MEGA Roulotte Suarez

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    La Roulotte viaggiante di Bernard Suarez...
    una vera e propria piccola casa lussuosa da portare in giro per il mondo...

     
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    PRIMA RUOLATA

    :Bernard.png:

    Avevo un viso stravolto...

    "Si..."

    lo specchio me ne dava la conferma... avevo il volto imperlato di sudore e notavo sotto al naso ancora un pò di preziosa polvere bianca che avevo sniffato poco prima...
    spazientito tolsi via con la mano il residuo della polverina, aprii il rubinetto del lavabo e con le mani presi una grande quantità di acqua che riversai sui miei lineamenti dolci del viso... avevo un viso da ragazzo acqua e sapone della porta accanto...lo sapevo bene...

    l'acqua mi servì da scossa...per riprendermi... anche se quello che mi scosse fu poco prima la telefonata di Armand , l'ibrido per il quale lavoravo con piacere... voleva sapere dove fossi finito...neanche a lui dicevo molto di me e del mio privato e spostavo la mia roulotte in continuazione per non essere beccato dai ragazzi che magari cercavano un secondo appuntamento dopo le nostre scopate...ora i pensieri erano altri... c'era da lavorare mi disse al telefono... dovevamo far fuori Iris ormai diventata Bredisc ed il figlio... specialmente il maschio andava fatto fuori il prima possibile... mancava solo quel grande tassello e finalmente Armand avrebbe avuto il completo controllo di Littoria e mi avrebbe dato la grossa fetta di potere che mi spettava... mi infilai uno slip mentre dal letto il vocione dell'uomo che mi aveva posseduto per tutto il week end mi chiamò...
    voleva continuare... continuare a scoparmi...
    anche se l'idea mi interessava molto visto che aveva un arnese impressionante che sapeva usare molto bene... ed infilare alla perfezione dove andava infilato, non potevo permettermi di perdere altro tempo con i giochi sessuali o Armand mi avrebbe fatto male...

    "molto male..." pensai... e non i mali che piacevano nel sesso mi avrebbe rispedito al creatore...

    una volta ritornato davanti all'omone che mi aveva chiamato, ah...l'omone era un quarantaquattrenne enne tutto muscoli milionario uno che contava in italia... uomini come lui mi arrapavano un casino...ma decisi di chiudere la nostro incontro almeno per quel giorno...

    <senti il gioco è finito... mi spiace ma ho da fare... sgancia i 5 mila euro che mi spettano, poi ci risentiamo...>

    mi leccai le labbra e continuai... il suo membro si stava di nuovo indurendo...si alzava fiero di aver sentito dire che magari poteva esserci un altro incontro futuro... glielo feci credere...

    <continueremo certamente il discorso...>

    magari avrei davvero di nuovo approfittato... sganciava molto bene, in passato lo avevo incontrato solo altre due volte e mi avevano sempre soddisfatto i suoi assegni... non che gli altri non pagavano bene... chi veniva a letto con me sapeva bene le mie tariffe... non facevo sconti a nessuno... potevo regalare qualche performance... ma sconti no... ero pignolo su certe cose... poi lui sapeva che ero un vampiro, un vampiro molto potente... che lo avrebbe messo Ko anche alla luce del sole grazie ad un piccolo bracciale di cuoio e pietre magico che mi permetteva di camminare anche alle ore più calde delle giornate...

    guardavo sempre con ammirazione quel piccolo aggeggio... come facevo anche ora...

    "Grazie Armand..."

    dovevo ringraziare solo lui per quell'oggetto...me lo aveva realizzato lui... quell'uomo aveva doti nascoste, essere un ibrido doveva essere una figata continuavo a pensarlo come se fosse la prima volta nonostante lo conoscevo da tantissimo tempo ormai... era anche una macchina di sesso Armand... lo avevo visto scopare più di una volta le donne che si portava nelle sue reggie sparse per l'italia e ci sapeva fare... quanto avrei desiderato le sue mani ed il suo corpo contorcersi sul mio... ma non c'era trippa per gatti con lui, amava solo le donne...

    "fanculo..."

    mentre lo mandai con il pensiero a farsi fottere, il mio uomo dominante di quel momento si era rivestito ed aveva staccato l'assegno... in silenzio... si era incazzato... senza salutare... andò via e lo sentii uscire dalla roulotte... mi gettai a letto senza forze, il mio sedere era provato... lo tastai ma era tutto ok, quel bastardo ci aveva dato dentro di brutto... presi una bottiglia di vodka che trovai tra le lenzuola e bevvi qualche sorso... mentre il liquore mi caricava entrandomi dentro... pensai alla telefonata che avevo fatto qualche ora prima... mentre l'uomo dormiva...

    "Manuel...Manuel Silvestri... "

    ricordai sorridendo... la vista mi si annebbiò... forse era dovuto a quel cocktail di alcool e droga o forse era il solo pensiero di quel maschio che mi rendeva così vulnerabile...

    l'unico che era entrato dentro di me non soltanto nel culo ma anche nel cuore era stato lui... pensavo ricordando il suo corpo, la sua voce, la sua risata, il suo...cazzo

    avevo voglia di rivederlo... eravamo sotto lo stesso cielo nella stessa città di nuovo dopo anni...

