«Il vento penetrante ancora trasportava l’ululato dei cani, che tuttavia si faceva sempre più debole man mano che procedevamo nel nostro cammino. Il verso dei lupi risuonava sempre più vicino, come se ci stessero accerchiando. Ho cominciato a provare una paura mortale. I cavalli avevano la stessa sensazione, mentre il cocchiere non era affatto turbato. Continuava a voltare la testa a destra e a sinistra, ma io non riuscivo a vedere nulla in quella oscurità.»
Accompagnato da ininterrotta fortuna, riconfermata dal successo del film di Francis Ford Coppola, Dracula di Bram Stoker è l’ultimo grande romanzo gotico e al tempo stesso, forse, il più famoso: spettrale, altero, spietato e sottilmente erotico, il pallido Conte (il cui nome è ormai sinonimo di vampiro) appartiene a quei pochi personaggi che entrano a far parte dell’immaginario collettivo, impongono un genere, divengono un simbolo.