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CONTINUA DA LUOGHI CITTADINI - CITTà - PIAZZA CENTRALE
L'edificio non distava molto dalla piazza, era proprio dietro l'angolo. Mentre il mio simpatico accompagnatore trafficava con le chiavi dell'ingresso principale, mi guardai intorno.
Lo strano ragazzo che avevo adocchiato in piazza non si vedeva più. Per un attimo avevo pensato (e in parte sperato) che mi avrebbe seguita. Non capivo il perchè, ma aveva qualcosa di... interessante.
Sollevai le spalle. Di certo non sarebbe stato difficile ritrovarlo, visto quanto NON dava nell'occhio!
Sull'altro lato della strada sorgeva una piccola officina. Feci roteare gli occhi. Ci mancava solo il rumore dei motori ad ogni ora del giorno...
Alzai lo sguardo. Perlomeno l'attico era molto in alto e forse lassù non l'avrei sentito più di tanto.
< Ecco fatto signorina Aset., mi segua!>
esclamò l'uomo dopo essere finalmente riuscito ad aprire l'ingresso del palazzo, indicandomi con una mano l'ascensore. Il solo pensiero di entrare in quell'angusto spazio con lui mi faceva rabbrividire, ma a quanto pareva era l'unico modo per arrivare all'ultimo piano a cui si poteva accedere solo con una chiave particolare.
Durante la salita non potei non notare con profondo disgusto le occhiate che lui mi lanciava per quanto cercasse di non darlo a vedere. Ma perchè quando mi ero reincarnata non avevo scelto un'ospite brutta, grassa e magari deforme?
Sorrisi. Col mio carattere, non avrei mai potuto scegliere un corpo così orribile, volevo qualcosa che lasciasse trasparire la mia natura divina. A costo di dover essere spogliata con gli occhi da uomini come quello.
Finalmente l'ascensore arrivò all'ultimo piano. Le porte scorrevoli si aprirono su un'anticamera adibita ad ingresso e guardaroba. L'uomo aprì anche l'ultima porta e finalmente l'appartamento apparve in tuta la sua magnificenza davanti ai miei occhi.
Sorrisi soddisfatta. Perlomeno quell'essere sapeva far bene il suo lavoro e quel tempo speso in sua compagnia non era stato del tutto buttato.
Mi guardai intorno incurante della voce stridula dell'uomo che descriveva ogni singolo particolare dell'attico, dei pregiatissimi tessuti, dei costosissimi mobili, delle apparecchiature elettroniche più all'avanguardia, dei...
< Lo voglio.>
sentenziai improvvisamente, interrompendo il fiume delle sue parole. Lui sobbalzò, sorpreso.
< E'... è assolutamente fantastico, signorina Aset! Non vuole vedere...>
< Ho detto che lo voglio.>
ripetei fissandolo severa. Non vedevo l'ora di togliermelo di torno. Lui scattò come un soldato sull'attenti.
< Ma certo, signorina Aser! Ho qui con me i documenti...>
Passai i successivi dieci minuti a firmare carte su carte e finalmente divenni la proprietaria assoluta dell'attico e soprattutto l'unica occupante, non appena se ne fu andato!
Lasciai vagare lo sguardo intorno a me. Era tutto perfetto. Ora dovevo solo aspettare che arrivasse il portavalori con le mie reliquie.
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Non appena l'agente immobiliare se ne fu andato cominciai ad esplorare le varie stanze dell'attico in tutta libertà.
Cominciai dalla camera da letto.
Ricordavo molto i templi greci, gli Dei rivali più vicini all'Egitto, tuttavia era di mio gusto. Il letto rotondo era interessante, così come l'enorme specchiera tutt'attorno e quello sopra il letto. Il colonnato e le scale di fianco poi davano un tocco di classe. Sorrisi, immaginando già dove avrei sistemato tutti i miei idoli.
Stavo per passare alle altre stanze quando l'iPhone nella mia borsa cominciò a suonare. Tornai nel salone principale e risposi. Erano quelli del furgone Portavalori. In un paio d'ore sarebbero arrivati.
Perfetto.
Rimandai la visita alle altre stanze, avevo giusto il tempo di fare quattro passi e visitare i dintorni, non avevo visto molto da quando avevo messo piede a Littoria.
Indossai nuovamente la giacchina copri-spalle e entrai nell'ascensore. Una volta al piano terra uscii dal palazzo. Lanciai un'altra occhiata all'officina di fronte, non sapevo il perchè ma aveva qualcosa che mi attirava. Scrollai le spalle, dopodiché mi incamminai sul marciapiede.
