coperta tra le mani..

    il tuo sangue.. il tuo sangue.. il tuo sangue nella mia bocca..

    mi morsi il labbro inferiore

    <<dell'acqua...>>

    dissi piano e con voce strozzata..

    sarebbe stato meglio se avessi detto niente...

    mi morsi la lingua

    ti prego non ti avvicinare...
     
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    Impossibile impedire ai miei occhi di posarsi su di lei. A piccoli sorsi gustavo il Martini fresco nella bocca, con la lingua ne gustavo il sapore, quel cazzo di drink mi infuocava di più invece di rendermi quieto e occupato. Iris fuggiva al contatto visivo e l’incubo era incazzato come non mai cercava di catturare l’attenzione ne risentiva del rifiuto e lo sentivo ribollire dentro. Forse ero stato troppo duro e indelicato a parlarle in quel modo, ma ero più che deciso di mostrarmi per ciò che ero, un pervertito che non sa tenerlo buono nei pantaloni, e non recitare una squallida commedia. Mi avrebbe classificato come un pessimo elemento e si sarebbe tenuta a distanza. La vidi posare il piccolo stal… .cioè Cole su un morbido cuscino, si era abbandonato nel mondo dei sogni. Se solo avessi voluto avrei potuto sfondare le difese della sua mente e impadronirmi dei suoi sogni, dei suoi pensieri.. .e diventarne regista ed incubo. Mai, avrei violato una mente tanto innocente e tanto meno quella del figlio di Kristofer.

    "Quel piccolino è adorabile, non piange, non rompe il cazzo... ."

    Inaspettatamente fu una piacevole sensazione risentire il suono della sua voce calda, mi chiese come avevo conosciuto Kris, forse le mie parole l'avevano incuriosita.

    Poggiai i gomiti sul bancone e io e l'incubo insieme godevamo nell'essere nuovamente sotto ai suoi occhi.

    < Ci siamo incontrati una sera al cimitero. Mi sorprese a profanare una tomba mentre faceva ritorno dalla cappella di famiglia. C'è stata subito intensa e da li abbiamo deciso che collaborare insieme avrebbe potuto funzionare.>

    Evitai di nominare il bel bocconcino che teneva rinchiuso nella cella, non sapevo fin dove Kristofer si confidava con sua moglie, magari la lasciava fuori da quel genere di affari "delicati" e non volevo cacciarlo nei guai per la mia lingua lunga.

    La vidi sorpresa e non sò per quale motivo sentii di giustificarmi.

    < Cercavo risposte da una vecchia veggente seppellita in quel cimitero. I morti sanno tante cose Iris, bisogna solo saperli interpellare. >

    Posai la coppetta vuota sul bancone infastidito dal mio modo di essere."Perchè cazzo temi il suo giudizio!" rimproverai me stesso.

    Tornò a non guardarmi, il suo essere sfuggente alimentava la mia voglia di lei. Volevo i suoi occhi, volevo sentire il suo odore addosso, volevo sfiorare la sua pelle... .usare qualsiasi pretesto per avvicinarmi. Ogni cellula del mio corpo voleva sedurla.

    "Devo stare lontano da lei."

    Non era servito a niente. Doveva proprio sparire dalla stanza.. anzi dal casinò.

    "Non tardare ancora Kris. Non riesco più a trattenermi."

    Da gran bastardo le avevo chiesto se aveva sete, cercavo di trattarla con il dovuto rispetto ma .... . cazzo era più forte di me, stuzzicarla, provocarla.

    I suoi occhi ora erano nei miei, la vidi stringere la coperta, e per tutti i diavoli dell’inferno si morse il labbro inferiore ed io avevo un impulso irrefrenabile di volerle straziare la bocca di baci.. .quella era brama.. inconfondibile sete di sangue.
    Dell’acqua, pronunciò con un filo di voce.
    Abbassai gli occhi per celare il godimento nei miei. Voleva il mio sangue, ma non me l’avrebbe mai chiesto di poter affondare le sue bellissime zanne nella mia carne.

    < Semplice acqua… come desideri. >

    Presi un bicchiere versai dell’acqua e qualche cubetto di ghiaccio, feci il giro del bancone e mi avvicinai a lei.

