Axel

Racconto inventato

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Clary
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Axel
    Prologo
    Axel è una sedicenne dai capelli neri, la pelle bianca come l’alabastro, le labbra rosse come il sangue e gli occhi grigi, somiglia quasi a Biancaneve. È molto intelligente e perspicace, e ha un carattere forte e determinato. Appena nata fu data in adozione e non vide mai la sua vera madre. Fu adottata da una giovane coppia. La sua era la tipica famiglia inglese, suo padre Benjamin lavorava come avvocato e sua madre Grace si occupava della casa. Insieme vissero molto tempo con la madre di Grace, nonna Susan, morta di vecchiaia quando Axel aveva quattordici anni. Anche i suoi genitori morirono tragicamente in quello che può sembrare un incidente stradale, in realtà, la loro morte, rappresenta solo l’inizio degli eventi che si susseguiranno nella vita di Axel. La ragazza è affidata al fratello minore di suo padre, Carl, un ventiseienne buono e dolce come suo padre, ma che non sa come occuparsi di una sedicenne. Così vive a casa sua, troppo grande per due persone solamente, situata a Great Dover St. A scuola è brava, prende il massimo dei voti e va sempre d’accordo con tutti. I suoi due migliori amici sono Lara e George. Lara è una sua coetanea, le somiglia molto, ma ha i capelli lisci e gli occhi castani. George ha i capelli biondi e gli occhi castano dorati. Durante l’estate Axel scoprì il nome di sua madre, Sarah Wright, e sostenuta da Lara e da George, inizia a cercarla. Riesce a scoprire che Sarah vive in una casa situata a Ladbroke Grove e decide di andare a vederla. Il giorno della visita si prepara al meglio e viene sostenuta da Lara e George. Carl invece le sconsiglia di andare, perché sua madre, avendola data in adozione, o non poteva stare con lei o non voleva. Axel, in effetti, ha paura che i timori di suo zio siano veri, ma è molto determinata a conoscere sua madre.
    “La vedrò costi quel che costi” pensò.










    1
    Axel era ferma davanti alla casa, ormai vecchia e trascurata, ma che un tempo doveva essere stata davvero molto carina; stava ripassando mentalmente il suo discorso quando decise di bussare alla vecchia porta di legno. La porta si aprì e lei iniziò il su discorso: «Salve sono Axel Smith e stavo cercando Sarah Wri…»,ma si fermò perché sulla porta c’era una vecchietta di almeno ottanta anni che di certo non poteva essere sua madre. Aveva i capelli bianchi legati con delle pinzette, gli occhiali e un vestito azzurro lungo fino al polpaccio. In mano teneva dei ferri per cucire e un maglione verde scuro. Allora ricominciò con il suo tono di voce più gentile possibile: «Buonasera signora, per caso qui abita una certa Sarah Wright?». La vecchietta sembrava non aver capito e sembrava confusa, ma dopo poco tempo disse: «No, mi spiace piccola, ma se non mi sbaglio era la vecchia proprietaria di questa casa. Entra bambina, lo chiedo subito a mio marito che ha una memoria di ferro.» Così dicendo spalancò la porta e fece entrare Axel. La casa non era disordinata, o, come ci si può aspettare dai vecchietti, non aveva l’aria triste o abbandonata. Invece era colorata con diverse specie di fiori gialli, arancioni e rossi e tante foto alle pareti. Il salotto era una piccola stanza, con un divano verde a due posti e delle poltrone a righe gialle e arancioni. C’era un tavolino al centro, dov’era appoggiato un vaso di begonie. Il vaso a sua volta era collocato sopra un centrotavola fatto a mano e vicino c’erano un paio di occhiali e una tazza di caffè. Da un lato della stanza c’era una televisione abbastanza antiquata. La cucina era più disordinata, con le stoviglie sporche nel lavabo e tantissimi vassoi e utensili da cucina appoggiati al bancone. Qualcosa da mangiare stava bollendo in pentola e c’erano dei biscotti a cuocere