Genesis

Capitolo finale di vampirechat.it

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  1. Rue89
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    Ed eccoci alla fine genteee XDDDD Molti di voi tireranno un bel respiro di sollievo visto l'eternità che ci stò mettendo a scrivere...tuttavia spero che qualcuno rimanga per il capitolo finale ><
    ATTENZIONE!
    Se non avete ancora letto la prima e la seconda parte, andate a questi link!
    Prima parte: www.vampirechat.it
    http://idiaridellamezzanotteedellestreghe....net/?t=44373892
    Seconda parte: Bonded
    http://idiaridellamezzanotteedellestreghe....net/?t=45457677

    Ed eccovi...Genesis



    CAPITOLO 1

    Il corridoio era freddo e gelido. L'umidità trasudava attraverso le fredde pareti di roccia. Sentivo mille minuscoli aghi infilarsi decisi attraverso i vestiti, conficcandosi in profondità nella mia pelle. Il sangue cominciava a divenire ghiaccio, o almeno, era quella l'impressione che mi diede. Sentivo le dita delle mani intorpidirsi sempre di più, allora incominciavo a muovermi. Percorrevo alla lunga quei corridoi, sbattendo pesantemente i piedi a terra e nascondendo le mani sotto le ascelle. I miei occhi vagarono alcuni attimi verso la bianca distesa innevata dinnanzi a me. Correre. Ecco cosa mi veniva in mente. Il mio cuore correva tra le distese fredde e gelide di quel posto, giocando a nascondino con gli animali, facendo slalom tra i tronchi degli alberi appesantiti dalla neve. Il mio cuore era libero di farlo, ma non il mio corpo. A lui non era concesso correre in quelle pianure, era rilegato in quell'ammasso di roccia e legno. Se cercavo di mettere piede fuori da quel posto, il sangue mi si congelava veramente, e non solo per dire. Mi sporsi dalla finestra e guardai sotto le mura. Eccola lì, la prova che mi ricordava in continuazione che non mi sarebbe stato permesso seguire il mio cuore. Luccicava sotto il debole sole invernale, come un gioiello meraviglioso. Rabbrividii. Il mio cuore sarebbe dovuto rimanere la fuori da solo.
    "Almeno tu.." diedi le spalle alla finestra e tornai al mio solito rituale. Sbattere i piedi a terra nel tentativo di scaldarli, infilare le mani sotto le ascelle, e a camminare avanti ed indietro per i corridoi di quel posto infernale per scaldarmi. Un giorno avrei lasciato quel posto, e quando sarebbe accaduto..cuore mio non ti lascerò più vagare solo. Mai più.

