THEATRE DES VAMPIRES

Proprietà di Alexandre Spada.

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    THEATRE DES VAMPIRES


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    Nelle cave d'insondabile tristezza
    dove il Destino già m'ha relegato,
    dove mai entra raggio roseo e gaio,
    dove solo con quell'ospite rude ch'è la Notte,

    sto come un pittore condannato
    da un beffardo Dio a dipingere sulle tenebre,
    dove, cuoco di funebri appetiti,
    faccio bollire e mangio questo cuore,

    a tratti brilla, s'allunga e si distende
    uno spettro fatto di grazia e di splendore.
    Ma quando assume la sua massima estensione,

    con quell'orientale sognante andatura,
    allora si che riconosco chi mi viene incontro:
    è Lei, la mia bella, nera ma sempre luminosa!



    Video



    Edited by Iole88 - 30/10/2014, 16:55
     
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    CONTINUA DA LUOGHI CITTADINI - CITTA- NEGOZIO DI MAGIA

    Il teatro aveva aperto da poco, eppure era di una magnificenza assoluta. Sembrava di essere all'Opera di Parigi nel periodo di maggior splendore. Non c'erano ancora locandine di opere o spettacoli in programmazione, ciononostante era tutto arredato e preparato come se quella sera stessa dovesse esserci la più grande rappresentazione di tutti i tempi. Un uomo si avvicinò a me non appena varcai i sontuosi battenti.

    < Il teatro non è ancora accessibile al pubblico e il padrone non c'è, tornate un'altra volta.>

    Lo squadrai da capo a piedi con sufficienza. Sembrava un robottino programmato per ripetere quella frase a chiunque fosse entrato a curiosare. Mi schiarii la voce.

    < Temo che lei non mi abbia riconosciuto: sono Zalera Holopainen, la cantante lirica. E sono in questo squallido buco di mondo per spostare una data della mia tournée mondiale in questo piccolo teatro, ma se non siete interessati ne troverò uno decisamente migliore!>

    Girai i tacchi e feci per andarmene. Sentii la tensione nell'uomo alle mie spalle. Potevo quasi leggere i suoi pensieri. Cosa doveva fare? Lasciarmi andare? E magari riferire al suo signore che si era fatto scappare una cantante lirica di fama mondiale con cui avrebbero potuto inaugurare il teatro?

    < Aspetti!>

    Sorrisi tra me e me prima di voltarmi con indosso la stessa maschera glaciale di poco prima. Lo guardai con impazienza. portando le mani ai fianchi.

    < Io... non posso decidere in assenza del mio signore, però se vuole parlare con lui ha appena organizzato un ballo in maschera nel casinò di sua proprietà. Lo troverò sicuramente lì.>

    Assottigliai gli occhi, riservandogli un'occhiata gelida, dopodiché mi voltai di nuovo e senza nemmeno rispondergli uscii dal teatro.

    Un ballo in maschera...

    Poteva essere un'ottima soluzione per parlare con il proprietario senza espormi troppo e soprattutto, senza far trapelare la mia vera natura angelica.

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    CONTINUA IN LUOGHI DI FESTA - DIVERTIMENTO - GRAN CASINO' SPADA
     
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    CONTINUA DA LUOGHI NATURALI - PROMONTORIO - DIMORA HOLOPAINEN

    Durante il tragitto per Littoria constatai piacevolmente che i miei ordini erano stati eseguiti alla lettera: l'intera città era tappezzata di cartelloni del mio concerto e le locandine erano appiccicate ovunque, sui muri, sugli autobus, sui giornali, dappertutto!

    Non appena misi piede nel teatro mi sembrò di ritrovarmi in mezzo ad un alveare. C'era una miriade di persone che correvano da una parte all'altra, operai, decoratori, tecnici, addetti delle pulizie, membri dell'orchestra e chissà quanti altri. Per poco non mi investirono quando cercai di farmi largo nell'ingresso!
    Il mio agente era lì, doveva aver preso un jet supersonico per essere arrivato in così poco tempo, e non appena mi scorse in mezzo alla folla mi corse incontro raggiante.

