Archangel's Love

ff sulla serie Guild Hunter di Singh Nalini

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  1. Lucy85
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    Archangel's Love è stato il mio "debutto" nel mondo delle ff. Non avevo mai scritto nulla prima ma la serie Guild Hunter mi è talmente piaciuta che, dopo aver letto il terzo libro in inglese, ho deciso di ingannare l'attesa tra una pubblicazione e un'altra scrivendo un possibile seguito agli eventi narrati nei primi libri della serie. Per chi ha già avuto modo di leggerli spero possa piacere anche questa mia "opera" e per chi invece non li ha letti.... attenzione a non rovinarvi la sorpresa visto che ogni tanto capitano dei riferimenti alla serie originale :D



    Capitolo 1

    La città vista dall’alto offriva uno splendido spettacolo di giorno, ma nulla se paragonato a quello che si osservava quando calava il buio. Il modo in cui le luci dei palazzi e dei negozi facevano risplendere la sua città era uno spettacolo al quale Elena ancora non riusciva ad abituarsi.
    Amava volare, di notte soprattutto perché le permetteva di rilassarsi e schiarirsi le idee.
    Atterrò sul tetto della Torre degli Arcangeli, non c’era nessuno. Strano.
    Distese le sue ali di un nero intenso, i cui bordi richiamavano l’indaco e il blu del cielo all’alba mentre le primarie erano d’oro bianco, in tutta la loro ampiezza.
    Sono bellissime.
    Sorrise mentre la sua mente fu inondata dal profumo del mare e del vento.
    Sei in ritardo lo accusò divertita.
    Due braccia possenti la strinsero da dietro mentre labbra morbide e sicure le accarezzavano il collo dandole brividi di desiderio.
    Ero già qua quando sei arrivata per cui la tua affermazione non è corretta.
    Si scostò un poco da quell’abbraccio possessivo e si ritrovò a fissare un paio di occhi di un blu così profondo da perdersi in esso. Con una mano gli accarezzò i capelli corvini per poi scendere sulla sua guancia.
    Raphael.
    Uno tra i più potenti del Quadro dei Dieci, l’arcangelo di New York, colui che l’aveva resa immortale donandole le ali. Il suo patner, il suo amante, il suo consorte. Suo.
    Gli catturò le labbra in un bacio, dapprima casto, poi sempre più passionale, famelico non appena l’arcangelo ne prese il controllo. Elena sentì le sue mani accarezzarle i seni fino a scendere sulle natiche per poi risalire lungo la schiena e accarezzarle le ali. Un gesto che era ancora più intimo del sesso.
    Fu scossa da deliziosi brividi di piacere quando Raphael prese a mordicchiarle il collo.
    Per un attimo Elena si perse nelle sensazioni provocate dal suo compagno ma si riscosse. Aveva qualcosa da fare.
    “Arcangelo?” sussurrò. “C’è qualcosa che voglio mostrarti”
    Dopo un ultimo, lungo e passionale bacio, Raphael le prese la mano stringendola con possessività.
    Un luccichio malizioso nei suoi occhi blu le fece capire in che modo si sarebbe terminata la serata…e lei gli rispose con la medesima espressione negli occhi.
    Ti piacerà vedrai e dopo….
    E dopo cacciatrice…

    Aprendo le sue ali, Elena si alzò in volo seguita dal suo compagno.
    Si diresse sicura verso la loro casa a Manhattan ma, anziché dirigersi verso l’entrata principale, virò a destra. Atterrò nello spazio di terreno che Raphael le aveva donato per creare una serra per le piante che aveva nel suo appartamento. Quel pezzo di terra era diventato una sorta di rifugio per Elena e non permetteva neanche all’arcangelo di entrarvi. Alle sue spalle lo sentì atterrare silenziosamente. Lo stupore era facilmente leggibile sul suo volto.
    “Da questa parte”
    Gli prese la mano e lo condusse per un piccolo sentiero serpeggiato da rose selvatiche allontanandosi così dal suo rifugio.


