APPARTAMENTO SOPHIE

-Il coraggio di vivere-

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  1. Lys Majken
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    :Sophie.png:


    Sophie sbarcò all'aeroporto di Littoria in una giornata invernale, stranamente soleggiata. Dopo ore di viaggio, appena scesa dall'aereo, si stiracchiò da testa a piedi tendendo ogni muscolo, dalla punta dei piedi a quella delle dita delle mani.
    Un mugolio nel muovere la schiena in un'onda flessuosa per poi riprendere la posizione composta ed eretta mentre il nastro trasportatore dei bagagli le faceva arrivare il bagaglio sotto al naso. Una misera valigia.
    D'altronde aveva appena trovato il coraggio di fuggire da una prigionia che ormai durava fin troppo. Aveva solo 23 anni, una vita davanti e troppe, troppe cicatrici sul corpo. Due braccialetti larghi di cuoio marrone scuro nascondevano, sui polsi, gli ultimi ricordi che si sommavano a quelli che le avevano strappato e dilaniato l'anima da quando aveva solo 15 anni; perdendosi così gli anni più belli.
    Quella città era la sua nuova svolta.
    Ormai a Dublino non la legava più niente.
    Non la tratteneva altro, anzi la spinta di una fuga le aveva dato quel coraggio necessario per andarsene via.
    Porte scorrevoli dell'uscita si spalancarono davanti. Sole in faccia, freddo pungente tipico dell'Italia ed un respiro profondo che equivaleva ad una rinascita.
    Fragile ma forte nel contempo aveva un piano preciso da seguire e come previsto si sarebbe recata per prima cosa all'Ospedale dove sapevano lei sarebbe arrivata. Un taxi..il guardarsi attorno e pochi attimi dopo arrivare lì davanti. Altre porte scorrevoli, un marasma che già conosceva ed un accettazione, simbolica e non, di colleghe che attendevano solo il suo arrivo.
    Accolta come non era mai successo posò la borsa tra le caviglie e sistemando delle ciocche dietro l'orecchio iniziò a parlare, a presentarsi quel poco senza svelare nulla di sè. Era brava ad eludere domande e dichiarazioni troppo personali.
    Detestava pure raccontarsi, almeno nell'immediato, e svelare le proprie carte poichè preferiva lasciare che le persone scoprissero da sole quel groviglio d'emozioni che era. Con discrezione voleva sbrogliarsi da sola e mostrarsi come normale ma questo, come ogni cosa, aveva la doppia faccia della medaglia. Nulla fin da subito seguiva i propri piani. Lei voleva solo una casa ed un lavoro e almeno queste due sembravano infilarsi nei tasselli giusti di quel puzzle che stava iniziando a costruire.
    La casa era carina, adatta..calda ed accogliente per lei ed il cagnolone che portava con sè da quando era adolescente e le giornate sembravano iniziare a trascorrere tranquillamente. Il lavoro filava, prendeva confidenza..ogni fine turno portava fuori KC con la scusa di visitare ogni angolo della città.
    Misteriosa, affascinante così diversa tra il giorno e la notte.
    Il tempo passava, lei faceva lentamente amicizie, consolidando quelle sul lavoro e incontrando persone nuove..dando loro quella stessa chance che chiedeva per sè: un'occasione.
    Tutto scorreva normale, come voleva lei..intense cose che riusciva a tenere sotto controllo tirando fuori quella parte che sapeva avere, avendo ora la libertà ed il coraggio di farlo. Più sicura, più determinata continuava ad affrontare ogni istante della propria vita decidendo così di viverla in fondo alla faccia di tutti, scoprendo qualche sfumatura che però non sapeva avere..così come quella città le entrava in testa, così anche determinate cose..le piaceva la notte.
    Stravedeva per le ore notturne tanto da accettare di buon grado ogni invito scoprendo così le altre mille sfaccettature che quelle vie proponevano.
    Locali intensi, ingoiavano anima ed emozioni di tutti quelli che osavano avventurarsi. La musica, le luci..quel poco d'alcol le confusero la testa tanto da lasciarle un senso di stordimento per alcuni giorni ma li era solo la prima avvisaglia di qualcosa di pericoloso dentro la quale si stava infilando senza nemmeno accorgersene. Ingenuità, forse, non a conoscenza di determinate cose, più probabilmente ..le aprirono gli occhi tante per tante altre.
    Se prima credeva che quelle emicranie fossero qualcosa di sporadico e casuale subito dopo ebbe il modo di ricredersi definitivamente... una fitta nebbiolina scendeva oscurando incontri con qualcuno che di umano aveva solo nelle apparenze. Come tutte le cose..come la vita pietosamente le aveva insegnato, c'era il buono ed il cattivo delle cose e quel cattivo non era tardato ad arrivare.
    Mostri..altri ''mostri'' almeno nell'animo se mai ne avessero posseduto uno..presuntuosi, sfrontati..sarcastici da morire ed impetuosi..
    Era quel tipo di irruenza che la bloccava e spaventava.
    Quel comportamento che riconosceva in loro da un ricordo del suo ex fidanzato.
    La bloccava, lasciava senza respiro, a tratti ma non vi cedeva davanti lasciando una Sophie sempre più forte. Non era accaduto davanti all'ex tutti quegli anni..non sarebbe successo di fronte ad uno di questi anche se la tentazione era tanta e loro avevano in qualche modo la capacità di scavarle dentro e rigirare contro di lei i demoni peggiori..

    Con questo pensiero fisso, come una sorta di premonizione o ascolto troppo profondo delle proprie emozioni, scosse la testa ed andò avanti a finire ciò che stava facendo in quel momento. Quel rincorrersi di pensieri, che l'avevano accompagnata per quel poco che aveva visto della città, si fermò in quel momento. Potendo così riprendere la scatola e sistemarla accanto alle altre nel raggrupparle e sistemare quella casa che le era stata data in affitto.

    Se prima si chiedeva se mai avesse avuto il coraggio di affrontare qualsiasi cosa; ora ne era certa. Lo aveva


     
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  2. Lys Majken
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    :Sophie.png:

    Dalla notte in cui era arrivata a Littoria Sophie soggiornava in un appartamento sovvenzionato dall'ospedale. Dire che vi si sentiva parte era ancora po' presto..la sua unica valigia fatta in fretta era ancora mezza aperta accanto al letto ed ormai tutto il contenuto era stato usato. Le mani creano piccoli movimenti circolari sulle tempie, le dita cercavano di dare sollievo con una leggera pressione per scacciare via quella frequente emicrania che l'attanagliava da quando era arrivata dentro.
    Aveva sentito parlare, dalle altre colleghe, di altri alloggi ed appartamenti più nascosti..più piccoli e più affollati rispetto a quello dove alloggiava lei.
    Dettami sicuramente dovuti ad indole creativa e lei necessitava di qualche piccolo tocco e ritocco..nemmeno lei era da lusso e sfarzo incondizionato ma desiderava colore e spazio in quelle camere così da poter placare ogni tensione. Iniziò a chiedersi come poter sistemare delle cose senza dare nell'occhio e con la solita spigliatezza, intraprendenza e tuta da ginnastica inizia a spostare del mobili..e levare qualcosa di tetro regalando quel poco di colore che lentamente iniziò ad accompagnare le giornate quando non lavorava e si dilettava ad andare via o restare tra le mura di quella che ora era casa sua.



    CONTINUA IN: Luoghi di Festa - Divertimento - Catacombe Santo Stefano
     
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1 replies since 30/1/2015, 20:26   42 views
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