    Le porsi il bicchiere ed ebbi un fremito non appena le nostre dita si sfiorarono. Lei beveva ed io cercavo di pensare ad altro.. ma era cosi difficile con il suo odore cosi intenso nell'aria.

    Entrò il coglione di John e ringhiai al suo ingresso nella suite. Dovetti per forza distogliere gli occhi da Iris. Si schiarì la voce.

    < Padrone... .volevo informarla della presenza di un demone in sala.>

    Lo guardai con interesse.

    < Continua. > ordinai al servo.

    < Un incubo.. mio Signore. >

    < Un maschio? >

    Annuì con la testa. Tirai quasi un sospiro di sollievo, sarebbe stata una grande rottura di coglioni se fosse arrivata in città la troia di mia sorella. "Che cazzo ci faceva un incubo nel mio casinò?.. .sicuro non era tanto stupido da voler perdere i suoi soldi al banco."

    < Voglio incontrarlo. Presentati e invitalo nel mio ufficio John. >

    Lo vidi deglutire e dopo un inchino si congedò per condurre il demone nel mio attico.

    Guardai Iris e.. .

    < Vorrei che mi accompagnassi Iris, non sò per quanto tempo sarò via e non ho alcuna intenzione di lasciare te ed il piccolo da soli. >

    Erano al sicuro, ma ... .non potevo rischiare di essere assente nel caso avevano bisogno di qualcosa.
    Invece era... .

    " Un ottimo pretesto per vederla solo con indosso quella meravigliosa sottoveste. Sei un porco Alex. "

    Le porsi la mano per aiutarla ad alzarsi. Non le avrei permesso di rifiutare, un suo diniego e l'avrei sollevata dal letto e vestita io stesso .. anzi meglio dire che l'avrei spogliata.

    Non appena afferrò la mia mano la tirai verso di me, con troppa forza a dire il vero, inutile negarlo che lo feci apposta. Doveva ancora riprendersi per le ferite.. . anche se in via di guarigione avrei dovuto riservarle la massima delicatezza.

    ... ma cazzo, lei si sbilanciò. Io l'afferrai circondandole la vita con un braccio. Il suo seducente corpo seminudo aderiva al mio. Ogni cellula del mio corpo si incendiò.. il mio demone esultò per averla afferrata tra le mani finalmente. Il suo odore cazzo.. il suo odore cosi vicino mi seduceva come un canto irresistibile. I miei occhi penetrarono nei suoi , e sue labbra deliziose tentavano le mie. Voleva prenderla, ora..subito. I lunghi capelli le incorniciavano il viso come onde di seta, dovevano essere soffici sentirli tra le dita, la mia mano era sul suo fianco, allentai la presa.

    "Fermati! Che cazzo fai Alex?????"

    La lasciai.. .indietreggiai.

    < Perdonatemi.. .io.. io.. .non ho mai perso il controllo. Non.. .cosi, cazzo! >

    Indietreggiare fu ancora peggio.. .gli occhi scivolarono a percorrere il suo corpo.. sexy da togliere il respiro.

    < In quell'armadio. Ci sono degli abiti femminili. > lo indicai con la mano.

    < Scegli quello che vuoi.. .troverai sicuramente qualcosa di tuo gradimento. > le sussurrai appena.

    Mi volatilizzai nel bagno, fuggii da lei. Aprii la doccia. Impostai la temperatura quasi al congelamento, ma quella tremenda erezione non ne voleva sapere di stare giù. Il mio corpo bruciava, la pelle tirava.. .quella femmina mi aveva lasciato con una maledetta eccitazione addosso. Mi lavai velocemente per rendermi presentabile e uscii con un asciugamano legato ai fianchi.

    La trovai intenta a scegliere un abito, ma porca puttana qualsiasi cosa avesse deciso di indossare le sarebbe andato di incanto. Una Venere, quella femmina era una Dea.

    Aprii l'anta dell'armadio, evitando di guardarla e nascondendomi alla sua vista.. ero troppo nudo per osare di incrociare i suoi occhi. Mi vestii rapidamente scegliendo un completo elegante, come sempre.