    Fin dal loro primo incontro Raphael aveva capito che Elena sarebbe riuscita sempre a sorprenderlo e quando l’aveva seguita fino all’ingresso di quello che lei chiamava il suo rifugio, ne ebbe un ulteriore conferma. Rimase un po’ deluso quando capì che la loro meta non era l’entrata di quel territorio per lui inviolabile, ma non lo fu a lungo. Il sentiero che Elena aveva intrapreso era una novità per lui. Non lo aveva mai scorto, neanche volando. D’altronde come avrebbe potuto. La sua cacciatrice era stata molto ferma quando gli aveva proibito di avvicinarsi – anche volando- in quella zona. L’avrebbe ritenuta una mancanza di fiducia da parte sua e Raphael non avrebbe mai corso un simile rischio. “Cacciatrice non tirare troppo la corda” le aveva risposto sentendo di quel divieto. Lui, un arcangelo, un membro del Quadro, il padrone di New York, non poteva vagare libero nella sua casa. Ma a stupirlo fu soprattutto la sua risposta. “Arcangelo…te l’ho già detto una volta. Mi serve uno spazio in cui poter stare per conto mio quando litighiamo, o quando voglio semplicemente stare con i miei pensieri. Insomma un po’ di privacy”.
    Elena tu sei mia. Aveva enfatizzato l’arcangelo.
    Si. Il mio cuore ti appartiene ma il mio corpo e la mia mente sono soltanto miei. La sua cacciatrice non si sarebbe mai sottomessa. Era una guerriera.
    Tirandola violentemente a sé le aveva detto: Sei sicura che non lo sia anche il tuo corpo?
    Perso in quei ricordi, quasi non si accorse che la mano che stringeva la sua non lo guidava più. Elena era ferma davanti a lui, fissandolo con i suoi occhi argentati che brillavano grazie al chiarore lunare. Una ciocca di capelli le scivolò davanti e lui d’istinto sollevò la mano per scostarla, ma il suo gesto fu fermato da quella più piccola di lei. Gliela strinse delicatamente appoggiandovi la guancia. Una carezza dolce. Intima.
    Raphael.
    La baciò. Un bacio così delicato come delicata era la creatura che teneva fra le braccia. La sua cacciatrice. La sua donna. In tutti quei secoli mai si sarebbe sognato di provare delle emozioni cosi forti. Così umane.
    Raphael.
    Ponendo fine a quel piccolo interludio, Raphael si ritrovò nuovamente a fissare negli occhi la sua consorte. Quelle due pozze argentate brillavano sì ma non per il chiarore della luna come aveva pensato in un primo momento. Brillavano per un’emozione forte che si leggeva chiaramente in tutto il suo viso. Come aveva fatto a non notarlo?
    “Raphael…” Elena sembrava quasi… imbarazzata? Apriva e chiudeva la bocca come a voler dire qualcosa senza riuscirci. Quella reazione lo deliziava. Era la prima volta che vedeva quell’aspetto della sua cacciatrice…e la cosa lo intrigava.
    “Elena sei imbarazzata?” la stuzzicò l’arcangelo.
    A quella domanda il suo volto divenne ancora più paonazzo.


    “Non sono imbarazzata” – replicò stizzita. In realtà lo era eccome. Era la prima volta che faceva una cosa del genere e non sapeva se questa sua iniziativa sarebbe piaciuta a Raphael.
    Oh al diavolo Elena sei una cacciatrice per l’amor del cielo!
    Fece un passo indietro scostandosi da lui. Cercò di stare attenta a non urtare le rose con le sue ali. Forse non era stata una brillante idea decorare il sentiero con cespugli di quei fiori selvatici ma gli erano piaciuti troppo per resistere alla tentazione. Si era fermata una ventina di metri prima della sua sorpresa. Durante il tragitto aveva percepito lo sguardo ardente di Raphael su di sé per cui era certa che non aveva ancora notato la struttura che era stata posta poco più avanti.
    “Arcangelo” esordì con voce incerta. “ Ho voluto preparare una cosa per te. Per noi a dire il vero.”
    Un sopracciglio scuro si arcuò invitandola a rispondere alla sua domanda silenziosa.
    “Con oggi sono passati 3 anni da quando ci siamo incontrati” Esordì, tenendo lo sguardo basso. “Gli umani sono soliti festeggiare queste occasioni perché sono importanti. Sono giorni speciali che si vogliono condividere con le persone più care”. Rialzò lo sguardo sfidando quegli intensi occhi blu.
    “Sono immortale ora, è vero, ma ho ancora un cuore mortale. Un cuore che batte solo grazie a te.” Si fermò. Sentiva un nodo alla gola ma doveva ignorarlo. Raccolse con un respiro profondo tutto il coraggio di cui era capace. Quello che aveva da dirgli era troppo importante.
    “Tu sei la mia vita Raphael. Sei la persona che tiene nelle mani il mio cuore. Ti affido tutto di me. Il giorno che ti ho incontrato ero terrorizzata. Eri qualcosa d’irraggiungibile per la mia mente umana. Mi ci è voluto molto ma ora mi rendo conto di quanto sono stata fortunata. Quel giorno la mia vita è cambiata. Non mi riferisco agli eventi che hanno contribuito alla mia immortalità, no. Mi riferisco al fatto che quel giorno il mio cuore ha ripreso a battere. Ero in grado di provare affetto per i miei amici, per Sara, Ransom, Deacon, la piccola Zoe e per mia sorella ma niente di più. Razionalmente non lo sapevo ma era come se gli eventi del mio passato avessero bloccato una parte di me. Una parte fondamentale. Quel frammento della mia anima capace di amare. Di amare profondamente e senza limiti la persona che mi sta davanti. Di fidarmi di lui al punto da non temere di cadere perché so che tu sarai sempre lì, al mio fianco, pronto a prendermi. Me lo hai dimostrato così tante volte. Tu mi accetti per quella che sono. Non pretendi che io sia una persona diversa. Non pretendi che nasconda ciò che sono. Tu mi vedi.” Aveva gli occhi colmi di lacrime. I sentimenti che provava in quel momento erano così intensi da non riuscire a tradurli in parole per cui lasciò che gli occhi parlassero per lei. Riuscì solo a pronunciare quelle tre parole che il suo cuore la obbligava a ripetere.
    “Raphael ti amo”