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Arrivai giusto in tempo. Non appena fui di fronte al palazzo il furgone con i miei effetti parcheggiò lì di fronte. Due uomini scesero dai posti davanti, mentre dal retro ne uscirono altri tre. Si allinearono di fronte a me come cinque soldatini, in attesa di ordini. Sorrisi.
< Ottimo lavoro, avete fatto presto. Non credo serva specificare che il mio appartamento è quello all'ultimo piano!>
Entrai nell'edificio, dirigendomi a passo spedito verso l'ascensore. Quattro uomini cominciarono a caricare in spalla le voluminose casse che contenevano i miei preziosi, mentre uno rimase di guardia al furgone. Non appena fummo tutti nell'ascensore, inserii la chiave e cominciammo la salita. La loro presenza non mi disturbava, al contrario: avevano dato prova più volte di essere dei fidati collaboratori. D'altronde, con le mance che davo ogni volta ad ognuno di loro, avevano più di un motivo per adorarmi!
L'operazione fu molto lunga, dovendo ogni volta perdere il tempo della salita e discesa in ascensore, inoltre dovevano fare molta attenzione a maneggiare le casse per non rovinarne il contenuto. Dopo circa mezz'ora appoggiarono finalmente l'ultimo cassone. Mi complimentai con tutti e cinque, donando loro una mancia pari a due mesi di lavoro.
Quando rimasi nuovamente sola, mi voltai a guardare la pila di casse una sopra l'altra. Avrei messo in ordine più tardi. Non ero sicura che il ragazzo del negozio di magia avrebbe accettato il mio invito, ma se così fosse stato non volevo farmi trovare in quelle condizioni! Mi diressi finalmente nel bagno, una delle stanze che dovevo ancora visitare.
Era il più bel bagno che avessi mai posseduto, dalle finestre si vedeva addirittura il mare. La vasca con idromassaggio era molto invitante, ma optai per la doccia, più sbrigativa nonostante fosse attrezzata di ogni singolo comfort.
Tornai nel salone principale e aprii la prima cassa che mi capitò sotto tiro. Bingo, era proprio quella del mio guardaroba. UNA di quelle del mio guardaroba. Optai per un vestito bianco lungo fino ai piedi, le vecchie abitudini erano dure a morire, e raccolsi i capelli con una molletta. Mi lasciai ricadere finalmente sul divano, se Clay non fosse arrivato mi sarei semplicemente riposata.
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Shaogorath .
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Arrivai sotto l'attico, non ero sicuro fosse quello il posto. Ricontrollai il biglietto da visita.
Trovato!
Sorrisi cercando di sistemarmi i capelli che erano in tutte le direzioni peggiorando così la situazione.
Anche i capelli ci si mettono ora!
Sbuffai sonoramente guardando i vari campanelli. guardai i nomi di ognuno di loro senza particolare entusiasmo.
"Iside Aset".... che sia questo? pensai inarcando un soppraciglio. Razza di cretino conosci altra gente che si chiama così!? mi risposi mentalmente.
Sospirai suonando il campanello.
Se non c'è ho perso tempo solo tempo prezioso!
Scrollai le spalle ed aspettai, che mi aprisse la porta.. -
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Stavo quasi per appisolarmi quando il campanello suonó. Mi alzai svogliatamente, quel divano era maledettamente comodo! Il citofono era fornito di un monitor e alla pressione di un tasto comparve il volto di Clay. Era venuto davvero! Non ci speravo veramente, ma aveva accettato il nostro incontro.
Sorrisi, con quei capelli era veramente buffo! Alzai la cornetta e mi misi in contatto con la portineria.
< C'è un ragazzo all'ingresso, lo faccia salire nel mio attico.>
Ordinai all'uomo dall'altra parte della cornetta che si affrettó ad eseguire. Tornai ad accomodarmi sul divano, eccitata come una bambina a cui hanno appena regalato un cucciolo. Non era da me comportarmi così, ma dopo secoli di noiosa solitudine quel giovane era la prima persona che aveva risvegliato il mio interesse. Forse perché come me non era originario di quel mondo, o forse molto più semplicemente perché era la prima creatura soprannaturale che incontravo in quella città. Fatto stava che non vedevo l'ora di conoscerlo!. -
Shaogorath .
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Rimasi in attesa per un pò guardandomi attorno, finchè non notai un uomo venire verso di me. Lo squadrai da capo a piedi, ok che il mio gusto per la moda non era il massimo ma vestirsi con mille colori...