    < Sei vuoi rinfrescarti.. ti ho preparato il bagno. >

    Chiusi l'anta.. e sott'occhio la guardai di profilo.

    < Porterò Cole con me. > voleva quasi incenerirmi con gli occhi.

    La rassicurai prima che potesse replicare.

    < Sarà al sicuro fidati, penserò alla sua sicurezza prima di ogni altra cosa. >

    Mi avvicinai al letto, il piccolo stallone dormiva, quando allungai le mani avvertì la mia presenza e si svegliò.

    < Tranquillo Cole. Lasciamo tua madre rivestirsi, purtroppo io e te non possiamo guardare. > risi sotto ai baffi e lo presi tra le braccia delicatamente, avevo paura di fargli male.

    < Raggiungici non appena hai finito. In fondo al corridoio l'ultima porta a sinistra. Cole ed io ti aspetteremo nel mio ufficio.>

    Sapevo che non era entusiasta della cosa, prendere suo figlio e portarlo fuori dai suoi occhi vigili ed iperprotettivi di madre.

    Mi incamminai lungo il corridoio cullando Cole con un braccio, il piccolo era sveglio, curioso e attento... .e tranquillo.

    < Cole farai le veci di tuo padre. Cosa pensi stallone? > gli sfiorai le guance baffute e morbidissime.

    Lo immaginavo adulto al fianco di suo padre. Una visione meravigliosa. Due creature potenti che insieme avrebbero fatto tremare la città.

    < Ospite o scassacazzo da dover prendere a calci in culo fuori dalla mia proprietà? >

    Cole rise, agitando i pugnetti.

    " Adoro questo piccolino.. .già mi capisce."

    Aprii la porta ed entrai in ufficio. Non presi posto sulla mia poltrona dietro la scrivania, li avrei fatto accomodare Iris. Un avvertimento al demone che quella femmina era MIA... . ospite. Mancarle di rispetto l'avrei visto come un affronto alla mia persona e chi mi sfidava versava sangue.

    Attesi il loro arrivo. Cole ed io girati di spalle ci godevamo il panorama della città dall'ampia parete a vetri. Il demone sarebbe arrivato dall'ascensore che si apriva direttamente nella stanza.

    < Ti piace Littoria Cole?.. .è tua. Un giorno sarai tu a controllarla. >

    .. .mentre il piccolo assimilava le mie parole, io pensavo a sua madre e al vestito che avrebbe indossato.
     
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    Chiunque ci fosse dietro le quinte di quel casinò doveva essersi accorto che era la prima volta che mettevo piede lì dentro. Avevo vinto e perso, vinto e perso piccole somme e mai cifre esorbitanti. Se mi avessero spennato fin da subito avrebbero perso un potenziale cliente, invece con questo patetico giochetto avrei avuto l'illusione che era la dea bendata a tirare le fila e mi avrebbe invogliato a continuare a giocare e visitare il casinò. Un trucchetto così banale poteva forse funzionare con gli esseri umani, quanto a me ero lì solo per divertirmi e non pensare a Beatrix e al suo fan club, i soldi non mi interessavano minimamente.

    Abbandonai il tavolo da poker, non prima però di aver lanciato un'occhiata carica di significati alla bellissima croupier nel suo vestitino di due tagli più piccolo che le fasciava il corpo sinuoso come una seconda pelle. Ci avrei fatto un pensierino più tardi, magari quando fosse finito il suo turno di lavoro.

    Mi diressi verso il bancone del bar. Subito un diligente barista venne a chiedermi cosa desideravo.

    < Un Daiquiri.>

    Il ragazzo cominciò immediatamente a miscelare nello shaker il succo di lime e lo zucchero liquido, prima di versarci il rum bianco e una buona dose di ghiaccio. Adoravo quegli intrugli inventati dagli umani. Quando sarei diventato il signore dell'inferno, avrei fatto erigere un cocktail bar per ogni girone!

    Mi voltai, poggiando i gomiti sul bancone alle mie spalle, e feci vagare lo sguardo per il casinò, assaporandomi quel fantastico drink dissetante.