    Non riusciva a crederci. La sua cacciatrice non si rendeva conto del dono che gli aveva appena fatto? Sentiva il cuore scoppiare dall’emozione. Una sensazione che nei suoi quindici secoli non aveva mai provato.
    La baciò. Non riuscendo a resistere, la baciò con tutta la passione che provava.
    Ti renderà più umano.
    Lijuan aveva ragione. Era diventato più umano. Ma quel momento, quell’istante con la sua Elena, sarebbe rimasto impresso per sempre nella sua mente. Nella sua anima.
    Asciugando quegli occhi pieni di lacrime, Raphael le rispose nell’unico modo possibile.
    “Ti amo hbeebti
    La sua ricompensa fu il sorriso radioso della sua compagna.
    “Ora puoi vedere la tua sorpresa”
    Lo guidò fino a giungere dinanzi ad una splendida struttura di legno. Il sentiero terminava proprio davanti ad un gazebo in legno a pianta esagonale. La sua forma elegante ed essenziale era resa ancora più armoniosa dalle greche e dai grigliati che si rifacevano alle tradizioni orientali. Al centro, una tavola ricoperta da una bianca tovaglia di seta era apparecchiata con diversi piatti esotici. Ai suoi lati stavano due divani morbidi e confortevoli fatti apposta per accogliere due angeli. Tutto intorno c’erano cespugli di rose gialle e rosse che contribuivano a conferire a quel luogo un aspetto quasi…fiabesco.
    Nessuno aveva mai fatto qualcosa del genere per lui.
    “Ti piace? Non lo ritieni troppo…umano?”
    La guardò negli occhi. Come poteva fargli questa domanda. Elena gli aveva fatto dono del suo cuore. Della sua anima. Lo avrebbe custodito fino alla fine.
    No Elena. Stavolta fu lui a prenderle la mano. Vieni. Andiamo a rendere omaggio al tuo dono.
     
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  2. Anairo_Aisha
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    Inizio veramente bellissimo Lucy!
    Passionale prima, tenero poi e infine molto dolce :wub:
    Quei due sono una coppia stupenda!
    Poveri, non sanno ancora cosa li aspetta e cosa gli farai passare!
    Ok, lo so: me muta adesso.... shhhhhhhhhhhhhh.....
    Solo una frase riesce ad esprimere bene il mio pensiero:
    SEI BRAVISSIMISSIMISSIMISSIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!
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  3. Lucy85
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    Grazie mille Ory ;)

