CORTILE

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  1. »Astrið von Harðenberg«©
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    :103issn.jpg:

    Eccomi qui, come tutte le mattine, pronta per una nuova giornata.
    Resto un momento qua fuori, nel cortile, mi piace osservare le persone e qui ce ne sono parecchie. C'è chi chiacchiera con gli amici, ride, scherza, in poche parole: si diverte; c'è chi invece è seduto sotto ad un albero e legge o ascolta un po' di musica, con gli auricolari nelle orecchie e poi...be', poi ci sono loro, le creature che solo la sottoscritta puo vedere: gli Angeli.
    Ogni persona ne ha uno e le creature divine stanno vicino ai loro protetti come se fossero la cosa più importante e in effetti è così, gli Angeli Custodi hanno il compito di proteggere le persone a cui sono stati assegnati. Loro sanno che posso vederli e molti mi salutano, altri mi sorridono, altri invece si limitano solo a guardarmi, accennando un saluto con un cenno del capo, consapevoli del fatto che non mi è possibili, non in quel preciso momento almeno, parlare liberamente; io sorrido a tutti loro e un paio di volte mi lascio sfuggire un ciao a fior di labbra, ma nessuno se ne accorge, figurarsi se stanno tutti a guardare prioprio me.
    Per il momento non vedo anime che necessitano del mio aiuto per passare oltre, quindi posso ritenermi fortunata, non che mi dispiaccia aiutarle, ma almeno oggi vorrei starmene un po' tranquilla.
    Seduta sulla mia panchina, nel mio angolino, spero di non essere vista da nessuna ragazza della mia classe, non mi va di bisticciare già di prima mattina.
    Sospiro e per una volta tanto mi guardo attorno; il cortile è davvero grande e c'è molto verde, di solito tendono ad avere un aspetto grigio, con qualche aiuola e pochi alberi, qui invece non è proprio così, l'ambiente mette già un po' di buon umore. Certe volte, come per esempio oggi, mi sembra di vederlo per la prima volta... non c'è nulla di diverso, ma mi capita di avere questa sensazione.
    Poco più in là, sotto ad un albero, vedo il mio ex che si comporta da perfetto farfallone, per un piccolissimo momento incrocia il mio sguado e il mio cuore accellera i battiti, ma lui fa finta di niente, come se fossi un'estranea, come se tra noi non ci fosse stato nulla di nulla... Accidenti! Vorrei proprio capire perchè la cosa riesce ancora a toccarmi così tanto, perchè non posso fare come lui...?
    Deglutisco e m'impongo di guardare da un'altra parte, così fisso lo sguardo su un albero, che fa ombra a un gruppetto di amici, non sono molto lontani da me e riesco a cogliere alcune parti della loro conversazione, quindi mi concentro su di essa. Poi mi accorgo che tra loro c'è un mio compagno di classe e parlano di qualcosa che m'incuriosisce non poco.

    Edited by »Astrið von Harðenberg«© - 2/10/2011, 20:03
     
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    Anche stamattina come ogni mattina da millenni mi ritrovo ad affrontare quello che il destino ha in serbo per me, chissà se un giorno tutto questo finirà.
    Mi guardo in giro il prato è sempre lo stesso. Verde,rigoglioso e tagliato alla perfezione niente altera la natura delle cose qui. Tutto è come l'ho lasciato alla chiusara della sessione precedente .. Molti studenti stanno seduti li ridono, scherzano, parlano fra loro. Qualcuno è emozionato altri hanno i visi stanchi e annoiati. I loro aloni mi sono noti e anche i loro molteplici pensieri .Vengo colto da una vertigine quando arrivano al mio cervello tutti i pensieri della gente che mi circonda...stupidi pensieri umani, mi trapanano il cervello. AH! pensieri insulsi! Umani sfigati! Cerco di schermarli ma non è sempre facile per me..mi arriva lo scorcio di un pensiero ..volto lo sguardo sul viso di chi lo ha generato.
    Una ragazza carina peccato sia umana appoggiata al tronco di un albero si sta torturando le mani e intanto pensa di far pace con il suo ragazzo. La percezione dello stato emotivo della ragazza mi provoca qualcosa di fastidioso a livello inconscio..sembra spaventata da qualcosa o da qualcuno.. ma questi non sono affari miei!
    Sposto lo sguardo, dopotutto anche se volessi non potrei fare niente. Non voglio fare niente! Questa è la mia regola restare fuori dai problemi di questa razza dai loro tormenti esistenziali. Ritorno a scrutare il cortile fra tutti gli studenti colgo visi già conosciti e qualcuno che non conosco.
    Sgorgo fra loro anche le auree di coloro che un tempo mi erano fratelli, per un attimo mi chiedo cosa ne sarebbe stato di me se non fossi caduto dalla parte sbagliata magari adesso farei da baby sitter a qualcuno di questi ragazzi.
    Vengo colto da un pizzico di amarezza..ma si! chi se ne frega ho altro a cui pensare adesso.
    Anche loro mi scrutano sanno chi sono ma non mi temono sanno bene che io non sto qui per loro.
    Mi decido ad attraversare il cortile qualcuno mi guarda intimidito dopotutto potrebbe trovarsi in aula con me e non sono certo conosciuto per uno che la fa passare liscia questa cosa mi diverte amo la sensazione di trasmettere timore.
    Qualcosa però attira la mia attenzione...


