RUSCELLO

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  1. »Astrið von Harðenberg«©
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    :2jdhydh.jpg:

    Era uno di quei momenti in cui mi tornavano alla mente i ricordi, così mettevo la giacca, prendevo le chiavi e uscivo, per andare nel bosco, nei pressi del ruscello. Mi piaceva vedere come l'acqua cristallina scorreva via... avrei voluto che anche le cose che ricordavo potessero seguire quella corrente, ma invece sapevo che non era possibile.
    Guardai i miei polsi, non vi era rimasta alcuna traccia dei profondi tagli; ai tempi sapevo di non potermi uccidere eppure il dolore fisico sembrava l'unica cosa che riusciva a placare il dolore che sentivo dentro, per non poterlo amare... Odiavo tutto questo, ogni volta che ci pensavo volevo gridare per la rabbia, la tristezza e tutto ciò che sentivo.
    Sospirai e presi posto vicino all'acqua, mi guardai in giro, la chioma degli alberi era accarezzata dal venticello che soffiava leggero... chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal silenzio, ripercorsi mentalmente quella che era stata la mia vita, non mi soffermai sui dettagli altrimenti di tempo ce ne sarebbe voluto troppo, e ciò che era diventata adesso. Avevo una casa e una persona che mi voleva bene, non potevo lamentarmi di questo, ma certe volte la tristezza si faceva sentire e non sempre la si poteva cacciare, con me, poi, era di casa.
    Sfiorai la superficie dell'acqua con le dita, poi decisi di lasciarmi andare ai miei sensi e inziai a sentire, veramente, con le orecchie e con il naso... riuscivo a percepire presenze di ogni tipo, creature che le persone comuni credevano esistessero solo nelle leggende o nei libri, io invece sapevo che esistevano. Vampiri, licantropi, Angeli, Caduti, ce n'era per tutti, ma non avevo mai avuto contatti con nessuno di loro, forse per timore di non essere "accettata" o perchè semplicemente preferivo la mia solitudine...non so, ma ce n'erano molti.
    Alcuni cinguettii mi distrassero e tornai a sentire con orecchie e naso come qualsiasi altra persona.

    Prima o poi, però, dovrò anche conoscere quelle creature, in fondo, faccio parte anch'io di quel mondo.
     
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  2. Silver reflection
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    CONTINUA DAL CIMITERO

    :Patrick.jpg:


    Mi lasciai trasporate da quella scia, quel rumore di sottofondo.
    Erano molti i pensieri vagamenti captati, ma il più vicino apparteneva a lei.
    Le correnti erano fredde lassù nel cielo, tuttavia la distanza dal suolo non era tale da iimpedirmi di notarla, un puntino che in realtà era una persona, una ragazza.
    Con leggerezza lasciai scivolare le mie percezioni telepatiche attorno a lei per sfiorarle la mente, non volevo essere notato... non ancora.
    Volevo solo essere certo di essere nel posto giusto, di aver seguito correttamente quel "suono nuovo", di essere vicino ad una creatura non umana.
    Bastò sfiorarle la mente per notare una differente vibrazione rispetto alle menti umane circostanti, dunque non mi sbagliavo.
    Ma chi era quella ragazza? cos'era?
    Per ora non era possibile capirlo.
    E cos'era quel vago sentore di angoscia e tristezza che le aleggiava intorno? Era bastato avvicinare la mia mente a quella di lei per captarla ma sarebbe servita una scansione più approfonditù per comprendere.

    Mi lasciai scivolare più in basso, decisi di fermarmi a circa 3 metri d'altezza da un albero e li mi fermai accavallanoo le gambe ed incrociando le braccia, "comodamente seduto sul mio potere telecinetico"
    Continuai ad osservarla per un pò, dopo di che decisi di mandarle un delicato saluto. Ma perchè usare la voce? Da quella distanza avrei dovuto gridare, gesto assai volgare ed inappropriato...

    ..quindi usai la mente, un messaggio semplice e vellutato come una carezza: <<dunque.. ti piacciono i ruscelli?>>
     
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  3. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Aisling.jpg:

    Deglutii e tremai al mio stesso pensiero, credevo di non essere ancora pronta per quel tipo di incontri, ma poi... poi il mio sesto senso, l'unico che era sempre in allerta e che non potevo controllare come gli altri cinque, mi avvertì di una presenza e mi spaventai, allora ripresi a sentire con orecchie e naso.
    Sì, c'era proprio qualcuno, ma non capivo con precisione chi; mi guardai in giro, forse cercando la presenza, ma ero troppo spaventata per ragionare con lucidità così presi diversi respiri profondi e mi costrinsi a darmi una calmata.
    Usai anche la vista, per vedere tra i cespugli e alcuni metri più in là da dove mi trovavo... no, non c'era nessuno, come poteva essere, io sapevo di essere osservata, poi eccola lì, una voce con parole non pronunciate da una bocca, bensì dalla mente... la mente della creatura che stavo percependo: mi chiese se mi piacevano i ruscelli. Alzai immediatamente il capo, con gli occhi rivolti verso l'albero in cui si trovava.