    "lo devo rivedere...subito..."

    fu il mio ultimo pensiero... mi girai a pancia in giù a letto pronto a riposare un pò e così feci...

    Ato09DOl

    Edited by (Stefan) - 16/6/2014, 17:54
     
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    riaprii gli occhi in preda a degli affanni allucinanti... lo avevo sognato...

    "Manuel..." si avevo sognato Manuel Silvestri mentre mi possedeva sul cofano della mia auto...

    "Mio Dio..." pensai mentre mi toccai tra le cosce...

    "quel Demone sa scuotermi a dovere anche nel sonno..." mi morsi un labbro pensandolo ancora di più e decisi che era arrivato il momento di fare un bel giro a Littoria...

    "e di farmi un bel giro magari sull'arnese di Manuel" ... era diventato la mia fissazione, se non lo avrei incontrato sarei impazzito... mentre mi accesi una canna mi vestii velocemente assaporando la prima qualità di quelle erbe che il mio fornitore mi consegnava molto spesso... la canottiera che misi mi stringeva...dandomi fastidio...ma forse era soltanto tutto il calore che mi bruciava dentro per quel sogno sublime insieme a lui... Manuel...

    G5zMokCl

    spensi la canna, misi in bocca alcuni dolcetti di piccola pasticceria che sopravvivevano lì da giorni sul mobile della cucina... avevo fame , molta fame... poi presi il mio block notes molto segreto... dove riportavo solo notizie a me utili ed interessanti sui maschioni più dotati fisicamente ed economicamente...

    <p... Q...R... no.... mmmm S!... Silvestri... Manuel...> sorrisi... ricordavo bene di aver scritto in quelle note l'indirizzo del bel demone che dava solo a persone fidate... lessi il luogo attentamente... riposi poi il tutto in un cassetto ed uscii dalla mia Roulotte... prima di andare da lui forse era meglio andare da Armand prima che mi avrebbe fatto il culo... ma non nel modo in cui desideravo...

    CONTINUA IN luoghi cittadini - Città - Piazza Centrale
     
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    CONTINUA DA luoghi di festa - incontri - quarto di luna disco

    :Bernard.png:

    il viaggio in taxi fu un inferno un inferno di calore e di bollori sessuali per me ma anche per lui... lo avevo guardato spesso su quel seggiolino, era un adone, grosso, grande, imponente... in più disse che era pericoloso e di stargli alla larga...

    "ho fatto centro" pensai... il pollastrello sarà pieno di soldi infatti gli risposi di star calmo di respirare... quell'adone aveva però qualcosa che non andava mi disse che era venuto con lui

    "PORCO CAZZO!" esplosi dentro di me...
    "C'era Manuel coinvolto con lui?" dovevo capire meglio ma non dissi niente nell'abitacolo dovevo cercare di procedere lentamente...

    quando uscimmo dalla auto il ragazzone era sudato, troppo sudato, lottava con se stesso...

    "ma chi cazzo è..." pensavo e ripensavo guardandolo... gli feci strada

    <seguimi...entriamo a casa mia...> appena dentro la roulotte mi resi conto che la sua massa muscolare occupava dei spazi enormi nella mia quattro ruote e quello mi eccitava tanto... non riuscivo a tenere i miei occhi lontano dal suo corpo... volevo che il suo stesso corpo occupasse il mio entrando in tutti i miei di spazi... i miei spazi personali...

    si sedette sul divanetto chiaro e cercava di respirare... chiusi la porta alle mie spalle non prima di aver lanciato un occhiolino di intesa all'autista per farlo andare via e fargli capire che lo avrei ricompensato con una buona dose di cocaina

    Una volta chiusa la porta eravamo solo io e lui... quel maschio aveva parecchi segreti e gli serviva aiuto... ed a me servivano soldi molti soldi... e mi serviva qualcuno che mi facesse davvero del male....quella sera... in tutti i sensi...

    <sta tranquillo> gli dissi ancora una volta...

    <mettiti a tuo agio...> mi sedetti di fronte a lui su uno sgabello... aveva un corpo scolpito sotto quegli abiti...

    <non sei di Littoria vero? Posso aiutarti...> dissi versando della birra in due boccali uno per me ed uno che servii a lui poggiandolo su un tavolinetto di lato al divano...

    <bevi qualcosa... tu quindi conosci Manuel?> andai subito al sodo... come speravo che andasse di lì a poco al sodo toccando il mio culo sodo... quel ragazzo aveva tanta voglia di fare il cattivo e di esplodere tutto quello che aveva dentro fuori...e sentivo un potere eccezionale dentro a quel corpo... ed io volevo tutto di quel bronzo di riace... lo volevo tutto...