    Viaggiavamo ormai da un paio di ore. Christopher non aveva proferito parola, nè io tentai di dialogare con nessuno. doveva averlo sentito anche lui che quel sangue non era di Aurora ma, ciò nonostante, c'era un fortissimo senso di oppressione che aleggiava intorno ad entrambi. Sentivo come se una fortissima ed indispensabile parte di me si fosse atrofizzata, come un arto addormentato che cerchi di controllare ma che è oltre il potere della tua mente. Anche solo pensare che Aurora se ne fosse andata di sua iniziativa, mi procurava un'ira ed una disperazione tale da voler distruggere qualunque cosa e chiunque fosse stato sulla mia strada. E la cosa peggiore era che Chris lo sentiva. Sentiva anche lui ciò che sentivo io, e lo provava anche lui. Fui più volte sul punto di chiedergli perdono per il torto che gli avevo fatto, ma poi ritornai con la mente a quella notte in cui Aurora mi aveva detto di essere andata a letto con lui..e l'irritazione tornava ad impossessarsi di me. Lydia e Julian ci avevano più volte ribadito che l'esser nati gemelli sarebbe stata la nostra maledizione, ma eravamo talmente legati da non mettere mai in dubbio il nostro legame. Ora..era ancora così? avrei rinunciato ad Aurora per Chris? Lui avrebbe fatto altrettanto?
    -Piantala Allan- la voce irritata di Chris mi mise in allarme. Non stavo condividendo i miei pensieri, non era come quando lui aveva tentato di collegarsi con me ed Aurora.. -Senti- scattò in avanti allungando la testa tra me e Derek. -Finchè non capiamo come gestire questa cosa dei pensieri e tutta compagnia varia..non pensare a niente. Non ricordare niente, non immaginare niente-
    -Come se prendessi ordini da te..- un flash m'invase la mente e vidi il viso di Aurora sotto uno croscio di acqua corrente. Un improvviso miscuglio di sensazioni s'impossessò di me come un treno in corsa. Dio come la volevo, ma sapevo che non era giusto..non era corretto..ma era come stare sott'acqua e vedere la superficie, sapere che pochi centimetri più su avrei trovato la vita e la salvezza fuori da quelle acque soffocanti, ma che non riuscissi a raggiungerla. Poi lei si avvicinò verso di me, con le gocce d'acqua che le cadevano sinuose tra le ciocche di capelli percorrendole in tutta la loro lunghezza, per poi catapultarsi nella doccia dalle punte corvine dei suoi capelli. La visione sparì, improvvisa com'era arrivata. Le emozioni erano svanite e ripiombai nella Bmw di Derek.
    -Boss? Boss tutto bene?- mi chiese Derek mentre prese l'uscita per Roma centro. Sentivo il respiro affannato, avevo alcune gocce di sudore in volto e le mie mani tremavano leggermente.
    "Se non vuoi altri ricordi caro fratellino..no pensieri, no immagini, no ricordi. Intesi?- feci schioccare la lingua, infastidito. Strinsi le mani a pugno cercando di mettere a tacere il tremore causato dal nervoso e dalla rabbia.
    -Derek gira a destra al prossimo incrocio- disse Chris prima che potessi rispondere a Derek.
    -Così ci allontaniamo dalla dimora degli anziani- i suoi occhi vagarono a cercare conferma verso di me.
    -Dopo il vostro piccolo show messo su con l'aiuto dei vampiri, non avrete mica pensato che fossimo ancora lì. Gira a destra ora- Derek sterzò all'improvviso e sentii il rumore delle ruote stridere contro l’asfalto, seguito dal grido di un paio di clacson misto ad insulti.
    -Quindi fratello, il tuo piano consisterebbe nell'andare da Lydia e Julian ed affrontarli quattrocchi- non mi sfuggì la nota di scherno nelle sue parole.
    "Sai quanto possono essere criptici i nostri genitori. Non ti diranno niente riguardo quella cartelletta" la sua voce era chiara e decisa nella mia mente. Mi vennero i brividi a pensare come questa cosa stava divenendo sempre più normale e chiara.