    < Signorina Holopainen, ben arrivata! Spero che il mio operato l'abbia soddisfatta! Ho pensato a tutto, fiori, decorazioni, coreografie, la scaletta dei brani da eseguire, i vestiti, le sue acconciature...>

    Mentre continuava ad elencare cose che per me erano di secondaria importanza, il vero motivo di quel concerto era tutt'altro, mi aprì la strada fino al mio camerino.

    < Eccoci qui, signorina. Ho assoldato le migliori estetiste e parrucchiere della città per lei e ho fatto preparare i vestiti sui manichini. Se qualcosa non la convince o non è di suo gradimento non ha che da dirmelo e provvederò immediatamente!>

    Mi concessi un sorriso, dopotutto mi faceva tenerezza: cercava in tutti i modi di ottenere la mia approvazione e il mio rispetto.

    < Hai fatto un ottimo lavoro, Tuomas, ora va a berti un caffè e dopo continua il tuo lavoro con i tecnici del suono.>

    < Agli ordini, signroina!>

    Si mise comicamente sull'attenti prima di sparire nel sontuoso corridoio. Ridacchiai, persino il mio permesso di prendersi una pausa lo prendeva come un ordine., Mi voltai a guardare i quattro manichini con gli abiti per il concerto. I primi due erano uno blu, con cui avrei aperto lo spettacolo, e uno rosso, mentre per il secondo tempo c'erano uno nero e uno bianco con cui avrei concluso. Osservai attentamente l'ultimo abito. Assomigliava moltissimo alla veste candida che indossavo quando mi trovavo in cielo con gli altri angeli.

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    Prima che potessi fare altre considerazioni, lo stuolo di truccatrici e parrucchiere mi circondò, invitandomi a sedere di fronte allo specchio illuminato da mille lampadine.

    < E' un onore lavorare per lei, signorina Holopainen! Per il primo tempo pensavamo di arricciarle i capelli mentre durante la pausa glieli stireremo, così da separare anche visivamente le due parti del concerto. Per il trucco invece...>

    Sospirai. Sarebbe stata una lunga giornata...
     
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    Posto adesso l'inizio dello spettacolo così chiunque voglia partecipare potrà farlo indipendentemente dall'orario!!


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    Era tutto pronto. Il teatro era gremito di gente e speravo che tra di loro ci fossero anche i miei fratelli. Qualcuno bussò alla porta del camerino urlando "10 minuti". Feci un respiro profondo guardando la mia immagine riflessa nello specchio. Non ero molto convinta dei miei capelli arricciati, ma tra il primo e il secondo tempo li avrei avuti nuovamente come prima.
    Sorrisi, le mani mi tremavano, ma non per l'agitazione da palcoscenico, ma perchè forse ben presto avrei rivisto Raffaele e Gabriele, dopo così tanto tempo. E allora finalmente la mia missione a Littoria si sarebbe conclusa e sarei tornata al mio vero ruolo. Qualcuno bussò nuovamente alla porta e alzai gli occhi al cielo.

    < Ho capito, arrivo!>

    Sbottai ma non ci fu alcuna risposta dall'altra parte e, incuriosita, andai ad aprire. Il corridoio era deserto, ma qualcuno aveva lasciato un biglietto davanti alla mia porta con una rosa nera.

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    Mi chinai a raccogliere entrambi, stranita, ma non appena lessi le righe le parole volteggiarono in aria, come se una folata di vento le avesse spazzate via. Riuscii a prendere una manciata di quella polvere e con mio grande stupore mi accorsi che erano ossa umane frantumate. E la rosa... Era impregnata del suo profumo, del suo odore. La lasciai cadere a terra. Non era possibile. Lucifero era confinato negli Inferi da quel giorno, doveva essere uno scherzo di cattivo gusto, magari di qualche demone al suo servizio. Eppure, quel profumo...