in forno. Seduto da un lato del tavolo tondo di legno chiaro, c’era un vecchietto che leggeva un giornale. A un certo punto la signora gli parlò dicendo: «Sai, caro oggi abbiamo questa bella bambina che vorrebbe informazioni sulla proprietaria di questa casa che c’era prima di noi. Sai per caso come si chiamava?» Il vecchietto che si era accorto solo allora della ragazza e di sua moglie rispose: «Se non sbaglio, era una certa signorina Wright». Poi la vecchia signora chiese ad Axel come mai lo volesse sapere e lei le raccontò la sua storia. «Oh, che sciocca che sono non mi sono presentata, io sono la signora Johnson. Accomodati pure cara, preparò del caffè. Uh, i biscotti!» E così dicendo corse, per quanto la vecchiaia lo permettesse, verso il forno. Quando lo aprì, uscì del fumo, ma, nonostante tutto, i biscotti non erano bruciati. Poi prese la caffettiera e la mise su un fornello. Dieci minuti dopo si ritrovarono a conversare sul clima londinese sempre instabile e sulle diversità dei giovani delle nuove generazioni. Il telefono squillò e rispose la signora Johnson. «Sì tesoro, che ne dici di venire a cena dai tuoi genitori, cara? Oggi è venuta a trovarci una ragazza che si chiama Alex… no aspetta, si chiama Axel. È così carina, sapessi! Proprio una bella bambina. Pensa che è venuta direttamente dal Southwark.» Così dicendo riagganciò e chiese ad Axel se volesse cenare da loro. Axel disse che prima doveva chiamare suo zio e chiese di poter usare il telefono. Poi chiamò suo zio Carl che le disse che massimo per le nove e mezzo doveva tornare a casa. Alle sette la signora Johnson cominciò a cucinare. Poco dopo venne la figlia degli Johnson, Lucy, una quarantenne bionda, con suo marito e i suoi due figli di venti e ventitré anni. La cena si svolse nella più completa armonia. Tutti si complimentarono con la signora Johnson per la squisita crostata che aveva preparato. A quanto pareva era una sua specialità. Quando finirono di chiacchierare Axel disse che doveva proprio scappare se no suo zio Carl l’avrebbe punita non facendola uscire da casa per una settimana.
    Quando tornò a casa, raccontò a suo zio della cena. Poi ricordandosi di non avergli spiegato niente disse: «Zio, sono stata dai signori Johnson perché a quanto pare Sarah si è trasferita in un altro posto. La signora Johnson mi ha detto che avevano fatto amicizia e che Sarah probabilmente si è trasferita in Canada. Il signor Johnson, che a quanto pare ha una memoria di ferro, dice che Sarah ha detto loro che andare in Canada sarebbe il suo sogno. So che la mia non è una richiesta da accettare subito, ma ti andrebbe di andare in Canada?» Lo zio, che credeva che Sarah non volesse vedere sua figlia, le disse: «Axel non sai nemmeno dove si trova il Canada. Sai quanto è grande? Non sai nemmeno dove potrebbe essere…»«Ma zio ti preeeeegooo!!Ti prego, ti prego!!Posso chiedere ai signori Johnson e ai loro vicini, posso vedere se sanno qualcosa!!». Carl che aveva cominciato a riflettere seriamente sulla proposta le disse: «Ti do una sola settimana per trovare le informazioni, poi vedremo.» Axel nel frattempo l’aveva abbracciato, stritolandolo, e aveva urlato: «Sììì!!! Zio Carl, sei il migliore!! Grazie!» Poi sbadigliò e disse: «Bonanotte zio» correndo su per le scale. Carl sospirò dicendo: «Guarda che non ho detto di sì! Ricorda hai solo una settimana.». Axel, che nel frattempo era salita al piano superiore, andò dritta nella penultima camera a sinistra. La sua camera era grande, dipinta di verde. Il letto aveva le lenzuola arancioni e il copriletto giallo con striature irregolari verdi, simili a saette. Era il suo preferito, era morbido e quando faceva freddo ti teneva calda, mentre in estate dovevi solo spostarlo e non lo sentivi nemmeno. Le piaceva anche perché il verde era il suo colore preferito. Di fronte al letto c’era la scrivania bianca, con