    "Non me ne può fregare di meno di quella cartelletta. Voglio informazioni" la mia risposta spiazzò Chris per alcuni attimi. Si protese in avanti verso i sedili anteriori e mi parlò, non distogliendo lo sguardo dalla strada.
    "Riguardante?" le mani avevano smesso di tremare, perciò allentai la presa e mi lasciai andare un pò di più contro il sedile dell'auto.
    "Un licantropo. Se Franz voleva così disperatamente quella cartelletta, devo scoprire cosa conteneva. E tutto ciò che ho ora come ora, è un licantropo"
    "Beh, mi sottovaluti troppo spesso ultimamente fratello. Potrei cominciare ad offendermi seriamente.."
    "Taglia corto Chris!" la lamia si tornò a distendere lungo lo schienale dei sedili posteriori ed incrociò le braccia dietro la nuca.
    "Mi sono occupato io dell'anagrafica ultimamente. I vampiri avevano fatto fuori il nostro ricercatore durante l'assalto, perciò quelli rimasti si sono dovuti suddividere un pò i compiti"
    "Quindi mi stai dicendo che hai accesso al database? Anche quello dei licantropi?" sorrise.
    "Da 120 anni a questa parte. Per sfortuna non sono tanto longevi quanto lo siamo noi quindi ci vorrà un pò..ma niente di impossibile"
    "Sai Chris..potresti essere meno zavorra di quanto pensassi" un'inchiodata brusca interruppe il nostro discorso. Alzammo gli occhi sulla strada ed imprecai. Sotto i raggi, seppur tenui, del debole sole invernale, una ventina di uomini con zanne affilate ci sbarravano la strada. Ancora prima che potessimo capire ciò che stava succedendo, il gruppo di vampiri scattò contro la macchina di Derek.
    -Cosa cazzo?!- sentii la portiera dietro aprirsi e sbattere rumorosamente. Christopher si era già lanciato contro la massa.
    -Merda!- mi fiondai fuori e sentii Derek sgommare e partire contro il gruppo. Non potevamo di certo metterci ad impalare vampiri sotto la luce del sole e, per di più, in una strada trafficata simile. Il mondo non era ancora pronto per tutto questo..e forse non lo sarebbe mai stato. La Bmw ne centrò alcuni e svoltò in un vialetto, scomparendo. Sentii le urla provenire dalle macchine dietro. Per loro tutta quella scena doveva sembrare totalmente diversa da ciò che era realmente. Una macchina aveva appena investito dei passanti, probabilmente uccidendoli. Tuttavia le voci tacquero come videro i tizi investiti rialzarsi senza nemmeno un graffio.
    "Chris! Dobbiamo portarli via da quì! Stiamo dando troppo spettacolo!" vidi mio fratello prendere a colpi alcuni vampiri senza ferirli seriamente. Doveva essersi reso conto anche lui degli spettatori inattesi.
    "C'è una zona industriale quì vicino! Seguimi!" poi scattò, allontanandosi dai vampiri e corse dalla parte opposta che aveva preso Derek. Feci per seguirlo ma mi bloccai. I vampiri non ci stavano seguendo.
    -Chris!- un brivido mi pervase completamente tutto il corpo. Terrore puro. I vampiri stavano dirigendosi verso le vetture con gli umani.
    -Merda! Che cazzo pensano di fare?!- non risposi nemmeno a mio fratello. Partimmo entrambi verso il gruppo e riuscimmo a stenderne alcuni. Ma era inutile, finchè non li avremmo uccisi definitivamente non si sarebbero fermati. Sentimmo le sirene della polizia in lontananza. Qualcuno doveva averli chiamati.
    -Allan! Cosa facciamo dannazione!- Misi le mie spalle contro quelle di Chris e ci guardammo in giro. Erano tanti, forse una trentina. Se avessimo potuto ucciderli sarebbero già finiti..ma la situazione era troppo complessa. Come diavolo ne potevamo uscire indenni? Pensa Allan..pensa..
    Ed accadde.