    "Ti ho visto"

    Provai a dire con fermezza, ma sentii la mia voce tremare un po'.

    "Posso sapere chi sei?"

    Non sapevo se mi avrebbe risposto, ma non mi sembrava minaccioso, almeno non da quello che avevo sentito nella mia mente, le sue parole avevano avuto un suono gentile, delicato, come una carezza.
     
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  4. « Anya »
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    :Riven.jpg:

    Ero stanca di stare a sentire donne che venivano da me, chiedendomi di scoprire se il proprio marito le tradiva oppure no. Stanca di stare seduta su quella dannata sedia, mentre l'uomo che aveva ucciso mio fratello, se ne andava in giro a passaggiare per le strade di una qualsiasi città. Stanca di quel mal di testa che continuava a martellarmi il cervallo. Stanca di restarmene con le mani in mano e nascontere la mia vera natura.
    Ormai era passato un anno da quando Talon mi aveva lasciato. Tra le macerie della casa non era rimasto nulla, tutto era bruciato, compreso il suo corpo, così non avevo avuto nulla da seppellire. Riuscivo ancora a sentire la sua voce profonda e roca che mi diceva: «Scappa Riven! Vattene da qui!»; avevo fatto come aveva chiesto, ero scappata e alla fine ero ritornata per cercarlo, senza trovare nulla. Non una casa, non una persona, non un corpo. C'era solo sabbia.
    Sentii gli occhi bruciare. Appoggiai i gomiti sulla scrivania e mi portai le mani sulla fronte, nascondendo gli occhi alla signora che mi stava davanti. Per ricacciare indietro le lacrime mi ci voleva qualche minuto, ma le avrei ricacciate in dietro a qualunque costo.
    Non piangerò. Non lo farò di nuovo. Non mi butterò dal primo balcone che mi capita di trovare. Non lo farò perché lo devo a Talon.
    La signora che era venuta a cercarmi, però, non pensava di lasciarmi qualche minuto con i miei pensieri, per tranquillizzare il mio cuore. «Sig. Nightshade, mi sta ascoltando? Guardi che se non mi sta ascoltando, posso trovarmi un altro detective. Le giuro che non ci metterò molto per farlo. Almeno lui mi ascolterebbe.» disse. La sua voce era seccata e questo fece scocciare anche me.
    Raddrizzai la schiena e la guardai in modo truce, facendole fare un salto sulla sedia. Non si aspettava questa mia reazione, si aspettava che le avrei risposto in modo educato e che le avrei chiesto scusa, ma non mi sarei mai abbassata a quel livello, mettermi ad implorare un cliente per avere i suoi soldi. Presi il fascicolo che mi aveva portato e lo sfogliai senza nemmeno guardarlo, i miei occhi erano fissi sulla donna davanti a me. Il mio istinto lupesco mi diceva di darle un pugno sul muso e quello vampirico non era del tutto contrario a quello che pensava la mia parte animale. Ma dovevo trattenermi, a qualunque costo.
    «Signora... non mi ricordo il suo nome... è chiaro come l'oro che suo marito la tradisce. Non c'è nemmeno bisogno di me, per questo caso. Ora, vuole davvero perdere soldi per accertarsene oppure si vida di me e lo pianta in asso?» dissi, senza alcuna simpatia nella voce. Era la verità, da quello che mi aveva detto si capiva perfettamente che lui aveva un'amante.
    La donna balbettò. «Come fa a dirlo sentendo soltanto quello che le ho detto?»
    Sbuffai. Tipico. «Lui rientrava a casa sempre alle cinque del mattino, giusto? E il suo lavoro finiva molto prima. Le diceva che usciva con degli amici, certo, ma come fa a saperlo per certo? E poi, con degli amici tornava a casa molto prima, che alle cinque.» dissi e nel vedere che lei aggrottava la fronte, aggiunsi: «Che cosa avrebbe potuto fare fino alle cinque? C'è solo una cosa che avrebbe potuto fare e non è giocare a biliardo o bere un boccale di birra.»
    Boccheggiò, ma poi riprese un certo contegno e assunse un'espressione dignitosa. Alzai gli occhi al cielo. Erano affari suoi se poi avevo ragione io. «Voglio comunque delle prove. Non voglio seguire le deduzioni di una ragazzina che non sa nemmeno che cosa significa amare una persona.»
    Mi trattaenni a stento dal ringhiare. Invece l'avevo conosciuto eccome l'amore, purtroppo era a senso unico. Il ragazzo di cui mi ero innamorata mi diceva tante cose dolcissime e che mi amava come non aveva amato nessun'altra. Non c'è bisogno di dire che non era finita come nelle favole.
    «Signora io-so-tutto-sull'amore-mentre-lei-è-solo-una-stupida-ragazzina-che-non-sa-un-tubo, non siamo qui per perlare della mia situazione sentimentale, ma della sua. Non è il mio di marito che se la spassa con un'altra donna.» dissi con una scrollata di spalle. Lei rimase a bocca aperta, ma la richiuse subito per rispondermi. Solo che io la precedetti: «Lavorerò per lei. Per il pagamento può parlarne con il mio capo, Drew O'Neil. Ora se ne può pure andare.» dissi, voltandomi verso la finestra.
    Sentii la porta aprirsi e richiudersi subito dopo.