    < Chi ha lasciato questa rosa?>

    chiesi ad un operaio che stava camminando in quel momento per il corridoio.

    < Non è passato nessuno di qui, signorina, sono tutti ai loro posti.>

    La cosa non mi piaceva, ma ormai non potevo più tornare indietro. Avrei indagato su quel misterioso messaggio alla fine del concerto e su chiunque avesse avuto la malsana idea di rievocare l'immagine di Lucifero nei miei ricordi. Avrebbe scoperto che aizzare l'angelo della morte contro di lui non era stata un'idea saggia.
    Raggiunsi il palcoscenico, rimanendo dietro le quinte fino a quando il presentatore non finì il suo discorso e il sipario si aprì. Sorrisi alla folla che salutò il mio ingresso con uno scroscio di applausi. Non riuscivo a vedere se i miei due fratelli erano in platea, ma l'avrei scoperto molto presto. Ora era il momento di cantare.

    Video



    La notte acuisce, eleva ogni sensazione
    l'oscurità si agita e risveglia l'immaginazione
    silenziosamente i sensi abbandonano le loro difese.

    Lentamente, gentilmente, la notte dispiega il suo splendore
    Afferrala, sentila, tremida e tenera
    Volgi il tuo volto
    Dalla sgargiante luce del giorno
    allontana i tuoi pensieri dalla fredda, insensibile luce
    e ascolta la musica della notte.

    Chiudi gli occhi ed arrenditi ai tuoi sogni più oscuri,
    purifica i tuoi pensieri dalla vita che hai finora conosciuto
    chiudi gli occhi, lascia che il tuo spirito si innalzi....
    e vivrai, come non hai mai vissuto prima.

    Teneramente, abilmente, la musica ti accarezzerà
    Ascoltala, sentila, segretamente ti possiede
    Apri la tua mente, lascia spaziare le tue fantasie
    nell'oscurità che sai, non puoi combattere
    l'oscurità della musica della notte.

    Lascia che la tua mente inizi a viaggiare
    attraverso uno strano, nuovo mondo
    abbandona tutti i pensieri della vita che hai conosciuto prima
    lascia che la tua anima ti porti dove anela essere
    solo così puoi appartenere a me.

    Fluttuante, cadente, dolce ebrezza
    toccami, confida in me, assapora ogni sensazione
    lascia che il sogno cominci, lascia che il tuo lato oscuro
    si arrenda al potere della musica che ho scritto
    il potere della musica della notte.

    Tu sola puoi elevare il mio canto
    aiutami a creare la musica della notte.

     
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    CONTINUA DA LUOGHI CITTADINI -VIALE - ATTICO ASET

    Il teatro era di un magnificenza abbagliante, come se fosse statpo catapultato nel nostro tempo dal 1800, sembrava di essere tornati ai tempi dell'Opera di Parigi. Mi misi in coda come tutte le persone che attendevano con impazienza di avere tra le mani l'agognato biglietto. Era la serata dell'inaugurazione e per di più l'unica data italiana della cantante lirica Holopainen e impiegai un bel po' prima di varcare finalmente i sontuosi battenti.
    La folla attorno a me sembrava essere appena tornata dalla settimana della moda di Milano, i vestiti che sfoggiavano erano solo dei più grandi marchi come se stessero facendo a gara chi possedeva quello più costoso. Io avevo optato per un elegante vestito nero e avevo raccolto i capelli.

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    Mi accomodai sul posto a me assegnatomi e dopo un'attesa che parve interminabile e la lunga presentazione, finalmente la cantante lirica fece il suo ingresso, cantando una canzone tratta da Il fantasma dell'opera. Era la prima volta che sentivo quel brano interpretato da una voce femminile e mi piacque molto. La sua fama era meritata, la sua voce sembrava quella di un angelo. Mi accomodai meglio sulla poltroncina, quel concerto mi sarebbe piaciuto sicuramente.
     