     
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  3. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    Il mio compagno di classe parla di qualcuno, credo abbia detto le parole assistente universitario... e chi sarebbe???
    Alzo un sopracciglio e cerco di aprire ben bene le orecchie per capire meglio il discorso.

    "Sì, sì. Ho sentito che verrà nella mia classe" dice il compagno.
    "Una mia amica invece mi ha detto che è molto carino" interviene una delle ragazze del gruppetto, con fare da oca giuliva... tipico.

    Vorrei tanto intromettermi, ma in fin dei conti, chiunque venga in classe non m'interessa, l'importante è che riesca a seguire e capire le lezioni... Se è carino o meno, è irrilevante, i ragazzi per il momento voglio lasciarli lì dove stanno.
    Poi lo sento... sento una presenza non comune in quel cortile, un momento, no, non può essere, un... un... oh santo cielo... un Caduto.
    Mi giro immediatamente verso la creatura che percepisco: mi trovo a guardare una ragazzo davvero stupendo, anzi non ci sono parole per definirlo. Ha il tipico aspetto da Angelo, ma invece ora è un Caduto, è incredibile come le cose che ho sentito dire su queste creature siano vere, pur non essendo più Angeli, continuano a mantenere quell'aspetto etereo. Resto a guardarlo, quasi lo fisso, ma solo perchè non mi è mai capitato di percepire una creatura come lui, o meglio non mi è capitato di percepire qualcuno di così forte come lui, quasi mi sento indifesa.

    Mi è quasi impossibile togliergli gli occhi di dosso, si muove con una grazia che solo le creature non umane hanno, sembra una persona dolce, ma il suo sguardo, se visto bene, lo tradisce: i suoi occhi guardano le persone con superiorità.
    Una voce mi sconcentra e sento dire che il biondino che stavo osservando è l'assistente universitario e mi blocco.

    E se capisse chi sono? Non che io abbia qualcosa contro i Caduti, sono dell'idea che bisogna vivere e lasciar vivere, ma di solito si crede che noi Nephilim siamo schierati sempre e comunque con il bene e che vogliamo ripulire il mondo da creature come quel ragazzo.
    Spero solo che non mi percepisca e che se ciò dovesse succedere, non riveli a nessuno la mia natura.


    Sospiro e mi viene da pensare automaticamente che quella sarà una lunga giornata.
     
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    percepisco qualcosa non è un pensiero umano non credo proprio..e qualcosa di diverso ..timore
    Il mio sguardo attento corre al piazzale cerco di capire chi sto percependo
    Gli studenti cominciano a muoversi pronti all'inizio delle lezioni..non sopporto il loro modo di parlare e muoversi è così lento mi verrebbe voglia di spazzarli via tutti e farmi spazio per trovare chi sto cercando
    Hunter concentrati non ti starai arrugginendo !
    Sento un pizzicore al livello della nuca..conosco questa sensazione...un Nephilim ma chi è ??
    Continuo a scrutare la folla di studenti che si accalca all'entrata dell'Ateneo.
    Trattengo a stento la rabbia devo sapere chi è.
    Accidenti dove si sarà cacciato!
    Ecco finalmente vedo la sua aurea appartiene ad una ragazza seduta su una panchina
    Si è proprio una Nephilim. Ma che ci fa qua
    Mi accorgo che mi sta fissando Uhmm interessante!!
    E' bella..semplice ma bella. Non mi sembra di averla incontrata prima me ne ricorderei.
    Lunghi capelli neri e occhi di un profondo blu resta seduta e pare assorta nei suoi pensieri . Sembra innocua e dalla sua aurea non percepisco niente di pericoloso magari è li per salvare l'anima di qualche saccente stupido umano.
    All'improvviso sento i suoi occhi posarsi su di me sembra studiarmi. Essere passato sotto una lente di ingrandimento non mi è mai piaciuto anzi mi infastidisce .Colgo l'occasione per studiarla anch'io. Si è proprio bella ma non quella bellezza costruita bensì qualcosa di naturale che nasce dal modo in cui atteggia le labbra e si muove quasi impercettibilmente ..c'è qualcosa che ai miei occhi la fa sembrare eterea quasi fosse vestita solo dalla sua aurea. ...
    Resto incantantato dai suoi occhi mi sembra di scorgere uno squarcio di limpido mare ...un anima innocente.

    Torno in me ma continuo a guardarla non sarà certo un bel viso che mi distrarrà dai miei propositi e poi quando mai i mezzi angeli sono stati pericolosi dopotutto io sono l'unica cosa da cui farebbe bene a stare lontana.
    Mi viene fuori un ghigno.
    Che mi guardi pure non sarò certo io a tirami indietro in questo gioco dopotutto sarebbe contro la mia natura.
    Uhmm ci sarà da divertirsi! Pensa se me la ritrovo al mio corso.
    Bell'inizio di giornata veramente!
    Mi avvio verso l'entrata seguendo la corrente di corpi che si accalca sui gradini pronti a quest'inizio di giornata..qualcuno sta parlando di me chiedendosi a quale corso insegni.
    Una risata mi nasce spontanea E si! ci sarà proprio da divertirsi quest'anno

    CONTINUA IN AULA

    Edited by guerriera - 5/10/2011, 14:53
     
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  5. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    Mi alzo dalla panchina, sospirando e pregando in tutte le lingue che conosco, pur di passare inosservata agli occhi di quel Caduto.
    Chissà cosa avrebbero detto i miei genitori del suo arrivo in città, certo, di cose a cui pensare ne avevano molte, ma un Caduto è pur sempre un Caduto, così penso che forse sarebbe meglio non dire nulla.