<<prego da questa parte!>>
Annuii con il capo seguendolo non molto convinto. Qualche volta si girava a guardarmi impaurito come se avesse un mostro vicino a sé il che non andava molto distante dalla realtà! Più mi guardava più fatica facevo io a non ridergli in faccia!
Ci dirigemmo verso un ascensore piuttosto piccolo e dovei far appello a tutte le mie forze per non vomitare, quanto profumo si era messo!? E alla fine la puzza si sentiva e come se si sentiva!
Nemmeno un cadavere puzza così!
Lo fissai per qualche secondo avvertendo la sua paura.
Fai bene a temermi puzzola!
Quando arrivammo all'ultimo piano della palazina finalmente l'ascensore si fermò e così terminò la tortura al mio povero naso. Uscii quasi di corsa anaspando alla ricerca di aria, avevo trattenuto il fiato più che potevo!
Finalmente ringraziando il cielo!
<<state male? domandò avvicinando a me.
<<sto bene..>> lo dissi con aria schifata ma dubito che avesse capito ciò che volevo dire...
<<bene! Questo è l'attico della signorina Aset!
Gli voltai le spalle entrando, mi guardai attorno un paio di volte con stupore.
Che lusso! Pensai sorridendo.. -
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Sentii l'ascensore arrivare al mio piano e delle voci nell'anticamera. Dopo qualche attimo l'ascensore ripartì e il mio ospite fece il suo ingresso. Si guardò intorno più volte. Sembrava non avesse mai visto niente del genere. Sorrisi prima di alzarmi dal divano e avvicinarmi a lui.
<sono contenta che tu sia venuto. Perdona il disordine, hanno appena scaricato i miei effetti personali.>
dissi indicando con un un gesto indifferente la pila di casse ammassate in un angolo del soggiorno.
>Allora, volgiamo riprendere il discorso lasciato a metà nel negozio di magia?>
chiesi guardandolo intensamente. Non vedevo l'ora di scoprire chi fosse.
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Shaogorath .
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<<allora, vogliamo riprendere il discorso lasciato a metà nel negozio di magia?>>
Sorrisi, ero curioso di sapere chi fosse, aveva detto di chiamarsi Iside ma venendo da un mondo del tutto diverso il suo nome non mi diceva nulla. Ed era questo dettaglio ad incuriosirmi.
<<con piacere, dove eravamo rimasti? >>
Continuai a guardarmi attorno, si aveva una bella visuale dalle finestre! Cominciai a camminare di qua e di là curiosando con lo sguardo.
Bel posto! Dovrei trovarmi un qualcosa del genere pure io! pensai sorridendo come un ebete.
<<complimenti per il posto... dissi sovrapensiero.
Mi voltai a gurdarla e con un sorriso mi presentai.
<<il mio nome è Clay Rhapsoden, come avrai intuito dal mio strano aspetto non sono umano e nemmeno di questo mondo... sono per metà demone e per metà vampiro, principalmente sarei un sicario ma mi occupo anche di incarichi da mercenario.... e posso manipolare il fulmine a mio piacimento.. però non farti ingannare dal mio aspetto fisico, esso non rispecchia la mia età, sono molto più vecchio di quel che sembro! Contenta?
Inclinai il capo di lato, sembrava una bambina che ha appena ricevuto un regalo nuovo il che mi fece sorridere per poi tornare serio.La guardai, ora volevo sapere chi fosse lei! All'apparenza sembrava umana ma, se era entrata nel negozio di magia non poteva esserlo! La squadrai incrociando le braccia al petto in attesa di risposta alle mie domande che potevano essere facilmente intuite. E poi, perchè la gorgone la temeva?
Avanti dimmi cosa sei...non tenermi sulle spine! pensai mentre la mia curiosità saliva ogni istante che passava.. -
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Si complimentò per la mia casa, sembrava davvero non aver mai visto nulla del genere. Sorrisi.
E non hai visto la reggia dove regnavo come regina degli dei, tesoro. Questa a confronto è una catapecchia...
Si presentò. Il suo nome, come mi aveva già detto in precedenza era Clay, era per metà demone e per metà vampiro e non veniva da questo mondo. In effetti, nei miei lunghi secoli di vita nel mondo degli umani, di vampiri e demoni ne avevo visti molti, anche mezzosangue, ma nessuno aveva degli occhi come i suoi.