sopra un portapenne, il computer e il telefono. Vicino c’era una libreria piena di libri. Infatti, passava la maggior parte del tempo a leggere, era uno dei suoi hobby preferiti. I libri che leggeva erano ambientati nel presente, il suo genere preferito era il paranormal romance. Le piacevano quei racconti che parlavano di vampiri, streghe, lupi mannari, dove c’erano però storie d’amore, ma le piacevano anche i libri della letteratura classica come Romeo e Giulietta e Amleto, che erano le sue due opere di Shakespeare preferite. Dall’altra parte della stanza c’era una Tv nuova di zecca. Lei aveva detto a suo zio che non la voleva, perché non le piaceva guardare la Tv, ma suo zio aveva insistito, dicendo che forse doveva leggere di meno per non stressarsi. In realtà aveva fatto delle ricerche e aveva scoperto che leggere solo per sei minuti faceva diminuire lo stress del 68%. Lei, poi, non leggeva sempre, anzi spesso usciva con Lara e George. Uscivano cercando informazione sulla madre di Axel, per fare shopping, fare la spesa, comprare libri o semplicemente passeggiavano. Poi riusciva a parlare al telefono anche per più di due ore senza accorgersene. Il pavimento era di legno bianco, coperto da un tappeto rosso e arancione, al centro c’era un grande sole. C’erano diverse foto appese alle pareti e dei quadri d’arte moderna. Da un lato della stanza c’era una finestra con un vaso di ciclamini sul davanzale. La sua camera si affacciava sulla parte posteriore del giardino, si poteva vedere il barbecue e lo steccato bianco. La sua camera era quella con la vista migliore, si riusciva a vedere persino un piccolo parco. Dall’altro lato della parete c’era una porta di legno bianco che portava al suo bagno. Nella casa dei suoi genitori adottivi c’erano solo due bagni: uno al piano superiore uno a quello inferiore. Suo zio Carl aveva una casa più grande e quindi c’era un bagno al piano inferiore e uno in ognuna delle quattro camere da letto. Carl non era sposato e non aveva figli, perciò due camere da letto erano vuote. Vicino alla porta del bagno c’è ne era un’altra che collegava la sua camera alla cabina armadio. Quest’ultima era una stanza dove Axel teneva i vestiti e le scarpe insieme ai cappotti e agli impermeabili. Axel aveva un buon gusto nel vestire, la sua parte preferita nel vestirsi era scegliere le scarpe. Infatti, la cabina era piena di scarpe, dagli stivali di gomma per la pioggia, ai tacchi a spillo altissimi. Axel non aveva bisogno di sembrare alta, lo era già; era alta almeno un metro e ottanta ed era magra. Il resto della casa era arredato in modo classico. La casa, comunque, aveva quasi tutti i mobili di tonalità chiare, ed era sempre tenuta in ordine. Al piano inferiore c’erano le stanze principali: la cucina il salotto e la sala da pranzo, oltre al già citato bagno. Entrò nella cabina e prese la camicia da notte più fresca che aveva. Poi aprì la terza scarpiera e prese delle pantofole viola abbinate alla camicia da notte. Uscì dalla cabina e si precipitò in bagno. Prima si lavò i denti, poi si spogliò, mise nella cesta della biancheria sporca i jeans e la maglietta e entro nella vasca da bagno che nel frattempo aveva riempito. Poi versò il bagnoschiuma e i sali da bagno profumati. Dopo trenta minuti uscì dalla vasca e si avvolse nell’accappatoio. Si applicò su tutto il corpo e il viso le varie creme che utilizzava e si infilò la camicia da notte. Poi asciugò i capelli lunghi e di un nero corvino, che le ricadevano bagnati e disordinati sulle spalle. Quando finì, legò i capelli, ora non più disordinati, ma mossi e luminosi, in una treccia. Si specchiò. Aveva la pelle candida che creava un bellissimo contrasto con le labbra rosse e i capelli scuri e gli occhi grigio chiaro sembravano ancora più chiari. Chiuse la luce del bagno e andò a letto. Lesse un libro per due ore poi si addormentò.