    Sei forse scema? Loro lo percepiranno, scopriranno che è qui, nell'Istituto. In effetti la vocina dentro di me non ha tutti i torti, ma mica devo rifere io chi ho percepito, terrò tutto per me e se mi chiederanno qualcosa... be', dirò che non sono stata attenta.

    Come scusa fa acqua da tutte le parti, non credi?
    Già, anche questa volta la vocina ha ragione, ma allora cosa faccio? Vorrei prima averci a che fare io, conoscerlo... I miei, se sapessero di lui, partirebbero subito in quarta, sarebbero capaci di chiamare tutte le persone influneti, sovrannaturali, che conoscono pur di cacciarlo, studiarlo come un topolino in gabbia, e chissà che altro.
    Cavoli! Urlo mentalmente.
    Mi passo una mano tra i capelli e mi mordo il labbro inferiore.
    Devo tenere la bocca chiusa. Penso.
    Certo, e chi ti dice che magari i tuoi non l'abbiano già percepito?
    Come può questa insopportabile vocina avere sempre ragione?!
    Stringo i pugni, disegnando con le unghie delle mezze lune sui palmi delle mani.
    Ragioniamo. Mi dico. Magari è in grado di non farsi riconoscere.
    Senti, ma sei sicura di stare bene, oggi? Se l'hai percepito tu, vuol dire che non sa nascondersi.
    Benedetta vocina, vorrei, vorrei... prendere a pugni qualcosa, un muro, ad esempio, andrebbe bene, ma dopo dovrei spiegare come mai ho provocato delle piccole crepe.
    Siamo lontani da casa, hanno diverse cose a cui pensare, magari non lo hanno percepito... Potrebbe essere?
    La vocina nella mia testa non dice nulla, questa volta non parla.
    Ma bene, mi sa tanto che ho dei seri problemi mentali, forse riuscirei a fare impazzire anche lo psicologo, se ci andassi, un giorno, cosa improbabile, oppure potrebbero portarmi via con la camicia di forza, opzione da non escludere.
    Mi accorgo che gli Angeli mi stanno guardando e lo stesso fanno con lui...
    Per favore, non ditemi nulla, non mi va di parlare, ma come al solito non vengo ascoltata.
    "E' pericoloso, non dovresti neppure guardarlo" Dice uno degli Angeli presenti.
    "Lo so, grazie per la dritta" Rispondo bisbigliando, ma ho l'impressione di aver usato un tono seccato.
    "Non scherzo, Ariel, lui è pericoloso, è un Caduto"
    "Me ne rendo conto, so perfettamente chi è il biondino" Replico, sempre sottovoce, sembra quasi parli con me stessa.
    "Allora dai retta a ciò che ti dice la vocina. Parlane con i tuoi genitori ed evitalo"
    So bene che l'Angelo con cui parlo non vuole fare il rompi scartole, ma desidera solo che non mi succeda niente.
    "E se fosse l'assistente nella mia classe?"
    L'Angelo non risponde.
    Scusa, non è mia intenzione battibeccare con te e poi non mi va di distrarti dal tuo compito, va' dal ragazzo a cui sei stata assegnato, potrebbe farsi male"
    Infatti, un gruppetto di ragazzi che sta giocando a calcio, lancia una di quelle cannonate che possono andare a parare sul poverino.
    L'Angelo spalanca gli occhi e fa in modo che il suo protetto si abbassi per prendere una cosa che gli è "caduta" dalla mano.
    Bel colpo, bravo angioletto.
    Sorrido e poi mi guardo in giro, sembra che nessuno si sia accorto della mia piccola conversazione, anzi no, ho parlato troppo presto, non tanto lontano da dove mi trovo, ci sono le "simpaticone" della mia classe e LUI.
    Mai una volta che si facciano i fattacci loro!
    Mormorano qualcosa, ma ormai ho smesso da tempo di prestare attenzione alle cattiverie che dicono su di me.
    Scuoto la testa e la campanella di inzio lezioni si fa sentire in tutto l'Istituto, così mi avvio verso l'entrata.

    CONTINUA NELL'AULA

    Edited by »Astrið von Harðenberg«© - 17/10/2011, 13:34
     
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  6. ~•Chazygirl•~
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    :Cassie.jpg:

    CONTINUA DALLA DIMORA BLAKE

    Arrivo a scuola con un leggere anticipo. L'edificio non è male, molto meglio dell'ultimo liceo che ho frequentato, e il cortile è davvero magnifico. Alberi e grandi sculture lo circondano. Visto l'orario decido di sedermi su una panchina nel lato destro del cortile. Poggio la borsa e il pranzo vicino a me e mi guardo intorno cercando di non sembrare un'imbranata.
    Ci sono tanti gruppetti che se ne stanno per i fatti loro e pochi ragazzi che come me se ne stanno da soli ad osservare.
     
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  7. ~•Chazygirl•~
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    :Cassie.jpg:

    Sento suonare la campanella che segnala che è giunta l'ora del mio primo giorno di scuola in questa nuova città.
    Prendo lo zaino e lo carico sulla spalla destra, mi incammino verso l'ingresso dell'istituto.