Era molto più vecchio di quanto sembrava, come me, e possedeva la capacità di manipolare il fulmine. Inoltre, faceva il mercenario,
A quell'informazione i miei occhi luccicarono. Qualcuno che recuperasse dei manufatti per me mi sarebbe stato molto utile, fino a quel giorno avevo dovuto arrangiarmi a fare ogni cosa, ma con lui sarebbe stato più facile, anche perché se faceva il sicario di certo non si faceva molti scrupoli ad ottenere quello che voleva o quello per cui era pagato.
Era il mio momento di presentarmi. Mi guardò inclinando il capo di lato, come se stesse cercando di intuire dal mio aspetto cosa fossi. Feci un lungo respiro.
< Come ti ho già detto, il mio nome è Iside. Tu vieni da un altro mondo e per questo non significa molto, ma chiedi a qualunque essere umano con un minimo di cultura in storia chi sia Iside e saprà risponderti. Molti secoli fa era una Dea. Regnavo come una regina nel mondo degli dei egizi e gli umani che abitavano la valle del Nilo e buona parte del Mediterraneo mi adoravano. Ma la loro infedeltà fece sì che il mio mondo svanisse e con lui tutti i suoi abitanti.>
A quelle parole un velo di tristezza scese a coprire i miei occhi, mentre ripensavo a mio marito Osiride, a mii figlio Anubi e a tutti gli altri Dei che ormai non esistevano più.
Ma fu solo un attimo.
<prima di fare la fine dei miei simili scelsi un'ospite umana in cui reincarnarmi e eccomi qui: ora sono una collezionista d'arte piena di soldi e snob!>
Esclamai indicando il lusso che mi circondava.
<il mio corpo non invecchia e come te la mia età è molto superiore di quella che dimostro. Non essere più venerata e essendomi incarnata in un corpo umano ha diminuito di molto i miei poteri, ma questo non significa che io sia una povera ragazza indifesa, altrimenti non avrei invitato uno strano ragazzo armata di katana nel mio appartamento, non sei d'accordo?>
chiesi ammiccando.
< Posso trasformarmi in falco, curare le creature delle tenebre come te e padroneggio l'arte negromantica.>
Portai una mano alla fronte.
< Ma che sbadata, non ti ho nemmeno chiesto se ti va qualcosa da bere!>
esclamai con un sorriso. Non sembrava rappresentare una minaccia, ameno per il momento e essendo arrivato da poco in città, un po' d'aiuto avrebbe potuto fargli comodo. E a me avrebbe fatto comodo il suo.. -
Shaogorath .
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E così quella donna misteriosa era una dea, ero sorpreso, l'idea che potesse essereb una dea non mi era mai passata nemmeno nell'anticamera del cervello! In tutti i miei anni di vita non avevo mai incontrato una divinità! Tentai di immaginare quanto potente potesse essere stata un tempo.
Mi domandò se volessi qualcosa da bere, annui distratto da tutti i suoi averi, era impressionante il numero di oggetti che possedeva!
Idiota non ti può leggere nel pensiero! pensai ritornando alla realtà.
"Va bene qualsiasi cosa "
Una strana presenza mi fece tremare le ali, mi volta i a guardarle, era una cosa rara.
È arrivato un purificatore abbastanza potente... Devo stare molto attento...
Tornai ai miei pensieri, sbaglio o poco prima anche se per un istante il suo sguardo si era fatto malinconico? Sapere di essere rimasto solo tu in vita della tua specie non doveva essere facile. Avevo qualche curiosità ma evitati di far domande, non erano affari miei!
Notai che la pagina che avevo strappato dal libro al negozio di magia era caduta, mi chinai a raccoglierla. Un pensiero mi attraverso come una scossa elettrica, forse lei sapeva qualcosa del ciondolo! Probabilmente mi sbagliavo, non pensavo che le divinità fossero onniscienti, ma tentare non mi costava nulla.
"Per caso sai qualcosa su questo ciondolo?"
Glielo mostrati speranzoso.
Speriamo bene. -
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Clay sembrò rimanere impressionato dalle mie parole, o semplicemente era ancora imbambolato a guardare il mio attico, o il numero spropositato di casse contenenti i miei effetti! Sorrisi, guardandolo quasi con tenerezza.
Va bene qualsiasi cosa.
rispose alla mia domanda. Annuii e dopo essere entrata in cucina, uscii con due flute di spumante.
< Che ne dici di brindare alla nostra conoscenza?>
proposi porgendogli il bicchiere. Notai che lo strano alone alle sue spalle vibrò. Ora che lo guardavo bene assomigliava più ad un paio d'ali evanescente.
