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.Villa Craine
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La ragazza non mi seguì, feci ancora qualche passo, arrivai ai gradini della villa, era bella anche se logorata dal troppo tempo e dalle intemperie a cui era stata esposta.
Davanti alla porta misi una mano sulla maniglia
se è chiusa dovrò forzarla
Esercitai una leggera pressione e si aprì da sola, peccato che il mio concetto di leggera pressione era diverso da quello degli altri
cazzo mi sono appena giocato la serratura della mia futura "casa"
Nel varcare la soglia cominciai a guardarmi intorno, i mobili erano moderni e di stupenda manifattura
tutto troppo nuovo, mi toccherà uccidere i legittimi proprietari quando si ricorderanno di avere anche questa proprietà
C'era un ampio salone con un divano e due poltrone con un telo sopra per non prendere polvere, mi avvicinai ne presi l'estremità e con una mossa decisa sollevai polvere e telo dal divano, era di pelle bianca
io stesso non avrei potuto scegliere di meglio
Alzo lo sguardo e di fronte a me trovo una vista mozzafiato, un'intera parere solo vetrata che si affaccia direttamente sul mare
questa si che è libertà!
Da ragazzino dopo tutti i posti che avevo cambiato, una casa del genere tutta per me non l'avrei mai nemmeno sognata, dovevo solo capire chi diavolo ero e che cosa mi stesse succedendo, per il resto questa città mi stava facendo suo un poco tempo
chissà se le persone che ci vivono sono altrettanto piane di sorprese
Misi il palmo della mia mano sul vetro, era freddo, la pioggia cominciava a bussare sulla vetrata, sentii il calore cominciare a concentrarsi nel punto della mia pelle dove più sentivo il gelo, si surriscaldava sempre di più ma io non sentivo alcun male, sentii il vetro gracchiare
<<cazzo!>>
Tolsi immediatamente la mano infuocata
dio non posso più permettermi nemmeno di sentire freddo
Mi allontanai dal vetro e scossi un pò la mano per raggiungere di nuovo una temperatura accettabile, sbuffai e andai a vedere la cucina, anche questa non era affatto male, molto spaziosa, con un isola un po' distante dal piano cottura, perfetta anche per servire dei Cocktail.
Un rumore improvviso mi fece scattare sull'attenti come poco prima successe fuori, rimasi in attesa ma non successe nient'altro
dev'essere solo un rumore di assestamento della casa, poi con questo tempo... Dovrei proprio trovare un modo per scaricare tutta questa tensione...
Feci due tre respiri un po' più profondi per calmarmi, vidi delle scale che portavano al piano superiore, salii, c'erano quattro porte
non mi dire che sono tutte camere da letto...
Sbirciai in ognuna di esse, trovai in tutte dei letti matrimoniali a due piazze e mezzo
a buon intenditore poche parole
Pensai tra me e me, un sorriso malizioso mi si stampò sul viso.
Scesi di nuovo al piano inferiore, presi il mio borsone che avevo lasciato cadere all'ingresso, tirai fuori una camicia bianca e un Jeans sul nero, salii di nuovo su e entrai nella prima camera, poggiai i vestiti sul letto, andai in bagno e mi buttai subito dentro la doccia, l'acqua all'inizio fredda poi di nuovo calda mi rimise al mondo, mi feci coccolare dal getto anche più del necessario, poi completamente nudo e gocciolante uscii dal bagno, mi asciugai con uno dei tanti asciugamani che trovai nell'armadio e mi infilai i vestiti, i capelli li lasciai come capitava e uscii dalla stanza andando di nuovo giù.
<<adesso che ho trovato un posto in cui stare non mi resta che conoscere meglio gli abitanti di questa cittadina... E chissà che non trovi anche qualcuno che mi aiuti a scaricare tutta questa tensione>>
Dissi, guardai l'entrata
<<avrò bisogno anche di una nuova serratura>>
Sorrisi e richiusi la porta alle mie spalle, la pioggia aveva smesso di scendere, mi avviai verso il centro della città con l'intento di entrare nel primo locale che mi capitava sotto tiro.