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    Cantai quasi per un'ora prima dell'intervallo. Mi ritirai dietro le quinte con l'applauso del pubblico che piano piano si assopiva alle mie spalle. Lo sciame di truccatrici, parrucchiere e stiliste mi scortò fino al mio camerino senza abbandonarmi un istante, neanche fossero le mie guardie del corpo. Mi lasciai pettinare, vestire e truccare come se fossi una bambola, la mia mente era lontana anni luce da lì.

    Tra il pubblico aveva percepito molte creature soprannaturali, i normali abitanti di Littoria, anche se una in particolare aveva attirato la mia attenzione: era diversa dalle altre, molto antica e potente. Tuttavia non avevo percepito la minima presenza angelica. Il mio piano non stava andando come avevo previsto. Se veramente i miei fratelli erano a Littoria, non si erano presentati al concerto. Potevo ancora sperare nel secondo tempo, altrimenti avrei dovuto escogitare qualcos'altro per aiutarmi nella ricerca.

    Ma più di ogni altra cosa, quello che mi turbava era quella strana lettera che avevo trovato fuori dalla porta, accompagnata da quella rosa. Possibile che Lucifero fosse uscito dalla sua prigione? No, era escluso. Doveva essere lo scherzo idiota di qualche demone, magari al suo servizio. Ci mancava solo questa!

    Eppure... non riuscivo a fare a meno di pensarci. La coreografia scelta per la mia prima canzone poi non mi aveva aiutata molto a sviare i miei pensieri. Vedere quei due ballerini volteggiare in aria mi aveva fatto ripensare ai vecchi tempi, prima della guerra, prima del dolore, quando eravamo solo una coppia di angeli che si amava di nascosto, lontano dagli occhi di tutti nel nostro posto segreto.

    Mi resi conto che era ora di tornare di nuovo sul palcoscenico quando bussarono nuovamente alla porta. Mi guardai allo specchio. Senza nemmeno rendermene conto avevo indossato un abito completamente diverso e anche la mia acconciatura era cambiata. Le mie api operaie mi contemplavano orgogliose del loro lavoro. Feci loro un sorriso in segno di apprezzamento, anche se in quel momento il concerto e il mio aspetto erano gli ultimi tra i miei pensieri. Con un sospiro uscii dal camerino, pronta a tornare sul palco per il secondo tempo.

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    CONTINUA DA: commissariato- città -Luoghi cittadini

    Arrivato all'ingresso del teatro un uomo mi fermò alla porta d'entrata chiedendomi il biglietto, presi il tesserino della tasca e glielo mostrai, l'uomo lo guardò e ci pensò per qualche minuto, poi mi fece un cenno con il capo e si scansò per farmi passare.
    Anche quell'edificio era molto vecchio, ma aveva un eleganza antica molto diversa dal commissariato.
    Guardandomi intorno notai che con il mio abbigliamento ero decisamente fuori luogo, indossavo dei jeans blu una maglietta nera e una giacca.

    dovevo immaginarlo che era il caso di cambiarmi, così attirerò l'attenzione più del necessario.

    Dovevo essere avvitato nell'intervallo perché parecchie persone stavano girando per il corridoio, chi per andare in bagno, chi per sgranchirsi le gambe e chi per bagnarsi la gola al bar.
    Vidi una bellissima donna in abito nero lungo, rimasi senza fiato ammirandola più del dovuto

    in questa città tra uomini e donne mozza fiato non so più dove guardare, ci sono troppe distrazioni dal mio lavoro...

    Prima di potermi avvicinare a lei, una voce soave quasi Angelica riempì il teatro e tutti si affrettarono a tornare ai proprio posti, io rimasi in piedi in fondo alla sala

    dovrò rimandare le mie domande a fine spettacolo, nel frattempo sarò lieto di godermi lo show
     
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    Giunse l'intervallo e la sala cominciò lentamente a svuotarsi. Il primo tempo mi era piaciuto molto, la cantante meritava la sua fama, aveva una voce a dir poco angelica. Naturalmente, come la maggior parte dei presenti, nemmeno lei era una comune mortale, percepivo la sua energia sovrannaturale. C'era da domandarsi chi non lo fosse, in quella città!