    < Mi scusi signore.>

    Mi voltai, fulminando con lo sguardo il tipo che si era appena avvicinato a me, distraendomi dal mio momento di relax.

    < Potrebbe gentilmente seguirmi, il mio signore e padrone del casinò vorrebbe scambiare quattro parole con lei.>>

    Continuò imperterrito lui, per nulla impressionato dal mio sguardo omicida.

    Scrollai le spalle. In fondo, perchè no? Non avevo di meglio da fare e dovevo ancora stringere amicizie da quando avevo messo piede in città, anche se avrei preferito di lungo l'amicizia di una bella donna e non di uno spocchioso miliardario.

    Trangugiai ciò che restava nella mia coppa da martini in un unico sorso e mi sistemai la giacca.

    < Fai strada, Alfred!>

    Lo seguii all'interno di un ascensore privato. Trasse dal taschino una chiave magnetica e dopo averla usata le porte si chiusero automaticamente e l'ascensore partì senza dover schiacciare nessun bottone. Osservai il mio accompagnatore, che continuò a tenere lo sguardo fisso sui battenti davanti a sè, così da non dover incrociare il mio. Possible che sapesse cos'ero? Dopotutto non c'era da meravigliarsi se il casinò fosse appartenuto a qualche creatura soprannaturale, tutta la città sembrava essere popolata da non umani!

    Finalmente l'ascensore di fermò, aprendosi su una sontuosa stanza. L'uomo mi fece cenno con un braccio di accomodarmi, prima di chiudere nuovamente le porte e ripartire con l'ascensore. Mi guardai intorno, osservando lo sfarzo con cui era stato ammobiliato quello che sembrava essere un ufficio, l'ufficio del grande capo. Un'immensa vetrata dava sulla città sottostante, fornendo una vista mozzafiato a chiunque avesse gradito spettacoli simili (io ne gradivo di ben altri!).

    E proprio davanti a questa vetrata c'era colui che mi aveva fatto convocare, the boss. Mi dava le spalle, come se non si fosse ancora accorto della mia presenza o come se, volutamente, stesse continuando ad ignorarmi.

    Finalmente si decise a farmi dono della sua attenzione, voltandosi verso di me. Tra le braccai stringeva un neonato. Lo squadrai a lungo, soffermandomi sul volto. Aveva un che di familiare.

    < Ci conosciamo?>

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    Dopo aver chiesto inavvertitamente dell’acqua, lo osservavi bere e spostarsi di nuovo verso il piano bar, mi aveva detto che tra lui e Kris c’era stata subito intesa, mi raccontò del loro primo incontro

    posto interessante il cimitero per conoscere qualcuno

    cercavo di respirare e pensare ad altro che non fosse il suo sangue..

    <<collaborazione per cosa?>>

    avevo chiesto, lui ignorò la mia domanda e si giustificò per la sua presenza nel cimitero, avevo la sensazione che mi stessero entrambi nascondendo qualcosa, sia Alex che Kris… e ormai più che una sensazione… era una certezza, ma quando volevo, sapevo essere una persona molto tenace, non avrei mollato finche non avessi scoperto di cosa si trattava, odiavo le menzogne.

    avevo la gola secca, non ce la facevo più a stare buona e a trattenermi, desideravo bere di nuovo da lui, quasi in modo viscerale come se da questo ne dipendesse la mia vita

    “Semplice acqua… come desideri.”

    disse provvedendo subito, potevo sentire il suo battito anche da lì

    controllati, inevitabilmente si avvicinerà a te… non puoi saltargli alla gola

    ripetevo nella mia testa, ma varie immagini di me che lo bloccavo, e che affondavo le zanne nella sua pelle, mi tormentavano, sembravo un animale in gabbia che non vedeva l’ora di essere liberato, cominciò ad avvicinarsi a me, potevo percepire ogni suo muscolo che si muoveva attraverso i vestiti, trattenni il respiro, il suo odore era troppo invitante

    non fare cazzate…

    mi passò il bicchiere e le nostre dita si sfiorarono, strinsi i denti così forte che la mandibola quasi mi faceva male, sapere che non gli ero indifferente, in quel momento mi incitava, chissà magari i miei pensieri gli sarebbero anche piaciuti

    ferma queste fantasie.. ferma queste fantasie..