    -Vuoi, cortesemente, dirmi dove mi stai portando?- ma il bambino rimase in silenzio. Erano ore che viaggiavamo su quel treno e cominciavo a pensare che c'era qualcosa di strano. Com'era possibile che non aveva fatto nemmeno una fermata? E quando mi ero alzata per andare in bagno, allungai il collo per vedere se c'era qualcuno nell'altra carrozza, ma non vidi nessuno. Eravamo completamenti soli, il che rendeva la situazione ancora più inquietante. Sbuffai e tornai a guardare fuori dal finestrino, sperando di capire dove fossimo. Verde, Tutto era completamente verde. Nè una casa, nè alcuni animali. Solo erba, collinette, spighe essiccate..ma niente abitazioni. Eravamo ancora in Europa? Possibile che esistesse un posto così poco popolato vicino l'Italia? Persi interesse e mi girai nuovamente verso il bambino. Era piccolo, o meglio, sembrava piccolo. Tuttavia, c'era qualcosa in lui che mi faceva pensare che fosse più grande di quel che pensassi, più maturo. Avrà avuto su per giù sui sette, otto anni. I capelli castani scompigliati gli davano un aspetto ancora più giovanile, ed i suoi occhi castani scuri erano profondi come due pozzi, eppure erano velati da una patina di stanchezza che stonava completamente con la sua figura. Era vestito di abiti casual, semplicissima maglietta a righe sulla tonalità dell'azzurro e dei jeans. Stava trafficando con dei fogli ingialliti dal tempo e leggermente usurati. Mi sporsi per vederne il contenuto, ma sembravano solamente pastrocchi infantili. Un misto di linee e curve che non mi dicevano alcun chè.
    -Smetti di fissarmi, mi scoccia- la voce del bambino risuonò leggera ma velata da un tono impertinente che rispecchiava appieno la sua età.
    -Mi sto annoiando a morte, se tu non l'avessi notato- afferrai un foglio al volo, prima che riuscisse ad intercettarmi ed evitare la confisca. Si limitò a fissarmi senza batter ciglio. -Perchè mi hai fatto venire quì se poi non fai altro che ignorarmi?- il bambino non rispose. Continuava a guardarmi con sguardo intenso. -Sei una lamia anche te?- niente. -Come i chiami?- ennesimo silenzio. Persi interesse, sbuffai e gli lanciai il foglio che avevo preso. Tanto non ero interessata a degli scarabocchi infantili. Anche se..quei simboli.. Mi girai verso di lui ed avevo capito. -Quelle non sono rune alchemiche?- questa volta era il bambino ad essere sorpreso.
    -Allan ti ha parlato dell'alchimia?- feci di no con la testa e parve rilassarsi.
    -Vedevo FullMetal Alchemist con lui. Mi aveva accennato a qualcosa ma all'epoca pensavo fossero solo parole di un nerd, non roba vera..- il bambino parve confuso.
    -FullMetal Alchemist? Cosa sarebbe?-
    -E' un'anime giapponese-
    -E le anime giapponesi cosa centrano con l'alchimia?- lo guardai sbalordita, praticamente a bocca aperta. Scossi la testa facendo di no e rinunciai a spiegare. E poi, non se lo meritava mica! Lui alle mie domande non rispondeva, perchè io dovevo? Tornai a guardare fuori. -e cos'è un nerd?- a quel punto non ce la feci più e cominciai a ridere. Il bambino la prese come un'offesa e si tirò tutto dritto contro lo schienale. Cercai di smettere di ridere nonostante le lacrime agli occhi.
    -Hai mai giocato al gioco dare e avere?- il bambino scosse la testa. -Io do un'informazione a te, e te la dai a me. uno contro uno-
    -Non mi interessa- rispose subito. Mi allunga verso di lui, appoggiando i gomiti sopra i suoi fogli.
    -I nerd sono persone che hanno una fissa per qualcosa. Che ne sono talmente ossessionati da rendere quella cosa il centro del proprio mondo e si escludono dal mondo reale- il bambino mi osservò indeciso. Sbuffai. -In parole povere..te sei un nerd della magia. Che non stai facendo altro che vedere queste carte da quando siamo partiti-
    -Essere dediti a qualcosa non vuol dire esserne ossessionati-
    -Dici?- non era sicuro. Lo vidi vacillare, guardare le sue carte. Alla fine vinse la mia perseveranza. Raccolse le sue carte e le mise tutte sul palmo della mano. Con l'altra la chiuse a goccia sui fogli e, con un movimento veloce e preciso, alzò la mano aprendola ed i fogli svanirono nel nulla.
    -Anche se non ricordo di aver mai detto di voler partecipare a questo posto...suppongo di doverti una risposta visto che mi hai delucidato sulla definizione di cosa sia un nerd..- Si alzò in piedi e mi fece segno di seguirlo. Come fummo alla porta della vettura, le ruote del treno fischiarono e cominciò a rallentare. Quando si arrestò completamente, il bambino aprì la porta e scese. Lo seguii e ci ritrovammo in un tunnel completamente buio.
    -Ehi, non vedo niente! Bambino dove sei?- poi sentii un ringhio. Annusai nell'aria e sentii quello strano odore che avevo già sentito un paio di giorni fa. Odore di selvaggio. I miei occhi si erano finalmente abituati all'oscurità e vidi un'ombra muoversi. Il tintinnio degli artigli che graffiavano sul pavimento mi fece rabbrividire. Però, dal suono, riuscii a capire che c'era solo un cane lì. Poi vidi i suoi occhi gialli brillare nell'oscurità. Le zanne aprirsi lunghe e bianche. Poi l'ululato.
    -Mi chiamo Luvix, e sono uno stregone- la voce del bambino veniva da tutte le direzioni, non riuscivo a trovarlo. -Ma con questa frase ho risposto a ben due domande..quindi il gioco dice che me ne devi una, giusto?-
    -Non mi sembra tanto divertente questa situazione- feci notare ma il ringhio del lupo mi zittì.
    -Dimmi...qual'è l'unico punto debole dei tuoi amati Allan e Christopher?-

