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Giulio Pinto.
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Vi presento il romanzo che ho scritto io: "Folle estate".
Preciso subito che anche se parla di personaggi
stravaganti e bizzarri non è assolutamente una fantasy.
Trascrivo una mia sinossi.
Questo romanzo è costituito da una storia la cui collocazione
temporale è incentrata nel 1997, ma l’ultima parte dell’ultimo
capitolo verte sull’anno seguente. Il libro è suddiviso in
quattro capitoli: Ultimi giorni di lavoro, Partenza e soggiorno
in Romagna, Tipi strani nel cuore della Valle del Cesano e
Aspettando la terza stella.
I protagonisti son una coppia con il lui (Samuele) che è un
funzionario della Polizia di Stato in servizio nella Questura di
Bologna, e la lei (Silvia) insegnante di lettere in un liceo statale
e in una delle due scuole private di proprietà familiare. Lui è un
patito di calcio mentre lei ama l’ippica, facendo anche delle
corse (con i cavalli che la sua opulenta famiglia tiene a Milano)
nella categoria Gentlemen Riders e Amazzoni, in altre parole in
quella dei dilettanti.
I due fidanzati si trovano ad interagire, muovendosi tra
Bologna, Milano, Coriano (RN) e San Lorenzo in Campo (PU),
con strani personaggi di vario tipo: c’è un vescovo che
organizza un sequestro di persona per far fronte ai debiti di
gioco, un incallito truffatore informatore del succitato poliziotto
protagonista, un’imprenditrice funebre di mezza età che
farebbe carte false per avere una relazione sentimentale
stabile, professori che si struggono per i problemi di droga
dei figli ed uno psichiatra che la lei protagonista ritiene
avventatamente pazzo senza conoscerlo quando sa che a
guisa di animale da compagnia tiene un leopardo. Vi son
anche altre figure, come professionisti dell’ippica, figli di papà
che partecipano con potenti autovetture alle corse clandestine
al Pilastro, beoni perdigiorno e beoni che lavorano, ma non è
questo lo spazio per citarle.
I vari personaggi si rivelano ben differenti da come
dovrebbero apparire secondo gli schemi più stereotipati per il
ruolo che occupano nella società. Questo vale anche per dei
personaggi storici di cui si parla nel testo, come il pontefice
Innocenzo III, i membri della Banda della “Uno” bianca e le
autorità politiche dei paesi occidentali (secondo Silvia ci son
quest’ultime dietro il leader delle Brigate rosse Mario Moretti).
Le personalità dei due drudi son incerte e lasciano molto all’
interpretazione dei lettori. Lei di primo acchito si rivela molto
materialista. Appare anche come una satrapessa che chiede insistentemente ed ottiene da lui la sua collaborazione ad
azioni illegali, come il procurarsi in anticipo le tracce degli
scritti per gli esami di maturità per tentare di far diplomare
quanti più alunni sia possibile nelle loro scuole parificate,
corroborandone così la nomea di scuole dai diplomi facili
(molto proficua ai fini di marketing); inoltre, pur coltivando
la sua passione sportiva, mal tollera che il compagno faccia
lo stesso con la propria. In realtà apparirà in degli episodi
anche come una persona capace di riconoscere i suoi errori
e buona d’animo. Lui le parlerà esplicitamente di questo suo
lato molto bonario che lei vuol tenere celato. Appare come
uno che, soprattutto se spinto da lei, a dispetto della sua
professione, può compiere anche atti poco ortodossi, però
poi ne patisce un forte rimorso. Sembra eclissato dalla forte
personalità della compagna, ma poi fa trapelare una notevole
perspicacia.
Tornando alle azioni illegali che compiono i due protagonisti,
occorre aggiungere che Silvia non solo non palesa alcuna
compunzione per i loro atti illeciti, ma fa sì che il pentimento
per aver agito al di fuori della legalità anche in Samuele vada gradualmente scemando, sino a scomparire nell’episodio
finale. Questa professoressa per plagiare il suo compagno
si aiuta con l’esposizione di fatti storici che presenta in maniera
diversa da come solitamente sogliono esser trattati dai manuali
di storia. Silvia sostanzialmente convince il suo fidanzato che
essendo le loro illegalità in-cruente, a differenza di quelle di
personaggi storici importanti che per di più vengono
consuetamente ritratti positivamente (mentre lei ne svela degli
aneddoti esiziali), non si debbono vergognare di averle
commesse. Il testo vuol rompere alcuni schemi stereotipati, e,
per essere in linea con questo suo intento, presenta la
solitamente bistrattata ippica come uno sport abbastanza
pulito in un mondo piuttosto dissoluto.
Il linguaggio dei discorsi diretti è molto variabile, cambiando
come nella vita reale a seconda dei locutori e dei contesti nei
quali si trovano.
Se a qualcuno interessasse può acquistarlo ordinandolo
in qualsiasi libreria italiana. Per chi sta a Roma è subito
disponibile nella libreria Il Filo di via Basento 52 e per chi
abita a viterbo in quella di piazza Verdi 13. Su Internet è
acquistabile qui:
www.ibs.it/code/9788856742473/pinto-giulio/folle-estate.html
Un saluto a tutti.
Giulio.