    mi portai il bicchiere alle labbra, il contatto con quell’acqua ghiacciata, anestetizzò per un breve momento la mia bocca, sentivo i suoi occhi su di me, gli stessi occhi che prima avevano percorso le mie gambe…
    sentii dei passi, i miei sensi erano tutti in allerta, in quel momento non mi sarebbe sfuggito nemmeno un respiro, uno degli uomini di Alex interruppe la mia mente..

    o grazie a dio…

    informò il mio diavolo tentatore che c’era un demone in sala, Alex ne sembrò subito interessato, disse di volerlo incontrare e congedò il suo servo, che quasi con timore sparì dalla nostra vista, si voltò verso di me e in tono autoritario di chi non ammette alcuna replica, mi disse che voleva che lo accompagnassi, che io e Cole saremmo stati più al sicuro con lui, aprii la bocca per manifestare la mia protesta, ma mi fermai, capendo sin da subito che sarebbe stato inutile.. solo uno spreco di forze..
    Mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi, la afferrai con convinzione, pensando forzatamente a qualcos’altro, non ero pronta alla forza di quel gesto, mi sbilanciai e lui mi afferrò prontamente.. facendo aderire il mio corpo con il suo.. il mio respiro cominciò ad accelerare a quel contatto, se solo il suo sguardo mi faceva arrossire adesso proprio non potevo immaginare di che colore fossero le mie guance, non riuscivo a muovermi, avrei voluto allontanarmi ma ero come paralizzata, inchiodata tra le sue braccia

    devo pensare a Cole.. è l’unica cosa che riesce a distrarmi, l’unica cosa più forte del richiamo del sangue.. e del corpo di Alex..

    feci l’errore di incrociare lo sguardo dell’uomo che mi teneva tra le braccia, non avevo modo per descrivere quanto i suoi occhi fossero magnetici, sentii la sua presa sui miei fianchi allentarsi, per poi lasciarmi andare, si allontanò da me, scusandosi e dicendo di non aver mai perso il controllo in quel modo, lo guardai scuotendo la testa

    <<non farlo.. non scusarti ti prego.. è colpa mia…>>

    sono io quella che è chiaramente da un pò che non si controlla

    lui mi guardò da capo a piedi poi mi indicò l’armadio dicendomi che lì c’erano dei vestiti che avrei potuto mettermi, prima che potessi rispondergli si allontanò andando nel bagno, sentii subito il getto d’acqua che scorreva, rimasi lì impalata come una scema

    sono sposata, che cosa diavolo mi prende.. e in più lui è un amico di Kris.. sono una persona orribile..

    mi voltai verso il mio piccolino che ancora dormiva pacifico sul cuscino, mi avvicinai a lui e mi ristesi al suo fianco, intenta a muovermi con passo felino per non disturbarlo, la mia sete di sangue di poco fa sembrò essere solo un brutto ricordo, mi calmai osservando il suo respiro, gli misi la mano sulla schiena accarezzandolo, chiusi gli occhi anch’io…
    Dopo un po' sentii l’acqua chiudersi, Alex doveva aver finito, mi rialzai ancora debole, andai verso l’armadio e lo aprii, una sfilza di abiti stupendi mi si palesò davanti agli occhi

    come mai ha tutti questi abiti femminili? .. non mi pare il tipo da fidanzate.. e per una notte e via mi pare un assortimento un pò troppo fornito..

    sentii la porta del bagno aprirsi, mi voltai, aveva la pelle umida dalla doccia e solo un asciugamano a coprirgli i fianchi, il suo corpo era perfetto proprio come lo avevo percepito da sotto i vestiti, distolsi lo sguardo da lui, rapidamente e con imbarazzo.. nemmeno lo avessi visto completamente nudo, andò verso il suo armadio e cominciò a vestirsi, non potevo vederlo ma potevo sentire ogni suo movimento, l’asciugamano che cadeva a terra… le sue mani che scorrevano tra i vestiti, fermandosi su quello prescelto… essere nella stessa stanza con un’altro uomo completamente nudo… mi agitava… non ero una bambola di porcellana, il mio corpo non poteva esserne del tutto indifferente, lo sentii infilarsi la biancheria… i pantaloni… la camicia, allacciarne ogni singolo bottone…