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Aprii la porta e feci strada alle ragazze
<<prego seguitemi da questa parte c'è un salone dove vi potete accomodare, se vuoi puoi anche stenderti sul divano se vuoi riprenderti>>
Dissi incamminandomi subito sulla destra dove c'era il salone con una libreria che si estendeva per tutte le pareti meno che una dov'è c'era il camino, un divano e due poltrone erano al centro, dissi l'ultima parte della frase rivolgendomi alla piccola naufraga
mi sembra ancora sorpresa di essere viva
Mi avvicinai al camino e cominciai ad armeggiare con la legna per accedere il fuoco, in quello ero un maestro di sicuro, mentre le mie ospiti si accomodavano dietro di me, passai una mano su un ciocco che prese subito fuoco.
<<gradite un tè o una cioccolata calda?>>. -
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Dominic ci fece accomodare nella sua villetta sul promontorio, invitando la strana ragazza a distendersi se preferiva. Mi guardai intorno. L'intero salone era un'enorme biblioteca. Mentre il ragazzo armeggiava per accendere il fuoco nel grande camino, feci scorrere le dita sugli innumerevoli libri che mi circondavano, leggendone i titoli.
< Non credevo fossi un appassionato lettore.>
commentai volgendomi verso di lui. Ci chiese se gradivamo qualcosa da bere e optai per il tè, prima di accomodarmi su una delle due poltrone.. -
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La casa era grande e accogliente; Dominic ci fece strada verso il soggiorno mettendomi gentilmente a disposizione divano e camino.
<grazie dell'offerta, prenderei volentieri un thè caldo> dissi distratta dall'immensa libreria che occupava una parete intera, non vedevo tanti libri da quando avevo lasciato il palazzo. Non che mi facessero impazzire i libri, avevo ancora la nausea se pensavo alle decine di tomi che mi era toccato studiare...gli unici libri che mi appassionavano erano quelli che narravano le leggende e le gesta del mio popolo.
Lasciai cadere distrattamente a terra zaino e violino e mi affiancai all'angelo che era rimasta alquanto affascinata dalla collezione di libri e mi misi alla ricerca di qualche titolo interessante.
<devo darle ragione...non sembri il tipo da libri> dissi poi rivolgendo la mia attenzione a Dominic dando ragione all'angelo. Voltandomi notai anche che aveva acceso il camino, così mi sedetti a terra vicino al tavolino dando le spalle al fuoco scoppiettante.. -
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Le ragazze si accomodarono, si guardarono intorno stupite, ed entrambe mi chiesero dei libri
non do l'impressione di un intellettuale è chiaro
<<io leggo molto ma molti di questi libri appartengono ai vecchi proprietari della casa>>
Mi accertai che il fuoco continuasse ad andare, poi mi alzai.
<<vado subito a prepararvi un tè caldo, frodano tra un attimo>>
Mi avviai in cucina, era in fondo al corridoio, mi piaceva cucinare, quella era una delle mie camere preferite.
Nello sportello sopra il lavello presi il bollitore, aprii l'acqua lo riempii poi presi del tè che tenevo in in scatola apposita, con tutti i viaggi che avevo fatto avevo imparato molto sulle erbe soprattutto quelle orientali.
Ne scelsi due diverse per le ragazze e le misi nelle tazze.
Mi bastò toccare il bollitore con una mano per renderlo rovente e far bollire l'acqua.
Lo versai e portai le tazze alle ragazze.
<<attente è caldo>>
Le avvertii e porsi a ognuna il proprio tè.
<<va un po' meglio?>>
Domandai vedendole molto più rilassate di quando eravamo in spiaggia.. -
+Hells+ .
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Dominic ci lasciò da sole per preparare il tè e la ragazza si accomodò di fronte al camino. Attesi il suo ritorno prima di porre domande alla mia compagna di stanza.