    Sospirai e mi persi trai ricordi. Il mio branco che a sette anni mi faceva quella cicatrice cho portavo sulla schiena, cospargendola di sale per non farla sparire. Lo stesso branco che malediceva mio fratello, che fin da quando era piccolo nessuno lo avvicinava se non io, quello che aveva paura delle sue visioni di morte. La caduta nel fiume e il tentato omicidio da parte di un membro del mio branco, che mi teneva sott'acqua tentando di affogarmi. Mia madre che ci cacciava dal branco, aiutata da nostro nonno. Quel dannato bastardo di Dasmond Miles, che mi aveva mollata per quell'altra troietta rossa con un seno prosperoso. Il giustiziere di mio fratello gemello e la sua morte. La mia solitudine. Oddio, mi stavo compiangendo addosso, sembrava che il mondo mi fosse caduto addosso. Dio, stavo davvero messa male.
    La porta si aprì di nuovo ed entrò Drew, il mio capo. L'avevo capito dall'odore. Richiuse la porta alle sue spalle e io mi voltai verso di lui. Adoravo le poltrone girevoli!
    Si sedette sulla sedia dall'altra parte della mia scrivania. «Quando quella donna, la Sig. Bennet, è venuta a pagare da me, mi ha sbraitato contro come una pazza furiosa.» Fece una piccola pausa prima di riprendere. «Mi ha detto: "Quella ragazzina che crede di sapere tutto mi ha detto di rivolgermi a lei per pagare e io sono qui per farlo. Ma se quella ragazzina mi ringhia ancora contro, giuro che vado da un altro detective. Una mia amica mi ha consigliato questo studio perchè è il migliore che c'è nello stato, ma non sapevo che i dipendenti erano così maleducati! Mi aspetto che non accada più"» disse in falsetto.
    Scoppiai a ridere, sentendo la sua voce così simile a quella della donna. Il suo sguardo si fece severo e io smisi di ridere, ma non respressi il sorriso che mi curvava all'insù le labbra.
    Sospirò. «Riven, siamo fortunati che non ha mollato lo studio. Non dovresti provocare i clienti»
    Inarcai un sopracciglio. «A te basta che abbia pagato, non importa come io l'abbia trattata, l'importante è che sia rimasta, giusto?» dissi, senza aspettarmi una vera e propria risposta.
    Anche le sue labbra si curvarono in un sorriso. «Giusto. Ma questa volta hai esagerato, non dovevi dirle che sapevi già che il marito la tradiva.» disse, grattandosi il pizzetto. Il sorriso non svanì. «Tu sei la migliore del nostro studio, forse non avrei dovuta mandarla da te, ma da Jamie, lui sarebbe riuscito a farla finita senza farla arrabbiare come te.»
    Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. «Hai dimenticato che sarebbe uscita con un sorriso stampato sulle labbra. Perchè l'avrebbe scopata nel suo studio.» dissi secca. Jamie faceva sempre così per aggiudicarsi le clienti.
    Si strinse nelle spalle e scosse la testa con indifferenza. «Se mi fa avere delle clienti...»
    «... Può fare quello che vuole nel suo studio.» conclusi al posto suo.
    Mi guardò negli occhi e sorrise. «E' un licantropo, alcune vampire vorrebbero avere un'amante licantropo. Dicono che sono i migliori sulla piazza.»
    Non avevo mai avuto un amante licantropo, anzi, il mio primo ed unico amante era stato quell'insulso umano che mi aveva gettata via come si fa con un vecchio vestito, ma a quanto si diceva in giro, gli amanti licantropi erano i migliori sul campo. Sally, quella che lavora come segretaria di Drew, è una vampira che parla molto - forse anche troppo - del suo amante licantropo e di quanto lui sia straordinario.
    Lui mi fissò per un istante. Il pensare al mio primo amore mi aveva procurato una fitta di dolore al cuore e con la sua empatia, Drew doveva averlo capito.
    «Perchè non vai a farti una passeggiata, Riven? Sei stanca, non mi sembra giusto tenerti qui in questo stato.»
    Feci un sorriso, ma nei miei occhi non c'era nessuna allegria. «Drew O'Neil che mi dà un permesso per andarmene presto dal lavoro? Questa si che è nuova»
    «Taci. E vattene da qui prima che io cambi idea» borbottò uscendo dalla stanza, seguita da me che schizzai fuori dall'ufficio senza aspettare che succedesse davvero.
    Corsi per le strade, fino a raggiungere il limitare del bosco. Non mi trasformai in lupo, non volevo rovinare la mia nuova camicetta bianca e la minigonna in jeans che mi copriva appena le mutandine rosso fuoco. Lo studio in cui lavoravo era per composto da esseri soprannaturali. Vampiri, licantropi, mutaforma e streghe, anche se c'erano una o due persone umane che avevano dei poteri da sensitivi, per questo erano stati assunti, perchè non erano del tutto umani e con loro potevamo essere noi stessi. Quello di non avere umani al lavoro, ci rendeva lo studio più importante nel nostro lavoro, perchè noi vedevamo le cose da un altro punto di vista.
    Raggiunsi un ruscello e con l'acqua mi arrivò al naso l'odore di due persone ben distinte. Uno era l'odore forte del potere, quinque l'avesse avvolto intorno al corpo sembrava una persona - o meglio qualcosa - potente, l'altro aveva un odore puro e singolare, mischiato a quello mano. Ma non mi sfuggì nemmeno che, le persone più avanti nel bosco, erano un uomo e una donna.
    M'incamminai, senza pensarci verso di loro.
    Sbucai fuori da dei cespugli e mi bloccai. Vidi un uomo avvolto dall'odore del potere e del sesso, che volteggiava sospeso in aria e una ragazzina che era accovacciata a terra, il suo odore era mischiato a quello umano, ma anche alla purezza che avevo annusato solo negli angeli.