    2
    Axel si svegliò all’improvviso. Aveva avuto un incubo. Sua madre, quella biologica, non voleva conoscerla e la cacciava escludendola dalla sua vita. Poi mentre correva, piangendo, via dall’appartamento di sua madre in Canada, cadeva ruzzolando dalle scale. Tutto questo era quello che ricordava. Forse era un sogno premonitore? O solo un incubo dovuto all’agitazione? Controllò l’ora. Erano le due del mattino.
    Qualcosa si mosse nell’oscurità. Sembrava la sagoma di un uomo, ma scomparve subito. Che cosa stava succedendo? Stava diventando paranoica o magari stava ancora sognando? C’era qualcosa di strano nella sua camera. Accese la lampada vicino al letto. Sembrava tutto normale, ma era meglio controllare da vicino. Girò per la stanza attenta a non fare rumore per non svegliare suo zio. Sulla scrivania c’era un biglietto. C’era scritto con una calligrafia tutta svolazzi che sembrava piuttosto antica:

    Vai sul sito elencato qui sotto. Ti do un indizio: Vancouver. Buon viaggio e non farmi aspettare troppo. Presto ci rivedremo. Sta’ molto attenta. Altrimenti scoprirai cosa succede a chi si mette contro di me. Ah, un'altra cosa: non sottovalutare il valore di un sogno.
    Axel accese il computer. Dopo cinque minuti aveva aperto il sito internet indicato. Era un sito sul Canada. Era elencato di tutto: dalle leggende più antiche, ai ristoranti più famosi. Non aveva senso. Nessuno poteva sapere cosa aveva sognato, salvo che non le avesse letto la mente o non le avesse fatto sognare appositamente l’incontro con sua madre. Inoltre, nessuno sapeva che sarebbe andata in Canada. Né tanto meno dove sarebbe andata. Non era ancora andata dai signori Johnson per chiedere altre notizie di sua madre. Non sapeva neanche lei se sarebbe andata proprio a Vancouver. Ma la cosa più importante era: chi le aveva scritto il messaggio? Nessuno sarebbe stato abbastanza veloce e silenzioso per entrare, lasciare il biglietto e uscire, non senza fare rumore. Solo lei sapeva che l’asse del pavimento davanti alla porta scricchiolava. Anche la porta, quando veniva aperta lentamente, cigolava. Le sembrava la trama di un film horror. Di solito nei film i ladri e gli assassini si nascondevano nella camera e mentre ti riaddormentavi ti derubavano o ti uccidevano. Ma chi sarebbe stato così pazzo da mettere un biglietto? Qualcuno doveva averla spiata e essere entrato mentre tutti erano fuori casa. Ma il biglietto era stato messo sulla scrivania di notte perché prima non c’era. Forse era sonnambula e aveva scritto il biglietto lei stessa? Impossibile non aveva mai avuto problemi di notte e quella non era la sua scrittura. Axel decise di fare un giro di perlustrazione della sua stanza, per sentirsi sicura. La finestra della sua camera era aperta e si ricordava di averla chiusa prima di dormire, ma nessuno sarebbe sopravvissuto a una caduta da quell’altezza, e se fosse caduto qualcuno, avrebbe fatto almeno un po’ di rumore. Forse, però, era entrato Superman e aveva preso qualcosa da mangiare dalla cucina per rimettersi in forze. Poi per non svegliare suo zio era uscito dalla finestra della sua camera ed era volato via. Ah, che assurdità! Decise di proseguire l’ispezione. Anche la porta della sua camera era aperta, ma non era sicura di averla chiusa. Il resto della casa sembrava perfettamente normale. Decise di andare a letto e proseguire con le indagini l’indomani.