    CONTINUA ALL'ISTITUTO SUPERIORE
     
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    :Hunter.jpg:

    CONTINUA DA AULA

    Appena fuori nel cortile illuminato dalla luce calda di mezzogiorno mi sentii per la prima volta da tanto tempo bene.
    Anche se ero uscito di corsa dall'aula come se avessi il diavolo alle calcagna avevo sentito Ariel che diceva che sarebbe venuta.
    Con un sorriso compiaciuto ancora stampato in faccia schiacciai il tasto recall sul telefonino per chiamare Corinne e dirle che nel pomeriggio saremmo andati al Centro Commerciale.
    Sentire la voce fresca di mia sorella mi scaldo il cuore, negli ultimi tempi non ero stato molto presente con lei, ma avrei rimediato proprio quel pomeriggio portandola in giro per negozi.
    Dopotutto era così giovane aveva diritto di divertirsi e poi avrei rivisto Ariel e non vedevo l'ora.
    Attraversai di corsa il cortile diretto al parcheggio.

    Quello che mi ci voleva in quel momento era proprio una bella corsa con la mia macchina.

    CONTINUA AL CENTRO COMMERCIALE
     
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  9. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    CONTINUA DALL' AULA

    Vado il più lontano possibile da occhi indiscreti e scoppio a pinagere per la frustrazione.
    Avrei voluto non svegliarmi quella mattina per evitare di vivere quell'incubo nella realtà.

    Maledizione!! Inizio a prendere a pugni l'albero che ho davanti, non m'importa se mi farò male, è sempre meglio il dolore fisico che quello psicologico, almeno in questo momento.

    E adesso cosa faccio....? NON voglio perdere Hunter, ma se poi dovesse lasciarmi...?

    Batto i pugni sul busto dell'albero e dopo ci poggio la fronte e le lacrime continuano a cadere infinite; vorrei fermarle, ma non ci riesco... non voglio. Piangere serve per sfogarsi, e io ho bisogno di sfogarmi.

    Picchio diverse volte il capo sull'albero, ma senza farmi male.

    Odio questa situazione. Poi mi lascio cadere sulle ginocchia come un sacco vuoto.

    Hunter... . Poggio i palmi sulla terra sotto di me, ho le nocche sanguinanti ma non m'importa, chino il capo e guardo l'erba che leggera viene mossa dal vento.

    Perchè l'ho incontrato...? Se avessi saputo quanto mi sarebbe entrato nell'anima... non finisco il pensiero perchè se andassi avanti mentirei solo a me stessa, anche se avessi saputo tutto, non avrei potuto fare a meno di entrare nella sua vita e averlo voluto nella mia.

    Non voglio perderlo, non voglio lasciarlo... ma se poi dovesse lasciarmi lui...?

    Ed ecco che si gira sempre lì...

    Poi ricordo una parte della conversazione di poco fa, ha detto che cerca qualcuno e che se continuassi a stare con lui sarei in pericolo...

    Certo, come se m'importasse qualcosa...

    Penso a così tante cose allo stesso tempo che ho mal di testa e quasi ho la nausea.

    Tiro su con il naso, poi sento qualcuno chino vicino a me e il mio cuore perde un battito.

    Edited by »Astrið von Harðenberg«© - 12/10/2011, 21:47
     
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    Uscii trafelato non sapevo in quanto tempo avessi percorso il corridoio e se avessi saltato le scale, non mi importava se gli studenti ancora fuori mi guardassero interrogativi, mi sentivo scolvolto, privato di qualcosa di importante, il cuore mi batteva forte per la corsa e per l'angoscia di averla persa forse per sempre.
    Non riuscivo a ragionare lucidamente sapevo solo che la dovevo trovare, dovevo trovare Ariel.
    Percorsi con lo sguardo l'intero cortile fin quando la scorsi in ginocchio sotto un albero, in lacrime, distrutta.
    Cosa ho fatto?? accidenti che Cosa ho combinato!
    L'idea di averle fatto male anche senza volerlo mi scolvosse ulteriormente.
    Mi avviciani a lei , la prima cosa che vidi oltre le lacrime furono i graffi sulle mani sanguinanti che tremavano.

    Cazzo Hunter sei un mostro pensai.