    Accodandomi alla fiumana tornai anch'io nell'atrio del teatro. Si erano già formati parecchi gruppetti di "intenditori" che commentavano come dei veri critici d'arte ogni singola performance, cercando così di mettersi in mostra. Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa.

    Patetici...

    pensai prima di dirigermi verso il bancone dorato del bar.

    < Un caffè al Ginseng, per favore.>

    ordinai alla ragazza dietro il bancone. Lei mi sorrise gentilmente prima di mettersi all'opera. Presi la tazza e mi misi a bere in disparte, allontanandomi dalla calca che stava sopraggiungendo per prosciugare le risorse del bar.
    Un uomo attirò la mia attenzione, se non altro perché il suo abbigliamento era completamente diverso dagli abiti di gala che indossavano i presenti. E perché., cosa rara a Littoria, non percepivo nulla di inumano in lui.

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    Sembrava decisamente fuori luogo in quel teatro e si guardava intorno come se nemmeno lui sapesse dove si trovava e perché.

    In quel momento suonò la campanella, segno che stava per cominciare il secondo tempo. Appoggiai la tazza sul bancone e senza alcuna fretta mi diressi nuovamente nella sala.
     
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    Il secondo tempo durò circa un'altra ora in cui cantai ininterrottamente. Per mia sfortuna, il piano per attirare i miei fratelli non era andato a buon fine, non percepivo alcuna presenza angelica in sala. Mi lasciai gli applausi alle spalle mentre il sipario calava mettendo fine allo spettacolo, tornando nel mio camerino. Mentre indossavo degli abiti più comuni cominciai a pensare a qualche altro modo per far uscire allo scoperto Raphael e Gabriel. Stavo quasi per andarmene dalla porta sul retro, completamente persa nei miei pensieri, quando il mio manager accorse trafelato.

    < Signorina Holopainen, dove va? C'è la stampa che la aspetta, e i giornalisti, e i critici, e...>

    < Occupatene tu.>

    ordinai con fare sbrigativo.

    < Ma perlomeno si trattenga qualche minuto per firmare gli autografi! Gli spettatori stanno affollando tutte le uscite nella speranza di poterla vedere da vicino!>

    insistette lui. Alzai gli occhi al cielo. Come se non avessi cose più importanti da fare...

    < E va bene!>

    sbuffai prima di dirigermi verso il salone principale. Dopotutto dovevo mantenere la mia copertura tra gli umani.

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    La cantante finì tra gli applausi scroscianti della folla attenta cominciarono tutti ad alzarsi dai proprio posti, alcuni cominciarono ad uscire, altri invece si fermarono formando un piccolo gruppo all'uscita dei camerini

    i fan più accaniti vorranno salutare la cantante aspettando che esca

    Fermai alcune persone e gli mostrai la foto di Kevin domandandogli se lo avessero visto da qualche parte, alcuni risposero in modo garbato con un semplice "no mi dispiace" altri mi guardarono in cagnesco e risposero in modo maleducato, ma non appena tirai fuori in distintivo cominciarono subito a tornare sui loro passi.
    Mentre fermavo una coppietta notai che la bella donna stava per uscire

    <<scusatemi per il disturbo, ho visto qualcuno di mia conoscenza>>

    Dissi scusandomi banalmente con i due piccioncini, mi diressi verso la donna

    <<ei!! Mi scusi mi scusi, posso farle qualche domanda?>>

    il mio lavoro può fornirmi spesso degli spunti

    La bellissima donna si fermò aspettando che la raggiungessi

    <<buona sera, mi scusi tanto se la disturbo, saprebbe dirmi se ha visto questo ragazzo da qualche parte?>>

    Le domandai mostrandole la foto di Kevin, prima che lei mi rispondesse la piccola folla ai camerini cominciò a urlare, la cantante era uscita e stava firmando autografi a tutti i suoi fan.
     