    Scusate mi sono intrufolata qui, però se avevate già programmato voi due insieme, mi sposto da un'altra parte. Quando ho iniziato questo pezzo c'era solo Aisling, quindi se volete una cosa privata, ditemelo che mi sposto xD
     
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  5. »Astrið von Harðenberg«©
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    Non preoccuparti cara :) Per me non c'è nessunissimo problema, non so se per Silver sia lo stesso, vediamo che dice lui :D caso mai,se proprio non ti vuole, restiamo in due xDD
    Io poi ho iniziato per caso, nel senso da sola, non "conosco" nessuno, era giusto per non lasciare i personaggi a poltrire troppo ù.ù (:P)
     
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  6. « Anya »
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    Oh, grazie al cielo! Quando ho iniziato a scrivere quel poema, che in effetti è un po' lunghetto, c'eri solo tu xD se per lui è un problema mi sposterò da un'altra parte, parola di scout! u_u... Io non sono mai stata negli scout però ._.
     
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  7. »Astrið von Harðenberg«©
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    Wow, non credevo che qualcuno avesse pensato di inserirsi così subito qui ^^ ma devo dire che la cosa mi fa piacere,altrimenti con chi avrei ruolato :( ??? (in fondo, infondo, speravo vivamente che uno dei bei pg fighi di questo GDR venissero da me *--* come sono felice >.< *ok, controllati, per carità ù__U*
    Bella la cosa della parola di scout e non lo sei mai stata xDDD però pure io lo dico ù.ù e idem come te, non ne ho mai fatto parte =p

    Si,be',anche se è un poema, fa nulla, anzi meglio,così ci si conosce meglio :)


    Edited by »Astrið von Harðenberg«© - 2/10/2011, 23:59
     
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  8. « Anya »
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    L'idea mi è venuta da un libro dove c'è un ragazzo, di nome Cody, e una ragazza, di nome Belle, che parlano di una ragazza di nome Sherridan che Cody vuole conquistare. Ecco qui:

    Cody alzò le mani con i palmi aperti e rise. «Bene. La eviterò come se fosse una suora. Parola di scout.»
    Lo guardai con espressione sospettosa. «Sei mai stato negli scout?»
    Alzò le spalle con aria canzonatoria. «Be’, no. Ero troppo occupato a convincere le bambine a giocare al dottore.»