    Ato09DOl
     
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    CONTINUA DA: LUOGHI DI FESTA - INCONTRI -QUARTO DI LUNA DISCO

    Pian piano ero riuscito a calmarmi, tutte quelle voci erano state completamente lasciate fuori , una volta che fummo all’interno del taxi. Il ragazzo misterioso mi disse di star calmo e di respirare e non aggiunse altro, non ne fui allarmato anzi, riuscii a staccare la spina per alcuni minuti e schiacciare il potere che nel locale aveva minacciato di venire alla luce per compiere un'altra malvagità. Solo i pensieri del tassista incrociarono i miei ogni tanto.

    Il tizio venerava il ragazzo misterioso che da quando lo aveva conosciuto era riuscito a farsi una barca di soldi. Chissà di cosa si occupava per suo conto. Infine pensava ad un certa Valentina, che considerava una vera porca, dopo l’ultima corsa l’avrebbe raggiunta nella stanza 16 di un motel fuori città. Tutto questo alla faccia della moglie che proprio non sopportava. Le sue considerazioni si spingevano oltre ogni dire a calunniare quella povera donna. Magari gli stava pure preparando la cena. Che farabutto.

    Sprofondai nel sedile ed alzai gli occhi al cielo che incontrarono il tetto grigio dell’auto. Non mi arrischiai ad osservare ulteriormente il ragazzo misterioso, ne tantomeno a sfiorarlo. Il fuoco di quel bacio era impresso ancora sulle labbra. Perché l’aveva fatto? Nemmeno ci conoscevamo. O forse si?

    Quando il tassista arrestò la corsa aspettai che il ragazzo misterioso uscisse per primo, non appena mi ritrovai solo nell’abitacolo , mi rivolsi al tizio.

    << Paola ha prenotato la stanza 4 con il maestro di yoga. Dicono che sia un toro. >> glielo sussurrai quasi all’orecchio e battei la mano sulla spalla a mo’ di fratellanza. Avevo ascoltato bene i suoi pensieri e le sue preoccupazioni, non voleva finire in mano ad un avvocato. La moglie lo avrebbe lasciato letteralmente in mutande.

    Non riuscii a vedere il suo volto, perché ero ancora sul sedile posteriore, ma fu abbastanza intelligente da cogliere l’avvertimento. Un passo falso ancora e la moglie lo avrebbe sbattuto fuori di casa godendo del suo denaro con il maestro di yoga.

    Salutai il simpatico tassista e segnai mentalmente di chiedere a Matteo cosa voleva dire “essere una donna porca”. Si sporcava come i maiali?

    Mi accigliai immaginando una scena simile e raggiunsi il ragazzo misterioso, mi sentivo osservato ed ero in imbarazzo. Aveva forse capito che nascondevo quello schifo dietro le spalle?

    Mi invitò a seguirlo.

    << Ero serio in auto, sarebbe bastato lasciarmi lungo la strada, non dovevi.. >>, guardai la casa.

    Un'automobile gigantesca. Una casa sulle ruote, mi sembrava una cosa assurda.

    << … non eri costretto a condurmi nella tua casa. >>

    Tentennare li fuori mi parve quasi ridicolo quindi salii sulla grossa auto e .. era davvero una casa. Mi guardai attorno curioso ed allo stesso tempo spaventato. Un grosso letto riempiva il fondo di quel lussuoso abitacolo. Pensieri lussuriosi presero a farsi strada nella mia mente, come quelli che avevo visto in tv a casa di Matteo. Matteo… santo cielo.

    “… magari ho solo frainteso le sue intenzioni. Ed è un ragazzo apposto.. cioè una creatura perbene.”


    Presi posto su un divanetto color panna, abbassai gli occhi sul pavimento e seguii le venature del marmo, mi incolpai di essere un pessimo elemento. Non solo non ero in grado di autogestire i miei poteri inoltre avevo quasi rischiato di massacrare degli umani, baciato il ragazzo misterioso ed ora ero nella sua casa senza Manuel ed il povero Matteo aspettava cieco e spaventato DA SOLO con il vampiro dei suoi sogni. Presi ad agitarmi di nuovo. “Che cosa sto facendo!”

    << .. io devo andare. >> ripresi a respirare male, strinsi i pugni e sentii le vene ingrossarsi lungo tutto il braccio. Pompavano potere e non sangue.

    “Mio Dio, ma non potevo essere un semplice umano?... magari avrei potuto avere una chance in più per conquistare Matteo.”

    Sta tranquillo e mettiti a tuo agio, ancora una volta il ragazzo misterioso mi invitò di non agitarmi.

    Alzai gli occhi non appena sentii un qualcosa di grosso, molto grosso starmi di fronte. Era lui, avvenente e premuroso che aveva preso posto su uno sgabello in legno.
    Scossi la testa alla sua domanda, mi chiese se fossi del posto. Dopotutto ero consapevole che il mio accento fosse diverso da chiunque avessi incontrato. Magari non appartenevo a nessuna terra in particolare.. ed ero solo un vagabondo sputato dal Cielo, dannato e senza passato, conoscitore di un’infinità di lingue ma nessuna che fosse la mia.

    << Sono Gabriel. >> ed era l’unica cosa di cui fossi certo. Il mio nome ce lo avevo tatuato sul braccio in una strana lingua.