    Rue
     
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    stupendo questo cap :33epvmh.gif: :33epvmh.gif: aspetto con impazienza il prossimo :qs4nyp.gif: :2qlzcwi.jpg:
     
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  3. Rue89
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    Grazie mille ANIA!!!! :DDD
     
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  4. Rue89
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    Ed eccovi il secondo cap >< Spero vi piacciaaaaa *:*

    CAPITOLO 2

    Il cielo si riempì improvvisamente di nubi, oscurando i tenui raggi del sole di novembre. La gente nelle macchina alzò gli occhi al cielo per alcuni attimi, sorpresa, per poi riabbassarli sulla strada, ormai completamente invasa da una coltre di nebbia densa come fumo. Io e Chris cogliemmo subito l’opportunità al balzo. Ci buttammo contro il branco di vampiri, ancora spaesati per lo strano avvenimento. Li facemmo fuori abbastanza facilmente uno dopo l’altro, cadevano ai nostri piedi come marionette sradicate dai loro fili. Ora il problema era sbarazzarsi dei corpi. La nebbia non sarebbe durata per sempre. E come chiamato dalle mie preghiere, un forte rumore di gomme che stridevano sull’asfalto mi fece girare. Chris aveva in mano il cellulare e sembrava soddisfatto. Si avvicinò al furgone e diede una pacca al tizio che scese da esso.
    -Tommy! Ci hai salvato il culo anche a sto giro! Dai dacci una mano- la lamia seguì mio fratello verso di me e, quando mi vide si bloccò. Lo riconobbi appena qualche istante dopo. L’ultima volta che l’avevo visto, Tommaso era ancora un ragazzino. Ora invece era un uomo a tutti gli effetti, alto, ben proporzionato e tonico. Aveva allenato il suo corpo costantemente, lo si capiva dai muscoli asciutti ma ben visibili. I suoi occhi color pece erano sempre uguali, profondi e seri. Avevano sempre fatto contrasto coi capelli biondi, ora portati cortissimi alla marine. Fece un cenno col capo verso di me.
    -E’ un piacere rivederla Allan- rimase col capo abbassato finchè Chris non lo chiamò. Si scusò ed andò ad aiutare mio fratello. Ok, dovevo ammetterlo..in quanto a disciplina, gli uomini di Christopher erano impeccabili. Caricammo tutti i corpi sul furgone e partimmo. Solo quando mi sedetti sul sedile posteriore potei rilassare i muscoli e lasciarmi andare.
    -Un attacco in pieno giorno! Inammissibile!- sbraitava irato Christopher. –E non volevano neanche colpire noi, ma gli umani! Come se volessero farcela proprio sotto il nostro naso! No..inammissibile, inammissibile!- tirò un calcio al cruscotto e quello si piegò come burro sotto la sua forza.
    -Vi sono stati altri due attacchi nei giorni scorsi, signore. Ce ne siamo occupati per tempo io ed Andrea- Chris imprecò.
    -E gli anziani? Cosa dicono al riguardo?-
    -Loro..loro sono un pò..- si fermò alcuni attimi per pensare alla parola più appropriata da usare. –Assenti, ultimamente- Chris si tirò su dritto e si girò verso Tommaso. Il suo sguardo lasciava intendere il suo stupore. –Stanno bene- si affrettò a dire la lamia mentre svoltava in un vicolo. –Solo..lo vedrete da voi- La porta di un box si sollevò piano, cigolando nella sua ascesa. Tommaso vi entrò col furgone e percorremmo quella galleria semi illuminata in un silenzio disarmante. Cosa voleva dire che gli anziani erano assenti? Che fossero stati feriti durante l’attacco per liberare Aurora? No..Chris non mi aveva accennato niente e sembrava sorpreso quanto me. Doveva essere qualcosa accaduta di recente mentre Chris era..Scacciai quel pensiero. Quando il furgone si fermò scendemmo subito. Chris ordinò a Tommaso di scaricare i corpi e portarli ad analizzare in laboratorio. Io seguii mio fratello. Mi ci volle un po’ per riconoscere quel posto. Era da più di vent’anni che me n’ero andato dalla corte degli anziani e questo posto, anche all’epoca, si usava solo nei periodi di grande crisi. Erano delle segrete costruite sotto il suolo del Vaticano. A noi lamie non dava particolarmente fastidio il suolo benedetto, ma precludeva l’accesso ad ogni vampiro nel giro di chilometri. Inutile dire che era anche più difficile procurarsi cibo in quel posto. Ma la cosa che logorava di più l’animo era l’isolamento. Per noi esseri immortali, il tempo era una benedizione ma, al contempo, una maledizione. Se ci si isolava, era più facile andare incontro alla pazzia. Julian e Lydia ce lo ripetevano in continuazione, per questo non riuscivo a capire il motivo, il perché della loro scelta di venire qui sotto.
    -Chris- mio fratello non si girò. Continuava a camminare diretto verso dove sapeva di per certo di poter trovare i nostri genitori. –Chris fermati un istante!- Si bloccò ma vidi che stringeva i pugni.
    -Cosa vuoi Allan?- si girò verso di me e mi fissò con astio. Mi sentii ferito.
    -Mi preoccupa questa cosa Chris..c’è qualcosa che non va- alzò le sopracciglia, sorpreso. Era sempre strano parlare con Christopher, sembrava di essere davanti ad uno specchio, eppure non riuscivo più ad intuire i suoi pensieri. I suoi pensieri..
    -Ed è proprio per questo motivo che ho fretta- fece per girarsi ma gli afferrai il braccio. Si girò verso di me ma il mio sguardo lo zittì.
    -Lo senti?- chiesi speranzoso. Aggrottò le sopracciglia. No, non sentiva. –Ho appena provato a parlarti con la mente Chris..non mi hai sentito- gli occhi della lamia erano fissi su di me.
    -Ci ho provato anche io. Mi hai sentito?- scossi la testa. Chris si mise le mani nei capelli e si girò, dandomi la schiena. Si rigirò quasi subito, animato da un nuovo fuoco.
    -Pensi sia il suolo benedetto a bloccare..questa cosa? Qalunque cosa sia?-
    -Potrebbe essere plausibile. Robbie ha accennato qualcosa al riguardo ed effettivamente..-
    -Cos’ha detto?- Chris mi si fece vicino. I suoi occhi erano fissi nei miei. Due smeraldi persi nei miei.
    -Ha detto che il poter parlare usando la mente, è una prerogativa dei vampiri. Essendo per loro impossibile entrare nel suolo sacro, magari questa specie di cosa viene tipo bloccata- Chris fece due passi indietro, allontanandosi da me con faccia schifata.
    -Vampiri? Vampiri! O mio Dio Allan!-
    -Shhh!- mi avvicinai e gli feci segno di non alzare troppo la voce. –E’ solo una teoria va bene? Robbie ci sta lavorando su, non farti prendere dall’agitazione ok?-
    -Questa non è agitazione! E’ pazzia pura Allan! Noi siamo lamie non siamo..- si bloccò. I suoi occhi si persero nel vuoto dei suoi ricordi. –Oh merda..- ed ora ero io quello in preda all’ansia.
    -Cosa?- lo sguardo di Chris era corruciato, amareggiato in parte. Quando alzò gli occhi verso di me erano persi, come privi di vita.
    -Allan..ho solo un favore da chiederti- fece una breve pausa. –Non accenniamo niente di questo a Julian e Lydia. Vediamo prima come stanno..ti prego- non osai obiettare. Nonostante trovare Aurora e quella dannatissima cartelletta fossero le mie priorità, non potei ignorare il cambiamento drastico dell’atteggiamento di Chris. Mai avrei pensato che avrei rimpianto il non poter utilizzare quello strano potere della mente e leggere cosa passava in testa a mio fratello. Mai, se non in quell’istante. Chris ripartì, questa volta con passo più incerto ed io mi limitai a seguirlo.