    Se fossi stato capace di piangere quello sarebbe stato il momento giusto mi sentivo un pugnale conficcato nel petto, il cuore che non era stato mai capace di amare sanguinava per quella creatura abbandonata nel suo dolore.
    Le toccai leggermente una spalla per evitare che si spaventasse e la prima cosa che feci appena si giro a guardarmi fu caderle vicino e abbracciarla fino a farle mancare il respiro.
    «Ariel ti prego..ti prego non piangere non valgo le tue lacrime , non sono degno di tanto dolore» cominciaia ad accarezzarle il viso raccogliendo le sue lacrime sui miei polpastrelli le baciai piano le palpebre gonfie, le guancie , le accarezavo i capelli .
    Mi odiavo per quello che le stavo facendo passare, avrei dato qualsiasi cosa pur di non vederla soffrire per me.
    Poi incominciai a fare ragionare la testa
    Se è così distrutta per quello che le ho detto forse alla fine è pentita di avermi fatto entrare nella sua vita .
    «Perdonami Ariel ...giuro che non era mia intenzione rovinarti la vita...io volevo solo...»
    Stare con te
    mi mancavano le parole la voce mi si spezzo, stavo soffrendo di un dolore mai provato.
    « Ariel calmati, parlami dimmi che mi odi ma parlami»
    Era da tanto che non mi capitava di pregare ,millenni ma in quel momento mi sentii di rivolgere una preghiera al cielo
    Ti prego...fai che non soffra, fai che sia felice darei la mia intera esistenza per farle tornare il sorriso.
    « scusami se sono sbagliato Ariel ma è così! Se potessi cambiare per te per averti al mio fianco giuro che darei qualsiasi cosa, ma non posso per questo ti ho sempre detto di non aspettarti niente da me ....sapevo che ti avrei distrutta...Perdonami Ariel se puoi.»
    a quel punto le dovevo dire tutto
    « non ho mai maledetto la mia natura come adesso se solo fossi diverso adesso non ti vedrei piangere, potrei stare con te senza farti questo...» le lacrime le continuavano a scendere e io le asciugavo con i miei baci
    «Ariel ...» e le alzai il viso« Io....non... non voglio perderti» dissi alla fine con un sospiro stanco.
    La baciai come se ne andasse della mia stessa vita,mi fusi in lei e mi persi in lei. Avevo bisogno di lei , del suo respiro, della sua risata, di tutto di lei.
    Il mio bacio fu selvaggio,esigente,prepotente come a saziarmi di lei fino all'inverosimile, ma anche dolce e tenero volevo farle capire cosa provavo cosa significava per me perderla.
    Era presto per dare un nome a quel che sentivo per Ariel ma ero sicuro che qualsiasi cosa fosse niente e nessuno ne avrebbe ostacolato la crescita. Smisi di baciarla e la guardai dolcemnte
    «Mi sa che dobbiamo parlare noi due, ma sul serio senza nasconderci nulla».
    Avrei lottato per lei ...per noi.
    Realizzai che se lei mi avesse voluto alla stessa maniera avrei ucciso pur di starle accanto
     
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  11. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    Sento il suo tocco sulla mia spalla e l'aria quasi mi manca.

    Quando mi abbraccia tutto svanisce e lo stringo forte, come se di lì a poco avremo dovuto dirci addio per sempre. Nascondo il viso tra i suoi capelli e continuo ad abbracciarlo, con la paura che qualcuno avesse potuto portarmelo via.

    Lo sento parlare e guardo il suo viso angelico che sembra mascherato dal dispiacere più sincero e mi si spezza il cuore vederlo così.

    Mentre parla accarezza il mio viso, i capelli, mi asciuga le lacrime e bacia le mie palpebre umide e le guance rigate dalle mille lacrime che sto piangendo.

    Vorrei dirgli qualcosa, vorrei dirgli che senza di lui mi sento persa, ma non riesco, la mia voce sembra essersene andata.

    Parla ancora e mi chiede di perdonarlo, giura che non voleva rovinarmi la vita e che voleva solo... lascia la frase a metà e mi domando cos'è che vuole...

    Mi chiede di calmarmi e di dire qualcosa, anche di odiarlo, ma di palare.

    Come potrei odiarti.. come? Anche se lo volessi con tutta me stessa so che non ci riuscirei, so che mi sarebbe impossibile. E invece di dirglielo continuo a piangere.

    Le sue parole fanno sì che il mio pianto non finsca, ma anzi che continui.

    Perchè... perchè si sta scusando per essere la meravigliosa creatura che è? E' per questo che mi piace, per il fatto di essere lui, Hunter se vado avanti di questo passo, a piangere senza sosta, diventerò peggio della Maddalena, ma cosa ci posso fare se non riesco a fare altro che piangere...?

    E a quel punto sento come se dentro di me si spezzasse qualcosa: maledice di essere ciò che è e mi sfugge un singhiozzo, intanto lui mi asciuga le lacrime con i suoi preziosi baci.

    Ho quasi l'impressione di non riuscire a respirare, è come se stessi soffocando per quel male che gli stavo facendo.

    Stringo i punghi, di nuovo, e sento bruciare le nocche ferite, ma quel dolore ora non è nulla, solo un leggero fastidio.

    Dopo lo sento dire che non vuole perdermi, il suo tono è stanco, come se si fosse arreso a qualcosa con cui stava combattendo da un bel po'.

    Chiudo gli occhi e come in un sogno sento le sue labbra sulle mie, un bacio che pare triste, all'inizio, poi cambia...

    Era proprio di questo che avevo bisogno, di sentire ciò che provava.

    ... Cambia in qualcosa di prepotente, di selvaggio, di esigente e rispondo alla stessa maniera, voglio che sia il suo respiro a continuare a darmi la vita, il suo e di nessun altro.

    Però posso anche sentire le sue labbra gridare a gran voce che lui mi vuole e posso assaporare il sapore della dolcezza e della tenerezza, di cui mi sazio come se fossi affamata.

    Smette lentamente, mi guarda e dice che dobbiamo parlare in tutta sincerità.

    Deglutisco e sento la gola secca, quasi graffiante.

    Mi faccio forza e cerco di parlare, anche se so che la mia voce sembrerà il gracchiare di un corvo.

    "Hunter... non devo perdonarti nulla e tu non devi cambiare, se ho deciso di stare con te e perchè sei TU, mi sembra di avertelo già detto e se è necessario te lo ripeterò fino alla nausea". Mi inumidisco le labbra e la lingua quasi resta appiccicata.