< Carine le tue ali!>
commentai prima di bere un sorso di champagne.
Si chinò a raccogliere un foglio da terra, pensieroso, infine puntò i suoi strani occhi su di me, chiedendomi se sapevo qualcosa del ciondolo che portava al collo. Mi avvicinai incuriosita, appoggiando il bicchiere di lato. Presi il ciondolo tra le mani, rigirandolo.
< Non appartiene a questo mondo, questo è certo. Non ho mai visto un materiale simile. Ce l'avevi con te quando sei venuto qui?>
In quel momento una scossa di terremoto scosse lievemente l'edificio. Mi guardai intorno. Il mio corpo fremeva, nell'aria c'era una quantità di potere oscuro inimmaginabile.
Qualcuno si sta divertendo...
pensai con un sorrisetto.. -
Shaogorath .
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Non sapeva nulla ul ciondolo che portavo, non che mi aspettassi che sapesse qualcosa sull'oggetto.
<<grazie lo stesso >>
Tentai di sorridere ma probabilmente mi uscì una smorfia orribile. Una lieve scossa di terremoto mi fece alzare la guardia, ridussi i miei occhi a fessure. Non era una normale scossa! Sarei riuscito ad anticiparla in tal caso! Mi concentrai cercando di capire da cosa fosse stata scatenata. Rilassai i muscoli tornando normale muovendo leggermente le ali avanti e indietro. Le fissai qualche secondo, poco prima la dea , mi aveva fatto un complimento su di esse. Il mio silenzio stava diventando imbarazante.
<<peccato non poter essere lì a divertirsi, dev'essere uno scontro con i fiocchi! >>
Idiota si può sapere che stai dicendo!?
Non avevo nemmeno pensato a ciò che avevo detto. Guardai il bicchiere di champagne alzandolo guardando Iside.
<< Alla nostra conoscenza >> dissi in fine.. -
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Clay sembrò rimanere deluso dalla mia risposta sul ciondolo, ma non potevo farci niente. Quell'oggetto non apparteneva nè al mondo in cui ci trovavamo, nè al mio. Fece muovere le sue ali avanti e indietro. Sembravano ardere di vita propria.
Dopo qualche secondo di silenzio, lui commentò che gli sarebbe piaciuto assistere a cosa stava accadendo. Qualcosa mi diceva che adorava cacciarsi nei guai!
Brindò a sua volta. Gli sorrisi, prima di accomodarmi sul divano.
< Allora, com'è il mondo da cui vieni? Hai qualcuno che ti aspetto lì? Dei parenti, degli amici.. magari una donna...>
ipotizzai facendogli l'occhiolino.
< Sai, ripensavo a quello che mi hai detto prima, riguardo al tuo lavoro... Sono sempre alla ricerca di nuovi oggetti per la mia collezione e mi piacerebbe assumerti, se dovessi aver bisogno di qualcuno che mi dia una mano, sempre se tu sei d'accordo e non hai di meglio da fare. Un po' di soldi penso non ti diano fastidio in un mondo che non consoci...>
ipotizzai con fare indifferente, sorseggiando lo champagne e guardando di sottecchi la sua reazione.. -
Shaogorath .
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Si accomodò sul divano e mi chiese con un sorriso da bambina come fosse il mondo da cui provenivo.
<< Beh, che dire, è suddiviso in quattro regioni una diversa dall'altra e ognuna di esse ha le sue insidie e gli umani sono così ingenui ...>>
Feci una piccola pausa.
<< Ed è pieno di gente armata, nessuno di noi creature sovranaturali si fa problemi ad uccidere... >>
Continuai quasi come se fosse una cosa normale da dire.
<< Io e dei miei ... bah.. chiamali amici se vuoi, siamo dei sicari o mercenari, ciò dipende dall'incarico che ci venive assegnato >>
Mi sedetti a mia volta sul divano lasciando ricadere placidamente le ali dal divano a terra facendole sembrare due cascate nere.
<< Ma prima che possa rivederli dovrà passare molto tempo... diciamo, due o tre secoli circa? Questo coso >>
indicai il ciondolo con stizza.
<< Ha bisogno di tempo per potersi ricaricare. Ma la buona notizia è che il tempo nel mio mondo si è bloccato e così sarà finchè non vi farò ritorno. Però sotto questo punto di vista la cosa non mi tocca particolarmente, sono immortale come te e tanti altri il passare del tempo per me è del tutto influente. >>
Rimasi in silenzio per qualche istante riflettendo qualche istante. Sbaglio o mi aveva chiesto di lavorare per lei?