    Da Paranormal Game, che è il seguito di Paranormal Love e uno dei miei libri preferiti xD... A me piace scrivere, quindi aspettati di vedere delle cose non molto corte, ma abbastanza lunghette xD
     
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  9. »Astrið von Harðenberg«©
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    Io pure sono moooooooooooolto lunga nello scrivere ù.ù e i papiri mi piacciono ^^

    Wow, dovrò leggermi quel libro, bellissima scena :) ci giocavo pure io al dottore :shifty: anzi ero la dottoressa xDDD facevo spogliare (solo di maglietta,però u.u) i maschietti xDD *maniac*

    Per restare in tema, come dicevo sopra, sono contenta che uno dei bei fanciulli del grd abbia deciso di capitare proprio dalle mie parti *--* me contenta

    P.S. Non so se posso osare, ma ti trovo simpatica ^^ so che è presto per dirlo ^^''', ma m'ispiri simpatia :D
     
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  10. « Anya »
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    Io non ho mai giocato al dottore né a fare la dottoressa ò.ò forse un giorno ci giocherò, una persona con cui vorrei giocarci è Matthew Bomer, in quel caso non mi importerebbe se fossi la paziente o la dottoressa XD

    Spero mi accettino il fretellino gemello di Riven, che è un bel maschiaccio che purtroppo ha perso la memoria :( in un incendio dove loro due si sono divisi ç_ç e lui la sogna ogni notte, vedendola sorridere e poi scomparire nel buio e la sua memoria è un vuoto totale, eccetto per il volto di sua sorella che è diversa da lui eccetto per gli occhi. Ci sarà una vampira che lo aiuterà eccetera eccetera...

    Anche a me stai simpatica :D e poi chi lo dice che in così poco tempo una persona non ti sta simpatica? u_u
     
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  11. Silver reflection
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    :Patrick.jpg:

    Sorpresa, insicurezza, timore... forse anche curiosità.
    Le emozioni che la ragazza provava mi arrivarono forti e chiare, razzi sparati contro la mia mente.
    Chiaramente non l'aveva fatto di proposito, non sapevo con certezza che cosa fosse ma indubbiamente non era una telepate; se lo fosse stata mi avrebbe quasi certamente celato quelle sensazioni e nella sua mente avrei visto il riflesso della mia.

    Sorrisi, scesi ancora di qualche metro, lentamente, senza variare la mia posizione.

    Feci per aprire ancora i cancelli della mia mente, volevo rispondere alla sua innocente domanda: naturalmente non le avrei detto realmente chi ero, tuttavia avrei comunque potuto darle una risposta soddisfacente ma all'improvviso.. BOOM!
    Rabbia, una rabbia in parte repressa e mescolata a dolore; le sentivo forti e chiare. Erano sensazioni rarefatte, forse non realmente recenti, avrei dovuto analizzarle con più calma per capirlo.
    Quel che era certo è che non provenivano dalla ragazza che avevo di fronte.
    No, era qualcun altro, qualcosa d'altro... un'altra ragazza, una creatura della notte che si stava avvicinando.
    Si, quelle nuove sensazioni emanavano da lei.

    Se il mio precedente messaggio telepatico somigliava ad una carezza, quello che stavo per mandare alla nuova ragazza dalla duplice natura somigliava più al graffio di un amante eccitato: la sua mente era diversa da quella della prima ragazza ed era dunque necessario un trattamento diverso.
    << Avvicinati, creatura della notte... so che sei la, so che ci ascolti, dunque vieni a noi>>

    Poi tornai a rivolgermi alla mia prima interlocutrice, scendendo fino a 2 metri di distanza da lei. Con delicatezza, non volevo essere invasivo, sondai la sua mente per capire la sua precedente reazione.
    Sbattei le palpebre, la guardai negli occhi e le concessi il lampo di un sorriso prima di parlarle ancora, questa volta con voce reale: << Non sono io, è il soprannaturale ciò che temi... è così?>>

    L'altra presenza era ancora lontana, avevo ancora qualche minuto.
    Spalancai gli occhi, sapevo che un uso combinato dei miei poteri avrebbe variato e messo in evidenza il colore delle mie 3 iridi che in quella circostanza sarebbero rispettivamente apparse come color marrone chiaro, marrone scuro ed oro puro quella più esterna.
    Scesi ancora verso di lei, molto lentamente... e con una leggerissima spinta telecinetica l'afferrai per i fianchi pronunciati, invisibili mani che con il tocco lieve ma saldo di un amante la sollevarono lentamente e dolcemente verso di me, venendomi incontro fino a permetterle di osservare i miei occhi da vicino

    <<...non è timore ciò che solitamente suscito, non è paura ciò che voglio infonderti... ma stiamo per ricevere compagnia>>

    Allungai delicatamente una mano verso il suo viso con l'intenzione di sfiorarla e farla voltare verso l'estranea che si stava avvicinando, io mi voltai in quella stessa direzione mentre con il pensiero cercavo di capire quale effetto stessi sortendo sulla ragazza che mi stava accanto, con me sospesa


    Non c'è problema, tranquille
     
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  12. « Anya »
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    Okay ragazzi, siccome mi sono intrufulata tra voi due, l'ordine sarebbe:

    Aisling
    Riven
    Patrick
     
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  13. »Astrið von Harðenberg«©
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    :Aisling.jpg:

    Ok o l'Apocalisse è vicina o il mondo inizia a girare al contrario oppure i miei sensi stanno facendo cilecca. Come mai ora sento anche un'altra presenza?