    Ecco il secondo capitolo :D


    Raphael era seduto su una delle poltrone di pelle disposte a semicerchio davanti al camino. Era notte fonda quando era arrivato sull’isola di Martha’ Vineyard per presiedere alla riunione del Quadro. Aveva aspettato che Elena fosse profondamente addormentata così da non accorgersi della sua assenza.
    “Ci siamo tutti” esordì Elijah. Era lui il più antico, ora che Lijuan aveva abbandonato il mondo dei vivi.
    “E’ tutto vero?”. La natura di Favashi le rendeva difficile accettare una notizia del genere. Era la più giovane del gruppo. Non aveva assistito alla moltitudine di orrori cui avevano assistito, o addirittura partecipato, gli altri.
    “Si. L’ultimo risale a quindici giorni fa”. L’espressione di Elijah era vuota. A quanto pareva, anche per lui era difficile digerire quel fallimento. Perché era di questo che si trattava. Un fallimento.
    “A quando risale il primo caso?” La voce di Neha, arcangelo dell’India, trasudava veleno. La furia che albergava nel suo cuore, dalla morte della figlia, stava per trovare finalmente un bersaglio.
    Fu Raphael a rispondere alla sua domanda. “Non lo sappiamo. Siamo entrati in possesso di queste informazioni per puro caso” Già, una vera fortuna. Se non fosse stato per Jason, il capo delle sue spie, non avrebbero mai scoperto nulla. “Dobbiamo muoverci alla svelta e con molta attenzione”. Concluse l’arcangelo di New York.
    “Non possiamo tollerare un affronto del genere!” tuonò Charisemnon. Un lieve bagliore provenì dalle sue ali. “Siamo Arcangeli! I padroni di questa terra. Non siamo noi a doverci inginocchiare davanti alle minacce. Siamo noi la minaccia!”
    “E dimmi un po’, Charisemnon”. La voce di Raphael era di una calma glaciale. Era pericoloso rivolgersi così a un suo pari, ma la situazione era più grave di quanto pensasse e non c’era tempo per cedere alla rabbia. “Come vorresti procedere? Manifestando tutta la tua collera su esseri innocenti? Spingerli a temerti più di quanto già non facciano? E cosa farai quando scopriranno ciò che sta succedendo…ciò che è già successo? Si renderanno conto di avere un’arma contro di noi e, a quel punto” fece una pausa per enfatizzare quel pensiero. “Tu cosa farai?”
    “Un’arma? Non parlare per enigmi Raphael. Non esiste nulla del genere e lo sai bene. Un arcangelo può essere eliminato solo da uno di noi. O per caso quella… cacciatrice…ti ha succhiato il cervello oltre l’uccello?”.
    Elijah intervenne prima Raphael potesse dar sfogo all’ira che lo investì come una tempesta. Non tollerava alcun insulto che fosse rivolto alla sua cacciatrice. Soprattutto non dopo quel pomeriggio in cui lei gli aveva aperto il suo cuore.
    “Michaela credo che faresti bene a riflettere prima di parlare. La posizione di Elena non è oggetto di discussione di questa seduta”. Diede una rapida occhiata a Raphael prima di continuare. “Inoltre la consorte di Raphael ha dimostrato in più di un’occasione il suo valore”. Con quelle poche parole Elijah aveva non soltanto affermato il ruolo di Elena, ma anche che era pericolosa. Una forza da non sottovalutare. Una forza capace di tener testa a un arcangelo.
    Raphael ringraziò mentalmente quello che lui considerava forse l’unico amico all’interno del Quadro. Col cuore colmo di orgoglio studiò i volti dei presenti per scorgere le loro reazioni a quella dichiarazione.
    Ma gli arcangeli sono creature millenarie. Possono covare una furia tale da distruggere una nazione senza battere ciglio. Nascondere le proprie emozioni era una cosa che s’imparava fin da piccoli.
    Solo il bel volto di Michaela fu attraversato da una rapida smorfia di disgusto. La sua vanità e la sua gelosia, sentimenti molto umani rifletté Raphael, la portavano ad odiare qualsiasi cosa potesse distogliere l’attenzione da lei. Per questo motivo Michaela non avrebbe mai accettato la decisione di Raphael di amare un’umana, una cacciatrice. Di amarla al punto da donarle le ali. Rendendola così una loro pari.
    Il silenzio riempì l’aria satura di tensione. Ognuno dei presenti era intento a riflettere sulle azioni da adottare. Ma le incognite erano troppe. Troppe le domande senza risposta. L’unica cosa certa era la necessità di intervenire prima che la situazione degenerasse.
    Il sole stava tingendo il cielo con i suoi colori. Tra poco Elena si sarebbe svegliata.
    Raphael si alzò dalla sedia. La decisione era presa, inutile tergiversare. Dando le spalle al consiglio, mentre si dirigeva verso la porta, pronunciò quelli che doveva essere la linea di condotta da seguire. Elijah poteva anche essere il più antico, ma era Raphael il leader del Quadro dei Dieci. Era a lui che gli altri rivolgevano l’ultimo sguardo di approvazione.
    “Ognuno di noi indagherà su questa faccenda all’interno del proprio territorio. Scoprite se ci sono altri casi come questo e se sì da quando. Non una parola. Niente dovrà trapelare al di fuori di questa seduta. Tutto sarà trattato come facemmo con Uram. Neanche la Corporazione dei Cacciatori dovrà sapere niente”
    Stava per allungare la mano sul pomolo della porta quando la voce di Michaela lo bloccò. “Questo vale anche per te Raphael?” disse con un tono falsamente innocente.
    Lentamente, l’arcangelo rivolse i suoi intensi occhi blu verso la donna. “Parla”.
    “Questo….divieto…di non parlare con nessuno al di fuori di noi….vale anche per te?”
    Raphael sapeva bene cosa aveva in mente Michaela. I suoi occhi s’illuminarono come arsi da un fuoco azzurro. La collera tenuta sotto stretto controllo.
    “La mia consorte è fedele Michaela. Lo è molto più di quanto si potrebbe dire di alcuni di noi”. Prima di cedere alla rabbia, l’arcangelo si allontanò da loro. Ma il suo udito era più sviluppato di quello di un normale essere umano. Per questo le sue parole velenose giunsero alle sue orecchie.
    “Ne sei sicuro Raphael?”.