    << Come puoi aiutarmi? Sei anche tu un angelo.. ? >> inclinai la testa ora ero incuriosito, forse per questo mi aveva aiutato.

    Mi offrì una bevanda gialla e schiumosa in un grosso boccale. La presi dal tavolino e la studiai attentamente, non era come lo champagne che avevo bevuto a casa di Manuel, l’odore era diverso.

    Voleva conferme riguardo la mia conoscenza su Manuel.

    << Si, ma superficialmente. Ho accompagnato suo fratello ad un pranzo. >>

    “… maledetto il giorno che non ho insisto nel far restare Matteo a casa.” aggiunsi mentalmente.

    Non specificai altro, non conoscevo il ragazzo misterioso. Poteva voler far del male a Manuel e allo stesso Matteo. Meglio esser prudenti.

    Sorseggiai la bevanda schiumosa. Era fredda e speziata, leggermente amara al palato.

    Edited by Iole88 - 30/1/2015, 02:29
     
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    quello che avevo davanti era un angelo...lo aveva confessato dopo le mie leggere insistenze... era un angelo combattuto con se stesso

    sorseggiavo la mia bibita mentre lo guardavo intensamente... provava imbarazzo ed era tormentato...

    "cosa cazzo lo tormenta..."

    <senti dai Gabriel... non tormentarti più del dovuto, avevi bisogno di uscire da lì non potevo sbatterti fuori e poi...> .... posai quel che restava della mia birra sul tavolinetto lì vicino... <ho voglia di te dal primo momento in cui ti ho visto nel locale... non potevo sbatterti fuori da lì... ma voglio essere sbattuto... dentro... fino in fondo... e da te...> il ragazzone impallidì ma un velo di rossore sbocciò sui suoi zigomi mentre le labbra le vidi bene si colorarono di piacere... forse il mio modo sfacciato e dritto al sodo come ero sempre solito fare lo avevano spiazzato... sembrava troppo fragile per essere un angelo... ed era ingenuo...troppo ingenuo... infatti alla sua domanda se io ero un angelo scoppiai in una grassa risata...

    <sono un vampiro Gabriel... mi chiamo Bernard...> i nostri sguardi erano sempre connessi... c'era attrazione... e l'aria era carica di desiderio...poi mi alzai e lo raggiunsi mi feci spazio e mi sedetti sulle sue gambe...era una statua... un adone carico a mille pronto ad esplodere in tutti i sensi...

    "cazzo cosa nasconde dentro..." pensai mentre gli sfiorai un orecchio con la bocca per sussurrargli mentre gli accarezzavo il viso...

    <rilassati... butta fuori la tensione... e tira fuori anche altro...ti prego...> era teso... quasi non respirava... continuai poi dicendo per farlo mettere sempre più a suo agio...

    <informo subito Manuel della tua presenza qui con me, stai calmo...> sempre seduto su di lui mentre sentivo che la sua eccitazione glielo fece diventare duro sotto al mio sedere presi il cellulare che avevo fortunatamente sopra ad un ripiano dove eravamo seduti e chiamai Manuel... la voce del demone fu secca e dura e voleva sapere dove avevo portato l'angelo più tremila bestemmie....

    <manuel... porca troia hai finito?> ... <gabriel è qui con me, è al sicuro> lo rassicurai mentre la mia mano scivolò in mezzo alle sue gambe... sentii un arnese dalle dimenzioni molto grosse ed il mio corposi infiammò

    <oh... mmm> gemetti mentre l'adone biondo sempre più sconvolto respirava a fatica quasi shokkato... mi alzai mentre ascoltavo le imprecazioni del demone che mi implorava di tenere il biondone al sicuro... e mi malediva avendo ascoltando i miei sospiri...
    <sapessi...> gli dissi alla sua domanda di cosa stavo facendo... poi giù con altre urla....e altre informazioni <ok ... ok tesoro... aspetto una tua chiamata per dirti dove ci troviamo Gabriel ti aspetterà qui...> ... Manuel mi disse anche ...

    BERNARD SE TOCCHI GABRIELE TI INCULO A SANGUE LUI E' ... DICIAMO... FIDANZATO CON MIO FRATELLO... NON E' RICCO!!!

    Manuel mi conosceva da tempo forse troppo e sapeva che io ed il sesso eravamo due essenze non divisibili ma sapeva quanto fosse importante per me il denaro...da sempre... sapeva quindi che se mi ritrovavo un manzo come quell'angelo di certo ci sarei finito a letto ma voleva dissuadermi dicendomi della non entrata economica...

    "Sti cazzi... per una volta posso farlo gratuitamente" pensai...

    <si si tesò... ho capito... DICIAMO allora...che mi toccherà lui... e sarà un piacere essere inculato da te... ciao.> Manuel urlò e stava continuando la conversazione ma decisi che poteva finire lì quella telefonata...

    chiusi il cellulare e mi inginocchiai tra le gambe aperte di lui... ora non lo toccavo più ma lui mi cercava con gli occhi... guardandolo sempre negli occhi gli dissi...