    “Se vuoi rinfrescarti.. ti ho preparato il bagno”

    disse, chiuse l’armadio e si mostrò ai miei occhi

    <<si grazie..>>

    dissi con voce quasi timorosa, mi disse che avrebbe portato Cole con se, lo guardai quasi ringhiandogli

    <<no!>>

    risposi di riflesso, mi rassicurò dicendomi che farebbe stato al sicuro, che avrebbe pensato alla sua sicurezza prima che a ogni altra cosa, continuavo a guardarlo con sguardo duro, il solo pensiero di separarmi da lui mi stringeva lo stomaco, Alex fece per avvicinarsi al letto, prima che potesse fare un altro passo gli afferrai il braccio, mi avvicinai di qualche passo..

    <<se gli succede qualcosa mentre è con te, non ti basteranno i confini del mondo per nasconderti da me..>>

    le parole mi uscirono dalla bacca incontrollate, gli lasciai il braccio e gli permisi di avvicinarsi a lui, Cole si sveglio sentendo la sua presenza, ma non si agitò e si fece prendere tranquillamente in braccio, quella scena mi addolcì, Alex gli disse che io dovevo vestirmi e che purtroppo loro non potevano assistere, le sue parole mi fecero sorridere, poi si rivolse a me e mi disse di raggiungerli non appena avevo finito, non gli staccai gli occhi di dosso finché entrambi non uscirono dalla stanza.
    Feci un respiro profondo, mi diressi di nuovo verso l’armadio, tutti i vestiti che c’erano erano eleganti e di classe

    in fondo si adattano a questo posto

    pensai guardandomi intorno in quella suite meravigliosa, presi l’abito che mi sembrava più appropriato e lo poggiai sul letto, mi diressi verso il bagno.
    Appena entrai un calore e un dolce profumo di vaniglia e cocco mi avvolsero, una grande doccia con i vetri che lasciavano intravedere il corpo di chi ci entrava, mi attendeva in un angolo, mi spogliai facendo cadere la sottoveste, poi la biancheria, entrai nella doccia e accesi l’acqua che mi accarezzò il corpo quasi riportandomi in vita, mi rilassai per un pò…pensai di nuovo a Kristofer

    dove sei amore mio.. mi hai lasciata tra le braccia di un’altro uomo e te ne sei andato… perché?…

    distrutta da quei pensieri, spensi l’acqua ed uscii, presi un asciugamano e mi coprii, uscii dal bagno per dirigermi sul letto, guardai il vestito

    è veramente stupendo… solo che ora non ho della biancheria da metterci

    pensai, riguardai di nuovo nell’armadio, sotto agli abiti appesi c’era un cassetto, lo aprii e trovai una sfilza di reggiseni e mutandine abbinati

    cavolo.. le donne che vanno con quest’uomo vengono trattate proprio da regine a quanto pare…

    pensai sorridendo, ne tirai fuori uno nero, che si abbinava perfettamente all’abito che avevo scelto, mi vestii rapidamente, poi andai allo specchio, per vederne il risultato

    <<semplice ma elegante, perfetto.>>

    mi rimisi i miei tacchi che pur essendo bianchi si abbinavano a quel vestito creando contrasto tra i colori, mi avviai verso la porta della suite e la aprii, fuori uno degli uomini di Alex mi stata aspettando per farmi strada, mi fece solo un cenno senza parlare e lo seguii, erano solo pochi minuti che ero lontana da Cole e già non ne potevo più della distanza.
    Arrivammo davanti alla porta dell’ufficio che il lacchè mi aprì, entrai, poco più in là vidi quello che doveva essere il demone e in piedi dietro la scrivania, vidi Alexandre imponente ed elegante che stringeva tra le braccia Cole, feci per avvicinarmi istintivamente a loro, passai accanto al nuovo ospite..

    <<buona sera>>

    dissi rapida e facendo il giro della scrivania mi diressi al fianco di Alex, incitata dal suo sguardo.


    sz2ddC5
     
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