    Dannazione! Bruttissima figlia di..poi una fitta di dolore gli offuscò la mente. Ci era andata vicina, maledettamente vicino al cuore. Non si aspettava di trovarsi Aurora dall’altra parte della porta, un calcolo errato che gli era costato caro. Aveva perso il suo alfiere ed ora, Franz, si ritrovava con in mano un pugno di mosche. A punto e a capo. Tossì e del sangue gli uscì dalla bocca. Ormai anche il processo di guarigione del suo corpo si stava rallentando. Non poteva più permettersi di aspettare oltre. Il sangue umano che perdeva appetibilità, la rigenerazione sempre più lenta..erano segnali inequivocabili. La forza di volontà fu l’unica cosa a spingerlo ad andare avanti, a mettere un piede avanti all’altro. Quando arrivò alla casa, Franz era stremato. Vi entrò e trovò sul pavimento il gessetto bianco che veniva usato dalla polizia quando doveva fare delle indagini. Tuttavia la casa non sembrava sotto sequestro, non c’erano sigilli alla porta né attrezzature nei paraggi. Franz sperò che avessero lasciato perdere il caso o che l’avessero archiviato come gioco sadico di due imbecilli e si diresse verso la sala. Il sangue dello stupratore era stato ripulito ma sentiva lo stesso il suo odore e l’acre tanfo della morte. Era ovunque, era così forte che lo stava portando alla pazzia. Si lasciò cadere sulla poltrona e cercò di respirare e concentrare tutte le sue misere energie rimaste nella guarigione. Quando riaprì gli occhi, il sole era già calato ed una tenue presenza aleggiava nella casa. Era troppo stanco per reagire. Poi sentì il suo odore.
    -Cosa ci fai qui?- la ragazzina uscì timida da dietro la parete. Le parlò nella sua lingua, nella lingua di Nefryt. E lei rispose.
    -Non sono mai andata via. Sono rimasta a vedere- le fece cenno di avvicinarsi e lei lo fece. Non aveva paura di lui.
    -Perché? Non volevo vedessi una scena simile- lei rimase impassibile.
    -Non lo volevo morto, ma non sono riuscita a perdonarlo neanche quando si è sparato- rimase in piedi davanti alla lamia. I suoi occhi erano fissi in quelli di Franz. Era risoluta, doveva ammetterlo. O forse era solo incosciente? Franz sorrise, e quel gesto risvegliò in lui la fame, più forte e vivida di quanto si fosse mai ricordato. No..non adesso, non qui..non con questa ragazza.
    -Dovresti andare..- e lei fece un passo verso di lui. –Davvero ragazzina, non stò scherzando- un altro passo verso la lamia. Franz alzò la mano e scoprii il buco che aveva nel torace, vicino al cuore. La maglia sporca di sangue, lacerata, e quella ferita..la ragazzina non battè ciglio.
    -Cosa posso fare per te?-
    -Vattene- la implorò quasi.
    -Vuoi il mio sangue?- fece per alzarsi ed andarsene, ma un’ennesima fitta e le poche forze lo fecero ricadere sul divano. La ragazzina si era sporta verso di lui e lo stava aiutando a stendersi su di esso.
    -Potrei ucciderti-
    -No-
    -Sai che potrei. L’ho già fatto milioni di volte-
    -Non lo farai- rispose sicura mentre gli porgeva il polso.
    -E’ così semplice perdere il controllo..prendere troppo..ucciderti..-
    -Mi sarei tolta la vita comunque- quella sua confessione lo colpì in pieno petto. Più doloroso del paletto, più agghiacciante della consapevolezza di quelle parole. –Mentre quell’uomo abusava di me, pensavo solo a come lavarmi via la vergogna dall’anima togliendomi la vita. Ma sei arrivato tu e mi hai salvata da quell’agonia, senza chiedere niente in cambio. La mia vita ti appartiene ora, se non l’accetti disonori la mia anima- Franz rivide nei suoi occhi, nei suoi lineamenti, persino nel suo carattere..rivide la sua Nefryt. Non poteva farle del male, non poteva..non voleva..allora perché sentiva già le zanne uscire bramose e premere contro le labbra? Perché stava afferrando il suo polso con la mano, perché lo avvicinava alla sua bocca che celava armi letali? Perché stava bevendo il suo sangue e perché…perché dopo così tanto tempo di sapidità, di disgusto..il sangue di quella ragazza aveva il sapore più buono che avesse mai provato?