< Grazie.>
dissi prendendo la tazza che mi porgeva. Inspirai a fondo il profumo che emanava la bevanda, era vero tè in foglie, non quel surrogato che vendevano in bustine. Si stava rivelando pieno di sorprese, a differenza della prima impressione da ragazzo timido e impacciato. Ma a sua difesa, l'avevo colto in flagrante mentre stava facendo il bagno e forse la sua goffaggine iniziale era dovuta proprio a quello.
< Allora, come sei finita a naufragare su questa spiaggia?>
chiesi alla ragazza spostando nuovamente la mia attenzione su di lei.. -
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Dopo qualche minuto ad armeggiare in quella che doveva essere la cucina, Dominic riemerse con delle tazze fumanti che ci porse gentilmente; mi sporsi ad afferrarne una e dopo averne inspirato l'aroma fragrante ne presi un piccolo sorso per saggiarne la temperatura.
"Ci voleva proprio" pensai chiudendo gli occhi mentre mi godevo il momento.
<grazie per l'ospitalità Dominic, sei molto gentile> dissi al nostro ospite poggiando sul tavolino la tazza fumante, racchiudendola tra le mani intorpidite per scaldarle un po'.
Anche Zalera, che era stata in silenzio fino al ritorno di Dominic, lo ringraziò e poi fece la domanda che entrambi si stavano ponendo da quando mi avevano ritrovata:
"Allora,come sei finita a naufragare su questa spiaggia?"
Prima di rispondere presi un altro sorso di tè per riordinare i pensieri e decidere quanto rivelargli di me.
"se fossero stati miei nemici però non mi avrebbero soccorsa e accolta in casa loro"
<potrà sembrarvi assurdo ed esagerato...ma stavo scappando di casa> iniziai a raccontare sorridendo <ho pensato che il modo migliore per farlo fosse attraverso gli specchi d'acqua...ma nonostante tutti i tomi che mi hanno costretta a leggere lo studio non mi ha mai fatta impazzire. Diciamo che sono più il tipo che sgattaiola fuori di nascosto per esplorare>
"Come inizio direi che può bastare, se mi chiederanno chi o cosa sono non gli mentirò ma se non lo faranno non vedo perchè dirglielo..". -
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Le ragazze mi ringraziarono sia per il tè che per l'ospitalità
<<non c'è di che figuratevi, sono nuovo in città e della compagnia non può che farmi piacere>>
Zelena chiese alla nostra naufraga come fosse finita lì, la osservai con attenzione mentre si portava il tè alle labbra per prenderne un'altro sorso e poi rispose, era scappata di casa e parlò di specchi d'acqua.
cosa vuole intendere? È solo una metafora? Non credo a quello che sento... eppure visto quello che so fare come posso non crederle?
Mi sedei vicino a lei
<<cosa vuol dire "specchi d'acqua"? E come mai volevo scappare?>>
Tenevo che tutte quelle domande la spaventassero, mi morsi la lingua per non tartassarla con altre informazioni.. -
+Hells+ .
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La strana ragazza spiegò che era scappata di casa, ma non capii cosa intendeva con utilizzare gli specchi d'acqua per spostarsi. Era un modo come un altro per dire che era scappata via mare o si riferiva a qualche potere soprannaturale? Non era da escludere, vista la quantità di creature presenti in città, sembrava che ci fosse qualcosa che le attirava a Littoria.
Guardai Dominic. Anche lui sembrava alquanto dubbioso riguardo le parole della ragazza, ma le domandò perchè volesse scappare.
< Prima, quando eravamo sulla spiaggia... hai accennato a Skellig Michael. Cosa intendevi?>
domandai a mia volta. Volevo venirne a capo di quella faccenda, ci mancava solo che un altro dei miei fratelli fosse sparito nel nulla, come se la ricerca di Gabriel e Raphael non fosse già di per sè problematica.. -
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"Ed ecco che inizia l'interrogatorio"
Dopotutto anch'io a parti inverse sarei stata più che impaziente di avere la risposta a tutte le mie domande; siamo creature curiose noi fae. Nonostante la palese curiosità, i due furono molto gentili limitandosi a poche domande.