    <manuel verrà qui a prenderti...l'ho rassicurato...poi mi devi spiegare perchè era così in ansia per te... ma ora devi spiegarmi cosa vuoi tu bell'angelo... sai...> dissi guardandolo in modo malizioso in quella posizione pronto a prendere e gustare quello che nascondeva di grosso tra le gambe... <sai ora ho promesso a Manu di non toccarti... quindi devi toccarmi tu per primo... ogni promessa è debito...> gli sorrisi... guardare le sue espressioni a volte innocenti ma desiderose di sperimentare e godere mi mandavano in extasi...

    "possibile che questo ragazzo è ancora vergine?"



    Edited by (Stefan) - 3/2/2015, 19:37
     
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    Bevvi avidamente, tutt’ad un tratto avevo terribilmente sete, il liquido ghiacciato dava sollievo all’arsura della gola secca. Volevo non guardarlo, o almeno spegnere di intensità lo sguardo, ma quegli occhi dalle calde sfumature del cioccolato fuso, erano ammalianti , il loro potere avvolgeva la mente in densa e voluttuosa cupidigia.

    Dovevo alzarmi e uscire fuori da quella porta. Subito.

    Posai il bicchiere vuoto sul tavolino e lui imitò i miei gesti.

    Ho voglia di te, mi disse. Dal primo momento in cui ti ho visto nel locale.

    Tornai a guardarlo, inchiodando i suoi occhi nei miei. Non mentiva, in quegli occhi nocciola vi era racchiuso il più crudo e veritiero desiderio sessuale, quello che avrei voluto che fosse impresso sul volto del ragazzo che desideravo, lo vedevo sfacciatamente in uno sconosciuto.

    << Tu… >> scossi la testa, il cuore prese a martellarmi nel petto, corrugai la fronte sottraendomi volutamente al suo sguardo. << Io ti piaccio? >> , fissai le mie ginocchia fasciate da abiti che non mi appartenevano.

    Voglio essere sbattuto dentro, dovetti impallidire nel ripetere quelle parole mentalmente, perché sentii il sangue fluire alla testa e pulsarmi alle tempie.

    Abbassai le palpebre per un lungo istante , le gote avvamparono per l’imbarazzo, non mi ero lasciato ancora andare ad un fantasia tanto esplicita nei confronti di un bell’uomo.

    << … fino in fondo. Da me. >> ripetei le sue ultime parole in un sussurro della voce, dimenticandomi che lui potesse ascoltarmi, affondai con la schiena nel divano , stupito da tanta schiettezza.

    Poi rispose alla mia domanda e scoppiò in una fragorosa risata per averlo confuso per un angelo, era un vampiro invece, ed il suo nome era Bernard. Lo sguardo mi cadde sulle sue labbra, le ricordavo morbide , violente e capaci di tirare fuori il peggio di una persona. Immaginai quella bocca, percorrermi il torace, segnarmi la pelle al passaggio di canini acuminati, creati appositamente per affondare nella carne e … deglutii, eccitato al pensiero di avere qualcosa di letale tra le mani, un uomo di cui ero attratto e che sapeva di proibito.

    Restai immobile sul divano, quando lo vidi alzarsi e azzerare la distanza sedendosi sulle mie gambe. Il suo viso si avvicinò pericolosamente vicino, troppo vicino alla curva del mio collo. Il respiro fresco sfiorò la pelle nuda ed esposta, in una carezza che si diramava in lingue di fuoco che penetravano sottopelle. In quegli attimi desiderai che lo facesse, che mi facesse sentire la pressione dei canini sulla giugulare che pompava adrenalina e sangue.

    << Non mor-dermi. >> pronunciai a denti stretti, sopraffatto da un inspiegabile bisogno, arrivato ormai ad un punto di saturazione, come se avessi passato una vita intera di privazioni, obblighi e doveri per inseguire un rigido codice morale di cui non ne ricordavo la forma ma vi leggevo il mio nome posto come un marchio che era stato impresso su una pagina di carta astratta.

    Quello che lui stava per offrirmi, non potevo accettarlo.

    Divenni rigido come un tavolo di marmo, un rivolo di sudore gelato scivolò percorrendo la spina dorsale come ghiaccio su fuoco, mi sussurrò all’orecchio di stare calmo e di arrendermi mentre le sue dita mi sfioravano il viso ruvido di un accenno di barba creando forme geometriche comprensibili soltanto a lui.

    Non avevo paura di Bernard.

    Temevo invece di non avere la forza di non cedere.

    Cosa mi stava succedendo? Perché fare l’amore con qualcuno doveva sembrarmi tanto sbagliato?

    Ogni centimetro di pelle che era unita alla sua pareva che mi ustionasse, ma di un calore che ti faceva perdere il controllo. Lucidità. Ora capivo come si era sentita Eva dinanzi alla tentazione del Serpente.

    Allungò il braccio e prese un oggetto da un ripiano e mi disse che avrebbe informato Manuel.