Bene bene sarà interessante lavorare per te ...
pensai sorridendo.
<< Senti riguardo al fatto di assumermi...>>
Cercai di contenere la mia felicità rimanendo il più calmo possibile.
<< Non c'è bisogno che tu me lo ripeta due volte, lavorerò per te ... >>
Dissi con un sorriso appena accennato.
Questa schifo di giornata si sta evolvendo in interessante!
Pensai entusiasta tra me e me.
Un improvviso rumore di passi pesanti che si allontanavano mi attirò particolarmente. Restai in ascolto finchè con fatica capii a chi appartenessero.
<< Temo che la puzzola abbia ascoltato la nostra conversazione... piccolo elettroshock?>>
Le domandai sorridendole sadicamente e contemporaneamente giocherellando con quanche piccola scarica sul palmo della mia mano. Non attesi una sua risposta e scusandomi mi diressi fuori dall'attico all'inseguimento dell'uomo.
Maledetto se ti prendo ..
Pensai mentre correvo verso all'ascensore. Ad un tratto mi scontrai con qualcosa che non avevo avvertito. Ero talmente preso dalla mia corsa dal non essermi acorto di aver raggiunto subito il diretto interessato.
Eheheh...
Gli sorrisi mostrando i denti, nei suoi occhi vedevo il terrore, ridacchiai.
<<fai bene ad avere paura di me umano! >>
calcai sul termine.
Lo afferrai per un braccio e in nemmeno un secondo una scossa lo attraversò. Non lo uccisi ma, sarebbe stato piuttosto improbabile che in seguito ricordasse qualcosa. Sorrisi soddisfatto. Lo trascinai dentro all'ascensore facendolo scendere al piano inferiore. Tornai nell'attico come se non fosse successo nulla e mi riaccomodai al suo fianco.
<< L'ho sistemato non ricorderà nulla... probabilmente gli ho fatto perdere completamente la memoria..>>
dissi quasi ridacchiando.
<<comunque, dove eravamo rimasti?>>
Le chiesi tornando normale.. -
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Mi raccontò del suo mondo, di come era suddiviso e della vita che facevano i suoi abitanti, sempre con un'arma in mano. Ora capivo perchè girava con una katana sulla schiena, doveva essere un mondo molto violento dove i deboli avevano vita breve.
Mi raccontò dei suoi amici e del fatto che erano tutti dei mercenari o sicari all'occorrenza. Non accennò a famigliari o ad un'eventuale fidanzata e io non insistetti.
Mi spiegò inoltre cosa sapeva su quel ciondolo. A quanto pareva avrebbe vissuto in questo mondo per un bel po' di anni, ma almeno le cose nel suo non sarebbero cambiate.
Infine la cosa più importante di tutte: accettò di lavorare per me. Congiungetti le mani, sorridendo soddisfatta.
< Ne so molto felice. Non saranno dei lavori troppo complicati per te, visto quanto mi hai appena raccontato. Più che altro consisterà nel recuperare determinati oggetti per la mia collezione privata.>
spiegai. Si alzò di colpo. A quanto pareva il portinaio aveva ascoltato la nostra conversazione. Stupido umano ficcanaso. Giocò con alcune scariche elettriche prima di andare a punire il malcapitato senza attendere il mio permesso. Risi, immaginandomi la scena,.
Dopo qualche secondo ritornò asserendo che l'aveva sistemato e che non avrebbe ricordato nulla. Mi alzai e mi avvicinai a lui.
< Ottimo lavoro. Mi sembri un tipo molto affidabile. Stavo pensando... sei appena arrivato in città e non credo tu abbia avuto molto tempo per visitarla. Che ne dici se riprendiamo il discorso questa sera? Sarai mio ospite a cena, sempre se non hai altri impegni. Non voglio tenerti segregato qui tutto il giorno, immagino tu abbia voglia di capire in che posto ti trovi e io ho un po' di cose da sistemare...>
continuai indicando le casse appoggiate lungo il muro.
< Che ne dici?>
chiesi guardandolo intensamente. Solitamente i comuni mortali non riuscivano mai a dissentire quando li guardavo in quel modo, rimanevano come ipnotizzati dalla mia bellezza e del mio carisma, ma lui non era come quegli idioti. Speravo però che avrebbe accettato ugualmente..
ATTICO ASET |