A colpirmi furono le espressioni confuse e perplesse dei loro volti quando dissi come ero finita in mezzo al mare.
"Possibile che non sappiano nulla?"
Ora ero io quella confusa
"So che Zalera è un angelo...ma che Dominic sia umano!?!?!"
Stavo per essere sopraffatta dal panico "calma, calma" mi ripetei mentalmente per poter pensare lucidamente. Presi un altro sorso di tè caldo e fissai l'uomo per un lungo istante.
"Rifletti Maeve, che ci farebbe un angelo con un semplice umano? Per non contare la strana vibrazione che emana...non avrò incontrato molti umani ma la magia...quella son brava e percepirla!"
non riuscivo a capire che tipo di magia scorresse in lui, però ero sicura fosse magia.
<mai sentito parlare della magia fae?>
chiesi un po' perplessa; forse per loro non era così ovvia come per me.
<comunque...diciamo che me ne sono andata per divergenza di opinioni con mia madre>
"e adesso come gli spiego il mondo complicato della figlia della regina delle fate?"
<sapete come sono le madri...specie se si chiamano Mab e non sono abituate ad essere contraddette>
era leggermente imbarazzante parlare dei miei problemi famigliari con due sconosciuti..così mi tuffai nella via di fuga offerta dalla domanda di Zalera, così volgendomi a lei ripresi a parlare;
<quando ero in Irlanda appena ne avevo l'occasione sgattaiolavo fuori di casa e girovagavo. I miei posti erano due: i pub di paese, con la musica allegra e i racconti della gente; e l'isola di Skellig Michael, per le vibrazioni di pace che emana...ho passato ore e ore semplicemente a starmene là seduta in silenzio sull'erba>
non sapevo se insistere o meno su Michele così aggiunsi solo poche parole;
<si poteva quasi percepire a presenza di Michele...per questo spero d'incontrarlo prima o poi>. -
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La ragazza rispose alla domanda ma inizialmente ad alcune delle nostre domande, ma ci fu un istante in cui cominciò a fissarmi con insistenza
dal suo sguardo sembra che abbia paura di me
Cercai di non sembrare un serial killer anche se più ci pensavo più ero convinto che la mia faccia desse quell'impressione.
Sembrò calmarsi, nominò un tipo di magia.
ecco che risalta fuori l'argomento ho incontrato molti cialtroni nel tentativo di scoprire da dove venissero le mie capacità, speriamo che lei non sia una di quelle
Parlò di un posto e di un certo Michele di cui "sentiva" la presenza, l'unica che sembrava capirci realmente qualcosa era Zalera, io non avevo idea di cosa stessero parlando.
<<scusate l'ignoranza ma sono nuovo da queste parti, chi è Michele e cosa ha a che fare tutto questo con la magia?>>
avrei dovuto preparare un tè anche per me ma usando la valeriana, sono io quello agitato adesso. -
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<mai sentito parlare della magia fae?>
La faccenda cominciava a spiegarsi e nello stesso tempo ad infittirsi. Quella strana ragazza apparteneva al popolo delle fate, ecco cos'era quell'energia che emanava.
< Non ho mai avuto a che fare col tuo popolo, perciò non sono molto esperta delle vostre usanze e della vostra magia.>
ammisi. Il popolo delle fate si era sempre tenuto in disparte, raramente aveva causato situazioni nel corso dei secoli che avevano richiesto l'intervento degli angeli.
Spiegò che se n'era andata per colpa del rapporto con la madre, cambiando poi argomento sfruttando la mia domanda riguardo Michele. A quanto pareva non l'aveva mai incontrato di persona, si era solo recata in quel luogo per bearsi dell'energia positiva che emanava.
Tirai un sospiro di sollievo. Forse almeno quel fratello non aveva deciso di scendere sulla terra a sua volta!