    Inspirai profondamente, non avevo più fiato nei polmoni, senza aver nemmeno corso.

    Una tregua per poter riflettere.

    Il fratello di Matteo urlava, urlava tantissimo e la sua voce proveniva da un aggeggio che Bernard aveva accostato all’orecchio.

    Andai nel panico. Poteva vedermi? Sapeva cosa stavamo facendo?

    Il sangue si rimescolò nelle vene.

    << Bernard, dio Santo. >> quasi lo pregai, con una voce che non era la mia, ruvida, rude, roca.

    Una sua mano era scivolata tra di noi, tra le mie gambe, per accarezzarmi.

    Volevo allontanarlo, ma non ero in grado di sapere in quel momento se lo avessi toccato, lo avrei scaraventato dall’altra parte della parete o l’avrei imprigionato sotto al peso del mio corpo.

    Non seguii la conversazione, dovevo prima tornare ad imparare a respirare, intanto che lui si era allontanato dandomi un attimo di pace.

    Non appena ebbe finito si avvicinò nuovamente. Lo vidi inginocchiarsi tra le mie gambe, i miei occhi si muovevano nervosi scrutando ogni centimetro del suo viso.

    << Cazzo! >> , quei modi di dire che avevo ascoltato dai ragazzi che avevo conosciuto, suonavano dannatamente bene in questa situazione.

    Aveva informato Manuel che sarebbe venuto a prendermi ma dovevo spiegargli perché il demone fosse in ansia per me , e più di tutto , cosa avrei deciso di fare con lui.

    Continuai a guardalo dritto negli occhi, affondai i palmi sudati delle mani nel divano, con molta forza, per sollevarmi.

    << …lo ha promesso a suo fratello, ma so badare a me stesso con o senza memoria. >> , mi accigliai non molto convinto di quell’affermazione.

    << Non sono alla ricerca di sesso, ma di un posto in questo mondo che sembra non appartenermi. >>

    Mi alzai di scatto, continuare a sostenere il peso del suo sguardo, mi costava troppa fatica... perchè dovevo prendere a martellate il mio cuore, distruggendone i sentimenti, per cedere alla passione di una notte?

    Presi a guardarmi intorno, volevo anche io una casa.

    ... e la volevo con Matteo.

    Non poteva esserci desiderio più irraggiungibile che avessi potuto veder realizzare.

    ...ma le frasi ,dette quella mattina a casa sua e nel suo letto, mi risuonavano nella testa.

    "Non lasciarmi mai Gabriele... non lasciarmi, iniziamo qualcosa insieme, io e te."

    Mi passai freneticamente una mano sul viso, quanto poteva esser vero?

    La magia di Manuel aveva permesso al cuore di parlare per conto suo, facendo in modo che il bacio di Kilian avesse il potere di riportarlo da me.

    Non c'ero io nel suo cuore.

    "Combatti la guerra, Gabriel, anche se potresti non rialzarti. Non c’è cosa più patetica di un uomo codardo. Lotta per i tuoi sentimenti , comunque vada ne varrà sempre la pena e non avrai rimpianti. Perché lo avrai fatto per quello che credi, mettendoci tutto te stesso."

    << Sembri uscito da un sogno… >> mi voltai verso di lui.

    << e se ti seguissi, prendendo tutto quello che potrei volere da un uomo, cederei alla sola passione di un corpo, bellissimo, sottraendo al mio cuore ciò che più brama di possedere al mondo. >>

    Mi avvicinai e gli sfiorai il viso con le dita, sapevo che aveva promesso a Manuel che non mi avrebbe toccato ulteriormente se non fossi stato io a volerlo. E Bernard era un uomo di parola, nei suoi occhi vi vedevo una spietata sicurezza ed il peso che dava alle parole che pronunciava.

    << Se ti stringessi , anche per una sola notte, tra le lenzuola , mi costerebbe la possibilità, seppur vana, di poter stare con il fratello di Manuel. >>

    Arretrai, non volendo sfidare la sorte, ma continuando a guardare negli occhi la tentazione che Bernard incarnava.

    << Ho paura. Di me stesso. Di scoprire cosa ho dentro, posso sembrarti un folle. Lo capisco. >>

    Feci un grosso respiro e continuai.

    << … ma sento che ogni decisione intrapresa , in questa nuova vita, mi condurrà dinanzi ad un bivio, fatto da tante strade che conducono ad un diverso destino. Se sceglierò quella sbagliata. >>

    Guardai fuori dalla finestra, lo sguardo perso lontano, non sarei mai più tornato a casa, era diventata ormai una certezza.

    << … avrò fallito. >>

    Tornai a sedermi sul divano e decisi di raccontargli la verità, dopo tutto glielo dovevo, mi aveva salvato in quel locale, in tempo, prima che potessi macchiarmi le mani di sangue.

    << Mi sono risvegliato in riva al mare, in una città che non conosco. Disorientato e impaurito. >>

    ... e Matteo mi aveva trovato.

    Arrotolai la manica della camicia e gli mostrai le strane incisioni sull'avambraccio.