    Ero sempre stata attenta a non attirare l'attenzione di nessuna creatura sovrannaturale e adesso invece ne percepivo addirittura due lì con me.
    Disperarsi non serviva a nulla, quindi deglutii e cercai di capire cosa stava succedendo.
    La prima presenza che avevo percepito parlò, rivolgendosi alla seconda, e questa volta usò le parola, quelle parlate, non mentali.
    Mi voltai nella direzione dove sentivo "il nuovo arrivo", poi tornai immediatamente a colui che aveva parlato.
    Wow... il ragazzo era bello da mozzare il fiato, si capiva subito che non era per niente umano, solo chi aveva una natura diversa da quella mortale poteva possedere tanta beltà.
    Ci guardammo negli occhi e per una frazione di secondo lo vidi sorridere, poi parlò, come aveva fatto prima rivolgendosi all'altra presenza.
    Sicuramente non potevo rispondere alla sua domanda con un'altra domanda, lo avevo già fatto prima e comunque non era educato.
    Lo contemplai, sì, perchè un ragazzo come lui non si poteva semplicemente starlo a guardare, dopo sentii qualcosa prendermi per i fianchi, non ci feci molto caso, ma notai che stavo... fluttuando.

    Oh santo cielo! Esclamai sbalordita nella mia testa. Io non so volare.

    Be', io no, ma forse questa era opera del ragazzo che ora avevo davanti. Aveva degli occhi bellissimi, degno di una creatura non umana.

    "Già, non credo sia tu a farmi paura" gli dissi.

    Poi parlò ancora, le sue parole sembrarono volermi rassicurare e sinceramente gliene fui grata, anche perchè se avesse voluto attaccarmi non avrei saputo bene come difendermi, era una creatura potente... mi avrebbe fatta a pezzetti in meno di un secondo.
    Sentii la sua mano sfiorarmi il viso, un tocco davvero delicato, quasi inesistente... entrambi guardammo verso l'altra presenza... Una parte di lei, perchè si trattava di una ragazza, sapeva di terra e muschio... una mutaforma... l'altra invece di vampiro: era un ibrido, come me, ma di specie diversa (anche se, sinceramente, non sapevo quale era la mia parte sovrannaturale mancante, ma esclusi da subito le opzioni di un redivivo e di una figlia della notte, quindi cosa restava...? un sacco di altre scelte).

    Nel frattempo che aspettavamo che lei si facesse avanti, tornai a pensare al ragazzo davanti a me... sentivo che emanava qualcosa, ma non era un'anima. Mi era capitato poche volte di percepire presenze come la sua: non vampiri, non licantropi, non Caduti. E se fosse stato una di quelle creature che avevo sentito chiamarsi Incubi?? No, impossibile... eppure gli indizi portavano tutti a quella soluzione, soprattutto per quanto riguardava l'attrazione che suscitava.
    Anche se ero un ibrido e avevo più controllo sui miei sensi rispetto a una qualunque persona, non potevo fare a meno di provare una sorta di attrazione per quel ragazzo e questo un po' mi piaceva, un po' mi spaventava.

    E se cercasse di usare questo suo potere persuasivo o quel che è su di me? Deglutii e pensai a come doveva essere anche solo baciare uno come lui, per un attimo mi aggrappai a questo pensiero, poi cercai di riprendermi.

    Accidenti, controllati!! Questo comportamento non è da te, non sei mica una di quelle sciacquette.

    Così cercai di combattere con quella parte di me che avrebbe tanto voluto cadere ai piedi di quel ragazzo, e decisi di far prevalere la me stessa di sempre, quella razionale, anche se, in futuro, non ero sicura chi delle due avrebbe potuto avere la meglio.

    A giocare col fuoco, ci si brucia, sempre.


    Sorry, ma l'ordine non dovrebbe essere
    Aisling
    Patrick
    Riven
    ???