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    Lo spettacolo finì e io mi unii allo scroscio di applausi che accompagnò l'uscita di scena della cantante, prima di alzarmi e dirigermi verso l'atrio principale insieme alle altre persone. Notai nuovamente lo strano tipo che avevo adocchiato durante l'intervallo; stava parlando con alcune persone e notai di sfuggita che mostrò loro un distintivo.

    Un poliziotto, ora si spiegano molte cose...

    pensai capendo finalmente perché non era vestito come gli altri presenti. Mentre mi chiedevo cosa ci facesse un poliziotto a teatro, lui si voltò verso di me e notai i suoi occhi illuminarsi. Si allontanò dalla coppia con cui stava parlando e corse nella mia direzione.

    <<ei!! Mi scusi mi scusi, posso farle qualche domanda?>>

    mi domandò prima che potessi andarmene.

    <<buona sera, mi scusi tanto se la disturbo, saprebbe dirmi se ha visto questo ragazzo da qualche parte?>>

    così dicendo tirò fuori una foto di un giovane ragazzo di bell'aspetto. La guardai attentamente, cercando inutilmente di collegarlo a qualcuno di mia conoscenza, quando un urlo alle mie spalle attirò la mia attenzione. Mi voltai e in quel momento la cantante uscì spalleggiata da diversi body-guard che, a fatica, le facevano strada tra la folla assatanata. Riconobbi il finto sorriso di cortesia sul suo volto come la stessa maschera che indossavo io quando dovevo mescolarmi tra gli esseri umani e fingermi una di loro, mentre in realtà volevo essere da tutt'altra parte.
    Alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono. Mi osservò attentamente, come se avesse capito che ero diversa da tutti gli altri. Per tutta risposta le sorrisi, tornado poi a rivolgermi al mio interlocutore. Ora che lo osservavo da vicino era davvero un bel soggetto per essere un comune essere umano. I capelli scuri gli incorniciavano il volto in cui spiccavano due occhi verdi smeraldo, mentre i vestiti casual lasciavano intuire il fisico atletico sotto di essi.

    < Sono in città da poco e non conosco molte persone. Purtroppo non ho mai visto questo ragazzo prima d'ora, mi dispiace di non poterle essere d'aiuto.>

    risposi con un sorriso mesto.

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    Uscii nel sontuoso atrio del teatro scortata da quattro bodyguard che mi aprirono il passaggio tra la folla scalmanata.

    Come se ne avessi bisogno...

    pensai con un mezzo sorriso. I fan si allungavano verso di me chiamandomi per nome e agitando dei block-notes. Firmai alcuni autografi mentre le mie guardie del corpo mi spingevano verso l'uscita. Feci vagare lo sguardo oltre la folla e incrociai quello di una donna vestita di nero. Emanava un'energia soprannaturale completamente unica, qualcosa che non avevo mai percepito prima. Improvvisamente mi sorrise, come s emi avesse letto nella mente e stesse pesando la stessa cosa. Ma prima di poter fare qualsiasi cosa, mi trovai finalmente davanti all'uscita riservata agli artisti. Fuori il mio manager mi attendeva di fronte ad un'Alfa Giulia con la portiera aperta.

    < Si accomodi pure, signorina Holopainen, è tutto pronto.>

    Chiusi gli occhi, alzando il capo. La cena con lo staff, me l'ero completamente dimenticato.

    < Non ho molta fame e sono stanca, credo che andrò a casa.>

    Vidi la delusione rabbuiare il suo volto.

    < Ma signorina...>

    < Non preoccuparti, voi andate pure, ci mancherebbe altro!>

    lo rassicurai con un sorriso.

    < La accompagno a casa.>

    < Non serve.> gli dissi sorridendogli e appigliandogli una mano sulla spalla. < Tu sei quello che fa più di ogni altro per me, ti meriti un po' di riposo. Chiamerò un taxi e mangerò qualcosa lungo strada, davvero, non ti devi preoccupare.>

    < Ma...>

    < Insisto.> lo interruppi di nuovo, allungandogli poi una busta. < Questo è un piccolo extra come segno di ringraziamento. Se questa serata è stata un successo, è solo per merito tuo e del tuo lavoro impeccabile.>

    I suoi occhi luccicarono di orgoglio e soddisfazione.