    << Non ricordavo chi fossi. Come mi chiamavo, se non fosse per queste incisioni che ho sull’avambraccio, non avrei neppure un nome con cui presentarmi. Non ho più un passato, posso scrivere solo il mio presente. >>

    I miei occhi, che sapevo essere azzurri solo perchè il loro colore lo avevo visto riflesso in una superficie lucida, si animarono di disprezzo e rabbia, tanta rabbia.

    << …ed il pensiero di essere un angelo, una creatura deforme, lo detesto. Odio il mostro annidato dentro. E’ crudele, Bernard, e potente. Chiede solo di essere liberato per mostrarsi al mondo, non vuole che lo combatta. >>

    ... mi fermai, la mia guerra era solo all'inizio, avevo ancora tanta strada da fare, tante difficoltà che avrei dovuto affrontare, ma non mi sarei arreso. Mai.

    << … ed io non ho alcuna intenzione di cedere un solo millimetro. >>
     
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    il ragazzo nuotava nella merda più schifosa che poteva colpire un umano o un essere soprannaturale... era solo, in questo periodo indifeso, non aveva un passato, era senza memoria ed... ed...

    "ed è con me..." pensai guardandolo in modo spesso scosso, visto che aveva rifiutato le mie avances sfacciate, ma era stato sfacciato anche nella sua limpida e dura verità sulla sua vita... e l'aveva raccontata a me e... e... aveva toccato il mio profondo... toccando il lato dolce del mio essere vampiro...

    pendevo dalle sue labbra, ascoltavo in silenzio la sua storia mentre la mia voglia di lui era sempre più palapabile nel mio corpo ed anche nel suo... ma lottava contro se stesso...lui era innamorato...e cercava un posto nel mondo...

    "vaffanculo... anche lui innamorato" mi sedetti sul letto continuando ad ascoltarlo... mi desiderava ma non voleva cedere... voleva ritrovare se stesso... e si detestava...detestava essere un angelo potente...

    "è uno... sciocco, un adorabile sciocco..."

    <posso AIUTARTI> esordii dopo alcuni minuti in cui aveva terminato di parlare... i suoi occhi incrociarono i miei... quel cielo candido inondò il mio volto...

    "cazzo quanto è figo... e quelle labbra..."
    feci un cenno si assenso con la testa...

    <si, hai capito bene... posso aiutarti Gabriel>
    potevo soffiare via in un battito di cuore tutto il mistero che circondava la sua vita passata... avevo il potere giusto per venire a conoscenza del suo passato... il passato che lui ignorava... volevo aiutarlo, volevo essere debitore di quel bronzo di riace possente che viveva lì in quel momento... lo avrei aiutato

    "si..." decisi di farlo, volevo essere ai suoi occhi uno dei suoi salvatori della sua vita per poi costringerlo a concedersi a me...

    "così non mi potrai dire di no..."

    i suoi occhi imploravano di spiegarmi in che modo potevo mai aiutarlo... mi alzai e mi avvicinai a lui... nel silenzio più teso che la mia roulotte avesse mai sentito in tanti anni... gli presi il braccio ed abbassai lo sguardo su quei segni... toccandoli...
    poi alzai il capo e lo guardai intensamente...

    <ho il potere di scrutare il passato delle creature...posso avere delle rivelazioni...visioni...> gli sorrisi... mentre tratteneva il respiro per lo stupore incurvando quelle labbra deliziose...

    dovevo coglierlo si sorpresa senza avere nessuna risposta... dovevo entrare nei suoi ricordi e trarne giovamento per avere il coltello dalla parte del manico... quel maschio doveva essere mio... ogni qualvolta lo volevo...

    <si...> pensai in modo lascivo...
    <non aver paura di accettare te stesso...mai> gli dissi in modo serio
    <scriviamo insieme il tuo passato Gabriel... ORA...> i suoi occhi si illuminare di tensione, paura, vittoria, era difficile decifrarli colsi subito l'attimo e fù così che girai la manopola del mio potere bloccante...

    mi concentrai ed urlai così forte nella mia testa... lanciai l'urlo virtuale contro quel maschio, contro quell'enorme massa di muscoli e passione virile... il mio potere bloccante ricadde interamente su di lui bloccando ogni fibra del corpo, era stato saggio utilizzare un altro mio potere per bloccarlo la chiarovvegenza a comando poteva regalare ....diciamo così diverse controindicazioni sulla vittima... il dolore era uno di questi ed in quel caso era meglio avere la persona bloccata....

    l'angelo era fermo inerme davanti a me, ma i suoi occhi parlavano...
    l'onda del mio urlo bloccante lo avevo colpito in pieno

    <gabriel... non aver paura... ti regalerò il tuo passato... abbi fiducia in me> fù così che i suoi occhi diventarono più comprensivi desiderava tanto conoscere chi era... ed io desideravo tanto lui...e per avere una buona risposta dal mio potere della chiroveggenza dovevo entrare in contatto con il suo corpo nel modo più irruento possibile... e conoscevo bene come entrare in contatto con lui...