Il padrone di casa, a differenza di me che stavo cominciando a capirci qualcosa, sembrava sempre più confuso a seguito delle parole della ragazza. Chiese chi fosse Michele e cosa c'entrava la magia in tutta quella storia. Valutai quanto sbilanciarmi e quanto rivelare di me per cercare di rispondere alla sua domanda e chiarirgli un po' le idee. Dopotutto si era dimostrato gentile ed ospitale, e non sembrava avere cattive intenzioni.
< Michele è mio fratello.>
spiegai voltandomi verso di lui.
< E Maeve deve essere arrivata qui usando una sottospecie di teletrasporto sfruttando l'acqua, o qualcosa del genere.>
aggiunsi tornando a rivolgermi verso la ragazza per avere una conferma da parte sua.. -
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Al piccolo accenno ai fae che feci, il volto di Zalera s'illuminò; doveva aver collegato il modo con cui ero finita in mare e le fate.
Al contrario il nostro ospite pareva ancora più perplesso e scettico, infatti chiese di Michele e della magia. Per il primo non spettava a me decidere cosa raccontare e cosa no, per la seconda questione mi permisi invece d'illuminarlo.
<dalla tua espressione devi essere nuovo anche di questo bizzarro mondo...>
gli dissi con tono di scusa, per rassicurarlo un po' e per non sembrare più svitata di quello che ero.
<ti hanno mai raccontato favole sulle fate o su creature fantastiche in generale?>
chiesi sorridendogli
<...bhe..ecco..diciamo che non sono solo miti e leggende>
gli diedi qualche attimo per comprendere la mia affermazione prima di proseguire
<per le creature in generale non posso dirti molto, perchè anch'io non conosco tutte quelle che esistono, però riguardo quelle che gli umani chiamano "fate" ne so qualcosa..>
Per rendere la cosa più credibile allo sbigottito Dominic, mi sporsi verso di lui e con una mano tirai indietro i capelli mettendo in mostra un orecchio a punta.
"direi che come introduzione può bastare"
pensai tornando a sedermi in attesa delle domande che sarebbero sicuramente scaturite dal mio discorso. -
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A quanto pareva ero l'unico che non capiva cosa stava succedendo.
Zalera mi disse che Michele era suo fratello e non feci altre domande dal momento che mi aveva già accennato a una situazione complicata con la sua famiglia. Mi diete una spiegazione piuttosto "creativa" sugli specchi d'acqua.
dovrei crederle?
Maeve mi chiese se avessi mai sentito parlare delle fate, di racconti
<<la mia conoscenza si ferma alla fatina di Peter Pan>>
Sorrisi, lei sembrava sempre più seria nel raccontarmi della sua natura, si avvicinò e si scostò i capelli, le sue orecchie erano a punta.
Il mio cuore cominciò a martellare nel petto, lo sentivo nelle orecchie era assordante.
devi calmarti o finirai per prendere fuoco
Mi dissi, i miei poteri mi erano ancora estranei ma di una cosa ero sicuro, erano collegati alle emozioni.
questo vuol dire che potrei essere una fata anch'io?
Mi sembrava ridicolo a pensarci, potevo fidarmi di loro? E se tutto quello che mi stavano dicendo era falso? Un gioco uno scherzo magari?
le orecchie sembrano vere, non sono un trucco
Mi avvicinai a loro, mi misi seduto sul pavimento con le gambe incrociate
<<posso mostrarvi una cosa?>>
Senza aspettare la risposta presi un respiro profondo, dovevo dirlo a qualcuno, il freddo del pavimento mi aiutò a calmarmi, dovevo essere concentrato per farlo altrimenti avrei perso il controllo.
Chiusi gli occhi e aprii il palmo della mano, quando li aprii comparì una piccola sfera di fuoco.
<<anch'io potrei essere una fata?>>
domandai guardando entrambe e chiudendo la mano per far sparire il fuoco..
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