    < La ringrazio, signorina Holopainen, cerco solo di essere alla sua altezza. Le auguro una buona serata e per qualsiasi cosa non esiti a chiamarmi.>>

    Lo rassicurai di nuovo e lo salutai. Finalmente sola, mi nascosi in un vicolo secondario, allontanandomi dal teatro. Dovevo schiarirmi le idee e dovevo farlo in un posto isolato e lontano da tutto e tutti. Controllai di non essere osservata, infine mi librai in aria nel cielo notturno.

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    CONTINUA IN LUOGHI NATURALI - PROMONTORIO - SPIAGGIA
     
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    Prima di rispondere alla mia domanda quella donna elegantissima si voltò e diede un occhiata di troppo alla cantante, sembrava o che la stesse studiando o che la conoscesse,il mio sesto senso si allarmò subito, non potevo credere di aver incontrato subito qualcuno di inumano, forse il mio sesto senso era solo arrugginito e mandava falsi allarmi. Si voltò di nuovo verso di me e mi disse che non conosceva il ragazzo della foto che gli avevo mostrato

    <<è una conoscente della cantante? Ha una voce angelica non ne avevo mai sentita una simile...>>

    Seguii la cantante con lo sguardo finché non uscì dal teatro

    volevo fare qualche domanda anche a lei, purtroppo non ho fatto in tempo... Magari Kevin era un suo fan, chi può dirlo...

    Mi rivolsi di nuovo alla bellissima donna che avevo davanti

    <<sono arrivato da poche ore in città, posso offrirle qualcosa da bere al bar? E se non le dispiace la assillo con qualche altra domanda?... Ma non la prenda sul personale, le domande per me sono solo deformazione professionale>>

    Le sorrisi e aspettai speranzoso il suo consenso
     
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    Il poliziotto mi chiese se ero una conoscente della cantate. Sorrisi.

    < Sfortunatamente no.>

    risposi.

    Non ancora almeno...

    continuai mentalmente. Ero più che sicura che quella donna non si trovasse a Littoria solamente per il concerto e che le nostre strade si sarebbe incrociate ancora.

    < E' la prima volta che assistevo ad un suo spettacolo e devo ammettere che merita a pieno la sua fama.>

    Lui non si lasciò scoraggiare dal fatto che non conoscessi il ragazzo della foto, anzi, mi invitò a bere qualcosa per potermi fare altre domande. Ci pensai per qualche secondo. Dopotutto non avevo alcun impegno, da quando Clay aveva portato a termine il lavoro per me non avevo altre priorità a Littoria. Senza contare che le mie conoscenze in città non erano molte e avere uno della polizia dalla mia parte mi sarebbe potuto tornare utile in futuro. Senza contare che era solo un essere umano e anche se le sue intenzioni fossero state altre, non avevo niente da temere.

    < Accetto volentieri il suo invito. Conosco un bar qui vicino, è piccolino ma tiene aperto 24 ore su 24 e il servizio è ottimo!>

    proposi con un sorriso.

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    Super Creatura della notte

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    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

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    :Dylan.png:

    <<si è vero merita per quel poco che ho visto sfortunatamente, sono arrivato da poco in città e non conosco ancora la sua fama>>

    Commentai anch'io la cantante, la guardai negli occhi e per un attimo di troppo mi persi in quel verde

    sembra un anima antica

    Pensai tra me e me.
    Propose un bar per andare a bere

    << mi affido totalmente a lei, essendo nuovo di qui ho ben pochi posti da proporle a meno che non voglia visitare il distretto di polizia>>

    Dissi ridendo

    <<prego mi faccia strada>>

    La invitai accompagnando il commento con un gesto della mano.
     
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16 replies since 30/10/2014, 16:17   148 views
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