    -Tu..questa è una trappola per loro? Tu mi hai usata!- urlai disgustata. Il ringhio gutturale del lupo veniva da tutte le direzioni. –Beh, sappi che qualsiasi cosa tu farai, non li tradirò mai! Piuttosto mi uccido qui all’istante ma non ti darò motivo di usarmi contro di loro!- Poi lo vidi. Luvix era in piedi di fronte a me e vicino a lui c’era un lupo. Era grande quasi quanto lui, il pelo era bianco ma era cortissimo, quasi riuscivo a vedere il roseo riflesso della sua pelle sotto di esso. Il lupo parve notarlo e scoprì le zanne minaccioso. Luvix gli fece cenno di calmarsi e così fece. Rimase comunque teso, i suoi occhi color nocciola mi fissavano, mi sfidavano.
    -Non voglio far loro del male- disse lo stregone in risposta alla mia affermazione.
    -Non ti credo- risposi secca. L’oscurità intorno a me si diradò, divenendo prima un color grigio tenue. Un qualcosa di freddo mi sfiorò la guancia. Ancora, e ancora..e quando il grigio lasciò il posto al bianco capii cosa fosse. Era neve. Eravamo in un giardino circondato da mura altissime, sembrava l’interno di un castello di pietra. La neve scendeva fitta a fiocchi enormi. Il mio respiro si condensava davanti a me. Poi ripensai all’ultima volta che ero in montagna..con Chris. E ai lupi morti. –Voi volete vendicarvi..per quei lupi?- subito il lupo ringhiò poi guardò il bambino e si rigirò di nuovo verso di me, ringhiando.
    -Non sappiamo di cosa tu stia parlando- i miei occhi saettarono in giro, in cerca di una via di fuga. Come mi vide, il lupo scattò verso di me e morse l’aria dove, fino a pochi attimi prima, c’era la mia gamba. Ringraziai il cielo per i miei riflessi. Tornò verso lo stregone e si rimise al suo fianco.
    -Josephine..direi che è meglio se ti trasformi. Non stiamo minacciando nessuno- Il lupo starnutì di disappunto e si alzò sulle zampe posteriori. Come si mise eretto, le zampe si allungarono ed il sottile pelo bianco svanì e lasciò il posto alla pelle umana, rosea e tenue. La sua figura era alta, slanciata, il corpo era esile ma non sembrava debole. I suoi occhi color nocciola erano uguali a quando era lupo, penetranti e decisi. Sembrava quasi riuscissero a penetrarti nell’animo. Ma i suoi capelli mi colpirono più di tutti. Bianchi, no..erano un biondo così chiaro da sembrare quasi bianco. Ed erano così corti da coprirle a stento la punta delle orecchie. Al posto del lupo, ora vi era una ragazzina. Mi ricordai quello che mi aveva detto Christopher. I lupi più avevano i capelli lunghi, più erano forti. Se valeva anche per lei, allora non doveva essere troppo forte. Magari avevo qualche possibilità di scappare..se solo non fosse per lo stregone. La ragazza lupo si strinse nelle braccia, tremava. Era pur sempre nuda in mezzo alla neve, anche se non immaginavo che i licantropi potessero avere freddo. Pensavo fossero abituati alle temperature rigide.
    -Tieni- lo stregone si girò e le allungò la borsa in cui aveva riposto le carte che stava vedendo sul treno. –Vai dentro, vestiti e metti queste dove sai-
    -D’accordo- la sua voce era dolce e tenue, decisamente diversa da prima, quando aveva le sembianze della lupa. Mi scoccò un’ultima occhiata e poi corse verso l’unica porta visibile.
    -Te lo garantisco. Non voglio fare loro alcun male. Volevo solo essere sicuro di te-
    -Cosa intendi dire?- lo stregone mi sorrise.
    -Starai qui per un po’. Ho bisogno di saperti al sicuro Aurora- rimasi stupita a fissarlo.
    -Cosa vorresti dire che starò qui? Stai scherzando vero?- si girò verso di me e vidi dal suo sguardo che no, non stava scherzando.
    -Tanto non avevi altri posti dove andare, o mi sbaglio? Vuoi stare lontana da loro per proteggerli dai loro sentimenti per te, ma c’è una lamia che vuole vederti morta, tu non hai posto dove andare..quindi direi che ho risolto tutti i tuoi problemi in un’unica soluzione-
    -E prima? Cosa volevi dire con quella frase? Dell’unico loro punto debole..- Luvix alzò gli occhi al cielo come se la risposta fosse così ovvia che si vergognava lui al posto mio.
    -La fuori sta per scoppiare una guerra Aurora. Io ho bisogno che i gemelli rimangano in vita e ciò non accadrà se dovranno avere la mente divisa tra combattere per la loro pelle e combattere per proteggere la tua. Anche perché, tra le due, sai di sicuro quale sceglierebbero- i suoi occhi marroni si piantarono decisi nei miei, procurandomi dei brividi di terrore. Quel bambino..era inquietante.
    -Per quanto tempo?- chiesi. Lui si limitò ad alzare le spalle. In lontananza, Josephine uscì dalla porta ed agitò le braccia in direzione di Luvix.
    -Per il tempo necessario. Gli farò sapere io che sei al sicuro. Vieni- s’incamminò verso la ragazza lupo e io lo seguii.
    -Se sta davvero scoppiando una guerra come dici..non dovrei dargli una mano anche io?-