    Vorrei dirgli mille cose, ma non ci riesco, così gli getto le braccia al collo e lo stringo forte, fortissimo, perchè solo in questo modo mi sembra di realizzare che lui è lì con me.

    Ho paura Hunter... ho una paura folle di perderti perchè so che senza di te non riuscirei ad andare avanti... so che senza di te non posso più vivere.

    "Hunter... ti prego, non lasciarmi" la mia voce è ferma, sicura e voglio fondermi con lui pur di tenerlo per sempre con me, ho un disperato bisogno di lui.

    "Ho bisogno di te". riesco infine a dire e mi abbandono a lui.

    Gli accarezzo i capelli dorati, le mie mani, avide, toccano il suo viso, senza tralasciare neanche il più piccolo particolare, poi poggio la mia fronte sulla sua.

    "Se te ne vai, come pensi che andrei avanti...? Solo l'idea di perderti mi uccide, se ti perdo per davvero morirò".

    Porto le mani sul suo viso, accarezzandogli gli zigomi, lo bacio e in questo gesto cerco di fargli capire ciò che non si può sempre dire con le parole.

    "Qualsiasi cosa accada" dico tra un bacio e l'altro. "Io... ti vorrò sempre e solo per me. Non m'importa cosa succederà, ma di lasciarti andare non se ne parla" lo abbraccio ancora e gli dico: "So che non mi farai del male... e questo è un motivo in più per non perderti".

    Le lacrime sembrano essere cessate, ma le palpebre e le guanche sono umidi.

    "Ti prego Hunter, resta con me". Dico quasi con un filo di voce, ma sono certa che mi ha sentito perchè le mie parole sono vicine al suo orecchio.
     
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    Ancora stretta a me Ariel non smetteva di singhiozzare ma intuivo che le sue lacrime erano un regalo per me , il suo modo per farmi capire che di me gli importa e che mi accettava per quel che ero , senza ma e senza se.
    Vorrei gridare dalla felicità appena le sue parole accorate arrivano a me.
    Mi dico che ho fatto bene ad aprirgli in parte il mio cuore.
    Le sue parole sono gioia pura.
    Tiene a me, non vuole che la lasci, dice che morirebbe se gli mancassi o la abbandonassi, dice che lotterà per non lasciarmi andare.
    Oh cielo e Angeli miei fratelli vi ringrazio.
    I miei occhi vanno al cielo in un muto ringraziamento.
    Giuro di non farla soffrire, di proteggerla da ogni male e cercherò di meritarmi ogno briciolo di affetto che lei avrà per me.
    nel suo abbraccio mi sento al sicuro e sopratutto vivo.
    La bacio teneramente sulla testa e le sussurro la promessa fatta prima al cielo.
    «Resterò con te Ariel e ti prometto... anzi ti giuro che cercerò di meritarmi tutto ciò che verrà da te e non permetterò a niente e nessuno di farti del male. Ora mi appartieni sei parte della mia anima... »sono così emozionato da quasi non riuscire a parlare .«.. e lo sarai sempre e per sempre fin quando mi vorrai »
    Più di quello non potevo dirle e dovevo sperare che gli bastasse perchè quello che in realtà provavo non riuscivo a spiegarlo neanche a me stesso.
    Era un grande passo passare dal NON VOGLIO LEGAMI a
    Per sempre
    Speravo avesse capito, speravo di riuscire col tempo a dimostrarle quanto ...L'amavo???

    Allora era quello che come un groppo mi restava in gola...mi ero innammorato di lei e spiegava il dolore assurdo al pensiero di perderla.
    Questo non glielo avrei detto per adesso, dovevo prima capire se lei ce l'avrebbe fatta a convivere con la mia natura di Dannato e suoi Angelici Genitori.
    La strinsi dinuovo al petto cercando di convincere me stesso che tutto sarebbe andato bene.

    « Mi prenderò cura di te finche mi vorrai nella tua meravigliosa esistenza» glielo dissi a parole ma sperai di farglielo capire con il tempo con la mia costante presenza nella sua vita.
    Adesso lei per me era"il punto debole" che avevo sempre evitato di avere.
    Ariel sarebbe stata costantemente in pericolo..solo per il fatto di avermi accanto.
    L'unica cosa che potevo fare era proteggerla in ogni momento come già facevo con Corinne e sopratutto sperare di trovare mio fratello ed eliminarlo prima che venisse a sapere di Ariel.
    « Ti va di venire con me in un posto??» le chiesi
    « ho una tremenda voglia di abbracciarti e tenerti vicina così da realizzare che non sei un sogno ma la mia realtà » le sorrisi dolcemnte e le accarezzai piano la guancia.

     
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    :Ariel.jpg:

    Ti amo. E' l'unica cosa a cui riesco a pensare. Ti amo in un modo che non puoi immaginare. Ma queste parole mi limito solo a pensarle.

    So che è così, so di amarlo, però è meglio aspettare per dirglielo.

    Non ho mai creduto che cose di questo genere potessero accadere; quello tra di noi non è un semplice colpo di fulmine, infatti non mi spiego come mai già lo amo così tanto...