    Il giorno dopo Axel si svegliò presto, nonostante la breve avventura notturna. Alle dieci venne Lara e poco dopo George. A loro raccontò tutto, dalla figura che si spostava nell’ombra alla sua ipotesi di essere spiata. Secondo Lara un maniaco o un serial killer l’avevano spiata e ipnotizzata per farle sognare quel che voleva. Poi aveva messo il biglietto per depistarla mentre rubava gli oggetti di valore, ma aveva capito di non poter scappare senza essere scoperto, così era scappato dalla finestra. Era, però, un’ipotesi improbabile. George invece si limitò ad alzare le spalle e dire: «Che t’importa? Finché non ti dà problemi, puoi stare tranquilla. Poi se ruba qualcosa o continua a tornare ci penserà la polizia.» Lara però aveva ribattuto dicendo: «Secondo me faresti meglio a chiamare ora la polizia, per non correre rischi. La prossima volta potrebbe pure fare del male a te o a tuo zio. A proposito tuo zio cosa sa di tutto ciò?». Axel, in effetti, non aveva ancora detto niente a suo zio. Così rispose: «Niente. Se glielo dicessi, chiamerebbe subito la polizia e hai letto con i tuoi occhi quello che dice il biglietto. Comunque, devo andare in Canada e può darsi che mia madre sia proprio a Vancouver. Anche se non saprei da dove cominciare le ricerche. Meglio non fare arrabbiare chi ha scritto il biglietto. Dirò a Carl che i signori Johnson mi hanno detto che Sarah si è traferita a Vancouver. Lì credo che il presunto serial killer si rifarà rivedere e allora saprò cosa vuole. Altrimenti avrò perso l’unica possibilità di vedere mia madre». «Ma Axel potrebbe pure essere stato qualche stupido ragazzino a inscenare questa commedia per poi farsi quattro risate.» obbiettò Lara. «Axel, per una volta Lara ha ragione. Ascoltala e vedrai che tutto si risolverà.». «Non capisci George? Qui non si tratta solo di conoscere mia madre. Se non faccio quello che dice potrebbe fare del male allo zio. Tra poco sarà l’ora del pranzo. A tavola io dirò allo zio che ripensando alla conversazione che ho avuto ieri con i Johnson mi sono ricordata che mi avevano già detto che Sarah si è trasferita a Vancouver. Voi mi appoggerete e non direte niente di quello che è successo l’altra notte, se siete veramente miei amici, ok?». «Ok», «Certo».
    Durante il pranzo Axel comunicò la notizia allo zio. Stranamente lo zio, che non era un tipo di persona che si intrometteva facilmente nelle faccende altrui, le fece tantissime domande. Quando chiedeva qualcosa che Axel, Lara e George non avevano pianificato, Axel inventava una bugia sul momento e gli altri due si limitavano a scambiare occhiate complici tra loro e annuire debolmente. Non piaceva a nessuno dei tre dover mentire a Carl, ma era la loro unica possibilità di scoprire qualcosa. Dopo pranzo andarono dai signori Johnson che li accolsero gentilmente. Lì, Axel fece loro solo qualche domanda su sua madre e presentò loro i suoi due amici. I signori Johnson le confermarono anche che Sarah viveva a Vancouver. Dopo decise di tornare a casa per non disturbarli troppo. Quando tornarono, trovarono Carl seduto sul divano di pelle bianca, che comunicò allegramente loro che i genitori di Lara e George erano d’accordo per farli andare in Canada con loro, in modo di poter aiutare Axel con le ricerche. Tutta la settimana trascorse piuttosto velocemente e il giorno della partenza arrivò ancora più veloce.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super Creatura della notte

    Group
    superAdmin
    Posts
    13,233
    Reputation
    +634
    Location
    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

    Status
    Offline
    Discussione chiusa perché da troppo tempo inattiva
     
    Top
    .
1 replies since 30/11/2013, 18:47   85 views
  Share  
.