    -Si certamente..sai uccidere i vampiri? I licantropi? Sai combattere e tenere testa ad altre lamie? Riusciresti a strappare via il cuore dal torace di qualcuno o mozzargli la testa?- deglutii. No, non ne ero in grado. –Saresti in grado almeno di difenderti?- ci avevo provato.. –Credimi Aurora. Il miglior modo per essergli d’aiuto è stare alla larga da tutto ciò. E poi..tu mi servi qui-
    -Ti servo per cosa?- ma ormai avevamo raggiunto la ragazza.
    -Josephine falle fare un giro per il palazzo, falle vedere la sua stanza ed elencale le regole della casa per favore. Io devo andare- dicendo ciò si avvicinò alla parete. C’erano disegnati un cerchio con dei simboli strani. Vi appoggiò la mano sopra.
    -Aspetta non mi hai ancora risposto- ma il suo corpo, appena toccò con la mano la fredda roccia, divenne cenere che fluttuò alcuni istanti sul posto e poi sparì, catapultandosi nel cerchio. Il silenzio era rotto solo dall’incessante rumore del vento che andava a sbattere contro le mura. La neve continuava a cadere, ignara di tutto.
    -Scusami per prima- la voce della ragazza mi arrivò leggera ma sicura all’orecchio. Mi girai verso di lei. Ora che indossava degli abiti pesanti di pelliccia, sembrava ancora più pallida e giovane di prima. –Non sono abitata..a ricevere molte visite..-
    -L’ho notato- risposi secca. Dovevo ancora capirla, quella ragazza. Se voleva il mio perdono, doveva guadagnarselo.
    -Io mi chiamo Josephine..- titubante, allungò una mano verso di me.
    -Aurora- voleva veramente che le stringessi la mano? Non si usava più farlo tra i giovani da..beh..un bel po’. Siccome non sembrava intenzionata a togliere la mano, l’accontentai. Come gliela strinsi, sentii subito che era gelata. Alzai lo sguardo verso di lei e solo allora notai che aveva la punta del naso e delle orecchie completamente rosse, come anche le guance.
    -Piacere di conoscerti!- rispose e mi sorrise. Scoprì i suoi denti, una fila bianchissima e perfetta. Ora che non era lupo, non facevano paura. Era la prima volta che conoscevo un licantropo e ne rimasi incantata.
    -Andiamo..andiamo dentro? Stò congelando- avevo un leggero freddo effettivamente, ma pensai più alle dita congelate di quella ragazza. Subito si scostò e mi lasciò libero il passaggio. Come entrai, la porta si richiuse con un colpo sordo e le linee sparirono. Dove prima c’era la porta, ora non vi era che muro e pietre. Mi girai verso la ragazza ma non sembrava esserne sorpresa quanto lo ero io.
    -Regola numero uno della casa. Non si può uscire, per nessuna ragione- s’incamminò lungo un corridoio lungo e spoglio. L’interno delle mura era pietra, solo ed unicamente pietre ovunque. Ogni tanto qualche buco nel muro a forma quadrata sembrava fare da finestra, ma niente di più. Mi girai verso la ragazza e la guardai con disarmo.
    -Non penso che riuscirò ad abituarmi qui tanto facilmente..- la ragazza mi sorrise.
    -Luvix ha detto che ti farà bene. Sai, per la tua malattia-
    -Che malattia?- feci alcuni passi verso di lei finchè la raggiunsi.
    -Quella del sangue. Che non riesci a farne a meno. Ha detto che non te ne porterà che il necessario. Il mo sangue, essendo un licantropo, disgusta quelli della tua specie quindi..- fece spallucce, come per dire che non ci poteva fare niente. Non avevo ancora pensato al sangue da quando avevo piantato il paletto nel torace di Franz..ma ora che ne stavamo parlando, la fame si ripresentò come chiamata dai miei pensieri.
    -Non resisterò senza sangue..ne ho bisogno..-
    -Lo sappiamo, lo sappiamo..Luvix te ne porterà a sufficienza per il bisogno di una lamia. Non una goccia di più. Ha detto che ti dobbiamo aiutare a disintossicarti dal bisogno del sangue-
    -Non sono una drogata- lei si girò a guardarmi, ma non smise di camminare.
    -Non so cosa sia una drogata, ma di certo hai bisogno del nostro aiuto. Andiamo, ti faccio vedere la cucina- e partì in quarta verso delle scale. Io rimasi lì, immobile. Ora sapevo di per certo che quella prigione sarebbe stata la mia fine.


    Rue
     
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    bravissima ruettina ;D aggiorna presto!
     
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  6. Rue89
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    *.* appena posso gemee>< tks!

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    :qs4nyp.gif: aspetttttttto con trepidante attesa il prossimo cap........ :((: comunque bion natale
     
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  8. Rue89
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    Omg sololeggendo ora il buon natale mi sn resa conto di quanto ho oziato sti mesiii!!!!! Waaaaaa devo scrivere prima che si chiudono le diiiiiiisc 😭😭😭😭😭😭😭

    Rue
     
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