    Se c’era una cosa che Elena non riusciva proprio a tollerare erano i giornalisti. Nonostante fossero trascorsi due anni da quando Raphael l’aveva resa immortale legando così i loro destini, rappresentava ancora una notizia “succulenta”.
    Se per i vampiri, e gli altri angeli, era il simbolo di un’evoluzione da parte del suo arcangelo, gli umani provavano sentimenti contrastanti. Per alcuni di loro si aprivano altre possibilità oltre al diventare un vampiro. Altri la consideravano uno scherzo della natura. Naturalmente c’era anche chi era soddisfatto del risultato perché riusciva a vederne il simbolismo. L’unione tra l’umano e l’angelo. Tra le due creature poste ai due estremi della catena alimentare.
    Ma nessuno sapeva come sia avvenuto tale miracolo. Era questa la domanda che le ripetevano fino allo sfinimento i giornalisti.
    Non potendo intervistare l’artefice di questo prodigio, i media prendevano d’assalto Elena e tutte le persone che la conoscevano. Ogni giorno c’era qualche giornalista appostato al cancello d’ingresso della Corporazione sperando in una comparsa della cacciatrice. Fortuna che lei ormai aveva il pieno controllo delle sue ali. Sara Haziz, direttrice della Corporazione nonché sua migliore amica, stava perdendo la pazienza. Sapeva molto bene che non poteva inimicarsi la stampa, ma se questa impediva il normale svolgimento delle attività dei cacciatori…bè qualcosa si doveva pur fare.
    Mentre Elena sorvolava il fiume Hudson per dirigersi alla sede della Corporazione, ripensava alla telefonata che aveva ricevuto quella mattina.
    “Elena? Tesoro ho bisogno di te qui alla sede oggi. Ce la fai a venire?”
    “Nessun problema capo. Qualche incarico per me? Lo sapevo che cambiavi idea su quell’assurdità del riposo forzato”. Da quando Elena si era confidata con Sara sul fatto che si sentiva un po’ debole e non del tutto in forma negli ultimi tempi, era stata costretta a non accettare alcun tipo d’incarico. Fortuna che non aveva detto nulla a Raphael.
    “Davvero. Mi basta Raphael con cui litigare per quanto riguarda la mia sicurezza! Ma lo sai che ha incaricato Illium di seguirmi ovunque vada? Tanto parlare e poi…”
    “Elena ho da fare… ne riparliamo in ufficio” e chiuse la telefonata.