    Edited by »Astrið von Harðenberg«© - 3/10/2011, 14:08
     
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  14. « Anya »
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    :Riven.jpg:

    La voce graffiante e seducente di una promessa di piaceri imparagonabili, mi raggiunse alle orecchie, mi fece rabbrividire dappertutto. I brividi mi percorsero tutta la schiena e uno strano ma ben accetto calore mi avvolse completamente, bruciandomi le vene. Gemetti. Era così tanto tempo che non andavo a letto con qualcuno, che quell'inaspettato desiderio per l'uomo che era poco più avanti, mi fece fremere dal desiderio. Ma perchè proprio adesso la mia libido aveva deciso di ritornare alla vita? Perchè non ha scelto un momento migliore di quello? Io non cedevo mai...
    Bloccai i miei pensieri con effetto immediato. Io non cedevo mai a nessuna richiesta sessuale degli uomini. Nemmeno Jamie, che era uno schianto di ragazzo, era riuscito a portarmi nel suo letto, o meglio, ufficio dato che noi ci vedavamo solo lì. Quando si era azzardato a chiamarmi "lupacchiotta" davanti a tutto lo studio, compreso Drew, gli avevo stretto così forte le palle da farlo urlare per il dolore e supplicarmi di lasciarlo andare. Prima di farlo, però, mi sembrava giusto minacciarlo come si deve, perciò avvicinai la mia bocca al suo orecchio e sussurrai in modo minaccioso: «Chiamami ancora una volta "lupacchiotta" che ti dò un calcio talmente forte ai coglioni che si ritroveranno a fare salotto con le tonsille.»; quella minaccia aveva funzionato alla grande, perchè nessuno aveva mai più messo in discussione la mia aria da ragazzaccia e da lì era iniziata la mia amicizia con Drew.
    Riportai la mia attenzione a quella voce seducente e non potei fare a meno di rabbrividire di desiderio ancora. Dovevo fare attenzione, chiunque era che mi procurava quell'effetto, era da tenere alla larga, almeno da me, non avevo avuto buone esperienze con gli uomini, e nessuno sarebbe riuscito a portarmi a letto di nuovo. Sfidavo chiunque a provarci, anche se non sarebbe mai accaduto.
    Una parte di me gemette. No, ti prego, è da tanto che non stiamo con un uomo! Voglio sentire ancora il corpo solido, nudo e sudato di un uomo contro il mio. Voglio essere baciata di nuovo. Voglio essere abbracciata di nuovo!
    L'altra parte di me ringhiò a quei pensieri. Ricordi cosa ci ha fatto Dasmond? Ci ha usato e poi gettato via come un vestito vecchio, per poi andare dalla troietta di turno. Abbiamo promesso di non cadere più in una trappola degli uomini. Nemmeno se tutto quello ci manca!
    Sapevo benissimo che quella parte aveva ragione, ma l'altra non voleva arrendersi. Ma a noi manca!
    Presi una boccata d'aria. Dovevo calmarmi, lì e in quell'immediato istante. L'amore non era cosa per me, lo sapevo. «Solo i polli giocano sicuro, Riven.» La voce di Talon invase la mia mente e io sussultai. Mi aveva detto una cosa simile quando Dasmond mi aveva mollata per quell'altra, sbraitandogli contro che non volevo più amare nessuno, era troppo pericoloso. Volevo solo essere lasciata in pace e imparare a non amare. «Allora da ora in poi sarò un pollo, non mi importa!» avevo risposto in un impeto di rabbia e profonda tristezza. Capitemi, in quel momento avevo il cuore in mille piccoli fragili pezzettini.
    Mi accorsi di essermi fermata, ripresi a camminare e mormorai a me stessa: «Andiamo, Riven. Puoi farcela benissimo. Non importa che quell'uomo avesse risvegliato in te la fiamma del desiderio.»; cercai di convincere me stessa, ma era una battaglia a parità d'armi. La mia parte che bramava ancora gli uomini, gemette al solo pensiero che presto avrei incontrato quell'uomo dalla voce graffiante e piena di promesse sensuali che non avevo mai immaginato o pensato. Quella che stava in guardia ed era pronta a scattare al suo minimo coinvolgimento, era guardinga e mi gridava di stare attenta, che non dovevo cedere solo perchè era da tanto che non stavo con un uomo.
    Sorpassai gli ultimi cespugli che mi separavano dagli altri esseri soprannaturali e mi bloccai. L'uomo che era circondato da un potere frizzante che fece arricciare la pelliccia della mia parte lupina, era un incubo che sembrava avere una trentina d'anni, mentre la ragazza aveva sanque di angelo nelle vene e questo spiegava la purezza che fiutavo in lei e sembrava avere una quindicina d'anni.
    Tutto il desiderio che avevo provato poco prima scomparve in una manciata di secondi, sentendo un mugolio di delusione dalla parte che mi implorava di lasciarmi andare e un grido di vittoria dalla parte che era rimasta guardinga.
    Guardai l'incubo in modo truce, ma non potei rimanere indifferente alla sua bellezza e questo riaccese la speranza nel mio cuore. Una speranza indesiderata, però. Inclinai di lato la testa. «Quella ragazzina avrà a mala pena metà dei tuoi anni, non ti sembra di star esagerando? Di questi tempi quella viene chiamata pedofilia.» dissi, cercando di mantenere un tono di voce calmo, senza cedere a nessuna delle due parti. Perchè una voleva cadere ai suoi piedi implorandogli di fare tutto quello che voleva di me, mentre l'altra voleva sferrargli un pugno per aver anche solo pensato di conquistare una ragazzina.
    In quel momento mi immaginai che quell'incubo tracciasse un percorso ardente di baci sul mio corpo nudo ed eccitato e ne seguì un'altra di me stessa che gli dava un pugno soddisfatta. «Oh, merda!» mormorai. Oh, merda davvero. Perchè mi trovavo proprio nella merda. Bisognava solo aspettare cosa sarebbe successo alla fine di tutto.