    E' qualcosa che non ha un filo logico, insomma... ci conosciamo da pochissimo tempo, un giorno a male pena, eppure se non lo vedessi più, anche solo per qualche momento, sarei assalita dal terrore di perderlo. So che mi sta promettendo di stare con me, ma a volte il destino è crudele e si diverte a giocare con le persone, noi creature sovrannaturali comprese, anzi prova un sadico piacere nel torturarci, più che agli essere umani. E' il suo gioco preferito vedere soffrire uno di noi per l'eternità.

    Le parole, anzi il giuramento di Hunter fluisce come le onde calme del mare dentro nella mia testa e non posso fare a meno di sentire la forza che cresce in me. Sì, lui è la mia forza, il motivo per cui vale la pena di vivere: lui è il mio tutto e senza sarei niente.

    "Hunter". Dico bagnandomi le labbra e deglutendo. "Hai detto che ti appartengo, che sono parte della tua anima, tu invece SEI la mia anima e senza non sarei una creatura completa". Tiro ancora su con il naso, so di essere uno spettacolo orribile e che forse avrei potuto dirgli quelle cose in un momento più "adatto", ma non posso tacere, ho bisogno che sappia, ho bisogno che capisca quanto è importante per me.

    "Hunter, prima che tu arrivassi la mia vita era comune a quella di molti altri ragazzi della mia età, tranne per alcuni aspetti" e mi scappa una risata. "Ma da ieri, da quando ti ho percepito è cambiato qualcosa in me. Non lo avrei mai creduto, ma sono un'altra persona oppure semplicemente SONO la persona che devo essere, solo non lo sapevo. Come ti ho già detto, qualsiasi cosa succeda, chiunque tu stia cercando, sappi che non sarò in pericolo, perchè..." perchè l'amore può tutto, sto per dirlo, ma mi fermo, non so se dovrei. "Perchè quello che sta nascendo tra di noi è indistruttibile, nemmeno il tempo riuscirebbe a scalfire tutto questo, potrebbero passare cento o mille anni ciò che sento adesso per te resterebbe lo stesso... no mi correggo, non sarebbe lo stesso, crescerebbe di più, sempre di più". Sospiro e il mio respiro trema, ma fortunatamente le lacrime non ci sono più. "Non so davvero come ho fatto a vivere prima, senza di te". Gli do un bacio a fior di labbra e poi continuo. "Tu sei la mia forza, sei la ragione per cui questa mattina non vedevo l'ora di venire qui e continuerai ad essere il motivo per cui ogni singolo giorno mi alzerò e vivrò. Sei l'ossigeno di cui ho bisogno, sei la persona che vorrò sempre con me. Hunter, tu sei il mio tutto e senza sono niente. Privarmi di te vorrebbe dire uccidermi, privarmi di te vorrebbe dire che ho imparato ad amare la morte, rifiutando categoricamente di vivere la mia esistenza. La sposerei, sposerei la morte se solo provassi a cercare di andare avanti senza di te".

    Lo contemplo non so per quanto tempo e sento la scia delle lacrime, ormai cessate, sul mio viso.

    "E rigurado il tuo invito, di andare via da qui, non devi nemmeno chiederlo, ti seguirei anche all'inferno se necessario, ma qualcosa mi dice che non mi ci porteresti". E gli sorrido.

    "Anch'io ho bisogno di sentire che SEI reale e che non fai parte di un'illusione creata dalla mia mente contorta".

    Gli accarezzo il viso, con le nocche che hanno smesso di sanguinare; gli bacio entrambi gli zigomi, gli sposto una ciocca dorata dalla fronte e gli accarezzo gli angoli della bocca, tenendo il suo viso tra le mie mani.
    Inclino da un lato il capo e sorrido.

    "Non ho mai visto una creatura così bella come te". Poggio la mia fronte sulla sua e poi lo bacio e non m'importa un corno se c'è qualcuno che guarda, in quel momento ci siamo solo lui ed io.

    Amo ogni cosa di lui e le sue labbra sono il mio ingresso per il Paradiso, non smetteri per nulla al mondo di baciarlo, ma mi ha chiesto di seguirlo in un posto e sarà meglio andare.

    "Dove mi porti, Cacciatore? Oppure il luogo deve restare un segreto?". Inumidisco ancora le labbra. "A me piacciono le sorprese, sai?". Non vorrei farlo, ma scosto le mie labbra dalle sue e cerco di darmi una sistemata come riesco, continuando però a stargli lì accanto.
     
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    :Hunter.jpg:


    Acoltare le sue parole fu un balsamo rigenerante per il mio corpo e per il mio spirito, ascoltare quell' accorata dichiarazione di totale fiducia in noi fu come una luce in un'immenso tunnel vuoto.
    Il tunnel buio che sarebbe diventata la mia vita senza lei, ma non mi lasciai prendere affatto dall'euforia dovevo ancora superare uno scoglio importante con lei parlarle della mia vita prima di lei, del mio passato.
    Se Ariel fosse stata in grado di sopportare di sentire come ero stato nel passato e fosse stata in grado di somattizzare tutto ciò mi sarei potuto finalmente lasciare l'angoscia di perderla alle spalle.
    La strinsi forte e la baciai sulla testa.
    «Grazie per le tue stupende parole e per la fiducia che riponi in noi...sono felice che tu le abbia dette e non sai quanta importanza ho dato loro ma...prima di lasciarmi andare completamente ci sono cose che davvero devi sapere ed è giusto che a questo punto io te le dica prima di portarti dove finalmente saremo soli.»
    Mi spostai e la presi per mano portandola verso la panchina dove la prima volta l'avevo vista seduta.
    «Siediti e ascoltami e cerca di pensare bene a ciò che sto per dirti ...» presi fiato e abbassai la testa guardandomi le mani che tremavano per l'emozione, cercai le parole giuste da dirle e riflettei sul fatto che se avessimo superato anche questo saremmo stati pronti per affrontare il domani insieme.
    « Ariel, vedi io non sono così come mi hai conosciuto tu... cioè come sono diventato per il grande miracolo di averti incontrata...e di questo ti ringrazierò a vita. In un solo colpo sei riuscita a scolvolgermi l'esistenza.. facendomi rivedere la mia vita sotto un'altro aspetto...vedi se ieri mi avessero chiesto quale era la mia scala di priorità avrei sempre e comunque risposto la mia vendetta personale ..oggi alla stessa domanda risponderei diversamente mettendo te sopra ogni cosa, non chiedermi perchè non riesco a capirlo neanch'io come sia potuto succedere di affezionarmi così tanto a te in così poco tempo, ma è la verità. non sono bravo con quel tipo di parole...non fanno parte di me..perciò leggi fra le righe so che sai farlo.» la guardai per un momento sperando che mi capisse, che intuisse.
    «Ti dicevo che ero diverso...non puoi immaginare quanto, per millenni ho odiato,ho ditrutto e calpestato vite ... ho perfino ucciso per arrivare al mio scopo.
    Cazzo Ariel, come posso pretendere che tu stia con un assassino senza scrupoli come me?
    Capisci.. sono forse uno dei peggiori Dannati che ci sia in circolazione, sono crudele, infimo, arrogante, prepotente, opportunista e non importa se con te sarò il migliore degli uomini quella parte di me ci sarà sempre e portrebbe ritornare in qualsiasi momento. Sei pronta anche per questo Ariel...sei pronta a stare accanto a una persona come me? Rischieresti di morire per me?
    conclusi allo stremo delle forze.
    Il mio cuore gridava per il dolore di perderla ma lei doveva sapere tutto e scegliere liberamnte.
    Mi scostai ancora un pò da lei e appoggiando la testa all'indietro pensai
    Sei finito...sei morto se lei va via da te
    Non riuscivo a concepire una vita senza lei.
    « Avevo bisogno di dirti tutto questo...perchè...io..» non riusci a dirlo però.
    L'amavo e non sapevo dirglielo.
    Maledizione!
    Lei era rimasta ferma come impietrita dalle mie parole ,aveva realizzato veramente cosa rappresentavo io per la sua vita.
    Avrebbe saputo accettare anche questo, avrebbe saputo...perchè no... amarmi.
     
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  15. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Ariel.jpg:

    Ascolto ogni cosa che mi dice, le sue parole martellano nella mia testa e quel che mi colpisce di più è che non m'importa!

    Lui potrebbe anche essere il diavolo in persona, ma se crede in questo, se crede in noi il resto non ha importanza. So che suona assurdo, ma è così e non posso farci niente.

    "Hunter" inizio col dire. "Io non so quale vendetta tu vada cercando, non so cosa quella creatura ti abbia fatto di così grave perchè arrivassi a comporti in quel modo, ma posso capirti, non voglio dire che è successa la stessa cosa anche a me, ma conosco qualcuno a me molto caro che... non so se posso dirglielo, ma alla fine continuo. Che si è trovato nella tua situazione, però dopo ha capito che sprecare la sua intera esistenza con l'odio e per la vendetta era autodistruttivo; ora, non sto dicendo che tu devi agire allo stesso modo, perchè siamo tutti diversi, ognuno ha un suo modo di comportarsi, ma io ti..." non posso ancora dirgli che lo amo. "... Ti voglio con me. Dici che c'è il rischio che tu possa ritornare ad essere chi sei stato, va bene, accetterò anche questo, correrò questo rischio e sai perchè? Perchè sei la mia vita e rinunciarvi per me sarebbe morire". Sospiro e prendo una sua mano tra le mie. "Forse ti sembrerò stupida, impulsiva, sciocca o con poco giudizio, ma tu DEVI capire che per me sei importante. Non so se credi o meno alle mie parole, ma questo è ciò che penso". Mi inumidisco le labbra secche e vado avanti. "Mi chiedi se per te sarei diposto a morire... non so neanche come tu abbia potuto porti questa domanda, io sono completamente tua, ogni singola parte di me, anche la più microscopica, ti appartiene. Sei il mio tutto, per sempre".

    Mi porto la sua mano sulla guancia e inizio a baciargliela.

    "Se un domani tu dovessi ritornare quello di un tempo, vuol dire che amerò anche quella parte di te".

    Continuo a tenere la sua mano sul mio viso, quando mi rendo conto che ho detto una parola, forse, di troppo.

    Amerò.

    Mi si blocca il respiro e anche il cuore.

    Faccio per dire qualcosa, come per rimediare a quella parola, ma poi mi rendo conto che rimangiarmela sarebbe un po' come negare ciò che sento per lui; so che avrei dovuto aspettare più avanti, ma non potevo proprio fare a meno di usare quel "amarò".

    Lo guardo, con la speranza che non mi prenda per matta, e intanto sono lì, ferma, immobile che aspetto una sua reazione.
     
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18 replies since 2/10/2011, 16:25   228 views
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