    Strano. Molto strano. Più ci pensava e più non si riusciva a dare una spiegazione per il comportamento della sua amica. Forse, alla fine aveva davvero perso la pazienza con i giornalisti e aveva ideato una contromossa.
    Elena
    Il profumo del mare e del vento le invase la mente.
    Raphael
    Non sei a casa. Non era una domanda.
    No. Non lo sono
    . Era ancora abbastanza arrabbiata da rispondergli freddamente.
    Non sfidarmi cacciatrice della Corporazione. Dimmi dove sei.
    Elena rimase in silenzio. Non era sua intenzione sfidare la sua autorità. Non era così arrogante da pensare di tener testa al suo consorte. Era diventata più forte sì, ma non così tanto. Tuttavia Raphael doveva imparare una lezione fondamentale. Qualcosa che ultimamente si era dimenticato. Fiducia. Doveva avere fiducia in lei. Da quel pomeriggio in cui Elena si era esposta completamente, mettendosi alla mercé di uno degli arcangeli più potenti della terra, era cambiato. Sembrava più distante. Freddo. Si vedevano poco e quando lei gli faceva delle domande per saperne di più, lui assumeva quella maschera di arroganza rispondendole che non c’era nulla cui valesse la pena discutere. Ma le discussioni c’erano state eccome. La cacciatrice che era in lei non tollerava un atteggiamento del genere. La donna che era in lei non lo tollerava. Ne avevano passate tante per fermarsi a questo punto. Due notti prima Elena avrebbe voluto chiarire ogni cosa con Raphael. Spiegargli che il loro era un rapporto speciale. Che con questi comportamenti rischiavano di spegnere la fiamma che ardeva tra loro. Ma ogni suo proposito fu spazzato via come un tornado quando le fu comunicato da Dmitri, il capo dei sette, che da quel momento avrebbe avuto con sé nuovamente una guardia del corpo. A quel punto si era fatto avanti Illium, con le sue splendide ali blu e gli occhi dorati. “Come ai vecchi tempi Ellie”. La sua espressione si era fatta di pietra. Si era voltata e si era diretta verso l’unico luogo della casa dove era certa di non incontrare nessuno. Circondata dalle sue piante, si era concessa di versare qualche lacrima per il suo orgoglio ferito.
    Punirò Illium per non aver eseguito il suo compito.
    Colta alla sprovvista da quell’affermazione, si mise in posizione verticale, sbattendo su e giù le ali per mantenersi in volo.
    Non farlo. Sibilò.
    Non mi lasci altra scelta cacciatrice. Ti ho dato un ordine. Quello di farmi sapere dove vai e di farti accompagnare sempre da Illium. Mi hai disobbedito.
    La vista le si annebbiò. Scese leggermente di quota. Atterrò sul tetto di un grattacielo. Non riusciva a controllarsi abbastanza da concentrarsi sia sulla collera sia sul volo.
    Che ti succede Raphael? Cosa c’è che non và…è Caliane? Si tratta di tua madre?
    L’antico aveva questo potere sull’arcangelo.
    No. Il problema non è mia madre Elena. Sei tu.
    In quel momento tutto si fermò. Non riusciva a respirare. Non riusciva a muoversi. Si sentiva come imprigionata in una morsa di ghiaccio. Il gelo le intorpidiva la mente, rendendola incapace di pensare, riflettere. Ma in fondo cosa c’era da riflettere?
    Le girava la testa. Una nausea improvvisa la costrinse a piegarsi in due. No. Non voleva stare male. Non voleva piangere. No. Ma le sue lacrime dovevano aver capito che il suo corpo aveva bisogno di una qualche valvola di sfogo.
    Forse un po’ di quel malessere fu percepito dall’arcangelo perché addolcì la sua voce.
    Elena. Dimmi dove sei.
    Sto andando alla Gilda.

    Si maledì per la propria debolezza. Sapeva che da lì a poco l’avrebbe raggiunta Illium e tenuta d’occhio. Per lei il problema non era la vigilanza costante dell’angelo. Il problema era non sapere il perché. Possibile che l’uomo che definiva suo consorte avesse così poca fiducia in lei da non spiegarle niente? Non appena formulò quel dubbio, quella parte della sua anima che era stata forgiata nell’odio e nel dolore, si fece sentire con prepotenza. Il giorno in cui suo padre l’aveva cacciata da casa, aveva fatto un giuramento. Non avrebbe mai più permesso a nessuno di ferirla.
    Arcangelo….non aspettarmi alzato. Gli rispose sarcastica. Stava riprendendo il controllo delle sue emozioni. Alzandosi in volo, si diresse velocemente verso la Sede.
    Non tornerò a casa.


     
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  4. Anairo_Aisha
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    Oh oh! Della serie l'amore non è bello se non è litigarello! :wub:
    Bravissimissima Lucy!
    onion_095 onion_095 onion_095 onion_095 onion_095 onion_095 onion_095 onion_095
    Raphy non punirà davvero il mio adorato Illium vero? :EVTOJ.jpg:
    E poi chissà cos'è successo esattamente per giustificare la riunione del Quadro...
     
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