    <la tua bocca...> sussurrai... fiondandomi su di essa... gliela leccai avidamente con la mia lingua... una sola leccata su quelle labbra morbide e turgide come poche ne avevo mai provate...e poi lo baciai con un bacio a stampo visto la sua impossibilità di movimento facendo scorrere le mie mani tra i suoi bei capelli portandole alle sue tempie...

    "ORA" pensai...

    un bagliore colpì tutta la roulotte... le luci scoppiarono emanando mille scintille...in quel preciso momento i miei battiti andavano all'unisono con quelli dell'angelo...eravamo connessi...mentre premevo le mani sulla sua testa senza mai togliere le mie labbra dalla sua...

    mi ritrovai in un corridoio immenso buio...avevo paura... cercavo invano un interruttore per far luce...ma non c'era...correvo...correvo normalmente... non ero un vampiro...
    "cosa cazzo succede..." di solito entravo nella testa della persone sempre come ero in realtà ma lì non ero me stesso...non avevo la forza e l'agilità da vampiro...correvo correvo ed avevo paura...
    "devo uscire di qui...perchè ho paura e voglio uscire..."
    quel corridoio era immenso...
    <gabrieeeeeel> urlavo a squarciagola... <gabrieeeeeel dove sono....> urlavo sperando che la coscienza e la memoria in cui mi ero intrufolato mi dava qualche risposta...
    < Gabriel> .... un rumore di passi secchi e assordanti dietro di me si avvicinavano...volevano raggiungermi... quella persona stava correndo nella mia direzione... < Gabrieeeeeeel> gridavo.... poi ascoltai una voce surreale... maschile, dal tono pesante, che mi fece tremare le viscere... era seria ed incuteva timore... avevo paura...di quella voce < GABRIEL!> ... chiamava l'angelo anche questa voce... correvo... dovevo fuggire di lì...

    finalmente vedevo delle luci fioche da lontano dovevo raggiungerle.... < GABRIEL!> continuava la voce...
    ci misi tutto l'impegno per arrivare a quelle lucine e così feci... ma dovetti fermarmi di colpo... quattro bambini biondi incantevoli giocavano tra di loro... con delle spade di legno ed altre cose...
    <gabriele! RAFFAELE! MICHAEL ED URIEL!> ....... "O MIO DIO" pensai i bambini si girarono verso quella voce che mi aveva raggiunto e mi accorsi che loro non mi vedevano... quel vocione era incazzato nero...
    <figli MIEI...BASTA GIOCARE! DOVETE VENIRE CON ME...SUBITO.> a quell'ordine quegli angeli...si intristirono volevano continuare i loro giochi ma sapevano che dovevano ubbidire a quella voce o non l'avrebbero passata liscia... mi voltai quindi di scatto per vedere chi era che aveva chiamato quei ragazzi ma una delle luci fioche mi abbagliò la vista, non riuscii a vedere il volto... e quella stessa luce mi strappò da quel mondo onirico riportandomi in me... scattai subito all'indietro staccando bocca e mani da Gabriel... i miei poteri erano svaniti... l'angelo crollo seduto sul letto non sapevo cosa aveva passato in quei momenti se aveva sofferto o meno per i miei poteri scagliati contro di lui quel che ero certo era che quello che vedevo nelle mie visioni le vedevo solo io... .. . ed avevo visto qualcosa di straordinario...

    Gabriel aveva la faccia sofferente, come di certo dovevo avere anche io... non era facile riprendermi dopo la chiaroveggenza...

    <mio DIO SANTO... GABRIEL...> lo guardai con stupore...

    <cazzo, SO CHI SEI... E SEI UN PEZZO GROSSO...> mi portai la mano sulla bocca... non potevo crederci... avevo davanti a me proprio uno degli angeli figli di Dio...
    quando diventai vampiro nei primi anni studiai diciamo così un pò del bene e del male del mondo soprannaturale e sapevo bene chi era ora quello che avevo davanti...
    Gabriel era proprio quel Gabriel... il più importanti di tutti... l'angelo della morte... e c'era da avere paura di lui...

    <tu SEI L'ARCANGELO GABRIELE... L'ANGELO DELLA MORTE...>

    "porca troia!..." pensai... quella voce che mi aveva fatto letteralmente cagare addosso era Dio...
    "ecco svelato il mistero..."

    sorrisi malizioso all'angelo che era praticamente sottoshock... avrebbe ricordato qualcosa da quella mia rivelazione...? Non lo sapevo ancora...ma sapevo come agire subito...

    <so altre cose... ho visto altro... e posso vedere altro, ma lo farò solo se avrò in cambio te... Gabriel, anche solo per qualche ora...> era il mio piccolo ricatto a cui viste le conseguenze l'angelo della morte non poteva tirarsi indietro...

    <nessuno lo verrà a sapere...> gli sorridevo in modo provocatorio...
    <la tua memoria per qualche ora con me...che ti costa...fai uscire l'angelo a cui piace il gioco duro che è in te Gabriel...> mi leccai le labbra...

    <ti dirò tutto... .. .>

    la stanza cadde in un silenzio tombale...


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