    Edited by « Anya » - 3/10/2011, 18:09
     
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  15. Silver reflection
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    :Patrick.jpg:

    Risi, risi di gusto.
    Non la risata volgare che un qualunque umano avrebbe potuto dispensare in una bettola quasiasi, certamente no, tuttavia non potei fare a meno di palesare il mio divertimento per quella situazione.

    La prima ragazza, candida, era indecisa se farsi prendere dalla paura o abbandonarsi all'interno dei miei occhi. Sospettava la mia natura, glielo leggevo chiaramente fra i pensieri.
    La seconda ragazza, combattiva, si frustrava all'idea di farsi possedere... e tuttavia lo anelava ardentemente. Era confusa, in lei aleggiavano ricordi di passate esperienze.

    Così diverse eppure così sensibili alla mia aura magica...
    d'altronde non era per quello che esistevo? sedurre?
    Io ero nato dal desiderio umano, una passione che millenni fa fece scintillare la prima fiamma soprannaturale da cui nacquero il primo Incubo e la prima Succube.
    Tuttavia quella notte mi ero già nutrito, il mio bisogno carnale era già stato soddisfatto... ero carico di energia, carico di potere, carico di ME.
    Qualunque loro timore non aveva motivo d'esistere, qualunque loro desiderio (represso o manifesto che fosse) avrebbe dovuto attendere.

    Mi rivolsi alla nuova arrivata con voce bassa, ferma e vagamente divertita: << Risponderò alla tua domanda, lo farò solo per cortesia poichè mi spiace di aver erroneamente creato tutto quel tuo subbuglio interiore...>>

    mi interruppi per donarle il mio sorriso da gatto e per enfatizzare la frase successiva

    <<...cara lupacchiotta...>>

    sorrisi ancora, questa volta guardandola negli occhi e mordendomi le labbra con fare provocatorio

    <<...se dovessi applicare su di me i vostri parametri umani, dubito che potrei mai trovare una piacevole compagnia..>>


    riportai la mia attenzione sulla prima ragazza, squadrandola da capo a piedi molto, molto lentamente..
    Poi mi rivolsi ancora alla seconda ragazza e continuai a risponderle

    <<..sono talmente antico da vivere al di fuori del tempo, da prima che questo venisse umanamente concepito. Io non vivo, io sono... sono sempre stato e sempre sarò un desiderio, un peccato, un vizio che per sempre sarà e che mai apparterrà alle catene del tempo che legano le vostre brevi vite>>

    Le proiettai un'immagine, un pensiero privato solo per lei, le riproposi i pensieri sessuali che lei stessa aveva inavvertitamente fatto su di me.
    Volevo che sapesse che sapevo, sorrisi.

    Poi riportai la mia attenzione sulla prima ragazza.
    Non volevo turbarla, il suo candore andava coltivato, lentamente la feci scendere, con delicatezza la riguidai telecineticamente a terra.
    Poi scesi a mia volta accanto a lei e questa volta furono le mie mani reali a poggiarsi sui suoi fianchi.. e non così delicatamente come fecero le mani invisibili.
    Mi avvicinai lentamente, le sussurrai all'orecchio il mio nome <<patrick, questo è il nome che dovrai pensare quando sarai pronta per.. >>

    sorrisi, sbattendo sensualmente le palpebre

    <<... per qualunque cosa tu ritenga di essere pronta>>


    Poi mi sollevai ancora a diversi metri da terra, mi voltai verso la seconda ragazza e con sensualità telepatica le trasmisi una frase <<vale anche per te, lupacchiotta>>
     
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69 replies since 2/10/2011, 15:24   741 views
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